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Transumanze, un successo l’evento in Sila, tra cultura, storia e tradizioni

LORICA (CS) – Cultura, identità, storia e tradizioni. Una giornata, quella di domenica in Sila, che difficilmente potrà essere dimenticata. “Transumanze” questo il titolo di un evento che ha interessato tantissimi cittadini da località Torre Garga a Lorica: una passeggiata tra le meraviglie della Sila con le mucche, “le vacche” ed il “vaccaro”.

Un percorso di 12 km, la prima tappa, a cammino lento. Ad assaporare, quasi, i profumi dei pini secolari, gli scorci di un panorama unico nel suo genere. Colori e storia. Tanto da far candidare proprio la transumanza, questo millenario passaggio delle mucche podoliche verso il pascolo, al riconoscimento immateriale dell’Unesco. Ne sono convinti quelli di “Piano B – Event Project Management” che hanno allestito la rassegna “Exit up to the Mountains” con la collaborazione di CamminaSila e il supporto importante della Camera di Commercio di Cosenza. Anna Infante, Pietro Pietramala, Erika Liuzzi e, con loro, Antonello Martino, il presidente della Camera di Commercio di Cosenza Klaus Algieri, il commissario del Parco Nazionale Francesco Curcio; insieme, hanno creato la prima tappa di un appuntamento che è già in calendario per il prossimo anno.

Musica, appartenenza, degustazioni, trekking, ambiente. Tutto in un solo giorno, dal mattino. Non è mancato nulla: alla prima tappa, prima di altri 11 km di passeggio, i “boccacci” e le “conserve”, ovvero la musica del bravo Sasà Calabrese che ha raccontato, con la sua chitarra, quel che accadeva alla nonna, nei paesi calabresi di tanti anni fa. Quel che deve e si vuole accada anche oggi. Ecco perché la riproposta di “Transumanze”.

«Un evento esperienziale che punta a far conoscere al pubblico partecipante le antiche e suggestive tradizioni della transumanza silana attraverso il racconto dei rurali e seguendo dal vivo il lento camminare delle mucche podoliche che, con il loro pastore, ritornano ai pascoli montani dopo l’inverno”, hanno avuto modo di raccontare proprio Pietro ed Anna di   “Piano B – Event Project Management».

Pietro Tarasi già presidente di Coldiretti ha accolto gli ospiti con una colazione a km zero. Poi i cavalli, i fiumi, le ombre. Una giornata intensa, straordinaria e partecipata.

Al di là del riconoscimento dell’Unesco, Transumanze si appresta a divenire l’evento montano, culturale e turistico più importante del Sud Italia.

Partecipazione ed entusiasmo a Radicamenti, il festival pensato per dare un’idea diversa di Sud

MENDICINO (CS) – Il Sud può avere una nuova immagine. Come? «Puntando sulle radici, le tradizioni e i valori possiamo costruire un’immagine del Sud lontana dagli stereotipi di cui è vittima». Parla a cuore aperto il primo cittadino di Mendicino Antonio Palermo, lo fa con la tenacia e con l’emozione di chi di fronte al pubblico e ai grandi nomi dell’imprenditoria presenta l’edizione 2018 di Radicamenti, il festival culturale organizzato dall’amministrazione comunale di Mendicino giunto ormai alla quarta edizione. «Oggi inizia Radicamenti, un festival pensato per dare, seppur tra mille difficoltà, un’idea diversa di Sud». Vuole essere un messaggio fresco, diretto, che arriva senza troppi fronzoli: «Avremmo potuto scegliere grandi nomi del panorama musicale, ma a fine serata il messaggio che resta non credo che sarebbe stato lo stesso come avviene invece con Radicamenti. Dobbiamo puntare sulle Calabria, conoscerla, perché la Calabria, partendo dalle radici, può diventare la terra più bella». Palazzo Campagna col suo giardino, un piccolo gioiello da cui è possibile ammirare un panorama mozzafiato, è stata la location scelta per ospitare gli incontri culturali del festival. “La seta da antica tradizione a occasione di sviluppo e occupazione” è stato il titolo del primo incontro, una tematica cara a Mendicino che per anni è stato uno dei centri più fiorenti di sericoltura, «un’attività improba, come mi venne detto 20 anni fa quando decisi di affacciarmi al mondo della seta- racconta l’allevatore di bachi da seta Nello Serra, che della comunità Don Milani ha fatto un piccolo paradiso per risorgere e riscoprire se stessi-. I bachi-prosegue Nello- non sono solo fibra tessile, sono innovazione: estraiamo dai bozzoli le proteine nobili come la sericina, l’olio di crisalide e la fibroina, sostanze adoperate per realizzare prodotti cosmetici», un settore, «quello della cosmesi, e più in generale del benessere, che non ha conosciuto la crisi», racconta Giuseppe Li Preti di A. Me Aura Mediterranea. Storia, innovazione. Vuole essere una sfida il messaggio lanciato da Emilio Leo del panificio Leo, la più antica fabbrica tessile calabrese: «La nostra storia dimostra che è possibile avere una Calabria innovativa, la sfida per il futuro è recuperare l’identità da una parte; produrre e vendere dall’altra. Ci vuole qualcosa che ci dica chi siamo stati e chi saremo». Suggestione e sostegno, «trasformare le idee in meccanismi che diano lavoro e la possibilità di sviluppare nuove economie», dice Maurizio De Luca di Legacoop. Sostenibilità, comunità e tutela sono le tre parole chiave utilizzate da Raffaele Leuzzi per raccontare di “Borgo di Fiume”, «un albergo diffuso dotato di osteria e bottega per la vendita di cibo situato a Fiumefreddo, una nuova forma di ospitalità, di turismo sostenibile e di comunità. Borgo di Fiume significa tutelare il borgo per valorizzarlo e ripopolarlo, tutelare il paesaggio è mettere al centro la bellezza». Gustavo Ascione, presidente della rete d’impresa “San Leucio silk” ci fa fare un tuffo nel passato in cui si fondono storia, innovazione e senso civico: «Ruota attorno ad una visione meritocratica l’esperienza quindicennale della fabbrica di San Leucio sorta sotto il dominio borbonico. La produzione tessile è rimasta costante in questo borgo, la produzione si fregia di un marchio di tutela pubblico che ha due anime: da un lato la qualità del prodotto; dall’altro l’etica di produzione», un esempio di eccellenza che coniuga modernità, tradizione e innovazione. L’amore per la Calabria e i suoi prodotti si irradia attraverso le mirabili creazioni del maestro Gerardo Sacco, «l’orafo con la quinta elementare », come ama definirsi, che ha presentato al pubblico la nuova collezione che coniuga la seta alle gemme e ai metalli preziosi. I corsi di danza e strumenti tradizionali, i musicisti itineranti, il concerto dei Quartaumentata e dei Behike Moro hanno regalato emozioni e coinvolto un pubblico numeroso, partecipe ed entusiasta di un ritorno alle tradizioni e alla riscoperta delle radici.

Ph. Antonio Palermo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rita Pellicori

Tutto pronto per Radicamenti 2017, a Mendicino il Festival delle tradizioni

MENDICINO (CS) Radicamenti è il festival delle tradizioni e culture popolari, in programma dal 19 al 23 dicembre nel centro storico di Mendicino. Finanziato per il terzo anno consecutivo dalla Regione Calabria, è divenuta in pochi anni una rassegna molto apprezzata perché fondata sulla musica, la cultura e le tradizioni popolari del Sud, quali elementi di incrocio che ci caratterizzano come individui e comunità. In un’epoca contraddistinta da una forte mobilità geografica e di comunicazione planetaria, i confini sono divenuti incerti e le persone si troveranno proiettati in un contesto nel quale cultura, paesaggio, ospitalità e tradizioni si intrecciano ad ogni passaggio e offrono esperienze uniche da vivere.

IL DIRETTORE ARTISTICO

«Lo scopo di chi fa cultura – spiega Checco Pallone direttore artistico del festival – deve essere necessariamente portare a conoscenza di tanti la storia, i fatti, la musica, le tradizioni se si ambisce a un territorio che diventi maturo e dinamico. Abbiamo pensato una rassegna costellata di elementi moderni abbinati alla tradizione, di fenomeni in evoluzione legati a quelli consolidati, radici ancora non profonde sovrapposte a radici solide. Il nostro leitmotiv è la storia come alimento delle menti che si radicano oggi, con la certezza che Radicamenti diventi un luogo dove allargare il panorama delle tradizioni e scoprire culture diverse, alimentando lo spirito d’integrazione e accoglienza».

Cinque giorni durante i quali il centro storico di Mendicino sarà protagonista  assoluto, con i concerti delle migliori espressioni della tradizione italiana. Si inizia martedì 19 alle 17 con la musica itinerante tra i vicoli del paese con I Giamberiani, alle 20 Peppa Marriti Band in piazza Duomo e alle 21:30  il concerto del gruppo “grecanico” Ciccio Nucera in Piazza Duomo Ciccio Nucera. In cartellone anche l’originale progetto musicale dei Cumededè, la band reggina degli Skunchiuruti, il collettivo musicale Parafonè, il popolare gruppo salentino Officina Zoè e il più grande organettista nazionale Riccardo Tesi con la Banditaliana. A Palazzo Campagna ogni sera si esibiranno le corali di gruppi di etnie e religioni diverse. In sintesi un festival fatto di suggestioni, suoni, ritmi, immagini e sapori delle nostre tradizioni.

I CORSI

Durante il festival si potrà anche imparare a suonare la chitarra battente, la lira calabrese, l’organetto o la zampogna, partecipando ai corsi tenuti da maestri provenienti da tutta la Calabria e l’Italia. Alla conclusione dei corsi sarà organizzato un concerto-saggio degli allievi e a tutti verrà rilasciato un attestato di frequenza.

Tamburi a cornice ed improvvisazione: maestro Checco Pallone

Tamburi a cornice mediorientali, Tar, Riq e Darbuka stile arabo classico: maestro Enrico Gallo

Cajon: maestra Alessandra Colucci

Chitarra battente: maestro Cataldo Perri

Lira: maestro Piero Gallina

Organetto: maestro Antonio Grosso

Zampogna, Ciaramelle e Flauti di canna: maestro Oreste Sandro Forestieri

Didgeridoo: maestro Lorenzo Aristodemo

Danze Popolari e Storiche, e Riflessioni sul Rapporto fra Oralità e Scrittura nel Patrimonio Musicale Calabrese: maestri Emy Vaccari e Sebastian Trunfio

 

IL PROGRAMMA

Martedì 19 dicembre 2017

– Vicoli e piazzette centro storico

Ore 17:00 Musica itinerante con I Giamberiani

– Palazzo Campagna

Ore 18:00 – 19:30 Canti religiosi

– Piazza Municipio

Ore 19:30 Associazione Banda Musicale Città di Mendicino 1885

– Piazza Municipio

Ore 20:00 Concerto Peppa Marriti Band

– Piazza Duomo

Ore 21:30 Concerto Ciccio Nucera

Mercoledì 20 dicembre

– Vicoli e piazzette centro storico

Ore 17:00 Musica itinerante con I Giamberiani

– Palazzo Campagna

Ore 18:00 – 19:30 Canti religiosi

– Piazza Municipio

Ore 20:00 Concerto Cumededè

– Piazza Duomo

Ore 21:30 Concerto Canzoniere Grecanico Salentino

Giovedì 21 dicembre

– Vicoli e piazzette centro storico

Ore 17:00 Musica itinerante con I Giamberiani

– Palazzo Campagna

Ore 18:00 – 19:30 Canti religiosi

– Piazza Municipio

Ore 20:00 Concerto Skunchiuruti Band

– Piazza Duomo

Ore 21:30 Concerto Nuova Compagnia di Canto Popolare

Venerdì 22 dicembre

– Vicoli e piazzette centro storico

Ore 17:00 Musica itinerante con I Giamberiani

– Palazzo Campagna

Ore 18:00 – 19:30 Canti religiosi

– Piazza Municipio

Ore 20:30 Concerto Parafonè

– Piazza Duomo

Ore 21:30 Concerto Riccardo Tesi & Banditaliana

Sabato 23 dicembre

– Vicoli e piazzette centro storico

Ore 17:00 Musica itinerante con I Giamberiani

– Palazzo Campagna

Ore 17:00 – 18:00 Performance; conduction con gli allievi dei corsi di strumenti e danze tradizionali, in collaborazione con le Bande e i docenti, diretti da Checco Pallone.

– Piazza Municipio

Ore 19:30 Associazione Banda Musicale “Raimondo Reda” 1994 di Mendicino

– Piazza Municipio

Ore 20:00 Concerto Officina Zoè

– Piazza Duomo

Ore 21:30 Concerto Orchestra di Piazza Vittorio

Il periodo complessivo dei corsi è di 6 giorni, gli orari e i luoghi delle lezioni verranno concordate con i rispettivi maestri e la segreteria didattica. Fascia oraria per la partecipazione ai corsi: dalle 16 alle 20. Alla conclusione dei corsi sarà organizzato un concerto saggio degli allievi. La partecipazione al saggio finale è a discrezione dei docenti. A tutti gli allievi verrà rilasciato un attestato di frequenza.

INFO ISCRIZIONI

Le quote dei Corsi prescelti, dovranno essere versate il primo giorno di attività presso la Segreteria. Sono previste riduzioni per gli alunni al di sotto dei 16 anni, per i membri della stessa famiglia e per chi si iscrive a più corsi.

Iscrizioni ed inizio corsi: 18 dicembre dalle ore 17 in poi, presso la segreteria didattica nel Municipio di Mendicino.

Quote di iscrizione Contatti – Segreteria Didattica

1 corso: 50 euro – 377 68 70 132

2 corsi: 90 euro – 328 48 95 202

1 corso per un giorno: 15 euro – 327 99 14 998

Festa dei Sapori e delle Tradizioni con Placido e Mogol

volantino MOGOL PLACIDO

ROSSANO (CS) – Da Corso GARIBALDI fino a Piazza SS.ANARGIRI, salendo fino al Palazzo delle Culture S.Bernardino. PIAZZA STERI, inclusa. È questo, il percorso lungo il quale si svilupperà dalle ORE 21 del prossimo GIOVEDÌ 3 AGOSTO, la FESTA DEI SAPORI E DELLE TRADIZIONI. La Città del Codex pronta ad ospitare le eccellenze enogastronomiche del territorio. L’evento che prevede l’allestimento di 40 stand, a suon di pizzica salentina è promosso dall’assessorato al turismo guidato da Aldo ZAGARESE insieme all’OFFICINA DELLE IDEE e dall’agrichef Enzo BARBIERI. Dopo il grande successo di pubblico registrato dal concerto di musica classica proposto dal violinista russo Pavel BERMAN e dal pianista Giuliano MAZZOCANTE, la Città si appresta ad ospitare due grandi e prestigiosi nomi della musica e del teatro. SERE D’ESTATE, MARTEDÌ 8 Michele PLACIDO racconta l’amore al  Maria DE ROSIS. – GIOVEDÌ 10 AGOSTO, per la NOTTE DEL CODEX E DELLA MUSICA ritorna MOGOL. Da DANTE a NERUDA, da MONTALE a TRILUSSA passando da CALIFANO fino ai versi dei più importanti poeti e scrittori napoletani come Salvatore DI GIACOMOed Eduardo DE FILIPPO. – In SERATE D’ESTATE, il percorso letterario e musicale dedicato al tema dell’amore, il grande maestro del teatro e del cinema internazionalePLACIDO accompagnato da Daniela SORNATALE, interprete delle più belle canzoni di MINA, proporrà poesie e monologhi di grandi personaggi proponendosi al pubblico in un recital che vuole essere un racconto, un dialogo, tra l’artista e gli spettatori. Lo spettacolo si terrà alle ORE 21. L’ingresso è gratuito. La coppia PLACIDO-SORNATALE è diretta da Angelo MANZARA ed accompagnata dal MANZARA QUINTET formato dallo stesso regista, al sax, da Alex MILELLA al basso, da Beppe BRIZZI alla batteria, da Camillo SALERNO alla chitarra, da Antonio LAVIERO al pianoforte e dalla corista Sabrina MATERA. 2°edizione della NOTTE DEL CODEX E DELLA MUSICA. GIOVEDÌ 10 AGOSTO l’incontro tra MUSICA E PAROLE con MOGOL si terrà alle ORE 21 in Piazza  STERI. Ad accompagnare l’Autore saranno Mario LAVEZZI ed il pianista e compositore internazionale Giuseppe BARBERA.

L’evento, sponsorizzato da BUSITALIA FAST SIMET, è promosso in collaborazione con l’associazione INSIEME PER CAMMINARE ed il gruppo FAI di ROSSANO, a battesimo con la prima iniziativa culturale in programma per le ORE 19,30, con la VISITA DELLA TORRE DELL’OROLOGIO guidata dal prof. Franco FILARETO ed il contest fotografico FAI…UN SELFIE DALLA TORRE.

 

Per l’occasione il museo del Codex rimarrà aperto fino alle ORE 23.

Curinga e il fascino de ‘Il Senso dei Luoghi’, Costa Nostra prepara la nuova edizione

CURINGA (CZ) – Cittadinanza attiva, bellezza e necessità del rispetto, pratiche di vita e di salvezza, di resistenza e azione dei singoli e delle associazioni attive sul territorio. Questi temi e tanto altro ancora a Curinga, il 29 Dicembre, nel suggestivo scenario di Palazzo Bevilacqua, in pieno centro storico.

‘Il Senso dei Luoghi’, evento organizzato dall’associazione socio-culturale e ambientale Costa Nostra (operante sul territorio dal 2012) è giunto oramai alla sesta edizione: dibattito, mercatino solidale, mostra fotografica, performance folkloristica live de “I Giamberiani” e stand di prodotti enogastronomici e di artigianato locali daranno modo di rivivere abitudini, suoni e sapori tipici, valorizzando il concetto di km zero. Interveranno inoltre il Professor Vito Teti, docente ordinario di Antropologia Culturale presso l’Università della Calabria, ed il Professor Pietro Monteleone, co-autore de “L’acqua di Gangà”, importante testo per la riscoperta della cultura popolare curinghese. Ospiti anche le realtà di “Manifest”, “Rivìentu”, “Felici & Conflenti” ed “Eco Faggeta Festival”.

Tutte assieme, per una giornata all’insegna delle particolarità e delle tradizioni di un tempo, quelle che Costa Nostra vuole continuare a fare riassaporare e preservare.

Cibiamo le tradizioni, un incontro tra alimentazione e cultura

COSENZA – Il cibo come elemento di relazioni e interazioni. Le tradizioni come specchio che riflette il passato o rimanda al futuro. Questi gli argomenti di riflessione e di conversazione dell’evento “Cibo e tradizioni in Calabria” in programma domani, venerdì 2 dicembre, nella Sala conferenze di Palazzo Arnone, alle ore 17,30. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Cosenza, è promossa da “Le Vie della Perla- Viaggiare in Calabria”, tour operator specializzato sulle destinazioni turistiche della nostra regione.

Storie ed emozioni del Natale in Calabria
Storie ed emozioni del Natale in Calabria

L’idea progettuale, pensata dalla dottoressa Paola Bisciglia come momento di promozione culturale finalizzata al benessere psicosociale, è concepita come una sorta di menu conversativo sulle storie ed emozioni del Natale in Calabria.
L’apertura della manifestazione, una sorta di antipasto, vedrà proprio la dottoressa Bisciglia, psicologa e psicoterapeuta, conversare sul tema “Tutti a Tavola! Tra profumi e sapori la famiglia si racconta”. Al prof.Fulvio Librandi, docente di Antropologia culturale dell’Università della Calabria, spetterà poi di condurre la successiva riflessione, concepita quasi come un primo piatto, sul tema “Alla stessa mensa. La tradizione del tempo che viene”. «I romanzi e le tradizioni calabresi all’estero” rappresentano il “secondo piatto” dell’evento. Su questo argomento intratterrà i presenti la Professoressa Margherita Ganeri, docente di Letteratura italiana contemporanea e di Cultura e Letteratura italo-americana all’Università della Calabria. In un menu che si rispetti non poteva mancare il dolce. Il compito di confezionarlo da par suo è affidato al notissimo autore satirico cosentino Nunzio Scalercio. Il tema della sua conversazione è tutto un programma : «In turdillo veritas». Divertimento e risate sono assicurate grazie al suo spiccato senso dell’umorismo e alla sua autoironia. Moderatore e maitre della serata, Mario Tursi Prato, Presidente dell’Associazione “Giornalisti d’Azione».
Piatto forte della serata sarà la presenza del light designer Claudio Berrettoni che è stato coinvolto da “Marina Wedding Italy”, partner de “Le Vie della Perla Tour Operator”, per l’installazione creativa dell’illuminazione all’interno della Sala Conferenze di Palazzo Arnone. Tra i monumenti illuminati da Berrettoni, anche il Colosseo e Fontana di Trevi.
All’evento di domani a Palazzo Arnone, l’Amministrazione comunale sarà rappresentata da Eva Catizone, delegata del Sindaco Mario Occhiuto per la Cultura.
«L’evento organizzato nella sede della Galleria Nazionale di Palazzo Arnone – sottolinea Eva Catizone – dimostra, una volta di più, che la Calabria, e Cosenza in particolare, sono ricche di quei sapori che sono anche dei saperi. La promozione turistico-culturale non può non passare attraverso la valorizzazione delle nostre tradizioni e del gusto come elemento che connota la nostra identità».
La serata sarà conclusa da un percorso degustativo a cura di alcune aziende calabresi.

Per l’anima dei morti

Tarsia

E’ possibile raccontare la storia di un popolo, conoscere il  passato, anche attraverso il cibo?

Se lo chiedono Fiorenza Gonzales ed Emilia Sannuto, giornalista ed appassionata di enogastronomia, esperto tecnico di oli vergini ed extravergini la prima, e storica dell’arte, storiografa la seconda.

Le tradizioni gastronomiche, perse o ancora in uso, ci permettono di ripercorrere usi e costumi di una determinata popolazione appartenente ad una certa area geografica.

Il viaggio delle nostre protagoniste inizia da Tarsia, uno dei più antichi borghi della bassa Valle del Crati che sorge nel punto in cui il fiume si apre verso la piana di Sibari, noto per essere stato sede, in località Ferramonti, di uno dei più grandi campi di concentramento dell’epoca fascista.

Il territorio a forte vocazione agricola ha vissuto e vive tutt’ora dei principali prodotti della terra: agli uliveti e vigneti presenti, si aggiungono piantagioni di cereali e coltivazioni di ortaggi e, nella vicina zona di Corigliano, agrumeti. Tutti protagonisti assoluti delle tavole degli abitanti, una popolazione di contadini, proprietari terrieri, mezzadri, oltre a famiglie di nobili provenienze.

Le ricette raccolte, alcune delle quali accompagnate da detti e proverbi, sono tratte maggiormente dalla rielaborazione della tradizione orale degli abitanti che raccontano anche un pezzo di vissuto legato soprattutto ad una società basata sulla suddivisione in classi. Le esposizioni che seguiranno saranno descrizioni di ricette usate in particolari ricorrenze dell’anno con un significato ben preciso.

Le ricette saranno talvolta accostate a detti, proverbi, canti, favole, brevi racconti, leggende, un insieme di forme di trasmissione delle usanze, dei riti, delle pratiche, dei gusti, dei comportamenti della popolazione di Tarsia.

 

Per l’anima dei morti

Perché l’anima dei morti riposi in pace e risalga direttamente in paradiso, ecco due ricette  che la tradizione vede ancora sulle tavole imbandite nelle giornate di commemorazione dei defunti perché associate ad un rituale in suffragio delle anime degli estinti.

Si è persa invece la tradizionale richiesta porta a porta da parte dei ragazzi appartenenti ai ceti meno abbienti i quali si recavano presso le famiglie più facoltose che offrivano loro fichi secchi (molto simile all’attuale richiesta “dolcetto o scherzetto” che sta imperversando anche oggigiorno nelle città )

 

Pitticeddre

Piccoli pani a forma di pitta che venivano distribuiti nel vicinato in suffragio dei defunti.

Ingredienti:

Farina, acqua, lievito madre e un po’ di sale.

Impastare fino a far risultare il composto liscio.

Fare lievitare. Impastare nuovamente e creare dei piccoli pani, fare il buco al centro, fare lievitare ancora ed infornare (possibilmente in un forno a legna).

 

Ciciri e laganeddra

Se ne cucinava una grande quantità che veniva distribuita ai meno abbienti. Lo scopo di questo gesto, la distribuzione ai poveri, era analogo ad una preghiera per i defunti o una messa a loro dedicata.

 

Ingredienti:

per l’impasto: acqua, farina, un pizzico di sale.

per il condimento: ceci, olio evo, pomodori pelati o freschi da sugo, aglio (o cipolla) tagliato finemente, basilico (a piacere), peperoncino (a piacere).

Preparazione:

Fare l’impasto per la laganeddra (tagliatella senza uova), un composto di farina, acqua e sale; lavorarlo molto, fino a farlo risultare compatto e liscio.

Tirare la sfoglia sottile, rotolarla su se stessa. Prendere un coltello e tagliare tanti tronchetti larghi non più di mezzo centimetro.

Intanto dopo essere stati a bagno per una notte, vengono fatti cuocere i ceci nella pignata (tipico contenitore in terracotta dalla forma di un’anforetta), nel camino, accanto alla brace.

Si prepara quindi un sugo leggero a base di pomodori pelati (o freschi) tagliati a cubetti con aglio o cipolla, peperoncino e basilico ( a piacere ).

Far cuocere in abbondante acqua bollente la laganeddra;  a cottura ultimata scolare non del tutto la pasta ed aggiungere mescolando uno per volta prima la salsa di pomodoro, poi i ceci lessati insieme alla loro acqua di cottura. Mescolare dolcemente per non rompere la pasta, lasciare riposare pochi minuti e servire.

 

Fiorenza Gonzales


Recuperare piatti della memoria a scuola, l’impegno del polo alberghiero-agrario

ROSSANO (CS) – Da “U SOZIZZ ERI PEZZENT” alle “PALLUTTELLE I ROSAMARINA”, dai “QUINULLILT” di tradizione arbereshe al bicchiere di vino rosso ottenuto dalle uve coltivate nella “DIFISA”, dalle formule auguranti recitate davanti al fuoco del camino ai 13 tipi di frutta da portare in tavola. Ci sono parole, suggestioni e ricette che, da sole, sono capaci di rievocare atmosfere, sapori e tradizioni. Non è festa, se mancano sulla tavola. Eppure, qualche ricetta, così come qualche usanza, sembra essere in via d’estinzione. Al recupero della memoria a tavola, ci pensano gli studenti del polo scolastico alberghiero-agrario dell’istituto d’istruzione superiore “Ettore Majorana” di Rossano.

Gli studenti hanno portato il loro contributo in occasione del Terra Madre Day portato a scuola dalla condotta Slow Food Sibaritide Pollino guidata dal fiduciario Lenin MONTESANTO che ha colto l’occasione per complimentarsi con i ragazzi per il lavoro di ricerca e recupero portato avanti.

Con questa attenzione alle tradizioni enogastronomiche locali – dichiara MONTESANTO – la scuola offre un contributo prezioso e strategico alla riappropriazione della propria storia, delle proprie risorse e del proprio futuro. Passa da qui la costruzione quotidiana dello sviluppo sostenibile dei territori. Si fa più politica così, a tavola, che non nei comuni o in parlamento!

Mia nonna – scrive Fortunato ATTADIA della II C – mi ha raccontato spesso della sua vita passata. Ci ha tramandato molte cose, persino i sapori legati a momenti particolari della sua vita. Ancora adesso mia madre propone alcune pietanze che la nonna le ha magistralmente insegnato, come “U sozizz eri pezzent”, la salsiccia dei poveri che si prepara con fegato di maiale, polmone, grasso, aglio, pepe rosso e sale. Il tutto viene impastato e passato nell’intestino. Cotta con il finocchietto selvatico oppure con lagane e ceci.

Il nonno di Simona DEBORA della VA, insieme agli altri marinai, partiva a notte fonda per andare “a mare” e arrivare a destinazione il mattino successivo. Le prospettive della nottata erano quelle di riuscire a riempire la barca di pesci. Arrivati a destinazione si calava la rete e si lasciava in acqua per molte ore. I pescatori andavano sulla spiaggia per scaldarsi con il fuoco oppure andavano in ricoveri di fortuna. Dopo molte ore si ritornava in mare e si ritirava su la rete. In questo periodo dell’anno (novembre, dicembre) si pescava molto il “vucca lupo”, la sardella neonata. Dopo la pesca partiva per ritornare allo “scario” e tutte le mogli dei pescatori si recavano sulla spiaggia per aiutare i propri mariti a sistemare il pescato nelle cassette che allora erano ancora di legno e li aiutavano a ripulire la rete dalle rimanenze del pescato. Al ritorno a casa sulle tavole delle famiglie era tipico preparare e consumare piatti con il pescato del giorno precedente: piatto tipico “palluttelle i rosamarina”.

Ancora oggi, nei paesi albanesi come Vaccarizzo e San Cosimo – è la testimonianza di ANTONIO MORELLO della II A – restano vive e sentite tutte le tradizioni antiche. Gli abitanti di preparano festosamente e con anticipo alle ricorrenze di Natale e Pasqua, preordinando le pulizie generali della casa e confezionando i caratteristici dolci casalinghi, con pasta all’uovo, uva passa, noci e mandorle. A Natale, tradizionalmente, se non si è di lutto e per non fare “malaugurio”, si deve mettere sul fuoco il tegame per friggere Krustoli, quinullilt, cugliec e pasta Kumbeten. Tutti questi dolci, dopo essere stati fritti, vengono immersi e cosparsi di confettini colorati. È necessario che ci sia un maschio a calare nel tegame il primo dolce, per vedere se l’olio è pronto, e far friggere il resto degli impasti, evitando che l’olio si consumi oltremisura. Al termine della frittura, si attacca al muro del focolare un pezzetto di pasta pronunciando l’augurale: “ma mire mote se so sot” che si traduce in “domani meglio di oggi”. Oltre ai dolci, ci sono alcune pietanze tipiche che arricchiscono il cenone di Natale: gli spaghetti con i broccoli, che anticamente si preparano con pasta fatta in casa, “fillilt”, si cucina il baccalà in umido e fritto “bakallat me pumbadnora ote diganisur”, si friggono i broccoli immersi nella farina impastata con uova e per finire vengono servite le tredici varietà di frutta. Il tutto è innaffiato col generoso e robusto vino rosso delle diffise o della zona del ribello.