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Cinghiali per strada, panico tra i residenti di Sangineto e Bonifati

COSENZA – L’Organizzazione sindacale Faisa Confail interviene dopo le segnalazioni da parte di alcuni residenti della zona tra il comune di Bonifati e Sangineto sull’avvistamento di cinghiali che girovagano per le strade. In alcuni casi gli ungulati sono stati notati in prossimità delle fermate degli autobus, seminando il panico tra i residenti, con il rischio di recare anche danni alla viabilità.

La stagione estiva si prepara anche ad ospitare i villeggianti, quindi con un incremento della popolazione delle zone citate. Nella giornata di martedì abbiamo appreso di una segnalazione della presenza di cinghiali nel comune di Sangineto e “alla luce di quanto espresso, chiediamo un incontro con il Prefetto di Cosenza e l’intervento immediato anche da parte delle autorità preposte, al fine di rendere più sicura le strade e dar maggiore tranquillità alla vivibilità alla popolazione, evitando che si verifichino fatti di tale rischio o magari peggiori”.

Ragazzi non vedenti sulle onde del mare con “Fuori scia”

RENDE (Cs) – “Fuori scia” è il nome che l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Cosenza ha voluto dare al campo estivo che si è svolto a Sangineto dal 5 al 12 settembre. «Significa letteralmente uscire dalla scia, non solo in senso fisico, ma soprattutto in senso metaforico» afferma il vicepresidente dell’UICI di Cosenza Roberto Crocco. I partecipanti a questa esperienza si sono cimentati in attività sperimentali decisamente poco usuali per le persone con disabilità. Una di queste è stata la pratica dello sci nautico, volta al superamento dei propri limiti, ad “uscire dalla scia mentale” della quale spesso si è prigionieri.

«Lo sci nautico ha permesso ai partecipanti di mettersi alla prova, di capire i loro limiti e le loro potenzialità, a farli crescere come individui e come gruppo, a stimolarli e a non considerarli solo come dei disabili – prosegue il dirigente dell’Unione ciechi – insomma, a dimostrare che tutti possono uscire dalla scia. Purtroppo spesso la società che ci circonda ignora tutto questo, ma quando a farlo è chi invece dovrebbe promuovere l’integrazione delle persone disabili, la cosa non è più fuori scia ma diventa fuori da ogni logica».                 

Un’esperienza unica e suggestiva che però non da tutti è stata compresa, tanto che l’UICI di Cosenza ha deciso di fare un grande sacrificio economico ed organizzativo per permettere la realizzazione di questo progetto. «Non so perché questa volta siamo stati abbandonati, ma so che nonostante tutto, il campo si è fatto lo stesso e come sempre ha portato risultati positivi – afferma ancora Crocco – risultati documentati dai progressi fatti dai partecipanti in ogni ambito, dallo sci nautico all’autonomia personale, risultati che invece secondo chi ha inteso ignorarci, non potevano essere raggiunti, incredibile vero?».

«Siamo lieti di aver smentito tali affermazioni e siamo lieti di non aver mollato nella realizzazione di tutto questo, ma soprattutto siamo lieti del fatto che se da una parte ci sono persone che non credono nelle potenzialità dei disabili, – aggiunge il vicepresidente dell’UICI – dall’altra c’è chi non solo lo fa, ma lo dimostra concretamente, come hanno fatto tutti gli operatori di questo campo, i quali hanno offerto le loro competenze professionali senza ricevere alla fine alcun compenso, e offrendo solo la loro esperienza e il loro cuore».    

«Grazie a queste persone siamo riusciti lo stesso ad organizzare il campo estivo, se non fosse per loro i ragazzi quest’anno sarebbero rimasti a casa a fare i disabili, invece di volare sugli sci. Credere nelle capacità delle persone con disabilità – conclude Roberto Crocco – è stato il vero e unico motore che ha mosso questo campo, ma forse per qualcuno questo concetto è troppo “Fuori scia”!».

Una statua in ricordo di “Angelo”, il cane seviziato e ucciso

MONTEPAONE (CZ) – É stata inaugurata ieri a Montepaone una statua di Angelo, il cane seviziato e ucciso nel novembre del 2016 a Sangineto (Cosenza) da quattro giovani che per quell’atto sono stati condannati ad un anno e quattro mesi di reclusione ciascuno. Lo rende noto Rinaldo Sidoli, responsabile nazionale iniziative speciali della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente.  «La storia di Angelo – afferma Sidoli – non deve essere dimenticata. Deve continuare a vivere nei cuori di tutte le persone e diventare il simbolo per il rispetto della vita.  Angelo è morto in cerca di una carezza, senza fare un gemito, in silenzio. Mentre veniva impiccato e preso a mazzate, chiedeva un po’ di pietà ai suoi quattro carnefici, scodinzolando».

Sigilli al Mamaeli di Sangineto, locale aperto senza le dovute autorizzazioni

SANGINETO (CS) – I carabinieri della Compagnia di Scalea hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di una nota discoteca, il Mamaeli di Sangineto, tra i più frequentati lungo la costa dell’Alto Tirreno cosentino. Il provvedimento è stato emesso di urgenza dalla Procura di Paola, a seguito delle risultanze investigative raccolte dai militari della stazione di Cittadella del Capo. Con l’apposizione dei sigilli, i militari dell’Arma hanno deferito in stato di libertà il gestore del locale responsabile di aver inaugurato il locale senza le previste autorizzazioni e di non aver adottato le previste misure finalizzate alla prevenzione degli incendi. L’operazione si inserisce nell’ambito dei mirati servizi posti in essere dai Carabinieri finalizzati al controllo delle attività di particolare interesse turistico della costa al fine di garantire una movida sicura durante la stagione estiva.

Il 26 maggio la sentenza per il caso del cane “Angelo” di Sangineto

PAOLA (CS) – Il giudice monocratico del tribunale di Paola ha rinviato al 26 maggio prossimo la sentenza per il caso del cane “Angelo” torturato e ucciso a Sangineto da quattro giovani finito sotto processo a Paola, secondo quanto si legge nel capo di accusa, per avere “in concorso tra loro e con crudeltà e senza necessità, in un medesimo disegno criminoso, torturato un cane randagio, catturandolo, impiccandolo ad un albero, stringendogli una fune intorno al collo, colpendolo ripetutamente e con violenza con una spranga fino a cagionare la sua morte. Il tutto riprendendo la scena in un video successivamente pubblicato su facebook”. L’accusa ha chiesto una condanna esemplare a sedici mesi di reclusione per ciascuno degli imputati. Si tratta di Nicolas Fusaro, Giuseppe Liparato e dei fratelli Francesco e Luca Bonanata.

Torturarono ed uccisero un cane, chiesti 16 mesi di carcere

PAOLA (CS) – Un anno e quattro mesi di carcere ciascuno: è questa la richiesta di pena invocata, durante la propria requisitoria, dal Procuratore facente funzioni di Paola, Maurizio De Franchis, per i quattro giovani di Sangineto, nel cosentino, accusati di aver ucciso e seviziato brutalmente il cane randagio soprannominato “Angelo”. Alla sbarra ci sono Nicolas Fusaro, Giuseppe Liparato e i fratelli Francesco e Luca Bonanata accusati del reato di “uccisione di animali”. Al giudice monocratico di Paola, Alfredo Cosenza, il procuratore De Franchis ha illustrato tutta la genesi dell’indagine compiuta dai Carabinieri e ha usato parole molto “dure” per gli imputati. L’accusa ha infatti definito il loro un “gesto crudele” e sottolineato come l’uccisione dell’animale non era neanche “necessaria” in quanto, stando alle carte dell’inchiesta, il cane non era risultato essere pericoloso per nessuno. Il pm ha infatti evidenziato come gli imputati avrebbero trovato “compiacimento” nel commettere l’assassinio del cane. In apertura di udienza, che si sta svolgendo attraverso la forma del rito abbreviato, il giudice Cosenza ha rigettato la richiesta, da parte delle difese, della “messa in prova ai servizi sociali” per i quattro giovani imputati. Se il giudice avesse accordato l’istanza il processo si sarebbe sospeso e il reato contestato si sarebbe estinto al termine della misura alternativa. Non c’erano però i presupposti, vista la gravità della vicenda, affinché i giovani potessero accedere a tale percorso riparativo. Al termine poi della camera di consiglio, durata oltre due ore, il giudice ha ammesso circa una trentina, escludendone altre dieci, di associazioni animaliste. L’omicidio del cane Angelo ha infatti mobilitato l’opinione pubblica nazionale e sono giunti a Paola decine e decine di attivisti per rivendicare i diritti degli animali e chiedere una giusta e severa condanna per i quattro giovani della provincia cosentina. Il fatto, avvenuto a Sangineto, risale al 21 giugno dello scorso anno. I quattro ragazzi, secondo le indagini condotte dal pm della Procura di Paola, Francesca Cerchiara, filmarono con il telefonino tutta la scena: prima attirarono il cane, che era docile e mansueto, poi lo impiccarono ad un albero ed infine lo uccisero con colpi di pala sulla testa. Angelo sarebbe stato seviziato poiché ritenuto “responsabile” della morte di alcune capre. Il video dell’uccisione divenne presto virale sui maggiori social network e permise ai Carabinieri di identificare nei presunti responsabili i quattro ventenni di Sangineto. Nel capo d’accusa formulato dalla Procura è racchiusa tutta la crudeltà del gesto commesso nei confronti dell’animale. Fusaro, Liparato e i fratelli Francesco e Luca Bonanata sono accusati “in concorso tra loro e con crudeltà e senza necessità, di un medesimo disegno criminoso e di aver torturato un cane randagio, catturandolo, impiccandolo ad un albero, stringendogli una fune intorno al collo, colpendolo ripetutamente e con violenza con una spranga fino a cagionare la sua morte. Il tutto riprendendo la scena in un video successivamente pubblicato su Facebook”. Adesso tutti e quattro rischiano una dura condanna che per il Procuratore De Franchis deve essere di 16 mesi di detenzione, ma che il giudice comunque potrebbe “aumentare” arrivando a comminare fino a due anni di carcere. Dopo gli interventi dei difensori degli imputati, al termine delle arringhe il giudice deciderà se andare in camera di consiglio per emettere la sentenza oppure accordare un rinvio dell’udienza per permettere all’accusa di replicare.

Cane seviziato e ucciso, processo iniziato e subito rinviato al 18 maggio

PAOLA (CS) – Hanno chiesto il rito abbreviato i quattro giovani accusati di avere seviziato ed ucciso a Sangineto un cane randagio, Angelo, e di avere postato poi il video su Facebook. Il gup del Tribunale di Paola ha aggiornato l’udienza al 18 maggio per la decisione. Entro quella data il giudice deciderà anche sulle questioni preliminari, compresa la costituzione di parte civile di Enpa, l’Ente per la protezione degli animali, presente oggi in aula con l’avvocatessa Claudia Ricci, che ha sottolineato «l’estrema pericolosità sociale degli imputati». Questi ultimi, ha sostenuto il legale, secondo quanto riferito in una nota, «non solo avrebbero seviziato e barbaramente ucciso il povero animale, ma si sono pubblicamente vantati del loro gesto criminale, riprendendo il tutto con un uno smartphone e pubblicando il relativo video su Facebook. Siamo in presenza di un comportamento di inaudita crudeltà, che desta grande preoccupazione sulla personalità degli imputati, poiché trasforma in motivo di vanto la tortura e le sofferenze imposte a un altro vivente». Stamani centinaia di volontari di Animalisti Italiani e di altre associazioni hanno manifestato davanti al Tribunale di Paola. Al termine dell’udienza, è partito un corteo silenzioso diretto al Santuario di San Francesco di Paola.

Oggi a Paola a processo i quattro che uccisero il cane Angelo

SANGINETO (Cosenza) – Angelo, cane dal pelo bianco, era conosciuto da tutti nel paese di Sangineto, in provincia di Cosenza, dove tranquillamente viveva da randagio. Fino al 24 giugno 2016. Quel giorno, quattro giovani del luogo, hanno deciso, chissà per quale impulso, che la sua vita doveva finire lì. Lo hanno appeso per il collo e ucciso a bastonate, riprendendo il tutto con i cellulari per poi postare il video sui social, scatenando furenti e continue reazioni di condanna da parte (non soltanto) degli animalisti, e innescando una dura polemica tra e con gli abitanti di Sangineto. I quattro sono stati denunciati, dopo indagini, dai carabinieri, per uccisione di animale. Rischiano dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione, e oggi compariranno per il processo davanti al Tribunale di Paola. Per l’occasione, il Partito Animalista Europeo ha organizzato, insieme al Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali, un presidio davanti allo stesso Tribunale, a partire dalle 8 del mattino. Più tardi, alle 11,30, da lì partirà un corteo di Animalisti italiani onlus “In marcia per gli Innocenti”, diretto verso verso il Santuario di quello che è considerato il primo santo animalista nella storia della chiesa San Francesco da Paola.

Seviziarono e uccisero un cane a Sangineto, inizia il processo

PAOLA – Compariranno davanti al tribunale di Paola il prossimo 27 aprile le quattro persone di Sangineto rinviate a giudizio per avere colpito un cane con una mazza ferrata dopo averlo impiccato ad un albero, lasciandolo poi a terra senza vita. Il gesto è stato ripreso anche con un telefonino ed il video postato su facebook. Le immagini hanno indignato gli utenti della rete. Numerose le segnalazioni pervenute ai carabinieri da privati ed associazioni animaliste. Il caso ha catturato anche l’attenzione dei media nazionali.