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Tagli alle Province, l’Assemblea dei sindaci si riunisce nonostante la mancanza del numero legale

CATANZARO – Il grido dall’allarme sulla tenuta finanziaria e, quindi, la preoccupazione relativa al mantenimento di servizi fondamentali come la sicurezza di strade e scuole, approda in consiglio provinciale dove sono stati convocati gli 80 sindaci della provincia che fanno parte dell’Assemblea, organismo fondamentale della Nuova Area Vasta. All’appello, però, rispondono solo in 29: non bastano per considerare aperta la seduta che, proprio per l’importanza del primo argomento all’ordine del giorno – vale a dire l’informativa sul futuro dell’Ente intermedio a seguito dei tagli previsti dal Decreto Enti locali in conversione – di fatto si tiene lo stesso. Il presidente della Provincia, nonché presidente dell’Upi Calabria, Enzo Bruno, ha relazionato su quanto accade in queste settimane e del rischio che corre l’Ente di non approvare i bilanci di previsione entro il 31 luglio, e quindi aprire le porte al commissariamento con il conseguente blocco dei servizi. La conferma dei 55 milioni di euro di tagli alle Province calabresi – di cui 22 all’Ente intermedio di Catanzaro – aprirebbe le porte al fallimento di tutti gli Enti intermedi, con conseguenze dirette sui cittadini e sui Comuni. Da qui l’invito ai sindaci a prendere coscienza dell’autentico dramma che potrebbe abbattersi sul nostro territorio e sollecitare una presa di coscienza anche della Regione Calabria.

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«Sono passati quasi due anni da quando ci siamo assunti la responsabilità di guidare l’Ente. Fino ad ora lo abbiamo fatto con coraggio, con determinazione, nell’interesse esclusivo dei territori e delle comunità amministrate – afferma il presidente Bruno -. Da quando nel 2015 la Legge finanziaria ci ha imposto tagli insostenibili, abbiamo lavorato duramente, assieme e singolarmente, ciascuno di noi, per comprimere al massimo le spese in modo da far pesare il meno possibile la riduzione delle risorse sui servizi essenziali per i nostri cittadini. La riforma avviata dalla legge Delrio (n.56/2014) e completata dalla legge n. 190/2014 (finanziaria 2015), quindi, ha sortito l’effetto di mettere finanziariamente in ginocchio molti Enti di Area Vasta, riducendo drasticamente la possibilità di erogare i servizi ai cittadini. Grazie ad una oculata gestione amministrativa, che ha puntato su una accorta politica di spending review con tagli mirati e contenimento delle spese, la Provincia di Catanzaro finora ha affrontato le difficoltà con determinazione e lungimiranza, mantenendo elevata la qualità dei servizi al territorio e tutelando la serenità dei propri dipendenti, garantendo non solo il pagamento degli stipendi ma anche il salario accessorio, anche ai dipendenti impiegati in servizi non più di competenza della Provincia, come i Centri per l’impiego e la Polizia provinciale. Un risultato che, finora, ha premiato i tanti sforzi messi in campo per non penalizzare le nostre comunità, garantendo l’esercizio delle funzioni fondamentali a partire dalla sicurezza degli edifici scolastici e dalla manutenzione ordinaria e straordinaria sulle strade provinciali – continua il presidente Bruno – . Siamo riusciti anche a sostenere le spese relative alla gestione ottimale delle funzioni residuali, come ad esempio cultura e gestione dei Parchi che, con l’applicazione della riforma Delrio, non sono più di competenza esclusiva della Provincia».

«La Provincia di Catanzaro ha dimostrato di essere un punto di riferimento istituzionale ed amministrativo fermo ed importante, proprio grazie al personale motivato, allo sforzo della struttura nella sua interezza, al buon rapporto con i sindacati. La drammaticità della situazione – spiega ancora Bruno – non è stata avvertita nella sua consistenza perché siamo riusciti ad erogare servizi di qualità, lavorando su una buona eredità e interloquendo con tutti i sindaci, da Albi a Zagarise. Non siamo più nelle condizioni di farlo. Se i tagli previsti dal citato D.L. n.113/2106 articolo 8 venissero confermati, anche la Provincia di Catanzaro che oggi rappresenta un Ente virtuoso, che con sforzi e impegno, grazie anche alla preziosa collaborazione dei sindaci, è riuscita a garantire efficienza organizzativa e servizi, dando pronte risposte al territorio, non riuscirebbe a redigere ed approvare il bilancio di previsione 2016 e quindi, di fatto, si troverà in dissesto. Questo avrà come conseguenza non poter procedere alla manutenzione delle strade provinciali, per taglio erba, rifacimento manto stradale, interventi strutturali: sollecitazioni che ci continuano a pervenire dal territorio ed a cui finora abbiamo sempre dato pronta risposta. Ma questo significa anche non poter più garantire la sicurezza dei 36 edifici scolastici di nostra competenza, tanto da non poter nemmeno pensare di poter accendere i riscaldamenti e di garantire la copertura delle spese per la gestione ordinaria delle attività scolastiche”. Al momento, ha spiegato ancora il presidente della Provincia, la manutenzione delle strade riesce ad essere garantita grazie allo sforzo di cantonieri e geometri, e all’investimento di cento mila euro (frutto dell’avanzo d’amministrazione) che sono il risultato della buona gestione finanziaria dell’Ente che non ha sforato il Patto di stabilità. Ma se continuiamo così, non riusciremo ad approvare il bilancio”. Dal Governo le Province calabresi, che in questi mesi si sono mobilitate in maniera compatta come Upi, si attendono una risposta chiara sulla idea di sistema istituzionale e di amministrazione del territorio che vuole dare al Paese. Dal fallimento annunciato delle Province, infatti, non può discendere altro se non nuovi oneri e responsabilità a carico dei Comuni, della Regione e la deriva funzionale degli istituti scolastici di competenza. “Ecco perché anche la Regione deve prendere coscienza della situazione e farsi carico della responsabilità politica che dovrà portare all’approvazione in tempi brevi della legge di riordino degli Enti locali – evidenzia ancora il presidente Bruno – che con la definizione delle Aree vaste attuerà un nuovo regionalismo, lasciando alla Regione le competenze di legiferare e programmare, e la gestione a quegli Enti intermedi, fondamentale anello di congiunzione nella catena della sussidiarietà con i Comuni».

2/ASSEMBLEA DEI SINDACI, GLI INTERVENTI
Ad intervenire anche il sindaco di Sellia, e consigliere provinciale Davide Zicchinella (presidente della commissione consiliare Affari generali), il sindaco di Soveria Simeri Amedeo Mormile e il consigliere provinciale Emilio Verrengia.
«Il presidente ha chiarito il destino dell’Ente che se non ci sono ripensamento è segnato – afferma Davide Zicchinella –. Non condivido il furore ideologico che ha portato a questa trasformazione che mantiene le funzioni ma fa morire le Province per mancanza di risorse”. Difendere le Province, in sostanza, significa sostenere anche i piccoli Comuni su cui ricadrebbero responsabilità e servizi come la pulizia delle strade. L’invito rivolto da Zicchinella ai colleghi sindaci è quello di partecipare all’assemblea “per essere parte attiva del funzionamento di un organismo che senza numero legale non potrà mai di fatto essere operativo, come prevede lo statuto dove, proprio per dare opportunità ai piccoli comuni, ogni il sindaco esprime un voto”. Il sindaco Mormile ha espresso “amarezza per questa vicenda che di fatto rappresenta la morte annunciata della Provincia. Avremmo dovuto fare di più prima di arrivare a questo punto. L’assenza dei sindaci – sostiene il primo cittadino di Simeri Crichi – è anche sintomo di sfiducia nel sistema che si è creato. Comunque, siamo consapevoli delle difficoltà finanziarie esistenti ma dimostriamoci consapevoli e battiamo i pugni contro le mortificazioni subite dalle autonomie locali”. Un saluto ai sindaci arriva anche da Emilio Verrengia che ha sollecitato i parlamentari calabresi a prendersi in carico la difficile situazione finanziaria degli Enti locali, visto che “la Provincia rischia di non approvare il bilancio con quello che ne consegue, dovrebbero occuparsi del territorio che li elegge ma non solo in campagna elettorale».

3/RIUNIONE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE, APPROVATI 12 DEI 14 PUNTI ALL’ORDINE DEL GIORNO
Prima dell’assemblea dei sindaci convocata per una informativa sulla drammatica situazione finanziaria delle Province, convocato dal presidente Bruno, si è riunito il consiglio provinciale per discutere di 14 punti all’ordine del giorno. Dopo l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti, su proposta del presidente è stata rinviata la discussione sia del secondo punto, vale a dire il Piano delle alienazioni 2016, sia l’ultimo, vale a dire la richiesta di variante alla complanare ovest per la realizzazione degli accessi alla Strada provinciale 48 a servizio della stazione “Esso”. Approvate all’unanimità le rimanenti pratiche relative a prese d’atto e adempimenti consequenziali di sentenze passate in giudicato.

Tagli alle province per 55 mln, Upi Calabria: «Gravi ripercussioni sui comuni»

CATANZARO – Un vera e propria “chiamata alle armi” per salvaguardare i diritti dei cittadini calabresi a strade percorribili in sicurezza e ad edifici scolastici solidi ed efficienti, quella che l’Unione delle Province italiane della Calabria invoca rivolgendosi ai sindaci e alla Regione Calabria a cui sollecita una interlocuzione diretta ed immediata. L’appello lanciato a tutti i livelli istituzionali da Enzo Bruno, presidente dell’Unione Province d’Italia della Calabria è, quindi, quello di “difendere il territorio calabrese” dalle drammatiche conseguenze che potrebbe avere la conversione del Decreto legge 113/2016, pubblicato lo scorso 24 giugno che rimodula in maniera iniqua e squilibrata le risorse destinate dal Governo per il 2016 agli Enti intermedi.  La conferma dei 55 milioni di euro di tagli alle Province calabresi aprirebbe le porte al fallimento di tutti gli Enti intermedi, con conseguenze dirette sui cittadini e sui Comuni. Da qui l’invito ai sindaci a prendere coscienza dell’autentico dramma che potrebbe abbattersi sul nostro territorio. Preoccupanti conseguenze illustrate questa mattina a Catanzaro dal presidente dell’Upi Calabria, Enzo Bruno, affiancato dai vicepresidenti facenti funzione delle Province di Cosenza Franco Bruno, di Crotone Francesco Parise e di Vibo Valentia Pasquale Fera, e dai rispettivi direttori generali Vincenzo Prenestini (Catanzaro) Antonio Molinaro (Cosenza), Cesare Pelaia (Vibo) e il dirigente del settore Bilancio della Provincia di Crotone, Michele Scappatura, che hanno anche scritto ai 32 parlamentari calabresi per chiedere di presentare emendamenti al decreto 113/2016: i vertici degli enti in assenza delle modifiche richieste minacciano di rimettere il mandato, restituendo le chiavi ai prefetti. 

La carenza di sufficienti risorse finanziarie per le spese incomprimibili determinerà gravi ripercussioni anche nei confronti dei Comuni, con particolare riferimento a quelli di piccole dimensioni, che non potranno più utilizzare la rete di solidarietà istituzionale finora garantita dalle Province, né tanto poco si potrà dare continuità e garanzia a servizi ai cittadini non più “fondamentali” quali quelli dedicati alla cultura ed al tempo libero.

E’ stata evidenziata «la necessità e l’urgenza di un incontro con il presidente della Regione Mario Oliverio, con il quale, tra l’altro, condividere e definire criteri operativi e modalità applicative delle competenze e delle funzioni fondamentali e non fondamentali delle nuove Aree Vaste alla luce della legge Delrio e della legge regionale 14/2015, oltre che i tempi e le modalità operative utili a garantire la continuità dei servizi ai cittadini, uniformi sul territorio regionale,  e per il trasferimento dei beni e delle risorse strumentali e finanziarie».

 

Mimmo Gianturco si esprime sulla Malasanità in Calabria

REGGIO CALABRIA – «Nella sanità calabrese si continua a parlare di piano di rientro, di numeri, di tagli e di nuovi progetti, ma nel frattempo la gente emigra per farsi curare o muore a causa di servizi molto scarsi. È questo il caso verificatosi nell’ospedale reggino “Riuniti” dove una donna è deceduta alcuni giorni dopo un parto gemellare. Tutto ciò è inaccettabile, non possono essere i cittadini a pagare sulla propria pelle le scelte scellerate di una politica regionale incompetente». Sono queste le dure affermazioni di Mimmo Gianturco, responsabile regionale di CasaPound Calabria.

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«La situazione in cui versano tantissimi ospedali calabresi è di una gravita inaudita – dichiara – e ciò che è successo nel nosocomio di Reggio Calabria, è la rappresentazione plastica dello sfacelo in cui versa tutta la sanità calabrese. Si assiste costantemente alla riduzione di posti letto, riduzione del personale, chiusura di ulteriori reparti, etc. Le criticità presenti nella struttura sanitaria reggina – spiega Gianturco – è nota ormai da tempo. Dopo la chiusura del reparto di ostetricia a Melito Porto Salvo, che smaltiva oltre 800 parti all’anno il lavoro è stato trasferito a Reggio Calabria senza però potenziare la struttura ospedaliere. Così facendo a Reggio Calabria bisogna gestire un numero ingente di parti nonché gli interventi di chirurgia ginecologica. Una situazione inaccettabile, dunque, che ha messo in ginocchio la sanità creando forti disagi ai cittadini mettendo a rischio la loro stessa vita».

«I tagli lineari nel settore della sanità regionale, non sono accettabili, non si devono ridurre i servizi a questo fondamentale settore ma occorre eliminare gli sprechi. La politica non può restare indifferente dinnanzi a tutto ciò. Tutti i nostri parlamentari e politici regionali devono battere i pugni sui tavoli ministeriali affinché si trovi una soluzione immediata a questa insostenibile situazione. In questa battaglia, – conclude – devono spendersi tutti, nessuno escluso».

Ripartizione tagli 2016, il presidente Enzo Bruno lancia il grido d’allarme

CATANZARO – «La ripartizione dei tagli 2016, in vista della prossima approvazione del Decreto Enti Locali da parte del Governo nazionale, per come delineata nella riunione dei presidenti dell’Unione Province italiane tenuta ieri, risulterebbe insopportabile per le Province calabresi». E’ quanto afferma il presidente dell’Upi Calabria, il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno che ha preso parte all’importante riunione dei presidenti di Upi nella sede dell’Unione a Roma.

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«Si configura, infatti, un taglio complessivo di 54 milioni di euro – spiega ancora il presidente dell’Upi – a parte la Città Metropolitana di Reggio Calabria che non rientra nel riparto, i tagli sono così ripartiti: 26 milioni per la Provincia di Cosenza, 22 per Catanzaro, 6 per Crotone, mentre la Provincia di Vibo Valentia è già in dissesto, e Reggio è città metropolitana. Questo significherebbe, in maniera inevitabile, default per tutte le Province calabresi che non sarebbero più in grado di garantire servizi fondamentali, a partire da quelli legati alle funzioni attribuite all’Ente intermedio dalla riforma Delrio, come  la manutenzione delle strade, e la sicurezza e fruibilità degli edifici scolastici. In sede di conferenza dei presidenti dell’Upi – rimarca il presidente Bruno – ho fatto presente in maniera decisa e determinata lo scenario drammatico che si profilerebbe nel caso cui venissero confermati questi tagli, e di come la mancanza di fondi arrecherebbe un danno enorme alle nostre comunità. La soluzione prospettata deve essere quella del mantenimento delle risorse a disposizione delle Province nel 2015: nel caso contrario formalizzeremo a breve le nostre proposte, dando luogo a ogni forma di  lotta possibile per affrontare la situazione, nell’interesse dei calabresi e del diritto al mantenimento dei servizi fondamentali che le Province forniscono in maniera qualificata». Il presidente dell’Upi Calabria Bruno, quindi, rivolge un appello ad intervenire con urgenza ai parlamentari calabresi, ma anche ai consiglieri regionali poiché tale provvedimento riguarda da vicino le Regioni: se le Province non riusciranno – per mancanza di fondi – a svolgere le funzioni che le competono, sarà proprio la Regione a dover intervenire economicamente.

Sanità, protesta choc di Casa Pound: Basta tagli, Lamezia sanguina

LAMEZIA TERME (CZ)- Lenzuola insanguinate e striscioni con la scritta “Basta tagli alla sanità, Lamezia sanguina”. È questa l’azione shock messa in atto nella notte dai militanti di CasaPound Lamezia per manifestare il loro dissenso nei confronti della situazione in cui versa il nosocomio lametino.

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“Le ultime vicende che hanno riguardato la sanità lametina – si legge nella nota diffusa da CasaPound Lamezia – ha palesato le reali intenzioni che si hanno nei riguardi del nostro ospedale, ossia un vero e proprio smantellamento. Abbiamo assistito alla riduzione di posti letto, riduzione del personale, e chiusura di ulteriori reparti, etc. Una situazione inaccettabile, dunque, che ha messo in ginocchio la sanità lametina creando forti disagi ai cittadini costretti a doversi spostare in altre zone della provincia o regione per ricevere cure di primaria necessità”.

“Fronteggiare in questo modo una situazione d’emergenza come quella lametina, e in generale calabrese, equivale a voler far morire l’ospedale Giovanni Paolo II. Inoltre, la mancata presa di posizione da parte dei vertici regionali – prosegue la nota – e il silenzio assordante da parte del Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, la dicono lunga sulle intenzioni degli stessi in merito alle sorti del nostro nosocomio. CasaPound Lamezia non resterà a guardare passivamente ma siamo pronti a combattere con le unghie e con i denti per difendere il nostro sacrosanto diritto alla salute”.

Consorzi di Bonifica davanti alla Cittadella regionale

CATANZARO (CS) Saranno ancora in piazza i lavoratori dei Consorzi di Bonifica della provincia di Catanzaro, che il prossimo lunedì 7 marzo, alle ore 10,30, si sono autoconvocati davanti alla Cittadella regionale. Una nuova mobilitazione partita dopo che da parte del governatore Mario Oliverio non è arrivata alcuna nuova convocazione delle organizzazioni sindacali a seguito dell’annullamento unilaterale dell’incontro fissato con Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uila per discutere della grave situazione finanziaria in cui versano gli enti consortili catanzaresi e soprattutto per avviare un più generale confronto sull’organizzazione e sul ruolo dei Consorzi per dare risposte alle esigenze dell’intero comparto agricolo e agroalimentare della Calabria. La nuova mobilitazione era stata annunciata nel corso della conferenza stampa tenuta dai segretari territoriali di Fai Cisl, Daniele Gualtieri, e Flai Cgil, Caterina Vaiti, nel caso in cui dalla Regione non fosse arrivata una nuova convocazione.

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“Evidentemente – spiega Daniele Gualtieri – non si è trattato di un semplice disguido organizzativo, come speravamo, ma la Regione ha dato prova di volersi sottrarre al confronto con le forze sociali su questioni cruciali per il futuro del comparto agricolo e agroalimentare della Regione”.

Le organizzazioni sindacali chiedono l’integrazione dei capitoli di bilancio, azzerati per il 2015 e il 2016, relativi ai contributi per la manutenzione delle opere irrigue e delle reti di colo. Un taglio ai finanziamenti che non solo ha messo a rischio il futuro occupazionale dei lavoratori, per alcuni dei quali sono state già avviate le procedure di licenziamento collettivo, ma che sta pregiudicando anche la manutenzione del territorio e la qualità dei servizi offerti dai consorzi alle aziende agricole ed agroalimentari, con inevitabili ripercussioni negative sulla possibilità dell’intero comparto di essere competitivo creando economia e occupazione.

“Ricordiamo al governatore Oliverio – prosegue Daniele Gualtieri – che a causa dei tagli ai Consorzi di Bonifica non sono a rischio soltanto i posti di lavoro e il futuro di famiglie che tentano di vivere  dignitosamente di quel modesto reddito, ma si sta mettendo a rischio anche la capacità degli enti consortili di assicurare servizi di qualità alle aziende agricole e la possibilità di prevenire attraverso la manutenzione del territorio i disastri che periodicamente mettono la sicurezza della popolazione e creano danni alle attività produttive. Vogliamo capire dal governatore Oliverio e dalla sua giunta cosa si vuole fare dei consorzi di bonifica, che noi riteniamo debbano essere riorganizzati al loro interno per rispondere meglio alle esigenze del comparto ed essere un importante punto di riferimento per l’agricoltura e il comparto agroalimentare”.

 

 

Poliambulatorio di Amantea, il Sindaco Sabatino pone al centro il paziente

Monica Sabatino 1AMANTEA (CS) – Il sindaco Monica Sabatino, di concerto con l’assessore alla sanità Emma Pati, gli altri membri dell’esecutivo e i consiglieri eletti di maggioranza vogliono fare chiarezza sul rientro sanitario varato illo tempore dall’ex Presidente della giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, identificare le conseguenze che potrebbero ricadere sugli utenti e porre al centro della discussione la centralità del paziente. «L’adozione di questa misura – evidenzia il primo cittadino – non dovrebbe provocare alcun disagio per coloro che si rivolgono abitualmente al centro per le analisi cliniche del poliambulatorio di Amantea. Nello specifico, infatti, i prelievi continueranno a essere eseguiti presso la sede che ospita il distretto, mentre la parte di lavoro affidata al laboratorio verrà realizzata presso il nosocomio autorizzato. Partendo da questo presupposto, nel recente passato, insieme ai sindaci un tempo afferenti a quello che veniva indicato come distretto sanitario del Basso Tirreno cosentino, abbiamo siglato un documento per difendere questo importante presidio che tanto ha contribuito nel processo di crescita e di assistenza della società civile». «Certamente – conferma la Sabatino – non resteremmo fermi a guardare. Se la razionalizzazione della spesa dovesse coincidere con l’impoverimento della struttura e dei servizi garantiti alla cittadinanza faremo sentire chiara e forte la nostra voce di dissenso, a favore non soltanto della gente, ma dei dipendenti della stessa Asp che operano ad Amantea da anni, con competenza e professionalità, e che hanno consentito a questo sito di divenire un’eccellenza nella campo della diagnostica e della prevenzione. L’assessore Pati sottolinea la necessità di sedersi intorno a un tavolo e programmare anche il completamento dell’edificio che ospita il poliambulatorio, che da troppo tempo giace incompleto.

Mario Occhiuto e le problematiche della Provincia

COSENZA – “L’incertezza normativa ed i prelievi imposti da parte dello Stato sui bilanci delle Province rischiano di determinare una pesante ricaduta in termini di servizi alle popolazioni. Questa situazione non può essere caricata sulle spalle dei dipendenti delle Province, nè deve causare dolorosi tagli alla qualità dei servizi che l’ente continua ad erogare, nonostante tutto”. Lo afferma il Presidente della Provincia di Cosenza Mario Occhiuto, in qualità di componente del Direttivo nazionale dell’Upi (Unione province d’Italia).

“A tale incertezza – dichiara Occhiuto – si aggiunge anche il forte ritardo nell’erogazione dei trasferimenti erariali da parte dello Stato che, come anche evidenziato dalla Corte dei Conti, incide

negativamente sulla tenuta degli equilibri di bilancio. L’applicazione della Legge di stabilità 2015 e la Legge 56 (c.d. Delrio) sul riordino delle Province e Città Metropolitane, come è stato affermato da Occhiuto-Marioautorevoli commentatori, rappresenta una caso di paranoia normativa. Mentre a tutt’oggi sono ancora in corso le procedure per il riordino delle funzioni, interviene in modo oltremodo traumatico la Legge n. 190/14, che anticipa gli effetti della stessa “Delrio”, mostrando una totale incoerenza rispetto alla tempistica che quest’ultima si era data. La stessa Legge n. 56, infatti, aveva l’intento di realizzare uno spostamento di funzioni e di risorse con conseguente trasferimento di personale, che sarebbe stato il vero obiettivo della norma, seguendo una tempistica coerente con l’eccezionalità della manovra”.

Ma questo non è avvenuto. Pertanto Occhiuto spiega: “la Legge di stabilità rivoluziona tutto il percorso previsto imponendo alle Province, ex abrupto, una taglio pari al 50% del costo delle dotazioni organiche all’8 aprile 2014 senza tenere conto che si è ancora in fase di mappatura di funzioni, rivisitazione di dotazioni, confronto con le Regioni. Nel bilancio annuale che l’ente sta preparando andranno quindi a confluire tutte le voci relative agli stipendi di un personale che, secondo la normativa, da diversi mesi avrebbe dovuto essere collocato presso altri enti. Queste voci verranno rimborsate alle Province o si rischia che si arrivi ad una situazione di dissesto?”

Per fare un esempio, la sola Provincia di Cosenza il taglio si assesta, per l’anno 2015, sui 14 milioni di euro che vanno ad aggiungersi ad altri tagli pregressi per un totale di 80 milioni di euro. “Tutto ciò – conclude il Presidente Occhiuto – crea l’impossibilità di erogare anche i soli servizi essenziali ai cittadini quali la sicurezza delle strade, il sistema del trasporto pubblico locale e la gestione degli edifici scolastici”.

 

Tagli drastici ai fondi europei destinati alla Calabria: l’appello del Consigliere regionale di CdL

COSENZA –  Il Consigliere regionale della Casa della Libertà, Giuseppe Graziano, lanciando l’allarme contro l’ennesimo provvedimento antimeridionalista varato dal Governo Renzi che ha abbattuto il cofinanziamento nazionale ai fondi strutturali europei destinati a Calabria, Campania e Sicilia, per la Programmazione 2014-2020, per un importo pari a 7,4 Miliardi di euro, dichiara: “Dal Governo centrale e dall’Unione Europea arriva un’altra mazzata sullo sviluppo del Meridione e, in particolare della Calabria. I fondi comunitari e i rispettivi cofinanziamenti statali destinati al Sud, infatti, saranno ridotti del 50percento. Un atto gravissimo al quale nessuno, purtroppo, finora ha opposto resistenza. Il processo di sviluppo economico e infrastrutturale, che dovrebbe permettere alla nostra regione di raggiungere l’obiettivo convergenza, rischia, di fatto, di subire un pauroso stop. Ecco perché, mentre con la sospensione del decreto Imu sui terreni agricoli portiamo a casa una battaglia che ho combattuto con coraggio e in prima persona, oggi chiedo al Presidente Oliverio di avviare un’azione comune, che vada al di là dei colori politici, per salvare la nostra terra dall’incertezza del futuro. Insieme, battiamoci perché il flusso dei canali di finanziamento non sia ridotto drasticamente e affinché, partendo proprio dall’obbligatorio raggiungimento di questo risultato, venga istituito il Ministero del Mezzogiorno. È un atto di violenza bello e buono che mira a sopprimere ogni possibilità di sviluppo della nostra Regione. Con questo taglio drastico dei fondi, la Calabria rischia di non mettersi al pari dell’Europa, con le scongiurabili conseguenze che una situazione del genere potrà comportare. Ovviamente, anche in questo caso, non siamo immuni da colpe per l’incapacità dimostrata, non più in là del recente passato, nel non aver saputo sfruttare a pieno la grande risorsa dei fondi 2007-2013, ritornati per quasi il 50 percento nelle casse dell’Europa. Ma il problema concreto attuale, al quale purtroppo ancora nessuno ha sollevato alcuna obiezione, è il meccanismo perverso, silente, attivato dal Governo Renzi (probabilmente il più antimeridionalista dell’Italia Repubblicana) per affossare definitivamente l’economia e la crescita del Sud. Al taglio dei cofinanziamenti europei, in realtà, si “aggiungono” anche quelli per l’Istruzione e l’Università. Per i prossimi anni, infatti, grazie agli effetti di quel federalismo fiscale rivisitato dalla Riforma Delrio, è prevista una riduzione di oltre 100 Milioni di euro per le università del Meridione, solo perché il loro fatturato è inferiore a quello degli atenei del centro-nord. Così, dopo la migrazione  dei soldi per gli asili nido verso il settentrione, anche i fondi comunitari insieme a quelli per l’istruzione andranno a rimpinguare e foraggiare il già fornito Nord. Tutto questo, con la prospettiva che non solo non ci sarà data possibilità di costruire e completare la rete dei servizi, quanto non saremo nemmeno in grado di garantire una formazione scolastica e universitaria completa e di qualità ai nostri figli. Nei giorni scorsi, con la sospensione del decreto Imu sui terreni agricoli, grazie anche all’intervento del Tar Lazio, è stato raggiunto un importante risultato che ha premiato la compattezza dimostrata dalla Classe politica di quattro Regioni (Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto). In Calabria questa battaglia, a sostegno dei cittadini e delle imprese agricole, l’ho combattuto in prima fila e in solitaria. Ma per il futuro abbiamo il dovere di essere più virtuosi e coesi perché non sempre avremo la possibilità di poter contare sul supporto di altre regioni. Da qui l’appello al Presidente Oliverio e all’intera maggioranza di Centro sinistra affinché, sulla questione del taglio dei finanziamenti al Sud e alla Calabria, si alzi una cortina difensiva e si imponga al Governo di rivedere i suoi piani scellerati che mettono a repentaglio lo sviluppo dei nostri territori. La Questione meridionale continua ad essere un problema reale che si riverbera anche in queste situazioni paradossali. Se essa non sarà risolta, sarà difficile venir fuori dall’ormai costante crisi economica. Ed è questo che dovrebbero capire le Istituzioni centrali, alle quali, pertanto, chiediamo che istituiscano l’apposito Ministero del Mezzogiorno che si occupi di individuare le criticità delle regioni del Sud, sostenendole con misure mirate. È necessario un fronte comune che travalichi i colori e le appartenenze politiche. Iniziamo a dare un segnale forte e positivo a tutti i calabresi, che ormai da troppo tempo attendono il cambiamento.”

Treni fantasma in una Calabria rimasta in mutande

COSENZA – La Calabria si è trasformata in una zavorra, in una zattera che imbarca acqua da tutte le parti e rischia di affondare da un momento all’altro. La Calabria, da come quotidianamente viene descritta, sembra essersi trasformata in un macigno che il resto dello stivale fatica a sostenere.

Siamo alle solite direte, sempre gli stessi discorsi senza via d’uscita, sempre i soliti pensieri a cui non segue mai l’azione, sempre i ridondanti luoghi comuni di cui tutti sono ormai stufi. Avete palesemente ragione ma, a volte, per risollevarsi e prendere coscienza del proprio avvenire bisogna caderci con tutte le scarpe nei luoghi comuni, bisogna sguazzarci, affondarci, annasparci, soffocarci perché solo in questo modo si può comprendere la portata della crisi che stiamo vivendo oggi.

La Calabria è ormai rimasta in mutande, i soldi continuano a non bastare e tutto sta andando in malora, dalla sanità al turismo, dalle carceri agli enti pubblici, dall’istruzione ai trasporti.

Ed è proprio la situazione dei trasporti, e in particolare quella dei treni, che diviene sempre più drastica, i pendolari camminano in un campo minato fatto di ritardi, falsi arrivi, poche partenze e tante soppressioni. Questo è ciò che sta accadendo, da un mese a questa parte, sulla tratta ferroviaria Cosenza-Paola, Paola-Cosenza; ritardi e continue soppressioni si susseguono rendendo la vita dei pendolari impossibile e, soprattutto, insostenibile.

Può spiegarci l’Assessore Regionale ai Trasporti Luigi Fedele a cosa serve vantarsi dei nuovi treni diesel per potenziare la linea jonica quando, dall’altra parte, c’è tutta la zona tirrenica che rimane con “i piedi” sulle rotaie? I treni sono ormai dei fantasmi che appaiono e scompaiono a proprio piacimento, sono diventati un vero e proprio miraggio in un deserto di desolazione, sconforto ed indignazione per una Calabria ormai rimasta in mutande.

Ogni giorno migliaia di viaggiatori rimangono a piedi, bloccati nelle rispettive stazioni in attesa di una soluzione che possa tamponare le continue e ripetute soppressioni e mettere una parola fine ai continui ritardi sul posto di lavoro, per non parlare di tutti quei pendolari che per prendere servizio alle 8 devono viaggiare con il treno delle 06,35 perché, dal 15 Dicembre, sono state cancellate tutte le altre corse . È assurdo che, oltre alla crisi che sta mietendo vittime indifese, coloro che per fortuna hanno ancora un lavoro devono anche lottare con i mezzi di trasporto; siamo di fronte a dei Don Chisciotte dei poveri che invece di lottare contro i mulini a vento combattono con Trenitalia e le sue carenze.

È grottesco che nel 2013 si ha una spropositata difficoltà a collegare due città, Paola e Cosenza, che distano venti minuti l’una dall’altra, è inverosimile che l’intera Calabria sia messa male nei collegamenti con il resto d’Italia ma anche con quelli che dovrebbero garantire uno scambio certo e sicuro all’interno della stessa regione.

È ridicolo che l’Assessore Regionale Luigi Fedele si concentri solo a salvare le tartarughe caretta caretta, che per carità da buona animalista hanno tutto il mio rispetto, mentre tutt’intorno c’è un’intera regione che si sta spegnendo e ogni giorno che passa ha meno possibilità di essere salvata.

Annabella Muraca