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Giunta Senato, via libera all’arresto di Caridi. Ora incognita in Aula

ROMA – La Giunta per le Immunità del Senato alla fine dice sì alla richiesta di arresto del senatore di Gal Stefano Caridi, accusato di essere al vertice di una Cupola segreta di ‘ndrangheta, ma sulla possibilità che l’Aula si pronunci su tale decisione prima dell’estate non c’è certezza. Anche perché in Aula, nel frattempo, viene incardinato il ddl sull’editoria che il governo vorrebbe vedere approvato, almeno da Palazzo Madama, prima della pausa estiva. E il tentativo del M5S di chiedere l’inversione dei lavori per votare prima, e quindi domani stesso, su Caridi viene respinto dal presidente di turno Roberto Calderoli. Così, è probabile che, in apertura di seduta, i 5 stelle – pronti ad inscenare una bagarre in Aula – tornino a chiedere l’inversione dell’ordine del giorno (possibile da Regolamento, come ricorda Calderoli, «solo in apertura di seduta o quando si passa da un argomento all’altro») e che la maggioranza respinga la proposta impegnandosi però, come si assicura tra i Dem, «a garantire il numero legale per far votare, dopo il ddl editoria, anche la richiesta di arresto per Caridi». A questo punto, però, scatterebbe un’altra incognita, dopo quella del timing: il voto segreto. «Sarà quello, infatti, il nostro vero spazio di libertà», assicura il senatore Psi Enrico Buemi che non prende parte ai lavori di oggi della Giunta per protesta contro «l’accelerazione impressa sul caso Caridi». E sarebbe davvero “una beffa”, per dirla con i 5 Stelle, se alla fine Caridi venisse salvato, con il solito scambio di accuse tra Pd e pentastellati su chi sia stato ad evitargli il carcere e perché. Soprattutto per le conseguenze che questo potrebbe avere sull’ opinione pubblica. Per la Giunta, però, non è stato semplice decidere, anche perché buona parte del centrodestra è contraria all’arresto del parlamentare, che non solo è senatore di Gal, ma anche vice coordinatore di FI in Calabria. «Non si può mandare in carcere una persona senza prove né indizi», tuona Carlo Giovanardi di “Idea” che, proprio in Giunta, contesta più volte il presidente Dario Stefano (Misto), insieme a Giacomo Caliendo (FI) e Mario Ferrara (Gal), per la “velocità” impressa ai lavori visto che la richiesta di arresto e’ stata trasmessa dal Tribunale di Reggio Calabria il 15 luglio. Così, la Giunta che avrebbe dovuto votare entro martedì sera sul caso Caridi, come assicurato da Stefano, vive altre due sedute di fuoco con tanto di ricorso al Questore Laura Bottici (M5S) chiamata da Mario Michele Giarrusso (M5S) per tentare di riportare la calma tra i commissari. I senatori Pd smentiscono che in Giunta ci sia stata tutta questa tensione, ma tant’è che il voto sul parlamentare di Gal arriva solo al terzo tentativo, anche perché Caridi deposita “fuori tempo massimo” una nuova memoria difensiva che “richiede tempo per essere letta”. Con un ritardo di oltre 24 ore sulla tabella di marcia prevista, l’ok all’arresto viene dato con 12 sì, 7 no, un astenuto, oltre a Stefano e a Nico D’Ascola di Ncd che non partecipano al voto. Il presidente del Senato Pietro Grasso, che da ex magistrato antimafia non vede evidentemente di buon occhio il fatto che Palazzo Madama non si pronunci subito su un caso di sospetta appartenenza alla ‘ndrangheta, prova a far votare l’Aula, prima del ddl editoria. Ma «l’ostruzionismo del centrodestra», come accusa Giarrusso, impedisce di fare in tempo. E se prima verrà votato il provvedimento che interessa radio-tv e giornali, si rischia che dopo manchi il numero legale. Così i 5 stelle annunciano sin da ieri sera battaglia per oggi, anzi il caos, se non verrà accettata l’inversione dei lavori: perché, come osserva Maurizio Buccarella, «Caridi avrà tempo di difendersi in Tribunale, ma il Senato deve rimuovere subito gli ostacoli che alcuni vogliono mettere all’attività dei magistrati. Altrimenti il messaggio sarà gravissimo: si ricorre all’immunità per un caso che non ha precedenti nella storia del Senato. L’accusa per Caridi, infatti, è di associazione a delinquere di stampo mafioso».

Elezioni Unical, Davide Provenzano (Athena) è il quarto senatore eletto

RENDE (CS) – E’ questione di ore e saranno resi ufficialmente noti gli esiti delle ultime elezioni universitarie che hanno assegnato i seggi per la componente studentesca nel Consiglio d’ Amministrazione, nel Senato accademico, nel Cus e negli organi collegiali minori.

La commissione elettorale stamani ha provveduto al riconteggio delle schede contestate: in bilico c’è l’ultimo posto in Senato, conteso dalla lista Athena, che secondo le stime note supererebbe i 1600 voti di lista, e dalla lista UnIdea, già certa dello scranno ottenuto da Gerardo Nicoletti (951 voti), che con i suoi 3115 voti (in base ai dati in nostro possesso), stava quasi per “doppiare” la concorrente e quindi per accaparrarsi il doppio senatore (gli altri due eletti sono Michele Leonetti e Nicola Caruso di RèF).

Invece, secondo le notizie dell’ultima ora, a far eleggere il quarto senatore sarebbe stata proprio Athena, che da queste elezioni – lo ricordiamo – esce con le ossa rotte perchè rimasta fuori dal Cda e dal Cus. L’Università della Calabria dovrebbe pubblicare fra stasera e domani i dati definitivi delle elezioni e allora l’elezione di Davide Provenzano, 820 preferenze per lui, sarà ufficiale. Poi ci sarà tempo di presentare ricorsi.

Infine, i dati trasmessi dalla Commissione elettorale scioglieranno diversi nodi legati all’elezione dei rappresentanti nei dipartimenti, corsi di laurea e commissioni paritetiche.

Nico D’Ascola: «È necessaria una riforma sulla giustizia»

ROMA  – «Abbiamo agito su una quantità di fronti diversi e complessi. Per esempio con tre “svuota carceri”, abbiamo eliminato il primo problema che era una vera e propria emergenza, quello di un eccesso di popolazione detenuta, con una  condanna che  veniva dall’ Europa e che ci metteva in una condizione parificabile ad uno stato non democratico». Sono queste le parole del Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nico D’Ascola, intervenuto al convegno sul tema “Per una giustizia più giusta”. «È necessario distinguere il contesto di una attività legislativa ordinaria che possa pianificare in una condizione di serenità una riforma di ordine generale, da un’attività legislativa che parte con delle emergenze. Abbiamo sempre lavorato in un contesto emergenziale, con la necessità di battere i tempi, ma di non far crollare il livello qualitativo delle leggi. Stiamo varando una importante riforma del codice di procedura penale e una altrettanto importante riforma dell’ordinamento giudiziario, vareremo la riforma delle impugnazioni che non determinano alcuna riduzione delle garanzie,  ma accelerano in qualche modo, in un certo senso riducendo l’affanno della Corte di Cassazione, la celebrazione di un processo. Vareremo la riforma del codice antimafia e quella complessiva del codice di procedura civile».

Giornata della Gerbera Gialla a Reggio: presente il Presidente Grasso

REGGIO CALABRIA – È iniziata con un flashmob di solidarietà la XXIII edizione della Giornata della Gerbera Gialla organizzata quest’oggi a Reggio Calabria. L’incontro, realizzato dal coordinamento antimafia Riferimenti, ha visto la presenza del Presidente del Senato Piero Grasso: quest’ultimo ha partecipato all’evento per ricordare le vittime della criminalità organizzata. “La battaglia della memoria, per quanto non possa mai fermarsi – ha dichiarato – possiamo dire di averla vinta, grazie all’infaticabile lavoro di decine di associazioni, nonché di centinaia di insegnanti che si sono impegnati ogni giorno negli ultimi decenni. Quella che dobbiamo ancora vincere è la battaglia della trasparenza, dell’impegno, della cultura”.

Ph. www.ansa.it

Nico D’Ascola: L’omicidio stradale punirà le condotte sconsiderate (AUDIO)

ROMA – «L’omicidio stradale diventa una fattispecie autonoma, ossia non è più un reato aggravato da tutta una serie di circostanze che determinavano un incremento sanzionatorio». Lo dichiara il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nico D’Ascola nel corso di un’intervista a Radio Sound. «Adesso è un reato che può arrivare fino a 18 anni di reclusione nel caso in cui concorrano ulteriori circostanze aggravanti. Già come ipotesi base, quindi come reato autonomo, è disciplinato prevedendo pene che sono cospicue e che possono arrivare fino a 10 – 12 anni a secondo della diversa strutturazione della fattispecie. Inoltre, l’assunzione di droga ovvero di alcool comporta in un certo senso la possibilità di ipotizzare che l’elemento soggettivo non sia più la colpa ma la cosiddetta sconsideratezza, ossia un elemento soggettivo intermedio tra il dolo e la colpa che ricorre tutte le volte in cui il soggetto abbia creato in maniera addirittura volontaria, come ipotesi di base, una situazione di pericolo del tutto intollerabile. Una situazione di pericolo dalla quale è prevedibile il verificarsi di fatti gravemente dannosi nei confronti degli altri cittadini. Il soggetto – prosegue D’Ascola- che si pone alla guida in un’automobile in condizioni alterate da droga ovvero da alcool, realizza un fatto che già di per se stesso è punibile. Fatto di base che è intenzionale perché assumere droghe ovvero sostanze alcoliche è un fatto volontario non è un fatto colposo. E’ colposo l’evento morte della persona la quale in queste condizioni essendo stato investito perde la vita a causa di questa condotta sconsiderata. Non soltanto ubriacarsi o drogarsi  ma in più porsi alla guida di un’autovettura determina una condotta la quale ha un’altissima efficacia preventiva quanto al verificarsi di eventi dannosi a carico di terzi soggetti. Per questo condotte di questo genere non possono essere valutate secondo i parametri tradizionali del semplice reato colposo ma diventano delle condotte caratterizzate da un livello di accettazione volontaria del rischio talmente intollerabile da meritare di essere qualificato come sconsideratezza. Quindi – conclude il presidente – non una semplice colpa, ma una colpa estremamente intensa e differenziata dalle categorie aggravate tradizionali della colpa come la colpa con previsione o la colpa grave».

Omicidio stradale, per Buemi ( Psi) “legge severa, ma giusta”

Roma ( RM) – “La nuova legge che regolamenta l’omicidio stradale è una buona norma, seppur giustamente severa e quanto mai necessaria, dati i molti gravi comportamenti adottati dai conducenti di autoveicoli, che provocano un altissimo numero di feriti e morti”. Lo ha dichiarato il senatore Enrico Buemi, Capogruppo Psi in commissione Giustizia, dopo l’approvazione della legge in Senato. “Spesso i giovani e non alla guida commettono gravi infrazioni, che portano a tragedie e morti, si pensi alle distrazioni causate da un uso improprio del cellulare, intrattenere conversazioni telefoniche senza usare gli auricolari è solo uno dei molteplici esempi,  a coloro che guidano in stato di ebbrezza o dopo aver assunto sostanze stupefacenti” ha commentato ancora Buemi. “Ecco, dobbiamo pensare che chi guida se non ci mette tutta la prudenza e l’attenzione necessaria rischia di commettere un omicidio e chi causa una morte, che ha per definizione carattere di irrimediabilità, deve essere punito con pene certe e severe, ha aggiunto il senatore socialista”. ” È necessaria- ha concluso-  e questa legge la prevede, una forte politica di formazione culturale riguardo alle regole  del codice della strada e di buon comportamento per evitare quei rischi derivanti da atteggiamenti irresponsabili che causano un così alto numero di feriti e morti in strada, ha concluso.

 

D’Ascola in Senato sugli incidenti stradali: “è un fatto volontario l’assunzione di sostanze stupefacenti e alcoliche”

Roma ( Rm) – “L’assunzione di sostanze stupefacenti o alcoliche è un fatto volontario da parte di chi poi,  si ponga alla guida”. Lo dichiara Nico D’Ascola, presidente della Commissione Giustizia del Senato nel corso del suo intervento in aula sul ddl che introduce il reato di omicidio stradale e lesioni personali stradali. “Il fatto volontario determina un elemento soggettivo o, per meglio dire, è sorretto da un elemento soggettivo, che non possiamo ostinarci a considerare soltanto colposo, bensì intermedio tra il dolo e la colpa. Se vogliamo essere realisti, chi si ponga alla guida di un’autovettura in queste condizioni, è chiaro che accetta un rischio, perché non soltanto sono noti gli effetti conseguenti all’ingestione di queste sostanze, ma anche le conseguenze connesse alla guida, da parte di un soggetto che si sia volontariamente posto nella condizione che considera la norma. Non dobbiamo – prosegue D’Ascola-  nemmeno trascurare di considerare che, a differenza della categoria generale del delitto colposo d’evento, la violazione della regola cautelare costituisce essa stessa un reato, tanto che gli articoli 186, 186-bis e 187 del codice della strada sanzionano queste condotte indipendentemente dall’essersi un evento verificato in conseguenza della loro realizzazione. Devo anche dire che non è sufficiente che l’evento si sia prodotto per effetto della violazione volontaria della regola cautelare; occorre anche che esso sia dipeso da una condotta colposa. La verità è che non soltanto è necessario che la regola cautelare sia violata, e che quindi taluno volontariamente accetti il rischio delle conseguenze di una guida compiuta in stato di ebbrezza alcolica o di stupefazione, ma per giunta che abbia compiuto una manovra la quale di per sé stesso meriti una censura sul piano delle categorie generaliste della colpa (imprudenza, imperizia o negligenza). Se sulla funzione preventiva della pena – continua il presidente – c’è qualcuno in grado di stabilire di quanto decresca un reato per effetto di un certo quantum di incremento sanzionatorio, questa persona meriterebbe una medaglia, perché sarebbe capace di previsioni straordinarie, saremmo al limite della profezia. Non vi è però dubbio che l’effetto dissuasivo che noi dobbiamo riconoscere agli incrementi sanzionatori, funziona in questo caso proprio perché la regola cautelare di base violata, funziona in quanto la disobbedienza è di tipo volontario. Se invece fosse una violazione soltanto colposa, è chiaro che il rimprovero incrementato dal punto di vista sanzionatorio funzionerebbe in maniera assolutamente ridottissima, cioè l’agente dovrebbe in un certo senso rappresentarsi anteriormente i rischi connessi a determinate condotte imprudenti. Abbiamo una violazione della regola di base – conclude D’Ascola –  che è volontaria: allorquando taluno assume sostanze alcoliche o stupefacenti lo fa volontariamente, e allora qui c’è, sia pure residualmente, la possibilità che l’incremento sanzionatorio abbia effettivamente una efficacia dissuasiva”.

A San Giovanni in Fiore Forza Italia dice NO al referendum costituzionale sul Senato

San Giovanni in Fiore ( Cs) – “In considerazione della volontà del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di anticipare al prossimo giugno il referendum sulle modifiche costituzionali che prevedono la ‘finta’ abolizione del Senato, siamo costretti a muoverci fin da subito per organizzare anche a San Giovanni in Fiore il fronte del NO”.  È quanto affermano, in una nota congiunta, il coordinatore di Forza Italia Giovani Antonio Alessio e l’ex capogruppo di Forza Italia a San Giovanni in Fiore, Francesco Gallo. “Renzi – prosegue la nota scritta a quattro mani dai due forzisti nel corso di un incontro a porte chiuse – si dimostra ancora una volta incapace di decidere. Il Governo, come già fece con le Province, propone una legge inutile per la razionalizzazione delle spese della politica nazionale. È per questo che vorremmo sensibilizzare tutti i gruppi politici, le associazioni ed ogni singolo cittadino a lavorare di comune intesa, aldilà dell’appartenenza partitica. Siamo fermamente convinti che la ‘presunta’ abolizione del Senato, così formulata, non produrrà alcun risparmio di risorse né accorcerà i tempi di approvazione delle leggi dello Stato e tantomeno lo snellimento della macchina burocratica italiana, anzi peggiorerà lo status quo”.
“Il nostro invito – continuano Alessio e Gallo – è aperto a tutti, nessuno escluso. Crediamo ci si debba sedere attorno ad un tavolo, pur rimanendo ognuno con la propria identità e i propri ideali, uniti nella battaglia comune, ricordando sempre che gli attori principali del cambiamento sono soprattutto i cittadini liberi da tabù”. Il futuro – concludono i due forzisti – può essere trasformato in meglio solo da chi porta avanti le proprie scelte ed azioni, in piena consapevolezza e per il solo bene della collettività. Un lavoro di gruppo ordinato e pianificato migliorerà sicuramente il risultato. Per questo rimaniamo aperti e pronti al confronto con chiunque”.

Nico D’Ascola eletto presidente della Commissione Giustizia al Senato. Gli auguri di NCD

“Esprimo grande soddisfazione per l’Elezione del Senatore Nico D’Ascola a Presidente della Commissione Giustizia al Senato” – queste le parole dell’avvocato Armando Chirumbolo, Capogruppo NCD al Comune di Lamezia Terme. “Un insigne Giurista, – prosegue nella nota Chirumbolo- un grande Avvocato, ma, soprattutto, un illustre figlio della nostra terra al quale viene tributato il giusto riconoscimento per l’importante ed incessante lavoro che sino ad oggi ha svolto al servizio della Calabria e dell’intera Nazione. Siamo certi che continuerà ad impegnarsi  con la competenza, la passione e la professionalità che contraddistingue il suo modo di operare”. “Il partito intero è fiducioso che il suo impegno sarà sempre indirizzato al bene ed alla crescita della nostra terra e del Paese, che ha fortemente bisogno di uomini perbene e di qualità per uscire dalle difficoltà  in cui oggi si trova ed avviare quella necessaria ripresa che tutti auspichiamo”.

Rimborsopoli, tornano in libertà Fedele e De Gaetano. Annullata l’ordinanza di arresto per Bilardi

Corte di cassazioneROMA La Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio, le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Reggio Calabria nei confronti degli ex consiglieri regionali Luigi Fedele, Antonino De Gaetano e Giovanni Bilardi, oggi senatore, nell’ambito dell’inchiesta sui presunti illeciti nei rimborsi delle spese dei gruppi consiliari della Regione Calabria. Fedele e De Gaetano si trovavano agli arresti domiciliari con l’accusa di essersi appropriati di somme in quota ai rispettivi gruppi consiliari dell’epoca, il Popolo della libertà e Rifondazione comunista. L’annullamento è stato deciso in accoglimento di un’istanza presentata dai difensori degli indagati. Fedele e De Gaetano, in base alla decisione della Suprema corte, hanno riacquistato la libertà. Nei giorni scorsi il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Gaetano Paci ed il pm Matteo Centini, titolari dell’inchiesta “Rimborsopoli”, avevano chiesto al gip il giudizio immediato nei confronti di Fedele e De Gaetano. A seguito dell’inchiesta in cui era stato coinvolto, Antonino De Gaetano si era dimesso dalla carica di assessore regionale ai Lavori pubblici. 

Subito dopo aver appreso della sentenza della Cassazione, l’ex presidente del Senato Renato Schifani, attuale presidente dei senatori di Area popolare Ncd-Udc, ha espresso la propria soddisfazione: “La decisione della Corte di Cassazione di annullare la richiesta di custodia cautelare nei confronti del senatore Bilardi è una bella notizia che, oltre a rendergli giustizia, dovrebbe far riflettere quei tanti che avrebbero voluto votare rapidamente per l’arresto. Prima quindi della stessa pronuncia della Cassazione. Se allora fosse passata questa tesi – aggiunge Schifani – ed addirittura il Senato avesse votato per l’arresto, adesso ci troveremmo dinanzi non solo ad un caso di coscienza ma anche ad una limitazione di quelli che sono i diritti che vanno riconosciuti a chi è sottoposto ad indagini, tra cui quello della presunzione di non colpevolezza. Fortunatamente allora prevalse il buonsenso”.

Sullo stesso argomento interviene anche il senatore dello stesso partito Antonio Gentile. “Siamo commossi – afferma – perché abbiamo sempre creduto nella giustizia e che non vi fossero le ragioni per l’arresto del collega Bilardi, il quale ha sofferto in silenzio per sei mesi autosospendendosi da vice coordinatore regionale vicario, carica che da oggi tornerà ad esercitare pienamente. Ncd non ha mai polemizzato con la giustizia, mantenendo inalterata la fiducia nei suoi confronti. Bilardi ha dato dimostrazione di essere un galantuomo e uscirà da questa vicenda ancora più pulito”.