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Notte bianca Licei, anche al Telesio la festa della cultura classica

COSENZA – Il Liceo Classico ‘Telesio’ di Cosenza ha aderito alla terza edizione de “La Notte Nazionale del Liceo Classico”, che quest’anno coinvolge ben 367 istituti.

Questo pimeriggio, a partire dalle ore 18.00, tutti i licei classici d’Italia daranno inizio  contemporaneamente alla “notte bianca” del Liceo Classico: una vera e propria festa della cultura classica.

Il Dirigente del Liceo Classico Telesio, ing. Antonio Iaconianni, ha così commentato: «si tratta di un evento importante non solo per la nostra scuola, ma per la città tutta: anche quest’anno ci aspettiamo una partecipazione numerosa di tanti cosentini che, come negli anni precedenti, vogliono festeggiare con noi una scuola, il liceo classico, che è faro nel panorama dell’istruzione del nostro Paese. La nostra scuola – continua il Dirigente – si è attrezzata per trascorrere una notte di festa e di allegria in compagnia della cultura classica: i nostri studenti saranno i sicuri protagonisti di una nottata che si prevede entusiasmante».

Ambiziosi progetti del Centro Internazionale di Studi Telesiani “Alain Segonds”

RENDE – Il 31 dicembre il Comitato nazionale per le celebrazioni del V centenario della nascita di Bernardino Telesio ha cessato le proprie attività, lasciando il posto al nascente Centro Internazionale di Studi Telesiani “Alain Segonds”, che ha sede nel Centro Storico presso la Fondazione Carical.

Proprio in questi giorni, il Consiglio di Amministrazione del Centro ha nominato i cinque membri del Comitato Esecutivo: oltre ai proff. Roberto Bondì e Nuccio Ordine, ne fanno parte la prof.ssa Ermanna Carci Greco, il dott. Antonio Molinari e l’avv. Luigi Morrone.

Sono membri del Consiglio di Amministrazione: Roberto Bondì, Mario Bozzo, Ermanna Carci Greco, Gino Mirocle Crisci, Miguel Angel Granada, Peter Mack, Gerardo Marotta, Andrea Pisani Massamormile, Antonio Molinari, Luigi Morrone, Mario Oliverio, Nuccio Ordine, Jürgen Renn, Philippe Vendrix.

Il Centro Internazionale di Studi Telesiani “Alain Segonds” era stato costituito l’8 novembre 2103 presso l’Università della Calabria. Sono stati eletti: Presidente il prof. Nuccio Ordine (Università della Calabria); Vicepresidenti i proff. Miguel Angel Granada (Università di Barcellona), Peter Mack (Warburg Institute di Londra) e Jürgen Renn (Max-Planck Institut für Wissenschaftsgeschichte di Berlino); Direttore: prof. Roberto Bondì (Università della Calabria).

Alla riunione istitutiva avevano partecipato, rappresentanti di prestigiose istituzioni di ricerca europee (come il prof. Peter Mack, Direttore del Warburg Institute di Londra); rappresentanti di importanti istituzioni calabresi che hanno offerto un fondamentale sostegno economico (come il prof. Mario Bozzo, Presidente della Fondazione Carical; il prof. Andrea Pisani Massamormile, Presidente della Banca Carime; la prof.ssa Ermanna Carci Greco, Vicepresidente della Banca Carime; l’on. Mario Oliverio, Presidente della Provincia di Cosenza); il Rettore dell’Università della Calabria (prof. Gino Mirocle Crisci); il Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria (prof. Raffaele Perrelli); e i proff. Roberto Bondì e Nuccio Ordine (Università della Calabria).

Il Centro Internazionale di Studi Telesiani “Alain Segonds” si propone di continuare il programma di diffusione europea dell’opera di Bernardino Telesio già avviato dal Comitato nazionale per le celebrazioni del V centenario della nascita. In quattro anni di intensa attività, il Comitato nazionale è riuscito a restituire una visibilità europea al pensiero telesiano. Le pubblicazioni promosse in Francia (Ad Felicem Moimonam Iris, introduzione di R. Bondì, Paris, Les Belles Lettres, 2009; e il convegno su Telesio et la musique che si è svolto a Tours nel novembre del 2010, i cui atti sono in preparazione), in Spagna (Sobre los cometas y la Vía Láctea, edición del texto latino, introducción, traducción y notas de Miguel Á. Granada, Madrid, Tecnos, 2012; Roberto Bondì – Karl Schuhmann – Michel-Pierre Lerner – Miguel Á. Granada – Susana Gómez López, Bernardino Telesio y la nueva imagen de la naturaleza en el Renacimiento, presentación de M. A. Granada, Madrid, Siruela, 2013; Bernardino Telesio, La naturaleza según sus propios principios, traducción, introducción y notas de Miguel Saralegui, Madrid, Tecnos, 2013) e in Inghilterra (Sense, Affect, and Self-Preservation in Telesio, convegno che si è svolto a Londra nella sede del Warburg Institute il 18 giugno del 2010, i cui atti sono in preparazione) testimoniano il rilancio degli studi telesiani in paesi che, pur avendo all’attivo un antico interesse per il Rinascimento italiano, non avevano mai tradotto opere del filosofo cosentino o organizzato specifici convegni sul suo pensiero. In Italia, il Comitato nazionale ha promosso, tra le altre attività, la pubblicazione, in ristampa anastatica con ampie introduzioni e indici analitici, di tutti gli scritti di Telesio (Roma, Carocci, 5 volumi).

Il nascente Centro si propone ora, in particolare, di fondare a Cosenza la “Biblioteca Telesiana”, che conterrà non soltanto tutti gli studi su Telesio ma anche e soprattutto la riproduzione digitale di tutti gli esemplari delle opere telesiane custoditi dalle biblioteche sparse per il mondo, avvalendosi del censimento condotto dalle dott.sse Giliola Barbero e Adriana Paolini. Il censimento, che è stato realizzato grazie al finanziamento della Fondazione Carical, ha portato alla conoscenza dell’esistenza di 664 esemplari: 352 si trovano in Italia, 256 in altri paesi europei, 56 negli Stati Uniti e in Canada. La schedatura degli esemplari vedrà la luce in un volume che sarà presto pubblicato da Les Belles Lettres di Parigi. Tutti gli studiosi, giovani e meno giovani, troveranno così a Cosenza quello che non trovano attualmente in nessuna biblioteca o centro del mondo.

Nella prossima primavera è previsto a Cosenza una presentazione pubblica delle iniziative realizzate dal Comitato nazionale e dei progetti editoriali e culturali del nascente Centro. Alla presentazione parteciperanno, oltre ai rappresentanti delle istituzioni calabresi (Banca Carime, Fondazione Carical, Provincia di Cosenza) che hanno sostenuto il Comitato nazionale e che ora sostengono il Centro, i rappresentanti di alcuni dei maggiori centri di ricerca europei, come il Max-Planck Institut für Wissenschaftsgeschichte di Berlino e il Warburg Institute di Londra.

Tommaso Campanella, sulle orme di Bernardino Telesio.

Nato a Stilo nel settembre del 1568, in provincia di Reggio Calabria, Campanella fu un ragazzo prodigio. Figlio di un calzolaio povero ed illetterato, prese gli Ordini Domenicani non ancora quindicenne sotto il nome di frate Tommaso in onore di San Tommaso d’Aquino. Studiò teologia e filosofia con diversi maestri. Venne in contatto con le idee sull’ortodossia aristotelica da cui si allontanò subito, attratto invece dall’empirismo di Bernardino Telesio il quale gli insegnò che la conoscenza è sensazione e che tutte le cose naturali ne possedevano. Campanella scrisse la sua prima opera, Philosophia sensibus demonstrata (Filosofia dimostrata dai sensi), pubblicata nel 1592, nella quale difese Telesio. Nello stesso anno subì un processo da parte del suo stesso ordine e tra il 1594 e il 1595. Venne inquisito e torturato a Padova e a Roma. Il processo inquisitoriale si concluse con l’abiura e la condanna per sospetto veemente di eresia da parte della Congregazione del Sant’Uffizio. A Napoli venne in contatto con l’astrologia e i riferimenti astrologici che sarebbero diventati una caratteristica costante nei suoi scritti. Le concezioni non ortodosse di Campanella, fortemente in contrasto con l’autorità di Aristotele, lo portarono in conflitto con la Chiesa. Denunciato all’Inquisizione e citato presso il Sant’Uffizio a Roma, fu confinato in un convento fino al 1597. Dopo la sua liberazione, Campanella tornò in Calabria e si fece portatore di una cospirazione contro il potere spagnolo a causa della quale fu ordinata la chiusura, per decreto del vicario Pedro di Toledo, dell’Accademia Cosentina. Lo scopo di Campanella era quello di formare una società basata sulla comunità dei beni e delle mogli, somiglianza con lo stato ideale di Platone. Tradito da due compagni cospiratori fu preso ed incarcerato a Napoli. Riuscì a sfuggire alla pena di morte fingendosi pazzo, “Che si pensavano che io era coglione, che voleva parlare?” disse Campanella stesso ad un aguzzino riferendosi agli inquisitori, ma fu condannato all’ergastolo. Campanella trascorse 27 anni in prigione a Napoli. Durante la prigionia scrisse le sue opere più importanti: La Monarchia di Spagna“(1600), Aforismi Politici (1601), Atheismus triumphatus“(1605-1607), Quod reminiscetur (1606 ca), Metaphysica (1609-1623), Theologia (1613-1624), e la sua opera più famosa, La città del sole (1623) in cui vagheggiava l’instaurazione di una felice e pacifica repubblica universale retta su principi di giustizia naturale. Egli addirittura intervenne nel primo processo contro Galileo Galilei con la sua coraggiosa “Apologia di Galileo” (1616). Fu infine scarcerato nel 1626 grazie a Papa Urbano VIII che personalmente intercedette presso Filippo IV di Spagna. Campanella fu portato a Roma e tenuto per qualche tempo presso il Sant’Uffizio e fu liberato definitivamente nel 1629. Visse per cinque anni a Roma dove fu il consigliere di Urbano VIII per le questioni astrologiche. Nel 1634 una nuova cospirazione in Calabria, portata avanti da uno dei suoi seguaci, gli procurò nuovi problemi. Con l’aiuto del Cardinale Barberini e dell’ambasciatore francese de Noailles fuggì in Francia dove fu benevolmente ricevuto alla corte di Luigi XIII. Protetto dal Cardinale Richelieu e finanziato dal Re passò il resto dei suoi giorni al convento parigino di Saint-Honoré. Il suo ultimo lavoro fu un poema che celebrava la nascita del futuro Luigi XIV, l’ Ecloga in portentosam Delphini nativitate. Morì a Parigi il 21 maggio del 1639.

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Bernardino Telesio, il primo sistema naturalistico.

Bernadino Telesio è stato un filosofo e naturalista italiano, originario di Cosenza, dove nasce nel 1500. A seguito dello zio umanista e letterato Antonio, all’età di diciotto anni, si trasferisce dapprima a Milano e poi a Roma fino al 1527, passando per Venezia che lo vede come insegnante. Successivamente Bernardino si trasferisce a Padova nella cui università studia filosofia, matematica, astronomia e ottica fino al 1535, anno in cui consegue il dottorato. Nell’università di Padova, Telesio viene in contatto con quelle che erano le teorie averroiste ed alessandrine sull’interpretazione di Aristotele e proprio in questo ambiente di contrasti Bernardino svilupperà la sua critica alla fisica aristotelica elaborando quello che sarà il più grande interesse della sua vita: lo studio della natura. Godendo del favore di papi come Clemente VII e Gregorio XIII e grazie all’amicizia ed alla protezione del Duca di Nocera, Alfonso Carafa, Bernardino, suo ospite per lunghi periodi, riesce a comporre la sua maggiore opera tra il 1544-1552, il “De rerum natura iuxta propria principia” (Intorno alla natura delle cose secondo i propri principi). Tra i numerosi viaggi compiuti, Telesio nel 1553 torna a Cosenza dove prende in moglie un vedova, Diana Sersale il quale, oltre ai due che già possedeva, morì lasciando a Bernardino altri quattro figli. Negli anni successivi, a cavallo tra il ’55 e il ’59, nonostante la precarietà della sua situazione, Bernardino rifiuta la nomina, offertagli da papa Paolo IV, di arcivescovo di Cosenza in favore del fratello Tommaso. Nel 1565 vengono pubblicati i primi due libri della sua opera. Nonostante il conforto di una fama sempre crescente, l’ultimo decennio della sua vita venne sconvolto dalla morte, o assassinio, del suo primogenito Prospero nel 1576. Telesio non lascerà mai più Cosenza, dedicandosi ai suoi studi filosofico-scientifici fino alla sua morte, avvenuta nel 1588, due anni dopo la pubblicazione ultima dei nove libri del “De rerum natura”.

PENSIERO

Telesio, ha un concetto materialistico dell’uomo e della natura. Egli avanza l’idea che la conoscenza della natura debba basarsi sullo studio di principi naturali, iuxta propria principia quindi, abbandonando ogni considerazione metafisica. La filosofia di Telesio si sviluppa dalla critica dei fondamenti della fisica aristotelica basata su un metodo dove principi universali astratti come sostanza, forma e materia pretendono di spiegare fatti concreti che rimandano piuttosto ad un intervento dei sensi che li percepiscono. In più, osserva Telesio, Aristotele introduce spiegazioni metafisiche come il “motore immobile” per spiegare fenomeni fisici. La natura spiega Telesio, invece va studiata adoperando principi che abbiano la stessa consistenza materiale della natura e che siano da noi appresi tramite i sensi.

I principi sono tre:

 Due forze agenti il caldo, dilatante, e il freddo, condensante, che emanano dai corpi ma che non hanno di per sé una consistenza corporea anche se possono inserirsi nei corpi più compatti.

 Un sostrato corporeo, la materia, che permette a quelle forze di esplicarsi realmente dando così ragione del mutamento delle cose.

Contrariamente ad Aristotele che sosteneva che «quidquid movetur ab alio movetur», cioè che ogni cosa in movimento è mossa da un altro corpo in movimento, Telesio ritiene che il movimento sia un principio inerente al calore per cui in natura si muove tutto ciò che è caldo. Non esiste dunque un motore immobile poiché ogni corpo naturale è in grado di muovere se stesso. Un’altra caratteristica del calore e del freddo è la sensibilità che appartiene ad entrambi in quanto questi due principi avvertono la presenza l’uno dell’altro e quindi si contrastano tra loro e cercano di reciprocamente di evitarsi. Il calore è sensibilità e quindi vita; ogni corpo che possegga una minima quantità di calore è animato. A differenza dei corpi inorganici, in quelli organici è presente un’anima, chiamata da Telesio spiritus, concepita come una materia sottilissima che riempie di sé ogni parte dei corpi viventi e che è destinata a morire assieme al corpo.

«[..]è la stessa sostanza che nell’uomo sente e ragiona; la sostanza che ragiona non è affatto diversa da quella che sente.»

Altrettanto materiale è l’intelligenza che appartiene nella sua corporeità non solo all’uomo ma a tutti gli esseri viventi. Essa non è altro che il deposito nella memoria delle percezioni immediate avute in passato. È in base a questi ricordi sbiaditi delle percezioni passate che siamo in grado di riconoscere un corpo anche in assenza di sensazioni attuali.

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