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Evasione fiscale, sequestro preventivo di beni nel Reggino

REGGIO CALABRIA –  Nell’ambito dell’attività di servizio volta alla tutela delle entrate ed al contrasto dell’evasione fiscale, i finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria
hanno eseguito un provvedimento di sequestro di beni fino a concorrenza di
una somma pari a circa 600.000 euro, nei confronti di un imprenditore
ritenuto responsabile del reato tributario di omessa dichiarazione.
Tale provvedimento, emesso dalla Corte di Appello di Reggio Calabria ed
eseguito dai militari della Compagnia di Palmi, ha riguardato rapporti
finanziari, partecipazioni societarie e numerosi automezzi. L’attività trae origine da un’informativa di reato redatta dalle Fiamme Gialle a conclusione di una verifica fiscale eseguita nei confronti di un’impresa esercente l’attività di costruzione di edifici, risultata evasore totale, che ha occultato al fisco ricavi per circa 1.300.000 euro, con conseguente evasione dell’Iva e delle imposte sui redditi.
Alla luce dell’imposta evasa quantificata dagli investigatori, risultata superiore
alle soglie previste dalla normativa penaltributaria, si è concretizzato il
presupposto per l’adozione del sequestro preventivo per equivalente, misura
cautelare posta a garanzia del credito erariale.

Frode fiscale e appropriazione indebita aggravata, sequestro preventivo di beni nel Reggino

VILLA SAN GIOVANNI (RC) – I finanzieri del comando di Reggio Calabria hanno eseguito un sequestro preventivo di conti correnti bancari e postali,  depositi e altre disponibilità finanziarie per oltre 195mila euro nei confronti di una società cooperativa operante nel settore della navigazione nel comune di Villa San Giovanni,  e del suo rappresentante legale. L’ attività di indagine ha permesso di accertare l’emissione di fatture per operazioni inesistenti
per oltre 130mila euro e l’ appropriazione indebita delle somme di denaro da parte del rappresentante legale per un valore complessivo di circa 195mila euro. Il Tribunale di Reggio  Calabria ha emesso il decreto di sequestro preventivo nei confronti di rappresentanti legali e dei conti societari per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e appropriazione indebita aggravata.

Operazione “Money gate” , sequestro preventivo di sei milioni di euro

REGGIO CALABRIA – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno sequestrato conti correnti, cassette di sicurezza, polizze assicurative e titoli per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni di euro nei confronti di Giuseppe Cosentino , dominus della “GICOS IMPORT￾EXPORT S.r.l.”, della figlia Ambra e del promotore finanziario milanese Noschese Stefano.
Il provvedimento in rassegna segue l’ulteriore sequestro per complessivi 3,5 milioni di
euro (tra rapporti finanziari, quote societarie riferibili a 3 società, 12 unità immobiliari e 3
autovetture) e l’esecuzione di 8 provvedimenti restrittivi personali condotta nel maggio
del corrente anno dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza reggina
nell’ambito dell’Operazione “Money Gate”, in relazione ai reati di riciclaggio,
trasferimento fraudolento di valori, appropriazione indebita, associazione per delinquere
aggravata dalla transnazionalità e frode fiscale.
Secondo quanto accertato dai militari, il Cosentino, quale rappresentante legale della
“GICOS IMPORT-EXPORT S.r.l.”, si era avvalso di una serie di articolati sistemi per
realizzare reati di natura fiscale e per appropriarsi indebitamente, in danno della compagine societaria e dei creditori della menzionata GICOS, di oltre 8,8 milioni di euro, accumulati nel corso degli anni attraverso: l’utilizzo di fatture false per quasi 2 milioni di euro – la maggior parte delle quali emesse da una società con sede negli Stati Uniti. Al riguardo, gli accertamenti finanziari svolti su scala internazionale hanno dimostrato come la GICOS aveva di fatto utilizzato negli anni d’imposta 2006, 2007 e 2008 tali documenti come scusa per trasferire negli
Stati Uniti somme di pari importo e come, pochi giorni dopo l’avvenuto accredito delle
stesse somme negli Stati Uniti, queste erano state bonificate (previa trattenuta del 5%)
su una serie di conti correnti in Svizzera intestati a società con sede in paradisi fiscali
di fatto riconducibili a Giuseppe Cosentino e, da qui, nuovamente trasferite su ulteriori conti correnti svizzeri intestati a società estere riferibili sempre al Cosentino, ovvero trasferite su suoi conti correnti cifrati; l’effettuazione di vendite in nero. In merito, le attività ispettive condotte dai finanzieri hanno accertato che la GICOS aveva fatto confluire i corrispondenti fondi “neri” su conti correnti intestati ai propri dipendenti, i quali, successivamente, avevano emesso 2 assegni a favore di ulteriori impiegati, che, a loro volta, li avevano incassati in contanti prevalentemente con banconote del taglio di €. 500, versandoli infine sui conti correnti personali del Cosentino e dei suoi familiari, o depositandoli in cassette di sicurezza da cui erano stati da ultimo prelevati e trasferiti in Svizzera sugli ulteriori conti del predetto imprenditore.
Di fatto, la “GICOS IMPORT-EXPORT S.r.l.” ha omesso di dichiarare – per gli anni
d’imposta dal 2006 al 2011 – ricavi per oltre 7,3 milioni di euro.
Il tutto, in definitiva, per far perdere le tracce dei flussi finanziari che, originati in Italia,
erano confluiti, previ successivi vorticosi passaggi e trasferimenti anche oltre oceano, in
Svizzera.
Grazie alla collaborazione delle Autorità Svizzere, attivate con Rogatoria internazionale
dalla Procura della Repubblica di Palmi, è stato altresì accertato che in quel Paese erano
stati effettuati nel periodo 2006/2011 versamenti di contanti per oltre 4 milioni di euro,
uno dei quali versato su un conto corrente cifrato denominato “cioccolato” riconducibile
alla figlia Ambra. Le stesse somme erano state successivamente trasferite,
nel gennaio 2012, su un conto corrente svizzero di una ulteriore società estera, quindi
convertite in franchi svizzeri e bonificate su un ulteriore rapporto bancario nel gennaio
2013, ed infine accreditate su un c/c localizzato alle Bahamas.
Si aggiunge che una parte dei fondi detenuti in Svizzera sono stati fatti successivamente
rientrare per complessivi €. 5,6 milioni in Italia su conti correnti intestati ad una ulteriore
società riconducibile al predetto Giuseppe Cosentino, per il tramite dello strumento
dello scudo fiscale (cd. Scudo fiscale ter di cui al D.L. 78/2009) ed utilizzate per
investimenti finanziari (acquisto e vendita di titoli), nonché a garanzia di un’apertura di
credito per 3 milioni di euro a valere su un conto corrente dello stesso Cosentino, a sua volta utilizzato per acquistare merci, nonché per erogazioni – classificate
come “anticipo socio” – alla stessa GICOS e al “Catanzaro Calcio 2011 Srl”.
Oltre a tali somme, il COSENTINO risulta altresì aver rimpatriato – nell’ambito del c.d.
“scudo ter” – l’ulteriore importo di € 2.320.504,92 proveniente da un rapporto finanziario
acceso presso un Istituto di credito di Hong Kong.
In esito alle suddette attività ed alla luce di successivi e nuovi elementi emersi nel corso
delle indagini ed attentamente valorizzati dalla Procura di Palmi procedente, il Giudice per
le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Palmi ha ora disposto il sequestro preventivo
ex art. 321 c.p.p. di ulteriori somme di denaro pari a circa 2,5 milioni di euro distinte
come segue:
1) € 1.458.895,27 nei confronti di Giuseppe Cosentino ;
2) € 642.500,00, nei confronti di Ambra Cosentino e Stefano Noschese;
3) € 493.323,99, nei confronti della società GICOS IMPORT-EXPORT S.r.l..
In definitiva, i due provvedimenti emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Palmi in data
17.05.2017 e 07.11.2017, ed eseguiti dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria hanno
portato al sequestro complessivo di circa 6 milioni di euro.