Archivi tag: rubrica3

[#Nerd30Consiglia] Freedom

Rieccoci con la rubrica dei consigli, questa volta con una serie OAV in 7 episodi prodotta da studio Sunrise, diretta da Shuhei Morita, con character design del grande Katsuhiro Otomo (Akira), distribuito in Italia da Dynit.

Stiamo parlando di Freedom, anime di genere fantascientifico realizzato quasi interamente in computer grafica.

LA TRAMA

L’anime Freedom narra l’avventura di Takeru, un ragazzo che vive su Eden, una colonia lunare. Un giorno, Takeru viene a conoscenza di un grande segreto che potrebbe cambiare le sorti dell’umanità. Sulla Terra, infatti, la civiltà è ormai estinta a causa del cambiamento anomalo del clima.

La storia inizia 160 anni dopo la scomparsa della vita sulla Terra. Takeru, come altri ragazzi, decide di prender parte ad una gara di Beacle, moto da corsa particolari della Luna. Durante una gara, la sua Beacle prende fuoco e viene completamente distrutta. Per questo, Takeru è condannato a 10 ore di lavoro “volontario” al di fuori della cupola lunare. Durante questo giro lunare, Takeru rinviene i resti di una capsula schiantatasi sul suolo lunare. Il giovane scopre, grazie a delle fotografie, che la capsula proveniva dalla Terra, più precisamente dalla Florida. (fonte Wikipedia)

IL COMMENTO

Per il sottoscritto, Freedom è veramente una piccola perla del genere fantascientifico. L’anime si ricollega ad eventi realmente accaduti, in particolare il lancio delle missioni Apollo, ma le utilizza come mezzo per raccontare una grande avventura. Nonostante i pochi episodi, abbiamo una serie veramente ben strutturata, che riesce a concentrarsi prevalentemente sui personaggi, senza ostentare eccessivamente sul viaggio spaziale. Questa è un’opera che funzionerebbe anche se invece di viaggio spaziale si parlasse di navigazione via mare, perché l’uomo resta tale in qualsiasi contesto, con i suoi obbiettivi e la sua voglia di conoscenza, che lo spinge a non smettere mai di cercare qualcosa per cui valga la pena vivere. L’anime contiene inoltre varie critiche, come quella alla “monotonia”, a cui le alte leve abituano i propri cittadini, perché in un certo senso i cambiamenti radicali necessitano di tempi dilatati e di grandi risorse, proprio come i viaggi spaziali, quindi dilaga sempre di più il concetto di:

“stiamo bene come stiamo”

CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGI

Le caratterizzazioni dei personaggi sono tutte ottime, forse alcune non eccessivamente approfondite, ma è un risultato quasi miracoloso considerando che si tratta di una serie di soli 7 episodi. In particolare il protagonista Takeru è un personaggio veramente interessante, che in parte incarna lo spirito umano, fatto di scelte a volte assurde, ma che portano a risultati incredibili. In un certo senso l’anime è sintetizzabile in un concetto molto semplice: chi prova a fare qualcosa non avrà nulla da rimpiangere, perché aspettare che sia la Luna a scendere sulla Terra non porta a nulla, siamo noi a doverla raggiungere. Basta cambiare la Luna con qualsiasi altra cosa e viene fuori un grande insegnamento da questo anime.

COMPARTO TECNICO

Per quanto riguarda la tecnica, si tratta di un anime di buon livello. La computer grafica (cel shading) è abbastanza legnosa e a volte i personaggi risultano scomposti nei movimenti, ma la regia riesce a farti abituare facilmente al tutto, oltre ovviamente al design di Otomo. Musiche veramente ottime e ben contestualizzate. Di altissimo livello il doppiaggio italiano. C’è da dire che questo è un anime che punta molto sul lato narrativo, non avrà un lato visivo sbalorditivo, ma è tutto perfettamente al servizio della narrazione.

IN CONCLUSIONE

Freedom è vera fantascienza, non quella che tenta di intrattenere per ore fallendo miseramente, ma quella che lascia qualcosa al cervello da metabolizzare anche dopo la visione.

Un vero gioiellino.

 

Antonio Vaccaro

 

[#Top8Books] Quando il nemico da combattere è il mondo, la fantascienza post apocalittica

Il genere della fantascienza apocalittica è uno dei più seguiti al mondo e anche uno dei più rappresentati al cinema. Basti pensare al grande successo di The Walking Dead.

Stare comodamente seduti in poltrona sgranocchiando popcorn e vedere gente che fa fatica a sopravvivere, sotto sotto piace un po’ a tutti. Forse perché ci fa sentire più tranquilli, perché ci ricorda, a livello del tutto inconscio, che noi invece siamo al sicuro, al caldo in inverno e al fresco d’estate, con cibo e acqua per sfamare un mondo intero. Eppure il messaggio che questo genere si porta dietro è piuttosto importante e decisamente allarmante: la natura prima o poi si ribella e ci porta via tutto con gli interessi.

L’uomo, sempre preso dalla smania di arraffare e di avere più dell’altro, alla fine si autodistrugge.

Naturalmente, ancora prima dell’arrivo dei fumetti, del cinema e delle serie tv, la fantascienza apocalittica veniva affrontata nei libri: a chi scrive, piacciono soprattutto i romanzi redatti tra la fine dell’800 fino a più o meno gli anni’50 del ‘900, quando ancora poco o nulla si sapeva dello spazio, degli alieni o di virus distruttivi. Gli autori dell’epoca mostrano una capacità straordinaria di lungimiranza, trattando temi e situazioni di un’attualità sconcertante.

 Vediamo insieme quali sono i migliori romanzi (almeno per noi), concentrandoci solo su quelli che sono considerati come i precursori del genere: i più ferrati in materia li conosceranno tutti mentre per altri alcuni sono poco o per nulla noti. Insomma c’è un mondo da scoprire!

 

1. L’ultimo uomo – 1826

Sicuramente tutti conoscono Mary Shelley per il suo capolavoro, Frankestein, ma forse pochi sanno che è anche considerata come l’antesignana della moderna fantascienza con il suo romanzo L’ultimo uomo, pubblicato nel 1826.

La storia, divisa in 3 volumi, è ambientata nell’Inghilterra del XXI secolo. Protagonista è Lionel Verney, un ragazzo di Cumberland, che in prima persona ci racconta la solitudine della sua condizione di last man on earth, dopo che una terribile epidemia di peste ha spazzato via l’intero genere umano.

 

2. La guerra dei mondi – 1897

Tornato alla ribalta grazie alla trasposizione cinematografica di Steven Spielberg del 2005, La guerra dei mondi è stato scritto da Herbert George Wells ed è apparso per la prima volta in 9 puntate sul Pearson’s Magazine di Londra, nel 1897. Celebre fu l’adattamento che ne fece Orson Welles nel 1938, durante un programma radiofonico: l’attore statunitense fu così abile nel leggere la storia come fosse un fatto di cronaca, che il popolo degli ascoltatori pensò realmente che si stesse verificando un’invasione aliena.

Il romanzo, infatti, è incentrato proprio sull’arrivo di un popolo extra terrestre che non ha alcuna intenzione pacifica ma anzi cerca solo di distruggere il genere umano.

 

3. La nube purpurea – 1901

Pubblicato in Italia solo nel 1924, La nube purpurea è un romanzo del 1901 di Matthew Philipps Shiel.

Nella Londra dei primi anni del ‘900, un giovane dottore inglese, Adam Jeffs, decide di imbarcarsi in un’avventura esaltante e quanto mai pericolosa: raggiungere il Polo Nord. Nel corso dell’attraversata, però, Adam e compagni si imbattono in una particolare nube dal colore purpureo, che riesce ad uccidere tutto ciò che incontra. Il dottore è l’unico a sopravvivere e durante il faticoso e solitario viaggio di ritorno, si rende conto che l’umanità non esiste più.

 

4. La peste scarlatta – 1912

Anche conosciuto nella variante Il morbo scarlatto, La peste scarlatta è un romanzo breve di Jack London, pubblicato nel 1912 sul The London Magazine e arrivato in Italia circa 15 anni dopo.

Siamo nel 2013 e un terribile morbo chiamato “la morte rossa” ha praticamente falciato l’umanità. Circa sessant’anni dopo, i pochi che sono riusciti a sopravvivere si sono organizzati in villaggi, ma hanno assunto comportamenti assimilabili all’uomo nell’età della pietra. È  in questo contesto che si inserisce il nostro protagonista, James Howard Smith, il quale, intorno a un fuoco, racconta ai nipoti le vicende che hanno preceduto e scatenato la diffusione della pestilenza.

 

5. Io sono leggenda – 1954

Utilizzato molto spesso come fonte di ispirazione nel cinema (scordatevi l’omonimo film del 2007, poiché ne ha preso in prestito praticamente solo il nome e la condizione solitaria del protagonista), Io sono leggenda è un romanzo di Richard Matheson ed è stato pubblicato per la prima volta nel 1954.

In questo (bellissimo) romanzo, l’umanità non è stata del tutto sterminata ma, piuttosto, trasformata: un misterioso batterio ha reso le persone simili ai vampiri che cercano sangue di notte e riposo di giorno. Robert Neville è apparentemente l’unico uomo a essere immune e passa le sue giornate alla ricerca di informazioni e materiali per comprendere la causa e l’eventuale cura per questa assurda e letale infezione.

6. I trasfigurati – 1955

Opera dello scrittore inglese John Wyndham, I trasfigurati è un romanzo pubblicato nel Regno Unito nel 1955.

In un mondo distrutto dalle guerre nucleari, Wyndham ci racconta la storia del giovane David Strorm, appartenente a Waknuk, una delle poche comunità di sopravvissuti. Il villaggio è amministrato secondo rigide leggi religiose, è uno dei pochi a godere di una certa prosperità e basa tutte le proprie credenze sul concetto di purezza, proponendo ai suoi abitanti continui ammonimenti sulla pericolosità dei Mutanti, creature che hanno subito modificazioni dovute alle radiazioni. Per David la vita scorre normalmente, finché scopre di essere lui stesso un mutante e di avere il dono di comunicare a distanza.

7. La morte dell’erba –  1956

Arrivato in Italia nel 1958 con il titolo La peste verde, La Morte dell’erba è un romanzo di John Cristopher (pseudonimo di Sam Youd) ed è stato pubblicato per la prima volta nel Regno Unito nel 1956.

A mettere in ginocchio l’uomo è di nuovo un virus che, questa volta, lo colpisce indirettamente: il Chung-Li, infatti, è una malattia che in un primo momento attacca le piante di riso in Cina e poi si diffonde in tutto il mondo, evolvendo in una forma molto più potente che colpisce tutti i tipi di “erba”, compresi graminacee e tutti i suoi derivati. La conclusione è facile da immaginare: in assenza di cibo, l’uomo apre una lotta senza mezzi termini contro i propri simili. Nel caos generale, John Custance cerca di portare in salvo la famiglia, raggiungendo il fratello nelle campagne londinesi.

 

8. L’ultima spiaggia – 1957

Capolavoro del genere, L’ultima spiaggia è un romanzo del 1957 dello scrittore anglo-australiano Nevil Shute. Ambientata nello stesso anno in cui è stato scritta, la storia racconta un mondo devastato dalla terza guerra mondiale. Il conflitto è stato generato da due potenze atomiche, Albania ed Egitto, che con loro azioni hanno scatenato le reazioni del resto delle superpotenze mondiali. La guerra nucleare non ha risparmiato nessuno, le nubi radioattive si spostano lentamente da uno stato all’altro, spazzando via tutto quello che incontrano. Solo pochi stati non sono stati ancora raggiunti dalle radiazioni e il romanzo ripercorre proprio l’angoscia di coloro che sanno di dover morire. 

Non resta che augurarvi buono shopping in libreria!

Noemi Antonini

 

[#NerdComics] Incipit, storie interrotte

Chi ben inizia è a metà dell’opera.

Nel panorama fumettistico italiano ci sono moltissime espressioni artistiche originali. Storie che si possono leggere in tre modi diversi, graphic novel trascendentali, fumetti che stravolgono la nostra infanzia… Incipit ha questa originalità e la racchiude in poche tavole.

Questo volume, edito e prodotto dal collettivo Masnada, è un’antologia di 22 storie racchiuse in meno di 80 pagine. Immaginate quindi di racchiudere il nucleo di ventidue pianeti all’interno di una cantina a cui potrete accedere solo attraverso chiavi differenti (che troverete all’inizio di ogni storia). La potenza creativa e la diversità tra le stesse “storie” rende questo volume unico nel suo genere e lo esprime attraverso poche tavole per racconto lasciando al lettore la possibilità di proseguire o meno la storia attraverso la propria immaginazione. Scendiamo nei dettagli.

Incipit: Storie Interrotte, nasce come un’antologia che racchiude in sé i soli inizi di ogni racconto. A volte, come vediamo nel racconto “Lupus ≠ Lupus” di Air Ragues, c’è perfino solo una tavola a trasmettere un intero universo immaginifico e lo fa con un preciso stile e lettering. A briglia sciolta, tutti gli autori hanno potuto variare in generi, strutture e design restando collegati tra loro attraverso un lungo nastro rosso che è la parola (in tutti i suoi significati) “Inizio”.

C’è da dire che non tutte le storie riescono a stupire, ma credo sia anche giusto che dopo una storia come “il vuoto a forma di Dio” di Peteliko o “ninna nanna” di Alex Agni, con un forte impatto metaforico, segua un racconto più leggero e fruibile per prendere respiro. Parlavo di “briglia sciolta” e non era un eufemismo. Lo stile grafico dei racconti s’inverte e muta di autore in autore e perfino di storia in storia degli stessi autori. Troviamo tavole a colori, tavole in bianco e nero, in seppia, quella di “Iä Iä Land” di Cristiano Brignola e Sara Briotti è in tricromia con bianco, nero e rosso, senza parlare della storia di Giovanni Di PietroArt.SF1S3V2” di quale non vi dirò nulla per lasciarvi la sorpresa.

Ogni stile accompagna la storia in maniera efficace e si dimostra veicolo della struttura narrativa slegandosi dai canoni tradizionali e destrutturando le solite gabbie per dare spazio al “tempo breve”. Il ritmo infatti si mantiene sinuoso tra le storie passando dall’azione alla contemplazione in maniera dinamica. Possiamo trovare un esempio nella storia “fool moon” di Bjorn Giordano ed il successivo “Debiti di Marco Orlando e Zio P che mostrano due violenze completamente differenti aumentando prima e rallentando poi il battito cardiaco della fruizione emotiva.

In ultima analisi, l’opera esprime appieno il concetto per cui è nata: contrastare la frase di Niel Gaiman “Finite ciò che state scrivendo, qualunque cosa abbiate da fare, finitelo, finitelo!”. Dimostra che una storia non deve per forza avere una conclusione per poter trasmettere un significato ma che anzi, attraverso il potere dell’apertura e dell’indeterminazione, risveglia i neuroni del lettore facendogli porre una domanda spaventosa:

“Come continuerei questa storia?”

 

Miriam Caruso

Wallace House, Crowdfunding per realizzare il sogno della casa editrice Green Moon Artists

Il web che aiuta le idee a diventare realtà. E’ questo il sogno della casa editrice Green Moon per la realizzazione della sua prima opera, Wallace House, in kickstarer dallo scorso 26 ottobre.

La Green Moon Artists è una giovane realtà editoriale nata dalla volontà di creare e diffondere fumetti, graphic novel e piccoli racconti con lo scopo di promuovere e lanciare giovani talenti emergenti nel panorama nazionale.
Per far conoscere e divulgare le sue produzioni, la Green Moon Artists utilizza il metodo Crowdfunding, così facendo può avvalersi delle piattaforme più rinomate del panorama mondiale, garantendo credibilità, trasparenza finanziaria ed esclusività delle opere.

La prima opera della neonata casa editrice è Wallace House, una storia in tre volumi in cui si intrecciano tanti elementi della tradizione classica, a base di super eroi e di cultura nerd. Una storia originale creata con disegni il cui stile è volutamente caratterizzato dall’incrocio dei tratti delle matite di David Petrangeli e Gabriee Scarafia che si alternano nella trama per conferire all’opera uno spirito divertente, riflessivo e decisamente sopra le righe.
La sceneggiatura è di Davide Mirabello così come il soggetto, nato dalla collaborazione con Gaspare Belmonte, Antonio Galluccio ed Antonio Migliuri.
Wallace House sarà disponibile in Italiano grazie al lettering di Pietro Rotelli ed in Inglese tramite la collaborazione con il noto letterista Mike Montalvo. Inoltre, potrà essere acquistata con una Variant Cover acquerellata dell’illustratore Piero Nudo.

Per il momento la raccolta fondi procede spedita avendo raggiunto, a 19 giorni dallo scadere del crowdfunding, quasi il 50% del budget previsto per arrivare agli €8.500 del “goal” per Wallace House.

Dare una mano, anche con una piccola donazione, può far diventare concreta una grande idea proveniente da talenti in costante crescita.

Media link
Official site: http://greenmoonartists.com/
Facebook page: https://www.facebook.com/GreenMoonArtists/
Kickstarter campagin: https://www.kickstarter.com/projects/greenmoonartist/wallace-house

Il mondo nerd sbarca a Cerisano con “Riflessi di… storie e realtà”

Domenica 12 dalle ore 15, presso il bar Las Vegas, si terrà il primo evento dedicato al mondo del cosplay e dei fumetti di Cerisano: “Riflessi di…storie e realtà”.

Il progetto nasce da un’idea di Eugenio Colonna e Marco Serravalle, artisti che presenteranno il progetto “The Mirror” e l’omonima rivista edita da “Edizioni Erranti”, e Rosario Belmonte, membro dell’associazione Tradizioni&Futuro.

Insomma, un evento che viene da nomi ben affermati: molti si ricorderanno dei The Mirror a “Le Strade del Paesaggio” o al Cosenza Comics&Games per le loro sessioni di disegno e infatti, Marco ed Eugenio avranno manforte anche da Agostino Filice e Vincenzo “Vigior” Giordano. Un’occasione per imparare qualcosa sulla creazione di fumetti e vedere grandi e talentuosi autori all’opera che, in sessioni di disegno live, daranno spazio a tante altre realtà. Sarà infatti possibile ascoltare i sceneggiatori Giovanni Canadè e Giulia Biondino; imparare qualcosa su maschere grazie a Stefano Luchetta, membro del Nucleo Kubla Khan; portare il cosplay in posti nuovi e scoprire cos’è lo steampunk, ne parlerà infatti Matteo Filicetti, membro anche lui del Nucleo Kubla Khan, aiutato dalla modella Midori Ame; ed infine capire cos’è il magico mondo del LARP, cosa porta esponenti di tutte le generazioni da oltre un ventennio ad avventurarsi in mondi sconosciuti con un esperto del settore che, assieme al modello Arkady Hell Tsepesh, farà una dimostrazione di combattimento larp assieme uno spaccato di gioco come invito a provare l’ebbrezza di diventare un eroe per un giorno.

Ma non è tutto, perché come spesso accade in eventi del genere è l’arte la vera protagonista: musica dal vivo con Alessandro Greco, chitarra dei Black Hole, cover band cosentina dei Pink Floyd il quale accompagnerà una sessione di sketch live. E ancora libri, l’oggettistica del “laboratorio di Sakura&Ophelia”, foto professionali del quartetto “4 another vision”.

Il programma è davvero pieno e promette bene, come per altro aspettarsi da un team come quello messo in piedi.

 

Alfredo Fred Arturi

 

[#JapanTime] Halloween nella cultura Nipponica

Anche quest’anno è arrivato Halloween. Nata come ricorrenza anglosassone, ormai la festività più ”paurosa” dell’anno è stata esportata in quasi tutto il mondo. In questo nuovo Japan Time esploreremo le tendenze più paurose ambientate nel Sol Levante.

In Italia è ancora poco riconosciuto e ci sono anche molte controversie di carattere religioso, ma nonostante questo Halloween sta diventando sempre più presente nel nostro Paese, specialmente dal punto di vista commerciale.
In Giappone la situazione non è molto diversa dalla nostra, anzi, questa particolare festività è ancora più sconosciuta; nei piccoli centri, infatti, molti degli abitanti non conoscono nemmeno l’esistenza di tale ricorrenza. Nelle grandi città nipponiche, contrariamente, Halloween è l’occasione perfetta per addobbare i negozi a tema, per organizzare feste in tantissimi locali e per mettere in mostra grandi parate e sfilate, tipiche della cultura giapponese.

Tra i bambini, però, l’usanza del “trick or treat” (dolcetto o scherzetto) è perlopiù sconosciuta

Nei dintorni di Tokyo si tengono varie sfilate in costume a tema Halloween, che si svolgono uno o due giorni prima del 31. Vediamole nel dettaglio:

La Hello Halloween Pumpkin Parade ad Harajuku, lungo la strada di Omotesando

E’ la più antica parata a tema e vi possono partecipare adulti e bambini. Alla fine della manifestazione seguirà il classico “dolcetto o scherzetto” per i negozi della zona.

La Roppongi Hills Halloween Parade, a Roppongi, che dedica tutto il mese di Ottobre ad Halloween 

Si possono assaporare deliziosi menù a base di zucca in molti ristoranti, tutto il quartiere viene addobbato a tema,  tante persone mascherate invadono le strade della città e, infine, nella Roppongi Hills, si tiene una parata a cui partecipano circa duecento persone tra adulti che bambini.

La Kawasaki Halloween Parade, la sfilata più grande e più famosa a tema Halloween del Giappone

A Kawasaki circa diecimila persone assistono a una parata composta da tremila manifestanti che sfilano per le strade della città, sulla musica di vari DJ. Dopo la manifestazione, la festa continua sulle note degli stessi DJ che hanno animato la parata fino alla fine della serata.

Molti eventi a tema vengono organizzati nei parchi divertimento americani presenti in Giappone. Il Tokyo Disneyland viene addobbato ogni anno, per tutto il mese, da zucche, scheletri e vari elementi a tema. Gli Universal Studios a Osaka, poi, subiscono più o meno la stessa trasformazione horror.
La festa di Halloween in Giappone è quindi molto simile a quella italiana, non una vera e propria ricorrenza attesa e festeggiata come negli Stati Uniti, ma giusto un modo per passare una giornata diversa, magari travestendosi da personaggi dell’orrore.


Ovviamente, come abbiamo visto, i giapponesi inseriscono in qualsiasi celebrazione anche la loro cultura, non lasciandosi mai contaminare del tutto.

                                                                                                                        Paolo Gabriele De Luca

[#Anime] Made In Abyss, la Recensione

Con la fine della stagione estiva termina anche uno dei migliori anime dell’anno, che purtroppo non ha avuto il seguito che meritava, probabilmente per il fuorviante design bambinesco dei personaggi, ma che ha ben poco da spartire con il tono generale dell’opera.

Stiamo ovviamente parlando di Made In Abyss, anime in 13 episodi prodotto da studio Kinema Citrus (famoso per aver co-prodotto insieme a Bones quella perla di Tokyo Magnitude 8.0, di cui parliamo qui), adattamento dell’omonimo manga di Akihito Tsukushi, trasmesso sulla piattaforma di streaming legale VVVVID in giapponese con sottotitoli in italiano.

LA TRAMA

L’Abisso rimane l’ultimo luogo inesplorato del mondo. Si tratta di un enorme sistema di caverne, dalla profondità mai determinata, popolato da reliquie e straordinarie creature. Generazioni di esploratori si sono calati nelle viscere dell’Abisso, ma solo i più coraggiosi hanno preso il nome di “Cave Raiders”. Sul limitare dell’Abisso, sorge il villaggio di Oosu. Qui è cresciuta una piccola orfana di nome Rico, il cui sogno è diventare una grandiosa esploratrice come la mamma scomparsa. Mentre è in una delle sue perlustrazioni, incontra un bambino non del tutto umano.. (Fonte VVVVID)

IL COMMENTO

Made In Abyss è una storia di avventura ed esplorazione degna di un romanzo di Jules Verne. La visione del primo episodio riesce subito a catturare l’attenzione sulla vicenda, con l’interessantissimo incipit e una struttura a livelli che riesce a far presa con facilità sullo spettatore, che si trova di fronte una storia semplice e lineare ma con colpi di scena ben assestati e situazioni al cardiopalma. L’anime è fortemente basato sul concetto dell’ignoto, di cui l’uomo è spaventato ma allo stesso tempo incuriosito, ed è proprio questa curiosità che ha portato gli esseri umani ad esplorare il mondo e lo spazio, perché la paura non può fermare la sete di conoscenza. Come già anticipato, nonostante il design bambinesco dei personaggi, non ci troviamo mai di fronte a situazioni edulcorate, ma abbiamo dei momenti veramente terrificanti, in particolare per gli effetti di risalita tra i vari livelli dell’Abisso, che prendono probabilmente spunto dalle patologie di decompressione delle immersioni subacquee. L’anime riesce inoltre a commuovere in alcune situazioni, ma anche a stemperare la tensione con delle gag leggere e mai fuori luogo. L’autore dimostra inoltre una grande fantasia nella costruzione scenografica e con le varie creature che popolano l’Abisso, alcune veramente interessanti e ben studiate.

 

 

I due personaggi principali sono caratterizzati alla perfezione e nel loro viaggio incontreranno dei comprimari veramente affascinanti, ognuno con un background ben articolato. Inoltre l’Abisso non sembra essere l’unico nemico presente, anche se avremo maggiori informazioni in una eventuale seconda stagione.

COMPARTO TECNICO

Sulla tecnica c’è veramente poco da discutere. Ottima regia, che riesce a dare grande enfasi in alcune scene, in particolare nei momenti in cui Reg utilizza il “cannone crematorio”, che hanno una fase di preparazione che rende esaltante l’esplosione di energia scagliata dal ragazzino.

Oltretutto lo studio delle inquadrature riesce a farci entrare perfettamente nella situazione e a farci immergere nei fatti narrati. Le animazioni sono veramente di ottimo livello, complice la semplicità del character design, che ha consentito agli animatori di fare un ottimo lavoro sia sui movimenti che sul character acting, dove i personaggi dimostrano un’espressività pazzesca nonostante le poche linee. Bellissime le musiche e tutto il comparto sonoro.

IN CONCLUSIONE

Made In Abyss rientra senza alcun dubbio tra i migliori anime dell’anno. Attendiamo con impazienza una seconda stagione, per vivere ancora le avventure di Riko e Reg.

Antonio Vaccaro

[#NerdInterview] Intervista a Lorenza Di Sepio (Simple&Madama) [VIDEO]

Durante le Strade del Paesaggio abbiamo incontrato una nostra cara conoscenza: Lorenza Di Sepio, disegnatrice dei dolcissimi Simple&Madama.

Ci ha raccontato dei suoi progetti in arrivo e del suo ultimo albo, Febbre da Matrimonio.

Chi sono Simple&Madama e come nascono?

Simple&Madama è un progetto nato sul web, sono pillole di quotidianità. I personaggi rappresentati sono fidanzatini, li uso per parlare delle situazione che possono accadere tutti i giorni oltre al contesto della semplice relazione tra i personaggi. Pillole che sono diventate libri illustrati. Dal web sono passata in libreria, seguendo un percorso che procede bene.

Parliamo del tuo ultimo albo, Febbre da Matrimonio. Un lavoro più maturo che va a rispondere a delle domande che solitamente si pone una coppia nel mondo adulto. 

Non voglio spoilerare perché se entro troppo nel dettaglio potrei svelare i colpi di scena presenti nel libro. E’ una pubblicazione che ho voluto fare a tema matrimonio perché so che ci sono molti ragazzi della mia fanbase che si stanno sposando, ho avuto anche molte richieste di realizzare partecipazioni o inviti a matrimoni. Mi sembrava carino fare un regalo a chi mi segue e nello stesso tempo chiudere il cerchio nella storia dei miei personaggi. Il primo libro trattava del primo appuntamento, il secondo trattava l’evoluzione del rapporto, nel terzo la vacanza insieme e nel quarto appunto il matrimonio, non visto come la fine del divertimento nella coppia. Questo libro non parla solo di matrimonio, ma quest’ultimo costituirà un pretesto per raccontare altre storie. Ho cercato di ricreare una situazione imbarazzante, in questo caso una cena di classe, situazione che io stessa associo a una sensazione di disagio, e da lì scatenare una serie di equivoci più o meno voluti.

Questo albo può rappresentare un mezzo per esorcizzare le pressioni sociali che subisce una coppia?

Si, assolutamente. Va a scherzare su questa cosa dei parenti o amici che ti chiedono quando ti sposerai o avrai un figlio. Il messaggio finale va a sdoganare le richieste che la società ti pone, in tono molto scherzoso.

Hai realizzato anche un gioco da tavola. Com’è stato illustrare un gioco? 

E’ stato divertentissimo anche perché è stato un lavoro minuscolo rispetto alla portata di un libro. Io di solito per un libro mi chiudo per due o tre mesi. Quando mi hanno detto che dovevo illustrare diciassette carte per me è stata una passeggiata, le ho create in meno di una settimana. Il lavoro più duro è stato mettermi d’accordo con Marco Mingozzi, autore del gioco, che aveva una visione più “piccante” delle domande, infatti quando mi ha posto la lista di domande e risposte mi sono un po’ vergognata. Ci siamo così messi a tavolino e abbiamo sistemato insieme domande e risposte, rendendole più leggere, lasciando uno scenario aperto a chi vuole fare un gioco più piccante e divertente con la versione a domande aperte. In fiera abbiamo fatto sessioni di gioco con i fan divertentissime perché, anche tra persone che non si conoscevano, uscivano fuori certe affinità. E’ stato molto divertente sia lavorarci che testarlo in fiera.

Hai in programma collaborazioni con disegnatori italiani? 

Al momento non ho in corso collaborazioni con altri disegnatori, ma tanti progetti in corso come quello col Museo del Fumetto e Poste Italiane sul cyber bullismo e cyber security. Tanti progetti ma non con autori e altri artisti del settore. Una cosa che mi incuriosirebbe sarebbe trovare una persona che mi scrivesse una bella storia. Vorrei fare un fumetto un po’ diverso. Sto anche lavorando per creare un fumetto più serio, sia nello stile che nel disegno, però mi piacerebbe sperimentare un po’ le collaborazioni. Continuerò sempre con Simple&Madama, ma voglio dimostrare anche di saper disegnare altro. Mi cimenterò in un volume che si discosterà molto dai miei lavori abituali.

Intervista a cura di Miriam “My” Caruso
Video e Montaggio a cura di Daniele “Ink” Ferullo

[#NerdInterview] Intervista allo youtuber Jakidale

Durante Le Strade del Paesaggio abbiamo scambiato due chiacchiere con Jakidale, nome d’arte di Jacopo D’Alesio, il giovanissimo youtuber che fa dei giochi mobile il suo campo di battaglia preferito.

Risucite ad indovinare quale yotuber, presente durante la manifestazione, ha ispirato la domanda sulle classifiche?
Fine della conversazione in chat
Digita un messaggio…

 

 

Intervista a cura di Daniele “Icelo” Pezzolla
Riprese e Montaggio a cura di Daniele “Ink” Ferullo

[#NerdInterview] Intervista esclusiva a Jessica Cioffi “Loputyn” [VIDEO]

Tratti leggeri e acquerelli delicati.

Durante “Le strade del Paesaggio” abbiamo avuto il piacere di incontrare e intervistare Jessica Cioffi, in arte “Loputyn”. Ci ha parlato della sua nuova collaborazione con Marco Rincione, della firma con Shockdom e del suo mondo interiore espresso su carta. Buona Visione!

Chi è Jessica Cioffi?

Sono presente nel mondo del fumetto e della pubblicazione da circa 10 anni. La mia prima pubblicazione è stata per Shockdom circa due anni fa. Disegno comunque da quando ero piccola.

Cosa ti ha fatto scattare l’amore per il disegno?

Disegno da quando sono piccola, da quando andavo all’asilo. Non è un qualcosa che è scattato da un momento all’altro, ma lo vedo più come un modo di comunicare, come un’esigenza. Il disegno per me è un’esigenza!

Quanto c’è di personale nelle tue opere?

Tutto. Disegnare è il mio mondo, mi aiuta a capire me stessa e tutto ciò che mi circonda. Un ponte di connessione tra me e l’esterno.

Parlaci della magie nelle tue tavole e della strega Francis.

La magia è una metafora di qualcosa che in realtà ho vissuto. Mi piace parlare delle mie esperienze, non in modo realistico, ma in maniera alternativa utilizzando appunto la magia.

Nelle tue tavole le figure femminili si contrappongono a elementi gotici.

A me piace indagare la figura femminile in generale. Gli elementi sia gotici che mostruosi che compaiono nei miei lavori rappresentano una forza contrapposta, cioè quella maschile presente nelle donne. Questo conflitto fra le due forze lo sto vivendo e lo interiorizzo con la mie tavole.
Parlaci della collaborazione con Sergio Bonelli Editore per un Color Fest della serie dedicata a Dylan Dog.

Sono stata molto seguita nella produzione del lavoro, nonostante la libertà, sempre rispettando lo stile e il mondo Dylan. L’editore mi ha dato abbastanza sicurezza. Una crescita professionale importante
Hai altri progetti?

Uscirà per Lucca una collaborazione fatta con Marco Rincione, che ha scritto una storia all’interno di un progetto Shockdom che si chiama Prime. Uscirà anche una storia breve su un volume autoprodotto, Melagrana, e il tema è un erotismo leggero. E poi altre illustrazioni previste per il 2018.

Intervista a cura di Miriam Caruso
Video e Montaggio a cura di Daniele Ferullo