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Teatri di pietra Lazio, in scena l’Esecuzione-Ifigenia

unnamedTesto e regia Lina Prosa. Composizione vocale e ritmica Miriam Palma. Secondo il Mito, l’uccisione da parte di Agamennone di una cerva avrebbe scatenato l’ira della Dea Artemide, che si sarebbe vendicata impedendo alla flotta del Re di salpare alla volta di Troia, per recuperare la Regina Elena, moglie del fratello Menelao. Per sbloccare la situazione determinata dalla mancanza di vento che impediva alle navi di prendere il largo, la Dea richiese il sacrificio della giovane e bella figlia di Agamennone: Ifigenia.

“Esecuzione/Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa, che sperimentano i diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Frutto di un ulteriore percorso di ricerca, la nuova tappa dello spettacolo valorizza la pluralità linguistica della trama drammaturgica.

Ifigenia, di ieri e di oggi, è tutta nell’ambiguità del titolo: esecuzione come atto musicale e come atto di condanna a morte. Il nodo di tale ambivalenza è racchiuso in una sola presenza scenica, che rappresenta allo stesso tempo l’esecutore e la vittima: Agamennone/padre e Ifigenia/figlia.

Miriam Palma, attrice/esecutrice, tiene insieme in un unico corpo scenico la duplicità creativa. Ne nasce una nuova tendenza in grado di cogliere la condizione umana odierna: allo stesso modo in cui la sorte dell’esercito greco è legata alle condizioni atmosferiche da cui dipende addirittura la spedizione contro Troia, così la nostra vita di contemporanei è condizionata dal responso meteorologico, nuovo oracolo capace di condizionare le scelte quotidiane. In un teatro che supera i confini tra corpo, parola, suono, voce, canto, questo diviene drammaturgicamente possibile.

Grazie al crollo di tali confini e fuori da ogni confronto con altre possibili Ifigenie, la materia artistica assume l’aria di Opera originale.

Nei testi di Lina Prosa, prima autrice italiana a entrare nel repertorio della Comedie-Francaise, è la parola che inventa la scena in cui prevale a volte il monologo corale, a volte il dialogo. La sua scrittura in movimento oltrepassa le zone d’ombra della contemporaneità, alla ricerca di una poesia della condizione umana che valichi confini, frontiere e omologazioni culturali. Attraverso questo percorso, l’autrice rivisita il Mito e interroga attualizzandole le figure femminili della mitologia greca.

 

Teatri di Pietra Lazio: Barbara De Rossi torna sul palcoscenico con Medea

BARBARA DE ROSSI
Barbara De Rossi

Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti

Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia greca.

Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione.

Note di regia:

“Mettere  in scena oggi Medea di Jean Anouilh significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi  autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle regole. La Medea di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche specifiche ed originali che la rendono unica ed è stato questo ad affascinarmi.  In pochi testi come in questo ho trovato la perfezione della drammaturgia unirsi alla costruzione di personaggi teatrali dalla potenza tragica strepitosa e ad un’indagine psicologica straordinaria, la regia e lo spettacolo tenteranno di restituire al testo questa forza e questa grandissima capacità di indagare l’animo umano e le sue complessità”.