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Fibrosi cistica, ricoveri bloccati per carenza di personale. I pazienti: per noi vengono meno delle cure vitali. Martedì 3 sit-in di protesta

fibrosi cistica_il centro_6Lamezia Terme (CZ) – «Dove e come dobbiamo curarci? Da mesi chiediamo risposte chiare, ma ci hanno abbandonato: sappiamo solo che, senza il centro in Calabria, per noi vengono meno delle cure vitali», questa la drammatica denuncia dei pazienti calabresi affetti da fibrosi cistica e dei loro familiari. Martedì 3 p.v., dalle ore 9.30, faranno un sit-in di protesta proprio per chiedere risposte sul destino del centro regionale fibrosi cistica. Faranno tappa presso la direzione sanitaria del presidio ospedaliero di Lamezia Terme (sede del centro), gli uffici amministrativi dell’Asp di Catanzaro e il palazzo della Regione (sede del dipartimento tutela salute).

I timori espressi in questi mesi si sono concretizzati: da ieri, venerdì 30 ottobre, il centro regionale fibrosi cistica, ubicato presso l’ospedale ‘Giovanni Paolo II’, è stato costretto a sospendere i ricoveri per carenza di personale medico e infermieristico. Colpite anche le altre attività garantite dal centro (assistenza quotidiana, prevenzione, ricerca, diagnosi) .

Ma la fibrosi cistica è una malattia molto grave: i pazienti non possono permettersi sconti e abbandoni da parte delle istituzioni. Sperano che si possa trovare una soluzione definitiva, anche perché la chiusura del Centro rappresenterebbe un enorme spreco di denaro pubblico e del lavoro fatto fin qui (oltre 300 mila il centro_vistaeuro per l’apertura e formazione del personale). Nonostante i problemi e la precarietà, infatti, il centro ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001 e ha ridotto l’emigrazione sanitaria quasi a 0. Intanto il senatore Nicola Morra ieri ha ha portato la vicenda in Senato con una decisa interpellanza al Presidente dell’assise..

Eccellenza e precarietà del personale: centro a rischio – Pazienti e genitori sono molto grati al personale che fino a oggi ha garantito le attività e l’eccellenza del centro, nonostante la precarietà (3 medici precari su 4) e la carenza di organico rispetto agli standard europei. Fino a oggi il personale è stato formato da una psicologa (Maria Furriolo), un fisioterapista (Pietro Ragno), tre dottoresse (Rosa Fasano, Elisa Madarena, Barbara Vonella), cinque infermieri (Immacolata Bilotta, Giustano Fiaschi,Pietro Lucchino,Rosalba Mercuri,Giuseppe Nicotera) e una caposala (Angela Dattilo). Il centro è diretto dal

Uno studio del nuovo centro
Uno studio del nuovo centro

dottore Giuseppe Tuccio.

Le tre dottoresse e il fisioterapista non sono stati assunti, ma hanno ricevuto una borsa di studio che non garantisce alcun diritto, coperta dai fondi della legge 548 del ’93 per le dottoresse e dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica nazionale per il fisioterapista. Queste figure hanno profili eccellenti e stanno frequentando prestigiosi master con fondi pubblici: prima sono stati formati e ora vengono sottratti al centro regionale fibrosi cistica. In questo modo, viene meno il legame di fiducia medico-paziente, fondamentale per i pazienti che vedono i medici per tutta la vita, e si perde il lavoro e l’investimento fatto fino a ora.

La dottoressa Vonella, dopo 2 anni di precariato e dopo aver rifiutato diverse chiamate fuori regione, è stata costretta ad andare in Lombardia per un posto a tempo indeterminato che la porterà lontano dalla sua famiglia e le lascia l’amarezza di non poter restare con i pazienti calabresi. La dottoressa Madarena, al momento, è a rischio di essere allontanata dal centro. In reparto restano il direttore del centro, il dottore Giuseppe Tuccio, e la dottoressa Fasano, borsista precaria. A fine anno scade anche la borsa di studio della LIFC (Lega Italiana Fibrosi Cistica) del fisioterapista. Gli infermieri, già insufficienti, sono ridotti a 4 per motivi contingenti.il centro_2

In queste condizioni il centro è stato costretto a sospendere i ricoveri. Ma la limitazione colpisce anche altre attività legate all’assistenza quotidiana, alla ricerca, alla diagnosi e alla prevenzione, come screening neonatale, test del sudore, day hospital.

Ricordiamo che il centro è l’unico posto in Calabria dove si effettua il test del sudore con la metodica Gibson e Cooke,l’unica standardizzata e validata a livello mondiale.

Già il centro, nato come struttura autonoma, aveva subito un duro colpo con l’accorpamento a pediatria, previsto dal decreto n.2 del 9.4.2015 a firma del Commissario per il piano di rientro della spesa sanitaria, Ing. Massimo Scura, che fa indietreggiare la cura di decenni. Infatti chi ha concepito questo decreto – visto che il Commissario ha dichiarato pubblicamente di averlo solo firmato ma non ideato – non ha tenuto conto dell’innalzamento dell’età media di vita dei pazienti FC (oggi 40 anni), e di tutte le necessità fisiologiche dovute all’età, incompatibili con la pediatria.

 

La storia del centro e i risultati ottenuti – Fino all’apertura nel 2014 del nuovo centro autonomo a Lamezia Terme, il centro è stato ubicato presso il reparto di pediatria dell’Ospedale di Soverato. Dal 1982, grazie all’opera del dottore Pasquale Alcaro e del direttore del centro nazionale Gianni Mastella, il reparto ha funzionato da punto di supporto al centro nazionale di Verona. Nel 1996 vi è stato istituito il ospedale Lamezia termecentro regionale per delibera di giunta regionale, collegato con gli altri centri italiani. Dal 2004 è stato avviato lo screening neonatale

Il centro di Lamezia Terme ha attualmente in carico 140 pazienti afferenti da tutta la regione. Metà dei pazienti ha un’età superiore ai 18 anni. Il più piccolo paziente ha 2 mesi di vita, il più grande 53 anni. Sono seguiti inoltre circa 20 pazienti con sindromi bronchiectasiche correlate alla Fibrosi Cistica.

I pazienti sono passati da 70 a 140, quindi il centro ha ridotto la drammatica emigrazione sanitaria quasi a 0. Quest’anno, ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001 e ha all’attivo studi pubblicati, collaborazione con altri reparti, uso di farmaci innovativi, progetti di ricerca in collaborazione con i più importanti centri di riferimento delle altre regioni italiane. Per complessità di cure, nell’ospedale di Lamezia, è secondo solo al reparto di terapia intensiva.

 

La fibrosi cistica e la legge 548 del 1993 – La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa nel mondo occidentale, solo nel nostro Paese conta oltre 2 milioni e mezzo di portatori sani in grado di fibrosi cistica_centro lamezia termetrasmettere la malattia ai propri figli. Questa malattia colpisce un neonato su 2500: ogni settimana quattro bambini si scoprono essere affetti da questa malattia per la quale non esiste una cura definitiva. La loro vita sarà segnata da difficoltà a respirare, continui ricoveri in ospedale, aerosol, fisioterapia respiratoria quotidiana, pillole ingerite per digerire. Negli anni Sessanta i bambini non superavano l’infanzia, oggi i bambini affetti dalla fibrosi cistica hanno un’aspettativa media di vita fino ai 40 anni e oltre, grazie alla ricerca e alla qualità dell’assistenza.

La legge 548/93 ha notevolmente migliorato la qualità di vita dei pazienti precisando le competenze richieste ad un Centro Fibrosi Cistica, fissandone l’istituzione in ogni regione italiana e prevedendo anche un finanziamento dedicato per l’assistenza e per la ricerca. Secondo la legge, «le regioni istituiscono, a livello ospedaliero o universitario, un CENTRO SPECIALIZZATO di riferimento con funzione di prevenzione, di diagnosi, di cura e di riabilitazione dei malati, di orientamenti e coordinamento delle attività sanitarie, sociali, formative ed informative e, dove esistano le condizioni adeguate, di ricerca sulla fibrosi cistica».

 

 

Federazione Italiana lavoratori : subito le dimissioni di Scura

REGGIO CALABRIA – La Federazione Italiana Lavoratori, attraverso le parole del Segretario Generale, wsdGiuseppe Martorano, esprime il proprio dissenso riguardo l’incontro di domani, 15 ottobre, proposto dal Sindaco reggino Giuseppe Falcomatà, tra il Commissario Scura e i Sindaci della Città Metropolitana. Si tratterebbe, infatti, solo di ripetere quanto già detto nel precedente incontro del 17 settembre, organizzato dal Presidente della Conferenza dei Sindaci Giuseppe Varacalli che, alla presenza dei primi cittadini di Melito, Scilla, Polistena, Locri, Gioia Tauro, Oppido Mamertina, aveva evidenziato le lacune del piano proposto da Scura e le esigenze dei comuni.

Pertanto, la Federazione Italiana Lavoratori – Settore sanità, ribadisce la necessità delle dimissioni di Scura e del subcommissario Urbani, inadeguati nell’affrontare i molteplici problemi della sanità calabrese. L’invito della Fil è rivolto a tutti i Sindaci e chiede loro di disertare l’incontro di domani, per prendere invece parte alle manifestazioni di protesta, previste per il 17 e il 24 ottobre prossimi, rispettivamente a Locri e Polistena.

Il Consigliere provinciale Verrengia: “Non si mortifichi l’attività professionale della Cardiologia al Pugliese di Catanzaro”

Provincia_di_Catanzaro-StemmaCATANZARO – Il consigliere provinciale Emilio Verrengia ha espresso la sua perplessità riguardo l’integrazione delle Aziende Universitaria e Ospedaliera. Sentimento, questo, condiviso in pieno dal dottor Antonio Gallucci, direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e da Francesco Cassadonte, Direttore f.f. SOC di Cardiologia e da loro espresso in una missiva destinata ai Presidenti di Regione e Provincia, al Sindaco e al Commissario “ad acta” per il Piano di Rientro, al Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute e al Prefetto di Catanzaro.

“Il fatto che dopo l’unificazione giudirica delle due Aziende, le attività dell’Interventistica Cardiologica verrebbero da subito effettuate esclusivamente nelle Sale Operatorie di Germaneto scindendole così dai Reparti di degenza di UTIC e di Cardiologia, che rimarrebbero nell’attuale sede del “Pugliese”, e che quindi le attività della Cardiologia, della Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC) e dell’interventistica Cardiovascolare (Emodinamica ed Elettrofisiologia) dell’Ospedale “Pugliese” rimangano tali e si esplichino nell’attuale sede, fino a quando non sarà costituita giuridicamente l’Azienda Unica – ha affermato Verrengia – andrebbe a sconvolgere il normale funzionamento del percorso dell’emergenza-urgenza per come previsto dalle attuali normative per un Dipartimento di Emergenza Accettazione (DEA) di secondo livello”.

Secondo Verrengia, quindi, in questo modo si romperebbe la catena dell’emergenza in cui fondamentale è il “fattore-tempo”, mentre “Ad oggi il percorso virtuoso c’è: è coordinato e integrato fra il Pronto Soccorso, l’UTIC e l’Emodinamica, in perfetta efficienza nella sede del Presidio Ospedaliero “Pugliese” di Viale Pio X”, ha continuato. “Non posso, quindi, che concordare con quanto espresso dal presidente della Provincia, Enzo Bruno, in merito alla necessità che le tante strutture riabilitative del “Pugliese” che rispondono alle esigenze assistenziali in emergenza e in elezione debbano essere salvaguardate e condotte ad un’equilibrata integrazione nella Azienda ospedaliera unica di Catanzaro. Le attività e le professionalità del settore cardiologico che si è distinto per l’elevata qualità di interventi e prestazioni non possono, e non devono, essere mortificate”.

Rossano: il Consiglio comunale chiede garanzie sulla sanità nella Sibaritide

ROSSANO (CS) –  L’assemblea civica cittadina di Rossano si è riunita ieri pomeriggio in seduta imagesstraordinaria convocata dal Presidente Vincenzo Scarcello per discutere sulla sanità nella Sibaritide, anche in vista della prossima entrata in vigore del Piano di Rientro varato dal commissario ad acta Massimo Scura.

Garanzie sull’efficienza del sistema sanitario: è questo quello che viene richiesto dal Consiglio comunale, come si legge nella delibera, firmata dai gruppi di Maggioranza e Minoranza: “ È auspicabile una migliore razionalizzazione dell’assetto sanitario, che tenga conto della logistica esistente e dell’attuale organizzazione strutturale, in modo da garantire per gli ospedali di Rossano e Corigliano una permanenza significativa sul territo”.

Restano le perplessità sul Piano di rientro. Infatti, al momento, per fronteggiare le criticità, sarebbe logico supporre, per l’esistenza nell’ospedale di Rossano del Reparto di Anestesia e Rianimazione, un trasferimento al “Giannettasio” di quei reparti cosiddetti caldi, e cioè Chirurgia e Ginecologia che, per la loro natura necessitano del supporto della Rianimazione, dell’Elisoccorso e del Centro trasfusionale, già operativi nella struttura ospedaliera. Invece, si legge nella delibera “le preoccupazioni del Sindaco e del Consiglio comunale di Corigliano calabro, seppur astrattamente condivisibili, in concreto non trovano giustificazione, considerata la possibilità di implementazione nell’area medica dell’Ospedale “Compagna” di unità operative quali l’Allergologia, la Pneumologia, la creazione di una Stroke Unit presso il reparto di Neurologia ed il servizio di Endocrinologia con possibilità di esecuzione di Scintigrafia tiroidea. Così da poter consentire da un lato l’erogazione di tutti quei servizi che attualmente mancano sul territorio e, dall’altro, impedire la migrazione sanitaria presso specialisti o centri specialistici fuori dall’ambito della Sibaritide”.

Il Consiglio comunale rossanese chiede anche un ulteriore chiarimento a Scura riguardo lo Spoke Corigliano-Rossano: il commissario, infatti, aveva garantito la permanenza delle due strutture ospedaliere di Rossano e Corigliano Calabro. Questo però prima della sentenza del Consiglio di Stato che ha ribadito la necessità per i cittadini del bacino dell’Alto Jonio di usufruire dell’Ospedale di Trebisacce. La richiesta dell’amministrazione rossanese è che, nonostante il Decreto Stato-Regioni che prevede al massimo due Spoke per ambito provinciale, continui a permanere nel bacino della ex Asl n.3 la struttura ospedaliera di Trebisacce avente come Spoke di riferimento quello di Corigliano-Rossano, eliminando così lo spettro della convergenza del nosocomio dell’Alto Jonio nell’ambito dello Spoke di Castrovillari che andrebbe difatto a sopprimere lo Spoke dell’Area urbana. Ciò in attesa della realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide, non più procrastinabile, di cui dovrà farsi garante il presidente Oliverio.

 

 

 

Indagine della Federazione Italiana lavoratori nelle strutture ospedaliere del reggino

wsdREGGIO CALABRIA – La Federazione Italiana Lavoratori ha in programma di svolgere nei prossimi giorni un’indagine esplorativa sulle Strutture Ospedaliere della Provincia reggina, comprese anche quelle convenzionate. Giuseppe Martorano, Segretario Generale, Antonio Cogliandro, Francesco Anoldo Scafaria e Salvatore Denaro, delegazione della FIL-Sanità, incontreranno i funzionari delle strutture della provincia, verificandone i punti di forza e i malfunzionamenti, in vista dell’incontro con la nuova terna commissariale a cui illustrare problematiche che funestano l’ambito sanitario, causando disagi a utenti e personale.

L’obiettivo della FIL è quello di far chiarezza sulla questione della sanità calabrese: per questo motivo è stato chiesto già un incontro al Prof. Riccardo Fatarella, Dirigente Generale del Dipartimento Regionale della Sanità, per discutere anche e soprattutto delle problematiche occupazionali di infermieri professionali, medici e operatori socio-sanitari, legate alla stabilizzazione del precariato, alla mobilità, allo scorrimento della graduatoria dell’ultimo concorso, nonchè alla programmazione di un concorso nuovo per i neo laureati.

Sanità/Mundo-Geraci: “sindaci hanno il dovere di rivendicare”

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CORIGLIANO (Cs), Sabato 12 Settembre 2015 – Evidentemente la vicenda e la lezione del Tribunale di Rossano, contro la cui ingiusta soppressione tutte le istituzioni del territorio hanno trovato la necessaria unità, a supporto delle forti proteste popolari che vi sono state, ha insegnato poco o nulla.

Se è vero che oggi c’è un’evidente difficoltà a far emergere e prevalere la stessa unità istituzionale e territoriale sulle battaglie di civiltà e di buon senso che nella Sibaritide continuano ad esser portate avanti, a tutela del diritto alla salute e di una normale fruizione dell’offerta sanitaria locale. L’isolazionismo ha prodotto soltanto danni nel nostro territorio, soprattutto nei confronti di quanti hanno ritenuto per troppo tempo di essere isole felici o di godere di posizioni privilegiate. La protesta, anche forte e drastica, contro quella che resta, ad ogni evidenza, una gestione dall’alto della sanità in questo territorio, scellerata e pericolosa per gli utenti costretti ad emigrare, esige massima coesione.

Non servono gli equivoci, i tentennamenti o gli arroccamenti. Né servono ricostruzioni giornalistiche o linee editoriali destinate soltanto a creare disunione nel territorio. – Così come si fa stamani su un settimanale distribuito gratuitamente nell’Area Urbana Corigliano-Rossano, nel quale si promuove il commissario regionale alla sanità SCURA “per il coraggio e la coerenza nell’azione di riorganizzazione sanitaria”, mentre vengono addirittura censurati i due sindaci di Trebisacce e di Corigliano. – Il primo perché falsamente accusato di aver “incalzato il clima di tensione nella folla” contro Scura in occasione del consiglio comunale aperto svoltosi nei giorni scorsi nell’alto jonio. Il secondo perché avrebbe “travalicato le reali funzioni e competenze assegnategli dalla legge”, avendo dimostrato l’anti-economicità e l’assurdità e, quindi, rivendicato la contrarietà dell’Amministrazione Comunale e della Città allo spostamento del reparto di Chirurgia da Corigliano a Rossano.

Legittime, autentiche e dirette espressioni democratiche delle volontà popolari, i primi cittadini hanno il diritto ed il dovere di interpretare e manifestare le esigenze, le ambizioni ed anche le giuste rivendicazioni delle cittadinanze rispetto a decisioni che, proprio come nel caso della sanità, vengono da troppo tempo assunte male, altrove, nella più totale sconoscenza dei territori e calate dall’alto. Altro che ingerenza della politica!

Del resto, se dovesse passare il paradossale teorema, secondo cui protestare, così come hanno fatto e fanno anche i sindaci di Corigliano e di Trebisacce insieme a tanti altri colleghi, contro le decisioni assunte da altri organi o istituzioni e calate dall’alto sui territori che ne subiscono tutte le conseguenze, equivale a travalicare le proprie competenze e funzioni, allora ognuno di noi avrebbe già ampiamente travalicato le proprie specifiche competenze, protestando contro l’ingiusta chiusura del Tribunale di Rossano, perché decisa da altre istituzioni e travalicherebbe le proprie funzioni protestando, così come stiamo facendo insieme, contro le trivellazioni delle multinazionali nello jonio, perché decise ed autorizzate da altre istituzioni.

Amantea cerca un nuovo accordo con la Croce Rossa Italiana

Giusi OssoAMANTEA (CS) – Nel corso degli anni i volontari della sezione nepetina della Croce Rossa Italiana sono riusciti a garantire una corretta assistenza sotto molteplici punti di vista. «Non possiamo non sottolineare – spiega il delegato del sindaco alla comunicazione Giusi Osso – l’operato svolto dagli uomini e dalle donne che fanno parte di questo splendido gruppo che, in maniera del tutto disinteressata e investendo sulla formazione, sostiene le iniziative che hanno luogo sul territorio. Come amministrazione comunale, nei giorni scorsi, abbiamo avviato un confronto sereno e costruttivo per potenziare il ruolo dell’associazione sull’intero comprensorio amanteano, partendo dall’impegno mostrato in occasione della Notte Bianca e di altri eventi che hanno allietato il soggiorno di turisti e vacanzieri. Insieme alla referente Ada Arrigucci cercheremo di strutturare dei percorsi che possano valorizzare le professionalità presenti all’interno della Cri. Attualmente molti dei volontari che hanno aderito al movimento possono intervenire in operazioni di primo soccorso e ci sono anche soggetti abilitati che sanno perfettamente quali manovre compiere in caso di arresto cardiaco.» «A fronte di questo background – conclude la Osso – è bene evidenziare che la sezione amanteana della Croce Rossa dispone di un’ambulanza dotata di defibrillatore e può contare sul coordinamento del presidente provinciale Francesco Pietramala. L’auspicio è che queste professionalità vengano usate il meno possibile. Ma un’amministrazione attenta che guarda ai bisogni della collettività non può prescindere dal coinvolgimento diretto in quelle che sono le attività poste in essere dall’ente municipale. L’obiettivo è giungere a un accordo che possa consentire al personale e ai mezzi della Croce Rossa di presenziare agli eventi che hanno luogo in città, garantendo così assistenza e sicurezza in caso di bisogno. È una collaborazione che, sono convinta, sarà presa d’esempio anche da altri comuni e che potrà ulteriormente svilupparsi in futuro».

Domani la visita del sindaco Calabrese al Pronto Soccorso locrideo

Locri-StemmaLOCRI – domani 14 agosto alle ore 10:30, il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, visiterà insieme al Vescovo della Diocesi di Locri, Gerace, Mons. Francesco Oliva, il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Locri come segnale di vicinanza ai malati, ma anche di difesa del Nosocomio locrideo. Queste le parole del Primo Cittadino: «Domani mattina, alle ore 10.30, come ormai faccio da molti anni in prossimità del giorno di ferragosto, mi recherò al Pronto Soccorso dell’Ospedale della Locride per portate la vicinanza personale e dell’istituzione che rappresento ai medici e a tutto il personale del Pronto Soccorso e di tutto il nosocomio locrideo per ringraziarli per l’impegno, particolarmente gravoso in questo periodo, malgrado le condizioni in cui operano, che, purtroppo, vanno a peggiorare giorno dopo giorno nel disinteresse della politica regionale e nazionale e dei vari commissari governativi. In mia compagnia domani mattina ci sarà il Vescovo, Mons. Francesco Oliva, che ringrazio anticipatamente per l’attenzione e sensibilità dimostrate nei confronti del territorio e per la disponibilità a sostenere tante battaglie ed iniziative per la difesa dello stesso.  Purtroppo tale sensibilità e desiderio di difesa del territorio non accomuna numerose istituzioni e tanti cittadini.»

Il commissario straordinario Scura in visita al poliambulatorio di Amantea

Visita Massima Scura (1)AMANTEA (CS) – Stamattina, il sindaco Monica Sabatino ha accolto il commissario straordinario Massimo Scura, presso il poliambulatorio nepetino. Il massimo dirigente del sistema sanitario regionale, che ha avviato il monitoraggio di tutti i presidi territoriali, ha visitato i reparti diagnostici e assistenziali, raccogliendo informazioni e interagendo con il personale medico e paramedico presente nella struttura. Ad accompagnarlo nella visita c’erano il direttore del distretto Giuliana Bernaudo e il vice sindaco Giovanni Battista Morelli. Subito dopo ha avuto luogo una riunione alla quale hanno partecipato il primo cittadino, il sindaco di Fiumefreddo Bruzio Vincenzo Gaudio, l’assessore alla sanità Emma Pati e il consigliere di maggioranza Adelmo Mannarino. «Il confronto – ha spiegato la Sabatino – si è svolto in un clima quanto mai sereno e costruttivo. Al commissario Scura abbiamo ricordato quelle che sono le esigenze di un territorio vastissimo che comprende non solo i comuni costieri e quelli dell’hinterland, ma anche i centri fuori provincia. Si tratta ora di considerare tutti questi elementi per dare seguito ad un piano di rilancio serio e concreto. L’assistenza sanitaria territoriale è un diritto imprescindibile». «Gli interventi – ha spiegato la Bernaudo – devono seguire due diverse direttrici: strutturale e tecnologica. Il completamento dell’edificio che accoglie il poliambulatorio deve procedere di pari passo con l’acquisizione di nuove apparecchiature per la diagnostica. Questo abbiamo chiesto al commissario straordinario che, nel corso della visita, ha potuto valutare il livello qualitativo che il presidio è in grado di generare. Si tratta ora di proseguire sulla strada del dialogo». La presenza di Scura, lontana dai riflettori, ha certamente aperto una nuova fase nella gestione futura del poliambulatorio. Pur in assenza di dichiarazioni ufficiali il commissario ha sottolineato come la propria impressione sia “altamente positiva”. Un commento che lascia aperta ogni possibilità.

Sanità, la USB P.I. sullo smantellamento dell’ospedale di Lamezia Terme

USBLAMEZIA TERME (VV) – Secondo la USB P.I., l’emendamento al Decreto Legge sugli Enti Locali, approvato nei giorni scorsi al Senato, che prevede, tra le altre cose, risparmi sulla spesa del personale riduzione di strutture complesse e la chiusura di quelle semplici e con conseguente riordino dell’intera rete ospedaliera, si mescolerebbe anche “con una Regione dove gli interessi di parte sovrastano quelli della collettività e a nulla servono i richiami alla ragione e al buon senso: ecco che allora l’ospedale di Lamezia, come prima quello di Soveria, e i malati bisognosi di cure diventano numeri e cifre da tagliare, senza il minimo interesse per le gravissime conseguenze che queste azioni stanno portando a un intero comprensorio. Secondo la USB P.I., due sono le alternative: o accontentarsi delle vacue proteste di qualche forza politica o sindacale che cavalca strumentalmente il problema, aspettando che, a fronte di qualche blanda indignazione, lo smantellamento continui pezzo dopo pezzo; oppure scendere in piazza tutti quanti, a partire dagli operatori sanitari e dai cittadini tutti, con la consapevolezza che solo lottando in prima persona, senza delegare nessuno, facendosi ascoltare con ogni mezzo, si può sperare di cambiare le cose e di far comprendere che i posti di lavoro e la salute delle persone non possono e non devono diventare numeri da far quadrare.”