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La sindrome di Hikikomori al centro di un incontro promosso da Palazzo dei Bruzi

COSENZA – La sindrome Hikikomori è in costante espansione in Italia. È caratterizzata da ritiro sociale e assoluta dipendenza da internet, videogiochi e attività online.

L’età di aggancio è scesa a 12-13 anni per cui diventa quanto mai opportuno per le istituzioni promuovere e organizzare incontri e riflessioni che impegnino ad attività di prevenzione e divulgazione.

E’ esattamente quanto ha fatto il Settore Educazione del Comune di Cosenza organizzando, per giovedì 2 maggio , in collaborazione con l’Istituto comprensivo “Zumbini”, uno specifico incontro sulla sindrome Hikikomori al cinema teatro “Aroldo Tieri” di Piazza Amendola, con inizio alle ore 10,00.

Parteciperanno, la psicoterapeuta Lucia Nardi, la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo “Zumbini”, Marietta Iusi, la prof.ssa Tiziana Pulice, docente referente per la stessa scuola, il dirigente del settore educazione del Comune di Cosenza, Mario Campanella. Concluderà i lavori l’assessore alla scuola Matilde Spadafora Lanzino. Saranno presenti gli alunni delle prime classi della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Zumbini.

[#Games] Il Mistero della Sindrome di Lavandonia

Bello il mondo dei Pokémon, vero? Ricco di colori, amicizia, fiducia e tanti, tanti mostriciattoli tutti pronti a diventare i migliori amici degli allenatori, un mondo utopistico insomma. Ma su questa realtà cosi tranquilla aleggia un alone di mistero e di incertezza che attanaglia la serie di videogiochi, a partire addirittura da Pokémon Verde, primissimo titolo uscito solo sul mercato giapponese.
Diventata molto famosa, ma ancora poco conosciuta da tantissimi giocatori, Nerd30, in questa ultima horror night dell’estate vi spaventerà non poco parlandovi della sindrome di Lavandonia, dannoso fenomeno audio-visivo della primissima edizione della fortunata serie giapponese.
Si premette  che tutte le informazioni riportare non sono certe a causa di alcune leggi della prefettura di Kyoto sulla divulgazione, ma sono venuti fuori tantissimi contenuti, portati alla luce da alcuni componenti del team di sviluppo di Pokémon Verde.

I primi casi del fenomeno sono iniziati dopo pochi mesi dall’uscita del gioco: il nuovo titolo ha attirato tantissimi bambini e ragazzini che non vedevano l’ora di catturare tutti i Pokémon; chi possedeva un Game Boy, aveva quasi sicuramente una cartuccia del gioco. A un certo punto dell’avventura ci si trova a esplorare una città un po’ fuorimano, piccolissima, senza nulla di particolare, nemmeno una palestra; l’unica cosa che la contraddistingue è la Torre Pokémon, il cimitero dove riposano i piccoli amici passati a miglior vita. Lavandonia, appunto, è un luogo tetro e spettrale il cui tema caratteristico è una musichetta a 8 bit particolarmente macabra e inquietante. Grazie alla dipendente della Game Freak Satou Harue, autrice di un referto in cui sono riportati nomi, date e sintomi, è stato possibile scoprire che una serie di misteriosi morti infantili, avvenute durante il ’96, hanno tutte un denominatore comune: i Pokémon. Sembra infatti che il tema di Lavandonia della prima versione rilasciata della gioco sia il frutto di un esperimento su beats binaurali che hanno un particolare ascendente sui giocatori fra i 7 e i 12 anni che giocano con cuffie o auricolari. I sintomi predominanti del caso sono: forti emicranie, sbalzi di umore, irascibilità, dipendenza dal gioco, violenza, isolamento, inattività e, nella maggior parte dei casi, tendenze suicide.
Queste particolari frequenze, però, non recano danni a ragazzi e adulti; è risaputo infatti che, crescendo, non si è più in grado di percepire determinate onde sonore, mentre i bambini, ancora sensibili a determinate frequenze, vengono colpiti direttamente.
Ma non finisce qui: se da una parte ha colpito in maniera tragica la componente audio, anche il comparto grafico ha giocato un suo ruolo fondamentale. Sono tre i fenomeni visivi incriminati:

Sembra che al terzo piano della Torre Pokémon fosse possibile imbattersi nella “White Hand”, apparizione che si presenta come una mano mozzata, dalle dita disossate e con tendini e vene penzolanti ben in evidenza. Essa avrà due attacchi durante il combattimento, “Pugno” e “Brutalità”: l’animazione del primo vede la mano chiudersi e oscillare avanti e indietro, mentre il secondo rimane un mistero, visto che dei sei frames previsti ne appaiono solo tre.

white hand
Visitando il cimitero dei Pokémon a Lavandonia è normale, anche nelle attuali cartucce, imbattersi nei fantasmi. Tornando alla prima versione del gioco rilasciata, particolarmente inquietante è l’animazione del Pokémon 731, che potrebbe capitare incontrando proprio uno di questi esseri; la figura del classico fantasma verrà sostituita da varie immagini in sequenza ritraenti la bandiera dell’impero giapponese, un edificio e quella che sembra la rappresentazione di un uomo in piedi al di sopra di un tavolo su cui giace qualcosa, forse un cadavere. La storia diventa ancora più raccapricciante quando, facendo un passo indietro, si scopre che l’Unità 731 era un’unità segreta dell’esercito guidata dall’impero durante la seconda guerra mondiale, adibita alla ricerca biologica e chimica che sperimentava anche sugli esseri umani e famosa, quindi, per i suoi crimini di guerra.

pk 731
L’ultimo disturbante fenomeno visivo è quello che il giocatore avrebbe dovuto trovare all’ultimo piano della Torre Pokémon, il cosiddetto Buried Alive, rimpiazzato poi dal fantasma di Marowak. Rappresentato come un cadavere umano in decomposizione che viene fuori dal terreno, la figura avrebbe dovuto essere il boss della torre. E’ stato programmato per avere due White Hands, un Gengar e un Muk e, soprattutto, per non perdere: in caso di vittoria del giocatore, il gioco si sarebbe dovuto bloccare, in caso di vittoria del mostro, la memoria interna del gioco avrebbe dovuto scaricare l’immagine del protagonista divorato dal Buried Alive, sovrascrivendola a quella iniziale del giocatore.

buried alive

Visti questi eventi, sembra che le prime cartucce di Pokémon Verde siano state ritirate dal mercato e sostituite con le copie convenzionali del gioco. Per questo, ancora oggi, la verità sulla città di Lavandonia e sulle sue terribili conseguenze resta un mistero. Possibile che i programmatori-capo della Game Freak avessero in mente di effettuare macabri esperimenti sui bambini? Probabilmente non lo sapremo mai.

Paolo Gabriele De Luca

La Cittadella Regionale si colora di blu per la Giornata mondiale della Consapevolezza dell’Autismo

CATANZARO – Anche la Cittadella regionale si tingerà di blu per la Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo che si terrà il 2 Aprile. Dalle 20:30 di venerdì 1 aprile, ed anche nella serata di giorno 2, le facciate della sede della Regione saranno infatti illuminate con il colore scelto dall’ONU che promuove l’evento di sensibilizzazione su questa disabilità. In molte città italiane e del mondo tanti, tra edifici pubblici e monumenti, si illumineranno di blu. La Regione Calabria ha inteso aderire alla Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo, su invito dell’AIMC della Calabria, ritendendo importante sensibilizzare la popolazione tutta sulla patologia e sugli effetti che provoca, non solo sulla persona autistica, ma anche sulle famiglie, chiamate a sostenere un carico molto pesante. L’iniziativa della Regione affianca così una campagna di particolare significato volta alla promozione della conoscenza di una sindrome cresciuta di 10 volte negli ultimi 40 anni.

Spettacolo al Rendano per la ricerca sulla sindrome di Down

COSENZA –  Prenderà il via a Cosenza il 26 aprile alle ore 18.30 la quarta edizione dello spettacolo benefico “Bambini per l’A.I.G.O.C. “ al Teatro Alfonso Rendano. Un’iniziativa promossa dall’Associazione Paolo de Benedittis ed Ercole Martirano ONLUS col patrocinio del Comune di Cosenza, dedicata quest’anno alla ricerca della cura della sindrome di Down ed alle innovative tecniche di intervento prenatale. La manifestazione verrà presentata dalla giornalista Tiziana Ruffo, portavoce della ONLUS che ha organizzato l’evento e vedrà l’esibizione in duetto dei bambini preparati dalla cantante Rosa Martirano oltre e alla partecipazione di ospiti musicali, i quali hanno deciso di partecipare ed essere presenti per sostenere la causa: ci saranno Padre Francesco Cassano, de benedettisKantiere Kairos, Sasà Calabrese e Sasá Cauteruccio, il giovane chitarrista Maitreya Sorrentino e la stessa Rosa Martirano. Saranno inoltre presenti alcuni medici e scienziati di fama nazionale ed internazionale come il Prof. Giuseppe Noia presidente dell’A.I.G.O.C.

I bimbi che saliranno sul palco sono: Arianna Alfano, Beatrice Berardelli, Claudia Calabró, Sofia di Blasi, Sabrina Ferraro, Carmelita Frezza, Natalia Gazzaruso, Chiara Montalto, Giles Paciola, Michela Paciola, Giovanna Perna, Giusi Perna, Emanuele Principe, Paolo Principe, Estella Romano, Maria Michelle Romano, Angela Spadafora, Diamante Spadafora, Rebecca Sposato, Gaia Vitaro. Verrà presentato in anteprima il videoclip del brano inedito“In Mary’s arms” scritto da Rosa Martirano e girato nel Duomo di Cosenza con la realizzazione delle riprese del regista Antonello Marino, un brano che farà da colonna agli spot promozionali nazionali dell’A.I.G.O.C. prodotti dall’Associazione Paolo de Benedittis ed Ercole Martirano ONLUS. L’intero incasso sarà devoluto alla ricerca sulla sindrome di Down.

L’ assessore Piazza non abbandona le persone autistiche

 

COSENZA – L’autismo è connotato da isolamento relazionale e comunicativo, ma a quello del soggetto colpito dalla sindrome spesso si accompagna l’isolamento della sua famiglia, che non trova sponde valide nelle strutture pubbliche e deve sostenere cure costosissime.
E’ questa solitudine che l’assessore Manfredo Piazza si propone di spezzare, consapevole del ruolo che l’ente locale, il più vicino al cittadino, deve svolgere quale punto di riferimento per le categorie che vivono particolari disagi.
Ieri pomeriggio l’assessore alla solidarietà e coesione sociale ha tenuto alla Casa delle Culture un secondo incontro, dopo quello di gennaio,  con famiglie e associazioni interessate all’ autismo. Moltissimi gli intervenuti, che con la loro stessa presenza hanno reso ancora più evidente il problema di fondo, la mancanza, cioè, di un coordinamento e di un progetto complessivo comune che consenta di avere ascolto nelle sedi opportune e di ricevere l’attenzione dovuta.
E non a caso su questo aspetto ha accentrato la propria attenzione l’assessore.
“Sono venuto in contatto con questa problematica solo da pochi mesi–ha detto- e mi sono reso conto sia della solitudine dei nuclei familiari che hanno al loro interno un caso di autismo che, quindi, dell’importanza che il Comune offra loro il massimo sostegno.”

Certo, i tempi sono grami e le finanze esauste, ma l’istituzione pubblica può e deve comunque svolgere una funzione determinante. L’assessore ha sollecitato innanzitutto la creazione di una “rete” tra le varie associazioni, in modo che si arrivi ad un linguaggio unico e a delle proposte condivise. Ed ha individuato un percorso.
“E’ essenziale ottimizzare le risorse esistenti. Ci sono strutture valide come quella di Sant’Ippolito, dove opera l’Associazione “Insieme per l’autismo” e dove possono essere potenziate le attività di sostegno sia terapeutiche che sociali. Allo stesso tempo va promosso un collegamento con gli analoghi centri del comprensorio che si occupano di fornire altri servizi.” L’assessore ha poi fatto riferimento al progetto Home Care, che per la prima volta ha visto Palazzo dei Bruzi, in qualità di capofila nell’ambito del Distretto socio-sanitario n.1, candidarsi e riuscire ad acquisire fondi dal progetto Inps per interventi e servizi di assistenza domiciliare a favore delle persone non autosufficienti. Bisognerà ora decidere insieme a famiglie ed associazioni quali progetti realizzare.
“Vorremmo arrivare a presentare insieme a voi alla Regione proposte che ci vedano coinvolti, non con  impegni economici diretti, ma mettendo a disposizione strutture e professionalità. Dobbiamo però conoscere i reali bisogni e, per questo, il colloquio con le associazioni e le famiglie dovrà diventare serrato e strutturato.”
Manfredo Piazza ha parlato ancora di prevenzione e di  diagnosi precoce, unica strada–secondo gli ultimi studi- che può consentire risultati efficaci nel contenere i danni della malattia. “Il nostro Settore Scolastico –ha annunciato- è già allertato per attingere dati nelle scuole. Chiederemo anche la collaborazione di pediatri e strutture sanitarie per fare emergere la reale dimensione del fenomeno.”

Dunque, il Comune offre il suo sostegno, ma è consapevole della necessità di allargare il tavolo a istituzioni non meno significative come Scuola ed Aziende sanitaria ed ospedaliera. L’Assessore ha quindi preannunciato a brevissimo la costituzione di un gruppo di lavoro che coinvolga anche questi ulteriori  indispensabili soggetti.
E intanto: “Quello di oggi è un inizio – ha sintetizzato Piazza- da cui deve scaturire un nuovo modo di rapportarsi al problema. Individuiamo strutture, integriamo i servizi esistenti, progettiamo insieme per potenziare l’aiuto alle famiglie. Mettiamo in rete le esperienze e utilizziamo le nuove tecnologie per comunicare fra noi e con il resto del mondo, da dove possono venire contributi importanti.  Se porremo al centro della progettazione l’innovazione, potremo raggiungere ottimi risultati senza dispendio di denaro.”