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Manifestazione dedicata alla comunità rom, Fiore Manzo: «L’altro in questo Governo non è ben visto»

COSENZA – Sono spesso guardati con disprezzo. Ladri, sporchi, delinquenti sono alcuni degli epiteti rivolti maggiormente ai rom che sono stati al centro della manifestazione dedicata alla comunità rom “Le politiche non inclusive per le comunità Rom: prospettive per il futuro” che si è tenuta presso il Teatro dell’Acquario. «Parliamo di rom, ma in generale dell’altro, perché l’altro in questo Governo non è ben visto», esordisce Fiore Manzo . «Da mezzo secolo non si fanno approfondimenti sul tema dei rom, le comunità romanì non sono povere né nomadi per cultura», dice Nazareno Guarnieri, presidente della Fondazione Romanì Italia che ha querelato il ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha proposto il censimento dei rom su base etnica. Vivono nei campi spesso in condizioni inumane, «campi che non rispondono solo ad una logica di business, ma anche ad una logica di produzione di forza lavoro pronta ad accettare la flessibilizzazione. A partire dalla scoperta del Nuovo Mondo, la razza è stata usata per costruire la propria identità di Occidente e per giustificare il dominio coloniale», argomenta la ricercatrice dell’Università della Calabria Mariafrancesca D’Agostino. Stregoni, delinquenti, vagabondi sono gli stereotipi più frequenti sui Rom. Come si creano gli stereotipi? «L’identità si costruisce attraverso le relazioni di socializzazione. Ad un certo punto nella costruzione dell’identità si manifesta il fenomeno della categorizzazione, un fenomeno naturale che ci consente di costruire noi e gli altri classificando le persone all’interno di categorie sociali. Classificare le persone in categorie porta a formulare giudizi che potrebbero non tenere conto delle reali caratteristiche delle persone dando vita al fenomeno del pregiudizio», dice la docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione Angela Costabile. Come viene analizzata la percezione sociale dei Rom? Al quesito risponde il docente dell’Università della Calabria Rocco Servidio che insieme ad un gruppo di studenti ha condotto una ricerca che ha coinvolto un campione di 71 persone (36 studenti e 35 impiegati del settore tecnico-amministrativo) chiamate a rispondere a questionari che combinavano quattro stimoli conduttori: cittadino, rom, italiano e zingaro. «I risultati ottenuti confermano che i partecipanti identificano la stessa categoria sociale in modi differenti: la categoria “zingari” è rappresentata in modo meno pregiudizievole rispetto alla categoria “rom” il cui contenuto è espresso in modo negativo». Ha radici storiche la romafobia: «Nell’epoca dell’Illuminismo i gipsy vengono descritti come il peggiore tipo di impostori le cui professioni sono la pigrizia, l’ubriachezza, il gioco e  il furto. Il razzismo è prima di tutto un fenomeno di Stato perché le misure discriminatorie precedono il razzismo mediatico e popolare», conclude la ricercatrice Laura Corradi. Chi è lo straniero? «La categoria di straniero è intrinsecamente storica, in essa non vi è nulla di naturale. In momenti storici come quello attuale ricorre in termini trasformati lo scivolamento dalla categoria dello straniero in termini giuridici per arrivare al nemico. Una delle ragioni dello scivolamento- prosegue il docente di Filosofia dello spirito Fortunato Cacciatore- è la costituzione storica della cittadinanza europea che ha fatto sì che venissero tracciate le frontiere esterne». «In un mondo di barriere e di odio- afferma con convinzione il professore Claudio Dionesalvi- l’unico modo per battere l’odio è amare e conoscere».

Rita Pellicori

“Il mestiere più antico del mondo” in scena al teatro dell’ Acquario

COSENZA- L’organizzazione di Volontariato “Mammachemamme”, il “Centro contro la violenza alle Donne R. Lanzino” e il “Centro Rat Teatro dell’Acquario”, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, presentano “Il mestiere più antico del mondo” di Gabriella Pacini, autrice del libro omonimo, che indaga la violenza del parto e della nascita, realtà forse poco conosciuta ma che è stata oggetto di non pochi gridi di allarme. Un racconto in prima persona di Laura Nardi, per la regia di Amandio Pinheiro, che andrà in scena giovedì 14 giugno, alle ore 18, al Teatro dell’Acquario.
L’autrice, ostetrica con esperienza più che ventennale, ci restituisce uno spaccato veritiero e crudele degli abusi che le donne subiscono all’interno del sistema sanitario. Dice di sé: «ho scelto di diventare ostetrica dopo la nascita del mio primo figlio. Dal 1997 seguo le donne durante il travaglio ed il parto. Penso che quello dell’ostetrica sia il lavoro più antico del mondo, perchè ci sono sempre state donne accanto ad altre donne nel momento del parto. Dopo 10 anni di assistenza in ospedale ho scelto di seguire le donne nella libera professione, per poter esercitare seguendo le linee guida e le raccomandazioni OMS, evitando così un’eccessiva medicalizzazione».
L’obiettivo dello spettacolo – importante per le donne, per gli uomini che le accompagnano e sostengono nel parto, per le ostetriche e per tutti gli operatori sanitari che si occupano dell’evento nascita – è diffondere una corretta informazione su parto e gravidanza fisiologici, sostenendo la totale applicazione del principio di autodeterminazione delle donne e della loro libertà di scelta. La violenza sulla donna e sul nascituro, in questo caso istituzionalizzata ed esercitata quando essi sono più indifesi e vulnerabili, è quindi il grande tema sul quale lo spettacolo teatrale punta i riflettori.
Per dirla con il ginecologo francese Michel Odent, “le donne stanno in sala parto così come vengono considerate nella società”.
Allo spettacolo seguirà un dibattito, moderato dalla giornalista Nunzia Capitano, al quale parteciperanno l’autrice Gabriella Pacini, la prof.ssa Giuliana Mocchi (Unical), l’ostetrica Rita Domanico (Presidente dell’Ordine delle Ostetriche della Provincia di Cosenza) l’avvocato Paola Palermo.
Allo spettacolo hanno dato il loro patrocinio anche il CSV e l’Unicef.
Info e prenotazioni scrivendo a info@mammachemamme.org

“Soffia il Cielo”, torna all’Acquario un viaggio che parla d’amore

COSENZA – A grande richiesta la compagnia della Pigna ritorna finalmente in scena il 22 febbraio al Teatro dell’ Acquario con Soffia il cielo. Una speciale doppia replica impreziosita grazie alle musiche al pianoforte suonate dal vivo del Maestro Luciani e molte altre novità.  Due spettacoli: alle 19.00 (ridotto) e alle 21.00 (intero).
Con Loredana Accurso, Salvo Caira, Diego Carbotti, Maria Calautti, Erica Perrotta, Raffaella Reda, Salvatore Rizzo, Marco Tiesi. Comparse Thomas Covello, Rachele Dilillo, Caroli Filice, Gianluigi Leone, Vincenzo Mirabelli, Gabriella Miscione, Antonello Zito.
Con il supporto alle scenografie di Ugo Lanzafame, Lorenzo Bianco  e Thomas Covello. Al pianoforte Paolo Luciani

LO SPETTACOLO

A cura di Francesca Manna.
Scritto da Raffaele Galiero
Assistenti Giulia Dodaro e Michele Grande.
Un ringraziamento ad Angelamaria Minervini
 
Soffia il cielo è un viaggio dentro di noi. 
La storia di Andrea, attraverso i suoi amori, le sue speranze, le sue delusioni e le sue sconfitte, ci accompagna a ritroso nel tempo, e ci aiuta ritrovare le cose ci sono appartenute, che ci sono sfuggite di mano, che ci hanno cambiati.
Si parla di amore, di quello che il cielo soffia nel cuore di chi sa ascoltare, o soltanto sognare, di quello che ci ha deluso, o che abbiamo deluso, di quello che ci ha dato gioia, o solo paure. Una storia, ma potrebbero essere tante storie, tante persone diverse, che scorre davanti agli occhi dello spettatore, come accade nella vita, mischiato ad altre cose, ad altri avvenimenti, ad altre persone, ad altri luoghi.
Dal primo, indimenticabile ed acerbo, all’ultimo, drammatico e definitivo, c’è, però, un filo sottile che lega queste vicende, Modugno, le sue canzoni, i temi che nelle sue canzoni ha trattato. 
E’ la sua musica che scandisce il tempo, come un metronomo. Un tempo che sembra dilatarsi o contrarsi a secondo gli stati d’animo dei personaggi, apparizioni a volte fantastiche, altre volte carnali, che affiancano Andrea nella sua ricerca della felicità.
E’ un sogno, e come tutti i sogni finisce quando la città comincia a svegliarsi.
In lontananza un uomo, un frac, l’ultimo raggio di luna. Una vita, come altre, diversa, come sono le vite che ci sfiorano, e un senso di vuoto, alla fine di una notte fatata.

Al Teatro dell’Acquario il debutto de “La nostra ultima prima cena”

COSENZA – Al Teatro dell’Acquario torna Matrioska Teatro, la rassegna realizzata in collaborazione con Il Filo di Sophia, itinerante tra Cosenza e Lamezia che, a solo un anno e mezzo di vita, ha già proposto oltre venti spettacoli con compagnie provenienti da tutta Italia.

Il 15 febbraio alle ore 21.00 Matrioska ospiterà “La nostra ultima prima cena”, lo spettacolo diretto da Gianluca Vetromilo con Achille Iera. Dopo aver debuttato come primo studio lo scorso anno per la rassegna diretta da Armando Canzonieri al Cafè Retrò di Lamezia Terme, la pièce arriva a Cosenza per la prima volta sul palcoscenico dell’Acquario.

La trama

La nostra ultima prima cena” è la storia di un giovane ragazzo qualunque alle prese con la vita e con l’amore. Ma può il luogo in cui viviamo condizionare drasticamente o addirittura determinare la nostra vita, il nostro essere, il nostro “modus pensandi” e, di conseguenza, il nostro modus operandi? Fino a che punto siamo liberi di essere felici? Domande in cui si imbatte un ragazzo alle prese con l’amore. La timidezza dei primi sguardi, il primo bacio, le piccole attenzioni, azioni incastrate nel destino di un quartiere popolare di una cittadina del Sud.

Un debutto nel debutto

Un debutto nel debutto, lo spettacolo vedrà infatti Gianluca Vetromilo per la prima volta nei panni di regista. Attore ed artista poliedrico, appassionato alle tecniche di spettacolo di strada, Gianluca Vetromilo è fondatore e direttore artistico della compagnia “Nuncepace. Artisti di Strada”. Per il Teatro Ragazzi ha scritto, diretto e interpretato, insieme a Marco Rialti, lo spettacolo di clownerie “Migni mogni”. È attore protagonista in “Patres” di Saverio Tavano, prodotto da Scenari Visibili, e attore ne “L’incidente. Io sono già stato morto” scritto e diretto da Francesco Aiello e prodotto dalla compagnia Teatro RossoSimona. Collabora con diverse realtà teatrali e ha dato vita, insieme ad Achille Iera, a MammuT Teatro, compagnia impegnata in diversi laboratori, che conta al suo attivo tre produzioni: “Capuccetto Rosso. La rivincita del lupo”, spettacolo di teatro ragazzi, “La Porta” e “La nostra ultima prima cena” (ancora in fase di studio).         

Compagno di viaggio anche in questo spettacolo è Achille Iera, attore, regista e formatore teatrale. 

 

Teatro dell’Acquario, sabato in scena “La fame”

COSENZA – Andrà in scena il 30 dicembre al Teatro dell’Acquario di Cosenza, all’interno della stagione teatrale organizzata da Matrioska Teatro, lo spettacolo “La Fame”, scritto, diretto e interpretato da Massimiliano Aceti. Con lui in scena ci saranno  Alessandro Cosentini, Francesco Aiello, Chiara Vinci e Emilia Brandi.

“La fame”

“La fame” racconta la storia del giovane ristoratore Sandro che, stanco della sua vita monotona, cerca il brivido di nuove avventure tramite le applicazioni del cellulare.
 Questo suo ricercare continuo lo porta una sera in casa di Michela, giovane attrice squattrinata con un evidente problema di peso. Sandro sente dentro di sé il desiderio di salvare quella ragazza magra fino all’eccesso, nonostante l’abbia appena conosciuta.
 Michela vede in Sandro l’uscita dal labirinto della bulimia.
 Sembrano le premesse di una travolgente storia d’amore, ma l’incontro tra i due viene rovinato: prima da Daniele, giovane coinquilino di Michela, attore pigro con un grande ego; e poi da Il Maschio, ex fidanzato di Michela, musicista paranoico e possessivo.

In un avvicendarsi di offese, situazioni comiche e grottesche, Sandro è costretto a lasciare quella casa, rinunciando così alla possibilità di un grande amore.
 Tutti e quattro i protagonisti hanno un rapporto viziato con il cibo: Sandro lo vende e non lo gusta più, Michela lo vomita, Daniele non lo mangia e il Maschio si nutre solo di proteine. Chi riuscirà a riportare l’ordine?

«Con questo testo – racconta il regista Massimiliano Aceti – ho voluto parlare del rapporto dei trentenni di oggi con il cibo. Forse l’abbondanza, la globalizzazione o forse la disponibilità continua di cibo hanno fatto nascere una serie di psicosi e problemi nei giovani. Un aspetto in particolare mi ha sempre colpito: la bulimia. Il considerare il cibo come un nemico. Che cos’è che porta a questa condizione? Com’è possibile uscirne? Ovviamente non do soluzioni, sono solo un giovane che si interroga su questi temi. Un altro tema che viene trattato in questo testo è il bisogno delle nuove generazioni di avere un maestro, una guida, un leader.
I giovani sono in costante ricerca di qualcuno che gli indichi la strada, che da un pulpito riveli loro la verità. Il problema, secondo me, è che i “Maestri” ci sono pure ma non si comportano come tali. Il compito di un maestro è quello di avviare l’allievo fornendogli gli strumenti e di lasciarlo andare nel mondo da solo. Il maestro ormai non vuole più farsi da parte, gareggia con l’allievo ostacolandolo e allo stesso tempo tenendolo legato a sé. Non c’è un ricambio generazionale: i vecchi comandano e i giovani obbediscono, senza disturbare. 
Penso, e questo mi fa paura, che non ci sia più differenza tra un ragazzo di 18 anni ed un uomo di 32. Eterni giovani alla ricerca di un capo. L’intero spettacolo si fonda unicamente sugli attori: niente trovate registiche o intellettualistiche.
 Sono fortemente convinto che l’attore debba riprendersi il suo spazio nel teatro, mettendo in gioco se stesso e la sua creatività.
 Per me il teatro è più importante del regista».

Al Teatro dell’Acquario ritorna la manifestazione “Acquario in Jazz”

COSENZA – Torna Acquario in Jazz, manifestazione di primo piano nel territorio calabrese, promossa Dalla Nave dei Folli che si svolgerà il prossimo 24-25-26 marzo, animando il Teatro dell’Acquario di Cosenza con un cartellone ricco e sfaccettato.

La rassegna mutua quest’anno il titolo dall’omonimo romanzo di Luis Sepúlveda del 2000, ispirato a una struggente magia della natura e al peregrinare del protagonista di uno dei trenta racconti che lo compongono: un genovese che attraversa la pampa portando con se una valigia di dischi. Questa storia, i luoghi evocati da Sepúlveda, le rose del deserto, sono fascinazioni che non possono non ricordare la magia della musica e l’affascinante girovagare dei musicisti.

Un peregrinare che ha condotto, nelle precedenti edizioni di Acquario in Jazz, musicisti come Giovanni Tommaso, Enrico Zanisi e Mattia Cigalini e quest’anno regalerà alla kermesse la presenza di esponenti di primo piano della scena jazzistica nazionale.

lara iacovini

Si parte il 24 marzo con il “Concerto di primavera” (in collaborazione con il Club Alpino Italiano) ed il gradito ritorno a Cosenza di Lara Iacovini e del suo trio, composto da Antonio Zambrini (piano) e Marco Micheli (contrabbasso).’

Aprirà la serata il set voce e chitarra della giovanissima e talentuosa musicista Djana Sissoko, figlia d’arte del polistrumentista Baba Sissoko.

Sabato 25 marzo spazio alla personalità musicale dirompente di Dino Rubino.

dino rubino

Protagonista di primo piano della scena jazzistica italiana, il giovane talento catanese vanta collaborazioni con Francesco Cafiso e Paolo Fresu, oltre ad essere titolare del progetto di piano solo “Roaming Heart” e leader di importanti formazioni, quali l’ottetto Kairòs, con Giuseppe Mirabella, Riccardo Fioravanti e Adam Nussbaum, un ensemble di fiati e “On Air Trio”, con Paolino Dalla Porta ed Enzo Zirilli.

Lo ascolteremo in un primo concerto, meravigliosamente accompagnato dal bandoneon di Daniele Di Bonaventura, compositore-arrangiatore, pianista-bandoneonista, fortemente teso verso la musica improvvisata, nonostante la sua formazione classica, iniziata a soli otto anni con lo studio del pianoforte, del violoncello, della composizione e della direzione d’orchestra.

E lo ritroveremo nella terza e ultima giornata, il 26 marzo, esibirsi col suo On Air Trio, formato con partner d’eccezione come Paolino Dalla Porta ed Enzo Zirilli.

Il primo, grande contrabbassista che ha affiancato i più grandi del jazz come Kenny Wheeler, Pat Metheny, Lester Bowie, Paul Bley,  Lee Konitz, Michel Petrucciani, Billy Cobham, Don Cherry ed ha realizzato diversi progetti da leader, mentre il secondo è considerato uno dei batteristi più creativi e versatili delle ultime generazioni suona con grandi musicisti jazz, world music e pop.

Un appuntamento dunque unico nel suo genere che saprà, come in ogni nuova edizione, stupire per qualità e ricchezza proposta, confermandosi come rassegna roccaforte del genere jazz non solo nel comprensorio provinciale ma nell’intero panorama calabrese.

Teatro dell’Acquario, al via la rassegna “Comici incensurati”

Teatro dell'AcquarioCOSENZA – Lunedi 7 novembre alle ore 11, presso L’Acquario Bistrot di Cosenza si terrà la conferenza stampa di presentazione della rassegna “Comici Incensurati”, che ritorna e si arricchisce per la collaborazione fra il “Centro RAT / Teatro dell’Acquario ” e “L’associazione Culturale Ipocrites”. Il primo appuntamento è per il 12 novembre  al Teatro Dell’Acquario  alle ore 21. Troveremo sul palcoscenico Francesco Arno, comico della nostra città, Vincenzo Comunale, giovane promessa napoletana, Fabrizio Nardone e Tonino Buffone. Comici Incensurati porta già nel suo nome l’obiettivo dello spettacolo: proporre agli spettatori una riflessione sul mondo e sulla vita, libera da veli e da censure . La satira porta insita nel suo essere la prerogativa di far ridere denunciando, ridicolizzando e additando tutti i comportamenti umani che fanno dell’ individuo un essere discutibile e criticabile. «Non si vuole presentare il solito  show “Politically Correct”, ma una rappresentazione diversa, sì divertente ma anche fortemente contestante. La tenacia è una caratteristica che contraddistingue questo progetto; siamo certi che si può “fare cultura” anche così, accompagnando il pubblico ad aprire gli occhi per poter vedere chiaramente quanta falsità, quanta ipocrisia e quante difficoltà si accumulano nelle nostre vite. Riderà certamente la nostra platea , ma , a fine serata, ripenserà che i monologhi ascoltati dicevano veramente la verità, anche se scomoda».

A Cosenza, i casting per il programma “Cultura Moderna”

COSENZA – Fu il grande successo dell’estate 2006, arrivando a toccare picchi di share del 20% con oltre 5 milioni di telespettatori.  Torna in tv, dopo dieci anni, su Italia uno, “Cultura Moderna”,  accompagnato da un carico di novità e dalla conduzione, molto attesa, dello spumeggiante Teo Mammucari. Per l’occasione la SDL,  la società responsabile della caccia ai talenti dietro la quale si nasconde  il volto di Lucio Presta e quello di Sonia Bruganelli, moglie di Paolo Bonolis, ha riaperto i casting in tutta Italia, passando anche per Cosenza.

Ieri, presso il Teatro dell’Acquario, ormai palcoscenico ufficiale dei provini a carattere nazionale, si sono tenute le nuove audizioni.  Giovani e meno giovani, dalle velleità artistiche in alcuni casi decisamente discutibili ma mai privi di grande spirito e simpatia, si sono presentati, desiderosi di sfondare nel mondo della tv. Tra gli aspiranti, una miscellanea di personalità e ambizioni. Dalla ballerina che imita alla perfezione Michael Jackson, al poliziotto con la passione delle imitazioni, passando per la Drag Queen che emula la Rettore, fino ad arrivare al giovane aspirante tronista innamorato delle donne e dei soldi. Uomini, donne accomunati da un bagaglio di sogni, lasciati per lungo tempo,  forzatamente a chiave in un cassetto, nella speranza che un giorno arrivi l’occasione giusta per poter spiegare le ali e volare. Sogni senza età, appartenenti spesso a chi nella vita si è ritrovato a dover “campare” in una piccola città senza troppe prospettive, che, in alcuni casi trascendono il talento e le attitudini.

Qualcuno scatena un sorriso, qualcun altro finisce in lista di attesa, c’è chi  tra il serio e il faceto, mette in mostra una personalità sui generis e chi, invece, per la troppa emozione, interrompe una carriera senza neanche averla mai tentata. Il gruppo di lavoro appare soddisfatto e piacevolmente colpito seppur le aspiranti “star”  non siano tantissime ma del resto i casting sono appena iniziati e Cosenza, ultimamente così amata dai VIP, si prepara a divenire una delle mete favorite dalla tv italiana.

 

Lia Giannini

 

 

 

 

 

Noah, il live del cantautore cosentino al teatro dell’Acquario

COSENZA – Si terrà il prossimo martedì 5 luglio alle 21 presso il Teatro dell’Acquario il live/reading di Noah, progetto nato un’idea di Tullio Cesario, cantautore cosentino.
Dopo 10 anni di fragorosi silenzi interrotti dal ruolo di episodista, Cesario, ora Noah, torna a calcare la scena con un singolo “complesso”, come del resto la personalità stessa dell’autore, in anteprima on stage sul rinomato palco del Teatro indipendente dell’Acquario, dove musica e poesia vengono accompagnate ad una location di nicchia che fa la differenza. E a fare la differenza, Noah, inizialmente progetto Noah… un esperimento scientifico che diventa all’Acquario sperimentazione musicale e musica sperimentale di fusione tra parole e melodia.
Se le “parole sono importanti”, e lo sono quanto la musica, di pari passo, lo sono insieme a Noah, Lorenzo Madeo (chitarra e cori), Giuseppe Paese (basso), Mattia De Luca (batteria e percussioni), Ilario Musco (chitarra ad effetto), Raffaello Garofalo (basso), Roberto Sasso (piano e tastiere) e Stefania Mangia ( reading/ monologhista).

Mi suona ancora la musica delle tue parole
che depuravano la bile degli avanzi ricordati
appiccando luce nei miei anni senza sole
ma restano attimi secondi andati
con il mare all’orizzonte… canzoni, forse.

‘Il viaggio di Vittorio’, questa sera l’incontro con la madre di Vittorio Arrigoni

vittorio arrigoniCOSENZA – È ancora attuale il monito di Vittorio Arrigoni, “restiamo umani”. Questa sera alle ore 19.30, presso l’Otra Vez Fair Café Cosenza, si terrà l’incontro con la madre, Egidia Beretta. Durante ‘il viaggio di Vittorio’, interverranno Giuseppe Bornino, esponente dell’associazione culturale ‘Il Filo di Sophia’ e Maria Assunta Ciardullo, dottoranda dell’Università della Calabria. Intermezzo musicale curato da Luigi Marino. A seguire cena palestinese.

L’incontro prenderà le mosse dall’omonimo libro di Egidia Beretta, “il viaggio di Vittorio”, per raccontare e discutere di Palestina e di Vik, appunto, l’attivista ucciso a Gaza nella notte tra il 14 e il 15 aprile 2011. Otra Vez conferma così la sua attenzione per la Palestina. Infatti, nel bistrot bio-etico, sito presso il teatro dell’Acquario, è possibile trovare numerosi prodotti palestinesi, dal cous-cous che sarà cucinato per la cena, ai pezzi di artigianato.

La cooperativa sociale fondata nel 2013 prosegue, dunque, la sua attività per promuovere il commercio equo e solidale e sensibilizzare sulle sofferenze e le ingiustizie nel mondo. Dopo l’esperienza triennale della bottega, da un paio di mesi la cooperativa si è spostata nel teatro dell’Acqurio: ad aprile ha inaugurato l’Otra Vez Fair Café Cosenza. Il ristorante biologico e sala da tè offre piatti vegan e vegetariani, e fa rete con i Gruppi di acquisto Solidale di Cosenza e dell’università. Tra i prodotti, anche quelli di Libera Terra e di Perla di Calabria. Come in passato, Otra Vez organizza anche eventi come quello di questa sera.

 

Rita Paonessa