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Ridotta in schiavitù per vent’anni trova il coraggio di denunciare. Arrestati due uomini

REGGIO CALABRIA – Vent’anni di abusi, violenze, maltrattamenti, vessazioni. A subirle una donna che vive nella Piana di Gioia Tauro e che per oltre due decenni si è vista costretta a subire atti di violenza persecuzione da parte di due uomini, additati come i suoi presunti aguzzini.

La donna ha finalmente trovato il coraggio di parlare e denunciare tutto alla Polizia che ha avviato immediatamente le indagini che hanno portato il Gip del tribunale del capoluogo a firmare un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone residenti anch’essi nella Piana.

I due uomini sono stati fermati con l’accusa uno di riduzione in schiavitù e l’altro per atti persecutori aggravati.

 

 

 

Un arresto per induzione alla schiavitù e alla prostituzione

ROSARNO (RC) – Un nigeriano di 42 anni, Sunday Omorodion, richiedente asilo politico e in regola con i permessi, è stato arrestato dagli agenti della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Ps di Gioia Tauro. L’uomo avrebbe sequestrato, ridotto in schiavitù e costretto a prostituirsi una ragazza nigeriana di 19 anni.
L’indagine che ha portato all’arresto dell’uomo è partita a seguito di una segnalazione della Questura di Campobasso che indicava il luogo dove si trovava la giovane costretta prostituirsi con persone di colore da un uomo che si faceva chiamare “lo Zio” e da una donna indicata come Madame o Silvia. Gli agenti, una volta acquisiti gli elementi, hanno individuato l’appartamento e trovato la ragazza con altre tre donne verosimilmente dedite alla prostituzione. Con l’aiuto di un interprete la giovane ha detto di essere stata prelevata mentre si trovava a Vasto in un centro di accoglienza e condotta a Rosarno per essere costretta a prostituirsi e a versare il denaro all’uomo.

“Un’alternativa a Riace, il lavoro agricolo tra illegalità e dignità umana”, un convegno a Cassano

Cassano allo Ionio ( Cs) – Sabato scorso, alla presenza di un nutrito pubblico, si è svolta a Cassano Ionio, presso l’Hotel Terme Sibarite,una tavola rotonda dal titolo: “La riduzione in schiavitù e l’alternativa di Riace. Il lavoro agricolo nel Meridione tra illegalità, violazione della dignità umana e possibili forme d’integrazione”. Organizzata dall’associazione “Combinato disposto degli artt.1, 4, 41 della Costituzione” e dalla rivista “Critica del diritto”, è stata introdotta da Renato Greco, presidente emerito del tribunale di Cosenza, e ha visto gli interventi di Antonio Bevere, già consigliere della Corte di Cassazione, direttore della rivista Critica del Diritto; Claudio Bloise, avvocato, CidisOnlus Cassano Ionio; Maria Francesca D’Agostino, ricercatrice Unical, attivista diritti migranti; Giuseppe De Lorenzo, Flai CGIL Corigliano Calabro; Kaissan Katassou, Flai Cgil Corigliano Calabro; Domenico Lucano, sindaco di Riace; Tommaso Nencioni, dottore di ricerca in storia contemporanea, università di Bologna; Domenico Rizzuti, presidente Forum italo-tunisino; Filippo Sestito, presidenza nazionale ARCI. Negli interventi è stata focalizzata l’attenzione sul dramma dello sfruttamento della manodopera immigrata in agricoltura e sul fenomeno del caporalato. E’ stata ribadita, perciò, la necessità di introdurre nel nostro radicamento il reato di riduzione in servitù. Più ingenerale, alcuni interventi, hanno posto l’accento sulla svalutazione della dignità del lavoro nelle nostre società e sulla fine di una soggettività antagonistica del lavoro subordinato. Degna di nota, infine, la testimonianza del sindaco di Riace Mimmo lucano, recentemente inserito dalla rivista Fortune tra le 50 personalità più influenti al mondo.Per l’occasione, il vescovo della Diocesi di Cassano Ionio, Mons. Francesco Savino, ha concesso una video-intervista, che è stata proiettata in sala nel corso del convegno. I lavori sono stati moderati da Silvio Messinetti e Claudio Dionesalvi, mediattivisti, collaboratori de “il manifesto”.