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Teatro Rossosimona, il 3 giugno all’Acquario debutto per “La guerra di Tadeusz”

foto tadeuszCOSENZA – Una co-produzione che presto varcherà i confini nazionali per approdare, nel 2017, al festival ItaliArt di Dijon, in Francia. Con “La guerra di Tadeusz” Rossosimona incontra la compagnia Ombradipeter diretta da Vincenzo Cirillo per una messa in scena franco-italiana che coinvolge artisti cosentini, il cui debutto avverrà il 3 giugno alle 21 al Teatro dell’Acquario di Cosenza.

Sul palco Noemi Caruso, Arianna Luci e Luigi Marino in una pièce che s’ispira a uno dei maestri del teatro novecentesco, Taudesz Kantor.

Cirillo, artista italiano residente in Francia, firma testi e regia di un lavoro sperimentale che fonde teatro di parola e teatro danza, cercando di rispettare l’idea teatrale kantoriana: il sogno che si raffronta con la realtà senza trascurarne l’aspetto estetico-plastico.

Dopo essersi confrontato con Jerzy Grotowski in Polonia, Pablo Neruda in Cile, Antonin Artaud in Francia, Cirillo ritorna a Cosenza per la realizzazione di questo nuovo spettacolo che omaggia Kantor, di cui è stato allievo negli anni ’90 e del quale ha potuto cogliere lo spirito di uomo e di artista durante lo spettacolo “Wielopole Wielopole”.

La prima collaborazione fra la compagnia Ombradipeter di Cirillo e Rossosimona di Lindo Nudo era avvenuta con l’ospitalità dello spettacolo “La morte di Antonin Artaud” all’interno del progetto di residenza teatrale “Un piccolo teatro d’arte per l’area urbana”, con sede al Piccolo Teatro dell’Università della Calabria. Protagonisti furono Noemi Caruso, Chiara Brissa e Costantino Montalto, con musiche di Luigi Marino e Alessandro Rizzo. Ora Caruso e Marino tornano a lavorare con Vincenzo Cirillo in una produzione che nasce interamente a Cosenza e di cui Noemi Caruso firma le coreografie.

Valerio Formisani dialoga con Nicola Fratoianni e celeste Costantino

Valerio FormisaniCOSENZA (CS) -Domani alle  ore 18 presso il Teatro dell’Acquario, Valerio Formisani, candidato a sindaco per la lista Cosenza in Comune discuterà della Sinistra con Celeste Costantino, deputata SEL-SINISTRA ITALIANA e membro della Commissione Antimafia e con Nicola Fratoianni, deputato SEL-SINISTRA ITALIANA e coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà.

Generazione Giovani: Al Teatro dell’Acquario i successi dedicati ai bambini

acquarioEsistono teatri fastosi, destinati a grandi spettacoli e  tournée d’avanguardia, trasudanti eleganza e spavalderia e poi ne esistono altri, piccoli e intimi, quasi vintage, che odorano, al contrario, di tradizione e nostalgia.

Ma “il teatro è il teatro” direbbe Pasolini. Nessuna distinzione, nessuna classe di merito. E’ ciò che accomuna, una delle poche cose che a questo mondo riesce a far sentire tutti una squadra, che scalfisce lo spirito di competizione e alimenta  quello di collaborazione. Soprattutto se nasce da discariche di medicinali che si trasformano in  piccoli spazi di creatività ed energia. Come il Teatro dell’Acquario che, dal 1981, rischia a settembre di chiudere per sempre le sue porte. Nonostante i successi dell’ultimo progetto Generazioni Giovani, dedicato ai più piccoli e illustrato, ieri mattina, da Dora Ricca, Antonello Antonante e MariaFrancesca Longo in una mini conferenza stampa. Esperimenti e laboratori di passione ed energia destinati ai bambini, “capaci di trasmettere enormi soddisfazioni”. Più di 8.000 le presenze registrate per il progetto “Scuole a Teatro”, oltre 2.000 gli spettatori di Famiglie A Teatro, il ciclo di spettacoli della domenica pomeriggio, circa 1000 le presenze ai laboratori. Numeri che da soli basterebbero a decretare il successo e che, invece, sembrano non bastare mai per il Centro Rat, all’alba del suo quarantesimo compleanno.

” Se è vero che il teatro è terapeutico”, come raccontano i giovani attori Noemi Caruso, Paolo Cutuli, Francesco Aiello e Francesco Fiorino, “a noi basta vedere il sorriso di un bambino o percepirne la curiosità per riconoscere di aver fatto un buon lavoro. Spesso chi assiste ad uno spettacolo, non ha ancora compiuto due anni. Sei consapevole di avere una grande responsabilità perché, volente o nolente, se ne ricorderà per sempre.” La stagione 2015/16 si avvia a conclusione, con la proiezione di uno degli spettacoli più amati “Il piccolo principe”,  mentre in sottofondo, tra mille difficoltà, si lavora alla successiva, selezionando compagnie sulla base di criteri di qualità, rispetto al tema e al target a cui si desidera parlare. Emozionare resta la parola chiave. Gli adulti come i bambini, perché il teatro  è senza età. Panorama multietnico, “è il luogo in cui si ritrovano generazioni, culture e ceti sociali differenti”, ricorda qualcuno degli attori. La differenza unisce se alla base vi è la passione e noi, nel nostro piccolo, ne mettiamo tanta”. Ora, la domanda più difficile a cui rispondere resta una: “Come avete fatto ad emozionarci?”.

 

Lia Giannini

La Sirenetta di Dora Ricca in scena al Teatro dell’Acquario

SirenettaCOSENZA (CS) – Liberamente ispirata all’omonima fiaba di Hans Christian Handersen, è andata in scena presso il Teatro dell’Acquario “La Sirenetta”. Frutto del progetto GenerAzioni Giovani, un progetto di educazione teatrale per le giovani generazioni, la rassegna iniziata a novembre e destinata a concludersi a maggio, mette in scena fiabe come “Il piccolo principe”, “Cappuccetti colorati”, “Il tenace soldatino di stagno” che fanno breccia nel cuore dei giovanissimi spettatori ma anche degli adulti che sempre con piacere e con un pizzico di malinconia fanno un tuffo nella loro infanzia. Torniamo alla fiaba, chi è la Sirenetta? Nella versione originale di Handersen, la Sirenetta innamoratasi di un principe che salva da una tempesta, per condurre una vita come gli esseri umani cede la propria voce alla Strega del mare in cambio di una pozione che le consentirà di avere le gambe Però se il principe s’innamorerà di lei e la sposerà, la Sirenetta otterrà un’anima; se sposerà un’altra, al sorgere del sole del giorno dopo le nozze la Sirenetta morirà trasformandosi in schiuma di mare. La Sirenetta beve la pozione e incontra il principe il cui affetto per lei non si trasforma in vero amore.Un giorno il principe si reca in un regno vicino in cerca di una moglie. Si scopre che la figlia del re di quel regno è una ragazza che aveva trovato il principe sulla spiaggia dopo il naufragio. Il principe si ricorda di lei come di colei che l’aveva salvato, se ne innamora. Principe e sirena La Sirenetta è disperata. Quando giunge la notte di nozze, le sue sorelle le consegnano un pugnale che hanno comprato dalla Strega del Mare in cambio dei loro capelli. Se la Sirenetta, con quel pugnale, ucciderà il principe e bagnerà i propri piedi col sangue del medesimo prima del sorgere del sole, potrà sopravvivere e tornare ad essere una sirena. La Sirenetta si rifiuta di farlo e al sorgere del sole si lancia in mare, dissolvendosi in schiuma. Nella versione portata in scena dalla compagnia del centro Rat Teatro dell’Acquario, il finale viene tramutato e fa leva sulla scelta della Sirenetta di rimanere per sempre tra il mare e la terra, eternamente in bilico tra i due mondi. Una storia riadattata, un finale meno duro e più adatto ad un pubblico di bambini che hanno tutto il diritto di poter  sognare, quello messo in scena da Francesco Pupa (  nella triplice veste di principe buffo, scanzonato e maldestro, Strega del mare e nonna della Sirenetta) e Noemi Caruso con la regia di Dora Ricca .Una fiaba in cui si nota lo sforzo della Sirenetta di divenire umana attraverso la conquista della posizione eretta, la manipolazione degli oggetti, la vergogna di fronte alla nudità che appartiene solo all’umano in quanto essere autocosciente, la “condanna alla morte” del principe- per usare un concetto della filosofia di Giorgio Agamben- nel dare un nome alla fanciulla. Una scenografia semplice che “strizza l’occhio”anche all’ambiente attraverso la realizzazione di alcuni oggetti di scena con materiali di riciclo, una storia senza tempo che continua ad incantare e ad alimentare la curiosità e la fantasia dei bambini di tutto il mondo.

Rita Pellicori

NexTv chiude con Monica Leofreddi: Dal mondo dello spettacolo all’industria televisiva

monica Leofreddi“Ci sono donne che amo, che ho amato e che amerò e poi c’è lei, che è un’altra cosa.”

Sono queste le parole che utilizza Lucio Presta per introdurre, nell’ultimo incontro del progetto NeXTv, la conduttrice di “Torto o Ragione”, Monica Leofreddi.  Un appuntamento ricco di “normalità”, a distanza di un anno dall’inizio, quando per la prima volta, in un teatro gremito di curiosi e affascinati dal mondo dello spettacolo, faceva il suo ingresso l’inaccessibile Bonolis. Un percorso fatto di ben quindici incontri, durante i quali, passo dopo passo, il mondo dello spettacolo si è trasformato nell’ industria dello spettacolo, attraverso un excursus di esperienze e talenti differenti, tutti accomunati dagli stessi valori professati, durante il corso, da Lucio Presta: l’importanza del sacrificio e dell’onestà.

E così, se ad inaugurare  il progetto al Teatro Dell’Acquario è stato un fuoriclasse della tv italiana, a chiuderlo è  la madrina della professionalità.Solare, simpatica, ironica, Monica Leofreddi è esattamente il contrario di ciò che appare in tv. Non una donna tutta di un pezzo, non una fredda professionista della tv di servizio che (svelerà ad uno dei ragazzi durante l’incontro) “in realtà non esiste, quantomeno nel senso classico del termine”, bensì una bella conduttrice, di quelle che nella vita hanno davvero cominciato per caso e che quel “caso” lo hanno sposato al pari di qualsiasi altro mestiere.  Esordisce prendendo in giro quello che, più che il suo manager,  appare come un vero amico, e racconta, ai ragazzi che la scrutano con attenzione, quanto nella realizzazione professionale di un sogno, contino più gli inizi che non le emozioni dei finali.

Genuina, naturale, talmente affabile ed “umana” che chiunque, guardandola, rivede un po’ di sé. Racconta dei suoi inizi in una piccola televisione locale, lei che, pur non essendo né laureata né giornalista, in questo mestiere, in cui dice di essersi ritrovata per caso, mette anima e cuore al punto da lasciare figli e famiglia, tre giorni a settimana, per andare a condurre la sua trasmissione al centro di Napoli. Lei che, ad un certo punto della vita, ha rinunciato alla sua carriera per amore della famiglia. Lei, che, nel parlare ai giovani che le rivolgono domande anche personali, non perde mai sorriso ed eleganza e li invita a non fidarsi dei pregiudizi o a credere negli stereotipi: “spesso ciò che sembra in un modo, è, in realtà, molto diverso”.nextv2

Alla fine dell’incontro, prima di congedarsi, invita i ragazzi a non mollare mai e augura loro di vederli un giorno, dal divano di casa, collezionare sogni e farsi strada in quello che, almeno per ora, apre le porte solo a quattro di questi. In futuro, chissà.

 

Lia Giannini

Cosenza, la danza contemporanea del “Mo’ Festival” al Teatro dell’Acquario

COSENZA – Il prestigioso Teatro dell’Acquario sarà la cornice della seconda edizione del “Mo’ Festival”, il primo festival della danza contemporanea in Calabria, in programmazione dal 18 al 20 marzo. Si tratterà di una tre giorni di spettacoli all’insegna della danza che vedrà alternarsi sul palco compagnie e solisti sotto la sapiente direzione di importanti coreografi, selezionati tramite un bando pubblico rivolto a coreografi di tutta Italia. Il programma si articola in diversi eventi, di studio e spettacolo. Si parte giorno 18 con solisti e compagnie emergenti, per poi ospitare il 19 marzo alle 21,00 e il 20 marzo alle 18,00 compagnie già consolidate sui palcoscenici di tutta la penisola.

Il festival è organizzato da Balletto di Calabria, in collaborazione con il Teatro dell’Acquario. In particolare, il Balletto di Calabria opera nel settore da 8 anni, come centro di formazione per danzatori, compagnia di balletto contemporaneo e promoter di eventi danzanti nel territorio regionale. I biglietti per assistere al Festival saranno in vendita da giovedì 17 marzo, mentre maggiori informazioni possono essere recuperate sul sito ad esso dedicato, www.mofestival.it oppure dalla pagina facebook.

InMensamente… Fiera, anche quest’anno accoglienza e solidarietà

Cosenza ( Cs) – Dal 16 al 20 marzo si svolgerà a Cosenza InMensamente… Fiera, che raccoglie dal 2013 l’eredità di Fiera InMensa, promossa dalla maggior parte delle organizzazioni fondatrici dell’esperienza. Ogni anno, durante la Fiera di San Giuseppe, giungono a Cosenza molti venditori migranti ambulanti: l’accoglienza continua da anni e non si ferma nella nostra città. Anche quest’anno molteplici realtà associative allestiranno vari servizi (mensa, servizio internet, ambulatorio medico, animazione per bambini, cineforum interculturale) per accogliere i migranti che verranno in occasione della Fiera di San Giuseppe. Per prepararsi all’iniziativa il 10 marzo alle 18.30, presso il Teatro dell’Acquario a Cosenza, si svolgerà l’incontro: “Fortress Europe: l’accoglienza ha un futuro?”. L’incontro sarà utile per comprendere le dinamiche che hanno portato l’Europa ad una chiusura nei confronti dei flussi migratori, attraverso un viaggio conoscitivo sulla normativa che regola l’accoglienza, la posizione italiana in merito e la diversificazione delle rotte migratorie. Loretta Cortonesi, esperta migrazioni FOCSIV, ci accompagnerà in questo percorso. Rita Carravetta, invece, racconterà la sua esperienza con Medici Senza Frontiere, a Pozzallo, durante le operazioni di sbarco dei migranti e all’interno del CPSA (Centro di Primo Soccorso e Accoglienza). Modererà l’incontro il giornalista Francesco Cangemi. Durante l’incontro verrà distribuita la pubblicazione: “Sviluppo umano integrale e migrazioni esperienze e prospettive FOCSIV dall’integrazione all’interazione.” Del comitato organizzatore fanno parte ANTEAS Cosenza, Ass. cult. Verde Binario, Azione Cattolica dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, Be Equal, Mo.C.I. ong, Centro Missionario diocesano, Comunità africana, Comunità cinese, Comunità filippina, Comunità latino-americana, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Stella Cometa Onlus e la Caritas Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, Banco Alimentare.

 

A tu per tu con Teo Mammucari: L’intervista

teo mVenerdì 12 Febbraio Teo Mammucari è stato protagonista di una lunga serie di eventi a Cosenza. Dopo essersi raccontato ai ragazzi di NexTv, il progetto inventato da AmoCosenza e Lucio Presta per dare a tutti i giovani calabresi entro i 30 anni la possibilità di conoscere da vicino il mondo dello spettacolo, è stato ospite del Teatro dell’Acquario dove ha intrattenuto il pubblico per quasi due ore con uno show dal titolo Ricomincio da Te..o. Un’occasione per mettersi a nudo con cinismo e disincanto facendo ciò che gli riesce meglio: far  ridere la gente. Noi a telecamere spente, abbiamo cercato di carpire di più di quell’uomo di 50 anni, alto quasi due metri e magro come un chiodo che fa della sua irriverenza il miglior pregio.

Ricomincio da Te..o. Da cosa nasce l’idea di questo spettacolo e perché? 

Ricomincio da Teo è un ritorno alle origini. Io ho cominciato dai piccoli spettacoli, dal cabaret, ero un sognatore come i tanti ragazzi di Nextv che stava provando pian piano a farsi strada. Non ero il personaggio Teo Mammucari, ero semplicemente Teo. Nel tempo lasciando il cabaret e di conseguenza il teatro, ho abbandonato quella parte di me per approdare in tv. Oggi sento il bisogno di ricominciare dal palco e da me stesso, riprendendo un percorso da dove lo avevo interrotto.

A proposito dei giovani calabresi e di Nextv, qual è stata l’impressione di questa esperienza?

I giovani d’oggi hanno un’idea molto lontana di ciò che è la realtà e la televisione. In molti non conoscono bene la differenza tra successo e visibilità. Il successo non si può catalogare, dal mio punto di vista averlo significa vivere del lavoro che si ama. Per avere la visibilità basta andare in tv, per avere successo occorre entrare in punta di piedi imparando a farsi amare.

Tu hai un rapporto verace con il pubblico o almeno sembri una personalità libera dagli schemi. C’è un segreto che nessuno sa di te, un desiderio recondito che non sei mai stato pronto a raccontare? 

La verità è che io mi diverto molto di più a fare serate teatrali. Io non amo fare la tv quanto fare il teatro perché in quel caso siamo noi che entriamo nelle case degli italiani e non il contrario. Quando facevo le serate nei villaggi, venne Venditti che era agitatissimo per uno spettacolo che doveva fare. Io mi stupii e lui mi spiegò che sentiva la responsabilità di essere lui ad andare da qualche parte e non il contrario. Con la tv è la stessa cosa. Negli anni a venire credo che finirò con il tornare a fare decisamente più teatro.

Ultima domanda: Lucio Presta. Per i ragazzi di Nextv lui è un guru ma chi è davvero Lucio, secondo Teo Mammucari?

Al di là di quello che lui sia come manager, io stimo molto Lucio perché è una persona che sa quello che deve fare sempre. Quando ci siamo conosciuti ci siamo capiti immediatamente. Lui parla poco ma quando parla dice cose sensate. Non è un potente della tv, lui è un esperto di tv. Mi ha parlato di Amo Cosenza anni fa, raccontandomi questo progetto come un profondo atto d’amore verso il suo paese. Qualsiasi strada lui stia intraprendendo oggi, politicamente, merita supporto e il mio in bocca al lupo perché è una strada che risponde alla voce del cuore.

Lia Giannini

Il ritorno di Amy Coleman. Concerto a Cosenza

Torna in Calabria  Amy Coleman per due impegni artistici che la vedono coinvolta sia per una piéce teatrale, che si terrà a Reggio Calabria al Teatro Cilea il 20 Gennaio, che per un concerto con una band, tutta calabrese, al Teatro dell’Acquario il 23 Gennaio.

Quella del Teatro dell’Acquario è una buona occasione per ascoltare dal vivo dell’ottimo rhythm and blues dalla voce di un’artista dall’incredibile forza espressiva.

A fianco della grande interprete una mega band composta da Angelo Mirabelli al basso, Domenico Sangiovanni alla batteria, Giuseppe Romagno guitars, Paolo Chiaia piano e tastiere, ed una sezione di fiati che vede schierati Giuseppe Oliveto con i Takabum.

Insomma una potenza e un repertorio da far saltare sulla sedia.

La Coleman ha lavorato in importanti produzioni teatrali da New York a Los Angeles, ed ha al proprio attivo importanti ruoli in show di  Broadway, come Maria Maddalena in Jesus Christ Superstar, di Andrew Lloyd Webber e vari ruoli da protagonista (The Little Shop of Horror, The last Session etc…).

Pareri entusiasti per il percorso professionale di Amy e i colori della sua possente voce che va dallo “smoky blues” sino al  “piercing high soprano, arrivano da testate come  il  “Village Voice” o dal “New York Times”, che definiscono l’artista come una delle più intriganti esponenti del blues di tutti i tempi.

Il suo impegno sociale l’ha portata ad essere in prima linea per sostenere varie raccolte fondi a favore di paesi in via di sviluppo.

Ama la Calabria a cui è profondamente legata da tempo.

Un rapporto solido che si rinvogorisce attraverso progetti importanti.

Fra i più recenti, ” Mio cognato Mastrovaknich”: piéce teatrale di Ciro Lenti, ambientata nel campo d’internamento di Ferramonti, al fianco di Paolo Mauro e Marco Silani, con la regia di Adriana Toman, produzione  realizzata in occasione delle giornate della memoria, in ricordo dell’olocausto del mondo ebraico.

Un tema, quello della discriminazione che sta particolarmente a cuore ad  Amy Coleman, che nel 2009 a New York ha fondato il “Nuovo Yiddish Repertory Theater” insieme a David Mandelbaum; compagnia teatrale nata da un’idea di David Mandelbaum, figlio di polacchi sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti.

Un progetto notevole che in questi anni ha prodotto innumerevoli messe in scena di testi, sia di nuova creazione e portatori di un pensiero provocatorio, che testi tradotti in lingua yiddish tratti dal teatro classico e contemporaneo, riscuotendo un notevole interesse nel mare magnum delle produzioni di spettacoli di ogni genere,  proprio della grande mela.

Così fin dalla sua nascita, New Yiddish Rep. ha raccolto uno straordinario consenso da parte della critica newyorkese per la sua caratteristica di rottura attraverso le produzioni di versioni in yiddish di Samuel Beckett , come “Aspettando Godot” e  di Arthur Miller  “Morte di un commesso viaggiatore” etc .

Produzioni del New Yiddish Rep sono state esportate in Italia, Israele, Irlanda e Svezia.

Incontro con Adelmo Cervi per parlare di Costituzione

fratelli CerviCOSENZA(CS)-Giovedì 14 gennaio alle ore 17,30 presso il Teatro dell’Acquario si terrà l’incontro con Adelmo Cervi e la presentazione del libro “Io che conosco il tuo cuore”.Per difendere i valori della Costituzione è necessario fare in modo che non si dimentichi la Storia, che non si dimentichi il perché tanti uomini e tante donne hanno scelto la via della lotta, quella di Liberazione, rischiando la propria vita per affermare quei principi fondanti della nostra Carta: la libertà, l’uguaglianza, la giustizia, la democrazia. Tra le tante e tante figure che per il loro eroismo, spesso per il loro sacrificio, hanno scritto pagine indelebili della storia della Resistenza e della lotta antifascista, una delle più drammatiche è senza dubbio quella dei sette fratelli Cervi, fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943. La loro storia, insieme a quella del padre, Alcide, ha ispirato canzoni, film, libri e poesie. Adelmo Cervi, figlio di Verina Castagnetti e di Aldo, terzo dei sette fratelli, continua a portare avanti attivamente la memoria della propria famiglia e di quella pagina di storia nazionale attraverso l’impegno sociale e culturale e la difesa dei valori della Costituzione.