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[#CiNerd] Solo: a Star Wars Story, la Recensione

“Ho un brutto presentimento a riguardo”

Quasi ogni fan di Star Wars l’avrà pensato accomodandosi sulla poltroncina del cinema per vedere Solo: A Star Wars Story. Un presentimento che sembra aver scoraggiato molti, considerato il flop d’incassi.

Io, però, sono una fangirl e non mi sarei persa la nuova pellicola della saga per nulla al mondo. Anzi, ho trovato insopportabile la mancanza di fede di chi al film non ha dato neanche una possibilità. Solo: A Star Wars Story è il secondo spin-off della saga creata da George Lucas. Dopo un gioiellino di narrativa e regia come Rogue One, il compito di mantenere alto il livello qualitativo era arduo. Ed è stato reso più complesso dalle sfortunate vicende di produzione: parlo del cambio di regista in corsa e delle difficoltà recitative del protagonista che, diciamolo, aveva sulle spalle l’onore e l’onere di ridare vita a un personaggio reso iconico da un Harrison Ford, che ci piace così tanto perché non ci sono canaglie come lui nella nostra vita. Ma andiamo con ordine ad analizzare la pellicola.

LA TRAMA

Solo narra le spericolate avventure del contrabbandiere più famoso della galassia, tra i 18 e 24 anni, molto tempo prima dell’incontro con un giovane Luke Skywalker e Obi-Wan Kenobi nella rumorosa e affollata Cantina di Mos Eisley: 11 gli anni di distanza. L’intento della pellicola, come il trailer aveva annunciato, è quello di mostrarci gli scorci tanto amati della galassia lontana lontana da un altro punto di vista, quello outsider e malfamato di pericolosi predoni, contrabbandieri e cacciatori di taglie. Alcuni si sono chiesti: c’era davvero bisogno di aprire uno squarcio sulla back story di un personaggio ormai così radicato nell’immaginario collettivo dei fan, di vecchia data e non? Forse no, se questi scorci non sono in grado di mostrare qualcosa di credibile e ben costruito ma, d’altra parte, chi non si è mai chiesto quali fossero le origini di Han, quali e quante imprese avesse compiuto per diventare un fuorilegge, come avesse conosciuto il suo peloso co-pilota?

LA REGIA E IL  COMPARTO TECNICO

Il merito di Solo è il seguente: raccontarci ciò che avremmo voluto sapere. E ci riesce bene.

Per questa ragione, un plauso va anche al regista, quel Ron Howard che ha avuto l’ingrato compito di assumere la direzione della pellicola a riprese ormai iniziate, dopo il licenziamento dei due registi precedentemente scritturati. Nonostante le settimane di riprese aggiuntive e i conseguenti ritardi nella produzione, le sequenze del film sono ottime, dirette e montate alla perfezione, senza disturbanti scarti tra le diverse scene. Ron Howard compie il suo lavoro in maniera precisa e rispettosa. Agli spettatori più attenti non è sfuggita quella rete di citazioni e omaggi alla trilogia originale: in particolare, Solo svela un dettaglio de L’impero colpisce ancora, quando C-3PO esprime meraviglia per la singolare maniera di comunicare del Millennium Falcon. La regia di Howard non ricerca spettacolarità gratuita: è narrativamente pulita e lineare e alcune scene ne beneficiano, risultando di grande impatto visivo, come per l’iniziale inseguimento per le strade di Corellia e la mitica sequenza della rotta di Kessel. La sceneggiatura, di Lawrence Kasdan e figlio, è ben scritta, seppur prevedibile: la pellicola narra la storia della formazione di un giovane Han Solo che si avventura nei bassifondi della galassia per realizzare un sogno, quello di diventare un grande pilota. E come in ogni buona storia di formazione, e come il mito già ci ha insegnato, Han riuscirà in quest’obiettivo: chi, se non lui, ha pilotato la nave che ha fatto la rotta di Kessel in meno di 12 parsec lasciando indietro le navi stellari dell’impero?

Una pecca nella sceneggiatura è, però, la mancanza di un vero e proprio colpo di scena, di quel momento epico che possa dare un posto alla pellicola nella storia della saga, esattamente ciò che aveva fatto Rogue One. La storia, certo, era già scritta, ma i Kasdan non hanno osato, col rischio di stravolgere un percorso ormai fissato, preferendo concentrare l’attenzione sulla messa in scena di quei personaggi che assumono un ruolo determinante nel fare di Solo, quell’adorabile canaglia che tanto amiamo. Deludenti, invece, le musiche di John Powell: ancora una volta, viene ripresa la colonna sonora originale omaggiandola ma, trattandosi di un film stand-alone, ci si sarebbe aspettato qualcosa di più originale.

IL CAST

Quello che tutti temevano fosse una delle pecche della pellicola si è rivelato, invece, una sorpresa piacevole. Notevole la chimica tra gli attori nelle molte scene corali di Solo. Malgrado i problemi avuti con la recitazione e il rischio che la sua prima importante prova attoriale fallisse, considerato il peso iconico del suo predecessore, Alden Ehrenreich si è trovato a suo agio con il ruolo. Anzi, pur dando un’impronta personale al giovane Han, ha reso omaggio ad Harrison Ford, riprendendone le irriverenti caratteristiche espressive, nonché le pose nelle scene di combattimento con le armi. Buona la performance di Emilia Clarke, nei panni della coraggiosa Qi’ra, anche se in alcuni tratti sembrava di osservare una spietata Madre dei Draghi. Menzione speciale per Woody Harrelson per la sua interpretazione del mentore e fuorilegge Tobias Beckett, e a Paul Bettany, perfetto nel ruolo, seppur minuscolo, del perfido Dryden Vos. Plauso a Donald Glover per il suo audace, inaffidabile e scanzonato Lando Calrissian, uno dei personaggi senz’altro meglio riusciti e per il quale unico difetto è quello di un esiguo minutaggio on screen.

Di contro, non sono mancati un paio di personaggi simpatici come Jar Jar, ma meglio non spoilerare.

IN CONCLUSIONE

Solo: A Star Wars Story non è un capolavoro, non è L’impero colpisce ancora, ma… non vuole neanche esserlo.

Voi davvero vorreste vedere la copia di un film già visto? Lo scopo non è stupirci, ma raccontare cose che prima avremmo solo potuto immaginare o intuire, farci capire perché Han Solo è diventato Han Solo. La pellicola si svolge in crescendo: la prima parte scorre piana, quasi non sembra di guardare un film di Star Wars, ma un comune film di fantascienza, non ci sono Jedi o spade laser, la Forza non scorre potente. Poi, il ritmo accelera vertiginoso e a bordo di un Millennium Falcon tirato a lucido come non mai, siamo catapultati su Kessel, tra uno Star Destroyer imperiale e l’Alleanza Ribelle allo stato embrionale, tra una partita a Sabacc e l’altra, su quella stessa nave insieme ad Han e al suo fedele amico Chewbecca, nel mezzo di un’amicizia che nasce dall’aver salva la vita insieme.

E, sul finale, l’inaspettato: Solo non si conclude sul serio, lascia uno spiraglio aperto per qualcosa che potrà ancora accadere. Forse che il successo del MCU abbia influenzato un franchise come quello di Star Wars?
Com’era il detto? Tutto fa brod…no, tutto fa Disney. In ogni caso, questo finale – non finale che pone le basi per un sequel, rende omaggio alle serie animate dell’universo espanso, in particolare The Clone Wars.

Allora, niente smancerie e guardate il film. Vale la pena allacciare le cinture per un salto nell’iperspazio piacevole e scanzonato e, dopo un po’, verrà facile dire: «Chewbe, siamo a casa».

Voto: 7+

Francesca Belsito

[#CiNerd] L’ultimo dei Jedi è un Porg

Essere un fan di Star Wars è divenuto piuttosto complesso negli ultimi tempi, tra canonico e non canonico, serie tv, fumetti e la Disney, tutto sembra un po’ essersi annacquato. È lo stesso per il nuovo film della saga?

Star Wars è una pietra miliare, non si può creare qualcosa di questo brand senza che ci sia una vera e propria scissione di pareri globale. Come nel film ci sono i Jedi e i Sith, nel mondo ci sono gli Haters e i Lovers.

Questa premessa perché… Perché per quanto uno possa tifare o andare contro, l’importante è essere obiettivi ed è quello che troverete in questa recensione: Obiettività.

La regia di Rian Johnson fa sentire la sua differenza nelle riprese dall’episodio precedente di J.J. Abrams. Nulla da togliere all’amico JJ, ma ammettiamo che quando ha girato il Risveglio della forza non era al massimo della forma. Troviamo infatti delle ottime inquadrature coadiuvate dall’eccellente fotografia di Steve Yedlin che incornicia gli slow motion di Rian con maestria, rendendo le scene mozzafiato. A Rian però anche la colpa di aver reso quasi “ridicole” delle scene: andiamo nel dettaglio.

Il brand Star Wars è sempre stato permeato da una grande serietà, ma Johnson ha voluto portare quella corrente umoristica che ultimamente sta garantendo il successo a molti Blockbuster nell’universo di Lucas. Questo inserimento non è stato reso al meglio e si avverte lo stridore eccessivo. Non che negli altri titoli non vi fossero scene allegre, ma erano concentrate su alcuni personaggi precisi come Jar Jar Binks, C3PO e R2D2 che preparavano lo spettatore al passaggio da “Religiosa serietà” a “ho pestato una cacca di Hoth”. Rian non ci prepara a queste scene, lasciandoci smarriti o nervosi il più delle volte.

I personaggi, seppur con qualche eccezione, vengono guidati bene dal regista e seguono una crescita esponenziale nel loro spessore. Avevo promesso niente spoiler, quindi resterò sul vago, tuttavia preparatevi a storcere il naso su qualcuno e sorridere su altri. Tutti gli attori sono stati bravi e hanno confermato la loro professionalità, l’inserimento poi di Benicio Del Toro ha dato un grandissimo apporto a tutto il cast che si è trovato davanti un attore di grande esperienza che ha saputo rendersi unico fin dai primi istanti sulla scena.

La colonna sonora di John Williams si riconferma come sempre eccezionale anche se, dopo 40 anni, inizia ad essere leggermente datata. Va bene la nostalgia dei bee bop ma forse un rimodernamento del comportato sonoro e musicale non sarebbe stato male. NON è brutta, è solo sempre la stessa da episodio 4.

Chris Corbould agli effetti speciali ci regala qualcosa di veramente toccante. Tra personaggi ricostruiti in CG ed esplosioni di prim’ordine, tutte le scene sono ricche di particolari. Perfino quelle più rapide di azione dove “un fuocherello lì non se ne accorge nessuno” sono invece dettagliate e mai approssimative. A questo si aggiunge la già sopra citata fotografia di Steve che ha lavorato veramente bene per portare delle vere opere d’arte sullo schermo lasciandoci a bocca aperta una scena dopo l’altra.

Concludendo, Star Wars: Gli ultimi Jedi è SICURAMENTE meglio del capitolo precedente, ineluttabilmente non è forse all’altezza dello spessore dei capitoli originali ma cambia le carte in tavola mostrandoci qualcosa di diverso sia in tematiche che in crescita. Ha di sicuro delle pecche che non lo rendono un film perfetto, ma mi rendo conto che continuare una saga del genere è qualcosa di talmente complesso che diventa difficile, episodio dopo episodio, riuscire a tenere alta l’attenzione dello spettatore. Se siete fan della saga, andatelo a vedere per recuperare l’obbrobrio del 7.
Se non siete fan della saga andatelo a vedere perché intrattiene e alla fine dei conti è un bel film.

Voto generale: 8

PS: I Porg non sono dei Jedi ma sono gli unici vincitori di questo film e il marchio Disney sulla saga.

Miriam Caruso

[#NerdInterview] Vivere a colori… e non solo, intervista a Giovanna Ruffolo

«Seguire la propria passione e scoprire di essere in grado di fare cose straordinarie».
È questo il motto di Giovanna Ruffolo, giovane illustratrice cosentina, disabile su sedia a rotelle e che non conosce la parola “limite”.

Dopo aver frequentato per un anno la facoltà di scienze politiche dell’Unical, decide di voler cambiare strada, di inseguire la propria passione: il disegno. «Quando si prende una strada per accontentare altre persone – dice – si ha difficoltà ad andare avanti. È stato un anno durissimo, ho completato tutti gli esami, ma sentivo che non era la mia strada». Comincia a guardarsi intorno e un giorno trova ciò che fa al caso suo, un corso professionale di Graphic & Visual Design tenuto all’Accademia delle Arti e Professioni (ADAP) di Cosenza, tra gli insegnanti il professor Sergio Molinari.

Il Graphic Designer è un creativo, si occupa di progettare e rendere più accattivante la comunicazione visiva in più ambiti, come l’editoria e la pubblicità. Grazie allo sviluppo in costante crescita della comunicazione non verbale, la sua figura sta acquisendo sempre più importanza.

Ispirata dalla disegnatrice e illustratrice di libri per l’infanzia statunitense Mary Blair, a cui Walt Disney affidò la direzione artistica del noto cartone animato Cenerentola, Giovanna si concentra sulla sua preparazione. Durante il corso le viene mostrato il funzionamento di Adobe Illustrator, programma utilizzato per la creazione di immagini vettoriali, basate su insiemi di punti, linee e poligoni che successivamente verranno arricchite con colori e sfumature.

«Non avevo idea che esistesse un programma del genere – racconta – quando lo provai rimasi affascinata da quello che poteva fare, da ciò che io avrei potuto fare utilizzandolo. Era come se per tutta la vita avessi guidato un triciclo e disegnare con Illustrator mi faceva sentire al comando di una navicella spaziale».

Prendendo spunto dalla vita reale e dagli oggetti comuni, Giovanna comincia a realizzare diverse illustrazioni che espone sulla sua pagina Facebook e sul profilo Instagram, Gio Grafic «Il tutto parte da un’idea. A me piace ricreare personaggi fantastici, per ora ne ho realizzato qualcuno della saga di Star Wars, generalmente però mi lascio trasportare dalla fantasia – spiega – si realizza quindi uno schizzo. Molti utilizzano la tavoletta grafica o i tradizionali foglio e matita, io invece lavoro direttamente su Illustrator grazie all’aiuto del mouse e delle forme geometriche. Scelta una palette di colori, si inizia a colorare e i dettagli verranno poi aggiunti in corso d’opera, sfumature, luci e ombre ad esempio».

“Morbido” è l’aggettivo con cui descrive il suo stile.

Basandosi sullo stile giapponese Kawaii, Giovanna predilige le forme semplici e colorate: colori pastello, linee tondeggianti e uno stile lineare riflettono l’animo di questa giovane illustratrice alla continua ricerca di novità, nozioni da apprendere, programmi da scoprire.


In un Paese come l’Italia, un Paese di anziani, in cui i giovani vengono spesso ridicolizzati, definiti “choosy” e “arrendevoli”, è confortante vedere che esistono ragazze come Giovanna, che all’età di ventisette anni dimostra di avere ancora l’entusiasmo e la voglia di migliorarsi di una bambina. Non si lascia intimorire dai tempi che corrono, determinata a raggiungere il suo obiettivo ha fatto sue le parole di chiusura del celebre discorso di Steve Jobs ai laureandi di Stenford, del 12 giugno 2005: «Stay hungry, stay foolish» ossia «Siate affamati, siate folli». Affamata di conoscenze e folle nel superare i propri limiti, dunque, Giovanna ripete queste parole di fronte alle difficoltà che le si presentano. Apprendista del giovane graphic designer cosentino Mario Veltri, decisa a migliorare, partecipa a diversi workshop, seminari tenuti su temi specifici alla fine dei quali vengono messe in pratica le conoscenze apprese, e masterclass, lezioni tenute da esperti di alto livello del settore che interagiscono con il pubblico.

La Character Design & Animation Pixar Masterclass, la più recente esperienza a cui ha partecipato, si è svolta a Roma nel mese di maggio. Tutte opportunità grazie alle quali amplia la sua visione creativa.  «Guardare il mondo attraverso gli occhi dell’immaginazione.» E’ questo il messaggio che vuole trasmettere attraverso i suoi disegni.

«La vita è dura, lo sappiamo tutti. Ma la fantasia può essere una via d’uscita. E come dice Mary Poppins: “Basta un poco di zucchero…”»

Carlotta Bianca De Vita

[#StarWars] LucasFilm smentisce le voci sul destino della Principessa Leia in CGI

E’ di poche ore fa la notizia che smentisce la possibilità di ricreare la principessa Leia in CGI nei prossimi film di Star Wars.

Ad annunciarlo la stessa LucasFilm con un comunicato ufficiale sul sito di Star Wars, grazie al quale viene fatto luce sul destino della principessa Leia Organa, che sarà diverso da quanto ipotizzato in questi giorni in rete:
Carrie non verrà ricreata in computer grafica.

Di seguito il comunicato ufficiale:

«We don’t normally respond to fan or press speculation, but there is a rumor circulating that we would like to address. We want to assure our fans that Lucasfilm has no plans to digitally recreate Carrie Fisher’s performance as Princess or General Leia Organa.

Carrie Fisher was, is, and always will be a part of the Lucasfilm family. She was our princess, our general, and more importantly, our friend. We are still hurting from her loss. We cherish her memory and legacy as Princess Leia, and will always strive to honor everything she gave to Star Wars

«Normalmente non rispondiamo ai fan o alle speculazioni dei giornali, ma c’è un rumor che sta circolando insistentemente in questi giorni e su cui vorremmo fare chiarezza. Vogliamo rassicurare i nostri fan che la LucasFilm non ha nessuna intenzione di ricreare digitalmente Carrie Fisher nei panni della Principessa o Generale Leia Organa. 

Carrie Fisher è stata, è, e sempre sarà parte fondamentale della famiglia LucasFilm. Lei è stata la nostra principessa, il nostro generale e, cosa molto più importante, nostra amica. Stiamo ancora soffrendo per la sua perdita. Avremo cura della sua memoria e di ciò che ci ha lasciato in eredità come Principessa Leia, ci sforzeremo sempre di onorare tutto ciò che ha dato a Star Wars.»

Le riprese per SW VIII sono state completate prima della morte di Carrie Fisher, per l’episodio IX le riprese avranno inizio nel 2018, quindi ci sarà ancora tempo per capire il destino della principessa Leia.

Ciò che è chiara è la volontà di SW di tenere ben stretta la memoria della propria principessa.

Miriam Caruso

 

[Events]Il Risveglio della Forza, Vigilia e Raduno per i Fan Calabresi di Star Wars

Manifesto Star Wars RadunoCOSENZA – In occasione dell’attesissima uscita di “Star Wars: Il Risveglio della Forza“, giorno 16 dicembre tutti i fan calabresi sono chiamati a radunarsi presso il cinema “The Space” del Centro Commerciale Due Mari di Maida (CZ) per una giornata all’insegna della Forza.

L’idea per un raduno dedicato a Star Wars: Il Risveglio della Forza è nata da due appassionati della saga, Sante Mazzei e Martina Molinaro, che hanno voluto organizzare un raduno tra tutti i fan della regione, assistendo insieme alla prima proiezione dell’attesissima pellicola. Ai due hanno dato manforte Giuseppe Morabito e Agostino Molinaro. Ci saremo anche noi di Nerd@30, che seguiremo da vicino l’evento e raccoglieremo le impressioni a caldo dei fan di Star Wars.

Anche la Calabria avrà, così, il suo raduno di fan di Guerre Stellari, come altre regioni italiane in fervente attesa dell’evento. L’appuntamento è fissato quindi per mercoledì 16 Dicembre 2015 presso il Centro Commerciale i Due Mari dalle ore 15.00 in poi con un raduno cosplay, nel quale tutti gli amanti della serie sono chiamati a indossare i costumi dei loro eroi preferiti di Star Wars.
Alle 16.10 ci si sposterà tutti verso il cinema The Space per assistere alla proiezione del film, al quale seguiranno poi delle video-interviste per catturare le impressioni a caldo.
Alle 20.00 gli organizzatori del raduno terranno un quiz sull’universo di Star Wars permettendo ai fortunati vincitori di ricevere alcuni gadget. Infine, alle 21.00, si terrà una cena di gruppo presso i locali di ristorazione del centro commerciale, chiudendo così la giornata e discutendo del film visto in precedenza.

Giorno 15, presso Fumettomania, aspetteremo tutti assieme il Risveglio della Forza con la proiezione de “L’Impero dei Sogni”. Una vigilia imperdibile, che disegnerà il sogno di un giovane George Lucas nel realizzare il suo Empire of Dreams. L’appuntamento è per le 20:30.

Che la Forza sia con voi!

Miriam Caruso

[Retrospettive] LucasArts in Breve

lucas-yodaDiciamoci la verità, mancano pochi giorni alla prima del dell’episodio VII di Star Wars e l’hype è maledettamente alto, pensate che sto scrivendo questo articolo vestito da Jedi tenendo in mano una spada laser di plastica, nonostante questa mi impedisca di muovermi come si deve.

Visto che ancora manca qualche giorno al fatidico 16 dicembre, perché non fare una mini-retrospettiva, questa volta concentrandoci sulla LucasArts, la parte videoludica di LucasFilm che ha dato vita a numerosi capolavori, legati a Star Wars e non.

1982, Una Nuova Speranza e L’impero Colpisce Ancora sono già stati un grosso successo mondiale, questo però a George Lucas non bastava, in qualche modo il solo mercato cinematografico incominciava a stargli stretto, così stretto che decise di buttarsi su qualcosa di nuovo e in quel periodo rivoluzionario, i videogiochi.

Purtroppo al papà di Star Wars non interessava lo sviluppo di videogiochi ma solo l’aspetto finanziario, per questo tutto lo sviluppo artistico venne lasciato completamente a quelli che sarebbero diventati in seguito dei giganti dei videogiochi.lucas arts

I due primi giochi, nati da una collaborazione fra la casa e l’Atari, Rescue on Fractalus! e Ballblazer, uscirono su Atari 5200 arrivarono nel 1984, anche se dei prototipi furono rubati prima dell’uscita e distribuiti illegalmente.

Nel corso degli anni gli sviluppatori concentrarono le loro forze per lo più su simulatori di volo, con qualche eccezione degna di nota come Habitat, uno dei primi MMORPG della storia sviluppato per Commodore 64 e commercializzato solamente negli U.S.A.

Per veder nascere la vera LucasArts, quella amata e ricordata per le sue splendide avventure grafiche, dobbiamo aspettare il 1986, anno di uscita di Labyrinth, gioco tratto dal film omonimo interpretato tra l’altro da David Bowie.

lucas gameIl titolo non è direttamente collegabile a questo genere per l’approccio ibrido, ma butta le basi per il loro prossimo titolo, Maniac Mansion.

Ideato da Ron Gilbert e Gary Winnick questo titolo faceva uso dello SCUMM (Script Creation Utility for Maniac Mansion) engine estremamente versatile per la creazione di avventure grafiche programmato dallo stesso Gilbert con l’aiuto di Chip Morningstar e di Aric Wilmunder, quest’ultimo fu il principale sviluppatore delle versioni successive dell’engine.

Da qui in poi per questo genere la LucasArts dominò letteralmente il mercato rilasciando un capolavoro dopo l’altro, a partire dai due Monkey Island fino ad arrivare a titoli come Loom e Sam & Max Hit the Road sempre innovativi e pieni del loro humor mai dissacrante, tratto distintivo presente in quasi tutti i loro titoli.

Ma ora vi chiederete: “e Star Wars?”

Giusto…

Nel corso degli anni la casa ha prodotto molti titoli legati al franchise e in tantissime salse a partire dai Jedi Knight, serie di sparatutto in prima persona che ha introdotto uno dei personaggi più amati dell’universo espanso, Kyle Katarn, alla serie X-Wing che permetteva al giocatore di simulare le battaglie sulle numerose astronavi che abbiamo imparato a conoscere grazie ai film, per finire con quelli più bizzarri come Star Wars: Behind the Magic  un disco interattivo che mostrava lo sviluppo della prima trilogia della saga e, perché no, un picchiaduro con Star Wars: Masters of Teräs Käsi.grim fandango

Vanno ricordati inoltre i giochi legata alla saga di Indiana Jones, che hanno ottenuto nel corso degli anni ottimi riscontri dal pubblico.

Purtroppo dopo il loro ultimo grande successo nelle avventure grafiche con l’uscita del 1998, Grim Fandango, per la LucasArts iniziò un lento declino visto che il mondo delle avventure grafiche finì per diventare ancora più di nicchia, visto che i giocatori sempre più giovani si spostarono su console e su generi più pragmatici.

La casa continuò a produrre giochi, sopratutto legati al brand di Star Wars, fino al 2013, anno in cui la Disney, dopo aver acquisito il gruppo LucasFilm, decise di terminare ogni attività dell’azienda decretandone la fine.

Ad oggi questo genere è stato riscoperto grazie anche a Indiegogo e a Kickstarter che hanno permesso a piccoli team emergenti o a grandi nomi dell’industria, come Ron Gilbert e Tim Schafer, di riportare alla ribalta questo genere grazie a titoli originali come Broken Age o Thimbleweed Park o a remake di titoli storici come Grim Fandango e Day of the Tentacle.

La LucasArt ci ha regalato momenti di divertimento fra humor e enigmi sempre impegnativi e che spesso richiedevano anche giorni per superarli. Inoltre, qualcuno di voi ha trovato il modo di usare la motosega in Maniac Manson?

Pasquale De Rose

[Events] A un Passo da “Il Risveglio della Forza”, Fumettomania incontra Star Wars

locandina evento star warsPer celebrare l’uscita del settimo lungometraggio della saga più amata della storia del cinema, Fumettomania Megastore conclude la serie di proiezioni sull’esalogia di Star Wars con il sesto episodio, Il Ritorno dello Jedi, del 1983.
In aggiunta tutta una serie di attività legate al mondo di Guerre Stellari per accogliere al meglio il nuovo film, “Il Risveglio della Forza”, in uscita nelle sale il 16 Dicembre. Fra queste un focus dal titolo “Come guardare, leggere e giocare Star Wars”, per comprendere tutte le complesse sfumature di questo affascinante universo, un quiz sulla galassia “lontana lontana”, che darà l’opportunità ai presenti di vincere premi esclusivi e, naturalmente, un rinfresco per tutti i partecipanti.

L’appuntamento è per domenica 29 Novembre dalle ore 16.00 in poi presso Fumettomania, che ha sede in via G. e F. Falcone, 64/66 (vicino il Biocontrol), a Cosenza! Naturalmente ci saremo anche noi di Nerd@30 assieme allo staff della cartoleria Bazinga di Rende.
Jedi, sith, ribelli, imperiali e cacciatori di taglie sono chiamati a partecipare portando amici e alleati. La Forza vi aspetta!