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Cosenza, Sgarbi presenta il libro “Dal cielo alla terra”

COSENZA-Mario Occhiuto sarà in piazza XI Settembre, a Cosenza, lunedì 18 aprile alle 18 insieme a Vittorio Sgarbi per la presentazione del libro del critico d’arte, “Dal cielo alla terra. Da Michelangelo a Caravaggio. Il tesoro d’Italia III”, edito da Bompiani.

A fine presentazione, Sgarbi incontrerà i ragazzi che vogliono far parte del «Laboratorio Sgarbi per Cosenza». Per le adesioni al laboratorio occorre inviare una mail a ufficiostampasgarbi@gmail.com.

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Elezioni Cosenza, Wanda Ferro: Non sarò in lista ma sosterrò Occhiuto

COSENZA – Wanda Ferro, già presidente della Provincia di Catanzaro, smentisce la propria candidatura al consiglio comunale di Cosenza dopo le indiscrezioni circolate sul web, secondo le quali la Ferro sarebbe stata tra le candidate della Lista Capra di Sgarbi. Naturalmente, nella sua qualità di coordinatrice regionale di Forza Italia, non farà mancare il proprio sostegno a Mario Occhiuto.

 

Elezioni Cosenza, dietrofront di Sgarbi. Non sarà candidato

COSENZA – Ci sarà una lista Sgarbi ma non una candidatura di Vittorio Sgarbi a Cosenza. Il critico d’arte offrirà comunque il proprio sostegno, soprattutto morale, all’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto che si presenta alle prossime elezioni come primo cittadino della città. “Ho voluto fare una lista di sostegno ad Occhiuto – ha detto Sgarbi all’Adnkronos – con un simbolo, un logo molto divertente: un capra. Il mio vuole essere un sostegno morale all’ex sindaco”. Il critico d’arte ha scelto il simbolo del ”Partito della rivoluzione” con la lista ”Sgarbi laboratorio della bellezza” sulla quale campeggia, su sfondo giallo, la sagoma di una capra in cima ad una scala. 

Elezioni Cosenza, candidato anche Vittorio Sgarbi

COSENZA – Vittorio Sgarbi presenterà una propria lista, che guiderà lui stesso, alle prossime comunali di Cosenza, a sostegno dell’ex sindaco, il forzista Mario Occhiuto. Lo ha reso noto lo stesso Occhiuto sulla sua pagina facebook in cui compare il simbolo della lista, al centro del quale spicca una capra. «Ieri – scrive Occhiuto – ci siamo nuovamente incontrati a casa sua per definire il simbolo e le modalità organizzative. Sarà una novità assoluta per il suo “Partito della Rivoluzione” che parte da Cosenza come esperimento nazionale, in occasione delle prossime elezioni amministrative, con una autonoma lista “Sgarbi, laboratorio della bellezza” guidata da lui stesso come capolista. D’altra parte Vittorio già dagli anni ’80 ha promosso e stimolato, con dichiarazioni, presenze a manifestazioni e riconoscimenti a varie attivita’, una presa di coscienza del valore europeo del nostro centro storico. Sono sicuro – prosegue Lista SgarbiOcchiuto – che la vicinanza e il coinvolgimento diretto di Vittorio Sgarbi anche nella futura azione amministrativa porterà enormi benefici alla città, soprattutto nella sua parte antica. L’auspicio è adesso quello che, anche in questa sfida elettorale, possa emergere un senso diretto di protagonismo e partecipazione da parte di chi identifica nell’arte, nella bellezza e nella conoscenza il futuro di Cosenza. Sono convinto infatti che tanti estimatori dell’arte e della bellezza decideranno di dare una mano a questo processo candidandosi a mio sostegno nella lista di Sgarbi per fare di questa occasione non solo una battaglia elettorale ma, soprattutto, un momento “rivoluzionario” per l’affermazione del concetto di rinascita culturale della città. Grazie Vittorio, veramente di cuore – conclude l’ex sindaco – perché insieme riusciremo ad imprimere la svolta definitiva finalizzata al recupero e alla rivitalizzazione del nostro bellissimo centro storico». 

Elezioni Cosenza, scricchiola la posizione di Paolini

COSENZA – Scricchiola la posizione di Enzo Paolini, sempre più isolato nella sua corsa a Palazzo dei Bruzi. Rispetto al 2011 lo scenario è nettamente differente. In quella circostanza la sua coalizione poteva contare su pezzi importanti del Partito Democratico, nonostante il simbolo ufficiale fosse appannaggio del candidato Perugini. Adesso la situazione si è capovolta. Nell’alleanza Civica di Lucio Presta il Pd è enzo paolinicompatto e all’avvocato non rimane che contare sui propri fedelissimi del Pse, sui membri storici del movimento Cosenza Domani e sull’apporto di Verdi, Scelta Civica e Partito Liberale che però, a Cosenza, non godono di grande feeling con l’elettorato, né di grandi numeri. Riuscire a comporre le liste non sarà facile, sia per la difficoltà nel reperire candidati, le donne in particolare, sia perché affiora la consapevolezza che a questa coalizione servirà compiere un’impresa per arrivare al ballottaggio. Con la conseguenza che per i candidati in corsa difficilmente potranno aprirsi le porte di Palazzo dei Bruzi. Il fronte di Lucio Presta invece si rafforza, incamerando nuova linfa. Carlo Guccione sta lavorando ad una propria lista ed anche Marco Ambrogio proporrà un proprio contrassegno dal nome “Adesso Cosenza”. Gli osservatori più acuti sono pronti a scommettere che, a dispetto dei rapporti che ad oggi appaiono gelidi tra Presta e Gentile, anche il Nuovo Centro Destra approderà nell’Alleanza Civica, proponendo a Cosenza e in Calabria quel ticket che tiene in piedi a Roma il governo Renzi. Il senatore attende la nomina a Viceministro e ha passato indenne l’interrogazione parlamentare in diretta Tv relativa all’incarico conferito al figlio Andrea Gentile nel consiglio di amministrazione dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano. L’interrogazione è stata presentata dal gruppo di Sinistra Italiana che ancora sta valutando se affiancare Paolini o se scendere in campo con un proprio candidato a sindaco. A gonfie vele la campagna elettorale di Mario Occhiuto che può contare su un’ampia base di cittadini candidati nelle sue liste civiche. Al suo fianco non mancheranno gli apparati politici organizzati che fanno riferimento ad esponenti del calibro di Jole Santelli e Fausto Orsormarso, tanto per citare due tra gli elementi di spicco della coalizione. Potrebbe unirsi anche il senatore Molinari con il movimento Terra Libera. L’ex pentastellato condivide con Occhiuto la posizione contraria rispetto alla costruzione della metro tramvia. Infine l’architetto potrà contare anche sull’apporto di Vittorio Sgarbi nella cui lista figurerà l’artista cosentino Maurizio Orrico.

La lezione magistrale di Sgarbi incanta il Duomo di Cosenza

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Una lectio magistralis vera e propria che ha riempito fino all’inverosimile il Duomo di Cosenza. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi conclude così, in un tripudio di folla, la sua giornata cosentina, iniziata in mattinata nella Sala degli Specchi della Provincia di Cosenza per concludere il convegno sul “Cammino di Alarico”, insieme al Sindaco Mario Occhiuto, a Maurizio Misasi, membro del comitato tecnico-scientifico di Alarico, e al regista Massimo Scaglione.La sua dissertazione senza rete sull’icona della Madonna del Pilerio, che ha dato ufficialmente il via alle celebrazioni della Patrona della città di Cosenza e che culmineranno nella Festa di venerdì 12 febbraio, incanta tutti, fedeli e curiosi, giovani e anziani. Al termine dell’intervento, diviso in due parti e inframmezzato dall’apprezzata esibizione dell’ensemble di archi del Teatro “Rendano”, il critico d’arte strappa un lungo applauso al pubblico, prima di concedersi a flash, autografi e qualche selfie.
La serata è stata introdotta dal Rettore della Cattedrale Don Giacomo Tuoto, presenti il Sindaco Occhiuto ed il vescovo emerito di Cosenza, Mons.Salvatore Nunnari. La lectio di Sgarbi è stata preceduta dall’esecuzione dell’Ave Maria di Caccini, affidata al tenore Stefano Tanzillo e all’accompagnamento degli archi del “Rendano”, opportunamente catechizzati dal direttore artistico del teatro di tradizione cosentino Lorenzo Parisi.
La “Mater misericordiae” custodita nella cappella del Duomo di Cosenza è per il critico d’arte “un capolavoro, anche se di autore ignoto, ma di altissima qualità esecutiva”. Parla dal pulpito della Cattedrale per farsi vedere anche da chi ha trovato posto solo nelle ultime file e sotto di lui ha la riproduzione fedele dell’icona, un arazzo pregiato realizzato dal maestro Domenico Caruso della Scuola Tappeti Artigiani di San Giovanni in Fiore che dal 4 dicembre scorso ha messo radici anche nel centro storico di Cosenza dove è sorta una vera e propria bottega d’arte.
Se è vero come è vero che anche le opere d’arte hanno un loro linguaggio, “il punto più alto della religione cristiana – dice Vittorio Sgarbi – per ciò che riguarda la figura umana è la Madonna, quindi una donna. Le altre religioni la donna non la vedono, la tengono nascosta, la celano, se ne vergognano. La religione cristiana è, invece, profondamente legata alla figura della donna. La prima figura che noi guardiamo adorandola è la Madonna, madre di Gesù. E il nesso tra madre e figlio proprio dell’icona, è un nesso inscindibile, come avviene nella Pietà di Michelangelo”.
E dissertando di iconografia non le manda certo a dire quando si ricollega alla stretta attualità e ad alcuni casi eclatanti verificatisi in qualche scuola.
“Pensare che l’immagine del Cristo possa essere tolta dalle scuole da qualche preside demente – sottolinea Sgarbi – non solo è una negazione di civiltà e di religione , ma è una follia contro il buon senso, perché non hai davanti un potente, ma hai davanti un uomo che sta in croce e soffre. Quale danno potrà fare all’immaginazione e alla fede di chi non crede in lui?”.

sgarbi duomo 3Rientra dalla divagazione e riprende a parlare dell’icona divenuta oggetto di culto per i cosentini passandone in rassegna la storia.“La religione ha espresso una bellezza musicale che non ha limite e allo stesso modo l’ha espressa in un’arte che non ha confini. Nell’iconografia bizantina che resiste per quasi un millennio, dal V secolo fino al 1452 quando finisce l’Impero Romano d’Oriente, c’è una stabilità che è senza tempo. La Madonna col bambino è senza tempo”. E ricorda di quando negli anni settanta l’allora Vescovo di Cosenza, Mons.Enea Selis, cominciò, al di là dell’importanza liturgica dell’icona, una ricognizione scientifica sull’identità artistica di quest’opera e “quelli che la studiarono riconobbero in questa tavola un’immagine del dodicesimo secolo”. Un dato che ne testimoniava l’antichità e l’autenticità e dal quale scaturì il successivo restauro.
La lectio di Sgarbi prosegue evocando ciò che accadde nel 1576, al tempo della peste. “Accadde qualcosa – sottolinea il critico – che la fa diventare quello che è ora : la Madonna del Pilerio. Laddove Pilerio vale come pilastro, come identità integra di cui prende il nome, nella integrità della sua condizione, della sua concezione”. E disegna un parallelismo tra Madonna del Pilerio e Immacolata Concezione, fra la verginità della Madonna e l’integrità della colonna”
E non è finita. Perché Sgarbi di parallelismi ne sciorina ancora con “un dipinto straordinario, lontanissimo da questo, che è la Madonna del Collo Lungo di Parmigianino, che ha alle spalle un pilerio, una colonna che è l’inizio di un tempio che indica l’integrità della colonna intera e che corrisponde all’integrità della Vergine. La Madonna del Pilerio – continua a raccontare – diventa tale quando un devoto in preghiera davanti all’icona della Madonna si accorge di una macchia, un bubbone sul viso. Quel bubbone diventa l’immagine salvifica che può guarire gli uomini dalla peste”.
Cita ancora l’avvenimento del 1607, quando l’Arcivescovo Giovanni Battista Costanzo, in segno di affetto e di omaggio, su richiesta unanime dei cosentini, incorona la Vergine del Pilerio regina, nello stesso periodo in cui Caravaggio scappa da Roma e viene poi nel Meridione per finire la sua vita rientrando da Malta. Poi ricorda quando nel 1798, in una convocazione dei nobili del sedile, viene istituita la Festa della Madonna del Pilerio da celebrarsi ogni anno l’8 settembre. Tappe in cui l’immagine cresce fino a diventare quella straordinaria icona dello spirito che è diventata. Nel 1922 una successiva incoronazione. Nel ’76 il restauro avviato su indicazione di Selis. Nel 1981 l’arcivescovo Dino Trabalzini eleva a Santuario della Vergine del Pilerio il Duomo di Cosenza. Sarà poi Giovanni Paolo II, nell’84, a visitare la Cattedrale e a raccogliersi in preghiera davanti all’icona.
Poi le congetture di Sgarbi si soffermano sul valore stilistico dell’icona. “La qualità è alta, è innegabile, ma è impossibile definirne l’autore”.
Soffermandosi sul rapporto che la accosta alla verità degli uomini, la considera una vergine galacto profusa, perché il seno nel dipinto non è occultato, ma si vede, a sottolineare il luogo in cui la madre manifesta la sua forza di nutrimento da cui il figlio dipende.
“Per quanto l’opera non trovi un’identità riconoscibile in un autore, dal punto di vista iconografico – questo il parere di Sgarbi – l’oggetto di culto dei cosentini è probabilmente da misurarsi con un artista, dalla personalità molto forte, che si era formato a Costantinopoli o forse a Cipro perché questa immagine della galacto profusa è in rapporto con la vergine del Monastero di Kikko, proprio sull’isola di Cipro, detta la Kikkotissa”.
Un giudizio che Sgarbi mette subito in discussione mentre, approfittando dell’intermezzo musicale e dell’esecuzione dell’Aria sulla IV corda di Bach, da parte dell’ensemble di archi del “Rendano”, si reca a vedere l’originale nell’icona all’interno della cappella.
E allora l’accostamento cambia: Sgarbi cita un pittore del novecento Georges Roualt, avvezzo ai grandi aloni che evidenziano la luce del volto mentre lo cerchiano. Ma ipotizza anche un’altra possibilità, quella che porta ad un artista padano perché una delle caratteristiche degli artisti bolognesi è la forza di un colore che comunica un’emozione profonda del cuore. E Sgarbi di fronte all’icona originale è rimasto colpito dal rosso vivido presente in alcuni tratti del dipinto, un rosso che non è presente neppure nella pittura bizantina e che, invece, nel caso della nostra “Mater Misericordiae” rende viva e parlante quella immagine.
Insomma – conclude – un’intuizione estetica di straordinaria qualità. Il centro di un mondo spirituale.” E chiude alla sua maniera, senza rete, come aveva cominciato: “la città è sotto la protezione della Madonna la quale mi ha personalmente comunicato che protegge anche il Sindaco. Alarico, che pure fu uomo è una grande illusione, la Madonna è una realtà incontrovertibile. Meglio affidarsi alla Madonna che a barbari che non sappiamo da dove vengono e dove andranno”.

Sgarbi a Cosenza: “Il tesoro di Alarico non esiste, è solo un mito, ma fa bene Occhiuto a non arrendersi”

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Cosenza ( Cs) – Ha continuato a portare avanti la sua teoria Vittorio Sgarbi, quella cioè che il tesoro di Alarico “fondamentalmente non esiste”. E lo ha fatto come un fiume in piena, sostenendo la tesi, secondo cui, la presenza del tesoro del Re dei Goti, “altro non è che un mito, una vera e propria leggenda”. Secondo il critico d’arte ferrarese, “è un sano pensiero, effetto di una riuscitissima visione. Mario Occhiuto, di nome e di fatto,  ( il pubblico scoppia in una risata fragorosa) è stato in grado di creare un effetto che determina fantasia allo stato puro. Lo definirei – ha proseguito – il miracolo di Alarico, un sogno che si concretizza nella mitizzazione della realtà”. Vittorio Sgarbi stamane a Cosenza, in un affollatissimo Salone degli Specchi della Provincia, ha preso parte al convegno “Il cammino di Alarico. Un tesoro, una risorsa storica, una grande opportunità di sviluppo turistico e culturale” e ha conquistato i presenti ( la sala era troppo piccola per contenere così tanta gente) con la sua ironia e la sua pittoresca e nota visione del mondo e della storia in genere. “Non credevo – ha detto spiritosamente –  che la mia visita nella città dei Bruzi provocasse così tanto clamore da indurre 17 consiglieri a firmare le dimissioni e sancire la fine anticipata della sindacatura di Mario Occhiuto. Ma questi “signorotti”, non hanno capito, che gli hanno quasi fatto un favore, perché queste sono state le primarie di Occhiuto, che d’ora in avanti avrà più tempo per fare campagna elettorale e screditare il gruppo di traditori, rivoluzionari e pugnalatori”.

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Per Sgarbi Occhiuto è il degno discendente di Goebbels, “ma ti consiglio – rivolto all’ex primo cittadino di Cosenza-  di fare in maniera tale che il tesoro non venga mai trovato. Sapete che fine farebbero i reperti se venissero rinvenuti? Diretti a Catanzaro e una schiera di magistrati ( inveisce anche contro una parte di essi, osannando prima l’ex sindaco Mancini e poi Misasi ndr) e sovrintendenti  arriverebbero in città con la pretesa di dirigere e formalizzare le operazioni secondo legge. Ragione per cui – ha stuzzicato- se trovate qualcosa, buttatelo nuovamente nel fiume. Fate in modo che questo sogno e questa ricerca possano sempre proseguire”.  E se da una parte  ha promosso Occhiuto, definendolo astuto e assennato, per la questione relativa alla continua esplorazione e alla conseguente creazione di un vero e proprio fenomeno che ruota attorno alla figura del re visigoto, su due punti non si è trovato d’accordo: il primo è la posizione del  Museo di Alarico, che dovrebbe sorgere al posto dell’Hotel Jolly, definito dal professore “un vero cesso di museo e se potessi decidere, respingerei all’istante la richiesta”. La seconda questione, più personale,  che ha trovato Sgarbi profondamente in disaccordo porta il nome di Paolo Grassino, il maestro di Torino, al quale è stata incaricata la realizzazione di un’opera dedicata ad Alarico. “Grassino non deve realizzare quell’opera, è una <<capra>>”.  E’ stato l’unico, su quattromila invitati ad avere rifiutato l’invito alla mia Biennale, quantomeno che sia una donazione alla città e non spendete soldi. Ovviamente, se proprio non potete farne a meno, collocatelo in periferia o realizzasse la sua opera a Catanzaro!”, e  anche qui, gli applausi non si sono fatti attendere . Sulla questione, poi, relativa ad un presunto acquisto di una casa nel centro storico della città di Cosenza, è stato categorico “io non compro case, ma solo opere d’arte. Non saprei cosa farmene di un’abitazione qui a Cosenza” – ha chiarito sarcasticamente-.  La giornata di oggi è stata anche l’occasione per la presentazione del film del regista Massimo Scaglione “Alarico il re di tutti, Cosenza 410” le cui scene saranno interamente girate nella capoluogo bruzio, tra la Villa Vecchia, Corso Telesio e Via Popilia. Tra i protagonisti del film di Scaglione, anche Maurizio Bonetti ( molti lo ricorderanno tra gli attori di Squadra Antimafia e Distretto di Polizia) presente al convegno di stamane. Le riprese del film dovrebbero partire a breve, questa la speranza del regista,  intanto Sgarbi ne ha apprezzato l’idea, “perché siamo in presenza di una realtà che passa attraverso il grande schermo, un po’ come lo è stato per quei capolavori cinematografici ( cita Ben –Hur e Romeo e Giulietta), dove il film ci fa abitare il sogno, ma per me, – ha ribadito- il tesoro, quello materiale, puramente archeologico, non esiste. E’ solo illusione, delirio leggenda, favola, è appunto un mito e, tale deve rimanere”.

 

Raffaella Aquino