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Pane (Psi) vorrebbe più diritti per i disabili

(CIRO’)- Un paese che si auto-definisce civile è imperdonabile se costruisce barriere architettoniche che mai abbatterà e se umilia i disabili sfavorendone l’accesso a luoghi di culto, uffici, negozi. Ma sfortunatamente viviamo in un’Italietta che ha capovolto i più elementari significati: l’illegalità è diventata legalità, l’errore giustizia, l’offesa rispetto, il diritto privilegio e il gesto più “normale” ci sembra paradossale o rivoluzionario.

A questo punto, che fare ? Innanzitutto ridare alla parola e al gesto i significati più autentici (Carofiglio ci ha provato con il libro La manomissione delle parole) e ricominciare a battersi per i diritti civili, materia che la penna di un politico non sa più come scrivere e poi denunciare costruttivamente, ribellarsi agli sgambetti e fare proposte. Mai essere contro a prescindere, sparare quelle urla ponderate che servono a coprire la carenze delle idee .

Salvatore Pane, responsabile socialista di “S.O.S Diritti”, è tra quei rivoltosi stanchi della disattenzione politica verso i disabili: “la denuncia, agli organi di informazione, del turista disabile, in vacanza a Cirò (Crotone n.d.r) circa la presenza di barriere architettoniche che gli hanno impedito, perfino, di far visita, sul posto, alla tomba dei propri cari, rappresenta una realtà diffusa, in diverse cittadine della Calabria e del crotonese, come testimonia tale episodio. Episodi ripetuti che vanificano la parziale, ma pur apprezzabile, legislazione italiana in materia ed i diritti delle persone con disabilità, a fruire di spazi di socialità ed a volte, degli stessi edifici pubblici, che, in quanto tali, dovrebbero più agevolmente consentire l’accesso a tutti i cittadini, fra cui rientrano a pieno titolo quelli diversamente abili. Per le poche denunce che si levano, ancora molti i silenzi, anche di coloro che, quotidianamente, subiscono le sistematiche violazioni di legge, tese a superare o attenuare un gap fisico, […] da cui nessuno può ritenersi indenne. Bisogna, pertanto, rilanciare una campagna dei diritti sulla disabilità”.

Il silenzio delle amministrazioni locali e della politica nazionale è quindi una risposta alle esigenze dei cittadini meno rappresentati ? Si e le ultime iniziative politiche possono confermarlo. Perciò il popolo pensante, il cosiddetto possessore della sovranità, deve agire, scendere in piazza pacificamente, studiare, scrivere utili programmi e pretendere di essere ascoltato dai governatori. “Non si può stare sempre a guardare”, diceva Alberto Sordi nel film Tutti a casa e noi italiani, meglio tardi che mai, dobbiamo guarire dal morbo dell’indifferenza. La televisione non ci consolerà per sempre.