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Drammatico incidente stradale, muore 15 a San Sosti

SAN SOSTI (CS) – Un ragazzino di 15 anni, P. B., è deceduto a seguito di un incidente stradale avvenuto in località Fravitta di San Sosti, nel primo pomeriggio di ieri. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il ragazzino era bordo di uno scooter quando, per cause in corso di accertamento, ha perso il controllo del mezzo invadendo la corsia di marcia opposta e si è scontrato con un Suzuki Santana. Alla guida dell’autovettura, uno zio del quindicenne. Ad avere la peggio il ragazzino, per il quale le condizioni sono subito sembrate critiche. Sul posto sono giunti gli operatori del 118, ma purtroppo il giovane è spirato durante il tragitto verso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza.

 

 

Reati ambientali e lavoro sommerso. Denunciate tre persone

SAN SOSTI (CS) – Continuano incessantemente i controlli sul territorio da parte dei carabinieri della compagnia di San Marco Argentano. Nella giornata di ieri, i militari della stazione di San Sosti hanno deferito in stato di libertà  3 persone per aver attivato all’interno di un esercizio commerciale una discarica non autorizzata di rifiuti speciali. I militari accertavano che il personale di una ditta  di Mottafollone trasportava illecitamente i rifiuti prodotti dai lavori intrapresi all’interno di un’attività commerciale adibita a ristorante, poiché la stessa proprietaria della struttura commissionava tale materiale destinato al riempimento di un’area per la realizzazione di una piscina  all’interno del proprio esercizio commerciale. Nel contesto l’intera area di circa 370 mq veniva sottoposta a sequestro probatorio. Ulteriori accertamenti da parte dei carabinieri hanno portato a scoprire  che un operaio della ditta era un lavoratore sommerso, e pertanto nei suoi confronti e del datore di lavoro venivano contestate violazioni di carattere amministrativo nel rispetto della disciplina prevista dal d.lgs. 81 del 2015.

San Sosti, tenta di aggredire un medico con un coltello. Disarmato e bloccato dai carabinieri

SAN SOSTI (CS) – Ha tentato di aggredire un medico del 118 con un coltello ma è stato bloccato e disarmato dai carabinieri. Un trentottenne, con problemi psichici, noto alle forze dell’ordine e in stato di alterazione psico-fisica, è stato arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e poi sottoposto a Tso in un reparto ospedaliero di psichiatria. L’uomo che in precedenza aveva minacciato i presenti per futili motivi era stato condotto alla calma dai carabinieri giunti sul posto su segnalazione di alcuni passanti. Alla vista dei sanitari del 118, però, il trentottenne si e’ ulteriormente alterato e ha estratto il coltello dalla tasca dei pantaloni scagliandosi contro il medico. Il tentativo e’ andato a vuoto grazie all’intervento dei militari che lo hanno immobilizzato.

Ad Oliverio il premio “Ascia Votiva 2017” consegnato ieri a San Sosti

SAN SOSTI (CS) – Consegnato ieri sera a San Sosti, nel corso di una suggestiva e partecipata manifestazione pubblica, il prestigioso premio “Ascia votiva 2017” al Presidente della Giunta regionale Mario Oliverio. L’ascia, che ha un valore unico, rappresenta il simbolo del Comune di San Sosti e testimonia la ricchezza archeologica di questo territorio. Essa risale al VI sec. a.C. e si crede sia stata offerta alla dea Hera come ex voto da un pugile, vincitore di un’Olimpiade. Nel 1857 era ancora a San Sosti quando cadde nelle mani di un orafo romano, Alessandro Castellani e, in seguito, fu acquistata da sir Charles Thomas Newton allora curatore della sezione antichità del British Museum di Londra da cui non è più tornata. L’epigrafe incisa su di essa rappresenta il più antico documento scritto in dialetto dorico acheo. Il Presidente della Regione è giunto a San Sosti nel primo pomeriggio di ieri insieme al consigliere regionale Franco Sergio. Prima di ricevere il premio ha inaugurato, alla presenza di numerose autorità civili, politiche e religiose, sindaci e amministratori locai, uno splendido complesso sportivo, comprendente anche un attrezzato parco giochi per bambini. L’ impianto, che rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello per l’intera comunità sansostese e che in futuro sarà completato anche di piscina e campi da calcio e servirà l’intero comprensorio della Valle dell’Esaro, è stato completamente rammodernato e ristrutturato grazie all’intervento determinante dell’imprenditore Massimiliano Baffa che da anni opera con una propria attività imprenditoriale in questo territorio. «Infrastrutture come queste –ha detto Oliverio nel corso del suo breve intervento- sono fondamentali perché consentono ai nostri ragazzi di poter stare insieme e praticare le discipline sportive che amano anche in realtà lontane rispetto dai grandi centri come la vostra. Il fenomeno dello spopolamento e dell’abbandono che da decenni sta svuotando i nostri piccoli centri si combatte anche così: creando luoghi di aggregazione giovanile, offrendo occasioni e possibilità ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze di rimanere nei posti dove sono nati e di vivere e praticare le attività che più stanno loro a cuore. Naturalmente perché tutto ciò si realizzi sono necessarie politiche e interventi che vedano coinvolti i diversi livelli della vita pubblica. Più soggetti devono scendere in campo e più tasti devono essere suonati perché questo fenomeno possa essere contrastato efficacemente. In questa direzione occorre pensare anche a politiche fiscali agevolate destinate ai piccoli centri per attirare ed incentivare nuovi investimenti su di essi. A tal proposito posso anticipare qui che, come Regione, stiamo costituendo un fondo di 100 milioni di euro da destinare al rilancio dei piccoli borghi non solo dal punto di vista urbanistico e strutturale, ma soprattutto dal punto di vista culturale ed identitario, mirando alla valorizzazione delle attività artigianali ed enogastronomiche».

 

Discarica abusiva posta sotto sequestro a San Sosti

COSENZA – Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno posto sotto sequestro, nei giorni scorsi, una discarica abusiva in località Varco nel Comune di San Sosti, deferendo all’autorità giudiziaria due persone del luogo.
In particolare il personale del Comando stazione di San Sosti in collaborazione con i colleghi dei reparti di Montalto e Fagnano dopo aver individuato i rifiuti, hanno svolto una attività di monitoraggio di tale zona al fine di individuare i trasgressori.

A seguito di tali indagini è stato fermato e identificato il conducente di un mezzo mentre si accingeva a scaricare in un terreno privato nei pressi di un piazzale adibito a deposito di materiale edile rifiuti di bitume. Dalle indagini è emerso che tali rifiuti, classificabili come rifiuti speciali non pericolosi,  provenivano dagli scavi effettuati in zona relativi alla realizzazione della rete del metano. Inoltre, dalla verifica effettuata si è appurato anche che il trasporto avveniva, al momento del controllo, senza essere stato registrato. All’interno del piazzale interessato alla discarica sono risultati presenti accatastati laterizi vari, tubi in PVC, mattoni, tegole, oltre a rifiuti variamente sparsi in cumuli depositati e stoccati a cielo aperto in assenza di autorizzazione. Si è quindi proceduto al sequestro del mezzo utilizzato per effettuare lo scarico dei rifiuti nonché all’area su cui insistevano detti cumuli e al deferimento per violazione alla normativa ambientale del conducente del mezzo e del proprietario del fondo che si trova ad una distanza inferiore ai 150 metri del Torrente Rose, iscritto nelle acque pubbliche.

Taglio di legname fuori tempo massimo, azienda denunciata

SAN SOSTI (CS) – Un’area boschiva di quindicimila metri quadri e oltre 2000 quintali di legname sono stati posti sotto sequestro dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Sant’Agata D’Esaro. Il provvedimento  è avvenuto a seguito di un controllo effettuato in località “Pettoruto” di San Sosti, zona ricadente all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Pollino. Sull’area del demanio comunale interessata al controllo era stato autorizzato un progetto di taglio eseguito da una ditta boschiva di Acri che avrebbe dovuto avere scadenza a febbraio 2016 grazie ad una proroga dello stesso Comune. Cosa che invece non è avvenuta  in quanto la ditta non avendo finito i lavori per tempo e non potendo avere ulteriore proroga ha proceduto ad abbattere tutte le piante oggetto del taglio lasciandole sul letto di caduta per il successivo esbosco. Si tratta di una a questione tecnico-economico-autorizzativa, infatti i Comuni per procedere ad ulteriori utilizzazioni dei boschi devono dimostrare alla Regione che con i proventi relativi alle vendite, si provvede a redigere i Piani di Gestione dei propri boschi; diversamente la regione non fornisce autorizzazioni per i tagli. Nello specifico la comunicazione di fine dei lavori prevista per febbraio è stata ritardata ed inviata al Comando Stazione Forestale solo nei giorni scorsi, quindi nel mese di Aprile, sicché il reparto ha quindi provveduto al controllo della regolarità del procedimento, evidenziando come questa,  pur non essendo in possesso di proroghe avrebbe proceduto comunque per ultimare i lavori. Pertanto è stata posto sotto sequestro l’area boschiva (circa un ettaro e mezzo) dove sono stati effettuati gli abbattimenti e il materiale legnoso. Appropriazione indebita aggravata, il principale reato riscontrato,  per l’amministratore unico dell’impresa esecutrice dei lavori e per i dipendenti quali esecutori materiali.  Possibili problemi anche per l’Ammministrazione comunale che non ha impedito la continuazione delle lavorazioni all’interno del lotto del bosco Pettoruto, nonostante con atto pubblico ne era stata dichiarata la chiusura definitiva a febbraio scorso.  Le indagini sono ancora in corso per i possibili risvolti economici consequenziali sui bilanci dello sfruttamento del demanio forestale del  Comune di San Sosti.

Ascia votiva di San Sosti, interrogazione parlamentare di Franco Bruno

ROMA – Al British Museum è custodita un’ascia votiva rinvenuta a San Sosti, nell’entroterra della provincia di Cosenza. Franco Bruno, deputato al Parlamento, ne ha chiesto la restituzione con una interrogazione al Ministro dei Beni Culturali Franceschini. «L’ascia ha un valore unico – sottolinea Franco Bruno – non solo perché testimonia la ricchezza archeologica del territorio e tristemente il suo depauperamento, ma anche perché l’epigrafe rappresenta il più antico documento scritto in dialetto dorico acheo. Il destino della scure, risalente al VI sec. a.C., è significativo: si crede sia stata offerta come ex voto da un pugile, vincitore di un’Olimpiade. Nel 1857 – informa il deputato – era ancora a San Sosti quando cadde nelle mani di un mercante romano e fu acquistata da sir Charles Thomas Newton allora curatore della sezione antichità del British Museum da cui non è più tornata. Il comune di San Sosti cerca di farla rientrare da circa trent’anni, anche con il sostegno dei vari ministri che si sono succeduti nel tempo, ma senza risultati. La questione del rientro dei beni culturali è complicata e, nonostante siano stati fatti molti passi avanti, giustamente San Sosti rivendica  il reperto soprattutto se si pensa a quanto ammonterebbe il beneficio economico se si potesse esporre la scure in Calabria». Nell’interrogazione Bruno propone, inoltre, in attesa di una positiva risoluzione del contenzioso con il British Museum, di esporre l’ascia almeno per alcuni mesi in Calabria. Per San Sosti sarebbe una grande occasione per attirare turismo in un comune che già vanta bellezze storiche e paesaggistiche uniche:«B asti pensare – conclude Bruno – al Santuario della Madonna del Pettoruto, un luogo estremamente mistico racchiuso tra le montagne, la gola del fiume Rosa e Artemisia, antico borgo bizantino».

Scarico reflui non depurati, a San Sosti sequestrato un caseificio. Tre denunce

San Sosti ( CS) – Un caseificio è stato sequestrato per reati ambientali a San Sosti dai carabinieri che hanno apposto i sigilli anche a 30 quintali di latte, circa 25 quintali di prodotti caseari non più commerciabili e potenzialmente pericolosi per i consumatori, un tank frigo e due celle frigo. Denunciate tre persone, rispettivamente l’attuale gestore e i due precedenti proprietari dell’opificio. I militari, nel corso dell’intervento, hanno accertato che l’attuale gestore del caseificio, a seguito dell’inattività dell’impianto di depurazione, aveva realizzato uno scarico di reflui non depurati, originati dall’attività di produzione, direttamente sul suolo, risultando, così come i due precedenti gestori fino allo scorso 31 gennaio, privo della documentazione attestante il corretto smaltimento del siero prodotto durante il ciclo di lavorazione dei prodotti caseari.

A San Sosti le verità raccontate dalla Chaouqui

evidenza ChaouquiSAN SOSTI (CS) – E’ arrivata a cavallo di una motocicletta. Francesca Chaouqui, ha percorso a bordo della due ruote, il breve tratto di strada che separa la sua abitazione di San Sosti dal luogo in cui ha convocato la stampa per fornire le sue verità sul caso Vatileaks. Accompagnata dalla mamma, la nonna, il marito Corrado Lanino, altri parenti e la migliore amica, la coetanea che era con lei a Roma nei giorni in cui l’hanno arrestata, e sulle note del brano di Fiorella Mannoia “Io non ho paura”, la pierre indagata per sottrazione e diffusione di carte riservate della Santa Sede è stata accolta dagli applausi dei compaesani. Poi un intervento di oltre un’ora a tratti inframezzato anche dai cronisti che non hanno mancato di porre domande scomode. Ma nessuna rivelazione scottante. Se la Chaouqui è a conoscenza di segreti inconfessabili, questi restano e resteranno tali. Del resto lo dice lei stessa quando afferma che da lei non si saprà  mai nulla delle conversazioni avute con il Papa o degli atti che le sono passati tra le mani. «Non tradirò mai il mio segreto di Stato – dice – anche se mio figlio dovesse nascere in carcere». La Chaouqui parla dei suoi rapporti con monsignor Balda: «Voleva aiutare Papa Francesco quando ha accettato l’incarico come segretario della commissione. La commissione esiste perché è lui che l’ha pensata, ha convinto lui il Papa a crearla per risanare la situazione finanziaria. Ho presentato io Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi a Balda – ha raccontato la Chaouqui aggiungendo che il prelato era rimasto colpito dal giornalista Nuzzi – per il suo coraggio di pubblicare notizie scomode». La consulente ha poi aggiunto: «Balda ha consegnato i documenti a Nuzzi non per distruggere la commissione ma per sostenere che è stata messa in pratica solo una parte della riforma. Non c’è stata alcuna vendetta, nessuna ripicca. La situazione generale era talmente grave da indurre un Papa alle dimissioni. Il mio problema – aggiunge – era aiutare il Santo Padre, non avere un posto in Curia. Quando dovevo scrivere i report della commissione per il Papa, per non rischiare che il contenuto venisse modificato li imparavo amemoria». E sulla sua nomina in Vaticano la pierre chiarisce. «Sono un’esperta in comunicazione. Il mio Chaouqui 1curriculum – dice – era idoneo, e nessun cardinale o intrigo di palazzo ha fatto sì che fossi nominata. Se tornassi indietro, anche se dovessi finire in carcere, riaccetterei senza dubbio l’incarico offertomi perché stavo contribuendo al rinnovamento del Vaticano». E mentre la Chaouqui ribadisce che in caso di condanna non chiederà la grazia al Papa, c’è chi dice che lo farà per lei: Carmela Martucci, consigliera comunale di San Sosti. 

Sulla vicenda del cardinal Bertone, la Chaouqui precisa: «E’ stata fatta una montatura giornalistica sull’attico del cardinale Bertone. Ha sempre avuto grande attenzione all’ospedale del Bambin Gesù e parlare di ruberie da parte sua è davvero eccessivo, le ruberie in Vaticano esistono ma non sono queste».

Infine la Chaouqui chiarisce i motivi che l’hanno spinta a incontrare la stampa proprio a San Sosti: «Non ho mai dimenticato il mio paese. Da qui parte tutto, la mia famiglia, le mie radici e soprattutto la mia fede grazie alla Madonna del Pettoruto. Sono stata accusata di rinnegare la mia terra, ma in realtà, seppur duramente, la mia volontà era di aprire un dibattito e questo mio pensiero, espresso in una lettera al Corriere della Sera dopo la morte di Fabiana Luzzi». La Chaouqui si riferisce alla nota che diffuse all’indomani dell’assassinio della sedicenne bruciata viva dal fidanzato nel 2013 a Corigliano Calabro. «Il contenuto di quella lettera è stato frainteso ed etichettato come volontà di non amare la mia terra. Questo era un punto che volevo chiarire: amo la mia terra e qui in futuro tornerò a vivere».

Conferenza stampa di Francesca Chaoqui a San Sosti

Francesca ChaoquiROMA – Il piccolo centro di San Sosti, nel cosentino, sarà teatro di una conferenza stampa che, con ogni probabilità, attirerà le testate di mezzo mondo. A convocare l’incontro con i giornalisti è Francesca Immacolata Chouqui, la donna originaria del piccolo centro finita nell’inchiesta Vatileaks. E’ stata la stessa Chaoqui a rendere nota la data della conferenza stampa, in programma giovedì 7 gennaio, e che, secondo quanto riporta la Chaoqui in un post su facebook,  «avrà lo scopo di fare il punto sul processo Vatileaks, svelare molti particolari inediti del caso, comprese le ragioni secondo le quali l’imputata sostiene che l’esito sarà di una condanna, raccontare il motivo per cui ha scelto di scontare la pena senza chiedere la grazia e le ragioni secondo cui ha rinunciato ad ogni mezzo d’appello».