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Al Teatro Rendano successo per la Skanderberg con Mosè

Un grande successo per il debutto, ieri sera, al Teatro A. Rendano, del musical  “Mosè”. Tre serate dedicate alla danza, tre sold out per la Compagnia Skanderberg e per gli allievi della Scuola d’arte di Mirella Castriota. Un gran finale affidato all’ottava produzione della Compagnia di balletto Skanderberg, assieme ai giovani e talentuosi attori e cantanti della “Scuola d’Arte” ha superato la prova riscuotendo lunghi applausi e il gradimento del pubblico. La direzione artistica è di Mirella Castriota e la direzione tecnica è affidata a Gianfranco Mastroianni. Dopo “Alleluja Brava gente”, “Rugantino”, “Se il tempo fosse un gambero” e il musical della Disney “Il Re Leone” la storica Compagnia di balletto Skanderberg, i giovani ballerini della “Dance Studio” di Mirella Castriota e gli attori e cantanti della Scuola d’Arte Mirella Castriota si sono messi nuovamente in gioco proponendo Un’epopea biblica. Uno spettacolo ispirato al musical “I dieci Comandamenti” del regista francese Elie Chouraqui e al film d’animazione “Il principe d’Egitto” della DreamWorks Animation del 1998, con la regia di Brenda Chapman. Le canzoni nel musical sono tutte inedite, scritte e arrangiate dal regista e attore Luca Ziccarelli.

Una messa in scena di grande impatto visivo affidata alla creatività della scenografa Alessia Lucchetta. “Questa volta ci siamo superati – ha spiegato la regista Patrizia Castriota – per rendere sul palco l’esodo dl popolo ebraico la nostra brava artista ha creato delle vere e proprie scene animate. Decine di fondali disegnati da Alessia Lucchetta che grazie a una virtuosa tecnica pittorica danno allo spettatore l’impressione di assistere ad una scena in animazione. Sul palco siamo riusciti persino a dividere le acque!”

A tenere le fila dello spettacolo, diretto da Patrizia Castriota e Luca Ziccarelli (sul palco nei panni di Jedro,  il padre di Sephora) i bravi Marco Provenzano, interprete del patriarca Mosè (dalla voce chiara e intensa nei suoi assoli) e Ramses, fratellastro di Mosè ed erede al trono e futuro Faraone d’Egitto (giovane e promettente interprete, emozionante la sua interpretazione della scena delle sette piaghe d’Egitto). Con loro un cast di giovani e bravi cantanti e attori. Da Francesca Ardito (nei panni della moglie di Mosè, i quadri che lo vedono duettare con Marco Provenzano sono efficaci); Cristina Aiello che interpreta Miriam e i divertenti Edoardo Marcianò e Adam Ruffolo (i due perfidi sacerdoti) che hanno strappato più di un applauso nelle loro gustose gag.

La storia ripercorre le Antiche Scritture. Mosè (M. Provenzano), cresciuto alla corte del Faraone, vive da principe con il suo fratellastro Ramses (D.Caccuri). Fino a quando non scopre di essere ebreo e di essere stato destinato da Jahvé a ricondurre il suo popolo nella terra promessa. La maledizione delle sette piaghe costringerà il faraone Ramses a lasciar partire i suoi schiavi ebrei che, attraverso il Mar Rosso, arriveranno al Sinai dove Mosè riceverà le tavole della legge. Una marcia irta di difficoltà, affrontata grazie all’illuminazione della fede, che attraverso il Mar Rosso, guiderà gli ebrei alla Terra Promessa.

Suggestivi quadri corali e coreografie dinamiche sono stati gli ingredienti di uno spettacolo che ha reso omaggio a una delle pagine più emozionanti dell’Antico Testamento. Soprattutto, grazie ad una scenografia ad effetto (firmata dalla pittrice di scena Alessia Lucchetta) e ai costumi disegnati da Patrizia Castriota. “Si tratta di una storia che tocca il cuore e che commuove fino alle lacrime il pubblico, così come ci siamo emozionati noi nel costruire lo spettacolo – racconta la regista Patrizia Castriota – rispetto alle precedenti produzioni,  siamo cresciuti e ci siamo misurati con un testo scritto da noi”. Un musical originale e che si ispira al ritmo divertente e grottesco del film di animazione e ai quadri più classici del musical francese “I dieci comandamenti”. Ma il valore aggiunto della Compagnia Skanderberg  è nel dare largo spazio alla danza. Coreografie all’insegna della commistione di stili. Le coreografe Angela Tiesi e Lia Molinaro hanno montato pezzi di grande impatto in cui si sono mescolate la danza moderna e la contemporanea.

 

Una vera e propria fucina di talenti, la Scuola d’arte di Mirella Castriota. Giovani artisti che crescono di anno in anno. Così come il corpo di ballo della Compagnia Skanderberg, nata nel 1985. Nella storia del balletto calabrese fu la prima in assoluto che ad operare con il sovvenzionamento statale da parte del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Oggi, insieme a professionisti di fama internazionale ha ottenuto  notevoli riconoscimenti.

“Siamo soddisfatti del lavoro svolto dai nostri ragazzi- commenta Mirella Castriota- Quest’ultima produzione dimostra che sono migliorati artisticamente. Sono riusciti a portare, sulle tavole del palcoscenico, lo spirito originale dell’epopea biblica”.

Un debutto che promette bene per i giovani artisti diretti dalla regista Castriota che continua: ”Nei prossimi mesi, abbiamo intenzione di girare – annuncia – e proporre questa produzione nei festival e nei cartelloni estivi. Uno spettacolo su cui puntiamo e che ci darà, ne sono certa, grandi soddisfazioni”.

 

Tre serate con la Compagnia Skanderberg

COSENZA – Torna sul palco del Teatro A. Rendano la prestigiosa Compagnia di balletto Skanderberg e gli attori e cantanti della Scuola d’Arte Mirella Castriota, fucina di giovani talenti del territorio.
Da Mercoledì 12 giugno fino a Venerdì 14 giugno, tre serate dedicate alla danza classica, moderna e al musical.

• L’esordio, al Teatro Rendano, Mercoledì 12 giugno, alle ore 20.30, con il saggio spettacolo di danza classico ispirato al il balletto in due atti “Cenerentola”.
Un riadattamento coreografico del maestro Gabriel Roman. Lo storico balletto è ispirato alla celebre fiaba di Charles Perrault. Debuttò nel 1945 al Teatro Bolscioi di Mosca con le coreografie di Rotislov Zacherav. Pure qui ci sono la fata buona e le sorellastre cattive e l’umile fanciulla che grazie a una scarpetta coronerà il sogno di diventare principessa. Protagonisti: i giovani ballerini della “Dance Studio” si esibiranno sul palco del Teatro Rendano, in un vero e proprio spettacolo aperto al pubblico.

• Giovedì 13 giugno, al Teatro Rendano, alle ore 20.30, sarà la volta dello spettacolo di danza moderna “Passeggiando per Londra”. Spettacolo in due atti di danza moderna, jazz, contemporanea, tip tap e hip hop. Un viaggio alla scoperta dello stile british per i giovani allievi della “Dance Studio”. Un vero e proprio itinerario, a ritmo di danza, tra i monumenti e i quartieri più celebri di Londra: da Buckingham Palace, al Covent Garden, al Trasfalgar Square, al Brithish Library.

• Il Musical “Mosè” chiuderà l’evento, Venerdì 14 giugno, al Teatro Rendano, alle ore 20.30. Ispirato al musical “I dieci Comandamenti” del regista francese Elie Chouraqui e al film d’animazione “Il principe d’Egitto” della DreamWorks Animation del 1998 con la regia di Brenda Chapman. Le canzoni nel musical sono tutte inedite scritte e arrangiate dal regista e attore Luca Ziccarelli.

Si tratta dell’ottava produzione della Compagnia di balletto Skanderberg, assieme ai giovani e talentuosi attori e cantanti della “Scuola d’Arte” di Mirella Castriota diretti dalla regista e coreografa Patrizia Castriota e dall’attore Luca Ziccarelli. La direzione artistica è di Mirella Castriota e la direzione tecnica è affidata a Gianfranco Mastroianni.

Il corpo di ballo della compagnia Skanderberg è nata nel 1985. Nella storia del balletto calabrese è la prima compagnia che cominciò ad operare con il sovvenzionamento statale da parte del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Oggi, insieme a professionisti di fama internazionale ha ottenuto notevoli riconoscimenti partecipando a numerose trasmissioni televisive: ” Carovana d’estate” (RAI/tv) – “Maurizio Costanzo Show (Canale5) – “Fascination” (Retequattro) – “Chi tiriamo in ballo” (RAI/tv) – “Viva le donne” (Canale5) – “Ricomincio da due” (RAI/tv) – “Fantastico” (RAI/tv).

Ultimi dettagli per una quarta edizione del Premio Stefano Valentini unica

COSENZA – Proseguono le riunioni ed i contatti per oliare al meglio la macchina organizzativa della quarta edizione del Premio Stefano Valentini. L’importante evento culturale, che si avvale della direzione artistica del maestro Joseph Fontano, si terrà nei giorni 17 e 18 maggio alle ore 20.30 nell’incanto del teatro Alfonso Rendano di Cosenza.

La manifestazione, patrocinata dall’Amministrazione bruzia e fortemente voluta dal sindaco Mario Occhiuto che ha immediato percepito la visione d’insieme dello spettacolo, non vuole essere un “semplice” concorso, ma un vero e proprio momento d’incontro tra vari stili di danza. Sul palcoscenico del teatro cosentino le movenze fluide del corpo si legheranno in maniera indissolubile alle coreografie di artisti, restituendo al pubblico un’esperienza emozionale senza eguali.

La quarta edizione del Premio Stefano Valentini non vivrà di sola danza. Oltre alle due serate programmate per il 17 e 18 maggio prossimi, con ingresso gratuito, avranno luogo alcuni interessanti momenti formativi ed informativi. Giorno 18, dalle 9.30 alle 11, sul palco del teatro Rendano si terrà un Master class di danza classica e di danza contemporanea. Subito dopo, intorno alle 12.30 sempre al Rendano, verranno presentati i volumi di Sara Zuccari “Danza – Aforismi e citazioni”, e di Mariafrancesca Garritano “La verità, vi prego, sulla danza!”. Tutte le informazioni sono consultabili sul sito: http://www.wda-europe.net.

 

I gioielli del Principe

COSENZA – Ci sono voci che quando le ascolti sembra abbiano un corpo fatto di sangue e arti, voci di cui senti le mani che accarezzano il cuore, le labbra che baciano sugli occhi, gli sguardi che oltre a ricambiare, riconsegnano l’anima e quando questa voce appartiene a Francesco De Gregori questa impressione diventa subito una realtà.

Ieri sera il Principe della musica italiana si è esibito sul palco del Teatro Rendano di Cosenza con un live che prende il nome dal suo ultimo disco di inediti “Sulla strada” uscito lo scorso novembre.

Sessantuno anni ma meraviglioso come sempre, forse anche di più, aristocratico nella pacifica serenità che dimostra, tipica di chi ha visto tanto, troppo, di chi ha smesso di inseguire gli attimi, perché ha capito che è arrivato il tempo di fare la pace con se stesso e magari anche con il mondo. Elegantissimo nel suo abito total black  e il suo cappello con la chitarra acustica sempre accanto e l’armonica a bocca mentre fluttua sul palco a ritmo di musica.

Sale sul palco puntualissimo ed esordisce con alcuni brani del nuovo album “Sulla strada”, “Passo d’uomo” e un incantevole “Guarda che non sono io” accompagnato al piano da Alessandro Arianti.

Ma questo è solo l’inizio perché De Gregori promette “ancora qualche pezzo del nuovo album e poi apriamo la gioielleria” ed ecco che si susseguono l’una dopo l’altra le sue gemme più preziose “Titanic”, “Generale” , “Viva l’Italia” con un finale talmente intenso da lasciare senza parole, merito del violino di Elena Cirillo e “Bellamore” così intima e malinconica da far diventare gli occhi brillanti.

Immancabile il pensiero a Lucio Dalla che prende forma nelle note di “Santa Lucia”  con un finale fischiettato che manda la platea in delirio.

Sono passate quasi due ore e De Gregori saluta tutti scomparendo dietro le quinte ma il pubblico pagante non ne vuole proprio sapere e dopo qualche minuto ritorna sul palco con una sigaretta tra le dita e ricomincia a suonare probabilmente i pezzi più attesi della serata, gli indiscutibili capolavori, “La donna cannone”, “Rimmel”, “Buonanotte fiorellino” in una duplice versione, la classica per mettere i bambini a nanna e quella più ballereccia per mandare a letto gli adulti un po’ più allegri.

Siamo ormai alla fine e un enorme mirrorball viene calata sul palco per creare dei suggestivi giochi di luce che trasformano il Rendano in una grande sala da ballo, il Principe decide di omaggiare The King e il finale è tutto per  “Can’t help falling in love” portata al successo da Elvis Presley.

Francesco De Gregori fa tremare lo stomaco perché non si risparmia nel rivelarsi, nel mettersi a nudo, perché raccontare l’amore, raccontare la storia, anche dopo quaranta anni, gli piace ancora e anche tanto.

Gaia Santolla

Tributo allo storico cosentino Coriolano Martirano dalla Commissione cultura al Teatro “Rendano”

Cosenza – “Cosenza è una città che è nel mio spirito, nella mia anima e nella quale sono fiero di vivere. Tra i diversi riconoscimenti ottenuti nel corso della mia attività, i due ricevuti dal Comune costituiscono per me il ricordo più bello perché me li ha dati la mia città che amo con tutto il mio cuore”.

C’è un misto di commozione e riconoscenza e tutta la sua dedizione alla città nelle parole dello storico e scrittore Coriolano Martirano, ospite ieri al Teatro “Rendano” della Commissione cultura del Comune di Cosenza, riunitasi in seduta straordinaria per conferire ad una delle personalità di maggior spicco del mondo culturale cosentino un riconoscimento che ha il valore di un doveroso tributo nei confronti di chi, con i suoi studi, l’instancabile ricerca e la sua produzione letteraria, ha fortemente contribuito all’affermazione dell’immagine della città di Cosenza nel resto del Paese. Il Premio conferito a Martirano dalla Commissione cultura segue quello del Pilerio attribuitogli dall’Amministrazione comunale e dal Sindaco Mario Occhiuto l’11 luglio dello scorso anno, in occasione del suo ottantesimo compleanno.

La cerimonia di ieri è stata aperta dall’introduzione del Presidente della Commissione cultura Claudio Nigro che ha preliminarmente letto un messaggio indirizzato a Martirano dal direttore artistico del “Rendano” Isabel Russinova, trattenuta a Roma da impegni di lavoro. Subito dopo ha ricordato gli aspetti più significativi dell’attività dello storico, segretario perpetuo dell’Accademia cosentina, “una delle personalità – ha aggiunto Nigro – che hanno dato e continuano a dare lustro alla nostra terra.”

L’incontro con Martirano è stata anche l’occasione per presentare in anteprima, con qualche giorno di anticipo sulla presentazione ufficiale programmata per la prossima settimana sul Terrazzo della casa editrice Pellegrini, l’ultimo libro dello scrittore, “Il luogo delle anime”, incentrato sulla suggestiva ipotesi, tutt’altro che peregrina, del passaggio di Dante a Cerenzia, in occasione di un suo viaggio, quasi una fuga, da Napoli in Calabria, per sfuggire a una condanna. Il Sommo Poeta, secondo quanto va sostenendo Martirano nel suo romanzo storico, avrebbe seguito il Vescovo di Siena a Cerenzia, nel versante crotonese della Sila, e una volta all’interno di un’Abbazia avrebbe scoperto un nascondiglio dove è segretamente custodito l’archivio sottratto da Tiberio al Tempio di Gerusalemme, sequestrato poi da Alarico e di cui entrarono in possesso i monaci dell’Abbazia. L’ipotesi di Martirano accredita non solo la presenza di Dante a Cerenzia, ma anche che i luoghi dell’entroterra crotonese potrebbero aver ispirato al Sommo Poeta il suo capolavoro “La Divina Commedia”.

Il relatore Mimmo Frammartino ha ricordato il gemellaggio istituzionale tra Cosenza e Padova cui diede impulso, da amministratore, agli inizi degli anni novanta, prendendo spunto dall’incontro tra le due squadre di calcio. In occasione di quel ponte ideale tra Calabria e Veneto, Coriolano Martirano fece riassaporare alla consistente comunità dei cosentini residenti a Padova l’orgoglio di appartenenza, contribuendo a rinsaldare il legame con le loro radici. La lectio magistralis di Martirano su “Telesio studente a Padova” fu applauditissima e molto apprezzata dal fior fiore degli studiosi patavini.

Lo scrittore, autentico ambasciatore della cosentinità, ha avvertito il bisogno di ringraziare. “Il mio ringraziamento – ha sottolineato Martirano – non nasce come un obbligo, ma come un affettuoso abbraccio. Quello di stasera è uno dei momenti della mia vita destinati a restare vivi per sempre, per la stima che porto al Municipio della mia città perché il Comune è sicuramente la più importante nell’architettura delle istituzioni dello Stato.” Martirano ha ammesso la sua curiosità di storico che spesso entra in contrasto con la storia ufficiale ed indaga fatti per così dire minori o episodici. Cosenza è una fucina di microstorie e Martirano spiega il perché.

Cosenza è l’unica città del Regno delle Due Sicilie che ininterrottamente dal 1200 al 1800 è libera e non feudata e che per tutto questo tempo si è amministrata da sola, sempre nel pieno rispetto delle leggi dello Stato. Quella indipendenza che rappresenta una necessità dello spirito è ancora oggi nella nostra anima. Mi sono dato il compito e l’impegno di consolidare nello spirito dei cosentini l’indipendenza e la libertà.”

Un compito perseguito con impegno, assoluta dedizione negli studi e nella ricerca, ma anche con umiltà e modestia, come ha sottolineato la moglie dello scrittore, Maria Cristina Parise Martirano che sul punto non sempre si trova d’accordo, ma che ha la piena consapevolezza di avere di fronte un grande uomo e se dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna, c’è gloria anche per lei!

Prosegue la stagione concertistica del teatro A.Rendano

Terzo appuntamento della Stagione Concertistica 2013 dell’Associazione “Maurizio Quintieri”, giovedì 28 marzo, alle ore 20,00, nella sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”con Edita Randová – mezzosoprano e Vladimír Strnad – pianoforte.
L’appuntamento si inquadra nell’ambito delle attività che l’Associazione “Quintieri” ha promosso per il 2013 in collaborazione con il Teatro “Rendano”.
La serata di giovedì 28 marzo è dedicata al bel canto con un programma che spazia dall’opera alle composizioni da camera. Oltre ad alcune arie tratte dalla Carmen di Bizet, sarà possibile ascoltare brani tratti dall’Eugene Onegin di Tchaikovsky e da The Secret  di Bedrich Smetana. Ad arricchire la serata, il pianista Vladimír Strnad che eseguirà quattro Preludi di Chopin.
Infine, omaggio alla nostra regione con tre Romanze del “calabrese” d’adozione Ruggero Leoncavallo.

Il prossimo 20 marzo a Cosenza “I volti dell’amore”

COSENZA – Patrocinato dall’Amministrazione comunale di Cosenza, è in programma mercoledì prossimo, 20 marzo, alle ore 18,00, nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”, l’incontro-conversazione sul tema “I volti dell’amore”. Ne discutono il giornalista Mario Campanella e la psichiatra Donatella Marazziti, professore associato di Psichiatria all’Università di Pisa.

L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alla comunicazione di Palazzo dei Bruzi, guidato da Rosaria Succurro che introdurrà e coordinerà l’incontro. 55 anni, neuroscienziata di fama mondiale ed autrice di oltre 350 pubblicazioni, tra le quali alcuni bestseller e 7 monografie su temi psichiatrici, in particolare sugli aspetti biologici dei disturbi dell’umore, d’ansia e dell’innamoramento, Donatella Marazziti ha legato il suo nome ad interessanti scoperte sulle connessioni neurobiologiche tra sentimenti e gelosia.

Celebrazioni per il 150° “compleanno” di P. Mascagni – al Rendano domani la Cavalleria Rusticana

COSENZA – Ultimi ritocchi al Teatro “Rendano” di Cosenza in vista della “prima” di domani, venerdì 15 marzo (ore 20,30) dell’opera “Cavalleria Rusticana” con la quale entreranno nel vivo le celebrazioni per il 150° anniversario della nascita di Pietro Mascagni, promosse dall’Amministrazione comunale e dal teatro di tradizione cosentino, nell’ambito della 53ma stagione lirica.

L’allestimento del “Rendano” di Cosenza ha una ragione di più per rinnovare il mito di Mascagni e rinverdirne la memoria: la regia di “Cavalleria rusticana” è, come è noto, affidata a Guia Farinelli Mascagni, pronipote del compositore toscano, che ha preso le redini delle celebrazioni mascagnane, condividendo da subito il progetto del direttore artistico del “Rendano” Isabel Russinova e dicendosi entusiasta del fatto che proprio la città di Cosenza incarni il ruolo di apripista, in anteprima mondiale, dell’omaggio a Mascagni (Livorno e la Fondazione Teatro “Goldoni” lo faranno in autunno).  E domani sera, sarà ospite del teatro cosentino per la “prima” di Cavalleria Rusticana e del Gran Galà, Maria Teresa Mascagni, 82 anni, nipote del compositore e figlia di Domenico, uno dei due figli maschi del compositore.

A dirigere l’Orchestra lirico-sinfonica del Teatro “Rendano”, con la quale collaborerà la “Nova Amadeus Chamber Orchestra” di Roma, sarà Domenico Virgili, direttore e maestro concertatore napoletano, proveniente dal Conservatorio S.Pietro a Majella, prescelto da Roberto De Simone come direttore di molte delle sue produzioni.

All’insegna del “largo ai giovani” il cast vocale di “Cavalleria Rusticana”. Uno degli obiettivi di Isabel Russinova e della regista Guia Farinelli Mascagni è stato proprio quello di puntare sulle qualità di interpreti molto giovani, ma già esperti.

Al soprano napoletano Virginia Todisco è affidato il ruolo di Santuzza. La Todisco, che è figlia del grande tenore Nunzio Todisco, ha debuttato il ruolo di Santuzza nel 2000 al Teatro Filarmonico di Verona. Altra figlia d’arte è la napoletana Miriam Artiaco (la madre è il noto soprano Lidia Banditelli) nel ruolo di Lola.

Il tenore palermitano Alberto Profeta, che ha avuto tra i suoi maestri Renato Bruson, Magda Olivero e Luciano Pavarotti, vestirà i panni di Turiddu. Completano il cast, il baritono carrarese Sergio Bologna (Alfio), specializzato nei ruoli del repertorio verista, e il mezzosoprano fiorentino Selene Fiaschi (Lucia).  Il coro Lirico “Francesco Cilea” sarà diretto da Gian Rosario Presutti.

 

Il Rendano celebra il 150° anniversario della nascita di Mascagni

COSENZA – Cresciuta con la nonna paterna Emy Mascagni (una dei tre figli del compositore livornese), Guia Farinelli Mascagni, pronipote dell’autore di “Cavalleria Rusticana”, ha vissuto lungamente in una vera e propria casa-museo, disseminata di cimeli appartenuti al bisnonno Pietro Mascagni, anche se ogni tanto la sacralità del luogo veniva infranta dai suoni provenienti dalla stanza accanto, occupata dai fratelli, che ascoltavano i vinili dei Pink Floyd.

E’ forse da questa contaminazione tra l’opera lirica e le chitarre elettriche che deriva l’amore per le contaminazioni tra generi musicali ed artistici che permea l’eclettismo e la versatilità di Guia Farinelli Mascagni, regista della “Cavalleria Rusticana” in scena al Teatro “Rendano” venerdì 15 marzo (ore 20,30) ed in replica domenica 17 marzo (alle ore 17,00), ma anche del resto dell’ambizioso programma delle celebrazioni del 150° anniversario della nascita del compositore toscano che il Teatro “Rendano” di Cosenza si appresta a far partire tra qualche giorno, prima ancora che alla memoria di Mascagni venga reso omaggio il prossimo autunno a Livorno, dalla Fondazione Teatro “Goldoni” di cui la Farinelli Mascagni è membro del comitato scientifico.

Un programma che include : un prologo musical-cinematografico (giovedì 14 marzo, al Museo dei Brettii e degli Enotri, ore 17,00) con la proiezione del film muto restaurato “Rapsodia Satanica” di Nino Oxilia (1917), vera e propria rarità cinematografica, prima colonna sonora della storia del cinema italiano, musicata proprio da Mascagni ; il Gran Galà che rievocherà, la stessa sera di venerdì 15 marzo e domenica 17, prima di “Cavalleria rusticana”, alcune delle pagine più significative scritte dal grande compositore e, sabato 16 marzo (ore 20,30 e sempre al “Rendano”) l’Omaggio a “Parisina”, l’opera di Mascagni, scritta dal compositore toscano su libretto di Gabriele D’Annunzio ed eseguita per la prima volta nel 1913, esattamente cento anni fa, e la “Messa di Gloria”, composta da Mascagni nel 1888.

Per le celebrazioni mascagnane sarà a Cosenza venerdì 15 marzo, per assistere alla “prima” del Gran galà e di “Cavalleria Rusticana”, Maria Teresa Mascagni, 82 anni, nipote del compositore e figlia di Domenico, uno dei due figli maschi di Mascagni.

Per mettere a punto l’articolato programma, proseguono a ritmo serrato al “Rendano” le prove di cantanti, coro ed orchestra, il tutto sotto la supervisione di Guia Farinelli Mascagni, estremamente felice del fatto che a fare da apripista alle celebrazioni del compositore toscano sia proprio la città di Cosenza.

 

Un atto unico sui versi inediti di Alda Merini

CATANZARO – La Regione Calabria produce ”Il segno clinico di Alda”, ispirato a undici scritti inediti di Alda Merini, atto unico del poeta calabrese Michele Caccamo, messo in scena con la regia di Martino Palmisano e la collaborazione del cantautore Edoardo De Angelis e dell’attrice Luisella Pescatori.

La presentazione del lavoro teatrale, incentrato sui temi cari alla Merini, l’amore, la follia e la religione, e’ prevista per lunedi’ 18 marzo alle ore 10.30 a Reggio Calabria nella sede del Consiglio regionale. Gia’ fissato il calendario degli spettacoli: giovedi’ 21 marzo, alle ore 20,30, a Reggio Calabria al Teatro ”Cilea”; venerdi’ 22 marzo, alle ore 20.30, a Catanzaro all’Auditorium ”Casalinuovo”; sabato 23 marzo, alla ore 20.30, a Gioia Tauro all’Auditorium dell’Istituto Tecnico ”Severi”; lunedi’ 25 marzo, alle ore 20.30, a Cosenza presso il Teatro ”Rendano”.

Lo spettacolo sara’ poi rappresentato nel resto d’Italia.