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Wanda Ferro: Oliverio tenta di anticipare le nomine?

wanda-ferroCATANZARO(CZ)Di seguito un intervento della vice coordinatrice regionale di Forza Italia, Wanda Ferro:

Secondo quanto riportato  da alcuni siti d’informazione, il presidente Oliverio sarebbe intenzionato a procedere con le nomine dei nuovi direttori generali  delle Aziende sanitarie prima che il responsabile della prevenzione della corruzione della Regione Calabria gli notifichi formalmente il provvedimento di interdizione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.La sanzione interdittiva  inflitta al governatore decorre infatti dalla contestazione formale del responsabile dell’anticorruzione,  e mi rifiuto di pensare che il ritardo nella formalizzazione della contestazione sia finalizzato a consentire al presidente di fare le nomine in pendenza della notifica.Comprendo la problematicità di un dirigente regionale che deve contestare al proprio presidente l’inibizione per tre mesi con un  provvedimento che  probabilmente sarà  impugnato davanti al TAR proprio dallo stesso presidente, e credo che Oliverio abbia il dovere  di non procedere alle nomine nelle more della notifica e di non ricorrere al TAR  contro il provvedimento di un suo dirigente che, nella qualità di responsabile dell’anticorruzione, deve fare il proprio dovere in esecuzione di una delibera dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.Evidentemente, il presidente Oliverio sta prendendo tempo per tentare di evitare di essere commissariato  (o meglio sfiduciato) da Renzi.Nel  piano anticorruzione della Regione Calabria, infatti,  non sarebbero stati  individuati  gli organi che in via sostitutiva possono procedere al  conferimento  degli  incarichi  nel periodo di interdizione di Oliverio e, in tal caso, la legge nazionale prevede che il Presidente del Consiglio possa nominare un apposito commissario.Dunque la Regione si trova esposta al rischio di essere commissariata dal governo Renzi che per i prossimi tre mesi potrà di fatto effettuare tutte le nomine di competenza del governatore e che, alla scadenza dell’interdizione, non potranno essere revocate se non per giusta causa.E il presidente della Regione si troverebbe a governare con i “nominati” prescelti dal governo Renzi.In tale direzione la visita di Renzi a Cosenza, lungi dal  rappresentare  un importante segnale di attenzione del Governo nazionale verso la Calabria, sembra invece prefigurare una missione esplorativa in vista del probabile commissariamento della Calabria.Un atto di definitiva sfiducia da parte dello stesso Pd e del governo nazionale, che appare in effetti come un atto dovuto dopo ormai 10 mesi di non-governo della Calabria, in cui Oliverio ha collezionato soltanto false partenze e innumerevoli battute d’arresto: dal caso Lanzetta-De Gaetano ai mesi di giunta incompleta, agli scontri con il commissario Scura sulla sanità e con il governo nazionale su questioni cruciali come  l’isolamento della Calabria dopo il crollo del viadotto Italia, per arrivare a Rimborsopoli e alla nomina di una pseudo-giunta tecnica con strutture ultra-politiche, fino alla vicenda delle nomine effettuate contro le regole. Ce n’è abbastanza per fare comprendere ai calabresi, che pagano il pesante prezzo di tanto immobilismo, l’errore commesso nell’eleggerlo governatore.

Cirò Marina: Questione infiltrazioni mafiose, l’appello del Sindaco

CIRO-CONSIGLIO-170715 (1)CIRÒ (Kr)  La vera minaccia che incombe oggi sulla nostra comunità non è quella derivante da quanti non vivono nel rispetto delle regole. Ma è quella di un territorio che purtroppo non si dimostra ancora pronto ad autogestirsi rispetto alle grandi questioni aperte, sfide ed opportunità future, a partire dal progetto di unione con Cirò Marina. Dobbiamo tutti, in primis quanti interpretano ruoli istituzionali e politici, continuare ad investire energie, idee, risorse e proposte finalizzate a far elevare il senso civico e di appartenenza dei nostri concittadini. Con particolare attenzione alle nuove generazioni. Dobbiamo continuare a puntare, con convinzione, sulla cultura come antidoto ad ogni forma di devianza ed illegalità più o meno organizzata. Dobbiamo saper aprirci come comunità e preferire, come consiglieri comunali, il dialogo e la condivisione sulla nuova storia che tutta Cirò deve iniziare a scrivere, mettendo alle spalle questa pagina buia e superando l’ingiusta gogna alla quale siamo stati sottoposti in questi anni. Ma è oggi più di prima che dobbiamo essere affiancati e non lasciati soli. – È stato, questo, il messaggio principale contenuto nel lungo ed apprezzato intervento del Sindaco Mario CARUSO intervenuto nel corso nel consiglio comunale aperto, convocato ad hoc per confrontarsi sulla definitiva sentenza con la quale la III Sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Interno contro il Comune di Cirò per la riforma della sentenza della I Sezione del Tar Lazio che, dando ragione agli amministratori, aveva nei mesi scorsi di fatto reinsediato il Consiglio comunale ed il Primo Cittadino, dopo lo scioglimento dell’ente per condizionamento mafioso nell’autunno del 2013.CIRO-CONSIGLIO-170715 (3)

Sono stati diversi gli interventi anche dal pubblico e le attestazioni di stima all’indirizzo del Primo Cittadino e della Giunta per la caparbietà con la quale sono riusciti in questo periodo a difendere l’immagine personale, del Comune e dell’intera comunità di Cirò da castelli accusatori e teoremi dimostratisi infondati ed infanganti. Dal vicesindaco Francesco PALETTA che ha definito gravi le omissioni nel procedimento che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale; al consigliere comunale Mario ROMANO che ha sottolineato la vicinanza dimostrata da molti in questi anni di lunga difesa giudiziaria; infine ai neo assessori Francesco DE FINE e Francesco DURANTEper i quali, finito un incubo, il Primo Cittadino deve proseguire sulla strada della trasparenza, dell’innovazione e della qualità degli investimenti, soprattutto culturali. Con risultati che restano sotto gli occhi di tutti.

Abbiamo evidentemente dato fastidio – ha poi detto CARUSO. Dovevamo forse esser fatti fuori. Ed a farti fuori o è l’antistato o è lo stesso Stato o, meglio, chi è capace di indurre in errore le istituzioni. Può accadere anche questo e forse questo è accaduto. In più di un’occasione – ha proseguito il Sindaco – ho invitato i commissari giunti nel nostro comune ad aprire gli occhi rispetto ad un teorema voluto ed architettato da altri, che non poteva stare in piedi perché fondato su errori macroscopici. In pochi hanno agito a danno di tutti, mettendosi in moto per impedire il cambiamento e per far piombare all’improvviso la commissione d’accesso sul nostro comune, accreditandoci progressivamente come delinquenti. Sono stati indotti gli inquirenti – ha scandito – ad indagare su di noi sulla base di elementi che erano e restano distanti anni luce dal nostro modo di intendere e di vivere l’azione politica, la vita pubblica e privata. Ben 12 magistrati si sono pronunciati su quanto accadutoci ed hanno stabilito che all’errore commesso contro di noi bisognava porre rimedio. Noi abbiamo fatto il nostro dovere: quello di marcare un limite invalicabile tra chi rispetta le regole e agisce nella trasparenza e chi le regole non le accetta. Ma tutto ciò – ha precisato CARUSO – è il passato. Il dovere di ognuno di noi, adesso, è quello di andare oltre e dipuntare alla coesione della nostra comunità. Senza la quale non possiamo più mettere a rischio la tranquillità nostra e delle nostre famiglie. Non avevamo e non abbiamo interessi e risorse che ci motivano a restare al nostro posto se non il bene comune della nostra cittadina. Ci serve quindi più di prima – ha concluso CARUSO – l’aiuto di tutt

Marziale Battaglia: L’Imu agricola serve solo a fare cassa

CATANZARO – “L’IMU sui terreni agricoli rappresenta soltanto un nuovo balzello che serve solo a fare cassa”. È quanto afferma il consigliere provinciale di Catanzaro Marziale Battaglia, delegato alle politiche agricole e alle attività produttive.

“Anche dopo l’approvazione del decreto legge n.4 del 24 gennaio 2015, che ha stabilito alcune esenzioni dall’IMU, resta comunque una tassa iniqua – sostiene Battaglia –.  Nel nuovo decreto legge non sono state affrontate le vere problematiche della tassazione dei terreni agricoli e in generale dei terreni utilizzati, quali beni strumentali dalle imprese agricole, ma ci si è limitati a una valutazione di carattere esclusivamente finanziario. Il precedente decreto legge n.66 del 28 novembre 2014 (oggetto di diversi ricorsi al TAR del Lazio accolti in prima istanza con temporanea sospensione) ha individuato tre fasce altimetriche: Comuni Totalmente Montani con altitudine del centro sopra 600 metri (tutti i terreni esenti); Comuni Parzialmente Montani con altitudine dal centro compresa tra 281 metri e 600 metri (esenti solo i terreni di proprietà di coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola oppure quando questi vengono concessi in comodato o in affitto ad altri coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola); Comuni non Montani con altitudine dal centro fino a 280 metri (tutti i terreni sono oggetto di imposta)”.

Conseguentemente, nella Provincia di Catanzaro degli 80 comuni, che, secondo la classificazione precedente in vigore fino al 2013, erano esenti praticamente tutti, solo 35 fruiranno dell’esenzione totale IMU, 19 avranno invece un’esenzione parziale e i restanti 26 Comuni, dovranno pagare entro il 10 febbraio 2015 tutta l’imposta sui terreni. La nuova tassa prevede, a partire dal 2014, un maggior gettito per circa 350 milioni di euro, che andrà a gravare interamente sul settore agricolo senza tenere conto della condizione in cui versa.

Per questo motivo, il consigliere Battaglia, che nei giorni scorsi ha incontrato alcuni imprenditori agricoli, ha presentato un ordine del giorno con il quale chiede al Presidente Enzo Bruno di inserire la discussione nel prossimo consiglio provinciale.

“In sostanza viene chiesto di sospendere l’attuazione del decreto, che introduce una nuova forma di tassazione per i Comuni, che fino ad oggi erano esenti, attraverso un percorso partecipato tra il Governo e le Istituzioni (Regione Calabria, il Governatore Oliverio, le Province e le associazioni di categoria) e di ripristinare l’esenzione in vigore fino al 2013 quando i terreni agricoli erano esenti da IMU se il Comune era riconosciuto come Comune montano o di collina secondo la classificazione individuata nella Circolare del Ministero delle Finanze n. 9 del 14 giugno 1993 oppure, in subordine, modificare sostanzialmente il decreto, includendo non solo l’altimetria come strumento di selezione dei Comuni montani esenti da IMU, ma anche altri fattori quali criteri di esenzione, tipo: l’orografia, il deficit infrastrutturale, la densità di popolazione, ecc. riconosciuti anche a livello europeo – conclude Battaglia -. Inoltre, moltissimi nostri terreni rientrano nel PAI (Piano Assetto idrogeologico) con vincolo idrogeologico inibitorio o a rischio di frane. Infine, allo stato attuale, nei comuni parzialmente montani, vengono oltretutto penalizzate le imprese familiari e tutte le iniziative finalizzate al ricambio generazionale, dove frequentemente il genitore ormai anziano e non più iscritto alla previdenza agricola concede in affitto o in comodato il proprio terreno agricolo ai figli affinché proseguano l’attività agricola, attualmente questi terreni sono esclusi dalla possibilità di beneficiare dell’esenzione IMU”

Tar: quattro decisioni favorevoli per Cosenza

Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa inerente ad alcune decisioni prese dal Tar inerenti il comune di Cosenza:

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria, nell’udienza di ieri, ha depositato quattro distinte decisioni tutte favorevoli al Comune di Cosenza che era stato chiamato in causa in diversi giudizi aventi ad oggetto:
1) l’affidamento in favore della Società Cooperativa Sociale Don Bosco dell’appalto, del valore di € 500.000,00 per la gestione dei servizi socio assistenziali in favore degli anziani:
2) L’affidamento dell’appalto del valore di € 961.539,06 dei servizi di gestione dei nidi d’infanzia comunali per l’anno 2014/2015, affidato alla Cooperativa Sociale Or.s.a.;
3)l’opposizione ad ordinanza di ingiunzione di pagamento di oneri di urbanizzazione;
4) l’impugnazione di un permesso di costruzione rilasciato su un terreno edificabile venduto  negli anni scorsi dall’Amministrazione comunale.
A dare notizia delle decisioni favorevoli del TAR, l’Avvocato Agostino Rosselli dell’Avvocatura Comunale.
Il TAR ha affermato la legittimità dei provvedimenti adottati dall’Ammnistrazione comunale che, in ossequio alle vigenti disposizioni normative, ha rinnovato tempestivamente, alla scadenza dei vecchi contratti, i procedimenti di gara nel rispetto dei principi statali e comunitari  di trasparenza, legalità,  buona amministrazione, concorrenza e non discriminazione.

Centrale del Mercure, Tar boccia la Regione

ROMA – Sebastiano Barbanti, cittadino eletto alla Camera:  “Accogliamo con soddisfazione la decisione del Tar di annullare l’atto emanato dalla Regione con cui si autorizzava la società Enel alla riattivazione della centrale del Mercure di Laino Borgo tramite l’utilizzo di biomasse. Una decisione sensata che accoglie il ricorso presentato dall’associazione Forum Ambientalista e che dà ragione a tutti coloro – noi del Movimento 5 stelle in primis – che si erano rifiutati di accettare l’ennesimo consociativismo calabrese fatto di favoritismi e di scelte legate a meri interessi personali.

Hanno cercato di convincerci che l’impianto, concettualmente insensato ed economicamente anacronistico, fosse compatibile con l’ambiente, che produceva sviluppo e soprattutto posti di lavoro. Ovviamente niente di più falso. Queste motivazioni nascondevano solo l’intento di celare i vantaggi economici della società Enel, che avrebbe intascato lucrosi incentivi da parte dello Stato, e della politica locale che avrebbe continuato a trarre vantaggi economici grazie al solito gioco del clientelismo.

Siamo ben felici di sapere che avevamo ragione noi, siamo felici che tutti quelli che hanno combattuto e si sono opposti a questo progetto abbiamo visto i loro sforzi ripagati.
La decisione del Tar dimostra come le battaglie legate alla tutela dell’ambiente e della salute non sono tutte delle cause perse e che l’arroganza da parte di società senza scrupoli non ha sempre la meglio”.

Cosenza: il comune vince al Tar sulla Sorical

Cosenza – Ricorso Sorical su riduzione della fornitura idrica, la sentenza del T.A.R. dà ragione all’Amministrazione.

Su tutto, a spuntarla deve sempre essere il bene comune. La So.Ri.Cal, quale rivalsa sui ritardi dei pagamenti da parte dell’Ente, aveva comunicato la decisione di far scorrere meno acqua nei rubinetti dei cosentini, spesso comunque a secco a causa dei frequenti guasti nelle condotte.

Ciò che il sindaco Occhiuto rivendica è un rapporto di fornitura tra So.Ri.Cal ed il Comune di Cosenza che debba realizzare effetti protettivi nei confronti dell’utenza. Non si trascura di evidenziare che la società So.Ri.cal ha ottenuto ingenti finanziamenti dai POR Calabria senza attuare gli investimenti previsti dall’accordo di programma quadro approvato in data 28 febbraio 2006 che, più specificamente, per come rilevato dalla Corte dei Conti nella relazione del 5 dicembre 2011, considerava originariamente due specifici sotto programmi: il riefficientamento delle reti idriche urbane oltre che il  riefficientamento, la riconversione funzionale dei depuratori esistenti e il completamento del sistema depurativo e di collettamento regionale.

Sebbene gli investimenti per tali sotto programmi venivano qualificati in 200 miliardi delle vecchie lire, non risultano essere mai stati investiti nella città di Cosenza.

Centrale a biomasse di Sorbo San Basile, a luglio la nuova udienza davanti al TAR

Sit-in davanti al TAR

CATANZARO – Fissata per luglio 2013 la prossima udienza davanti al T.A.R. della Calabria  in merito alla costruzione di una centrale a biomasse nel comune di Sorbo San Basile, nella Presila catanzarese. Il ricorso contro l’impianto era stato presentato a dicembre dal Comitato ‘No alla centrale a biomasse di Sorbo San Basile’.Questa mattina, davanti al Tribunale Regionale Amministrativo, sit-in dello stesso Comitato. Presenti anche gruppi e cittadini di Catanzaro e provincia.

«Siamo fiduciosi – ha dichiarato Gioconda Chiarella, presidente del Comitato per il no – se hanno preso questi mesi di tempo, significa che veramente quanto abbiamo scritto nel ricorso è importante, va realmente valutato e studiato bene ». Il presidente del comitato ha ringraziato gli avvocati Marcello Nardi e Angelo Calzone per aver redatto il ricorso e quanti si stanno interessando alla vicenda. «Un plauso va al WWF Calabria che ha patrocinato il ricorso al TAR», ha aggiunto Gioconda Chiarella.

A luglio, probabilmente, la sentenza sulla questione. La data precisa dell’udienza sarà comunicata successivamente. Nei prossimi mesi il Comitato promuoverà altre iniziative.

 

 

Centrale a biomasse di Sorbo San Basile (Cz), presentato il ricorso

CATANZARO – Depositato presso il TAR della Regione Calabria il ricorso contro la l’Autorizzazione Unica concessa, dalla Regione Calabria, per la costruzione di una centrale a biomassa (4, 236 MW di potenza) nel comune di Sorbo San Basile. I promotori del ricorso, WWF Calabria, Forum Ambientalista e Comitato ‘No Biomassa a Sorbo San Basile’, lo hanno presentato alla stampa presso la sala concerti del Comune di Catanzaro. Rispetto della salute e della biodiversità le motivazioni di fondo della contestazione: «vanno rispettate sempre e integralmente, a dispetto di limiti e prescrizioni». Alla conferenza stampa  gli avvocati  Marcello Nardi e Francesco Calzone e i membri del direttivo del comitato, Marco Gentile, Eugenio Occhini, Gioconda Chiarella, Angela Campi. Nei prossimi giorni, volantini saranno distribuiti nel capoluogo e nei comuni della Presila.

Alcuni vincoli di tutela, secondo i promotori del ricorso, sarebbero stati «ignorati in sede autorizzativa». Si tratta della presenza, nelle prossimità dell’area destinata alla realizzazione dell’impianto, di una IGP (patata della Sila), di una DOP (Caciocavallo Silano) e di zone SIC, Siti di Interesse Comunitario protetti (se costruita, la centrale sarà vicina al Parco Nazionale della Sila). Viene chiesta, perciò, «una valutazione di incidenza che, in sede istruttoria, diversamente da quanto prescritto dalla Direttiva Habitat [direttiva europea per la conservazione della biodiversità, ndr],  non è stato espletata dalla Regione Calabria».

Viene contestata anche parte del Piano di approvvigionamento forestale di legname: «dal computo mancano circa 7000 tonnellate di legname». Detto altrimenti: per il funzionamento della centrale sarebbe necessario più legname di quello presente sul territorio.

Ma è stata la salute il centro delle obiezioni: «anche se la centrale viene autorizzata in base a precise osservanze della legge in materia di emissioni, la nostra preoccupazione si fonda sul concetto che a volte negli anni la legge ritocca al ribasso tali inquinanti nei livelli massimi ammessi, quindi spesso arriva tardi rispetto alle prescrizioni di riduzione che vengono diramate dalle comunità scientifiche».

 

Rita Paonessa

Decaduto il Comune di Catanzaro

sergio abramoCATANZARO – Anche il Comune di Catanzaro sarà commissariato, in attesa di tornare al voto: il Tar della Calabria ha infatti annullato le elezioni comunali del maggio scorso , dopo avere verificato delle irregolarità in otto sezioni: 3, 4, 18, 24, 28, 37, 70 e 85. E’ stato predisposto anche l’annullamento del verbale per la proclamazione a sindaco di Sergio Abramo e accolto parzialmente il ricorso presentato dal candidato sindaco del centrosinistra, Salvatore Scalzo, da Sel e dal candidato consigliere Giuseppe Pisano. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro dieci giorni.