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[#Marvel] Venom, l’affascinante nemesi di Spider-Man

“La strada è buia e perfino la luna cela la sua luce ai passanti. Un solo rumore disturba il surreale silenzio della periferia: Il lento incedere di un ubriaco.

Ciò che si palesa alla vista è la piccola chiesa di quartiere verso cui l’uomo è diretto. Con lo sguardo verso il cielo, come ogni notte cerca asilo in un luogo sicuro. Il campanile dell’edificio balena nel campo visivo incerto del giovane che claudicante vi si avvicina. Qualcosa, tra le ombre delle guglie, viene colto dall’uomo. Uno sguardo alla bottiglia avvolta nella carta, il successivo al campanile, la mano libera che passa sulle palpebre ad allontanare la nebbia dell’ebbrezza. Il bourbon scadente sta giocando brutti scherzi. Passo dopo passo, l’individuo raggiunge l’interno del campanile nel suo lento incedere e si accascia in quella struttura eletta come casa per quella notte. Lo sguardo annebbiato dai fumi alcolici si appanna, le palpebre si chiudono, il sonno arriva lentamente facendo scivolare la bottiglia dalla mano dell’uomo. Un urlo, la campana rintocca, l’uomo si sveglia di soprassalto, si guarda intorno, riprende la bottiglia come arma; poi le urla si fanno più profonde, più gravi. Il silenzio. L’uomo continua a guardarsi intorno, ma niente…forse qualche uccello, sì, qualche uccello di sicuro. Niente di cui preoccuparsi. L’adrenalina scorre via dal corpo dell’uomo che ritrova la tranquillità tanto da ignorare la pioggia. La stanca figura cerca nuovamente di sprofondare in un lungo sonno chiudendo gli occhi e poggiando la fida compagna al suo fianco.

Pioggia? L’associazione con quanto osservato prima non tarda ad arrivare. Nessuna nuvola su Manhattan questa notte. Che si sia addormentato e siano passate ore? Non è possibile. Le palpebre si aprono di scatto e gli occhi cercano una porzione del cappotto logoro e ormai zuppo. Una macchia nera, simile al petrolio, sembra ribollire sul tessuto. L’uomo sobbalza, cerca di allontanarsi  e il vecchio tesserino del Daily Globe scivola dalla giacca impattando a terra. Per la seconda volta nella notte l’ex-fotografo alza lo sguardo e, lungo le pesanti catene che sorreggono le campane, vede colare lo scuro liquido su di sé, coprendogli il volto.

La strada è buia, la luce è lontana e solo un rumore ora strazia il silenzio della periferia: due voci che urlano all’unisono.

WE ARE VENOM.”

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Cosa c’è di peggio di un ragno? Un aracnide che di zampe ne ha solo due! Un manto mutevole che sostituisce i peli, uno scala-muri mosso dal primordiale desiderio di mettere a tacere ogni voce all’infuori del suo coro. Un parassita la cui dieta è basata unicamente sulla “feniletilamina”, sostanza facilmente reperibile nei cervelli umani. Un ragno nero, figlio di un rifiuto. Questo è Venom, personaggio Marvel nato dalla mente di David Michelinie e Todd McFarlane  che è apparso per la prima volta nella sua completezza nel 1988. Dopo un inizio travagliato, trova la sua forma più conosciuta nell’ospite Eddy Brock, che troviamo protagonista nel racconto qui sopra. Seppure visto come super criminale, oltre che nemesi dell’Uomo Ragno, Venom è più assimilabile ad un Antieroe per la sua visione del mondo per estremi. Questo lo conduce a non farsi scrupolo ad uccidere qualche innocente per arrivare al suo fine, ma in generale si può dire che, nei processi psicologici, sovrasta l’intenzione di proteggere gli emarginati della società e i deboli. Questi smottamenti interiori lo rendono uno dei personaggi più contorti e complessi dell’universo Marvel in quanto il suo senso di giustizia estremista, i cambi nel tempo degli ospiti, le scissioni e le avventure lo portano ad accostarsi sempre di più ad uno psicopatico. Ha gli stessi poteri dell’Uomo Ragno, ma ne conta di nuovi per via della capacità di cambiare forma, dimensioni, forza e stato materico.

E’ stato annunciato un film su di lui dalla Marvel Entertainment che sarà rilasciato nel 2018 ed è attualmente in corsa la sua testata personale, molto famosa negli States.

Daniele Pezzolla