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Sequestrati quattro quintali di “bianchetto”, era nascosto in un furgone

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Quattro quintali di novellame di sarda, specie la cui pesca è vietata da una norma comunitaria, sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Corigliano Calabro. Il prodotto ittico, scoperto dai finanzieri nell’ambito dei servizi di controllo finalizzati ad assicurare il rispetto del divieto di cattura di specie ittiche vietate o sottomisura e delle normative igienico sanitarie a tutela dei consumatori, è stato trovato nascosto nella parte posteriore di un furgone. Assieme al novellame, all’interno del mezzo, c’era altro pescato regolarmente trasportato.  Al conducente del furgone sono state contestate sanzioni amministrative per un importo pari a 25 mila euro. (foto ansa).

Sversava liquami nel torrente Missionante, sequestrata struttura alberghiera

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Nei giorni scorsi i militari della Guardia costiera di Corigliano Calabro hanno completato laboriose indagini finalizzate alla ricerca delle cause della strana colorazione di un tratto del torrente Missionante del comune di Corigliano Calabro. È stato infatti accertato che una struttura alberghiera, non servita dalla rete fognaria comunale, era sì dotata di un sistema di tubazioni per la raccolta dei liquami e di un pozzo nero, ma lo stesso pozzo nero non raggiungeva mai il livello massimo di riempimento in quanto presentava, con un sistema di canalizzazioni realizzato, un collegamento diretto ad un fosso di scolo che finiva nel torrente Missionante che sfocia nel Mare Ionio. La Guardia Costiera, alla presenza dei titolari, tramite l’uso di liquido tracciante, ha seguito il percorso dei liquami constatando che, tramite le tubature della struttura finivano nel torrente Missionante anzicché accumularsi nella fossa biologica; per di più l’albergatore non è stato in grado di esibire alcuna documentazione attestante l’intervento di mezzi di autospurgo per lo svuotamento, nel tempo, del pozzo nero.

L’intera struttura ricettiva, costituita da piazzale pavimentato e recintato di oltre 1000 metri quadrati, manufatto principale a 2 piani, manufatto secondario, pozzo nero interrato e 3 pozzetti collegati tra loro, è stata posta sotto sequestro.

Il titolare della struttura è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Castrovillari per le violazioni della normativa ambientale ed in particolare dell’art. 137 del decreto legislativo n. 152/2006 (disciplina degli scarichi), dell’art. 635 del Codice Penale (danneggiamento), degli artt. 181 e 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (opere eseguite in assenza di autorizzazione) nonché per l’illecito smaltimento di rifiuti allo stato liquido.

L’attività di polizia giudiziaria posta in essere dagli uomini della Capitaneria di porto di Corigliano Calabro per la salvaguardia dell’ambiente marino e costiero si inquadra nelle funzioni attribuite al Corpo di sorveglianza ed accertamento degli illeciti previsti e puniti dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n°152 (codice dell’ambiente) in materia di scarichi e gestione del ciclo dei rifiuti.

 

 

Evasione fiscale, maxi sequestro di beni ad un’impresa

VIBO VALENTIA- I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Vibo Valentia, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, hanno sottoposto a sequestro i beni e disponibilità finanziarie di un’impresa, nonché dei rispettivi amministratori, operante nel settore del commercio al dettaglio di mobili. L’attività trae origine da una precedente investigazione di polizia economico-finanziaria, a conclusione della quale le fiamme gialle vibonesi hanno scoperto un’ingente evasione fiscale, individuando e recuperando oltre 6 milioni di Euro di ricavi da sottoporre a tassazione in materia di Imposte sui Redditi e 800 mila Euro in materia di I.V.A. In relazione alle vicende, i legali rappresentanti della società, accumulando un illecito profitto del reato quantificato in oltre 1,6 milioni di Euro, sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria inquirente per violazione delle norme relative alla presentazione e corretta
redazione delle previste dichiarazioni fiscali obbligatorie. Il GIP competente, su richiesta della locale Procura, ha disposto il sequestro di beni immobili e valori intestati sia alla società che agli stessi indagati, per un importo equivalente all’imposta evasa, finalizzato a garantire, in caso di condanna, la confisca dei beni per un valore pari al profitto conseguito con l’evasione fiscale perpetrata ed al conseguente ristoro delle casse erariali. L’ennesima operazione conclusa valorizza e consolida ulteriormente il ruolo di polizia economico – finanziaria del Corpo della Guardia di Finanza, a garanzia di valori quali uguaglianza ed equità fiscale, contribuendo, da un lato all’effettivo recupero di risorse sottratte al bilancio nazionale e, dall’altro, a reprimere illeciti di natura fiscale, mediante il combinato esercizio dei poteri di polizia giudiziaria e di polizia tributaria.

Rifiuti pericolosi a cielo aperto, sequestrata discarica abusiva (VIDEO)

PAOLA (CS) – Discarica di rifiuti speciali a cielo aperto. Quasi sette tonnellate di rifiuti, in avanzato stato di decomposizione sono stati scoperti, dai finanzieri della compagnia di Paola, in un territorio montano del cosentino. I militari oltre all’immediato sequestro dell’area hanno provveduto a denunciare anche i presunti responsabili dell’illecito chiamati alla raccolta, al trasporto e al deposito del materiale, pneumatici ormai in disuso. Dalle indagini si è poi appurato che il terreno in questione appartiene ad una persona che opera nel settore agricolo il quale adesso, oltre alla rimozione del materiale dovrà anche provvedere alla bonifica dell’intera area. L’attività condotta dalle Fiamme Gialle ha potuto accertare anche la pericolosità del materiale per l’ambiente e la natura, in quanto i pneumatici abbandonati possono contaminare il terreno e di conseguenza rappresentare una minaccia anche per la salute pubblica.

Lamezia Terme, disposto il sequestro degli impianti idrici cittadini

LAMEZIA TERME (CZ) – Su richiesta della Procura della Repubblica, il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Lamezia Terme ha emesso decreto di sequestro preventivo dei serbatoi di compensazione ed ogni altro apparato tecnicamente necessario a ripristinare la regolare portata idrica nella citta’. I militari del gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme hanno provveduto ad eseguire la suddetta misura cautelare reale.

La riduzione incideva sui fabbisogni di circa 40.000 abitanti della citta’

Dalle indagini esperite dai finanzieri e’ infatti emerso come tale riduzione andava inequivocabilmente ad incidere sui fabbisogni primari di circa 40.000 abitanti della citta’. L’acqua, infatti, bene essenziale strettamente connesso col diritto alla salute costituzionalmente garantito, e’ venuta a mancare, sino alla giornata di ieri, dalle ore 20 circa di ogni sera fino alle ore 5circa del mattino seguente in varie zone di lamezia terme, in modo indiscriminato, non solo nelle abitazioni dei cittadini e gli esercizipubblici e commerciali, ma anche nelle infrastrutture essenziali alla comunita’ e negli apparati antincendio utilizzabili, in situazioni di emergenza, dai vigili del fuoco.

Prevenzione

La misura cautelare reale, resasi oltremodo necessaria per il perdurare della carenza idrica nella maggior parte della citta’ lametina, ha quale scopo quello di prevenire la reiterazione dell’ipotizzato reato di interruzione di pubblico servizio e dell’aggravamento delle relative conseguenze.

Otteneva finanziamenti dichiarando il falso, maxi sequestro ad azienda agricola

CROTONE – I Militari del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Crotone hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente emesso dal GIP presso il Tribunale di Crotone, Dott.ssa Francesca FAMILIARI, di n. 2 rapporti bancari, n. 4 magazzini ed n. 1 immobile ad uso abitativo nei confronti dell’amministratore di un’azienda agricola di Strongoli, R.F.A. di anni 32 e del padre della stessa R.N.A. di anni 60. Le indagini, coordinate dalla Sostituto Procuratore dott.ssa DI VITTORIO della Procura della Repubblica di Crotone, hanno evidenziato il modus operandi attraverso il quale la titolare di un’azienda agricola, destinataria di due contributi POR 2007/2013 indirizzati all’ammodernamento delle aziende agricole, ha indebitamente percepito la somma di 184.000,00 euro attraverso la rendicontazione di spese sostenute fittiziamente per 300.000,00 euro. La frode si è perpetrata attraverso l’utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti emesse da una società intestata al padre, false dichiarazioni liberatorie, lavori edili svolti in economia presso un’azienda agrituristica riconducibile al medesimo nucleo familiare, inducendo così in errore l’Ente pagatore. Le tesi investigative degli investigatori del Nucleo sono state avvallate dal PM Dott.ssa Luisiana DI VITTORIO, titolare del procedimento penale, che ha richiesto al Tribunale di Crotone il sequestro preventivo per equivalente del profitto del reato.

‘Ndrangheta, sequestro e confisca di beni a due imprenditori

CATANZARO – E’ in corso un’operazione della Dia di Catanzaro per l’esecuzione di due provvedimenti di sequestro e confisca di beni emessi, rispettivamente, dai Tribunali di Catanzaro e di Crotone nei confronti di due imprenditori crotonesi, attivi l’uno nel campo della lavorazione del legname e l’altro nel settore turistico-alberghiero, ritenuti entrambi contigui alla cosca “Grande Aracri” della ‘ndrangheta. I provvedimenti traggono origine da complesse indagini condotte dalla Dia di Catanzaro che si basano sugli esiti di accertamenti di natura patrimoniale riguardanti un arco temporale di circa venti anni.  I dettagli dell’operazione resi noti nel corso di una conferenza stampa che avrà luogo alle 11 nella sede della Sezione operativa Dia di Catanzaro.

‘Ndrangheta, maxi sequestro ad esponente della criminalità organizzata

LAMEZIA TERME (CZ) -I finanzieri del gruppo di Lamezia Terme hanno appena dato esecuzione alla confisca dei beni appartenenti ad un esponente di rilievo della criminalità  organizzata locale. Il provvedimento della magistratura eseguito dai finanzieri e’ stato emesso dal tribunale di Catanzaro su conforme richiesta di questa procura distrettuale antimafia, articolata sulla base di un’informativa del gruppo della Guardia di finanza di Lamezia Terme. Le indagini della guardia di finanza hanno consentito di mettere in luce la pericolosità  sociale del soggetto indagato, la sua appartenenza ad una agguerrita organizzazione ‘ndranghetistica e la dedizione al compimento di gravi reati, dei cui proventi ha vissuto abitualmente, in modo agiato per decenni. Per tali motivi il tribunale ha disposto anche l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di p.S. Per la durata di quattro anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Per quanto riguarda l’aspetto patrimoniale, la confisca in argomento e’ basata su indagini di polizia economico-finanziaria, istituzionalmente svolte dalla guardia di finanza, tese ad aggredire i patrimoni illeciti conseguiti dagli appartenenti alla ‘ndrangheta, mediante i proventi delle svariate attività criminali compiute negli scorsi anni. Infatti, i finanzieri lametini, dopo aver eseguito indagini di polizia giudiziaria finalizzate ad evidenziare gli aspetti criminali dell’organizzazione ‘ndranghetistica, hanno concentrato l’attenzione investigativa sui patrimoni degli appartenenti ai clan della ‘ndrangheta operanti nella piana lametina. Gli sforzi investigativi hanno quindi condotto, fra gli altri, all’odierna confisca, che ha avuto come oggetto una villa ubicata nella zona sud della città, risultata nella disponibilità concreta del prevenuto, nonostante fosse formalmente intestata a terze persone, un Suv e varie disponibilità finanziarie. I mirati accertamenti patrimoniali e reddituali delle “fiamme gialle”, condivisi da questa procura della repubblica, sono infatti riusciti definitivamente a dimostrare che i beni confiscati sono di valore del tutto sproporzionato ed ingiustificato rispetto ai redditi leciti dichiarati ed al tenore di vita mantenuto dall’indiziato. Ciò ha consentito alle “fiamme gialle” di fornire alla magistratura un solido quadro indiziario per disporre la confisca dei cespiti patrimoniali rivelatisi di origine illecita o ingiustificati, il cui valore si attesta in oltre 335.000,00 euro. L’operazione odierna rientra nel piu’ vasto dispositivo di contrasto alla criminalità organizzata, predisposto da questa procura della repubblica – D.D.A. – e conferito, fra gli altri, al comando provinciale della guardia di finanza di Catanzaro, attraverso il quale si tende, oltre che ad accertare i vari gravi reati commessi, soprattutto a privare gli autori dei crimini di ogni provento illecito, indebitamente conseguito, molte volte, a prezzo di efferati delitti.

‘Ndrangheta, confisca di beni per oltre 1 milione di euro

CROTONE – A seguito di indagini patrimoniali – coordinate dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Dott. Nicola Gratteri, dal Procuratore Aggiunto presso la D.D.A., Dott. Vincenzo Luberto e dal Sostituto Procuratore della D.D.A. di Catanzaro, Dott. Domenico Guarascio – la Tenenza della Guardia di Finanza di Cirò Marina ha sottoposto a confisca un patrimonio di oltre 1 milione di euro, nei confronti di MORRONE Salvatore pluripregiudicato, elemento di spicco della locale di ‘ndrangheta Farao/Marincola – avente sede genetica in Cirò Marina ma con importanti ramificazioni nel nord Italia, in Germania ed all’estero – recentemente attinto da ordinanza di custodia cautelare in carcere, nell’ambito dell’operazione denominata “Stige”, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. L’attività è stata posta in essere ai sensi della normativa antimafia, di cui al D. Lgs. 159/2011; tale normativa prevede l’applicazione delle misure di prevenzione a carico di soggetti ritenuti, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi, ovvero, che per la loro condotta ed il loro tenore di vita, debbano ritenersi che vivano abitualmente, anche in parte, con in proventi di attività delittuosa. In data 22 cm, infatti, le Fiamme Gialle della Tenenza hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale, emessa dal Tribunale di Crotone – Ufficio Misure di Prevenzione – a firma del Presidente Dott.ssa Maria Vittoria Marchianò e del Giudice estensore Dott.ssa Angiuli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. A tale importante risultato le Fiamme Gialle sono pervenute ponendo in essere estenuanti, complesse ed articolate indagini di polizia giudiziaria ed economico finanziaria espletate attraverso un capillare controllo economico del territorio, effettuato mediante pedinamenti, osservazioni, accertamenti bancari e l’incrocio delle informazioni acquisite con i dati rilevati dalle banche dati in uso al Corpo della Guardia di Finanza. Nello specifico, l’esecuzione del provvedimento, da parte dei Finanzieri calabresi, ha portato alla confisca, di svariati conti correnti e conti deposito, due ville lussuose site nel Comune di Cirò Marina, un locale commerciale, n. 09 autoveicoli, un’azienda esercente l’attività di produzione di prodotti di panetteria operante nel Comune di Cirò Marina e numerose quote societarie. Prosegue incessante l’attività dei Finanzieri Crotonesi, a contrasto della criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista, in un territorio fortemente condizionato e svantaggiato a causa delle attività delittuose da questa originate ma rispetto alla quale la Guardia di Finanza si mostra attenta, presente e vigile a tutela dei calabresi onesti

Rivendevano carni sequestrate prive di tracciabilità, due denunce

VIBO VALENTIA – Hanno messo in vendita della carne di suino di dubbia provenienza, precedentemente posta sotto sequestro. Due persone, titolare e gestore di una macelleria di Spadola, sono state denunciate a vario titolo dai Carabinieri Forestale per macellazione clandestina, ricettazione, violazione di sigilli, commercio di sostanze alimentari pericolose per la salute pubblica, rimozione dei sigilli e mancata osservanza di un’ordinanza sindacale.

Carne priva di tracciabilità

I militari, nei giorni scorsi, dopo avere verificato nella macelleria la presenza di un suino sezionato ma sprovvisto della documentazione di tracciabilità, avevano sequestrato le carni e, successivamente, il sindaco aveva emanato un’ordinanza con cui ne intimava la distruzione. Malgrado i provvedimenti erano stati rimossi illegalmente i sigilli e la carne sequestrata era stata arbitrariamente messa in vendita. Il sindaco ha emesso una nuova ordinanza di rintraccio del prodotto messo in vendita perché pericoloso per la salute pubblica.