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La decina del Premio Sila ‘49, Nicola Lagioia presenta “La città dei vivi”

COSENZA – I treni presi, le carte studiate, le testimonianze raccolte, i libri letti e i film visti, le vie percorse. Di questo e altro ha parlato Nicola Lagioia al folto pubblico del Premio Sila ‘49. Negli spazi dell’Arenella, nel cuore del centro storico bruzio, lo scrittore ha spiegato, descritto, illustrato e approfondito i motivi che l’hanno spinto a scrivere il suo ultimo libro, La città dei vivi (Einaudi), che per l’appunto ha fatto il suo ingresso nella decina 2021 del Sila.

Un’opera basata su un fatto reale – afferma Lagioia – che poi è quello dell’omicidio di Luca Varani, avvenuto cinque anni fa, a Roma, nel quartiere Collatino, per mano di Manuel Foffo e Marco Prato. Ricordo ancora il giorno, il 6 marzo del 2016, in cui la notizia si diffuse – aggiunge -. E ricordo benissimo gli elementi, diversi, che mi colpirono: la violenza, che mi sembrò la stessa di quella perpetrata nelle zone di guerra dove i diritti sono sospesi; la mancanza di movente; il fatto che non si trattasse di un delitto consumato nell’ambito della criminalità e, soprattutto, che i due assassini si raccontassero come due spossessati, che non si capacitassero cioè di aver commesso il fatto. In molti – prosegue Lagioia – trovarono analogie, vedasi la diversità di classe sociale di vittima e carnefici, tra l’omicidio Varani e il massacro del Circeo, ma io credo che non ce ne siano di similitudini: nel caso di Foffo e Prato, nonostante ciò non riduca la loro colpa, siamo di fronte ad assassini a loro insaputa. Ecco, pertanto, cosa può fare la letteratura: raccontare, spiegare, sollevare domande, senza dare risposte. Perché tutto questo è accaduto?”.

Affiancato dal magistrato Alfredo Cosenza e dalla direttrice del Premio Gemma Cestari, l’autore ha continuato, così, a raccontare questo viaggio fatto di parole; parole che fanno immergere i numerosi partecipanti dell’incontro non solo nella Città dei vivi, ma anche in quella che è la letteratura stessa.

“È la prima volta – dichiara l’autore – che rinuncio alla finzione. Credo sia importantissimo che continuino ad esistere le Madame Bovary, le Anna Karenina e i capitani Acab: spesso la realtà, per dire la verità, deve indossare delle maschere. Tuttavia é importante pure il contrario e in questo senso abbiamo grandi esempi, da Truman Capote a Emmanuele Carrere; in tanti hanno raccontato fatti della realtà prendendo in considerazione quegli aspetti che uno storico, un antropologo e via dicendo lasciano da parte. Io – dice ancora – per scrivere questo libro sono uscito per la prima volta dalla mia comfort zone, ho incontrato tutte le persone coinvolte nell’omicidio, ho studiato e analizzato le carte, 5mila pagine di atti giudiziari, ho bussato alle porte di queste persone come un abusivo chiedendo di essere accolto e questo, sicuramente, è stato l’aspetto più difficile del lavoro. In definitiva – dichiara – ho cercato di restituire alla vicenda, finita in un trafiletto di giornale e semplicisticamente dimenticata, la sua complessità, la dignità”.

Incalzato dalle domande di Cosenza e Cestari, Lagioia, ha risposto a quella su Roma, ulteriore grande protagonista dell’opera. Non credo – chiosa lo scrittore – che Roma rappresenti la terza mano che uccide Luca Varani. Roma era ed è tuttora una città senza bussola, quella che Fellini e Pasolini hanno saputo raccontare tramite la macchina da presa, ma non è una città violenta. È piuttosto una città che si erge sullo sfondo della vicenda raccontata, ed è eterna, consapevole, al contempo, che in realtà nulla è eterno”.

L’ultimo interrogativo a cui Nicola Lagioia risponde, davanti ai volti ammaliati e rapiti dei presenti e dunque prima di lasciare spazio agli autografi, è quella che gli pone Alfredo Cosenza. La letteratura può salvare?”, chiede il magistrato. Sì”, ribatte secco l’autore. E conclude: I libri che scriviamo non necessariamente miglioreranno il mondo, ma quelli che leggiamo, su noi che li leggiamo, e perciò sul singolo, amplificano i sensi. Io una vita da non lettore non la potrei immaginare. I libri sono protezione e avventura. Aprono mondi e menti”. Del resto, di tutto ciò gli amici del Premio Sila sono sempre più convinti.

Barreca apre il concerto di Colapesce e Dimartino. Al via “Dall’altra parte del giorno tour 2021”

TAUIANOVA (Rc) – Al via dal 15 luglio “Dall’altra parte del giorno tour 2021”la tournée del cantante calabrese Barreca che avrà inizio dal Meridiano Sud Festival al Teatro Auditorium Unical di Rende (Cosenza) come opening act in acoustic trio del concerto di Colapesce e Dimartino.

«Sarà una serata speciale, che aprirà un’estate piena di occasioni per incontrarci dal vivo – dichiara Barreca – Il mio album era stato concepito per il live ed è entusiasmante poter ripartire».

Di seguito i primi appuntamenti live (in continuo aggiornamento):

15 luglio all’Anfiteatro Unical di Rende (Cosenza) all’interno del Meridiano Sud Festival (acoustic trio)

31 luglio Piazza Amedeo di Lubrichi (Reggio Calabria)

02 agosto all’Arena dello Stretto di Reggio Calabria

07 agosto Palmi (Reggio Calabria)

11 agosto all’Anfiteatro di Gallicianò (Reggio Calabria)

20 agosto all’Anfiteatro di Zambrone (Vibo Valentia)

 

 

Domenico Barreca, in arte Barreca, nasce nel 1986 a Taurianova (RC) e nutre fin da giovanissimo un amore viscerale per la “canzone d’autore” italiana. Si laurea in “Musica, Spettacolo e Tecnologia del Suono” presso il Politecnico di Vibo Valentia con una tesi di ricerca sulla “scuola genovese” e successivamente si specializza in canto pop seguendo corsi e seminari tenuti da vari professionisti del settore. Nel 2012, con il suo primo progetto musicale Nabana, vince la III Edizione del contest per Artisti e Band Emergenti del MEI di Faenza. Il 23 ottobre 2020 pubblica il suo primo singolo come Barreca, “La parola noi”, e il relativo videoclip, girato da Giacomo Triglia. Il 4 dicembre è la volta di “É tutto qui, singolo che farà da apripista a “Dall’altra parte del giorno”, il primo album di inediti, uscito il 19 gennaio.

La corsa al futuro del gioco digitale

Con l’accelerazione impartita dalla crisi Covid 19, il mondo del gaming si è gettato a capofitto nella programmazione.

Continua a crescere in modo continuo il mercato del gioco digitale. Complice anche la pandemia Covid-19, che ha costretto al chiuso milioni di persone in tutto il mondo, il settore del gaming ha fatto registrare una decisa impennata in termini economici ma non solo, anche occupazionali e di marketing.

Per questo molte aziende leader hanno deciso di investire. Tra queste c’è sicuramente Sisal, che dopo aver annunciato il release del suo nuovo portale online, adesso ha reso ufficiale anche l’apertura del suo primo Innovation Lab, un centro votato alla tecnologia d’eccellenza con l’obiettivo di offrire a giovani esperti in digitale di formarsi, scambiarsi idee e soprattutto metterle in pratica. Il tutto andrà in scena nella splendida cornice della Fondazione Agnelli di Torino e il progetto del nuovo laboratorio si inserisce all’interno del disegno di implementazione di nuove tecnologie impostato da Sisal, che già impiega 500 persone in questo segmento.

Siamo un’azienda da sempre orientata all’innovazione – ha dichiarato Mario Martinelli, Chief Information Officier di Sisal – Nel corso degli ultimi anni abbiamo fatto grandi passi avanti: l’offerta è stata estesa a nuovi Paesi, abbiamo realizzato nuove piattaforme di gioco con la volontà di essere leader di mercato nelle tecnologie, abbiamo investito in Data Platform e Intelligenza Artificiale, oltre a rivoluzionare la nostra offerta digitale”.

Investimenti, progetti, ma soprattutto collaborazioni. La sfida al futuro si affronta così. Lo dimostra un’altra  azienda leader del settore del gambling, LeoVegas, che negli ultimi anni ha instaurato diverse partnership con le più grandi software house del panorama italiano e internazionale. La rete dell’operatore italo svedese include Play Go e Netent, Novomatic, Playtech e Pragmatic Play.

Un’alleanza in ambito digitale è anche quella tra Esports e criptovalute, passate da essere semplici e sporadici accordi a vere e proprie tendenze. È successo in Brasile, ad esempio, dove il circuito competitivo CBCS, Counter Striker Global Offensive, ha annunciato la sponsorizzazione da parte di Mercado Bitcoin. L’obiettivo è quello di sensibilizzare chi segue il Counter Striker al mondo degli asset digitali, degli NFT e delle criptovalute.

Insomma il settore del gioco digitale è in crescita costante ed è, soprattutto, pronto per spiccare un volo verso lidi inaspettati grazie alle ultime innovazioni tecnologiche implementate. La crisi dovuta al Covid 19 ha fatto capire che la tecnologia, lo streaming, la rete sono il futuro e prima degli altri il gaming e il gambling hanno deciso di cogliere la palla al balzo. Il risultato è che, a casa loro, il futuro arriverà molto prima rispetto a noi.

Fabio Curto presenta il nuovo disco di inediti “Rive volume II”

ACRI (Cs) – Uscirà mercoledì 23 giugno “RIVE VOLUME II” il nuovo album di inediti di FABIO CURTO, vincitore assoluto di Musicultura 2020, vincitore di The Voice of Italy nel 2015 e unico artista italiano selezionato per le finali dell’edizione 2021 del Festival Internazionale “New Wave” di Soči in Russia.

Il disco è stato preceduto da l singolo, rilasciato lunedì 14 giugno, “Hermann Hesse” https://song.link/i/1569472158

Dopo un periodo che lo ha visto rilasciare gradualmente nuovi brani e preparare il terreno a un’evoluzione stilistica e poetica, il cantautore e polistrumentista pubblica il suo secondo lavoro discografico, “Rive Volume II”. Il disco prosegue idealmente il percorso tracciato da “Rive Volume I”, approdando però ad atmosfere più luminose rispetto al precedente e consegnando 14 tappe di un viaggio semi acustico e particolarmente intimo all’interno di un folk dal respiro internazionale che l’artista ha già dimostrato di saper maneggiare, produrre e declinare coraggiosamente in italiano.

Un nuovo lavoro in cui non mancano importanti collaborazioni, da quella con Cisco e Fry nel singolo “La terra dei miei figli” che ha anticipato l’album, passando per Fio Zanotti che ha fornito il suo contributo nella produzione del brano “Puoi svegliarti felice” e, ancora, quella con i Modena City Ramblers presenti come featuring ne “Il mio cuore”, fino alla presenza di Angelo Branduardi che ha cantato insieme al cantautore calabrese nella versione speciale del brano “Madre Terra” che chiude il disco.

Performer dal grande talento, nato ad Acri (Cs), Fabio Curto è stato appena selezionato come unica voce italiana tra i 14 artisti che parteciperanno alle serate finali del Festival Internazionale “New Wave” di Soči in Russia, in programma dal 19 al 25 agosto prossimi e trasmesse in Eurovisione. Traguardo che si unisce alle molteplici esperienze internazionali di Fabio, raggiunte grazie a un’urgente e costante attività live che lo ha portato negli anni a esibirsi in contesti come il “Pizza Fest Toronto 2018” (Canada), l’“Italian National Ball 2018” (Australia), il “Festival Internazionale delle Arti” in Bielorussia, fino a piazze come il Teatro del Cremlino di Mosca.

TRACKLIST “RIVE VOLUME II”

01 Madre Terra

02 Il mio cuore (feat. M.C.R.)

03 Hermann Hesse

04 La giostra

05 Con gli occhi al cielo

06 Puoi svegliarti felice

07 L’altopiano

08 Aria

09 Sulla strada

10 La terra dei miei figli (feat. Cisco & Fry)

11 La tua parte migliore

12 Lucy

13 Song for Rebeca

14 Madre Terra (special edition feat. Angelo Branduardi)

 

“RIVE VOLUME II” GUIDA ALL’ASCOLTO

“Rive Volume II” è un album dove prevale la luce, sia essa malinconica sotto forma della ballad sia essa nelle forme più uptempo che l’album prende a tratti. Se in “Rive Volume I” a prevalere era un’atmosfera scura e metropolitana che ha dato all’album l’appellativo di dark blues, questo secondo capitolo è esplicitamente connotato dal forte legame con la natura e la terra nelle sue manifestazioni più semplici: il cantautore parla a cuore aperto di terra da toccare, da annusare chiudendo gli occhi, ma anche terra lontana e terra di guerra, amore e solitudine davanti ai tramonti che hanno sempre condizionato la sua vena creativa. Ciò che sempre prevale è la natura materna alla quale poter rivolgere le proprie suggestioni e le proprie riflessioni più segrete. L’intero lavoro sembra essere attraversato dal concetto “non sei da solo, qualche altra persona nel mondo capisce perfettamente ciò che stai pensando”, e questo dona a Rive Volume II una particolare intimità e una particolare dolcezza che funge da lume e da speranza quando arriva il buio. 

FABIO CURTO PARLA DEL SUO DISCO

Dopo il consenso ottenuto da “Domenica” (brano con il quale ha vinto Musicultura 2020) ho capito che la dimensione della mia musica che più arriva al cuore delle persone è quella acustica e che potevo dedicarle più spazio di quanto non avessi fatto negli ultimi anni. Ho riportato in vita vecchi ricordi d’infanzia e vecchie melodie che mi giravano in testa, ho parlato di storie e di suggestioni oneste e sincere, nude direi. Qualche anno fa pensavo fosse troppo azzardato rivolgersi al pubblico con un prodotto che non avesse in prevalenza elementi di modernità. Oggi, invece, penso solo a seguire la corrente che mi regala emozioni, senza pormi altri obbiettivi se non la speranza che questa mia musica venga recepita con la stessa onestà con la quale l’ho scritta e che sia d’aiuto e di sostegno anche agli altri. Un motivo di grande orgoglio in quest’album sono le collaborazioni artistiche con alcuni dei miei miti musicali e nate spontaneamente, senza pianificazione, da una grande stima reciproca che si è creata in questo ultimo anno.

 

In libreria “Giulio Andreotti e l’intelligence. La guerra fredda in Italia e nel mondo” a cura di Mario Caligiuri

ROMA – “Giulio Andreotti e l’intelligence. La guerra fredda in Italia e nel mondo” è il titolo del testo curato da Mario Caligiuri appena dato alle stampe da Rubbettino. Il volume si inseriscenell’ambito degli approfondimenti storici e scientifici che l’Università della Calabria sta promuovendo per fare diventare l’intelligence materia di studio nelle università del nostro Paese. Dopo “Cossiga e l’intelligence” del 2011 e “Aldo Moro e l’intelligence. Il senso delloStato e le responsabilità del potere” del 2018, adesso vieneapprofondita la figura di Giulio Andreotti. E’ in preparazione un ulteriore studio su “Enrico Mattei e l’intelligence”. Il saggio su Andreotti contiene contributi di Vera Capperucci della LUISS “Guido Carli” di Roma, Tito Forcellese dell’Università di Teramo, Paolo Gheda dell’Università della Valle d’Aosta, Luca Michelettadell’Università “La Sapienza” di Roma, Giacomo Pacini ricercatore e saggista, Luca Riccardi dell’Università di Cassino e Federico Scaranodell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Così illustra il volume il curatore Mario Caligiuri dell’Università della Calabria e Presidente della Società Italiana di Intelligence: ”A più di cento anni dalla nascita, Giulio Andreotti continua a suscitare opinioni molto discordanti. In questo volume viene affrontato con un approccio scientifico il tema delicatissimo e sostanzialmente inedito dei suoi rapporti con l’intelligence. Prima da Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e poi progressivamente da Ministro della Difesa, Capo del Governo e Ministro degli Esteri ha rapporti costanti con i Servizi Segreti. Iniziano dal 1947, quando viene delegato da De Gasperi come direttore dell’Ufficio Zone di Confine quando Trieste era ancora contesa e la NATO dava vita a organizzazione di resistenza in caso di invasione sovietica. Proseguono poi negli anni Cinquanta e Sessanta da responsabile del Ministero della Difesa nel confronto costante con il comparto militare, impegnato pure in complesse forniture di carri armati tedeschi ad Israele. Da Presidente del Consiglio deve affrontare prima l’emergenza del terrorismo con l’apice dell’omicidio di Aldo Moro e poi il crollo del muro di Berlino, che segna la fine della guerra fredda combattuta principalmente attraverso lo spionaggio internazionale. Da Ministro degli Esteri, dopo il bombardamento di Lampedusa del 1986 interrompe le relazioni diplomatiche con la Libia, mantenute aperte attraverso i Servizi per garantire la fornitura del petrolio indispensabile per l’Italia. Inoltre, grazie alle analisi dell’intelligence, spesso speculari ai giudizi degli ambasciatori, osserva le trasformazioni della politica sovietica, comprendendo in anticipo che la fine mondo bipolare avrebbe potuto costituire “un disastro”. Consapevole del ruolo fondamentale dei tempi dell’informazione, è lui che rende pubblica nel 1974 la circostanza che Guido Giannettini era un informatore del SID e nel 1990 dichiara in Parlamento l’esistenza di Gladio. Chiamato in causa in innumerevoli e complesse vicende politiche e giudiziarie, Andreotti si è servito dei Servizi o li ha utilizzati nell’interesse del Paese? A tale quesito di fondo, prova a fornire le prime risposte questo volume, che raccoglie i saggi di autorevoli storici italiani. Dal quadro che emerge, studiare la vicenda di Andreotti significa comprendere in profondità la storia della Repubblica, sopratutto per verificare la fondatezza di una sua ironica osservazioni maturata nella temperie di quegli anni: “A volte penso che sarebbe meglio sospendere per un paio d’anni l’attività di tutti i Servizi, forse le cose si rimetterebbero a posto”.

“In ogni parte di Me”: consensi per il primo singolo del coriglianese Francesco Gilberti

CORIGLIANO ROSSANO (CS) – Ci sono passioni con cui nasci e che coltivi nel tempo. E’ il caso del cantante coriglianese Francesco Gilberti che intona canzoni ormai dalla tenera età di quattro anni. Crescendo non sono mancate le partecipazioni a diversi concorsi canori dove sono arrivati finali e allori. Ben due tributi sono giunti anche nei talent show di Costa Crociera. E quando una passione è vera si sfodera ovunque così come in occasioni di feste pubbliche o private e in diversi contesti e location. Esibizioni apprezzate in ogni dove che accrescono la stima e la fama nei confronti del buon Francesco. Il tempo forgia e arricchisce l’esperienza di Gilberti tanto che nelle ultime settimane ha presentato il suo primo singolo assoluto.

“In ogni parte di Me”  è il titolo del brano pop, composto ed arrangiato dal musicista acrese Angelo Capalbo mentre il testo è stato realizzato dal cantautore e insegnante Ruggiero Ricci, già scopritore di giovani talenti. Non sono mancati ovviamente suggerimenti e consigli di Gilberti per un componimento arricchito, smussato e perfezionato dalla triade di musicisti prima di inciderlo. Singolo a cui faranno seguito altri inediti, nei prossimi mesi, con la presentazione dell’intero album fissata a dicembre. «Per me- afferma Francesco Gilberti- è un sogno coltivato sin da piccolo che si realizza. Poter incidere un mio singolo è frutto di tanta passione ma anche di tanti anni di sacrifici. Amore per la musica e sacrifici ripagati con l’affetto e la stima della gente. Nelle riprese del video ho voluto fortemente inserire i posti del mio paese e delle mie origini: dal mare al castello passando ad altri scorci unici e caratteristici del territorio. Vorrei ringraziare i miei compagni d’avventura il musicista Capalbo e il cantautore Ricci per il supporto e l’impegno con cui mi hanno accompagnato. Brano che dal suo lancio sembra aver fatto breccia e che spero possano condividerlo in tanti sul web. Singolo e video che- conclude Francesco Gilberti- dedico non solo alla mia città di Corigliano- Rossano ma anche alla mia famiglia e a chi ha sempre creduto in me».

Intanto, il video ufficiale “In ogni parte di Me” spopola su tutti i digital store, su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=wsMKnsbdyR8), dove il contatore computa già oltre seimila visualizzazioni, e senza includere gli altri social. Brano a breve in radio ma già trasmesso anche da diverse web radio sparse per il mondo e che sarà una grande attrattiva anche per tutti gli calabresi e italiani sparsi in ogni angolo del pianeta. 

                                                                                      C. Fiorent.    

Per il cinquantenario dell’Unical “L’avventura di Andreatta in Calabria” nel libro di Franco Bartucci

RENDE (Cs) – Il libro di Franco Bartucci “L’Avventura di Andreatta in Calabria – Un Campus per competere nel mondo”, con prefazione di Enrico Letta, pubblicato dalla Pellegrini Editore, sarà presentato mercoledì 17 marzo 2021 nell’ambito del ciclo di lezioni dell’insegnamento di “Pedagogia della comunicazione tenuto dal prof. Mario Caligiuri, del Corso di laurea magistrale “Scienze Pedagogiche” dell’Università della Calabria.

Il tema annuale è “La pedagogia nella disinformazione. Saperi e testimonianze multidisciplinari per ricostruire l’educazione attraverso un pensiero meridiano”.

Le lezioni si terranno in modalità on line nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì.  Il corso è organizzato su seminari e presentazioni di libri che integreranno le lezioni del docente.

La prima lezione si è svolta lo scorso 9 marzo, seguita da una seconda svoltasi ieri, lunedì 15, con Sara Mele, in cui si è fatta una riflessione sul tema: “Organizzazioni educative a confronto”.

La terza lezione si svolgerà appunto domani, mercoledì 17 marzo, dalle ore 14,00 alle 17,00, con la presentazione del libro di Franco Bartucci, dedicato alla figura del primo Rettore dell’Università della Calabria dal mese di aprile del 1971 al mese di giugno 1975.

L’incontro sarà aperto dall’introduzione del prof. Mario Caligiuri, seguita da un intervento di presentazione del libro da parte del prof. Vito Teti, un docente e una figura storica appartenente alla Facoltà di Lettere e Filosofia e conseguente dipartimento dell’Università della Calabria.

Per Franco Bartucci sarà un’opportunità per ricordare la figura di Andreatta e tutti gli eventi che hanno caratterizzato la nascita, la crescita  e lo sviluppo dell’Università della Calabria aprendo per certi aspetti le manifestazioni che saranno organizzate da qui in avanti per celebrare di questo Ateneo il  cinquantenario anniversario della nascita che cade proprio in quest’anno con la scelta dell’insediamento dell’Università calabrese nell’area del cosentino, su decisione assunta dal Governo Colombo nel mese di febbraio 1971 e successivamente la nomina del Comitato Tecnico Amministrativo, dei Comitati Ordinatori delle quattro Facoltà, fatte nel mese di aprile del 1971 dal Ministro della Pubblica Istruzione, on. Riccardo Misasi, che hanno portato nel successivo mese di maggio alla elezione del prof. Beniamino Andreatta a Rettore dell’Università della Calabria.

Barreca si racconta in “Dall’altra parte del giorno”. Fuori l’album di debutto del cantautore reggino

REGGIO CALABRIA – Si chiama “Dall’altra parte del giorno” l’album di debutto del cantautore reggino Domenico Barreca, in arte BARRECA, fuori da martedì 19 gennaio e disponibile su tutte le piattaforme digitali.

L’album che raccoglie dieci brani legati da un filo conduttore preciso. «La principale direttrice di questo progetto è stata la veridicità con la quale i brani sono stati incisi: secondo Riccardo Anastasi  – che ha prodotto e arrangiato il disco – ogni canzone doveva essere interamente suonata dalla prima all’ultima nota da musicisti in carne ed ossa, con la presenza di strumenti veri, acustici, come nella migliore tradizione musicale del passato e con un limitato impiego di loop, campioni ed elettronica. In un’epoca in cui l’illusione che qualunque suono possa essere riprodotto digitalmente e l’arrangiamento diventare un banale assemblaggio di campioni, questo album – che non disdegna la tecnologia di cui invece fa un uso misurato e funzionale – costruisce un contesto sonoro autentico e ricco di sfaccettature interpretative».

Nelle dieci tracce Barreca esplora diversi mondi. A volte intimo, altre più  introverso e fortemente riflessivo anche quando appare scanzonato o quando tocca registri più acuti. La sua voce colora ma non ostenta, aggredisce senza eccedere, sussurra senza mai indebolirsi. Sono sfumature i suoi cambi di registro e ogni brano ha una linearità interpretativa che non perde mai di vista la sua essenza. Un artista sensibile e tecnicamente valido con una voce che non lascia indifferenti. Barreca

Di Taurianova (Rc) BARRECA, classe 1986, fin da giovanissimo manifesta un amore viscerale per la canzone d’autore Italiana. Si laurea in “Musica, Spettacolo e Tecnologia del Suono” presso il Politecnico di Vibo Valentia con una tesi di ricerca sulla scuola dei cantautori genovesi. Si specializza poi in canto pop e nel corso degli anni realizza dapprima un disco di musica sperimentale con il progetto musicale Nabana, mentre con la band Madamadorè è ospite di importanti rassegne musicali, tre le quali concerti tributo a Lugi Tenco, Fabrizio De Andrè, Sergio Endrigo e Lucio Dalla.

Il 23 ottobre 2020 pubblica il suo primo singolo, la ballad “La parola noi”, con la produzione artistica di Riccardo Anastasi e il mix di Taketo Gohara. Il videoclip del brano, online dal 27 ottobre, vede alla regia Giacomo Triglia. Il 4 dicembre è la volta di “È tutto qui”, singolo che farà da apripista all’album di inediti appena uscito “Dall’altra parte del giorno”, di cui è il brano più elettronico.

 

 

“La vera nascita della questione”: l’ultimo libro di Mario Caligiuri è sulla storia del Sud

COSENZA – “La vera nascita della questione. Le conseguenze sul Meridione della prima Guerra Mondiale e del Referendum istituzionale” è il titolo dell’innovativo libro di Mario Caligiuri, edito da Grimaldi & C. per le strenne natalizie. 

Dalla quarta di copertina:

“Sulla questione meridionale è davvero difficile scrivere qualcosa di nuovo. Di sicuro è il tema politico centrale della storia nazionale, che pesa sul passato, sul presente e sul futuro. In questo scorrevole ma approfondito volume si documenta l’ipotesi che la nascita della questione sia diventata irreversibile con la Prima Guerra Mondiale e con il Referendum istituzionale. In modo serrato si pongono due Italie a confronto, con storie e culture diverse che dopo 160 anni fanno ancora fatica a capirsi. Emergono le responsabilità delle classi dirigenti del Mezzogiorno che non tutelano sistematicamente gli interessi dei cittadini che pure le esprimono. Il libro unisce punti dispersi ma tutti alla luce del sole. Si legge allora che un premio Nobel per la pace come Ernesto Teodoro Moneta possa diventare uno dei più strenui sostenitori dell’entrata in guerra, che Vittorio Emanuele Orlando si proclami orgogliosamente mafioso, che la democrazia possa trovare nuova linfa riflettendo a fondo su un tema inattuale come la monarchia. Probabilmente per comprendere le autentiche ragioni della mancata unità occorre cogliere i segnali deboli. É il tentativo di questo libro spiazzante, che fuoriesce dai luoghi comuni, scritto da uno dei più originali e brillanti meridionalisti delle ultime generazioni”.

L’autore

Mario Caligiuri è professore ordinario di pedagogia della comunicazione all’Università della Calabria. Laureato in storia, è il Presidente della Società Italiana di Intelligence. Tra i suoi libri, “Breve Storia della Calabria” (1996), “La formazione delle Élite. Una pedagogia per la democrazia” (2003), “Come i pesci nell’acqua. Immersi nella disinformazione” (2019) e, con Giorgio Galli, “Il potere che sta conquistando il mondo. Le multinazionali dei paesi senza democrazia” (2020). Autore della voce “Intelligence” per l’Enciclopedia Italiana dell’Istituto Treccani.