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Laboratorio a cura di Francesco Gigliotti

ARCAVACATA – laboratorio è fondato sulla formazione dell’attore secondo le esperienze e le tecniche del ‘900 teatrale.

In particolare verranno proposti alcuni temi essenziali quali:

 1- la pre-espressività

2- l’esperienza corporea

3- il coro neutro

4- l’analisi del movimento

 

I Parte  – La Commedia dell’Arte fra tradizione e contemporaneità

•              i caratteri, i personaggi e le maschere

•              l’improvvisazione e la scena

•              elaborazione collettiva di uno scenario/canovaccio ispirato alla tradizione delle maschere del ‘600.

 

II Parte  – Analisi del testo: dalla scrittura alla scena.

•              L’arte dell’attore e la ricerca dei colori plastici e dinamici nella costruzione del personaggio.

•              Elaborazione collettiva di un testo.

 

Francesco Gigliotti

Si è formato a Roma nell’ambito della ricerca drammaturgica degli anni Settanta, ha approfondito la metodologia sull’espressione corporea con allievi di J.L. Barrault, E. Decroux, Lecoq. Esperto di maschere, movimenti coreografici, tecniche della Commedia dell’Arte, ricerca ed elabora soluzioni dinamiche innovative attinenti all’interpretazione dell’attore nel teatro contemporaneo.

È stato il direttore artistico della Compagnia Macchine di Bosco di Firenze, riconosciuta e sovvenzionata dal Ministero dello spettacolo per le stagioni 1986-87 e 1987-88.

Ha svolto attività di laboratorio con la Compagnia Opera Prima di Latina, di cui è stato direttore artistico dal 2000 al 2012, sull’animazione teatrale nella scuola e sull’uso pedagogico del teatro nel sociale. Per la Compagnia Opera Prima, ha curato la direzione artistica del Cantiere di Teatro d’Arte fra tradizione e sperimentazione a Sermoneta (LT).

Ha collaborato con: Lindsay Kemp per il CEL Teatro di Livorno; Bottega Teatrale di Gassman; Teatro popolare d’Arte di Firenze; Compagnia Krypton di Scandicci (FI); CRT Artificio di Milano; ETI Ricerca; Teatro Fabbricone di Prato; Teatro Vascello di Roma; CIFA di Cosenza; Centro di Drammaturgia Europeo di Potenza; Potlach Teatro per il progetto “Città invisibili” a Liverpool e Unterac (Salisburgo); Istrian National Theatre di Pula (Croazia); Istituto del Teatro dell’Armenia; Maison de la Culture, Reims; Architexturgalerie di Monaco di Baviera; Teatro Due Mondi di Faenza. Organizza e dirige periodicamente laboratori, stages, seminari in Italia e all’estero sul lavoro dell’attore e sulla tradizione della Commedia dell’Arte.

 

Calendario e orari:

22 -23 – 28-29-30 aprile –  PTU Piccolo Teatro Università della Calabria  15.30 / 20.00

24 – 25 -26  aprile – Centro Sevizi Cucùsettete, via Padre Giglio, Cosenza ore 9.30-13.30

Condivisi: Moda, foto e teatro raccontano le maschere

LAMEZIA TERME (CZ) –  “Il romanzo meraviglioso nasce dalla capacità del romanziere di interpretare le maschere degli uomini attraverso la sua maschera-psiche per farne i volti dei suoi personaggi.” Con queste parole, di Aldo Busi nel Manuale del perfetto Papà, è possibile spiegare in breve la mostra di arte organizzata dall’associazione lametina inoper@, con il patrocinio del Comune di Lamezia Terme, che Sabato 15 e Domenica 16 Marzo ha animato la splendida location di Palazzo Nicotera.

Un mix di arte che va dalla fotografia alla pittura, passando per la moda, la scultura, il teatro. Artisti calabresi che hanno voluto mettersi in gioco per esprimere la loro visione della “Maschera”, il tema centrale della mostra espositiva “Condivisi”.

Già dai primi gradini del palazzo si respira un’aria di mistero e di farsa, tipica del periodo carnevalesco terminato pochi giorni fa. Ad accogliere il pubblico, Ilaria e Alfonsina, alcune modelle mascherate con il trucco, che camminano e sfilano tra sale del palazzo e tra le persone, accompagnandole e indossando gli abiti della celebre stilista lametina Elena Vera Stella, l’artista che crea capi per modelle, ma anche per persone comuni che vogliono un abito d’ Alta Moda, perché “la moda va sfruttata per esprimere se stessi e comunicare quell’Io che spesso si vuole nascondere dietro una maschera.”



Nella prima sala risalta subito all’occhio l’idea originale e innovativa di Riccardo Altieri e Antonio Renda, fotografi, che per la mostra scelgono uno shooting fotografico formato da location cittadine in bianco e nero, su ciascuna delle quali è impressa, con un eccellente lavoro di grafica, una maschera differente, tratta da celebri film del passato (tra cui The Mask, Batman, Hannibal Lecter, Pinocchio). Ma il nesso non è casuale, ha un senso ben definito (la maschera di V per Vendetta sul parco Peppino Impastato, come lotta alla criminalità ne è un esempio) ed è reso più comprensibile dalle citazioni che accompagnano ogni fotografia. La stanza scura è illuminata solo da luci colorate che danno una prospettiva camaleontica alle foto, donando un effetto molteplice ed assumendo quasi un significato diverso ad ogni colore.

Franz Mazza, fotografo, opta per uno shooting classico: la figura umana. E sopratutto il volto, “perché ogni volto, in sé, è una maschera; ossia, ogni individuo si rapporta alla “massa” nel modo in cui questa lo descrive. Ma ogni individuo ha più caratteri e più sfaccettature. Ci consideriamo “uno”, mentre la società ci considera “nessuno” o “centomila” a seconda della maschera che indossiamo.”

 

Damiano Cerra, fotografo, sceglie l’identità femminile: “la donna costretta dalla cultura e dalla società in cui vivono, a recitare il ruolo che gli viene assegnato.” E allora, nei suoi scatti la maschera è intesa come vestito che, una volta indossato, costringerà la donna a mettere in atto comportamenti a ruoli definiti: la donna forte e combattente come una guerriera amazzone; la donna sensuale a tutti i costi, ammaliatrice di uomini; la donna di casa, colonna portante della famiglia.

 

Ferdinando Cimorelli, pittore e scultore, guarda il contenuto della maschera: le sue sculture in arte pop, ritraggono soprattutto dei teschi. In particolare, da un ceppo di quercia (nella foto, in alto a sinistra), l’artista scava all’interno per mettere in risalto una metà di cranio, a voler indicare che ” anche se tutti indossiamo una maschera, scavando scavando, siamo tutti uguali.”

 

 

 


Riccardo Tropea
, pittore, indaga e spazia tra varie culture. Le sue opere, infatti, richiamano da un lato la mitologia greca (Pan, Zeus e Apollo), e quindi quel teatro greco dove le maschere servivano a caratterizzare il personaggio e dare un suono più udibile alla platea, fino a raggiungere i confini della Terra con i Maori ed il loro Moko: il tradizionale tatuaggio con cui questa popolazione dipinge i propri volti. “La maschera si fa identità. Una maschera che non cela, ma rivela; una non-maschera capace di raccontare la storia di un uomo. I segni vengono aggiunti man mano che l’uomo cresce e descrivono la sua vita, il suo lavoro, la discendenza e il clan di appartenenza.”

Conclude la mostra, Achille Iera, giovane attore lametino, impegnato in una eccezionale interpretazione di un monologo tratto dall’opera “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello. Interpretazione resa ancora più affascinante da un blackout tecnico. E allora, l’ombra proiettata su un muro da una luce artificiale, impressiona: un uomo che parla, racconta qualcosa; un uomo che non è nessuno, perché ad eccezione del contorno, della forma, è tutto nero, senza dettagli; ma è anche centomila, perché ciascuno degli ascoltatori, in quell’ombra, può vederci se stesso.

L’associazione inoper@ ringrazia il Comune di Lamezia Terme, gli artisti che hanno partecipato, Igers Lamezia Terme e quanti hanno contribuito con qualche offerta e con la propria presenza a questa mostra culturale.
All’evento hanno partecipato gli assessori Giusi Crimi e Rosario Piccioni, oltre che al Sindaco Gianni Speranza.

 


Roberto Tarzia  

Al teatro Il Minore lo spettacolo sull’Abbé Pierre

CATANZARO – Uno spettacolare viaggio nella faccia oscura dell’umanità, per scoprire come una piccola fiammella nel buio possa, al contrario, accendere un firmamento di azioni positive capaci di redimere l’umanità.

Ecco una possibile sintesi della bella opera teatrale che l’Associazione no-profit EMMAUS Catanzaro ha promosso, coinvolgendo nel nobile progetto di beneficienza la Compagnia del Teatro di Mū di EDIZIONE STRAORDINARIA. Lo spettacolo, che nel titolo porta la dedica all’Abbé Pierre, fondatore del Movimento, allestito per la regia di Salvatore Emilio Corea e l’aiuto-regia di Giuseppe Boccalone, è andato in scena al Teatro IL MINORE presso il Centro per i Giovani di Via Fontana Vecchia mercoledì 22 alle ore 21,00.

Un folto e partecipe pubblico ha suggellato il successo dell’iniziativa, dimostrando sensibilità verso la dimensione umanitaria del progetto. Eclettica e ricca di messaggi simbolici la messa in scena di Corea, con agili cross-over di stili e generi. Alcune perle di prosa, come il frammento di Nekrassov di J.P.Sartre, magistralmente recitato da Mario Marascio, Vanessa Curto e Danilo Rotundo; o la commovente interpretazione di Proibito di Tennessee Williams, resa dai giovanissimi Jasmine Cesareo e Vittorio Zofrea, perfettamente a loro agio nell’universo del drammaturgo di Columbus. Un provocatorio Reading sulle tare razziste della nostra società, reso da Emanuela Gemelli e Pasquale Rogato. Uno splendido momento di musica e canto, avvalorato dall’ottima interpretazione di Marcello Barillà. Un frammento crudo e dolente tratto dall’opera L’Estraneo di F. Corapi, reso in modo impressionante dalla bravura di Gianpaolo Negro, Valentina Rames, Dario Costa e della piccola Valeria Gallo. Un’audace coreografia evocativa e struggente ha saputo tradurre in poesia le miserie della Guerra e dell’Ingiustizia grazie al talento mimico degli allievi della Scuola di Teatro “Enzo Corea”: Letizia Pullano, Noemi Critelli, Cristina Pappaterra, Claudia Iannì, Fiammetta Ornella Silipo, Viviana Datola, Simona Cuteri, Letizia Ferragina, Mariapaola Cuteri, Silvia Sestito, Lucrezia Petitto, e grazie alla capacità interpretativa di Daria Mirante Marini, Mia Carmen Talarico e Annalisa Lamanna. Serata perfetta anche per la cura dei dettagli organizzativi da parte dello staff di EDIZIONE STRAORDINARIA con Angela Sorrenti, Barbara Dornetta, Rossana Amelio, Valeriano Anastasi e dello staff del Caffè delle Arti.

Il messaggio di speranza e di ringraziamento con cui la Presidente di EMMAUS Catanzaro Maria Concetta Infuso ha salutato il pubblico tra gli applausi scroscianti è il miglior riconoscimento del successo della manifestazione. Un altro aspetto del successo è senza dubbio la conferma del Teatro IL MINORE come nuovo ambizioso luogo di valorizzazione della cultura teatrale, con l’ennesimo pienone e nell’imminenza (sabato 25 ore 21,00 e domenica 26 ore 18,00) dello spettacolo TARL-FINE, terzo appuntamento con la Rassegna RIDIAMO…CI IL TEATRO.

Inizio 2014 con la compagnia Aprustum

CASTROVILLARI (CS) – A teatro l’anno nuovo comincia con la scoppiettante comicità della compagnia Aprustum che porta in scena “Lu curaggio de nu pompiere napulitano”, per la regia di Casimiro Gatto. Lo spettacolo in tre atti sarà in scena al Teatro Sybaris il 2 e il 3 gennaio alle 21,00.  Scritta e rappresentata per la prima volta da Eduardo Scarpetta nel 1877, l’opera è stata successivamente ampiamente riadattata da Eduardo De Filippo. Ne “Lu curaggio de nu pompiere napulitano”,  per la prima volta, il personaggio di Pulcinella, attore principale in molte farse, qui diventa secondario nel ruolo di servitore, mentre compare un nuovo protagonista, generato dalla fertile vena comica di Scarpetta: Felice Sciosciammocca, povero giovane angariato dai suoi padroni. In scena al Sybaris ci saranno Fedele Battipede, Filomena De Tommaso, Antonio De Biase, Ivan Donadio, Luca Donadio, Sergio Ferraro, Virginia Grieco, Luigi Grisolia,  Rosanna Guaragna, Laura Longo, Gabriele Pacenza,  Mariella Pudia,  Liborio Vetere, Lucrezia Zaccaro. Le scenografie sono curate da Andrea Magnelli. Questa in breve la trama: Il barone Andrea quand’era un povero guardaporta, che tirava a campare esercitando anche il mestiere di solachianiello (ciabattino), ha avuto la ventura di salvare coraggiosamente dai ladri entrati in casa un milord inglese che per riconoscenza lo aveva portato con lui in Inghilterra e che lo aveva lasciato erede universale dopo la sua morte. Con il denaro ereditato Andrea ha comprato il titolo di barone e ora vive, dandosi arie di nobiltà, in un lussuoso palazzo napoletano. Nonostante egli cerchi di parlare un colto italiano, inframmezzato da parole inglesi, è rimasto quello che era ma vuole apparire quello che non è circondandosi di nobili e tenendo lontani dalla sua casa i parenti plebei della moglie Ceccia, una ex lavandaia. Il barone può permettersi anche di avere dei servi al suo servizio tra cui il pestifero Pulcinella che una ne fa e cento ne pensa. Felice Sciosciammocca, povero maestro di calligrafia innamorato e ricambiato a sua volta da Virginia, figliastra del barone, entra in scena all’inizio del secondo atto, abbigliato e truccato secondo la sua maschera, divenendo subito oggetto della derisione di Pulcinella. Il barone vuole imparentarsi con nobili di alto lignaggio e quindi ha deciso di fare sposare Virginia al marchesino Alberto figlio della marchesa Zoccola. Felice viene a sapere da Pulcinella del matrimonio tra i due ragazzi,quindi decide di affrontare Virginia e gli ospiti e lo fa con giri di parole allusive e enigmatiche. Dopo alcune chiacchiere tra le due famiglie la situazione si complica quando scoppia un incendio, causato dal solito Pulcinella che fa del tutto per rovinare il suo padrone.

Paola Quattrini chiude la XII edizione di “Primafila”

CASSANO ALL’IONIO (CS) – Sarà “L’attesa”, lo spettacolo che vede protagonista Paola Quattrini, accompagnata al contrabbasso da Massimo Moriconi, a chiudere la XII stagione di “Primafila”. L’edizione 2013, che ha visto numerosi protagonisti di spessore nel corso della sua veste itinerante, si concluderà, sotto la direzione artistica di Benedetto Castriota, il 30 dicembre prossimo al Teatro Comunale di Cassano all’Jonio.

L’associazione culturale “Novecento” che è ideatrice e realizzatrice della rassegna, saluterà il pubblico con i monologhi vari che vedranno sulla scena l’attrice Paola Quattrini, chiamata ad interpretare con abile maestria e fascino i versi di Walt Whithman e l’inquietudine de “Le notti bianche” di Fëdor Dostoevskij che s’intrecciano agli echi da “Il cielo sopra Berlino” dei dialoghi scritti da Peter Handke, uniti a frammenti di teatro, da “La donna del mare” di Henrik Ibsen alla “Guardia alla Luna” di Massimo Bontempelli. “L’attesa” è un recital pensato e interpretato da Paola Quattrini con la regia di Lorenzo Salveti. Un’originale e personalissima antologia, tra letture predilette e ricordi di una vita sul palcoscenico, come la citazione di una rara commedia di Stefano Satta Flores, “Dài, proviamo!” e la trasposizione de “I ponti di Madison County” di Robert James Waller; e perfino due pezzi della stessa Quattrini, “Le botte” e “Il brodo” scritti a quattro mani con Marina Pizzi e ancora la poesia con “Il tuo nome” di Marguerite Yourcenar. Viaggio nei labirinti della mente e del cuore, nell’alternarsi di stati d’animo, profonde e delicate emozioni, intuizioni di sé e del mondo, dal poema “Song of Myself” che “Foglie d’Erba” di Whithman, straordinario cantore della libertà, al nodo delle passioni svelate nell’opera della Yourcenar, in un intrigante gioco di accostamenti e contrasti, sulle note del contrabbasso di Massimo Moriconi, che firma la colonna sonora dello spettacolo, sottolineando le differenti atmosfere e “temperature” dalla tenerezza al dramma, dalla lucida analisi della realtà al brio e l’ironia di una commedia.

La nuit de Belfagor a Rovito

ROVITO (CS) – Gran finale come ogni anno a Rovito con un evento speciale curato da Ugo G. Caruso in collaborazione con il Cineforum Falso Movimento. Dopo le serate-strenna delle passate edizioni ( Soirèe Tati; La via italiana alla pubblicità: Carosello 1957-1977, segni/disegni, sogni/bisogni,/costumi/consumi”;  Notte sconfinata, Una maratona Ai confini della realtà) domenica 29 a partire dalle 17.30 al Teatro Comunale è in programma la kermesse  La nuit de Belfagor. Sarà riproposto il film muto del 1927 Belphègor, cineromanzo in quattro episodi diretto da Henri Desfontaines e tratto dal romanzo di Arthur Bernède che ispirò pure il celeberrimo sceneggiato televisivo francese del 1965 diretto da Claude Barma, autentico “ terrore” negli anni di varie generazioni. Pochi sanno che il tenebroso personaggio, un tempo divinità adorata dai moabiti, ancor prima che sul piccolo schermo fu popolarissimo al cinema in un serial proiettato in quattro parti, come usava allora. Il suo fascino terrificante gli avrebbe garantito fama imperitura, seppure sinistra, tale da farlo riapparire pure di recente nel film di Jean Paul Salomè del 2001 e c’è da scommettere che non sarà l’ultima volta. Lo spunto di partenza tra film e sceneggiato è identico – apparizione di un lugubre fantasma nei padiglioni del Louvre dedicati alle civiltà antiche – ma mentre lo sceneggiato assumerà tonalità più esoteriche collegandosi alle vicende dei Rosacroce, il film, in linea con le atmosfere ed il gusto dell’intreccio tipico del feuilleton rimarrà su una linea, per così dire, più mondana, tra feste galanti di aristocratici e manieri nobiliari di campagna, ma sempre ritmata da continui colpi di scena, improvvise rivelazioni, frequenti rivolgimenti di fronte, frenetici inseguimenti per le vie o più spesso per i sotterranei della città, una Parigi al massimo dello splendore e del suo mito, quella percorsa dalle avanguardie, mecca degli artisti di tutto il mondo in cerca di fortuna, di esuli e profughi,aristocratici russi e scrittori americani, mescolati in una continua sarabanda, una festa mobile tra grandi  boulevards e brasserie. Il  film di Desfontaines fu coprodotto da Gaston Leroux, l’autore de Il fantasma dell’Opera  e della serie del giornalista-detective Rouletabille, insomma uno che di misteri parigini se ne intendeva. Ad interpretare il ruolo del celebre investigatore Chantecoq è Renè Navarre che nel 1913 aveva vestito i panni di Fantomas, autentico capostipite del feuilleton fantastique per la regia di Louis Fellade. Una serata imperdibile quindi – garantisce Caruso che ha già avuto modo di allestirla vari anni fa – da raccomandare non solo a cinefili raffinati o a cultori del genere mistery ma a quanti, riuscendo a sottrarsi ai consueti riti natalizi, vorranno a fine anno regalarsi un elegante brivido d’antan.

Primafila: A Santo Stefano si ride con i comici di Made In Sud

CASTROVILLARI (CS) – Si ferma solo per Natale la XIIª edizione di “Primafila”, la rassegna di teatro itinerante organizzata dall’Associazione Culturale “Novecento” di Luisa Giannotti, la cui direzione artistica è affidata a Benedetto Castriota.

Dopo la pausa legata alle festività ormai imminenti il 26 dicembre la rassegna ritorna in teatro con l’edizione 2013 del “Festival del teatro comico” quest’anno tutto targato dai comici della fortunatissima trasmissione Rai “Made in Sud”.

L’evento ormai legato alla rassegna di teatro ospiterà per questa XIIª edizione Salvatore Gisonna, Mino Abbacuccio e Matranga e Minafò che offriranno un mix travolgente di risate e comicità ormai collaudata e di altro profilo. Una serata dal gusto “leggero” per dare un po’ di spensieratezza e gioia al tempo delle feste con il ritmo di una comicità sempre attuale e legata al racconto del vissuto di questi artisti ormai entrati nelle case di tutti gli italiani.

Salvatore Gisonna porta in scena “Siamo tutti stressati” uno spaccato del vivere quotidiano in cui i vizi e gli stili della gente comune, della politica, delle notizie di prima pagina, ma anche del pettegolezzo spicciolo vengono esaltati nei loro aspetti paradossali. Partito come imitatore nel programma Rai “Stasera mi butto” Gisonna insieme a Fabio Isaia ha formato il duo di cabaret “I cuginetti a sfera”, riscuotendo grande successo di pubblico e critica. Nel 2005 esordisce come monologhista con lo spettacolo “Come stai” di cui è autore.

Mino Abbacuccio porta in scena “Ride male chi ride primo”. Il comico napoletano, approdato a Made in Sud nel 2011, si avvicina al cabaret nel 2007 e dopo aver frequentato diversi corsi partecipa al laboratorio “Si… pariando”, presso il Teatro Tam di Napoli. Vince il Premio Arte Umoristica. Nel 2009 vince il premio del pubblico, della giuria e della critica nell’ambito della manifestazione “Vado al Massimo” intitolata a Massimo Troisi e inserita nel circuito BravoGazie. Sempre nel 2009 porta a casa un riconoscimento al Premio Massimo Troisi e nel 2010 si aggiudica il Premio Charlot.
Nel suo monologo emergono le realtà classiche dell’umorismo campano: le vacanze, la precarietà del lavoro, lo shopping e le donne, la famiglia, in particolare la sua, ispiratrice di molte gag comiche.

“C’era una volta in America” è il racconto della coppia Matranga e Minafò nata nel 2005 in un villaggio vacanze. Consolidatosi nel tempo sulle reti locali palermitane, il duo, fa il salto di qualità su “Repubblica.it” con l’esperienza di denuncia satirico/giornalistica in chiave demenziale. Nel 2010 partecipano al “Premio Troisi” arrivando al secondo posto nella serata finale. L’anno dopo si confermano mattatori su Made in Sud dove ancora oggi sono protagonisti della scuderia di comici del Mezzogiorno d’Italia.
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Per informazioni e prevendite dei biglietti ci si può rivolgere direttamente presso la sede dell’Associazione Culturale “Novecento” in Via Boccaccio, 14 a Castrovillari, o contattare direttamente il box office ai numeri 0981.489008 e 388.0565704. I biglietti degli spettacoli sono anche disponibili presso la Dany Music di Via Mazzini, Baby Store Via S.Sebastiano e presso Antico Caffè 900 di Via Roma a Castrovillari e Cartolibreria Vignale Via Praino a Cassano all’Jonio . Ma si può anche prenotare il biglietto comodamente da casa attraverso la biglietteria automatizzata all’indirizzo www.sinfonybiglietteria.it

Ricardi: Albertazzi cittadino onorario

RICADI (VIBO VALENTIA)  – Giorgio Albertazzi riceverà il primo settembre la cittadinanza onoraria di Ricadi nell’ambito di una di due giornate dedicata all’attore in occasione dei suoi 90 anni, che proseguirà il 2 con la presentazione del volume ”Giorgio Albertazzi e il Teatro di Roma” curato da Mariella Paganini. ”Con la sua arte e la sua sapienza – è scritto nella motivazione – ha fatto la storia del teatro e ha reso onore alla Calabria con la direzione del Magna Grecia Teatro Festival”.

Locri: parte la ressegna “Teatro in vernacolo”

LOCRI (RC) – E’ prevista dal 22 al 25 agosto presso il borgo di Contrada Moschetta di Locri, la rassegna denominata “Teatro in Vernacolo”, che in questi quattro giorni propone degli spettacoli teatrali con dialoghi in dialetto calabrese. Tutti gli spettacoli sono programmati per le ore 21:30, e sono così calendarizzati: giorno 22 “Nu sonnu stranu”, a cura dell’Associazione Teatrale “Don Giovinazzo”, regia di Leonardo Capogreco. Il 23 agosto va in scena “Papà vogghiu a minigonna”, a cura della compagnia teatrale “Luna Gialla”, regia di Angelo Latella. Sabato 24 “Quandu nci vonnu…nci vonnu”, con la compagnia teatrale “La Fucina”, regia di Nino Denaro. In conclusione, domenica 25 agosto, “U mortu assicuratu”, a cura dell’Associazione “Pro Caraffa” con la regia di Antonio Minnici. L’estate locrese quindi continua con una manifestazione volta alla riscoperta delle tradizioni e dell’uso della lingua “originale” della nostra terra, con un intrattenimento di sicuro divertimento.

Chiusura del Magna Graecia Teatro Festival con Michele Placido

CASSANO ALL’IONIO (CS) – Dopo il grande successo di pubblico e critica della rappresentazione teatrale di Massimo Ranieri, il Museo Nazionale della Sibaritide torna ad ospitare un altro spettacolo di primo piano del Magna Graecia Teatro Festival, rassegna itinerante, quest’anno giunta alla decima edizione, organizzata dall’assessorato alla Cultura della Regione Calabria in tredici siti archeologici calabresi. Il  prossimo 27 agosto protagonista della notte sibarita sarà Michele Placido, che porterà in scena Amor, ch’a nullo amato… amar perdona” da Dante a Petrarca. Si tratta di uno spettacolo inedito ed esclusivo del Magna Grecia Teatro Festival. L’evento è stato voluto fortemente anche a Sibari dal Sindaco di Cassano All’Ionio Giovanni Papasso e dall’Assessore alla Cultura Alessandra Oriolo per impreziosire ulteriormente la rassegna a Sibari e valorizzare un sito di straordinaria cultura e bellezza.