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La musica va in scena

DSC_0313Romanticismo e contemporaneità è il tema dato al primo degli incontri musicali programmati dall’associazione Zagreus in collaborazione con Synapsis Chamber Orchestra.

Al teatro dell’Acquario saranno infatti messi in scena in tutto quattro serate-dittici in cui saranno messi a confronto compositori contemporanei insieme a registi, maestri di musica e direttori d’orchestra.

La prima delle quattro, ha proposto un godibilissimo concerto con musiche di Beethoven, Gershwin ed una prima nazionale del compositore Pelecis.

Un’orchestra di diciannove elementi tra cui flauti: Valentina Marchese e Roberta Zirilli; clarinetti: Mariagaia Di Tommaso e Stefano Cinnirella; oboe: Ludovico Bozzafra Siciliano; fagotti: Davide Acciardi e Daniele Costanzo; corni: Andrea Di Stasi e Lorenzo Patella; tromba: Giuseppe Pugliano; percussioni: Gianfranco Esposito; violini: Manuel Arilia (spalla), Teresa Giordano, Francesca Santoro, Chiara Maiorano; viole: Francesca Manoccio e Domenico Scicchitano; violoncelli: Alessandra Ciniglia e Antonio Pellegrino; tre pianisti: Giovanni Battista Romano, Danilo Blaiotta e Andrea Bosa che hanno suonato alternativamente, oltre il direttore Marco Gatto.

OperAct, ovvero la contemporaneità in un atto, ha quindi portato in scena

Programma Ouverture Coriolano op. 62 ed il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in do min. op. 37 di Ludwig van Beethoven dove il solista Andrea Bosa ha eseguito la parte del pianoforte. Il secondo compositore ad entrare in scena è stato un inedito Georgs Pelecis – che con il suo “Concertino bianco per pianoforte e orchestra d’archi” (1983), ha visto come solista al pianoforte Giovanni Battista Romano

Chiude George Gershwin con la sua classica e magica Rhapsody in blue per pianoforte e orchestra, interpretata al pianoforte da un istrionico Danilo Blaiotta.

Da sinistra: Marco Gatto, Maria Scalese, Antonello Antonante
Da sinistra: Marco Gatto, Maria Scalese, Antonello Antonante

Esperimento riuscito, in attesa dei prossimi spettacoli che calcheranno le tavole dell’Acquario, come sempre aperto ad iniziative innovative in cui giovani talenti ambiziosi credono fortemente e che, grazie anche alla sensibilità come quella di Maria Scalese di Zagreus, vengono riconosciuti.

Fabrizio Costa ritorna con lo spettacolo “Time”. Quando la danza ci insegna che non servono le parole (Video)

481893_10200233454063676_322988576_nCOSENZA – Dopo due anni di assenza il coreografo Fabrizio Costa, con al seguito la sua compagnia “Millennium DanceGroup”, ritorna a Cosenza con un nuovo spettacolo. Ancora una volta il richiamo della propria terra tuona prepotente, la Calabria ruggisce e come sempre Fabrizio risponde senza mai deludere le aspettative. È proprio in questi momenti che lo iato tra il posto in cui vivono gli affetti ed il luogo in cui ci si è trasferiti per lavoro si assottiglia diventando quasi nullo, impercettibile, invisibile.

Dopo Glee e DanceBook Fabrizio riporta la sua arte nella sua terra natia mettendo a disposizione degli spettatori la sua creatività e il suo estro coreografico perché, si sa, la danza è condivisione oltre che pura ed esilarante magia.

La compagnia “Millennium DanceGroup”, fondata insieme a Davide Zimey, calcherà il palco del teatro dell’Acquario sabato 14 marzo 11020275_10206211319826584_247875870_ncon il nuovo spettacolo “Time” (trailer della coreografia). Le “tavole” sfiorate dai ballerini professionisti si trasformeranno, così, in una vera e propria macchina del tempo per un viaggio tra passato presente e futuro, tra ciò che è stato, ciò che è e ciò che potrà essere.

Si tratta di un viaggio alla riscoperta della nostra storia che spiega e giustifica il nostro essere al mondo, le conquiste di cui siamo stati capofila, le sconfitte di cui spesso e volentieri siamo diventati protagonisti indiscussi.

Le nostre radici vengono così narrate attraverso il movimento del corpo ed i virtuosismi di cui ogni ballerino è capace. Non servono parole per definire ciò che siamo stati basta il gesto, la mimica, la leggiadra movenza di cui solo un danzatore percepisce il peso, l’importanza, la pienezza di senso.

Tra le musiche di Ravel, Beethoven, Gershwin fino a quelle più attuali di Einaudi, Lady Gaga, Beyoncè la compagnia disegnerà un percorso che gli spettatori dovranno intraprendere; tante strade, mille svincoli ed altrettante deviazioni perché ognuno è libero di scegliere il modo in cui ripercorrere la propria storia e la propria eredità.

Si parte dal big bang, si dà uno sguardo alle antiche civiltà, all’impero romano, al Medievo, si passa per il Novecento e si giunge ai giorni nostri per poi volgere lo sguardo verso quello che non c’è e che si può solo immaginare. Durante il viaggio, infatti, la navicella subirà una deviazione che punterà verso mete sconosciute diventando facile bersaglio della bruta Apocalisse.

La storia rivive così a ritmo di musica e passi di danza e, qualunque sia il nostro destino, ci basta sapere che tutto è vita, anche la nostra morte, anche la nostra fine.

Annabella Muraca