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Anche in Calabria un’altra Sanità è possibile

<<La visita del ministro Beatrice Lorenzin a Reggio Calabria per inaugurare centri di eccellenza, come la cardiochirurgia, il pronto soccorso e la prima Medicina robotica in Calabria che fanno parte degli Ospedali Riuniti, è stata anche l’occasione per fare chiarezza su una serie di questioni che riguardano il futuro della sanità regionale>>. E’ quanto sostiene in una nota Mario Marino regionale della Cisl Medici soffermandosi sulle parole del ministro <<anche in Calabria un’altra sanità è possibile>> che richiamerebbero le parti in causa ad un diverso atteggiamento da mantenere. Secondo Marino la tensione fra Giunta Regionale e l’Ufficio del Commissario, che traspare anche dalle parole della Lorenzin, rischia di procrastinare oltre il 2018 l’uscita dal Piano di Rientro e dal Commissariamento.
Il sindacato condivide quindi  la dichiarazione del ministro quando ha speso parole di apprezzamento verso Scura e Urbani augurandosi che la  Sanità calabrese possa uscire furori dal piano di rientro nel 2018 ma nello stesso tempo si ritiene fortemente preoccupato per la situazione in cui versano alcune aziende sanitarie calabresi, in preda alla confusione e alla precarietà, con atti aziendali ancora da definire.

Sanità: il Ministro Lorenzin dice sì alla rimodulazione del piano di rientro dal debito sanitario

Mario OliverioROMA – Il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha ottenuto da Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute, l’attivazione di un tavolo specifico per la rimodulazione del piano di rientro dal debito sanitario in Calabria: questo quanto emerge, di positivo, dall’incontro di questa mattina, presso il Ministero della Salute, tra lo stesso Oliverio, accompagnato da Franco Pacenza, Delegato alla Salute, da Riccardo Fatarella, Direttore Generale del Dipartimento, e la Lorenzin, assistita a sua volta dal Direttore Generale della Programmazione, Botta. Il Ministro, quindi, ha accettato la richiesta avanzata negli scorsi giorni dal Governatore calabrese, che chiedeva, appunto, di rimodulare il piano di rientro, sottoscritto tra Governo e Regione ormai nel 2009. La situazione non è delle megliori e la Calabria detiene, purtroppo, il primato tra le regioni italiane non in linea con gli standard previsti in materia di sanità. Dato, questo, sintomo di una realtà che vede sempre più calabresi cercare la loro salute altrove, con conseguente danno finanziario per la regione stessa. Gli ultimi dati, infatti, stimano a 278 milioni di euro la mobilità passiva della Calabria e, nel frattempo, i cittadini calabresi pagano addizionali tributari tra i più esosi a livello nazionale. La situazione è stata ulteriormente resa difficoltosa dall’avvicendarsi di esperienze commissariali.

Secondo Oliverio, in questi sette anni i vincoli e gli strumenti programmatici nel sistema sanitario nazionale sono mutati, rendendo ancor più evidente lo stato regressivo della sanità locale, rendendo necessaria una risoluzione immediata. Per questa ragione, il Ministro Lorenzin si è impegnata a costruire, nei prossimi giorni, un tavolo di verifica bilaterale, per rendere certezza il superamento dei piani di rientro.

Sanità in Calabria. L’on Laratta presenta al ministro Balduzzi l’esposto-denuncia

ROSSANO (CS) – L’on Franco Laratta ha presentato stamane al governo un’interrogazione urgente sulla sanità in Calabria. Il testo chiede al Governo delle risposte concrete per risolvere il degrado che riguarda la maggior parte degli ospedali calabresi.

L’on Laratta nel suo esposto-denuncia fa presente che: “In seguito alle scelte operate dal Commissario Scopelliti con il Piano di Rientro dal deficit, la rete ospedaliera è stata di fatto smantellata.  La chiusura, o il ridimensionamento drastico, di 17 piccoli ospedali, senza una riqualificazione adeguata e indispensabile degli ospedali rimasti operativi, ha provocato un vero e proprio caos. I pronto soccorso degli ospedali operano in condizioni assurde, tanto che risulta essere sempre più a rischio la sicurezza dei pazienti costretti a farvi ricorso.  Ma in preda a confusione e caos è la grandissima parte dei Reparti ospedalieri, in condizione di abbandono e  privati del personale necessario, del tutto insufficienti a far fronte alle necessità dei pazienti. Gli ospedali appaiono così, quotidianamente, in preda alla confusione, nel generale smarrimento dei medici e del personale, che sono le ‘altre vittime’ del caos-sanità in Calabria”.

L’ on Laratta insieme al consigliere regionale calabrese Carlo Guccione ha avuto modo di visitare, in questi ultimi mesi, gli ospedali di Cosenza, Rossano, Corigliano, Paola, Cetraro, Castrovillari, Praia, Trebisacce, Cariati, Vibo Valentia,  Rogliano, San Marco Argentano, Lungro, Acri, San Giovanni in Fiore, verificando una condizione ormai del tutto insostenibile.

Nell’esposto l’on Laratta sottolinea come : “Particolarmente grave è risultata, nel corso dell’estate appena terminata, la condizione degli ospedali delle zone turistiche del cosentino (in particolar modo quelli di Paola, Cetraro, Rossano e Corigliano) dove i pronto soccorso (ormai privati di tutto)  sono stati letteralmente presi d’assalto. E proprio la condizione di uno di questi ospedali, quello di Rossano (per la verità  molto simile a quella di altri), risulta così grave che, dopo il lungo silenzio del Commissario Scopelliti, è stato necessario presentare un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Rossano, affinché verifichi se si siano consumati reati ai danni dei cittadini, fino a mettere in forse il costituzionale diritto alla salute e in dubbio i livelli essenziali di assistenza e cura”.

Alla luce di tutto ciò chiede al Presidente del Consiglio e al Ministro della Sanità: “Se il governo sia a conoscenza delle condizioni della sanità calabrese; cosa intenda fare affinché sia garantito il diritto alla salute e i livelli minimi di assistenza; come intenda operare in merito a quanto descritto nell’esposto-denuncia relativo alle gravi condizioni dell’ospedale di Rossano (Cs); se non intenda verificare nel dettaglio le condizioni in cui sono stati costretti a funzionare gli ospedali calabresi, in particolare quelli di Rossano, Corigliano, Rossano, Paola , Castrovillari e Cetraro; se  sia a conoscenza del rischio che corrono le popolazioni delle aree interne calabresi ( in particolare quelli di San Giovanni in Fiore e Acri in provincia di Cosenza) dove operano in condizioni del tutto insufficienti i sedicenti “ ospedali di montagna” ,  ridotti in realtà a veri e propri ambulatori; se sia a conoscenza del funzionamento delle cosiddette ‘Case della salute’ che avrebbero dovuto prendere il posto dei piccoli ospedali soppressi, e che ancora non sono state messe nelle condizioni di dare risposte ai pazienti, che ormai vagano nel vuoto di una regione che non sa più garantire le cure ai propri cittadini”.