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Paola, le preghiere dei fedeli sull’albero di San Francesco

PAOLA (CS) – «Vieni in Santuario e appendi all’albero di San Francesco la tua particolare intenzione di preghiera». Questo l’invito ai fedeli dei padri Minimi del Santuario di San Francesco di Paola che spiegano: «L’albero delle preghiere è lo stesso abete ammirato nelle trascorse festività natalizie. Spoglio da ogni decorazione, lo orneremo d’ora in poi con le vostre intenzioni di preghiera che vorrete appendere ai suoi rami. L’iniziativa è valida fino al prossimo 27 marzo, giorno del 605° compleanno di s. Francesco».

Dal Santuario fanno sapere inoltre che chi fosse impossibilitato a raggiungere fisicamente il santuario può interagire con la pagina Facebook Santuario regionale San Francesco di Paola per comunicare la propria breve intenzione di preghiera. La stessa verrà poi raccolta assieme alle altre per esser poi presentata al Signore durante la s. Messa del compleanno di s. Francesco.

 

2 aprile, in ricordo di S. Francesco e Giovanni Paolo II. Modafferi:«Legame indissolubile che dona speranza in questi giorni difficili»

COSENZA – «Il 2 aprile è il giorno in cui la Calabria celebra il suo Patrono, San Francesco di Paola. Nello stesso giorno si ricorda la morte di San Giovanni Paolo II che ci lasciava proprio il 2 aprile di 15 anni fa. Una coincidenza che dimostra lo straordinario legame tra la nostra regione e il Papa polacco che proprio al Santuario di San Francesco a Paola ha scritto una bellissima pagina del suo pontificato». Queste le parole dello scrittore calabrese, Antonio Modaffari, nel commentare la doppia, speciale, ricorrenza odierna, per i calabresi e per il mondo intero.

«Era l’ottobre del 1984 – racconta Modafferi – e Giovanni Paolo II, il papa dei viaggi, arrivò in Calabria. E proprio a Paola consacrò il Santuario come il luogo più importante della nostra terra. Lo fece con semplicità, usando queste parole: “Venendo in Calabria, ho pensato che forse il luogo più importante fosse Reggio Calabria, forse Catanzaro, forse Cosenza, ma vedo che il luogo più importante è quello dove è san Francesco di Paola. Non ho saputo questo prima, ma venendo qui lo vedo e lo vedo anche in questa circostanza, che il Papa, per la seconda volta, deve venire qui, in questo santuario. Ieri era la prima volta, e oggi sono dovuto tornare da Cosenza per recitare il Rosario che, tramite la Radio vaticana, il Papa recita nel primo sabato del mese e viene diffuso in tutto il mondo. Così, vedo che il punto più importante è quello dove si trova san Francesco di Paola. Voi siete, dopo tanti secoli, i concittadini di questo santo, di questo grande santo, grande perché si è chiamato minimo. Se voi siete i concittadini di questo santo, dovete imitarlo. Egli era molto umile, molto buono, era pieno di carità. Vi auguro di essere i concittadini di san Francesco in questo senso. Soprattutto carità, umiltà, bontà: tutto questo è direi la consanguineità spirituale con san Francesco”». 

«Quello tra San Francesco e Giovanni Paolo II è un legame straordinario, unico. Mi piace pensarli così abbracciati come in questa immagine a rassicurarci in questi giorni difficili», conclude Modafferi.

Apre al pubblico per 2 settimana la cella di S. Francesco

PAOLA (Cs) – Apertura straordinaria al pubblico dal 21 marzo al 2 aprile a Paola della Cella di San Francesco, la stanza dove riposava e pregava, ubicata all’interno del Santuario a lui dedicato. Lo ha stabilito la Comunità dei Padri minimi in occasione delle celebrazioni per il V centenario della Canonizzazione avvenuta il 1/o maggio 1519 per opera di Papa Leone X. I pellegrini potranno visitare la Cella tutti i giorni al mattino dalle 9.30 alle 13 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18.30″. La Cella, situata accanto alla porta dell’antico Coro della Chiesa, è stata trasformata sin da subito in cappellina per la devozione dei fedeli che presto iniziarono a venerare il Santo Taumaturgo. Benché molto piccola (misura poco più di due metri di lunghezza e un metro e mezzo di larghezza) ha un alto valore spirituale, perché lì il Santo elevava la sua preghiera di lode a Dio rimanendo umile e devoto.
    Alto è anche il valore artistico perché adornata di affreschi ben conservati.La Cella fu approntata da San Francesco nel 1452, insieme ad altre. Si accede da una piccola gradinata in pietra, quindi si vede la porticina incorniciata di marmi con due esili colonnine di marmo venato, sormontate da capitelli corinzi, che reggono il timpano, al centro del quale è collocato lo stemma dell’Ordine col motto Charitas e la scritta Sancti Patris Cellula. All’interno della cella c’è l’altarino con l’immagine del Santo in estasi. Sulle pareti sono affrescati i due miracoli che in quella Cella avvennero per l’intercessione di San Francesco: quello del nipote Nicola, risuscitato, e del legato del Papa Paolo II, Mons. Adorno, che vide San Francesco con i carboni ardenti tra le mani. L’apertura della Cella del Santo è un evento eccezionale per un momento straordinario. Un anno santo quello del V Centenario della Canonizzazione in cui, si ricorda, è possibile lucrare l’indulgenza plenaria. L’edizione del 2020 è stata preceduta nel 2008 (a conclusione delle celebrazioni per il V centenario della morte); nel 2012 (nel cinquantesimo anniversario della proclamazione del Santo a Patrono della Calabria); nel 2016 (VI Centenario della nascita del Santo)”.

Presentazione del libro di Giovanni Leonetti sulla figura di San Francesco

COSENZA – Venerdì 29 Marzo, ore 17.00 presso la sede della Confindustria di Cosenza (Via Tocci, 2) si indagherà un nuovo aspetto della figura del Santo calabrese per eccellenza. Ultima novità della casa ilfilorosso, “San Francesco di Paola: il lavoro, la grazia, la visione. Un giallo storico” del professor  Giuseppe Leonetti, parla del Santo da un punto di vista inedito.

A dialogare con l’autore ci saranno Giovanna Baratta, direttore della collana  Marana tha, di cui il testo fa parte e Don Dario De Paola, biblista. Sarà presente l’autore.

«San Francesco viene definito in questo testo un santo sociale – dice Don Dario De Paola nella prefazione al volume – un santo che riesce ad armonizzare la vita dello spirito e l’impegno per l’uguaglianza e la solidarietà. Un esempio è la costruzione del convento di Paola che divenne una “impresa sociale di altissimo significato spirituale e politico. Poveri, ricchi, plebei e nobili lavoravano fianco a fianco”, dando vita ad un modello rivoluzionario di “città santa” in cui tutti fanno tutto. Attraverso la fatica condivisa del lavoro, le classi sociali si azzerarono rovesciando una concezione feudale della società».

Giuseppe Leonetti, studioso del Santo di Paola, non è alla sua prima prova. Ha pubblicato nel 2016, sempre per i tipi de ilfilorosso, Le Lettere di San Francesco di Paola e il quadro del Santo a Montalto Uffugo.

L’autore è di Montalto Uffugo ed  è  docente ordinario di italiano, latino e greco nel Liceo Classico Statale “Gioacchino da Fiore” di Rende. Le sue ricerche spaziano dalla letteratura classica alla letteratura italiana con una predilezione per le analisi di taglio semiologico ed antropologico. Collabora con varie associazioni culturali fra cui l’Accademia  montaltina degli Inculti per la quale ha tenuto numerosi seminari e conferenze  pubblicando vari studi sulla filosofia, la teologia e la scienza nel seicento.

 

Lacrima la statua di San Francesco, miracolo o solo condensa?

CESSANITI (VV) – Una statua di San Francesco di Paola lacrima da dieci giorni. A darne notizia è il parroco di Pannaconi, frazione di Cessaniti, nel vibonese, don Felice Palamara, che però invita i fedeli alla prudenza. «E’ ancora presto – ha detto – per gridare al miracolo perché sarà l’istituzione ecclesiale a darci le risposte che cerchiamo e lo farà attraverso il nostro vescovo».

Ovviamente le spiegazioni del fenomeno possono essere molteplici. Non sappiamo se si tratta di umidità, di condensa oppure proprio di liquidi di natura umana.
Una cosa è certa: dagli occhi per dieci giorni sgorgavano lacrime di fronte ai tanti testimoni”. Sulla vicenda, che sta attirando l’attenzione di numerosi fedeli, è intervenuto anche il sindaco di Cessaniti, Francesco Mazzeo, ribadendo la necessità di cautela e silenzio. «La prudenza – ha detto – mai come in questi casi è d’obbligo. Si sta verificando un fenomeno al momento senza spiegazione ma è assolutamente necessario evitare facili sensazionalismi».

Da Oriolo a Paola con la reliquia di San Francesco

ORIOLO (CS) – Cresce l’attesa ad Oriolo, uno dei “Borghi più belli d’Italia”, per l’appuntamento storico in programma domenica 20 maggio, quando la preziosa “reliquia del dito grosso del piede destro” di San Francesco di Paola sarà accolta per la prima volta nella storia presso il Santuario dedicato al grande taumaturgo calabrese, per ritornare in serata ad Oriolo.

La storia

Nel 1483 San Francesco lasciò la Calabria alla volta della Francia. Non fece più ritorno nei suoi luoghi natali e morì a Plessis-Lez-Tours il 2 aprile 1507, venerdì santo. Il 20 maggio 2018, l’alluce mummificato dell’eremita francescano tornerà dunque a Paola per la prima volta dopo oltre 500 anni. Un altro tassello importante, decisivo, che conferma la venerabilità della reliquia e quindi la sua inconfutabile veridicità, già confermata con una lettera del 9 maggio 2008 a firma della Postulazione Generale dei Minimi di Paola, indirizzata all’allora parroco di Oriolo, don Nicola De Luca. L’Amministrazione Comunale di Oriolo, la parrocchia San Giorgio Martire guidata dal nuovo sacerdote don Nicola Mobilio, la Città di Paola e la Basilica – Santuario di San Francesco hanno organizzato nei dettagli questo storico pellegrinaggio che coinvolgerà la comunità di Oriolo ma anche tanti fedeli e amministratori locali dei comuni viciniori.

Attesi tantissimi pellegrini

Domenica 20 maggio, alle 6.30, partiranno da piazza del Borgo alla volta di Paola, almeno quattro pullman con numerose auto a seguito. Pellegrina d’eccezione la sacra reliquia che sarà accolta alle 9 all’inizio del Viale del Santuario a Paola, dove in  processione si recherà verso la Basilica. Qui è prevista la consegna delle chiavi della città di Oriolo da parte del sindaco Giorgio Bonamassa. Sino alle ore 11, i pellegrini potranno dedicarsi alla preghiera personale e alla visita dei luoghi del Santuario. Alle 11 si snoderà la processione verso la nuova chiesa di San Francesco. Prima della Santa Messa, prevista per le 11.30, è in programma l’intervento del professor Vincenzo Toscani di Oriolo, il quale ha seguito in maniera minuziosa l’iter storico, rispolverano antichi documenti, che hanno portato al riconoscimento della reliquia. Poi i saluti istituzionali del vicesindaco di Oriolo, Vincenzo Diego e del primo cittadino di Paola, Roberto Perrotta. La Messa sarà celebrata dal padre provinciale dei Minimi, Gregorio Colatorti e dal sacerdote di Oriolo, don Nicola Mobilio. Al termine della celebrazione eucaristica è previsto uno scambio di doni.

L’attesa di Oriolo

«Ci prepariamo a vivere una grande giornata di fede e devozione – commenta il vicesindaco di Oriolo e assessore alla Cultura, Vincenzo Diego, in prima linea nell’organizzazione di questo prestigioso appuntamento -. Questo storico pellegrinaggio con la reliquia – continua – è il meritato riconoscimento per la forte devozione che la gente di Oriolo ha nutrito per San Francesco di Paola nei secoli. Vivremo questa giornata da fedeli». Una nota di apprezzamento per l’iniziativa è giunta anche dal noto antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani che ha contribuito alla nascita ad Oriolo del Centro Studi Calabro-Lucano.

Storia e devozione

Intanto la reliquia dell’alluce di San Francesco è pronta per comparire su 4000 santini che saranno distribuiti a Paola domenica prossima. E don Nicola Mobilio ha già in serbo una serie di iniziative che coinvolgeranno la reliquia dopo questa importante quanto affascinante peregrinatio. «La reliquia non è un pezzo da museo – dice – ma una testimonianza di fede sempre a disposizione della gente». La commozione traspare nel volto del professore Toscani che ricorda tutto l’excursus storico e gli aneddoti attorno alla reliquia. «Il legame della nostra comunità con San Francesco di Paola – commenta – esempio superiore di carità e giustizia e protettore di Oriolo, oggi viene definitivamente suggellato».

Il Cammino di San Francesco passa anche da Cerisano, oggi la presentazione

CERISANO (Cs)  – Tra le tappe del prossimo Cammino di San Francesco di Paola, “La Via dell’Eremita”, che si terrà dal 29 aprile al 1 maggio, anche il borgo di Cerisano accoglierà i fedeli che prenderanno parte al percorso religioso sulle orme del Santo. Un’esperienza unica in Calabria, che vedrà protagonisti i luoghi più suggestivi della nostra terra  fino a giungere al Santuario di Paola. Oggi pomeriggio alle 17.00 nella Chiesa del Carmine di Cerisano il sindaco Lucio Di Gioia presenterà il Cammino del Santo. Dopo i saluti del primo cittadino interverranno Don Alfonso Vulcano, parroco di Cerisano,  Caterina Zecca ed Enrica Fioravante, rispettivamente prioresse delle Confraternite della Madonna del Rosario e della Madonna del Carmine. All’incontro parteciperanno, tra gli altri, Vincenzo Astorino e Alessandro Mantuano, ideatori del Cammino di San Francesco, Antonio Argentino, sindaco di San Fili, Francesco Iannucci sindaco di Carolei, Antonio Palermo, primo cittadino di Mendicino e Lucia Papaianni, sindaco di Paterno Calabro, il paese dal quale il Cammino prenderà inizio.

Matteo Renzi a Paola in visita al Santuario di San Francesco (AUDIO)

PAOLA ( CS) Nella seconda giornata calabrese il tour del segretario del PD Matteo Renzi ha toccato Paola, la cittadina del tirreno, dove l’ex premier ha fatto visita al Santuario di San Francesco.

Abbiamo raccolto le sue dichiarazioni

 

 

Il dono. La storia della famiglia Barrese e delle reliquie di San Francesco di Paola (VIDEO)

COSENZA – Questa è la storia di un dono, preziosissimo, ereditato di generazione in generazione. È la storia di una famiglia che nel corso dei decenni l’ha custodito come l’affetto più caro e immutabile. Ed è la storia di una devozione che per San Francesco di Paola in Calabria non conosce limiti ed età.

Questa storia ha come protagonista la nobile famiglia del Prof. Vincenzo Italo Maria Barrese (1872-1948), discendente dei duchi di Castrovillari, che tra il 1937 e il 1946 ha vissuto a Spezzano della Sila nel palazzo dei baroni Giudicessa, ereditato dalla sorella, Maria Amalia Filomena Barrese in Giudicessa, che invitò il fratello ad accettare in dono tutto quanto la dimora contenesse. 

Vincenzo Barrese ha vissuto nella nobile residenza con la moglie Maria Tocci (1984-1974) e i nove figli tra cui Italo Carlo e Benita Giovanna, gli ultimi testimoni diretti ed eredi del santo dono. A raccontare la loro storia è Vincenzo Barrese, figlio di Italo Carlo, che porta il nome del nonno
«Tra gli oggetti custoditi nella dimora c’erano anche alcune reliquie che si dice siano appartenute a San Francesco di Paola. Pare infatti che nel palazzo Giudicessa il Santo abbia dimorato durante la realizzazione del convento e che per giungervi percorresse un lungo e stretto tunnel. Uno dei figli di mio nonno, Alfredo, negli anni di permanenza nel palazzo Giudicessa, tentò di risalire il cunicolo ma dovette desistere prima di giungere al convento per la carenza di ossigeno causata dalla ristrettezza degli spazi. Nel palazzo vi era poi una stanza molto piccola nella quale ha anche soggiornato il San Francesco. All’interno vi erano custoditi come reliquie un bastone e un cordone che la famiglia ha poi portato a Spezzano Piccolo quando si è trasferita. Durante la seconda guerra mondiale, per paura che i tedeschi requisissero gli averi delle giovani donne del vicinato, nella stanza furono nascosti i corredi e la porta fu mascherata e affumicata. Al termine del conflitto i corredi furono riconsegnati alle legittime proprietarie e la stanza fu riaperta». Da qui in poi la storia si intreccia con la grande devozione del popolo per quelle reliquie. «Nella mia famiglia si raccontava che, in occasione di malattie, diversi fedeli chiedessero di poter toccare il bastone del Santo, nella speranza che si avverasse qualche miracolo. Qualche volta furono donate piccole parti del bastone da portare nei luoghi dai quali gli ammalati non potevano muoversi. Nella nuova dimora di Spezzano Piccolo, il cordon ed il bastone sono strati custoditi gelosamente in un armadio della stanza da letto di mia nonna Maria. Alla sua scomparsa, quanto presente nella dimora è rimasto in custodia a mio padre Italo Carlo che, poco prima di morire, pochi mesi fa, ci ha manifestato la volontà di concedere, al parroco pro tempore di Spezzano della Sila, don Emilio Salatino, la custodia delle reliquie del santo, affinché potessero essere a disposizione dei fedeli che faranno visita al convento». E così è stato: la donazione delle preziose reliquie è avvenuta lo scorso 8 settembre durante l’offertorio della Santa Messa per la natività di Madonna dalle mani del giovane Carlo, figlio di Vincenzo e nipote di Italo Carlo. 

Con la sua volontà di cedere quelle amate reliquie avevano concordano anche la moglie Inea, i figli e soprattutto l’unica sorella ancora in vita, Benita Giovanna Barrese. «Per tutto il tempo che abbiamo avuto le reliquie con noi era come avere San Francesco in questa casa. Era per noi come un amico fraterno a cui chiedere conforto», racconta Benita Giovanna che non ha mai messo in discussione la scelta del fratello. «Abbiamo sempre custodito le reliquie come un tesoro prezioso nell’armadio di mia madre. Ma ora pensiamo che sia giusto così». 

Oltre 10mila persone per il 1° maggio a Paola con Paolo Belli. Stasera Raf

PAOLA (CS) – Oltre diecimila persone hanno letteralmente accerchiato da ogni lato l’imponente palcoscenico allestito in piazza IV novembre di Paola, Cosenza, per la prima nazionale del tour estivo di Paolo Belli che, dopo la chiusura di sabato di “Ballando con le stelle”, ha lasciato la tv per gettarsi in mezzo al suo pubblico e iniziare una serie di concerti che lo porteranno in ogni angolo della penisola.

Un grande successo di pubblico e partecipazione ha premiato il ritmo travolgente, la simpatia e il sound inconfondibile di questo straordinario artista, davvero unico nel panorama della musica e dello spettacolo italiano. Il concerto di Belli ha aperto anche la due giorni di musica, che prosegue con Raf, predisposta dal Comune per i festeggiamenti di San Francesco, fondatore dell’ordine dei Minimi, nato proprio a Paola. L’organizzazione è stata affidata alla Show Net di Ruggero Pegna, come al solito impeccabile, che ha inserito l’evento in “Fatti di Musica”, la trentunesima rassegna del Miglior Live d’Autore. In due ore di concerto Paolo Belli, da vero mattatore, ha incantato e trascinato il suo pubblico in un clima di grande festa e divertimento collettivo.

Bravissimi i dodici musicisti della sua Big Band, che lo hanno accompagnato dando vita ad un live travolgente: Mauro Parma (batteria), Enzo Proietti (piano e hammond), Gaetano Puzzutiello (contrabasso e basso), Peppe Stefanelli (percussioni), Paolo Varoli (chitarre e banjo), Pierluigi Bastioli (trombone e basso tuba), Nicola Bertoncin (tromba), Daniele Bocchini (trombone), Gabriele Costantini (sax contralto e tenore), Davide Ghidoni (tromba), Marco Postacchini (flauto, sax Baritono e tenore), Juan Carlos Albelo Zamora (violino e armonica).

Uno show in cui ottima musica, fra swing, latin e pop, e grande voglia di stare insieme, formano un mix travolgente per coinvolgere il pubblico che, di canzone in canzone, diventa parte integrante dello spettacolo. E la non facile alchimia si è ripetuta anche a Paola.

Fra i primi in Italia a proporre lo swing anche in TV, Paolo Belli ha ottenuto numerosi riconoscimenti e attestati di stima da parte di pubblico e critica, conquistando il cuore di tutti gli appassionati di musica dal vivo. Ancora una volta, Belli ha confermato che è il live la sua dimensione ideale. Un collaudato gioco di squadra che riflette a pieno anche lo spirito della Nazionale Italiana Cantanti di cui Paolo fa parte da 30 anni e che lo ha visto qualche giorno fa presente anche nella Locride, a conferma del suo noto e incessante impegno sociale e civile. Tra le prossime tappe: il 17 giugno a Pistoia, per la “Festa dei 1000 Giovani per la Musica” ed il 27 giugno all’ “Ascona Jazz Festival”, Canton Ticino.

Soddisfatti a fine serata il sindaco Basilio Ferrari e il suo vice, l’ assessore al Turismo Francesco Sbano, che hanno voluto sottolineare il prestigio di questo evento, che richiama fedeli da tutto il mondo, legato al venerato e amato santo nato a Paola e vissuto per molti anni nell’eremo su cui oggi sorge il Santuario che custodisce molte reliquie, la grotta della preghiera e i luoghi dei suoi numerosi miracoli.

Stasera secondo live a Paola con Raf e la sua band, sempre ad ingresso libero con inizio alle ore 21.30.

“Fatti di Musica”, dopo la parentesi paolana, si poi sposterà allo Stadio San Vito di Cosenza, dove dal 23 al 25 giugno andrà in scena per la prima volta nel capoluogo silano l’originale Notre Dame De Paris, l‘opera dei record.