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Truffa all’inps per oltre un milione di euro

CASTROVILLARI (CS) – Le Fiamme Gialle del Gruppo di Sibari, coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, al termine di una complessa attività di indagine, hanno smascherato l’ennesima truffa perpetrata ai danni dell’INPS ad opera di una azienda operante nella sibaritide. Nel corso delle indagini sono state accertate ben 328 “assunzioni fantasma” dichiarate dalla società che hanno provocato, alle Casse dello Stato, un danno erariale quantificato in oltre 1.150.000 euro, tra indennità erogate e contributi non versati. Il titolare della società, attraverso la stipula e il successivo utilizzo di contratti di fitto o comodato e appalto, ha denunciato all’Istituto previdenziale l’avvenuta assunzione di 343 operai a tempo determinato per complessive 26.000 giornate lavorative, di gran lunga superiore all’effettivo fabbisogno ricostruito, che risulta di “ sole “ circa 1.600 giornate lavorative. La società ha quindi inizialmente denunciato un fabbisogno occupazionale di 1.900 giornate lavorative e, successivamente, prodotto ed utilizzato, vari contratti di comodato, affitto e appalto, trasmettendone i relativi dati all’Inps attraverso le “denunce aziendali di variazione”, al fine di documentare un maggiore fabbisogno occupazionale annuo. Tali variazioni venivano respinte dall’Inps, sulla base delle caratteristiche, della tipologia ed estensione dei terreni e della quantità di prodotto coltivabile. Nonostante il rifiuto il titolare della ditta inoltrava denunce trimestrali di utilizzo di manodopera e comunicava l’impiego dei 343 operai a tempo determinato, per complessive 26.458 giornate lavorative. L’esame della documentazione amministrativa contabile e bancaria acquisita alle indagini e l’escussione in atti dei concedenti i terreni, dei committenti i lavori e di alcuni dipendenti dell’azienda hanno consentito di dimostrare che solo 15 dei 343 dipendenti denunciati all’INPS avevano, nel frattempo, svolto attività lavorativa. I restanti 328 lavoratori sono risultati di fatto inesistenti, ma beneficiari di indennità erogate dall’ente previdenziale, quantificate in oltre € 900.000. Si è trattato di indennità per sostegno alla famiglia (assegni familiari per € 204.337, assegni per maternità per € 58.777 e assegni malattia e congedo parentale per € 131.273) e per sostegno al lavoro (indennità di disoccupazione per euro € 518.187). Inoltre, gli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle calabre hanno consentito di appurare che, nel frattempo, la ditta si è resa inadempiente avuto riguardo gli obblighi contributivi. La stessa, infatti, ha omesso di versare nelle casse dello Stato i relativi contributi previdenziali INPS, quantificati in oltre € 240.000. Tutte le situazioni penalmente rilevanti emerse sono state opportunamente segnalate alla Procura della Repubblica di Castrovillari.

 

Scoperta truffa ai danni dell’Inps

VIBO VALENTIA – I Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, hanno concluso una vasta operazione di Polizia Giudiziaria e Tributaria a contrasto delle frodi a danno degli Enti Previdenziali e Assistenziali e, più in particolare, a contrasto del cosiddetto fenomeno dei “falsi lavoratori”. Le indagini, eseguite nei confronti di quattro aziende, hanno permesso di portare alla luce un articolato sistema di frode basato sulla creazione di fittizi rapporti di lavoro subordinato e di posizioni assicurative e previdenziali, posto in essere con lo scopo precipuo di far percepire indebitamente a pseudo lavoratori indennità di disoccupazione, malattie e altri benefici previsti dalla normativa di settore. L’operazione di servizio ha preso spunto da un’attività info-investigativa svolta dai militari nei confronti di aziende della provincia che presentavano elevati indici di rischio, calcolati sulla base  del cospicuo numero di lavoratori assunti, non giustificabili dal contesto imprenditoriale sottostante. All’esito delle investigazioni, le Fiamme Gialle vibonesi hanno rilevato che, nelle annualità dal 2009 al 2014, i titolari delle aziende attenzionate hanno fittiziamente dichiarato di aver assunto e fatto lavorare circa 200 lavoratori inesistenti, al fine di consentire ai medesimi di percepire, a danno dell’I.N.P.S., indennità per quasi 750.000 euro. I titolari delle Aziende, nonché i pseudo assunti sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica per truffa aggravata ai danni dello Stato, richiedendo, contestualmente, l’applicazione della misura cautelare del sequestro delle somme indebitamente percepite. La Guardia di Finanza è costantemente impegnata sul versante della difesa degli interessi erariali del Paese e della tutela della Spesa Pubblica Nazionale, settori in relazione ai quali il Corpo svolge attento ed imprescindibile contributo al fine di prevenire e reprimere illeciti in tale ambito, anche mediante l’esecuzione di progetti a livello nazionale.

Frode fiscale da 2,5 milioni di euro Denunciato imprenditore

COSENZA – La Guardia di Finanza di Cosenza ha individuato una frode fiscale, nel settore del commercio di prodotti tecnologici, con evasione di imposte per oltre 2,5 milioni di euro. Ad insospettire i finanzieri sono stati i prezzi di vendita dei prodotti, praticati dalla società, molto più bassi rispetto a quelli applicati dalle imprese concorrenti operanti nel medesimo settore commerciale. La verifica fiscale svolta ha permesso di accertare l’emissione di documenti falsi (le cosiddette “dichiarazioni d’intento») per acquistare beni tecnologici senza l’applicazione dell’Iva. Uno stratagemma consentiva all’azienda di rivendere i beni a prezzi decisamente più bassi rispetto a quelli praticati sul mercato, con conseguenti effetti distorsivi sulla concorrenza. Ad una attenta analisi la società è risultata formalmente gestita da un legale rappresentante “inesistente”, un soggetto che sfruttava documenti identificativi falsi, mentre era effettivamente amministrata da un imprenditore cosentino – operante anche in altri settori di mercato – che è stato denunciato per dichiarazione fraudolenta ed emissione di altri documenti per operazioni inesistenti. Per assicurare la restituzione delle imposte evase ed il pagamento delle relative sanzioni sono state attivate le procedure per il sequestro dei beni patrimoniali esistenti per valore equivalente a quello dell’evasione.

Corruzione e riciclaggio, 24 arresti. Indagato un parlamentare Ncd

ROMA – Sono in corso perquisizioni nei confronti di oltre 50 tra arrestati e indagati nell’ambito dell’operazione “Labirinto” della guardia di finanza.  La magistratura romana ha emesso 24 ordinanze di custodia cautelare, di cui 12 in carcere e 12 agli arresti domiciliari, e cinque misure interdittive con obbligo di firma. E’, inoltre, in corso, il sequestro preventivo di beni immobili, conti correnti e quote societarie per 1,2 milioni di euro. Le perquisizioni sono finalizzate all’acquisizione di ulteriori elementi utili al prosieguo delle indagini e stanno interessando oltre cento obiettivi tra la Capitale, il Lazio, la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, la Toscana, le Marche, l’Umbria e la Campania. “Figura centrale” del sistema, secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza, «è un faccendiere capitolino, originario della Calabria, attivo nel settore delle pubbliche relazioni che, forte di “entrature” politiche e grazie a salde, antiche relazioni con personalità di vertice di enti e società pubbliche, costituiva lo snodo tra il mondo imprenditoriale e quello degli enti pubblici, svolgendo un’incessante e prezzolata opera di “intermediazione” nell’interesse personale e di imprenditori» interessati ad aggiudicarsi gare pubbliche. Secondo la guardia di finanza «il faccendiere, sfruttando i legami stabili con la politica, si adoperava anche per favorire la nomina, ai vertici di enti e di società pubbliche, di persone a lui vicine, così acquisendo ragioni di credito nei confronti di queste che, riconoscenti, risultavano permeabili alle sue richieste. Il faccendiere – osserva la guardia di finanza – utilizzava uno studio accanto al Parlamento, in una nota via del centro, per ricevere danaro di illecita provenienza, occultarlo e smistarlo, avvalendosi in un caso anche della collaborazione di un parlamentare in carica di professione avvocato, attualmente indagato, che lo ha attivamente coadiuvato nelle attività di illecita intermediazione».

Truffano anziana sola prendendole oggetti d’oro, due arresti

SCILLA (RC) – Si sono presentati a casa di un’anziana affetta da demenza senile e, con una scusa, l’hanno convinta a consegnare loro svariati monili d’oro ma sono stati arrestati dai carabinieri di Scilla e della Compagnia di Villa San Giovanni. Roberto Capuozzo, di 31 anni, e Fabio Iannuzzi, di 38, entrambi di Napoli e già noti alle forze dell’ordine, sono accusati di truffa aggravata in concorso. I due, secondo l’accusa, avrebbero approfittato del fatto che la donna era sola in casa e dopo essersi introdotti nell’abitazione, l’avrebbero indotta a consegnare gli oggetti d’oro riferendole falsamente che erano necessari per le cure di suo figlio vittima di un incidente stradale.

Truffe, la Polizia invita a segnalare al 113 falsi agenti che richiedono denaro

COSENZA – Una truffa è stata perpetrata ai danni di un’anziana signora nel cosentino. Dei malfattori hanno fatto credere alla vittima che alcuni suoi congiunti fossero stati fermati in Questura e che avessero bisogno di somme di denaro liquide per risolvere quanto contestato. Pertanto, la Polizia di Stato fa sapere, con una nota diffusa a mezzo stampa, che il personale della stessa non può in alcun modo riscuotere denaro direttamente dal cittadino (fatta eccezione per rari casi previsti dal codice della strada e che debbono essere contestati nell’immediatezza al trasgressore e a nessun altro). Pertanto, nel caso in cui i cittadini vengano contattati telefonicamente o di persona da individui richiedenti denaro per conto della Polizia di Stato, sono invitati a segnalare l’accaduto contattando il 113.

 

 

 

 

 

Truffe alle assicurazioni, medici arrestati in Calabria. Sono 200 gli indagati

REGGIO CALABRIA – Venticinque truffe compiute in meno di un anno; tre persone finite agli arresti domiciliari ed altre 7 sottoposte all’obbligo di dimora; duecento indagati, tra cui medici e professionisti: sono i numeri dell’operazione “Insurance”, condotta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal commissariato di Cittanova con il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, che avrebbe scardinato un’organizzazione specializzata nelle truffe alle compagnie assicurative. Ai domiciliari sono finiti Franco Chindamo, 36 anni; Vincenzo Insardà, di 40, e Maria Teresa Cosentino, 36 anni. Gli inqirenti imputano loro truffe per 300mila euro che sarebbero state compiute fra il novembre 2011 e settembre 2012. I dettagli dell’operazione sono stati resi noti dal procuratore di Palmi, Ottavio Sferlazza, nel corso di una conferenza stampa tenuta in Questura a Reggio Calabria, alla presenza del questore Raffaele Grassi, del capo della Squadra Mobile Francesco Rattà e il vice questore aggiunto Alessandro Sciacca, dirigente del commissariato di Cittanova. Per gli inquirenti gli organizzatori sarebbero Franco Chindamo, titolare di un’agenzia di infortunistica stradale, e Vincenzo Insardà, ufficiale della Guardia di Finanza sospeso dal servizio dal 2010. Il modus operandi sarebbe stato sempre lo stesso: individuati mezzi e persone, che venivano indicati nelle telefonate come “partite di calcio” da organizzare, veniva pianificato il falso incidente e si allertavano le forze dell’ordine, che al loro arrivo trovavano le auto spostate dal luogo delo sinistro. La spiegazione era che le persone coinvolte avevano trovato l’accordo e non c’erano feriti. Le forze dell’ordine, però, una volta intervenuti, come da prassi, redigevano un verbale, anche se impossibilitate a ricostruire la dinamica. Quel verbale era il punto di partenza del raggiro perché le persone coinvolte si recavano al pronto soccorso, e ai medici, assolutamente inconsapevoli ed estranei ai fatti, dichiaravano di accusare dolori ottenendo prognosi dai 3 ai 5 giorni: quanto bastava per mettere in atto il resto del meccanismo, con richieste risarcitorie da parte della stessa agenzia o di una praticante legale finita agli arresti domiciliari, grazie anche all’intervento dei medici compiacenti, che avrebbero redatto false certificazioni. Contestualmente alle misure cautelari gli agenti hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo del patrimonio aziendale e delle quote sociali della “Chinservices srl», agenzia di infortunistica stradale, con sede a Polistena, gestita da Chindamo.

Truffa aggravata all’Inps, percepiva pensione da vedovo ma si era risposato

VIBO VALENTIA – La Guardia di Finanza di Vibo Valentia ha individuato una truffa perpetrata ai danni dell’Inps da un soggetto che, per diversi anni, ha percepito la “pensione ai superstiti” senza averne diritto. In particolare, le indagini hanno permesso di accertare che l’uomo, già beneficiario, a seguito del decesso della moglie, dell’erogazione previdenziale, nel 2001 ha contratto nuovo matrimonio omettendo, tuttavia, di comunicare all’Ente Previdenziale, ben consapevole del fatto che tale variazione dello stato civile (da vedovo a coniugato) gli avrebbe procurato la perdita del beneficio. Questo gli ha permesso di percepire indebitamente, dal mese di gennaio 2002 al mese di febbraio 2015, una pensione per l’importo di ben 80mila euro. Le Fiamme Gialle hanno provveduto a deferirlo alla Procura della Repubblica per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso, richiedendo ed ottenendo  la misura cautelare del sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente delle somme indebitamente percepite.

Un arresto per furto di energia elettrica

MELITO PORTO SALVO (RC) – I carabinieri di hanno arrestato un commerciante di 60 anni, già noto alle forze dell’ordine, per furto aggravato. A seguito di una verifica effettuata nell’esercizio commerciale dell’uomo è stato trovato un magnete posizionato sul misuratore di energia elettrica che ne alterava il funzionamento, non contabilizzando i consumi. Si stima un danno cagionato alla società erogatrice di circa 30 mila euro. Il sessantenne è stato posto ai domiciliari.

Maxi truffa online, ventisette ordinanze di custodia cautelare

Locri ( RC) – E’ in corso un’operazione del Comando provinciale di Reggio Calabria della Guardia di Finanza per l’esecuzione di 27 ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei presunti componenti di un’organizzazione criminale responsabile di una maxi truffa online commessa attraverso l’accesso abusivo a sistemi informatici. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno consentito di appurare che l’organizzazione criminale, operante nel territorio della Locride, metteva in atto le truffe attraverso l’illecita acquisizione dei codici di accesso di ignari correntisti di un istituto di credito operante sul web per effettuare operazioni di trasferimento di ingenti somme di denaro in conti correnti intestati fittiziamente a persone inesistenti e, di fatto, riconducibili ai promotori dell’organizzazione criminale che e’ stata sgominata con l’operazione.