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Fentanyl, ecco la nuova droga in voga sul mercato. Blitz dei carabinieri

BISIGNANO (CS) Nelle prime ore della mattinata, in Bisignano (CS), i militari del Comando Provinciale Carabinieri e del NAS di Cosenza, coadiuvati da personale della Compagnia di Intervento Operativo del 14° Battaglione Calabria e da unità antidroga del Nucleo Cinofili dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, hanno dato esecuzione a 6 ordinanze di custodia cautelare (di cui 4 in carcere, 1 agli arresti domiciliari ed 1 obbligo di dimora), emesse dal GIP presso il Tribunale di Cosenza – su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di altrettanti soggetti, indagati in concorso per i reati di “spaccio di sostanze stupefacenti”, “truffa in danno del Servizio Sanitario Nazionale”, “ricettazione” e “falsità materiale commessa dal privato”.

 

Sviluppo dell’attività investigativa.

L’indagine trae origine dalle dichiarazioni rese dalla madre di uno dei destinatari dei provvedimenti restrittivi, la quale, nel mese di maggio 2017, segnalava alla Stazione Carabinieri di Bisignano che il figlio era solito acquistare illegalmente, da alcuni spacciatori del luogo, un medicinale antidolorifico e narcotico, denominato “Durogesic”, in forma di cerotti transdermici contenenti quale principio attivo il “Fentanyl”, un potente analgesico oppioide sintetico avente effetti largamente superiori alla morfina.

I complessi approfondimenti investigativi consentivano di:

  • accertare un articolato e ben organizzato sistema di procacciamento dei menzionati cerotti da parte degli indagati, i quali, utilizzando ricettari provento di furto perpetrato in Ospedali ed Ambulatori della provincia di Cosenza e diversi timbri contraffatti, recanti i dati identificativi di un medico ormai in pensione o medici inesistenti, falsificavano le prescrizioni mediche ed acquisivano fraudolentemente, presso farmacie della Provincia di Cosenza (site nei comuni di Cosenza, Calopezzati, Castrovillari, Corigliano-Rossano, Mirto Crosia, Montalto Uffugo e San Marco Argentano) numerosissime confezioni di “Durogesic”;
  • comprovare l’esistenza di una ramificata rete di commercio illegale dei citati farmaci, rivenduti ai clienti con un prezzo variabile a seconda del taglio (cerotto intero 50€, mezzo cerotto 25€, striscia singola 10€), per un giro di affari di circa 000 , cristallizzando le condotte delittuose degli indagati in ordine a circa 50 episodi di cessione a innumerevoli assuntori;
  • documentare una truffa, ammontante a circa 000 €, conseguente all’erogazione di medicinali interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale da parte di alcuni farmacisti della provincia, indotti in errore circa la genuinità delle ricette mediche.

Nell’ambito dell’indagine i militari operanti avevano già sequestrato 20 cerotti transdermici, nonché 2 ricettari non compilati riportanti il timbro dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza.

 

Ulteriori riscontri durante l’esecuzione delle misure.

Contestualmente alla notifica delle misure cautelari sono stati eseguiti 15 decreti di perquisizione domiciliare (9 dei quali a carico di altri soggetti indagati in stato di libertà per i medesimi reati), a seguito delle quali sono state denunciate in stato di libertà 2 persone, una per “detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti” ed una per “ricettazione”, nonché segnalati alla Prefettura di Cosenza quali assuntori di sostanze stupefacenti ulteriori 4 soggetti, procedendo complessivamente al sequestro di 5 cerotti transdermiciDurogesic”, 4 prescrizioni mediche già compilate e recanti il timbro della locale azienda ospedaliera, 32 confezioni di metadone, 2 grammi di eroina ed 1 grammo di hascisc.

 

Fentanyl”, la nuova droga che ha invaso il mercato.

Il Fentanyl è un analgesico oppioide sintetico, più potente della morfina, utilizzato da ormai 20 anni soprattutto per le cure palliative oncologiche. La principale caratteristica di tale prodotto è certamente quella del rapido assorbimento e quindi della capacità di produrre effetti narcotici in pochissimi minuti. Assunto in assenza di dolore fisico e di adeguato controllo medico potrebbe determinare anche gravi effetti collaterali, generando conseguentemente uno stato di forte dipendenza, da intendersi come una sorta di necessità compulsiva di procurarsi la sostanza con ogni mezzo. Purtroppo, si stima che la sempre più diffusa vendita illegale di farmaci oppioidi abbia prodotto un netto incremento delle morti per overdose: basti pensare che solo nel 2016, sono stati accertati oltre 42.000 casi di decessi negli Stati Uniti e circa 8.000 in Europa.

Anche in provincia di Cosenza, non è una novità assoluta la diffusione di tale oppioide, già riscontrata proprio a Bisignano nel 2016 dai Carabinieri della Compagnia di Rende, nell’ambito di un’attività investigativa che aveva consentito di scoprire un vero e proprio traffico di farmaci a base di Fentanyl, illegittimamente prescritti da medici compiacenti.

False fatture per 9 milioni di euro. Denunciate cinque persone nel cosentino

PAOLA (CS) – I finanzieri Paola e di Amantea hanno posto sotto sequestro preventivo, eseguito in Calabria e Lazio, quattro beni immobili a Roma, una imbarcazione del valore di oltre 200mila euro e 26mila euro giacenti su un conto corrente. In particolare è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale di Paola Elia, su richiesta del Procuratore Bruni e del sostituto Cerchiara, nei confronti di due soggetti residenti nelle province di Cosenza e Roma, per truffa ai danni della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza ed evasione di imposte sui redditi e sul valore aggiunto.

Il sequestro effettuato costituisce il completamento di un precedente provvedimento già effettuato dalle Fiamme Gialle a luglio 2017 (su 77 immobili, prevalentemente terreni, e 16 rapporti finanziari), in quanto la prosecuzione delle indagini ha consentito di individuare ulteriori beni nella disponibilità di due dei cinque indagati raggiungendo così l’importo totale del profitto dei reati contestati, cioè 1.613.338 di euro.

I finanzieri hanno scoperto un sofisticato meccanismo di false fatturazioni, pari a circa 9 milioni di euro emesse da una serie di società (due delle quali estere, in realtà fittiziamente create al solo scopo di rendere più difficoltose le indagini), enti morali e associazioni no profit, intestate a “prestanome” al fine di evadere le imposte e creare un indebito credito Iva nei confronti dell’erario. Il falso credito di imposta veniva poi indebitamente utilizzato per compensare debiti Iva, ritenute d’acconto operate nei confronti di numerosi soggetti e mai versate.

Una parte delle false fatture, infatti, è stata utilizzata, unitamente ad altra documentazione mendace, quale giustificativo di spesa nell’ambito di un progetto di formazione professionale per l’apprendistato denominato “Addetto al ricevimento”, nonché nell’ambito di corsi di formazione organizzati nei seguenti settori: “Gestione dell’azienda agrituristica”, “Tecnologia informatica nella gestione e promozione dell’agriturismo”, Agricoltura sostenibile, rispetto per l’ambiente e qualità dell’azienda turistica”.

Tutte le operazioni illecite venivano abilmente “schermate” da scritture contabili opportunamente predisposte che, come dimostrato anche dal loro confronto con i movimenti bancari afferenti i conti aziendali e quello personale del principale indagato, hanno permesso di veicolare oltre 1,6 milioni di euro a beneficio del truffatore, il quale ha in parte trasferito il denaro su conti correnti esteri. Con tali stratagemmi gli indagati traevano anche in inganno gli enti finanziatori, che provvedevano quindi ad accreditare le relative somme.

Al temine delle indagini sono state denunciate 5 persone per i reati di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Con l’ulteriore sequestro disposto dal Tribunale di Paola, i responsabili vengono privati complessivamente di 81 immobili (fabbricati e terreni), una imbarcazione e 17 rapporti finanziari per un valore pari all’evasione fiscale ed alle indebite percezioni pubbliche conseguite pari ad 1.613.338 di euro.

Sottraevano soldi alle associazioni sindacali, scoperto sodalizio criminoso

REGGIO CALABRIA – I Finanzieri della Compagnia di Palmi, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Palmi Dr. Ottavio Sferlazza e dal Sostituto Procuratore D.ssa Anna Pensabene, hanno eseguito un sequestro preventivo di beni disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, nei confronti di un sodalizio criminoso, accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato, falso, impiego di denaro di provenienza illecita e autoriciclaggio.

Il provvedimento rappresenta l’epilogo di articolate indagini condotte dalle Fiamme Gialle Palmesi nei confronti di una struttura criminosa para-familiare, composta da due soggetti con il ruolo di capi, promotori e organizzatori ed altri 10 soggetti, con il ruolo di compartecipi al sodalizio medesimo. In tale contesto d’indagine è emerso, nello specifico, che i due soggetti promotori, dapprima nella qualità di rappresentanti formali e, in seguito, di titolari di fatto di due Centri di assistenza fiscale, nonché di molteplici associazioni sindacali, di cui alcune con sede a Roma e Milano, distraevano, per fini personali, cospicue somme di denaro pubblico e privato (costituito dalle somme trattenute per legge dall’INPS ai soggetti iscritti alle varie associazioni sindacali e successivamente riversate a quest’ultime, nonché dalle quote versate dagli associati) attraverso innumerevoli e articolate transazioni finanziarie, mediante l’utilizzo di conti correnti personali nonché delle società e di ulteriori enti associativi, direttamente o indirettamente gestiti dagli stessi.

L’attività investigativa svolta ha consentito di disvelare inoltre le condotte poste in essere dai compartecipi al sodalizio criminoso, i quali si prestavano a rivestire il ruolo di rappresentanti formali delle varie società e/o associazioni sindacali, consentendo ai promotori del sodalizio di mantenere celata la loro partecipazione all’interno delle stesse e perseguire quindi in maniera agevole i propri scopi illeciti.

I predetti, inoltre, autorizzati ad operare, in ragione del ruolo rivestito, sui conti correnti delle società e associazioni formalmente a loro riconducibili, compivano, dietro specifici ordini e indicazioni dei capi dell’organizzazione, operazioni di distrazione del denaro di pertinenza degli enti rappresentati, per fini personali e del tutto estranei allo scopo sociale delle stesse associazioni sindacali, violandone sistematicamente il c.d. “vincolo di destinazione del patrimonio”. Difatti, dagli accertamenti esperiti, è emerso che i soggetti in questione, utilizzavano i conti degli enti che rappresentavano, alla stregua di un “bancomat”, da cui attingere per soddisfare qualsiasi esigenza personale, tra cui viaggi all’estero, acquisto di gioielli, immobili e autovetture. Nel corso dell’indagine, sono state accertate inoltre reiterate condotte di abusiva attività finanziaria, nonché di impiego di denaro di provenienza illecita e autoriciclaggio. Ciò in quanto una buona parte del denaro proveniente dalle condotte di appropriazione indebita, veniva concesso in prestito a terzi soggetti, nonché impiegato in attività economiche (tra cui un bar, un ristorante e un centro fisioterapico) e per la “gestione” di una società di calcio militante in serie D, facente capo ad uno dei promotori del sodalizio criminoso. Nel dettaglio, le Fiamme Gialle hanno eseguito: 2 – il sequestro preventivo di beni, nella forma per equivalente, sino a concorrenza dell‘importo complessivo di euro 4.479.658,00, nei confronti di BAGALA’ Domenica, BONACCORSO Antonio, BONACCORSO Giovanni, CARBONE Giuseppe, CRISTOFARO Aurelio, CRISTOFARO Vincenzo, FILIPPONE Concetta, ESPOSITO Rossana, CALABRIA Salvatore, LOVECCHIO Francesco, TAVERNA Alessandro, CASTALDO Claudio. – il sequestro preventivo delle seguenti attività commerciali/associazioni sindacali e relativo patrimonio, facenti capo al sodalizio in argomento: § Centro Assistenza Fiscale – Conf Lavoratori S.r.l., con sede in Palmi (RC); § Centro Assistenza Fiscale – Fisco Sicuro S.r.l., con sede in Milano; § Centro Assistenza Fiscale al Servizio degli Italiani S.r.l., con sede in Roma; § Ditta individuale “L’opera di BONACCORSO Giovanni” con sede in Palmi (RC); § Sviluppo S.a.s. di Cristofaro Vincenzo & C., con sede in Palmi (RC); § Centro Fisioterapico Palmese – CE.PO.FI.PA. S.r.l., con sede in Palmi (RC); § Famiglia e Fisco S.r.l., con sede in Roma; § F.L.A. – Federazione Lavoratori Autonomi – con sede in Milano; § Conflavoratori – Condeferazione Italiana lavoratori -, con sede in Roma; § S.A.P.P. – Sindacato Autonomo Pensionati e Pensionate -, con sede in Roma; § FE.L.TE.P. – Federazione Lavoratori Temporanei -, con sede in Roma; § FE.LA.P. – Federazione Lavoratori Agricoli Padani – con sede in Roma; § Unione Italiana Liberi Professionisti, con sede in Roma; § F.I.A.C.A. – Federazione Imprese Agricole Coltivatori Allevatori – con sede in Roma; § A.N.P.F. – Associazione Nazionale pensionati Famiglia – con sede in Roma; § Associazione Holding Famiglia, con sede in Roma; § Conf. Lavoratori Segreteria Territoriale di Roma, con sede in Roma; § F.A.S.P.I. – Federazione Autonoma Sindacati Piccoli Imprenditori – con sede in Roma; § Conflavoratori – Confederazione Italiana Lavoratori Segreteria Territoriale di Palmi – con sede in Palmi (RC); § Conflavoratori – Confederazione Italiana Lavoratori Segreteria Provinciale di Reggio Calabria – con sede in Reggio Calabria; § ANLI – Associazione Nazionale Lavoratori Italiani, con sede in Roma; § U.S. Palmese, società calcistica militante in serie D, nonché il sequestro preventivo di: § 1 terreno ubicato in Palmi; § 2 fabbricati ubicati in Palmi, rispettivamente del valore di euro 140.000,00 e 110.000,00. L’operazione conclusa evidenzia la particolare attenzione di questa Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza verso il contrasto di ogni forma di frode con l’obiettivo di recuperare, in maniera concreta ed incisiva, preziose risorse pubbliche distratte dalle originarie finalità per cui sono previste ed erogate, a danno di chi opera onestamente e della collettività.

Truffa, detenzione e spaccio di droga, arresti nel cosentino

CORIGLIANO-ROSSANO (CS)  – Nel tardo pomeriggio di ieri personale del Commissariato di P.S. di Rossano – Squadra Volante, unitamente a personale del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale, nel prosieguo dei servizi di controllo del territorio, ha tratto in arresto in flagranza di reato S. A. di anni 27 e C. B. di anni 26, entrambi extracomunitari senza fissa dimora, perché resisi responsabili di detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio.

Nel corso dei controlli, che nella giornata di ieri hanno interessato il vasto territorio del comune di Corigliano-Rossano, i due venivano bloccati perché sorpresi in flagranza a spacciare dosi di marijuana nel piazzale antistante la stazione ferroviaria di Rossano.

Sottoposti a perquisizione personale, sono state trovate numerose dosi di marijuana (circa 50 gr. totali)  già accuratamente confezionate in dosi, pronte alla vendita, ed un bilancino di precisione.

Considerato la sostanza rinvenuta ai due e considerate le dichiarazioni rese da un assuntore, il P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Castrovillari diretta dal dott. Eugenio Facciolla, ne disponeva la traduzione presso la Casa Circondariale di Castrovillari.

 

Sempre nella giornata di ieri, personale della Polizia di Stato, Squadra Volante della Questura di Cosenza, ha denunciato in stato di libertà G.T. di anni 22, cittadino di nazionalità polacca ma residente in Romania perché resosi responsabile del reato di truffa perpetrata ai danni di numerose persone, al momento non quantificate poiché i raggiri ed inganni posti in essere andavano avanti da più giorni.

Il giovane denunciato fingendosi sordo-muto, chiedeva dei contributi per una fantomatica associazione benefica dedita all’aiuto di bambini malati e poveri. Tra gli offerenti, uno in particolare, approfondiva riguardo la reale esistenza dell’associazione e appurava che la stessa non esisteva e non è mai esistita.

Avvisato immediatamente il 113, il personale della Squadra Volante, grazie alle precise indicazioni fornite, individuava immediatamente il truffatore che veniva accompagnato in questi uffici dove spontaneamente dichiarava che si trattava di una truffa, poiché i soldi raccolti non erano destinati ai bimbi poveri e malati ma erano destinati alle sue personali esigenze.

 

 

 

Cosenz

Truffa all’Arcea Calabria, contributi agricoli percepiti indebitamente

CASSANO ALLO IONIO (CS) – I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Sibari, in esecuzione di un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca anche per equivalente, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Castrovillari, su richiesta di questa Procura della Repubblica guidata dal Procuratore Dott. Eugenio Facciolla, hanno sottoposto a sequestro beni e disponibilità finanziarie, nei confronti di quattro soggetti componenti l’intero nucleo familiare e titolari di altrettante aziende agricole; trattasi di L.F. di anni 65 – M.V. di anni 55 – A.F. di anni 31 – E.F. di anni 30, tutti di Cassano all’Ionio (CS).

Il provvedimento eseguito in data odierna costituisce l’esito di una complessa e articolata indagine di polizia economico – finanziaria che ha permesso di accertare elementi probatori in ordine ad un’indebita percezione di contributi agricoli erogati, nel periodo 2012-2017, dall’Arcea Calabria, per un importo complessivo di 331.703,66. L’attività investigativa orientata alla verifica della legittimità dei titoli dichiarati dagli indagati a giustificazione delle erogazioni pubbliche percepite, ha consentito di accertare come gli stessi abbiano falsamente rappresentato all’Ente pubblico la disponibilità di terreni altrui attraverso dichiarazioni di conduzione di fondo agricolo, contratti unilaterali e bilaterali, falsificando, in quest’ultimo caso, la firma dei reali e ignari proprietari (anche enti pubblici) dei terreni.

Le indagini condotte hanno consentito di rilevare, inoltre, come i componenti l’intero nucleo familiare abbiano ripetuto le medesime modalità criminose indicando gli stessi terreni, i modelli di contratto e le dichiarazioni con identico contenuto volte a dimostrane la disponibilità.

A conclusione dell’attività investigativa, le Fiamme Gialle di Sibari procedevano a segnalare tutti i familiari, in concorso tra loro (art. 110 C.P.), per i reati previsti e puniti dagli artt. 483 (falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico) e 640 bis C.P. (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche).

Il Giudice per le Indagini Preliminari accogliendo le richieste di questa Procura e condividendo le ricostruzioni investigative operate dai Finanzieri, ha emesso “Decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca anche per equivalente”, nei confronti degli indagati, su beni mobili, immobili, denaro ed altre utilità nella disponibilità degli stessi, sino alla concorrenza dell’importo complessivo di € 331.706,33. Nel corso dell’esecuzione del citato provvedimento cautelare, le Fiamme Gialle di Sibari, individuati i rapporti finanziari intrattenuti dagli indagati con vari istituti di credito, dopo averne accertata la consistenza, hanno proceduto al sequestro dell’intera somma di € 331.703,66, pari all’indebito accertato. La somma così cautelata è stata, contestualmente, trasferita al Fondo Unico di Giustizia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente. L’operazione conclusa evidenzia la particolare attenzione di questa Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza al contrasto di ogni forma di frode, a garanzia di valori quali uguaglianza ed equità, contribuendo in tal modo all’effettivo recupero di risorse sottratte al bilancio nazionale ed europeo.

Immagini di repertorio

Si fingeva stilista della maison Valentino, ai domiciliari un 42enne

LAMEZIA TERME (CZ) – Adescava le sue vittime con fare distinto ed elegante, fingendosi il figlio di un vecchio collega di lavoro o di un conoscente per approcciarsi con le malcapitate vittime, perlopiù anziane, così da conquistare la loro fiducia. Un modus operandi sempre uguale quello di Luigi Serino 42 anni di Napoli, truffatore seriale. L’uomo raccontava di lavorare per un noto stilista italiano e a causa di alcuni inconvenienti era stato costretto a tornare  in Calabria dove, però, era rimasto senza denaro non riuscendo più a fare rientro. È riuscito quindi a farsi consegnare somme variabili fino a 1.000 euro in nome della vecchia amicizia con il fantomatico padre collega di lavoro. I Carabinieri di Lamezia Terme, attraverso  le dichiarazioni delle vittime con l’ausilio delle immagini dei sistemi di videosorveglianza  e sono arrivati al nome del truffatore seriale che è stato tradotto agli arresti domiciliari nel Comune di Soverato.

Truffa al Sistema Sanitario Nazionale, nei guai residenza psichiatrica

REGGIO CALABRIA – Nell’ambito dell’attività istituzionale in materia di contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica, i Finanzieri del Gruppo di Locri hanno accertato, al termine di una complessa e articolata attività di indagine denominata operazione “Mendacium”, una truffa aggravata in danno del Sistema Sanitario Nazionale perpetrata da una società cooperativa operante nella Locride.

La struttura, accreditata dalla Regione Calabria quale Residenza psichiatrica ad alto trattamento ed elevata intensità assistenziale, è stata autorizzata ad operare nel tempo con un massimo di 10 posti letto.

La disamina della documentazione sottoposta a sequestro all’interno degli uffici della cooperativa e il raffronto con quella acquisita dalle Fiamme Gialle nelle diverse Aziende Sanitarie Provinciali della Calabria ha consentito di appurare un esubero di prestazioni rese dalla struttura senza alcuna preventiva autorizzazione rilasciata dal competente dipartimento dell’ASP. In particolare, la cooperativa ha ospitato nel tempo pazienti in sovrannumero rispetto ai posti accreditati e autorizzati sforando il budget assegnato di circa 2 milioni di euro senza, tra l’altro, garantire i prescritti standard di qualità essendo dotata di una struttura organizzativa ritenuta idonea soltanto per l’assistenza di 10 pazienti.

Tale sforamento del budget è stato facilitato dall’assenza di controllo a livello regionale circa le prestazioni rese dalle singole strutture accreditate/autorizzate nello specifico settore.

Le indagini si sono concluse con il deferimento all’Autorità Giudiziaria della legale rappresentante della struttura per l’ipotesi di reato riguardante la truffa aggravata ai danni del Sistema Sanitario Nazionale. Il risultato conseguito testimonia, ancora una volta, il ruolo fondamentale della Guardia di Finanza nel contrasto degli illeciti che possano ledere gli interessi della collettività, soprattutto in un difficile contesto socio-economico che caratterizza la Provincia di Reggio Calabria.

Spaccio di droga e truffe online, un arresto e tre denunce

COSENZA – La Polizia di Stato, nell’ambito del piano straordinario di controllo del territorio disposto dal Questore Dr. Giancarlo CONTICCHIO, ha effettuato, nel Comune di Corigliano-Rossano, numerosi servizi volti alla prevenzione e repressione dei reati.

Nella trascorsa serata, personale della polizia giudiziaria e della Squadra Volanti del Commissariato di Corigliano-Rossano, hanno tratto in arresto in flagranza del reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio, Z. F. cl. 61, residente in Rossano di Corigliano-Rossano. A seguito di attività di polizia giudiziaria gli operatori di polizia sorprendevano l’uomo mentre confezionata delle dosi di sostanza stupefacente del tipo marijuana in un capanno posto nel parcheggio esterno del centro commerciale i Portali di Corigliano-Rossano, capannone destinato al deposito degli attrezzi per le pulizie esterne al suddetto centro commerciale.A seguito della perquisizione nel capanno e nell’abitazione del soggetto, dipendente di una ditta di pulizie, venivano sequestrati circa 50 gr di sostanza stupefacente del tipo marijuana già suddivisa in dosi, un bilancino di precisione e materiale utile al confezionamento in dosi della sostanza stupefacente, sostanza pronta per essere immessa sul mercato.

Nei trascorsi giorni veniva deferito in stato di liberta all’A.G. B.C. cl.74 per il reato di resistenza a P.U. e detenzione di sostanza stupefacente del tipo marijuana ai fini dello spaccio. Lo stesso, tentava di investire gli operatori di polizia intervenuti, per sottrarsi al controllo, all’esito del quale lo stesso veni trovato in possesso di alcuni involucri di sostanza stupefacente.

DENUNCIA PER TRUFFA ONLINE 

Sempre nella stessa settimana, ha seguito di attività di indagine espletata da personale dell’Ufficio Anticrimine del Commissariato di P.S. di Corigliano-Rossano, si è proceduto al deferimento in stato di libertà all’A.G. di due soggetti responsabili del reato di truffa. Nel primo caso è stato segnalato un 32 enne residente in provincia di Cagliari per il reato consumato in danno di un cittadino residente in Corigliano-Rossano truffato, dopo essere stato tratto in inganno, con un annuncio online che presentava la vendita di un telefono cellulare, ed avendo versato la quota di € 90,00 su carta Poste Pay indicata, senza mai ricevere l’oggetto acquistato. Nel secondo caso è stato denunciato un trentottenne residente a Cosenza per aver truffata online un ragazzo residente a Corigliano-Rossano, che dopo essere stato tratto in inganno, con annuncio online per vendita macchina fotografica, effettuava un versamento di € 490,00 su carta Poste Pay senza poi ricevere l’oggetto acquistato.

 

 

 

 

Truffa e appropriazione indebita di fondi POR, nei guai un’azienda di call center

CATANZARO – Le Fiamme Gialle del gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, al termine di un’articolata attività d’indagine in materia di tutela della spesa pubblica nei confronti di imprese destinatarie di incentivi sia di origine comunitaria che nazionale, hanno portato alla luce l’esistenza di un insidioso sistema truffaldino, posto in essere da una importante societa’ operante nel settore dei servizi di “call center”, avente diverse sedi operative dislocate soprattutto sul territorio calabrese. In particolare, le indagini hanno riguardato un’impresa risultata beneficiaria, nell’ambito del p.O.R. Calabria, di pubbliche sovvenzioni per complessivi € 2.953.280,56. Tali erogazioni, comunitarie e nazionali, sarebbero dovute servire all’assunzione e successiva retribuzione di complessivi 207 lavoratori disabili e/o comunque classificati come “svantaggiati” e, come tali, facenti parte di categorie “protette”. All’esito delle investigazioni, i finanzieri hanno accertato responsabilità penali nei confronti dell’amministratore e dei dirigenti della società, nonché di alcuni funzionari regionali calabresi preposti al monitoraggio ed al controllo della corretta erogazione del cospicuo incentivo pubblico.

COMPLICI ANCHE QUATTRO FUNZIONARI DELLA REGIONE CALABRIA

Più nel dettaglio, le investigazioni hanno evidenziato, tra l’altro, una serie di insidiosi e dolosi artifici documentali e contabili – molto ben camuffati – tramite i quali i soggetti con responsabilità apicale della società erano riusciti – in estrema sintesi – con la complicità di funzionari pubblici, ad attestare falsamente le condizioni di 2 “svantaggio” e di disabilità dei lavoratori assunti, indispensabili per l’ottenimento degli incentivi, nonché a far sembrare, sempre soprattutto attraverso falsi documentali, ben 163 lavoratori come “neoassunti”, mentre in realtà erano già da tempo alle dipendenze della stessa impresa e, molti di essi, non appartenenti a nessuna categoria “svantaggiata”. Tali plurime condotte fraudolente – corroborate dal comportamento dei funzionari regionali, i quali hanno attestato, contrariamente al vero, di aver eseguito i previsti controlli e che all’esito degli stessi non erano emerse irregolarità – hanno permesso all’impresa di ottenere indebitamente due delle tre rate dell’importo di incentivo assegnato, per un totale complessivo di euro 2.589.113,72 illecitamente ottenuto. L’incasso della terza rata, che avrebbe incrementato l’importo percepito indebitamente, è stato impedito dall’intervento di questa procura e dei finanzieri. All’esito delle indagini, i militari hanno proceduto alla denuncia alla procura della Repubblica di nr. 8 persone fisiche (fra i quali quattro funzionari regionali calabresi), per i reati di truffa aggravata finalizzata al conseguimento indebito di ingenti erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, e nr. 1 persona giuridica (ovvero la società beneficiaria dell’incentivo) per i profili di responsabilità previsti dal d.Lgs. 231/2001. In data odierna, le fiamme gialle lametine, su delega di questa procura, stanno quindi dando esecuzione al decreto di sequestro preventivo per equivalente, emesso dal g.I.P. Del tribunale di Lamezia Terme su richiesta di questo ufficio giudiziario, per l’intero importo indebitamente percepito, cautelando i beni nella disponibilità sia dalla società attenzionata, che dai diretti responsabili coinvolti appieno nelle descritte fattispecie truffaldine, compiute in danno di lavoratori “svantaggiati”, nel contesto del già precario “mercato del lavoro” locale. Ciò, in modo da avviare il tempestivo recupero degli importi indebitamente sottratti dalle casse dell’unione europea e dello stato italiano e, quindi, utilizzarli per le finalità previste

Sodalizio criminale gestito in famiglia, sequestro milionario nel lametino

LAMEZIA TERME (CZ) – Nella mattinata odierna i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Catanzaro, coordinati dal procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio e dal sostituto procuratore Marta Agostini, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali, emessa dal g.I.P. del tribunale di Lamezia Terme su richiesta di questa procura della Repubblica, nei confronti di un sodalizio criminale costituito dai coniugi Rutigliano Michele (61) e Catanzaro Lina (57) e dai loro figli Rutigliano Gioacchino (33) e Domenico (30), denunciati a vario titolo per bancarotta fraudolenta patrimoniale aggravata per € 2.055.489,60, nonché per emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta ed infedele e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, per € 1.548.217,73. Le fiamme Gialle hanno proceduto a sottoporre a sequestro preventivo, ai fini della confisca, le somme costituenti il profitto dei reati ipotizzati, per l’importo complessivo di € 3.603.707,33, nonché tutte le attività di impresa, oltre a beni mobili ed immobili, riconducibili agli indagati. Ai soggetti responsabili dei reati contestati è stato anche notificato il divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale o di impresa.

OPERAZIONE LUCE

Il provvedimento di sequestro trae origine da una complessa e articolata indagine denominata “Operazione Luce”, coordinata da questa procura della repubblica e condotta dal gruppo tutela economia del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, che ha preso le mosse dall’approfondimento di alcune operazioni sospette riconducibili a movimentazioni finanziarie di due società lametine operanti nel settore del fotovoltaico e della carpenteria metallica, entrambe riconducibili alla famiglia Rutigliano. I finanzieri, insospettiti da alcune movimentazioni sui conti correnti societari e personali, hanno svolto gli accertamenti con una serie di acquisizioni documentali e indagini finanziarie su decine di rapporti bancari (tra conti correnti, carte di debito e depositi), nonché attraverso numerose richieste di controlli incrociati inviate a soggetti economici residenti in altre regioni d’Italia.

In esito alle investigazioni è stato così accertato che diverse aziende dei Rutigliano manifestavano un forte indebitamento verso l’erario, nonostante i cospicui volumi d’affari rilevati. Attraverso artifici contabili e manovre finanziarie, le aziende, infatti, venivano depauperate delle proprie risorse, facendo confluire gli incassi delle fatture emesse su conti correnti personali dei familiari oppure, in alcuni casi, facendo ricorso al finanziamento soci non giustificato da effettive esigenze personali. Questo modus operandi determinava nel dicembre del 2011 la pronuncia di fallimento della Rcs di Rutigliano Michele & c. Sas da parte della sezione fallimentare del tribunale di Lamezia Terme e la messa in liquidazione della erre impianti srl.