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Oliverio al ministro Grillo, «Drammatica la situazione sanità in Calabria»

ROMA – «La sanità in Calabria è commissariata dal 2010 e vive una situazione di particolare difficoltà che in questi anni ho più volte evidenziato con forza. Il commissariamento avrebbe dovuto assolvere un compito di supplenza rispetto alle inefficienze della Regione, ripianando il debito ma soprattutto costruendo un sistema sanitario regionale in grado di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, di interrompere il processo della mobilità passiva, di creare un sistema di prestazioni sanitarie degno di questo nome, di realizzare standard di qualità pari ad altre regioni italiane. A distanza di sette anni, purtroppo, non solo questi obiettivi non sono stati realizzati, ma la situazione si è ulteriormente aggravata».

Lo ha detto ieri il presidente della Regione, Mario Oliverio, intervenendo nel corso della seduta della Commissione Nazionale Salute che si è svolta a Roma ed a cui ha partecipato anche il neo Ministro alla Salute, Giulia Grillo.

«Quando dico queste cose -ha aggiunto Oliverio- penso, per esempio, ad un dato su tutti, che è quello che riguarda la mobilità passiva. In questi anni siamo passati da 200 milioni di euro che la Regione erogava per prestazioni sanitarie fuori regione ad oltre 300 milioni di euro. Siamo di fronte ad una spirale di netto aggravamento delle condizioni del sistema sanitario in cui non solo non sono stati minimamente realizzati gli obiettivi prefissati, ma neanche i Lea vengono garantiti. I calabresi vivono, quindi, una situazione di grave difficoltà e preoccupazione. Basti pensare che da giorni sono state sospese anche le prestazioni che erano garantite dalla rete dei laboratori privati con conseguenze che vi lascio immaginare per l’utenza costretta a gravi disagi ed in molti casi a fare ore di fila per una prenotazione. E’ una condizione davvero mortificante e drammatica»

IL PRESIDENTE HA CHIESTO AL NEO MINISTRO UN INCONTRO URGENTE

«Le ho chiesto -ha proseguito Oliverio, rivolgendosi direttamente al ministro-  un incontro urgente e la ringrazio per la sua disponibilità, perché questa situazione richiede un’attenzione che finora non c’è stata. Lo dico in modo chiaro, perché penso che rispetto ai problemi della sanità non debbano esistere  bandiere da difendere o magliette da indossare. Ciò che conta è il merito. La situazione, non finirò mai di ripeterlo, è  veramente insopportabile per una realtà che è parte di un Paese civile. Per fornirle elementi di merito più dettagliati le ho chiesto di  fissare un incontro perché lei possa conoscere meglio la situazione e determinarsi di conseguenza, anche alla luce della nuova norma approvata dal Parlamento che regola situazioni sottoposte a piano di rientro»

«Le chiedo di farlo al più presto -ha concluso il presidente della Regione- perché ritengo ingiusto non considerare la Calabria  alla pari delle altre regioni italiane, relativamente al problema delle prestazioni sanitarie. Sono sicuro che la mia richiesta sarà presa in seria e immediata considerazione».

 

Si intensifica la collaborazione tra Palazzo dei Bruzi e la “Mattia Facciolla”

COSENZA – La Commissione consiliare sanità di Palazzo dei Bruzi, presieduta dalla consigliera comunale Maria Teresa De Marco, ha incontrato la Presidente dell’Associazione Onlus “Mattia Facciolla”, Teresa Intrieri. Al centro dell’incontro, l’illustrazione delle attività dell’Associazione, in vista dell’intensificarsi del rapporto di collaborazione con il Comune di Cosenza.

La Presidente della commissione sanità Maria Teresa De Marco ha espresso apprezzamento per la meritoria attività dell’Associazione che opera sul territorio dal 2010, per iniziativa dei genitori del piccolo Mattia Facciolla, affetto da una cardiopatia congenita e prematuramente scomparso all’età di tredici anni. Da quel tragico evento è scaturito il grande impegno dell’Associazione e della sua Presidente Teresa Intrieri a favore dei bambini cardiopatici.

Gli obiettivi prioritari della “Facciolla”

Nel corso della seduta di Commissione sono stati indicati gli obiettivi prioritari dell’associazione, soprattutto quello di prestare assistenza socio-sanitaria a bambini e ragazzi affetti da malattie cardiache e, più in particolare, favorire e promuovere la ricerca, effettuare l’esercizio di attività di riabilitazione psicofisica e psicologica, assicurare attività di sostegno pediatrico ambulatoriale ed ospedaliero. A quest’ultimo proposito, l’Associazione “Mattia Facciolla” è presente sia in Ospedale, all’interno del reparto di cardiologia pediatrica dell’Annunziata, sia nell’ambulatorio autonomo di Vaglio Lise dove vengono effettuati gli screening cardiologici con l’ausilio di figure professionali specializzate. All’interno dell’ambulatorio, la diagnostica e valutazione cardiologica vengono assicurate con una serie di esami che vanno dall’elettrocardiogramma all’ecocardiogramma, alla saturazione. Nel corso dell’incontro in commissione sanità, la Presidente dell’Associazione Teresa Intrieri si è riservata di presentare al Comune e all’attenzione dell’organismo consiliare presieduto da Maria Teresa De Marco i nuovi progetti della “Mattia Facciolla” che avranno, come punto cardine, l’attività di prevenzione sui bambini sani. La Intrieri ha auspicato che si arrivi alla firma di un protocollo d’intesa con il Comune per una intensificazione dei rapporti già avviati. La Presidente della Commissione sanità De Marco si è impegnata a garantire un sostegno di carattere divulgativo delle attività dell’Associazione e ad organizzare convegni ed incontri sul tema delle cardiopatie pediatriche.

Tra le novità, l’avvio della cartella elettronica in ambito cardiologico pediatrico

Tra le altre attività della “Mattia Facciolla” che la commissione ha ritenuto di particolare importanza c’è anche l’avvio, da gennaio di quest’anno, della cartella elettronica on line, una significativa innovazione, in ambito cardiologico pediatrico, già presente in molte regioni d’Italia e realizzata per la prima volta in Calabria proprio dall’Associazione “Mattia Facciolla”. Attraverso la cartella elettronica on line, è possibile accedere alle informazioni riguardanti la storia clinica del paziente, nel rispetto della privacy, in ogni luogo e in ogni momento, attraverso un semplice click.
L’avvio della cartella elettronica on line rappresenta un primo passo verso l’istituzione del registro regionale dei bambini cardiopatici che, pur esistente, non viene aggiornato da tempo.

Sanità, l’On. Misiti, «Per Rogliano si pensi ad un punto di prima emergenza»

COSENZA –  Misiti (M5S) ha incontrato il Dg dell’Asp di Cosenza: «Per Rogliano si pensi ad un punto di prima emergenza. Intanto sono state istituite tre nuove postazioni di 118»

«La sanità rimane uno dei punti più dolenti della Calabria. Personale insufficiente, strutture talora incomplete, diagnostica strumentale obsoleta, migrazione sanitaria irrefrenabile, norme antisismiche inapplicate: tutto questo contribuisce a relegare il nostro territorio a fanalino di coda nell’assistenza sanitaria». Per questo motivo il parlamentare dei Cinquestelle Massimo Misiti ha voluto incontrare il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, il dottore Raffaele Mauro. «E’ evidente – dice Misiti – che quello della sanità è un nodo cruciale per poter condurre la Calabria ai livelli di quanto recita un decreto ministeriale in cui è scritto chiaramente che le strutture sanitarie debbono operare secondo il principio dell’efficacia e mettendo sempre al centro il paziente e nel rispetto della dignità delle persone»

Affrontate anche le criticità degli ospedali di Praia a Mare, Trebisacce, Acri e San Giovanni in Fiore

Con Mauro il deputato pentastellato ha affrontato questioni riguardanti i presidi ospedalieri di Praia a Mare, Trebisacce, Acri e San Giovanni in Fiore: «Questi ospedali – dice Misiti – devono garantire la buona salute ai cittadini. È inutile e demagogico procedere a continue inaugurazioni senza, però, mettere, poi, realmente in condizione le strutture di essere utili ai pazienti. Occorre essere concreti. Al direttore Mauro ho chiesto di poter conoscere quanto si stia facendo per le strutture Rsa (Residenze sanitarie assistite) ex articolo 20 della legge 67/1988 (cioè quel programma straordinario degli investimenti pubblici in sanità che affronta la necessità di ammodernare il patrimonio strutturale e tecnologico del Servizio sanitario nazionale per rispondere con strutture e tecnologie sempre più appropriate, moderne e sicure, alle necessità di salute della comunità e alle aspettative di operatori e utenti del servizio sanitario nazionale, ndr). Sono state, infatti, negli anni costruite 19 strutture che non sono, però, mai entrate in funzione, tanto che alcune sono state cannibalizzate da vandali che hanno fatto razzia di tutto. Alcune di queste strutture sono state attribuite ad associazioni di volontariato, invece di essere attivate come Rsa, che hanno provveduto, quanto meno, a ristrutturarle».

CHIESTE INFORMAZIONI SULL’INIZIO DEI LAVORI

«Ho chiesto lumi- prosegue Misiti-  anche sulla situazione dei lavori all’Hospice di Rogliano: i lavori sono stati appaltati e sono già iniziati. Al direttore Mauro ho palesato la necessità di rendere l’ospedale comunque capace di soddisfare le cure primarie, quindi pensare ad un punto di prima emergenza. Il dottore Mauro mi ha anche confermato l’istituzione di ulteriori tre postazioni di 118, cioè Oriolo, Spezzano Albanese e Scalea. In ultimo mi è stato garantito che si sta provvedendo al miglioramento della rete di emergenza urgenza, cioè il paziente viene indirizzato o condotto alla struttura adeguata alla diagnosi e alle cure della patologia in corso. Durante l’incontro si è sottolineata, pure, l’importanza di adeguare le aree di aviosuperfici per atterraggio e partenza elicotteri del 118, sia nelle ore diurne che notturne, puntando l’attenzione sulla necessità di una pregnante collaborazione dei sindaci. E’ bene- conclude Misiti – che i cittadini calabresi siano informati su tutto questo. Lo faremo proprio insieme al direttore Mauro in un’occasione pubblica nel giro di un mese».

«A Cassano a rischio chiusura il 118», la preoccupazione di Gianluca Gallo

CATANZARO – «Non solo il poliambulatorio lasciato in balìa di se stesso, con servizi che funzionano a singhiozzo. Non solo il laboratorio d’analisi continuamente soggetto a tentativi di depotenziamento. Adesso a Cassano a rischio sopravvivenza c’è anche la postazione di emergenza del 118»

Lo denuncia il consigliere regionale Gianluca Gallo, riaccendendo i riflettori sulle condizioni della sanità nel Cassanese. A destare preoccupare è l’eventualità che a partire dal primo Maggio la città ed il territorio possano essere costretti a fare a meno anche del servizio di pronta emergenza garantito dal 118. Una postazione attiva sin dal 2001, «che in tutto questo tempo – ricorda l’esponente della Cdl – ha contribuito in maniera determinante a garantire la tutela della salute in tutto il circondario, con una media di circa 1.300 missioni annue, molte delle quali hanno garantito la salvezza di tante vite umane». Numeri impressionanti, che però sembrano non scalfire gli intendimenti organizzativi che già da domani potrebbero portare a sostanziali cambiamenti in negativo. «Dalle segnalazioni ricevute – spiega Gallo – risulta che la postazione cassanese dovrà fare affidamento sulla presenza di un solo medico. Una situazione che, per come evidente, non consentirebbe di assicurare la necessaria copertura dei turni e la qualità del servizio, con inevitabili conseguenze sull’efficienza del servizio e, più in generale, sulla difesa del diritto alla salute del territorio». Il timore, aggiunge il consigliere regionale, «è che diventi impossibile poter contare su ambulanze medicalizzate, con equipaggio cioè composto da almeno un autista soccorritore, un infermiere ed un medico: una iattura da evitare». Per questo Gallo chiama in causa la direzione generale dell’Asp di Cosenza ed il presidente della giunta regionale, Mario Oliverio. «Da qualche tempo, in tutta la zona ionica, le postazioni del 118 registrano più di un problema legato alla mancanza di medici. E’ chiara la necessità di un approfondimento sul perché di tale stato di cose. Ancor più urgente, tuttavia, a questo punto, è il bisogno di salvaguardare la piena funzionalità della postazione 118 di Cassano. Il dg dell’azienda sanitaria ed il presidente Oliverio battano un colpo: è tempo di responsabilità di fronte ai nuovi scippi che s’annunciano per la sanità della Sibaritide. Non staremo a guardare, non tollereremo oltre».

Sanità, Oliverio ad Acri per l’inaugurazione della risonanza magnetica

ACRI (CS) – Domani pomeriggio, alle ore 16, il presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, sarà ad Acri per l’inaugurazione di due nuovi servizi all’interno dell’ospedale “Beato Angelo”: la risonanza magnetica e l’ambulatorio oncologico, che in Città erano attesi da circa sette anni.

Alla manifestazione parteciperanno parlamentari, amministratori locali, provinciali e regionali nonché dirigenti e funzionari dell’Asp.

A fare gli onori di casa sarà naturalmente il sindaco di Acri Pino Capalbo. Oltre al governatore Oliverio, interverranno anche la deputata Enza Bruno Bossio e il direttore generale dell’Asp Cosenza Raffaele Mauro, nonchè l’assessore comunale Emanuele Le Pera, il presidente della Commissione Sanità Fausto Sposato, il presidente del Consiglio comunale di Acri Mario Fusaro e il direttore sanitario dell’ospedale Giacomo Cozzolino. 

Approvazione del Piano assistenza territoriale Asp, Guccione: «A pagare le conseguenze sono i pazienti»

COSENZA – «La sanità calabrese non finisce mai di stupirci. La telenovela dell’approvazione del Piano attuativo dell’assistenza territoriale dell’Asp di Cosenza è emblematica: deliberato e redatto una prima volta nel 2016 è stato restituito all’Asp dal Dipartimento Salute della Regione Calabria per alcuni rilievi da parte dell’ufficio del Commissario per l’attuazione del Piano di rientro. Nel febbraio del 2018- dice il consigliere regionale Carlo Guccione-è stato poi ripresentato ma a tutt’oggi ancora non risulta essere approvato dal Dipartimento Salute e dall’ufficio del Commissario. A pagarne le conseguenze sono soprattutto i pazienti della provincia di Cosenza che da oltre tre anni non riescono ad avere i servizi territoriali adeguati al fabbisogno dei cittadini e viene preclusa anche la possibilità di avere nuovi posti di lavoro sia nella sanità pubblica che in quella privata. Ad esempio i servizi territoriali per lo spettro autistico e per disturbi del comportamento alimentare, i servizi semi o residenziali, le case protette non possono essere attivati  perché ancora manca l’approvazione del Piano. Così come non può essere aperta la Rsa di Caloveto che aspetta da diversi anni di attivare i 60 posti letto previsti, che andrebbero a snellire le lunghe liste d’attesa per gli anziani che hanno bisogno di assistenza. Senza dimenticare poi le due Rsa di Spezzano Albanese e Mottafollone, balzate alle cronache nazionali dopo la nostra denuncia ripresa anche da Rai Uno e Servizio Pubblico di Santoro, costruite alla fine degli anni Novanta, completamente arredate e costate oltre due milioni di euro ciascuna. Le due strutture, con oltre 60 posti letto ciascuna, grazie al libro bianco delle incompiute sulle strutture sanitarie costruite con l’ex art 20 della legge 67/1988, oggi sono state aperte ma solo autorizzate all’esercizio, per la prima volta dopo 18 anni. Non possono però essere accreditate a servizio regionale perché il Piano attuativo dell’assistenza territoriale dell’Asp non è ancora stato approvato.Così anche per quanto riguarda le tre postazioni del 118, deliberate dall’Asp di Cosenza nel 2015, di Oriolo, Spezzano Albanese,  Scalea: sono in attesa di essere rese operative appena sarà approvato il Piano. È mai possibile che la sanità in provincia di Cosenza venga tenuta in queste condizioni ormai da anni senza che nessuno si adoperi per cambiare lo stato delle cose. Eppure l’Asp di Cosenza con un bilancio di oltre un miliardo di euro  è una tra le più grandi d’Italia e a pagarne non possono essere i cittadini penalizzati dalla politica sanitaria che non permette di attivare la nuova rete dei servizi territoriali fondamentale a garantire la salute e a impedire che l’unica via di accesso sanitaria sia considerata quella dell’ospedale. La sanità territoriale ha un ruolo centrale e lo strumento del Piano attuativo dell’assistenza territoriale dell’Asp di Cosenza se non approvato rischia di far implodere la già precaria situazione della nostra provincia. È strano che le altre Asp della Calabria abbiano approvato il Piano ormai da qualche anno. Si faccia chiarezza su questo colpevole ritardo e sui silenzi in merito a questa mancata approvazione. La Regione spieghi ai cosentini il perché ancora la nostra sanità territoriale è tenuta in questa situazione che reca un grave danno sia economico che sanitario e metta in atto tutte le iniziative necessarie al fine di approvare definitivamente il Piano che darebbe la possibilità di potenziare e istituire nuovi servizi territoriali insieme alla buona occupazione».

Tagli delle prestazioni specialistiche, Misiti: «Dobbiamo assicurare l’accesso alla sanità a tutti»

COSENZA – Non sono accettabili i tagli delle prestazioni specialistiche ambulatoriali messe in atto dal decreto delle assegnazioni della risorse DCA 128 del 2017. Durante la campagna elettorale l’ho detto un sacco di volte: il primo obiettivo da perseguire in Calabria è la buona salute dei cittadini. Dovremo lavorare- continua Massimo Misiti-  per assicurare ai calabresi una sanità pubblica che abbia, dove manca, gli standard di qualità, professionalità e assistenza quantomeno pari ai presidi del Nord Italia. Quel Nord Italia che, in alcune regioni, mette addirittura preventivamente e annualmente in conto i rimborsi sanitari provenienti dalla Calabria e dal Sud in genere. Frenare la migrazione sanitaria significherebbe poter investire quei fondi sul nostro territorio per strumentazioni e per risorse umane. In primis, dunque, un impegno per la sanità pubblica. Ma fin quando il pubblico non riuscirà a rispondere alle esigenze dei cittadini, non rispettando in alcuni territori nemmeno i livelli essenziali di assistenza, si deve porre la sanità privata in condizione di poter assolvere ad un compito di complementarità, quindi ad integrazione del pubblico, sempre al fine di garantire la più ampia copertura sanitaria possibile. Perché prima di tutto viene la persona, il cittadino, la sua, la nostra salute. La popolazione calabrese diminuisce di numero, mentre aumenta nell’età media, e questo crea maggiore necessità di accertamenti clinico strumentali e maggiore bisogno di cure per patologie croniche. Per questo motivo voglio stigmatizzare il taglio delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, (vale a dire gli esami di laboratorio, gli esami di diagnostica per immagini quali ecografie, Tac e risonanze magnetiche, le visite specialistiche di tutte le branche e le prestazioni di fisiokinesiterapia). L’attuazione di questo ultimo decreto porta ad esempio, a 7 prestazioni per abitante per la provincia di Cosenza meno della metà di quanto fruiscono i cittadini delle altre regioni italiane, dove le prestazioni variano tra le 18 e le 20 per ogni abitante. Taglio che è frutto della riduzione retroattiva di 13 milioni di euro. Il mio non è un appello a favore dei privati, ma un invito a garantire l’accesso agli accertamenti clinici strumentali, dei quali, dati alla mano, i cittadini calabresi hanno sempre più bisogno. Sono moltissimi i nostri corregionali che rinunciano a curarsi o a condurre indagini cliniche proprio a causa dei tempi troppo lunghi della sanità pubblica. Da questa ulteriore riduzione discenderà la necessità di ricorrere a prestazioni a pagamento, lasciando ai margini chi non ha sufficienti risorse economiche. Bisogna certo rafforzare il sistema pubblico, ma in presenza di gestioni pubbliche deficitarie, occorre ricordarsi che il bisogno della persona viene prima di ogni altra cosa». (Immagine presente su www.lameziaoggi.it)

 

Sanità, interrogazione di Carlo Guccione a Mario Oliverio

CATANZARO – «Nonostante gli annunci, ripetuti più volte, del presidente della Regione, Mario Oliverio, sull’intenzione di incatenarsi davanti a Palazzo Chigi per chiedere l’interruzione della gestione commissariale della sanità calabrese, ad oggi nulla è cambiato. Sono trascorsi oltre quattro mesi dal primo annuncio solenne ma tutto è rimasto come prima: l’unica ad essere aumentata è la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni e la giunta regionale». Il consigliere regionale, Carlo Guccione, ha inviato una interrogazione urgente al governatore Mario Oliverio per conoscere quali siano «le iniziative urgenti e improcrastinabili da parte del presidente della Regione al fine di porre fine a questa vicenda che rischia definitivamente di indebolire il tessuto democratico calabrese e dare un colpo mortale alla sanità della nostra regione. Questo per evitare che la politica e le istituzioni siano delegittimate da uno scontro finalizzato solo a garantire interessi di potere a discapito di quelli collettivi».

«Nonostante l’incontro con il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e le ripetute riunioni del Consiglio del ministri, nulla è successo: il presidente Oliverio non si è incatenato – ha ribadito il consigliere Guccione – per protestare contro questo immobilismo che ha fatto precipitare ulteriormente la situazione già precaria della sanità calabrese. Tali annunci non suffragati dai fatti vengono percepiti solo come semplice scontro di potere e non per garantire un’adeguata politica sanitaria per i cittadini».
Già il 3 novembre 2017 il presidente della Regione Mario Oliverio nel corso di un’iniziativa a Praia a Mare annunciò: “Mi rivolgo all’onorevole Gentiloni: non è possibile più mantenere la Calabria in questa condizione. Chiedo anche al ministro della Sanità Lorenzin di adottare un provvedimento che rimuova immediatamente questa situazione intollerabile. Ora basta. Se entro fine novembre non si porrà fine a questa grave situazione sarò costretto ad incatenarmi davanti a Palazzo Chigi per chiedere giustizia per la mia regione”. Concetto poi ribadito nel corso del consiglio regionale del 14 novembre (“Se non ci saranno risposte da Roma mi incatenerò davanti a Palazzo Chigi”) e in quello del 19 dicembre 2017 dove si è discusso della sanità in Calabria e della necessità di porre fine al commissariamento: “Riconfermo la nostra posizione, che non è una barzelletta – disse Oliverio – perché non è mio costume ingannare chi mi ha dato fiducia, ma la situazione è talmente grave da richiedere una decisione interruttiva dell’attuale gestione commissariale, perché i cittadini di questa regione devono avere gli stessi diritti dei cittadini delle altre regioni. Sono in attesa delle determinazioni del Consiglio dei ministri, in base a queste determinazioni valuterò i prossimi passi. Ho annunciato atti forti, non per protagonismo e comunque con sofferenza: li metterò in campo se queste risposte non ci saranno”. Passaggi che vengono ricordati all’interno dell’interrogazione, senza dimenticare «l’incontro con i sindaci calabresi che avvenne il 29 novembre 2017 dove promise di riconvocare l’assemblea dei sindaci. Non ci fu più nessun incontro – ha sottolineato Guccione – nonostante a Roma non siano stati presi provvedimenti concreti. Ecco perché il presidente farebbe bene a spiegare le ragioni del mancato incatenamento nonostante la sanità calabrese sia nelle stesse condizioni di prima.
Inoltre, nel corso della campagna elettorale delle ultime elezioni politiche sono stati sono stati inaugurati reparti in vari ospedali della Calabria – è scritto nell’interrogazione – e i Pronto Soccorso degli ospedali di Trebisacce e Praia a Mare senza che questi avessero reparti per acuti. Parliamo di nosocomi che ancora non sono stati messi nelle condizioni di erogare i servizi ospedalieri, fondamentali a garantire i Livelli essenziali di assistenza per i cittadini dell’Alto Tirreno e Alto Jonio, e a ridurre l’emigrazione sanitaria verso altre regioni».

 

 

Sanità, proclamato lo sciopero nazionale

CATANZARO – Per l’intera giornata di venerdì 23 febbraio 2018 è stato proclamato uno sciopero generale nazionale del servizio sanitario indetto per il personale della dirigenza dalle organizzazioni sindacali Anaao-Assomed, Cimo-Aaroi-Emac, Fp-Cgil Medici e Dirigenti SSN, FVM Federazione Veterinari e Medici, Fassid (Aipac – Aupi – Simet – Sinafo – Snr), Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Coordinamento Nazionale delle Aree Contrattuali Medica e Veterinaria e Uil-Fpl; per il personale del comparto da Cobas Pubblico Impiego, Nursing UP – Sindacato degli Infermieri Italiani e Nursind – Sindacato delle Professioni Infermieristiche; per tutto il personale OSS – Operatore Socio-Sanitario da SHC – Sindacato Professionale Human Caring; per i dipendenti pubblici afferenti al Servizio Sanitario Nazionale da Usb Pubblico Impiego.

Disagi previsti

Lo sciopero potrebbe causare alcuni disagi ai cittadini utenti che devono usufruire dei servizi erogati dall’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Al fine di contemperare l’esercizio del diritto di sciopero con il godimento dei diritti della persona costituzionalmente tutelati, nel corso dello sciopero saranno assicurati, dall’ASP di Catanzaro, adeguati livelli di funzionamento dei servizi pubblici essenziali di cui all’articolo 1 della Legge 12 giugno 1990, n. 146 e successive modificazione ed integrazioni, mediante l’erogazione delle prestazioni indispensabili individuate dai Contratti Collettivi di Lavoro, così come interpretati dalla Commissione di Garanzia in sede di valutazione ai sensi dell’articolo 13 della citata Legge n. 146/90 e successive modificazioni e integrazioni.

Servizi garantiti

Saranno comunque garantiti i servizi pubblici essenziali, quali l’assistenza di urgenza e il supporto attivo alle prestazioni specialistiche, diagnostiche e di laboratorio compresi i servizi trasfusionali. A coloro che avessero prenotato esami o visite specialistiche, Asp consiglia di contattare i singoli reparti interessati per verificare il funzionamento degli stessi.

Asp, ripartono i Centri di Cure Primarie, l’annuncio del direttore Raffaele Mauro

COSENZA – La Commissione consiliare sanità, presieduta dalla Consigliera comunale Maria Teresa De Marco, ha incontrato, a Palazzo dei Bruzi, il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale, dott.Raffaele Mauro. Al centro dell’incontro, la riorganizzazione della rete territoriale dell’Asp di Cosenza cui ha dato attuazione il decreto del Commissario regionale ad acta n.113 del 3 novembre 2016, poi parzialmente modificato dal decreto 166 del 13 dicembre 2017, e l’illustrazione a grandi linee del nuovo atto aziendale della stessa ASP, approvato con deliberazione del direttore generale nel 2017.

Nel corso della seduta, introdotta dalla Presidente De Marco, sono state sottoposte al direttore Mauro diverse questioni relative alla carenza di personale, alle liste d’attesa per gli esami diagnostici, ai trasferimenti dagli ospedali spoke al pronto soccorso dell’Annunziata, alla necessità di dare attuazione al nuovo atto aziendale approvato dall’Asp.

LA SALUTE DEI CITTADINI PRIMA DI TUTTO

Nel suo intervento, il direttore generale Mauro ha sottolineato che la mission del territorio è unicamente quella di dare risposte concrete al bisogno di salute dei cittadini. «Una realtà come la nostra – ha detto Mauro – ci fa comprendere che dobbiamo rimboccarci le maniche e ricostruire un sistema che si è nel tempo depauperato, ma che è in grado di fornire le risposte che la popolazione ci chiede. Bisogna, però, – ha aggiunto il direttore generale – creare le giuste sinergie e condividere un percorso per essere messi nelle condizioni di dare risposte adeguate ai nostri cittadini che hanno problemi di salute, allocando in modo appropriato le risorse. Il ruolo della politica è importante. Nella nostra regione è stato, purtroppo, compresso, ma quando si perde la visione di insieme si rischia di fallire l’obiettivo. Dobbiamo, pertanto, analizzare il contesto nel quale viviamo e ci muoviamo, individuando gli obiettivi e assumendo tutti insieme delle condotte virtuose. Remando nella stessa direzione, usciremo dalla condizione nella quale ci troviamo. Dobbiamo, altresì, essere messi nelle condizioni di attuare l’atto aziendale. A tal proposito abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con l’Azienda ospedaliera, mettendo a disposizione le nostre risorse».

RIPARTIRANNO I CENTRI DI CURE PRIMARIE

Nel corso del dibattito che ne è scaturito è intervenuto il consigliere comunale Damiano Covelli. «Apprezziamo gli sforzi che si stanno compiendo – ha esordito – ma non bastano per dare risposte al bisogno di salute dei calabresi. Permane una situazione diffusa di difficoltà. Il commissariamento della sanità non ha prodotto i risultati sperati, per cui prima finisce, meglio è». Covelli ha, inoltre, posto l’accento sull’aumento della migrazione dei calabresi verso altri ospedali del Nord ed anche sulle lunghe file di attesa al pronto soccorso. «A marzo- ha detto a tal proposito il direttore generale Mauro – potranno partire le UCCP, le Unità Complesse delle cure primarie, che operano in forma integrata all’interno di strutture con carattere multiprofessionale, garantito dal coordinamento tra i diversi medici, con particolare riguardo all’integrazione tra la medicina specialistica e la medicina generale”. In altri termini, questi gruppi di medici e di professionalità sparse sul territorio potranno sopperire all’intasamento dei codici bianchi che si registrano al pronto soccorso»

LA QUESTIONE “SPOKE”

Sui trasferimenti dagli spoke, il direttore generale Mauro ha sottolineato che il numero di accessi provenienti da queste strutture non è molto significativo, «anche se – ha aggiunto – il fenomeno dei trasferimenti è alimentato dal fatto che non ci sono spoke a regime e quelli esistenti non sono in linea con le performances attese». Sulle liste di attesa, soprattutto quelle per sottoporsi a Risonanza Magnetica, il direttore generale ha detto che «delle 5 risonanze presenti sul territorio, 3 sono a regime ed una andrà a regime a breve, mentre quella del poliambulatorio di Rende è in fase di riordino. Ora- ha detto ancora Mauro – bisognerà capire anche il destino dell’Ospedale dell’Annunziata, perché se l’Annunziata si sposta, sarà possibile realizzare la cittadella della salute concentrandovi tutte le strutture sparse sul territorio e riducendo sensibilmente i fitti corrisposti dall’Asp».