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Maxi concorso per assumere 263 medici in Calabria: oltre 400 le domande pervenute

CATANZARO – Maxi bando di concorso per la selezione di 263 medici dadestinare all’area dell’emergenza urgenza intra ed extra ospedaliera in tutte le aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria, indetto dalla Regione. “Rappresenta un grande successo per la sanità regionale. Per la prima volta in Calabria ci sono più domande che posti banditi dal concorso”, scrive in una nota la cittadella.

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«I calabresi spendono 200mln per curarsi fuori Regione, il governo investa sulla sanità»

CATANZARO – «Ho raccolto una sanità in macerie dopo dodici anni di commissariamento durante i quali non c’è stato alcun investimento, né nel reclutamento di personale sanitario, né nella dotazione di tecnologie. A volte la differenza tra pubblico e privato si registra anche perché nel pubblico non ci sono le attrezzature necessarie». Così il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ospite a Restart in onda su Rai2. «È la dimostrazione del fatto – ha aggiunto – che non è detto che quando governa la sanità il governo nazionale le cose vadano meglio. In Calabria il commissario alla sanità è stato inviato dal governo per 12 anni, per un odioso pregiudizio verso la nostra regione, considerata una regione ingovernabile, e la situazione della sanità è precipitata ulteriormente. Noi – ha spiegato Occhiuto – spendiamo circa 200 milioni all’anno di mobilità sanitaria passiva per i calabresi che non riescono a curarsi in Calabria e vanno a curarsi in altre regioni, una grande ingiustizia che aumenta i divari. Sarebbe utile che ci fosse un investimento del governo nazionale sulla sanità, che non è solo un investimento in termini di risorse, ma anche di personale e di riforme. I medici che stanno negli ospedali italiani sono quelli pagati peggio, molti vanno a lavorare all’estero. Qualche anno fa l’Ordine dei medici diceva che c’erano troppo medici in Italia e che bisognava restringere il numero chiuso. Non è stato fatto nessun investimento nelle specializzazioni che occorrono nella sanità del nostro Paese e poi tutto d’un tratto ci si rende conto che il sistema sanitario non funziona. Evidentemente – ha concluso Occhiuto – ci sono stati dei gravissimi problemi di organizzazione».

Occhiuto: “medici cubani bella pagina, ma emergenza si supera con assunzioni”

CATANZARO – “Oggi prendono servizio negli ospedali di Polistena, Gioia Tauro, Locri e Melito Porto Salvo, i 51 medici cubani che lo scorso 28 dicembre sono arrivati in Calabria.
In queste settimane hanno seguito un corso intensivo di italiano presso l’Università di Cosenza, e adesso sono pronti ad iniziare la loro avventura nelle corsie ospedaliere della nostra Regione.
Per farli arrivare in Italia abbiamo superato polemiche e tanti intoppi burocratici.
Evidentemente a qualcuno ha dato fastidio questa iniziativa, che invece ha l’unico scopo di tenere aperti – nonostante la carenza di camici bianchi e ad esclusivo vantaggio dei pazienti – tutti i reparti e tutti gli ospedali.
Come ho detto più volte, i medici cubani non toglieranno alcun posto di lavoro a medici italiani o calabresi, e questa vicenda non è una scorciatoia per non affrontare di petto i problemi che ci sono.
Per superare l’emergenza in modo strutturale l’unica strada che abbiamo è quella dei concorsi, che continueremo a bandire su tutto il territorio regionale per assumere medici a tempo indeterminato.
Costruiremo concorsi più attrattivi, coinvolgendo anche gli specializzandi, per far in modo che anche ospedali periferici possano essere presi in considerazione da medici specializzati alla ricerca di un’occupazione.
E per farlo chiederemo la compartecipazione del governo nazionale: se ad un carabiniere o ad un magistrato che prestano servizio in Calabria viene riconosciuto qualcosa in più – in termini economici e di carriera – perché la nostra Regione viene considerata zona disagiata, questo criterio deve valere ancor di più per la sanità, settore in macerie e commissariato da oltre 12 anni.
E su questi punti ho aperto un proficuo confronto con il ministro Orazio Schillaci.
I medici cubani, dunque, non rappresentano la soluzione, ma il loro contributo sarà, in questo frangente, fondamentale e di vitale importanza per tante comunità regionali.
Sono felice di come le cittadine coinvolte in questa prima fase della nostra iniziativa hanno accolto i camici bianchi caraibici: con calore, con affetto, e con senso di riconoscenza.
Allo stesso tempo i cubani hanno portato entusiasmo, spirito di servizio, voglia di mettersi a nostra disposizione per aiutare concretamente la sanità calabrese.
Una storia di collaborazione, di dialogo tra diverse culture, di mutuo soccorso. Un’opportunità per noi e per loro. Ed oggi inizia ufficialmente questa bella pagina di storia”.

Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Sanità, Occhiuto al Governo: “Serve riforma coraggiosa per assumere medici”

CATANZARO – “Ho raccolto un sistema sanitario in macerie, sono commissario da un anno e lo sono perché prima di me per 12 anni la sanità della Calabria è stata guidata dal governo nazionale. Per intenderci, non c’è stato un assessore calabrese che si occupasse di governare la sanità, piuttosto ci hanno mandato generali dei Carabinieri o della Guardia di Finanza, spesso senza nessuna competenza in materia di organizzazione sanitaria. Questi commissari dovevano realizzare due cose: migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e accertare il debito della sanità. Non hanno fatto niente”.

Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, intervenendo a “Omnibus”, su La7.

“Io, invece, in un anno sono riuscito a dimostrare che la sanità calabrese non è in deficit, ho addirittura un avanzo di amministrazione quest’anno, e accerteremo entro fine anno, grazie anche alla collaborazione della Guardia di Finanza, il debito.
C’è dunque una grande responsabilità del governo nazionale verso la Calabria, anche se il commissariamento è avvenuto perché la politica calabrese negli anni precedenti aveva fatto disastri.
Ma sulla sanità vorrei che il governo si occupasse davvero delle riforme che servono a tutto il Paese, e ancor di più alla Calabria. Ad esempio, c’è un problema gigantesco che riguarda il reclutamento dei medici che è stato trascurato, anche perché per anni gli Ordini dei medici si sono opposti al numero aperto nelle Università, e non si è investito sulle specializzazioni che sarebbero servite nelle corsie degli ospedali.
Oggi abbiamo difficoltà a reperire medici e a tenere aperti i pronto soccorso, soprattutto in quegli ospedali come Polistena, Locri o Gioia Tauro, nei quali i medici non vogliono andare. Ma sta accadendo anche che molti medici italiani si dimettono dal sistema sanitario pubblico per andare a lavorare a gettone nelle cooperative, dove guadagnano anche dieci volte di più, facendo spendere al sistema sanitario cifre enormi.
Inoltre, tanti giovani medici italiani preferiscono lavorare all’estero, e purtroppo di queste cose la politica nazionale negli ultimi anni non si è accorta.
La sanità è uno di quei settori dove oltre alle risorse occorrono riforme coraggiose nella direzione di consentire ai medici italiani di lavorare in sicurezza negli ospedali e di essere retribuiti come meritano”, ha sottolineato il governatore Occhiuto.

Sos sanità in Calabria. Occhiuto: “Cercasi specializzandi da tutta Italia, ecco il bando”

CATANZARI – “Mentre lavoriamo all’integrazione dei primi medici cubani che arriveranno in Calabria a metà settembre – il progetto avviato con il governo di Cuba va avanti per superare le carenze di organico e per gestire le emergenze -, oggi la Regione – così come concordato con i rappresentanti degli specializzandi, a seguito di una loro precisa richiesta – ha pubblicato una manifestazione pubblica di interesse per reclutare giovani specializzandi da tutta Italia.
 
L’avviso riguarda posti per tutti gli ospedali e per tutte le strutture sanitarie calabresi: da Catanzaro a Polistena, da Cosenza a Locri, da Lamezia Terme a Crotone, da Vibo Valentia a Gioia Tauro.
Cerchiamo specializzandi in medicina e chirurgia d’accettazione d’urgenza, pediatria, anestesia e rianimazione, chirurgia generale, medicina interna, geriatria, malattie dell’apparato cardiovascolare, ginecologia e ostetricia, eadiodiagnostica, ortopedia e traumatologia, nefrologia, oncologia, malattie dell’apparato respiratorio, chirurgia vascolare, chirurgia toracica, psichiatria, e neuropsichiatria infantile.
Speriamo che questa nostra manifestazione possa essere presa in considerazione da tanti giovani medici provenienti dalla nostra Regione e da tutto il Paese.
Siamo pronti ad ospitare nei presidi sanitari calabresi tanti professionisti competenti, motivati, che hanno voglia di darci una mano e di mettersi in gioco”.
 
Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
 
 
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Sanità, Occhiuto: “Reclutare medici in Calabria è difficile. Molti scelgono il privato”

“Reclutare medici è difficile dappertutto, lo è molto di più in Calabria dove ci sono strutture ospedaliere che non garantiscono – e su questo hanno ragione a protestare i medici e gli infermieri, che spesso prestano il loro servizio da veri e propri eroi – adeguate condizioni di lavoro”.

Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un’intervista a Radio 24.

”Alcuni medici sostengono di aver fatto domanda e che questa non sia stata accettata. Non è così: molti di questi sono medici che non hanno la specializzazione. Quelli che devono lavorare in ospedale ad esempio nei reparti di anestesia, chirurgia o piuttosto radiologia, devono essere specializzati. Io ho fatto approvare dal Consiglio regionale una legge per avere la possibilità di inserire in corsia anche medici senza la specializzazione, perché è meglio avere medici senza la specializzazione che non averne affatto, ma questa legge è stata impugnata dal governo nazionale.
E allora che dovevo fare: chiudere gli ospedali? Le nostre aziende sanitarie hanno fatto tantissimi concorsi per le più svariate categorie mediche, e a tempo indeterminato, ma sono andati quasi sempre deserti.

Tra l’altro, un’altra cosa che sta avvenendo in Italia è che molti professionisti della sanità scappano dal sistema pubblico per andare in quello privato, oppure in talune cooperative.
Pensiamo a un giovane anestesista: se viene assunto nel servizio pubblico guadagna circa 2.300 euro al mese, se invece va nel privato 2.300 euro li guadagna in appena due giorni.
E chiaro che in questa situazione è impossibile tenere aperti gli ospedali, ancor di più in Calabria.
Io i miei ospedali non li chiudo, non privo i cittadini calabresi del loro diritto alla cura.
Quello sottoscritto con Cuba è un accordo approfondito che personalmente ho esplorato in ogni suo aspetto. C’è una norma nazionale, approvata all’inizio dell’emergenza Covid, che dà la possibilità di utilizzare medici extracomunitari. È evidente che l’emergenza nella mia Regione purtroppo è strutturale.

Ho raccolto il governo della sanità calabrese come commissario da novembre, ma per 12 anni questa sanità era stata commissariata da commissari che non avevano avuto la capacità né di accertare il debito, né di migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie. Commissari nominati dai governi nazionali senza che gli stessi governi assegnassero grande importanza al loro lavoro. Io adesso ho il dovere di agire”.

“Medici cubani? Non toglieranno un solo posto a quelli italiani”

“Si è arrivati al reclutamento dei medici di Cuba perché la sanità calabrese è al collasso, ma il problema del reclutamento dei medici è un problema che hanno anche tutte le altre Regioni italiane. Ancor di più ce l’ha Calabria, che ha un sistema sanitario poco attrattivo, in cui molti concorsi a tempo indeterminato – e ne stiamo bandendo tanti – sono andati deserti”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un’intervista a Radio 24.

“Abbiamo assunto tutti gli specializzandi in nostro potere, ma non bastano, per cui rischiavo di dover chiudere presidi ospedalieri e reparti di pronto soccorso.
Io non posso stare con le mani in mano: una sola vita salvata grazie a qualche medico in più in ospedale vale più di mille polemiche.
Faremo altri concorsi a tempo indeterminato, e cercheremo di inserite inventivi affinchè questi possano essere più attrattivi. Il nostro obiettivo è quello assumere il più possibile medici italiani e calabresi: i cubani non toglieranno un solo posto di lavoro ai nostri camici bianchi.
Ma nel frattempo c’è da governare l’emergenza, e c’è da garantire il diritto alla salute ai cittadini.
E vorrei dire che questi medici di Cuba non guadagneranno più dei loro colleghi italiani: anzi, il costo aziendale medio per un medico nel nostro Paese è di 6700 euro al mese, assai maggiore di quello che pagheremo noi alla società statale del governo cubano.
L’alternativa sarebbe stata quella che stanno praticando tante Regioni, e purtroppo anche la Calabria negli ultimi mesi, vale a dire quella di far ricorso a società di lavoro interinale che forniscono medici al costo a volte anche di 1000 euro al giorno, quindi 30mila euro al mese.
È una situazione inaccettabile. Ho deciso che gli ospedali debbano rimanere aperti comunque, e sono contento di aver stipulato questo accordo”.

Il caso dei medici cubani in Calabria. Uil: “per loro 2,3 milioni al mese”

CATANZARO  – “Che la Sanità in Calabria si sapesse rappresentasse il comparto economico più importante, e pertanto quello che per anni ha creato i più significati deficit da parte delle ASP regionali non vi è dubbio alcuno, ma che all’inizio di un mandato da Governatore e alle porte di una campagna elettorale per le politiche diventasse oggetto di interesse mediatico tale per la scelta del Roberto Occhiuto di aprire all’ assunzione diretta di 500 medici cubani per coprire il fabbisogno professionale territoriale, ha davvero dell’ inverosimile”. Lo afferma in una nota il responsabile Uil della specialistica ambulatoriale Vincenzo Maria Romeo.

“Ma sono due – prosegue – i passaggi significativi che in questo Agosto meritano attenzione da parte dei cittadini: il Consiglio regionale approva a fine luglio la proposta di legge numero 88 (“Modifica all’articolo 65 della legge regionale del 12 giugno 2009”), che ha abrogato la riduzione del 20% del trattamento economico dei vertici di Asp e Aziende ospedaliere, stabilita nel 2009 con una norma del Collegato alla manovra finanziaria della Regione: vengono pertanto aumentati gli stipendi dei manager con un costo aggiuntivo di oltre 400mila euro per il 2022 e di circa un milione per il 2023-2024; il Governatore firma in data 18.08.22 un accordo con un’agenzia intermediaria di Cuba per arruolare 497 medici: si prevede un budget di 4.700 euro per medico, di cui 1200 euro come importo forfettario netto mensile a copertura delle spese di mantenimento: se si ipotizzasse tale possibilità a pieno organico, si prevede un esborso di oltre 2,3 milioni di euro al mese e di complessivi circa 28 milioni all’anno. Si rimane attoniti dinnanzi a tali scelte, senza capirne il senso consequenziale: i medici fuggono dalla Calabria per impossibilità ad essere contrattualizzati a tempo indeterminato (la maggior parte dei concorsi indetti sono precari tempi determinati rinnovabili semestralmente che tengono con l’acqua alla gola ogni ipotesi di sistemazione strutturale e di prospettiva), per l’inesistente tutela che hanno nei presidi territoriali dove, messi in trincea, diventano strumento alla mercé di cittadini che riversano su loro la frustrazione di servizi inesistenti e/o inefficienti ed istituzioni che li ‘strizzano’ all’inverosimile ben oltre le 38-40 ore di contratto senza alcuna riconoscenza ne retribuzione, nonché per la conosciuta impossibilità di meritocrazia che non consente di costruire carriere se non altrove, per logiche territoriali di ‘baronato’ che ben si conoscono.

Era così semplice utilizzare i soldi dati in più ai manager, nonché quelli previsti da questo scellerato accordo, per coprire bene e pagare dignitosamente il personale sanitario, rispettare gli extra e la disponibilità che viene data, nonché consentire di aumentare il rapporto numerico medico-paziente atto a poter tenere aperte o programmare unità operative semplici o ambulatori che oggi risultano a rischio chiusura, o lo sono già. Se si può derogare per il fabbisogno su procedure d’ urgenza per i medici cubani, per quale motivo non lo si può fare per quelli calabresi che annualmente completano gli studi e fuggono al Nord? Senza parlare ovviamente della valutazione di compatibilità dei titoli, dei CV studiorum, delle problematiche linguistiche, e di quant’ altro.

Non era forse Occhiuto ad aver iniziato il suo mandato dicendo che avrebbe fatto rientrare in Calabria professionisti e risorse emigrate al Nord dando loro la possibilità di dare il loro contributo verso la loro regione natia? Quale logica politica c’è dietro questa scelta?”. “Il sindacato UIL FPL – conclude Romeo – prende posizione di biasimo per quanto avvenuto, nell’ intenzione di tutelare i medici calabresi in tutte quelle forme che possano essere messe in atto per dare loro la giusta dignità lavorativa, e consentire, se davvero queste ingenti somme sono disponibili, di consentire una programmazione veloce ed efficace di servizi sanitari da presentare ai cittadini per non solo coprire il fabbisogno in urgenza, ma evitare l’emigrazione sanitaria di personale ed utenti”.

Bortoletti, il subcommissario mai entrato in servizio in Calabria. Il Governo lo revoca

CATANZARO – Si chiude un altro capitolo per la sanità calabrese.Il colonnello dei carabinieri Bortoletti, da oltre 6 mesi a questa parte, non è mai entrato nel pieno delle funzioni a causa di ostacoli di natura burocratica con l’Arma. Ora la sua attività (designato per affiancare Roberto Occhiuto) in realtà mai iniziata si chiude, e al suo posto il Consiglio dei ministri ha proceduto ad una nuova designazione dopo aver revocato la nomina dell’ufficiale dei carabinieri.

“Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco, ha deliberato l’assegnazione – recita la comunicazione che arriva da Palazzo Chigi – al dott. Ernesto Esposito del compito di affiancare, quale sub-commissario unico, il Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario della Regione Calabria nella predisposizione di tutti i provvedimenti da assumere in esecuzione dell’incarico commissariale”.

Oss pugliesi per la Calabria. Ma “Cosenza ha una graduatoria di oltre 600 in attesa”

COSENZA – Monta la protesta degli Operatori Socio Sanitari della graduatoria di Cosenza che hanno fatto sapere “al presidente del consiglio comunale di Catanzaro Marco Polimeni, che promuove gli idonei della graduatoria oss pugliese per sopperire alla grave carenza di questa figura deficitaria (operatore socio sanitario), non solo a Catanzaro ma in tutta la regione, che per ricoprire questa figura si può tranquillamente attingere dalle due graduatorie attive nella nostra regione. Cosenza ha una graduatoria di oltre 600 oss che ancora aspettano una chiamata da parte delle aziende sanitarie calabresi, così come anche Vibo, che oramai conta veramente pochi elementi ancora da sistemare”.

“Le aziende sanitarie calabresi ogni giorno promuovono nuovi bandi come se non ci fosse un domani, come spesso accade prima delle elezioni si promettono posti a tempo determinato, questo è un gioco sbagliato che crea solo precariato, che il più delle volte porta a fare guerre tra poveri, si, perché se da una parte chi ha lavorato per alcuni mesi a tempo determinato tenta il tutto per tutto per farsi stabilizzare, con l’aiuto dei sindacati, dall’altra parte ci sono gli idonei che hanno studiato e superato tre prove concorsuali, e ci teniamo a ricordare che per entrare nella pubblica amministrazione ci si entra solo tramite concorso, ovvero vincita’ o idoneità. Con questo ennesimo appello di aiuto vorremmo ricordare al nostro presidente di regione, non che commissario acta alla sanità, che lui è stato il primo a investire tutto sulla sanità e che aspettiamo con ansia un suo aiuto nel fare scorrere le graduatorie a tempo indeterminato”.

“Ci sono numeri che fanno ben sperare a noi ma al contempo fanno capire quanta carenza c’è nelle varie aziende.
Solo all’asp di Reggio Calabria mancano oltre 439 oss, al Pugliese Ciaccio di Catanzaro 130, all’Asp di Cosenza 120, all’appello mancano ancora i tre nosocomi cosentini, il gom di Reggio Calabria , le asp di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone. Se si cominciano a sistemare le cose, anche partendo dagli oss, probabilmente la sanità calabrese ricomincerebbe a prendere respiro, solo all’Annunziata ci sono oss che continuano a fare doppi turni, prestazione aggiuntive e poi non possono andare in ferie perché non c’è chi potrebbe coprire i turni”.

“Vogliamo anche ricordare ai politici che di recente il Consiglio di Stato pur respingendo la sospensiva ha però riformato la motivazione del Tar Calabria riconoscendo il nostro diritto allo scorrimento della graduatoria di Cosenza. I giudici hanno motivato inserendo un dato cronologico sulla pubblicazione della nostra graduatoria. L’appello era stato presentato dagli Avvocati Ciambrone e Mascaro che ora ci rappresenteranno, unitamente all’Avv. Danilo Granata, per l’impugnazione della selezione dell’ASP di Crotone. Se i politici poco lungimiranti continueranno a calpestare i nostri diritti, noi continueremo a rivolgerci ai magistrati amministrativi e anche a quelli penali affinché valutino eventuali ipotesi di reato a carico di coloro che pensano di giocare sulla

Sanità, Spirlì chiede l’azzeramento del debito al Governo

CATANZARO – Il presidente della Regione, Nino Spirlì, chiede al Governo l’azzeramento del debito sanitario della Calabria.

Dopo aver avanzato la stessa istanza ai vari rappresentanti dell’esecutivo incontrati in questi giorni a Roma, il presidente Spirlì scriverà al premier, Mario Draghi, per chiedere un incontro specifico sulla questione.

«Oggi – dichiara Spirlì – ho avanzato la richiesta anche al ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo aver interessato anche molti altri rappresentanti del Governo, tra cui il commissario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, i ministri dell’Interno e degli Affari regionali,  Luciana Lamorgese Maria Stella Gelmini, i sottosegretari Dalila NesciFrancesco SassoClaudio Durigon e Nicola Molteni. Della questione ho investito anche il segretario federale della Lega, Matteo Salvini».

«A tutti – spiega Spirlì – ho chiesto l’azzeramento dei debiti dell’Asp di Reggio Calabria e di una parte di quelli dell’intero comparto sanitario regionale. È, questa, l’unica condizione per poter avviare una nuova politica sanitaria in Calabria. Senza questo atto, non serviranno a nulla nemmeno altri cento commissari ad acta».

«Di tutto questo – conclude – voglio parlare anche con il presidente del Consiglio Draghi, al quale scriverò per chiedere un incontro il prima possibile».