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Soveria Mannelli tra i Borghi più belli del Mediterraneo

SOVERIA MANNELLI (CZ) – E’ tra i borghi più belli del Mediterraneo. A decretarlo è l’Associazione I Borghi più belli d’Italia che ha inserito il comune calabrese nella nuova Guida I borghi più belli del Mediterraneo curata dal giornalista Claudio Bacilieri e promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro Italia Mediterraneo.

Tra gli altri Borghi anche Altomonte

Sono 135 i borghi prescelti tra 17 Paesi che si affacciano sulle sponde del Mare Nostrum. A fare compagnia a Soveria Mannelli ci sono, tra gli altri, bellissimi borghi come Ansouis in Francia,  Mojácar in Spagna, La Valletta a Malta, Baalbek in Libano, Dana in Giordania, Kakopetria a Cipro, Göreme in Turchia, Moschiena in Croazia e gli italiani  Burano, Alberobello, Monreale, Cefalù, Erice, Altomonte, Acciaroli, Laigueglia.

Ognuno di questi luoghi è una traccia di salvezza, un angolo dove rifugiarsi, nascondersi e vivere. Storie, climi e territori diversi, meraviglie spesso sconosciute non solo dal punto di vista geografico, ma anche storico e culturale. Deviazione per la virtù è l’invito rivolto nella guida ai viaggiatori e turisti che desiderano conoscere Soveria Mannelli, borgo che contraddice «l’idea di una Calabria spezzata da catastrofi antiche e nuove».

Il sindaco, «E’ una vetrina importante che ci onora e allo stesso tempo ci responsabilizza».

Il Sindaco Leonardo Sirianni ha espresso soddisfazione per questo riconoscimento manifestando l’orgoglio di essere stati accomunati alla straordinaria bellezza dei luoghi citati – i borghi più belli del Mediterraneo-.

«Gli amministratori che ci hanno preceduto hanno voluto e saputo riscoprire la storia e le tradizioni di questo luogo. Da parte nostra devo dire che abbiamo avuto l’opportunità, continuando nel solco di anni di amministrazione consapevole e lungimirante, di coltivare e far crescere il senso di appartenenza attraverso la valorizzazione di un patrimonio fatto di “bellezzapaesaggistica, culturale, artistica, di storia, tradizioni artigiane e gastronomiche. Crediamo profondamente che non sia la mera sontuosità ma lapura bellezza a decretare l’identità di un luogo”. Puntando su quest’ultima crediamo sia possibile, anzi oggi assolutamente necessario, diffondere l’immagine di una Calabria diversa da quella che emerge dai media; di quella Calabria che ha incantato il cuore e la mente dello stuolo di viaggiatori che nel corso del tempo ha avuto la ventura di imbattersi nella nostra Terra».

 

 

 

Avvicendamento al vertice di Coldiretti Reggio Calabria, Pietro Sirianni è il nuovo direttore

CATANZARO – Pietro Sirianni, agronomo, originario di San Pietro Apostolo (CZ), è il nuovo direttore di Coldiretti Reggio Calabria. Il Consiglio provinciale di Coldiretti Reggio Calabria, presieduto da Stefano Bivone, ha sancito l’avvicendamento, alla presenza del presidente di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro, del direttore Francesco Cosentini e di Antonio Biso dell’area organizzazione e servizi della Confederazione nazionale. Sostituisce Lorenzo Cusimano destinato ad altro incarico. Pietro Sirianni già vice-direttore della Coldiretti di Catanzaro –Vibo – Crotone e attualmente responsabile Regionale di Campagna Amica ha svolto la sua carriera professionale all’interno di Coldiretti Calabria. E’ un profondo conoscitore della realtà agricola e agroalimentare calabrese e nel suo primo indirizzo di saluto ha ringraziato il presidente di Coldiretti Reggio Calabria e il collega Lorenzo Cusimano per l’importante lavoro sin qui svolto. «Continueremo – ha affermato- a seguire un percorso a favore dell’intero settore primario di questa provincia così vivace e ricca di tipicità, opportunità e iniziative imprenditoriali. Tra i primi impegni ci sarà quello di conoscere ancora più a fondo le caratteristiche della Provincia reggina, in tutte le sue articolazioni produttive, incontrando il personale dei vari uffici periferici, la dirigenza territoriale e le Istituzioni. L’obiettivo sarà quello di declinare a livello locale gli standard che “La Nuova Coldiretti” richiede per poter essere al fianco di moderne imprese agricole che giocano la propria competitività sugli elementi di distintività e legame con il territorio. Le nostre imprese  – ha proseguito – hanno saputo affrontare le incertezze del mercato e imboccare la strada dell’innovazione, dell’origine, della trasparenza. Intendiamo proseguire di slancio il cammino già avviato, con l’aiuto e la collaborazione di tutti e la costante sollecitazione della Coldiretti Calabria». Il presidente regionale Molinaro, si è detto  certo che «si intensificheranno iniziative organizzative e sindacali e saranno consolidati con dinamismo e il protagonismo i progetti e le politiche di valorizzazione del “made in Calabria”, per offrire sempre maggiori opportunità di reddito per le imprese agricole – agroalimentari  ed ai territori». Il presidente Stefano Bivone, a nome di tutto il consiglio «si è detto sicuro che Sirianni per la vasta e comprovata esperienza maturata saprà raggiungere e ulteriormente consolidare importanti risultati in ambito sindacale e sociale, attraverso una presenza costante e attiva sul territorio».

Emergenza idrica a Soveria Mannelli, sindaco Sirianni: «Situazione non più sostenibile»

SOVERIA MANNELLI (CZ) – «L’emergenza idrica non è più sostenibile». È questo il contenuto della comunicazione che il Sindaco di Soveria Mannelli Leonardo Sirianni ha inviato al Commissario della Sorical Luigi Incarnato e al Prefetto di Catanzaro Luisa Latella. Il Sindaco Sirianni spiega che «nonostante le chiusure serali che vengono effettuate sempre con severità, stiamo registrando, nelle ultime settimane, una riduzione progressiva e insostenibile dell’acqua». Sirianni prosegue sostenendo che «pur consapevole dello stato di siccità che ha colpito anche la nostra regione, ribadisco che nel nostro comune insiste un ospedale di zona ed una casa di riposo per anziani oltre ad una compagnia dei Carabinieri ed un’area industriale con importanti insediamenti produttivi che fanno lievitare notevolmente il fabbisogno standard di acqua per un comune delle nostre dimensioni». Il Sindaco di Soveria conclude chiedendo un incontro urgente per affrontare concretamente la situazione.

La lezione di Lucano sull’accoglienza Intervento di Emilio Sirianni

di Emilio Sirianni*

In un interessante dibattito aperto da un articolo, come al solito bello ed appassionato del prof Vito Teti, si discute del “male Calabria” e delle possibili cure. Argomento antico, ma che non passa d’attualità.

Fra le cose dette e del tutto condivisibili, l’invito a dismettere i comodi panni dell’indignazione, a non salire sul comodo carro dell’antipolitica e mettersi tutti in gioco, calabresi di nascita o d’amore, “coinvolgendo il maggior numero possibile di persone” e rivolgendosi soprattutto “a chi non ce l’ha fatta, a chi non ce la fa, agli inquieti, ai vivi, ai generosi”. Pienamente d’accordo, ad intendersi, però, su cosa sia ormai, in questo paese, in questa regione la politica. Perché se si ritiene che la politica debba ancora restringersi al recinto dei partiti, allora è davvero difficile non essere contro, per chiunque abbia occhi per vedere.

Partiamo dall’ultima sonante vicenda mediatica, quella del sindaco Lucano e della sua Riace. Difficile non essere nauseati dai tanti sgomitanti politici di sinistra o centro sinistra che si sperticano in lodi a favore di taccuini, verso il piccolo grande sindaco e persino promesse, dopo averlo pervicacemente ignorato ed isolato per quasi una legislatura e mezza.

Facciamo parlare i fatti che è meglio.

Lucano e i suoi cittadini hanno dato vita –secondo la definizione coniata da Wenders di fronte ad una platea di spaesati premi nobel- alla sola utopia realizzata. Come oggi tutti finalmente ricordano, lo hanno fatto mostrando che non solo accogliere questa dolente umanità è possibile, ma è addirittura (horribile dictu!) conveniente. Insieme a quelle donne ed uomini che a Riace non cessano d’arrivare hanno ridato vita al loro bellissimo borgo, evitato la chiusura della scuola, creato un circuito economico che si autoalimenta e fatto mille altre cose. Senza, l’ombra di centri di permanenza più o meno cintati da fil spinato, ma vivendo, immaginando e lavorando insieme.

Su questa esperienza -Lucano lo va ricordando in questi giorni di notorietà ed ovviamente tutti fanno orecchie da mercante- la Regione Calabria ha approvato una legge, la legge 18 del 2009, che, lo dico da tecnico, non sembra neppure una legge della Regione Calabria. Tanto è ben scritta e tanto è ampia e coraggiosa la prospettiva che propone.

E’ intitolata alla Accoglienza dei richiedenti Asilo, dei rifugiati e sviluppo sociale, economico e culturale delle Comunità locali” e prevede che, agli scopi che si propone, sia dedicato, ogni anno, un “piano regionale”, che dovrebbe approvare la Giunta (art.2); che, sempre ogni anno, il Presidente della Giunta convochi una “conferenza regionale”, per “presentare i dati sugli interventi in corso” confrontarsi con “istituzioni, enti ed organismi” del settore (art.3); che gli interventi regionali siano indirizzari “in favore di comunità interessate da un crescente spopolamento o che presentano situazioni di particolare sofferenza socio-economico che intendano intraprendere percorsi di riqualificazione e di rilancio socio-economico e culturale collegati all’accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati, e dei titolari di misure di protezione sussidiaria e umanitaria” e che beneficiari ne siano i comuni, anche associati, le provincie e le comunità montane, che dovranno presentare specifici progetti, tali da risultare “congrui e socialmente sostenibili rispetto alle potenzialità, culturali ed economiche del territorio in cui si inseriscono” e che “valorizzino le produzioni artigianali, le competenze e le tradizioni locali, ovvero che prevedano forme di commercio equo e solidale, di turismo responsabile e programmi di economia solidale e cooperativa” (art.4). Tante altre ottime cose prevede questa legge, persino un “comitato dei garanti” che vigili sulla sua attuazione, i cui componenti siano scelti con la collaborazione di università ed enti di ricerca ed abbia un rappresentante di diritto nominato dall’Alto Commissariato per le Nazioni Unite per i rifugiati (art.5).

La legge, che naturalmente avrebbe garantito a Lucano ed alla sua Riace finanziamenti e sostegno istituzionale è rimasta del tutto inattuata ed è di questo che occorre che si chieda conto a tutti i partiti politici che hanno governato la regione, soprattutto a quelli di sinistra che oggi si fanno belli con il dolore, il coraggio e la fatica di Lucano e dei riacesi.

E magari chiedere ai tanti giornalisti, oggi altrettanto ispirati dalle gesta di Lucano, di accorgersi dei troppi milioni di euro spesi per finanziare, invece, progetti di accoglienza che altro non prevedono se non stipare centinaia di migranti in vecchi alberghi in disuso, previa veloce ritinteggiata e consentire ai proprietari, spesso grandi elettori o peggio, di lucrare sulla pelle di ciascuno di essi i 35 euro giornalieri (45 se minori) del Ministero.

E questa non è un’altra storia.

*calabrese e magistrato