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Stupore a Luzzi per l’arresto di Hamil. La sua famiglia è perfettamente integrata nella comunità locale

Hamil MehdiLUZZI (CS) – Hamil Mehdi e la sua famiglia erano perfettamente integrati nel tessuto sociale della comunità di Luzzi. Il padre del giovane arrestato questa mattina con l’accusa di autoaddestramento  a fini di terrorismo internazionale, avevano raggiunto nel 1991 il piccolo centro della provincia di Cosenza. Successivamente si erano trasferiti anche i figli, tra cui Hamil. Persone semplici, normali, descritti come lavoratori e come persone conosciute e stimate. Nel complesso a Luzzi insiste una comunità composta da una trentina di persone. Hamil aiutava il padre che aveva ottenuto dall’amministrazione comunale il rilascio di una licenza per la vendita ambulante di tappeti. E’ il maggiore di quattro figli. “Al più piccolo – dice il vicesindaco di Luzzi, Ivan Ferraro – abbiamo dato la possibilità di frequentare la scuola calcio gratuitamente. In paese non ha mai dato problemi – sottolinea l’amministratore – Ma quello che mi dispiacerebbe moltissimo è che adesso si possa diffondere allarmismo, paura e razzismo. Non sarebbe giusto puntare il dito contro un’intera comunità di marocchini che vive qui da tanto tempo. In paese c’è chi ha notato come Hamil Mehdi, da alcuni mesi, si fosse isolato dai suoi connazionali e dal resto della comunità per seguire in maniera molto rigida i dettami del Corano. “Ultimamente, ed in particolare negli ultimi mesi – hanno raccontato alcuni conoscenti – lo vedevamo da solo e spesso nervoso. Ma in paese non avevamo avuto nessuna notizia di quanto era accaduto in Turchia”. Anche il sindaco di Luzzi, Manfredo Tedesco, non ha nascosto il proprio stupore: “Siamo sorpresi – ha detto – perché il giovane e la sua famiglia sono perfettamente inseriti nella nostra comunità. Non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere. Al momento non possiamo che attendere l’esito degli accertamenti. Siamo a disposizione delle autorità per fornire ogni tipo di informazione utile a fare chiarezza”.

Paolini rompe gli indugi: «Mi candido alle Primarie per Cosenza».

Enzo PaoliniCOSENZA – Enzo Paolini rompe gli indugi e prova a dare una scossa alla campagna elettorale per le amministrative di Cosenza. In questa fase in cui il centrosinistra sonnecchia, l’avvocato con ambizioni da sindaco ha inviato una missiva al segretario regionale del Partito Democratico Ernesto Magorno ed al segretario provinciale Pd Luigi Guglielmelli in cui annuncia la propria candidatura alle primarie. «In conseguenza di quanto affermato dal segretario nazionale del Partito Democratico, Matteo Renzi, lo scorso 22 gennaio nel corso della direzione nazionale del Pd, chiedo di dare corso con immediatezza alla predisposizione del regolamento per le primarie di coalizione per la scelta del candidato del centrosinistra a sindaco di Cosenza» scrive Paolini, che nel 2011 si è già trovato a gareggiare contro Occhiuto, perdendo al ballottaggio. «Io intendo ufficialmente presentare la mia candidatura entro le ore 12 del 5 febbraio 2016 – ha aggiunto – cioè un mese prima della data fissata in tutta Italia per lo svolgimento delle elezioni primarie, nonché depositare la documentazione richiesta dallo statuto del Pd, condiviso da tutta la coalizione. Ciò permetterà – prosegue Paolini – l’insediamento della commissione dei garanti e l’esecuzione, nei tempi e nei modi richiesti dal regolamento, di ogni altro adempimento necessario al regolare svolgimento delle primarie di coalizione». Una mossa che rischia di prendere in contropiede i vertici democrat, divisi sulla necessità di svolgere le primarie per individuare il candidato unico da contrapporre al primo cittadino uscente Mario Occhiuto. Paolini, forzando i tempi, costringerà il Pd ad uscire allo scoperto. O il partito dichiarerà espressamente che le primarie a Cosenza non si svolgeranno, oppure dovrà attrezzarsi per predisporre le primarie e individuare altri competitor di Paolini entro il 5 febbraio prossimo. 

Cosenza, Morrone pronto a lasciare Occhiuto per le divergenze sull’ospedale

COSENZA – La querelle relativa all’ospedale di Cosenza è destinata ad avere ripercussioni sulla campagna per il rinnovo dell’amministrazione di Palazzo dei Bruzi. Il nuovo nosocomio bruzio è ancora un’opera da libro dei sogni e già si litiga sulla collocazione che dovrà avere la struttura. Mario Occhiuto è convinto che si debba puntare sulla riqualificazione dell’Annunziata e sulla realizzazione di nuovi padiglioni che possano congiungere l’attuale nosocomio con l’Annunziata. Il partito di Forza Italia è schierato sulle posizioni del sindaco architetto, quasi in maniera compatta. Quasi. Perché il consigliere regionale Ennio Morrone, si è invece detto favorevole alla costruzione dell’ospedale a Vaglio Lise, nei pressi della stazione ferroviaria, ritenendo questa zona logisticamente più adeguata. La sensazione è che le divergenze tra Morrone e Occhiuto su questo punto, siano destinate a determinare un terremoto politico. La conseguenza più immediata potrebbe essere il ritiro della fiducia da parte dei consiglieri comunali che proprio in Ennio Morrone hanno il loro punto di riferimento. Non dimentichiamo che il figlio di Morrone, Luca, ricopre la carica di presidente dell’Assise bruzia. In questo caso l’avventura amministrativa di Occhiuto potrebbe terminare anticipatamente. L’altra conseguenza, decisamente più probabile, è che Morrone scelga di allinearsi alle posizioni di Mario Oliverio e quindi del Pd, e di mettere una propria lista di candidati a disposizione del centrosinistra.

Gentile presto sottosegretario. A Cosenza sosterrà il centrosinistra

ROMA- Antonio Gentile sarebbe in procinto di entrare nella compagine governativa di Matteo Renzi. Già in questaAntonio Gentile 2 settimana il senatore cosentino del Nuovo Centro Destra potrebbe ricevere la nomina a sottosegretario dal Presidente del Consiglio. I tempi sono maturi per il suo ingresso-bis a Palazzo Chigi, dopo la breve esperienza del marzo 2014 mandata all’aria dal caso Oragate. L’accordo è legato a doppio filo con le grandi manovre del Pd per scalzare Occhiuto dalla poltrona di sindaco della città di Cosenza. I consensi elettorali di Gentile, si sa, sono determinanti nel capoluogo bruzio e Renzi, con la nomina del senatore, potrebbe assicurarsi il suo appoggio per agevolare la scalata di Lucio Presta, ormai candidato in pectore del centrosinistra. A proposito di Lucio Presta, non è passato inosservato il fatto che a realizzare il famigerato servizio sulle luminarie sia stato Alessio Zucchini, conduttore di uno Mattina Estate dove sono passati anche alcuni personaggi appartenenti alla scuderia del manager dello spettacolo. Ma lo stesso Presta ci ha tenuto a smentire subito, con garbo ma in maniera

Lucio Presta

decisa e perentoria, di essere l’artefice dell’arrivo sulle sponde del Crati dell’inviato del Tg1. Tornando alle amministrative, perdono quota le primarie, alle quali si aggrappa Enzo Paolini, consapevole che questo strumento è l’unico che potrebbe garantirgli una sia pur flebile chance di candidatura: “Rappresento un’area vasta, composta da molte liste civiche e da alcune formazioni già presenti nel 2011. Altre forze si sono aggregate come Buongiorno Cosenza. Un’area che si colloca nel centrosinistra, in attesa che si individui un metodo valido per arrivare ad una candidatura condivisa – afferma Paolini – Mi auguro che questo metodo sia quello delle primarie, che ormai fanno parte del dna politico istituzionale del Paese”. E sui tentennamenti del Partito Democratico aggiunge: “Il Pd ha tante anime, Enzo Paolinicomprendo che ci possa essere qualche tensione, qualcosa da mettere a punto proprio perché si tratta di un grande partito. E però è giunto il tempo non per annunciare il nome di un candidato ma per annunciare un metodo. Per questo auspico che si stabilisca una data per le primarie. Io stesso – conclude – se dovessi scegliere tra una designazione diretta e le primarie, sceglierei le primarie”.

 

Nuovo ospedale, Occhiuto si tira fuori: “Refrain strumentale alla campagna elettorale”

occhiutomario2COSENZA – Dimostra di avere confidenza anche con la dialettica e non solo con l’urbanistica Mario Occhiuto, impegnato in queste ore a difendere, quasi in solitudine, la propria posizione in merito all’area da individuare per la costruzione del nuovo ospedale. Il sindaco di Cosenza sa di trovarsi coinvolto in una battaglia virtuale ingaggiata per distogliere l’attenzione mediatica dalle inefficienze della sanità locale e dalle opere che la sua amministrazione ha completato o sta per completare, per concentrarla sul nuovo nosocomio che verrà, se verrà, argomento abitualmente di moda alla vigilia delle campagne elettorali che riguardano il capoluogo bruzio. Occhiuto si è lasciato trascinare nella querelle solo per un paio di giorni. Adesso, in maniera scaltra, si tira fuori dal dibattito, ricordando che la competenza in materia di sanità è appannaggio della Regione e che i cittadini hanno bisogno di servizi efficienti e “non di assistere allo strumentale botta e risposta su un nuovo ospedale. E’ questo un refrain che, puntualmente, si ripresenta a ridosso di una campagna elettorale. Tutti auspichiamo una più moderna struttura per il nostro nosocomio, riferimento per l’intera Provincia – aggiunge il Sindaco – ma ciò non può e non deve diventare argomento utile ad avviare una propaganda per fini elettorali. La Regione, va ricordato, è l’Ente a cui spetta il compito di programmare e soprattutto definire contenuti in termini progettuali. Prima ancora di dibattere sull’ubicazione dell’ospedale, dunque, occorre affrontare una discussione senza dubbio più urgente che è quella che riguarda la qualità dei servizi e delle prestazioni che, purtroppo, sul piano territoriale continuano a diminuire vertiginosamente. Com’è noto, dalla Calabria nel 2016 si è costretti a partire per andare a curarsi altrove, con un aggravio economico notevole per le stesse casse regionali. Ciò che serve, prima di realizzare una struttura ex novo, è un progetto complessivo di riqualificazione dei servizi sanitari. Utilizzare la salute delle persone in campagna elettorale – conclude Mario Occhiuto – mi pare improprio e inopportuno. Solo dopo aver effettivamente riqualificato un ambito, quello sanitario, che sul nostro territorio presenta una serie di criticità, potrà essere giusto aprire una discussione con gli enti che hanno il compito specifico di localizzare il sito ospedaliero”.

Cosenza, amministrative: stato di calma apparente

Palazzo dei Bruzi, Piazza dei Bruzi, 1959

COSENZA – Vive di fiammate la campagna elettorale per le amministrative di Cosenza. Con momenti di aspro confronto tra le diverse forze politiche ed altre di calma apparente. Sul tavolo, al momento, ci sono due sole candidature ufficiali: quella di Mario Occhiuto e quella di Lucio Presta. La vicenda delle luminarie e dell’acquisizione dei relativi atti da parte della guardia di finanza non ha prodotto particolari scossoni nelle stanze di Palazzo dei Bruzi. Accantonate le schermaglie con il senatore Morra, indicato quale presunto mandante del famigerato servizio trasmesso dal tg1, il sindaco architetto è concentrato a rinsaldare le alleanze e a completare il programma di opere pubbliche che metterà sul piatto della bilancia quando sarà il momento di chiedere il voto agli elettori. Piazza Bilotti e il ponte di Calatrava tanto per citare le più importanti. L’attivismo di Occhiuto fa a pugni con l’immobilismo di Lucio Presta del quale si sono perse le tracce dal giorno della conferenza stampa in cui ha annunciato la sua candidatura. Da allora le attività del movimento Amo Cosenza sono cadute nell’oblio. Il silenzio del manager dello spettacolo fa il paio con l’indecisione cronica del Pd e del centrosinistra che proprio in Lucio Presta intravede la propria ancora di salvezza. Perché risponde all’identikit tracciato da Renzi e perché rappresenta quel candidato di superamento in grado di compattare uno schieramento oggi dilaniato da mille divisioni. Le ambizioni di Enzo Paolini e di Marco Ambrogio sono dunque destinate a rimanere deluse. Il partito democratico però, deve aspettare anche il nulla osta del Nuovo Centro Destra e quello di Giacomo Mancini, i cui consensi sono tali da consentire loro anche la scalata in autonomia. Ci sarà poi un candidato del Movimento Cinque Stelle e una lista, Calabria terra Libera, a cura del senatore Molinari e del deputato Barbanti il quale, commentando i travagli grilllini e la vicenda Corbelli, non ha esitato a definire i suoi ex compagni stalinisti e nazisti.

Barbanti, a Cosenza logiche staliniste e naziste tra i Cinque Stelle

di SALVATORE BRUNO

 

COSENZA – Dialoga con Magorno perché l’interlocuzione con il governo regionale passa necessariamente dal Partito Democratico e sulle vicende amministrative di Cosenza annuncia un progetto comune con il senatore Molinari e l’Associazione Calabria Terra Libera. E sui travagli vissuti all’ombra di Palazzo dei Bruzi dal Movimento Cinque Stelle, lascia in cantina il fioretto, sferzando i suoi ex compagni a colpi di sciabola.

Sebastiano Barbanti, deputato cosentino, attualmente nel Gruppo Misto, sta lavorando sotto traccia, ma non troppo, per offrire il proprio contributo alla risoluzione delle tante emergenze che attanagliano la Calabria, mettendo sul tavolo questioni e soluzioni, sottoposte al segretario regionale del Pd. I due sono colleghi tra i banchi di Montecitorio. «Ma la Camera è chiusa dall’ultima decade di dicembre. In pratica erano più di venti giorni che non vedevo Magorno. Ho approfittato della nostra contemporanea presenza a Lamezia Terme per incontrarlo. Il motivo? Da tempo lavoro su temi che stanno a cuore a me ed ai cittadini della nostra regione. La sanità, la Sorical, la questione relativa alla Fondazione Terina. Si tratta di tematiche che riguardano il governo regionale. Il mio interlocutore dunque non può che essere Mario Oliverio ed il suo partito, ovvero i rappresentanti politici ed istituzionali deputati ad affrontare e risolvere le problematiche. Inutile attardarsi a denunciare quello che non va. La diagnosi non è sufficiente. Bisogna trovare le cure e proporle agli organismi che hanno il potere e gli strumenti per operare e cambiare le cose». Una sorta di collaborazione dall’esterno? «In realtà ritengo che le cose si cambiano da dentro, perché dall’esterno si possono esercitare soltanto pressioni limitate, destinate a rimanere lettera morta».

Questa collaborazione con il Pd potrebbe essere riproposta anche a Cosenza, in vista delle amministrative? «Su Cosenza, insieme al senatore Molinari e con l’Associazione Calabria Terra Libera, stiamo predisponendo una lista aperta al contributo dei cittadini. Non abbiamo preclusioni di carattere ideologico. Noi lavoriamo e lavoreremo sui temi, sui fatti concreti e sulla progettualità. Ovviamente i nostri candidati dovranno essere persone specchiate. Quindi la nostra lista sarà off limits per condannati e persone con carichi pendenti». Presenterete un vostro candidato a sindaco? «E’ un aspetto che valuteremo in seguito. I tempi non sono ancora maturi. In questa fase siamo impegnati a chiudere la lista dei candidati al consiglio comunale. Potremo avere un candidato sindaco di Calabria Terra Libera oppure entrare a far parte di uno schieramento più ampio. Sotto questo aspetto la palla adesso è nel campo dei partiti tradizionali. Noi non siamo per alzare steccati ideologici ed anacronistici che non portano a nulla se non ad essere destinati a rimanere ai margini della vita amministrativa. Se dovessero chiederci di sostenere un candidato a sindaco a noi gradito e con le carte in regola, saremo della partita». Da osservatore esterno il deputato Barbanti commenta anche la polemica tra il sindaco Occhiuto ed il senatore Morra, sul caso luminarie e sul famigerato servizio del Tg1. «Per la verità non ho seguito la vicenda, se non in maniera superficiale. E però Occhiuto non è abituato a parlare a vanvera. Se si è esposto in maniera così netta, qualcosa sotto ci sarà. Peraltro gli elementi ci sono tutti, visto che il presidente della Commissione di vigilanza Rai è un rappresentante del Movimento Cinque Stelle. Su questo mi consenta un inciso: non ho visto né sentito dichiarazioni da parte grillina sul caos generato dalla trasmissione di Capodanno. Se a presiedere la vigilanza Rai ci fosse stato l’esponente di un altro partito, sono certo che avrebbero sollevato un polverone, chiedendone le dimissioni». La sensazione è che il divorzio dal Movimento è stato tutt’altro che indolore. Peraltro anche a Cosenza i Cinque Stelle stanno vivendo un periodo non semplice. Il caso di Mario Corbelli ne è un esempio. «Corbelli da persona intelligente, ha capito la logica stalinista, anzi nazista che vige all’interno del Movimento Cinque Stelle a Cosenza, esercitata da esponenti che non esitano a mettere sul patibolo una persona che ha avuto la sola colpa di mettere in discussione una regola che potrebbe anche essere anche cambiata. Sa cosa penso? Che con questi chiari di luna, chissà se riusciranno a mettere insieme il numero minino di candidati per formare una lista».

 

Cosenza, le luminarie accendono lo scontro politico. Occhiuto se la prende col senatore Morra

LuminarieCOSENZA – Punta il dito contro il senatore Nicola Morra. il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto non ha dubbi: «C’è qualcuno che fa macchinazioni e ritengo che sia il senatore Morra, tra l’altro lo conoscevo e pensavo fosse una persona sensata e di cultura». L’inquilino di palazzo dei Bruzi lo ha detto a chiare lettere nel corso di una conferenza stampa organizzata a tempo di record dopo il servizio sui costi delle luminarie e sulle presunte irregolarità su cui indagano la Procura e le fiamme gialle, andato in onda nel tg1 delle 20 di domenica sera. Mario Occhiuto se la prende con il senatore del Movimento 5 Stelle: «Non sono complottista e rispondo alle polemiche con argomentazioni, non mi piace la politica parolaia che si richiama a complotti ma in questo caso devo denunciare quanto accaduto», ha affermato Occhiuto ricordando un precedente tentativo da parte di alcuni esponenti del centrosinistra di pubblicare notizie su di lui nella campagna elettorale del 2011. Occhiuto poi ha fatto un paragone con le altre amministrazioni: «Hanno speso molto più di noi per una sola serata mentre a noi vengono contestate le spese di più anni. Non accetto che tale notizia arrivi su Raiuno perché non hanno parlato del concerto di Capodanno». Il Luminarie 2primo cittadino snocciola dati, mostra documenti supportato dal vicesindaco Luciano Vigna, dallo staff dell’ufficio stampa e con il sostegno di assessori, consiglieri e suoi sostenitori presenti in una affollata sala degli Stemmi della Provincia. Occhiuto mostra le interdittive antimafia per alcune cooperative, delibere in cui fa vedere quanto spendono le altre città italiane per le feste natalizie. «Queste cose – aggiunge Occhiuto – sono dati inconfutabili: la riduzione degli affidamenti diretti e non solo. Su piazza Bilotti e per il cimitero abbiamo chiesto i componenti delle commissioni per i bandi di gara. Abbiamo otto milioni in meno per la spesa corrente. Le singole procedure di gara sono fatte dagli uffici in assoluta trasparenza». Risparmio e trasparenza sono i concetti ribaditi da Occhiuto: «Potevamo anche far venire i Negramaro ma non volevamo spendere tanto per un concerto». E poi va oltre: «Le denunce ci sono e ci mancherebbe. Ma le strumentalizzazioni non mi piacciono. So che dietro c’è Morra. Ovviamente se c’è una denuncia di un parlamentare è ovvio che devono esserci degli accertamenti. Come è accaduto per Piazza Bilotti. Possono indagare e non troveranno nulla, anche con centomila denunce».

Cosenza, le luminarie accendono lo scontro politico. Oggi conferenza stampa di Occhiuto

Luminarie 1COSENZA – Il servizio del Tg1 fuga ogni dubbio. Non sull’esito delle indagini avviate dalla Guardia di Finanza, che stabiliranno, si spera in tempi brevi, se vi siano o meno irregolarità circa le spese affrontate dall’amministrazione di palazzo dei Bruzi per l’allestimento delle luminarie in città, ma sul fatto che le luminarie stesse e tutte le iniziative messe in piedi per il Capodanno a Cosenza, siano diventate un terreno di battaglia politica. Che si preannuncia aspra. Un inviato di punta del più autorevole telegiornale nazionale non si scomoda a venire a Cosenza per una inchiesta ancora in embrione. Qualcosa di molto serio bolle in pentola, tanto da catturare l’attenzione della principale testata giornalistica della Rai, notoriamente influenzata dall’azione governativa. Le fiamme gialle hanno acquisito i documenti relativi agli incarichi che il comune ha affidato alla Medlabor e a Enel Sole per l’installazione delle luminarie. L’ipotesi è che vengano pagate due imprese differenti per garantire gli stessi servizi.  Mario Occhiuto ha subito organizzato una conferenza stampa per le ore 13 di oggi. Sarà presente il vicesindaco Luciano Vigna. Eloquente il tema: Operazione verità

Intanto il sindaco si difende, con un post su facebook:

“Mi ha intervistato alle 20 il tg1 sulla vicenda che riguarda le luminarie – scrive sul social network – Mentre in altre realtà italiane gli spettacoli di luci natalizie vengono elogiati come attrattiva utile per il turismo, a Cosenza un’iniziativa che ha portato visitatori e ricchezza diventa occasione di polemiche. E se la polemica politica pre elettorale, come danno collaterale, travolge la città per qualcuno non fa differenza. E così si sceglie di disprezzare, parlando male di Cosenza e di un festival che ha portato in città centinaia di migliaia di visitatori, attraverso informazioni parziali e strumentali. La vicenda in sé è quasi ridicola perché ci si chiede come mai siano stati utilizzati 700mila euro in cinque anni (suddivisi in eventi svoltisi durante tutto l’arco dell’anno: San Giuseppe, Lungofiume, Buone Feste, etc.) quando in altre città come Salerno si spendono 4 milioni all’anno solo per le luci di Natale. E in una città come la nostra dove solo qualche anno fa si spendeva mezzo milione di euro esclusivamente per l’artista a capodanno, o 900mila per Battiato per una sola serata al Rendano, o centinaia di migliaia di euro per pochi minuti di fuochi d’artificio (dannosi e pericolosi). I fornitori oltretutto sono pochissimi sulla piazza perché si tratta di lavori molto specialistici con prestazioni artigianali ed artistiche. C’è qualcuno che tenta luminarie 2insistentemente di farci fuori con i soliti metodi, perché sa che non riuscirebbe diversamente. È il solito schema, che ora hanno fatto proprio anche gli esponenti dei nuovi movimenti politici. Fanno prima una denuncia, sulla base della quale scattano i doverosi controlli della finanza e della magistratura; poi utilizzano la stampa locale cecando di strumentalizzarla e infine, grazie a qualche amico, fanno riprendere la cosa dai media nazionali. Cercando pure di intimidire e strumentalizzare la magistratura con qualche ricattatore locale. Quello che inquieta è come faccia una cosa del genere ad arrivare al tg1 in prima serata, dopo che tutte le bellissime attività che abbiamo realizzato in questa città vengono costantemente trascurate dai media nazionali. Prendo nuovamente atto che questi sono i metodi dei nostri avversari. Sono stati anni di intimidazioni, di tentativi di ricatti, di denunce. Un’opposizione che usa questi metodi pensando che tutti siano come loro, abituati ad utilizzare la cosa pubblica solo per la gestione del potere a proprio piacimento. Noi non abbiamo mai avuto problemi in questi anni proprio perché non siamo come loro, e stiamo dimostrando che una città del sud può aspirare a mettere in piedi progetti ambiziosi che fanno crescere l’economia e rilanciano l’immagine del nostro splendido territorio. Non ci lasceremo intimidire dalle nuove lobby di un nuovismo di facciata che adotta i peggiori metodi del passato. Ci sono processi irreversibili. Se ne facciano una ragione i nostri avversari: siamo abituati a ben altro”.

Tagliente la riflessione di Enzo Paolini

“Ora che si sono depositati i fumi dei botti di capodanno sono opportune due considerazioni. La prima è che i festeggiamenti per il nuovo anno sono stati ben organizzati e sono riusciti con successo di pubblico. Sarebbe sciocco non dirlo. La seconda è che proprio questo dimostra l’insufficienza politica della azione di una amministrazione che ritiene di chiudere l’anno con un bilancio positivo grazie ad un veglione peraltro pagato profumatamente dai cittadini senza considerare che in città il commercio è allo stremo, il lavoro non c’è, le luminarie 4periferie ed il centro storico sono abbandonate, la solidarietà sociale è inesistente, l’immondizia compone cumuli inguardabili, il servizio sanitario è stato chiuso, l’urbanistica si interpreta con rifacimenti di marciapiedi e con grosse buche riempite ora di cemento armato e domani di macchine ma si presenta con lunghi peana autocelebrativi come quelli del sindaco di ieri e se qualcuno si permette di affrontare il tema cultura con un altro punto di vista si risponde con una replica stizzita e un po’ ingiuriosa come quella di un ex assessore questa mattina su fb senza accettare la benché minima osservazione critica. 
Segno di debolezza, certo non di forza. Noi continuiamo a dire che la notte di capodanno è bello divertirsi e fare i fuochi d’artificio cantare e ballare e magari bere anche un bicchiere in più, sapendo che chi può e deve ha fatto tutto quanto possibile per far sperare nell’anno che verrà anche l’ultimo dei cittadini.
È’ difficile pensare questo apprendendo che la guardia di finanza indaga sulla regolarità delle spese che il comune (cioè sì tutti noi) ha sostenuto per le luminarie per circa 700.000 euro in due anni. Sappiamo bene che una indagine non è una condanna e quindi non ci spingiamo oltre ed attendiamo il lavoro di inquirenti e magistratura (anche se da cinque anni chiediamo invano trasparenza su questo ed altro) ma nel migliore dei casi, chi glielo dice ad una commessa che ha perso il lavoro, allo studente di Donnici che deve andarsene altrove a cercare la sua strada, all’anziano non autosufficiente che non può uscire di casa perché non ha l’ascensore o alla bambina disabile che non può andare a scuola perché il comune non paga gli assistenti che i loro diritti di cittadini non valgono una lampadina?”