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[#NerdMovies] Il Nuovo Esaltante Trailer di Suicide Squad

Finalmente online il nuovo trailer internazionale di Suicide Squad, con uscita nei cinema prevista per il prossimo 5 agosto per la regia di David Ayer.

Un cast esclusivo, che vedrà la performance tanto attesa di Jared Leto nei panni di Joker, Will Smith sarà Deadshot, la bellissima Harley Quinn interpretata da Margot Robbie, Ben Affleck indosserà la maschera di BatmanJai Courtney sarà Boomerang e Cara Delevingne coprirà il ruolo dell’incantatrice.

Un trailer fantastico, che non svela nulla ma incuriosisce e porta l’hype alle stelle. In sottofondo Bohemian Rhapsody dei Queen a rendere tutto più esaltante.

Miriam Caruso

 

Sugoi Award 2016, tra i Vincitori One Punch Man e Your Lie in April

Lo scorso 22 marzo sono stati, finalmente, annunciati i vincitori del Sugoi Japan Award 2016, il più importante premio alle migliori opere della cultura pop giapponese. L’evento è stato organizzato in collaborazione con il quotidiano Yomiuri Shinbum e col patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria e delle associazioni degli editor di manga e dell’animazione giapponese. Non per nulla è il più grande riconoscimento che si possa ricevere!
Il Sugoi Japan Award permette la votazione di quattro categorie, composte da anime, manga, light novel e romanzi. Procedendo rispettivamente in quest’ordine, ecco i vincitori per ogni categoria:

  • Per la categoria Anime ha trionfato “Your Lie in April” (Shigatsu Wa Kimi No Uso), tratto dall’opera omonima di Naoshi Arakawa. In nomination erano presenti prodotti di alto livello, come “Psycho-Pass”, “Fate/stay night: Unlimited Blade Works”, “Knights of Sidonia” e “My Teen Romantic Comedy SNAFU TOO!”.

your lie in april

  • Per la categoria Manga ha ottenuto il primato “One Punch Man”, di ONE e Yūsuke Murata. Nonostante ci fossero avversari durissimi, anche per lo stesso Saitama, l’eroe per hobby non poteva che occupare il primo posto contro: “Tokyo Ghoul”, “My Hero Academia”, e “Boku Dake Ga Inai Machi” (Erased), ad esempio.

one punch

  • Per la categoria Light Novel ha raggiunto la vetta “DanMachi” di Fujino Ōmori e Suzuhito Yasuda, scavalcando titoli come “Sword Art Online GUN GALE ONLINE”, “Durarara!!SH” e “Saenai Heroine no Sodate-kata”.

dan machi

  • E per ultimo, ma non per importanza, nella categoria Romanzi si è fatto largo fra tutti gli altri candidati “The Empire of Corpses” di Satoshi Ito. Fra gli altri in gara possiamo ricordare “The Murder of Alice”, “Beatless” e “Koujin”.

the empire of corpses

Sulla pagina ufficiale del Sugoi Japan Award sono disponibili tutte le nomination. E tu, chi avresti voluto far vincere?

                                                                                               Paolo Gabriele De Luca

[#SpecialeCosenzaComics] Intervista a Patrizio Cestiè

Il panorama Nerd calabrese è in subbuglio, finalmente mancano pochissimi giorni al tanto atteso Cosenza Comics. Il lavoro dell’organizzazione, in continuo fermento nel dietro le quinte della fiera del fumetto, porta alla luce anche talenti da non sottovalutare. Abbiamo fatto una bella chiacchierata con Patrizio Cestiè, le mani che hanno disegnato la locandina dell’evento di quest’anno, scoprendo un mondo interessante e da tenere d’occhio.

Chi è Patrizio Cestiè?locandina Patrizio Cestiè

Bella domanda! Beh, sono un ragazzo semplice a cui piace guardare serie tv, giocare ai videogames, andare al cinema, farsi i tatuaggi (ne ho dieci), uscire con gli amici. Amo le cose semplici, della serie, preferisco un sabato sera a casa con gli amici, snack e videogames, piuttosto che una serata in discoteca. Un tipo festaiolo insomma!! Sono diplomato al Liceo Artistico e ho l’attestato professionale di tatuatore della Fashion Look Academy. Amo disegnare ed è questo quello che per me conta più di tutto, riuscire a rendere questa mia passione un lavoro, sogno che coltivo da quando ero piccolo.

Come ti sei avvicinato al mondo dei fumetti?

Come già detto amo disegnare. Il mio primo approccio col mondo dei fumetti è stato da bambino con l’intramontabile Dragon Ball e anche con Topolino. Ma è stato il manga di Hakira Toriyama ad alimentare la mia voglia di disegnare. Passavo interi pomeriggi a riprodurre ogni vignetta, ogni scena, ogni espressione di quei personaggi che amavo e che ancora oggi amo alla follia; da lì in poi è stato tutto un susseguirsi di nuove scoperte nell’ambito del fumetto, principalmente con i manga, poi più avanti il mio campo si è ampliato anche ad altri settori, come quello americano fino ad arrivare al mercato francese.

Come nasce la tua passione per il disegno?

La passione per il disegno è cresciuta nel momento in cui ho conosciuto i manga e i fumetti, ma anche guardando i cartoni animati. Mi veniva voglia di ricreare i miei personaggi preferiti, con una sola differenza rispetto ad ora: fino alle medie disegnavo veramente male, ma questo non mi ha mai fermato. Da piccolo, come ora a 27 anni, avevo una fervida immaginazione, mi piaceva raccontare quello che sognavo la notte tramite i disegni, poi una volta conosciuto Dragon Ball, la passione è definitivamente esplosa.

locandina Patrizio Cestiè1

Sappiamo che hai frequentato la scuola internazionale di Comics di Roma, quanto ha influito sul tuo modo di disegnare?

La Scuola Comics ha influito parecchio sul mio stile di disegno e ha ampliato la mia conoscenza del mondo fumettistico in generale. Avendo avuto professori provenienti da diversi mercati lavorativi, da David Messina per il fumetto Americano, Fabio Mantovani per il francese e Mario Rossi per il mercato italiano, mi sono confrontato con i diversi stili di disegno ed impaginazione. Grazie al confronto con i miei compagni di classe ho posto le basi per trovare un mio stile personale di disegno, quindi direi di si, la Scuola Comics è stata una parte importante della mia formazione.

La locandina del Cosenza Comics 2016 è stata disegnata dalla tua mano e colorata da Sante Mazzei, quest’ultimo facente parte del nuovo progetto Sìon. E’ stato difficile rappresentare la nuova mascotte, Alariko, che affiancherà il già apprezzato lupo Kepler? Com’è stato lavorare in coppia con Mazzei?

Realizzare la locandina di questa seconda edizione del Cosenza Comics è stato per me un onore. Quando Sante mi ha contattato per propormi il lavoro, ho risposto subito di sì e la mia mente ha iniziato immediatamente ad elaborare idee per locandine epiche. Nel momento in cui mi ha detto di realizzare anche una seconda mascotte, lì il mio fomento è salito a livelli di guardia ahahaha. Realizzare Alariko è stato bellissimo e divertente, anche abbastanza facile: sapevo già che doveva essere un Lupo, animale che adoro, e una volta esaminate le reference mandatemi da Sante, la mano è andata da sola. Quando c’è unità d’intenti e di vedute, il lavoro diventa molto più fluido e semplice.

locandina Patrizio Cestiè2

Nella rappresentazione i due lupi si scontrano per rievocare il tema del Versus, a cui è dedicata la fiera di quest’anno. Ci racconti il dietro le quinte della creazione dell’ambientazione?

Allora, prima dell’idea definitiva ce ne sono state altre diecimila che mi sono balenate in mente. C’erano parecchie fonti da cui attingere, dai videogiochi picchiaduro a Dragon Ball, per arrivare fino a film come Alien vs Predator o Star Wars, che proprio in quel periodo stava per essere proiettato nelle sale. Optai di ambientare lo scontro nel mondo di Street Fighter, ma poi ho pensato “per un Versus cosa c’è di meglio di due super lupi con tanto di poteri?Così ho deciso, prendendo ispirazione dal videogioco Injustice Gods Among US e dal fumetto Americano di marca Marvel /DC, di rappresentare i due lupi nelle vesti di SUPER LUPI, con tanto di poteri a contrasto, ghiaccio e fuoco. Più versus di cosi! Completano il tutto tante esplosioni sullo sfondo, che fanno sempre effetto.

locandina Cosenza ComicsAbbiamo notato una forte propensione nel ricreare nelle tue tavole le figure di animali antropomorfi. Che tipo di studio hai affrontato per rendere i tuoi personaggi così credibili?

La ragione per la quale mi piace realizzare animali antropomorfi è dovuta in gran parte al mio amore per gli animali. La mia fonte primaria d’ispirazione è senza dubbio il lavoro di Juanjo Guardnido con il suo Blacksad, uno dei miei albi preferiti, per passare poi ad Oscar Martin e Joel Jurion con il fumetto Klaw. Sono stati d’ispirazione anche i tanti film Disney e Dreamworks come Kung Fu Panda e così via. Rendere espressivo il muso di un animale è  molto difficile ma, allo stesso tempo, anche divertente ed ovviamente dietro tutto questo c’è uno studio approfondito dell’anatomia, sia facciale che fisica, dell’animale, che poi io adatto al mio stile.

Come consideri la scena fumettistica italiana?

Ci sono molti artisti italiani bravi in giro su internet, dei veri e propri talenti, ma si tende sempre a snobbare questo lavoro, perché è di questo che si tratta. Se solo qui in Italia facessimo un salto di qualità, considerando gli artisti come veri lavoratori, e non solo come gente che disegna per hobby, avremmo molti meno ragazzi costretti ad emigrare all’estero pur di avere una possibilità concreta in questo campo. In America, cosi come in Francia, gli artisti italiani sono tenuti molto in considerazione e parecchi lavorano per case editrici di primo livello. Perché non farlo anche qua? Perché non dare spazio al talento, a chi se lo merita veramente, evitando di lasciarlo a se stesso sull’unica vetrina possibile, cioè internet? A mio avviso, sarebbe tutto molto più interessante e gratificante per il nostro paese.

Cosa ti aspetti dalla nuova edizione del Cosenza Comics 2016?

Mi aspetto molto! Lo scorso anno è stato un grande successo,con tanta affluenza di pubblico, grazie anche all’ottima organizzazione. Mi sono meravigliato per la partecipazione di pubblico e soprattutto ho avuto modo di divertirmi molto, elemento fondamentale per una fiera del fumetto. Quindi mi aspetto un successo ancora più grande quest’anno e sono sicuro che sarà cosi! Perciò venite in tanti e non ve ne pentirete. Ci vediamo lì!

Miriam Caruso

[Anime] Il ritorno di Hunter X Hunter

Essere lettori di Hunter x Hunter non è affatto semplice. Da un lato abbiamo un’opera veramente incredibile sul piano narrativo (Togashi è uno dei migliori scrittori tra i mangaka in circolazione) e con alcuni dei migliori combattimenti della storia dello shonen, dall’altro abbiamo un autore, Yoshihiro Togashi (già noto per “Yu degli spettri” e “Level E”), che interrompe il suo manga per periodi lunghissimi, provocando lo sdegno dei lettori che tanto amano la saga. Ultimamente, grazie anche allo splendido nuovo anime dello studio Madhouse, il numero di fan dell’opera è aumentato in maniera esponenziale.hunter x hunter 1

Nel lettore di Hunter x Hunter convivono da sempre due sensazioni. La prima è la paura di veder lasciato incompleto uno dei suoi manga preferiti. La seconda è la consapevolezza delle potenzialità dell’opera, che se avesse avuto maggiore continuità probabilmente avrebbe superato il successo di mostri sacri come One Piece e Naruto.

Il problema della seconda sensazione è che probabilmente la qualità ne avrebbe risentito. Il motivo è molto semplice: Togashi tiene alla sua opera e vuole portarla avanti a modo suo. Lo stress accumulato durante la serializzazione di Yu degli spettri (in cui Togashi non si è mai fermato) lo portarono oltre che ad un finale affrettato e criticato da molti, anche alla consapevolezza di aver bisogno di tempo e spazio sia per non risentirne fisicamente e mentalmente, ma anche per accumulare idee per il suo manga (in rete si trova una lettera aperta dello stesso autore scritta al termine della pubblicazione di Yu degli spettri). La conferma di ciò la si può trovare in Hunter x Hunter, con l’invenzione del nen (forse il potere più completo mai creato per un battle shonen, insieme allo Stand de Le bizzarre avventure di Jojo), con la creazione del gioco di carte di Greed Island (pensateci, ha inventato un gioco di carte) e con l’incredibile lavoro di catalogazione delle specie animali per la creazione delle Formichimere. Tutte invenzioni che non sarebbero state possibili con una costante pubblicazione settimanale. Eppure, nonostante gli anni di pausa, al suo ritorno Hunter x Hunter non si smentisce, confermandosi come uno dei manga più venduti ed apprezzati.

Anche se si arrabbia, un fan di Hunter x Hunter vorrà sempre sapere come va avanti la storia di Gon e dei suoi amici.

Hunter x Hunter riprenderà la sua pubblicazione sul numero 20 di Shonen Jump, che uscirà il 18 Aprile in Giappone con cover a colori. Al momento sono stati pubblicati 349 capitoli raccolti in 32 tankobon, pubblicati in Italia da Planet Manga. Dal manga sono stati realizzati 2 adattamenti animati, il primo realizzato da Nippon Animation, che copre fino alla saga di Greed Island (con l’aggiunta di alcuni filler), per un totale di 92 episodi. Il secondo realizzato dallo studio Madhouse, più fedele al manga e con delle animazioni migliori, che copre fino alla saga delle Elezioni, per un totale di 148 episodi.

Antonio Vaccaro

[#LeagueofLegends] Guida per il Ruolo: ADC – Attack Damage Carry

L’ADC, acronimo di Attack Damage Carry, è solitamente un campione a distanza il cui scopo è dare sostegno alla squadra fornendo notevoli quantità di danni in teamfight, portando così al controllo degli obiettivi.

A differenza degli altri ruoli, l’adc dipende molto dall’oro poiché gli oggetti che forniscono danno sono tra i più costosi, per cui chi ha voglia di padroneggiare questo ruolo deve far pratica con il last hitting.

Un buon adc si differenzia da un pessimo adc dalla sua abilità di posizionamento: gli adc sono tra i campioni più fragili, può capitare a tutti di perdere la fase di laning e di rimanere quindi indietro con l’equipaggiamento, ma se non si riesce a far danno perché ci si posiziona male e quindi si muore per primi si diventa totalmente inutili, anzi si favorisce il team nemico, per cui lasciate ai tank il compito di fare da prima linea e fidatevi dei vostri supporter (se un buon Thresh vi suggerisce di prendere la lanterna, non usate flash).

Vediamo ora per quanto riguarda maestrie e rune capaci di ottimizzare al massimo questa classe di campioni.

Dimenticatevi del ramo di Risolutezza, per spaccare torri e campioni questo non ci è di grande aiuto.

Consigliamo vivamente il ramo della Ferocia che fornisce velocità d’attacco, danno/ruba vita e penetrazione armatura, oro colato insomma. Per quanto riguarda la maestria chiave, dipende molto dal tiratore che avete intenzione di giocare, ad esempio se volete giocare tiratori a danno sostenuto come Vayne, Tristana o Kog’Maw “frenesia del duello” fa al vostro caso, se giocate tiratori che basano parecchio del proprio danno su abilità, come Corki o Urgot “tocco della morte bruciante” risulterà la scelta migliore, mentre “sete di sangue del signore della guerra” è utile nel caso vogliate giocare una fase di laning il più sicura possibile.

Qualcuno potrebbe preferire il ramo d’Astuzia per la “sentenza del signore del tuono” , son gusti, ma è da preferire su assassini.

marchio
*Marchi danno fisico;

 

sigillo
*Sigilli armatura;

 

glifo
*Glifi resistenza magica;

 

quintessenza
*Quintessenze velocità d’attacco.

 

Ricapitolando ecco i consigli essenziali: farmare il più possibile, stare nelle retrovie durante i combattimenti, trovare il giusto feeling con il proprio support.

Crittate il più possibile e, per citare l’annunciatore nel tutorial, “stay behind your minions”.

Giulio Ciambrone

[#NewTech] Il VR made in Sony e le novità a riguardo

La guerra alla realtà virtuale sta ormai dividendo il mondo in diverse fazioni: PSVR, Oculus Rift, HTC Vive sono solo alcuni degli esempi, ma tante altre realtà stanno nascendo e costruendo il loro prototipo. Di qualche giorno addietro è infatti la notizia che anche AMD, con il suo Sulon Q, ha iniziato la sua avventura VR implementando nel suo visore anche la Realtà Aumentata. Dopo questa premessa, vi rassicuro sul fatto che non sarà un lunghissimo articolo su pro e i contro di tutti i VR, ma sarà un pezzo dedicato alle ultime novità annunciate al GDC riguardanti Mamma PlayStation.

Quando Sony decise d’immergersi nel mondo della realtà virtuale, dichiarò che il suo progetto doveva chiamarsi Project Morpheus. Lo ricordate? Era molto simile alla versione odierna. A settembre del 2015 cambiarono il suo nome in PlayStation VR forse seguendo la moda o forse per restringere il campo al solo uso per gaming. Grazie al Game Developers Conference (GDC) degli ultimi giorni, siamo venuti a sapere molte delle succulente novità che la Sony teneva nascoste al pubblico. Ad esempio il quanto e il quando.

visore 1

 

Il prezzo è stato fissato a 399€ per l’Europa, confermando questo VR come il più economico del mercato. Se pensiamo infatti ai 742€ (per l’Europa) dell’Oculus Rift e i 699 dell’HTC Vive, molti di noi ricordano la rassegnazione che li ha colpiti nel pensare ad una vita, almeno inizialmente, senza realtà virtuale. Ma cosa nasconde in realtà questo prezzo così basso?

Il “tranello” della Sony sta nel dover associare insieme al Visore e la Processing Unit (di cui parleremo a breve), anche altre due periferiche per il corretto funzionamento: il PlayStation Move e la Camera. Il loro prezzo è di rispettivamente 40 e 60 euro, ma è possibile, con qualche ricerca, trovarli di seconda mano. Questo stratagemma, tuttavia, ha portato un picco di vendite delle due periferiche che in pochi giorni hanno raggiunto il 975% per la Camera e il 305% per il controller Move, facendoli schizzare in cima alle classifiche di vendita di Amazon.

visore 2

Insieme al Visore, però, era stato associato un misterioso dispositivo chiamato Processing Unit, che fino ad oggi non aveva una funzione chiara. Si pensava infatti che la PS4 non avesse le capacità necessarie a sostenere la realtà virtuale e invece, attraverso le varie rivelazioni, è stata fatta luce anche su questo punto. L’unità di processione, a detta di Chris Norden, ha lo scopo di gestire il reparto audio degli oggetti 3D durante il gaming e di trasmettere in maniera fluida quello che la Sony chiama “schermo sociale”. Altro non è che il televisore da cui le persone possono osservare ciò che sta accadendo nel visore e al giocatore con il casco.

All’apertura dei preordini da Sony, Amazon ha registrato già in Francia, Inghilterra e Germania il sold out. Tranquilli però, tutti gli italiani hanno ancora la possibilità di pre-acquistarlo comodamente da casa poiché sono ampiamente disponibili.

Detto ciò, vi ringrazio per la lettura e ancora una volta vi spingo alla riflessione sul fenomeno che potrebbe stravolgere completamente il mondo videoludico. Siamo davvero pronti alla Realtà Virtuale?

gattino

Fonte:Polygon, Eurogamer

Daniele Ferullo

[SerieTv] Mr. Robot, hacktivisti contro l’ordine mondiale

Stanco delle solite serie tv? Poliziotti, scazzottate, storie d’amore, omicidi e altre situazioni di questo genere? “Sempre le solite cose!” viene da pensare. Ma, che tu sia stanco o meno, sappi che dovresti proprio dare un’occhiatina a Mr. Robot, la nuova serie targata USA Network, ideata da Sam Esmail e vincitrice di due Golden Globes.

Sin dall’episodio pilota, negli Stati Uniti ha riscosso un forte consenso di critica e di pubblico. Composta da dieci episodi, e con la seconda stagione già in produzione, è andata in onda in Italia per la prima volta lo scorso 3 marzo su Mediaset Premium. Attualmente ha come testimonial Belen, ma non farti scoraggiare da questo piccolo particolare.

Mr. Robot porta davvero una ventata d’aria fresca.

mr robot 3

La storia ruota attorno al giovane Elliot Alderson (Rami Malek), geniale ingegnere informatico che lavora presso la Allsafe, compagnia di sicurezza informatica, e completamente chiuso nel suo mondo pieno di paranoie e allucinazioni dovute a sociofobia, depressione e dipendenza dalla morfina. Il protagonista viene avvicinato da Mr. Robot (Christian Slater), un anarchico che lo convince a far parte della “fsociety”, un gruppo di hacker che vuole liberare la popolazione mondiale dai debiti e smascherare i colpevoli che stanno distruggendo la società al fine di arricchire le proprie tasche. Convinto ad attaccare la E Corp, multinazionale responsabile della morte del padre e principale motore del debito pubblico, Elliot diventa il cervello degli attivisti.
La trama promette già molto bene e dopo aver visto i primi cinque minuti del pilot è facile lasciarsi convincere nel proseguire con la visione. L’incipit della serie è, a parere di chi scrive, uno dei migliori che sia mai stato mandato in onda: in pochi minuti viene riflessa l’immagine dell’intera società e di come essa sia soggiogata da potenze invisibili che la rendono soggetta a ogni tipo di schiavitù. Qualcuno la potrebbe considerare un’introduzione un po’ forte e troppo di impatto, ma è esattamente quello che ci voleva! Come si può da subito intuire, dunque, Mr. Robot è un thriller che ruota attorno a tematiche di natura psicologica.

mr robot 1
Elliot, ovviamente, è uno dei personaggi più interessanti e dobbiamo anche ringraziare l’impeccabile recitazione di Rami Malek, davvero superlativa. Il protagonista si lascia spesso andare a ragionamenti interiori molto profondi che descrivono il suo vero essere, quasi come se la narrazione della storia fosse condotta in prima persona. Questo aspetto ricorda molto l’amatissima serie tv Dexter, anch’essa caratterizzata da lunghi monologhi interiori del personaggio principale. Chi ha apprezzato quest’ultima, sicuramente non può lasciarsi sfuggire Mr. Robot.

Ma torniamo ai nostri personaggi. Lo stesso livello di “disagio”, anche se in maniera diversa, lo tocca il nostro Villain Tyrell Wellick, vice presidente della E Corp. Un uomo senza scrupoli, pronto a tutto per raggiungere i suoi scopi sotto la guida dei suoi demoni interiori.
Nulla da togliere, comunque, a tutti gli altri personaggi, soprattutto a quelli che sembrano, in un primo momento, essere secondari e che poi in realtà andranno a ricoprire un ruolo ben preciso nella trama.

Quale novità porta Mr. Robot? Ciò che questo telefilm ha da offrire, e che scarseggia in tantissimi altri prodotti, è la vera e propria messa in scena dell’introspezione umana nella società moderna. Per esempio, alcune allucinazioni di Elliot, una in particolare, possono davvero considerarsi sogni su pellicola per il fatto che ci si troverà a doverle interpretare in relazione a ciò che il personaggio ha vissuto e sta vivendo. Proverai a improvvisarti Freud per una manciata di minuti, ma attenzione, la trama è un puzzle! Ogni tessera viene disposta episodio dopo episodio e perdere un solo passaggio può pregiudicare una buona visione. Quindi mi raccomando, ogni tanto togli da dosso i panni da psicologo e rimetti quelli da semplice spettatore. Può sembrare che la parte hacker del telefilm venga persa di vista, ma non è proprio così. Stai pensando che di informatica non sai niente? Beh, la serie utilizza, ovviamente, molti termini tecnici che possono mettere in difficoltà chi capisce poco di computer e di linguaggi di programmazione, ma nulla da temere, è comunque godibile senza particolari problemi.

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Al limite, se proprio vuoi, basta una ricerca in rete, dato che quasi tutte le scene sono una dimostrazione a grandi linee di come si svolge il lavoro di chi si occupa della sicurezza informatica nella vita reale.
Una piccola curiosità: in italiano si perde la bellezza dei titoli originali, scritti in linguaggio leet, una forma codificata di inglese (l33t o 1337),  molto attinente alla trama.
Concludo dicendovi che non mancheranno le solite situazioni sentimentali, botte e alcuni altri cliché, ma il tutto è  inserito nel giusto contesto, assumendo un significato ben preciso. E’ tutto calcolato, come è giusto che sia una storia di hacker, e a ogni azione corrisponde una reazione. Non mi resta che augurarvi una buona visione!

Paolo Gabriele De Luca

 

[Games] Vuoi un Robot come amico? Ecco Fallout 4 Automatron

Molti di noi hanno amato l’ultimo Fallout, altri lo hanno trovato noioso, altri sopravvalutato e altri ancora hanno solo urlato One Puuuunch grazie alle mod. Tutti però (anche quelli che lo odiano) aspettano tutte le DLC che la Bathesda aveva promesso per il titolo.

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Durante il periodo di commercializzazione della Season Pass, che comprendeva tutti i DLC, la Bathesda non ha rilasciato nessuna specifica sulle espansioni se non i loro nomi. Ora, con il rilascio di Automatron prevista per il 22 Marzo, sono state rivelate alcune informazioni basilari che hanno rincuorato molti giocatori dubbiosi.

Cosa troveremo però in questa espansione robotica? Guardiamo insieme il Trailer!

Oltre l’epicità del trailer che è palpabile, troviamo la possibilità di costruire e modificare il proprio compagno robot come più ci aggrada. Come dei veri ingegneri meccanici potremo creare da zero il nostro robottone usando i nemici come parti di riferimento.  Potremo personalizzarlo fino a farlo divenire un’arma di distruzione di massa, dalle gambe alle armi. Per chi ama il custom, si potranno modificare anche il colore e la voce.

No, non credo che ci sia un Easter Egg con riferimento a Pimp My Ride (se lo trovate mandateci uno screen!).

Come la voce ci narra, il Meccanista va fermato prima che le sue armate di robot assassini facciano tabula rasa del Commonwealth. Riusciremo a porre fine alla sua minaccia?

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Oltre Automatron, però, sono state annunciate le specifiche delle altre DLC attraverso il director Todd Howard, di cui vi alleghiamo un’intervista che è stata rilasciata a Game Informer

“Una cosa di cui mi sono reso conto per quanto riguarda i DLC è il fatto che abbiamo creato tutti i tipi di contenuti, li abbiamo messi in vendita a prezzi molo diversi e abbiamo capito che è un metodo che funziona. Abbiamo deciso di seguirlo anche per Fallout 4 con un po’ di tutto dal punto di vista dei contenuti dei DLC. Il primo, Automatron ha una quest line e ha degli elementi alla Pokémon dato che dovrete uccidere dei robot, prendere le loro parti e costruire i vostri alleati robotici. La costruzione dei robot è davvero profonda, è fantastica […]

“Wasteland Workshop forse non è per tutti, è per le persone che si sono appassionate nella creazione. Volevamo rispondere a quella domanda insistente nella nostra testa: ‘posso costruire il mio personale Thunderdome? Sì, Potete costruire le vostre arene, cattuare animali e altro ancora.”

Attraverso Wasteland Workshop, in uscita in Aprile, potremo giocare ai piccoli architetti creando insediamenti ancora più grandi e attrezzati. Questo significa più produzione, più gente e, di rimando, anche più grane.

far harbor

Con Far Harbor, in uscita a Maggio, potremo viaggiare da Boston al Maine in quella che è stata annunciata la mappa più grande mai fatta dalla Bathesda per una DLC. Con una premessa del genere non possiamo che aspettare con la bava alla bocca questi contenuti e ammettere, ancora una volta, che la Bethesda si prende cura dei suoi giocatori.

Daniele Ferullo

[Curiosity] Pokémon, 20 Anni di Cameo negli Anime

Forse la Nintendo non si aspettava, nell’ormai lontano 1996, che la Games Freak avrebbe sfornato quello che ancora oggi è uno dei titoli di punta dell’industria videoludica nipponica. È inutile negare che basta nominare mamma Nintendo perché il pensiero ci riporti immediatamente l’immagine di Pikachu ed effettivamente, dal primo videogioco a oggi, la Pokémon Company vanta un successo enorme e concreto: sei generazioni di mostri e la settima appena annunciata, decine di videogames per diverse console, un anime di oltre 900 episodi ancora in corso. Ed è solo una piccola parte di tutto ciò che ha conquistato questo titolo.
Con un impero di questa portata e ben 721 mostri, la cultura pop non poteva che esserne contagiata. Effettivamente si trovano numerosissimi riferimenti ai Pokémon sparsi fra cartoons, libri, videogiochi, manga, anime e musica. Di fatto, è stata una vera e propria contaminazione quella dei nostri piccoli amici che, anche involontariamente, sono entrati almeno una volta nella vita di tutti.
Insomma, non c’è da stupirsi se spesso ci capita di incontrare un Pikachu nei nostri programmi preferiti, soprattutto in quelli di stampo americano.

Ma come si comportano i giapponesi nei confronti di questo fenomeno?

Negli anime e nei manga si trovano numerosi riferimenti ai Pokémon ma, rispetto a tutti gli altri, sono molto più sottili e alcune volte passano inosservati. E’ molto difficile conoscerli tutti, ma vediamone alcuni:

In “Lucky Star” si trovano diversi rimandi:

lucky star

  • Nell’episodio 5 le protagoniste prendono parte a un festival; Kagami, cercando di catturare un pesce rosso dice “Gotta Catch ‘em All!” in giapponese una volta preso.
  • Nell’episodio 17 le ragazze riflettono sul loro futuro dopo il liceo. Quando Kagami chiede a Konata se lei abbia qualche talento in particolare, la protagonista risponde di conoscere tutti i nomi dei Pokémon.
  • Nell’episodio 21, parlando dei templi Kinkaku-ji e Ginkaku-ji, rispettivamente d’oro e d’argento, Konata si chiede se essi siano come i Pokémon e se abbiano “Rubino, Zaffiro e simili”.

Anche in “Assassination Classroom”, si trovano riferimenti nell’anime e nel manga:

assassination classroom

  • Nelle scene finali dell’episodio 22 dell’anime, si vedono i tre assassini giocare con i Nintendo 3DS e uno di loro chiede a un suo collega di dargli una “pozione massima”.
  • Nel capitolo 27 del manga, Lovro spiega che un assassino deve valutare e considerare le capacità combattive della preda e qui si vede la sagoma di una sorta di Mewtwo contro quello che dovrebbe essere Rosso, ma con una retina in mano.
  • Nell’episodio 13 della seconda serie de “La Malinconia di Haruhi Suzumiya” è possibile vedere due maschere di Pikachu, la maschera di un Turtwig viola, la maschera di un Chimcar gialla e quella di un Piplup giallo scuro.

In “Ano Hana – Ancora non Conosciamo il Nome del Fiore che Abbiamo Visto quel Giorno”, i Pokémon sono richiamati in diversi episodi, ma col nome di Nokémon. E’ possibile vedere la confezione di uno dei videogiochi e anche qualche scena di gioco su Game Boy.

ano hana

  • Nell’episodio 4 di “Sayonara, Zetsubou Sensei”, Abiru immagina il protagonista Nozomu Itoshiki con varie code, fra cui appaiono quella di Pikachu e Glameow.

Servant x Service:
Servant x Service

  • In “Servant x Service” Hasebe, discutendo dei videogiochi che ha giocato, ne nomina alcuni, facendo partire un montaggio in cui si vedono un Pikachu e un Bulbasaur, non esattamente somiglianti agli originali, e in cui si sente anche il rumore tipico di una Poké Ball che si apre.

Highschool DxD, si sono anche qua:

highschool dxd

  • Nell’episodio 7 di “Highschool DxD” troviamo Zatouji, chiara parodia di Ash Ketchum che usa spesso la frase “Gotta Catch ‘em All”.

Yowamushi Pedal:
yowamushi pedal

  • Nell’episodio 2 di “Yowamushi Pedal” Sakamichi, il protagonista, chiede a Shunsuke quale sia il suo anime preferito. Egli risponde confusamente “Nekoemon”, probabile riferimento ai Pokémon.

K-On:

k-on

  • In “K-On”, Yui, una delle protagoniste, vedendo apparire all’improvviso la sua professoressa esclama “Appare Sawa-chan selvatica!”.

E’ ben evidente, quindi, che i mostriciattoli della Nintendo sono diventati talmente popolari da divenire quasi un classico che è possibile citare in ogni contesto, e quelli sopra riportati ne sono solo un piccolo esempio.  Ne vuoi cercare altri? Allora “acchiappali tutti!”.

Paolo Gabriele De Luca

[#Games] La CD Projekt RED punta in alto e guarda al (cyber)futuro

Quando chiedo in giro chi è la CD Projekt RED, molte persone mi rispondono con la bava alla bocca borbottando “The Witcher“. Tuttavia, anche se la software house polacca ha fatto di questo brand la sua punta di diamante, non si vuole fermare qui e vuole continuare a produrre e rivoluzionare il mondo dei videogiochi.

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Cyberpunk 2077, il nuovo progetto della CD, è ormai un fantasma cibernetico che gira per le nostre case agitando le sue fibre ottiche per svegliarci di notte. Sappiamo che c’è, sappiamo che ci fa paura e tuttavia non facciamo niente per allontanarlo. Molti cultisti del genere lo stanno aspettando più di qualsiasi altro titolo e hanno l’hype a mille da quella lontana summer conference del 2012, dove annunciarono l’inizio dei lavori di progettazione e la successiva conferma nel dicembre 2015 attraverso un tweet degli sviluppatori.

La vita è però dura per tutti e questo significa che una software house di sole 400 persone non può lavorare contemporaneamente a tutti progetti, ecco allora l’arrivo della notizia di ampliamento del personale con relativa suddivisione di tutto il team in 4 gruppi. Questi si dedicheranno a dare la vita al work plan che è stato diffuso in questi giorni e che riporto qui sotto per facilitarvi la vita.

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Come possiamo vedere, il 2016 sarà un anno di attività e crescita promozionale dedicata a “The Witcher 3” che con la DLC Blood & Wine vuole riprendere in mano le classifiche di vendita (e magari qualche altro premio). Vediamo poi nel terzo punto, un misterioso “nuovo titolo” di un genere mai esplorato dalla software house, che sia l’alba di un gioco portable? Non ci è dato sapere per il momento.

workplan 2

Dal 2017 fino al 2021 la CD projekt ha mantenuto le idee chiare e ce lo dimostra con la pubblicazione di questo work plan. Il rilascio di Cyberpunk 2077, ampliamento di The Witcher con altri contenuti e la creazione di una nuova IP che possa essere competitiva sul mercato.

Stiamo parlando dello sviluppo e mantenimento di 3 titoli AAA che la CD projekt RED ha intenzione di diffondere per la fine del 2021. Uno sforzo non da poco che probabilmente determinerà il futuro della software house e del suo posto nel mondo dei videogiochi.

Ma torniamo a Cyberpunk 2077. Kicinski afferma durante un’intervista ad una TV polacca che il progetto che stanno affrontando sarà uno dei lavori che gli porterà un grande successo a livello mondiale e che, senza dubbio, supererà tutti i lavori precedentemente rilasciati. I pochi leach consegnati alla stampa, ci parlano di un videogame ambientato in un futuro scuro dove la tecnologia è “la maledizione e la salvezza del genere umano“.

cyberpunk 2

I temi saranno maturi e fortemente psicologici e ci faranno riflettere sull’enorme evoluzione tecnologica che il mondo sta affrontando da 20 anni a questa parte. La città dove si svolgeranno gli eventi sarà Night City (se questo nome non vi dice niente, mi dispiace, non avete idea di cosa sia il cyberpunk), ci saranno degli elementi sandbox ancora non rivelati e particolarizzazioni nel l’uso del linguaggio. Anche se la software house non si è ancora espressa sull’implementazione delle periferiche VR, ci sono buone speranze per noi di riuscire a rivivere momenti di NetRunning come in Nirvana o Johnny Mnemonic.

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La CD ha in mente un videogame che esplori i fondamenti e le evoluzioni di un sottogenere cult della fantascienza, con spirito di rinnovamento e rivoluzione. Spero francamente che riuscirà ad aprire gli occhi di tutti su di un genere molto spesso sottovalutato.

Daniele Ferullo