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Posti i sigilli a tre impianti di depurazione nel cosentino

MONTALTO UFFUGO (CS) – Tre impianti di depurazione del Comune di Montalto Uffugo sono stati sequestrati dai Carabinieri Forestale che hanno denunciato i responsabili comunali per violazione della normativa ambientale.

Il controllo degli impianti ha accertato, infatti, che alcune fosse biologiche, nelle frazioni di Commicelli e Santa Maria Castagna, erano sprovviste di autorizzazione allo scarico e, per struttura e funzionamento, non rispondevano alla normativa di settore.

A causa di queste mancanze i liquami, attraverso una conduttura interrata, venivano immessi nelle vasche senza subire alcun trattamento, riversandosi nel suolo e nel sottosuolo fino a giungere nei torrenti appartenenti al bacino idrografico del fiume Crati. Analoga situazione per il terzo impianto di depurazione nella frazione Parantoro, risultato privo di autorizzazione allo scarico e di energia elettrica e in totale stato di abbandono. I liquami finivano sul suolo e in un torrente vicino.

Sequestrata discoteca, locale privo di autorizzazioni

NOCERA TERINESE (CZ) – Nell’ambito dell’intensificazione dei controlli predisposti dal comando provinciale di catanzaro nelle località di villeggiatura o a maggiore vocazione turistica, nei giorni scorsi i finanzieri del gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme hanno sottoposto a sequestro penale, sulla riviera del comune di Nocera Terinese (CZ), una discoteca priva delle necessarie autorizzazioni.

In particolare, nel corso dell’attività ispettiva, è emerso che il gestore della discoteca aveva trasformato un’area di circa 250 metri quadri di uno stabilimento balneare in attività di intrattenimento, senza essere in possesso delle necessarie autorizzazioni, quali il “certificato di prevenzione rischi incendi” e la “licenza di agibilità per svolgere serate da ballo”. Le fiamme gialle, appurata la mancanza di tali autorizzazioni, necessarie per garantire l’idonea sicurezza degli avventori, hanno interrotto l’illecita attività ed hanno apposto i sigilli alla discoteca, sottoponendo i locali e le relative attrezzature tecniche a sequestro.

Al momento dell’intervento erano presenti circa 350 persone. Il titolare dell’esercizio e l’organizzatore dell’evento sono stati deferiti alla procura della repubblica di Lamezia Terme per le violazioni penali rilevate.

Tale attività conferma l’incessante impegno dei militari della guardia di finanza a tutela e salvaguardia della cittadinanza locale e turistica che popola la riviera tirrenica del catanzarese in questo
periodo di villeggiatura.

Foto repertorio

Musica troppo alta, locale posto sotto sequestro

CROTONE – La musica diffusa nel locale era troppo alta e, il gestore del locale di Via Cristoforo Colombo a Crotone, avrebbe organizzato eventi musicali senza essere in possesso delle autorizzazioni richieste.

Sono scattati così i sigilli al locale situato sul lungomare di Crotone da parte della Polizia Amministrativa, divisione Pasi.

La denuncia dei residenti del palazzo

Il controllo è scattato a seguito di una serie di denunce sporte dai vari residenti del palazzo dove il locale è ubicato. Il personale della polizia avrebbe accertato quindi che l’impianto di diffusione della musica emetteva suoni superiori al limite, come prescritto dalla legge e, violando così l’ordinanza del sindaco che fissa limiti di orari alle diffusioni sonore provenienti dagli esercizi commerciali. Il gestore è stato denunciato per i reati di disturbo alle occupazioni e del riposo delle persone.

(Immagini di repertorio)

 

Area archeologica, violate le norme sulla sicurezza, sigilli ad un cantiere

ORIOLO (CS) – La Guardia di Finanza di Montegiordano ha sequestrato un’area archeologica sita nel comune di Oriolo (CS) per violazioni alla normativa sul lavoro, salute e sicurezza ed alle norme a tutela dei beni culturali. Le Fiamme Gialle hanno effettuato un accesso per il controllo sul lavoro nero presso un sito nel quale erano in corso interventi di recupero di un antico convento del terzo ordine regolare di San Francesco d’Assisi, risalente al 1439, contenente affreschi, resti archeologici ed anche resti umani di interesse. Dai riscontri documentali acquisiti, i Finanzieri hanno accertato che i lavori affidati dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Cosenza ad una società edile di
Rende (CS), venivano effettuati senza il rispetto della normativa vigente in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Inoltre, all’interno del cantiere sono stati trovati tre lavoratori impiegati in nero dalla ditta appaltatrice dei lavori intenti ad effettuare gli scavi nel corso dei quali erano stati rinvenuti residui di vasi antichi nonché numerose ossa umane, tutti beni sottoposti a sequestro probatorio. All’esito delle attività sono stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari otto soggetti, tra i quali anche il direttore del cantiere ed il rappresentante legale della società appaltatrice dei lavori. Gli scavi archeologici all’interno del convento venivano infatti effettuati senza la preventiva predisposizione di un Piano Operativo di Sicurezza, affidati a manovali non specializzati senza la figura necessaria dell’archeologo e senza il rispetto delle precauzioni di sicurezza previste dalla normativa di settore con dispositivi di protezione collettiva quali ponteggi non idonei, reti di protezione inesistenti, passerelle realizzate con materiali di fortuna ed altre gravi violazioni. Il cantiere archeologico era altresì sprovvisto di una cassetta di pronto soccorso e di prefabbricati per i servizi igienici. Ad otto soggetti sono stati contestati reati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia archeologica, previsti dal Teso Unico Sicurezza sul Lavoro e dalla Legge a Tutela delle cose di interesse artistico e dal Codice dei Beni Culturali e dal Codice penale. Ora rischiano la reclusione da due a sette anni. Il rappresentante della società appaltatrice, che ha immediatamente regolarizzato l’assunzione dei tre soggetti impiegati “in nero”, ha provveduto ad effettuare il pagamento alle casse dell’Erario della prevista sanzione amministrativa di 4.500 euro (1.500 euro per
ogni singolo lavoratore in nero). Prosegue l’attività della Guardia di Finanza a tutela del patrimonio artistico ed archeologico e contro lo sfruttamento del lavoro ed a tutela dei diritti dei lavoratori oltre che degli imprenditori che operano nel rispetto delle regole

Sigilli ad una discoteca. Non aveva le autorizzazioni necessarie

CROTONE – La Polizia di Stato ha sequestrato una discoteca a Crotone e denunciato il titolare dell’esercizio perché risultato sprovvisto delle necessarie autorizzazioni. Gli agenti, nell’ambito dei servizi disposti dal questore della Provincia di Crotone, Claudio Sanfilippo, per la stagione estiva, hanno avviato i controlli individuando il locale pubblico, impegnato in attività di somministrazione di alimenti e bevande e di intrattenimento musicale, all’interno del quale erano presenti circa 350 avventori. Il titolare della discoteca è stato chiamato in causa anche per la violazione dell’ordinanza del sindaco che regolamenta gli orari delle attività d’intrattenimento musicale durante il periodo estivo. Sigilli sono stati apposti anche all’impianto acustico che era stato preso a nolo.

Rimuove sigilli azienda trasformazione agrumi, arrestato

VARAPODIO (RC) – Il Corpo forestale dello Stato, ha arrestato a Varapodio V.V., di 56 anni, con l’accusa di avere rimosso i sigilli apposti dall’autorità giudiziaria alla sua azienda per la trasformazione di agrumi, sequestrata nell’ambito di un’inchiesta dalla quale erano emerse violazioni alle norme sulla tutela dell’ambiente. V.V., dopo il sequestro dell’azienda, ne era stato nominato custode giudiziario. Il Corpo forestale ha accertato, nel corso di un sopralluogo, che i sigilli erano stati rimossi arbitrariamente e che l’azienda di trasformazione aveva ripreso arbitrariamente la sua attività. Dalle indagini è emerso che a rimuovere i sigilli sarebbe stato lo stesso amministratore dell’azienda, che è stato per questo arrestato. Nel corso dell’udienza di convalida, il Tribunale ha imposto a V.V. l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Non emettono scontrino fiscale. Sigilli a otto negozi

CORIGLIANO CALABRO (CS) – La Guardia di Finanza di Corigliano Calabro in esecuzione di appositi provvedimenti emessi dalla Direzione Regionale per la Calabria dell’Agenzia delle Entrate, ha apposto i sigilli ad otto esercizi di commercio al dettaglio, per la reiterata mancata emissione dello scontrino fiscale. Si tratta di attività commerciali gestite in prevalenza da cittadini extracomunitari, sorpresi in più occasioni ad effettuare vendite senza emettere scontrino fiscale. In tema di sanzioni, la normativa inerente l’obbligo di rilascio dello scontrino o della ricevuta fiscale prevede, nel caso si rilevino quattro violazioni commesse in tempi diversi, anche la sanzione della sospensione dell’autorizzazione amministrativa e quindi la temporanea chiusura dell’attività. L’attività svolta si inquadra in un più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto, a livello locale, dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza.