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L’UE e la sua importanza per le nuove generazioni, se ne parla all’Unical

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – «Cosa significa concretamente l’Unione Europea? Soprattutto: quale peso reale ha l’UE nella vita dei singoli? Di più: qual è la sua importanza per le nuove generazioni?»

Di questo e altro si parlerà domani 25 gennaio in What Europe Does For Me?, un dibattito che si svolgerà, a partire dalle 10,30, presso la sala stampa dell’aula magna dell’Università della Calabria.

All’incontro interverranno Domenico Tulino, presidente del Consiglio degli studenti dell’Unical, i docenti Unical Franco Rubino e Walter Nocito, il coordinatore regionale di Labdem Cesare Loizzo, gli studenti Francesco Durante e Giuseppe Alibrandi e l’europarlamentare Giosi Ferrandino.

Considerata la sede e i relatori, nel corso della discussione si affronteranno temi di grande importanza, relativi a due argomenti fondamentali: la possibilità dei cittadini di incidere in meglio sulle istituzioni europee, e quindi di aumentarne la democraticità, e il processo di creazione degli Stati Uniti d’Europa.

Truffe, mani sui fondi Ue tra Sicilia e Calabria. Sono 8 gli indagati

MESSINA – Scoperta a Sant’Agata di Militello, in provincia di Messina, una truffa sui finanziamenti europei e regionali per oltre un milione di euro. Denunciate otto persone per truffa aggravata tra Sicilia e Calabria. I finanzieri hanno eseguito un sequestro preventivo di oltre un milione nei confronti di due imprenditori, un 63enne di Tusa e un 49enne di Milazzo. Il provvedimento di sequestro per equivalente è stato disposto dal Gip di Patti Ugo Domenico Molina, su richeista del sostituto procuratore Luca Melis. L’indagine è partita da una verifica fiscale eseguita nei confronti di un imprenditore attivo nel settore della vendita di elettrodomestici ed elettronica nei centri tirrenici di Sant’Agata di Militello e Santo Stefano di Camastra. Sotto osservazione le fatture d’acquisto di tale impresa, emesse da un’altra società di Sant’Agata di Militello in realtà inesistente e, di fatto, completamente “gestita” dallo stesso rivenditore controllato. Il materiale in questione consistente in arredi, elettrodomestici, materiale di elettronica, tendaggi, tessili, era stato ulteriormente fatturato ad un altro operatore economico del settore alberghiero di Tusa, risultato beneficiario di due ingenti contributi pubblici per il miglioramento della propria attività. Invece, come emerso dalle indagini, avrebbe utilizzato le fatture false per giustificare i costi che era necessario rendicontare per ottenere i finanziamenti. I successivi sviluppi hanno portato ad identificare altri soggetti economici, alcuni dei quali con sede in Sicilia, sia nell’hinterland che a Palermo, altri in Calabria, nella zona della locride, coinvolti nella frode. Avrebbero realizzato un consistente giro di false fatture relative all’esecuzione di rilevanti lavori edili. I documenti contabili erano, invece, stati redatti per gonfiare i costi ed in alcuni casi per certificare prestazioni mai eseguite, col solo fine di permettere al gestore dell’attività alberghiera di rendicontare spese più alte del reale per ottenere i contributi pubblici. I finanzieri inoltre, hanno posto sotto sequestro per equivalente sei unità immobiliari della struttura turistica per un valore di oltre 535mila euro nonché la somma di 165mila euro depositata nei conti correnti bancari e postali di due degli indagati. Particolarmente significativa la circostanza relativa al blocco dell’ultima parte del finanziamento pubblico, pari a ben 400mila euro e la cui concessione era prevista per la fine del mese di gennaio, reso possibile dal tempestivo intervento della Guardia di finanza.

Scoperta truffa all’UE per 1 mln di euro

CATANZARO – I finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro hanno scoperto una truffa finalizzata ad ottenere l’illecita erogazione di provvidenze comunitarie per l’ammontare di circa un milione di euro. I fondi dovevano essere impiegati per l’avvio e lo sviluppo di colture biologiche. Nel corso delle indagini però, le fiamme gialle hanno scoperto che la cooperativa agricola destinataria dei finanziamenti, non ha mai iniziato l’attività. Le risorse, che dovevano essere divise tra i soci della cooperativa per avviare le colture, sono state incamerate attraverso un sistema contabile di compensazione tra l’ammontare dei contributi ricevuti e la quota di mezzi propri apportati sotto forma di aumento di capitale sociale. L’imprenditore agricolo catanzarese, presunto autore della truffa, è stato segnalato alla Corte dei Conti per danno erariale.

Formaggio. Oliverio/Mongiello: “Dall’UE un altro attacco al Made in Italy

th (5)Formaggio. Oliverio/Mongiello: “Dall’UE un altro attacco al Made in Italy; polveri e chimica non possono sostituire il latte animale” “L’uso di caseina in polvere per produrre formaggi sarebbe un altro, grave attacco ad uno dei prodotti simbolo del Made in Italy; l’ennesima appropriazione indebita di tradizioni e culture millenarie sinonimo di qualità e salubrità”.

Lo affermano i deputati Nicodemo Oliverio, capogruppo PD in Commissione Agricoltura della Camera, e Colomba Mongiello, vice presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della contraffazione, dopo aver incontrato, insieme al capogruppo del PD alla Camera Ettore Rosato, i produttori di formaggio e gli allevatori di Coldiretti che questa mattina hanno manifestato in piazza Montecitorio contro l’abolizione della legge 11 aprile 1974, n. 138, in materia di   norme concernenti il divieto di ricostituzione del latte in polvere per l’alimentazione umana.

Protesta condivisa oltre che da Oliverio e Mongiello da altri 30 parlamentari che hanno presentato una mozione con cui chiedono al Governo di impedire ogni azione della Commissione Europea indirizzata a modificare in peggio la normativa italiana.”th (39)

“Sostenere, come fa l’UE, che il divieto di utilizzo di polveri per la produzione di formaggi alteri la libera circolazione delle merci è un’assurdità che solo i burocrati di Bruxelles potevano concepire – continuano Oliverio e Mongiello – La verità è che si vuole offrire un’opportunità di business alle industrie di Paesi, come la Germania o l’Irlanda, che non hanno tradizioni casearie paragonabili all’Italia.

Proprio mentre è in corso l’EXPO dedicato alla sana e sostenibile alimentazione c’è chi avanza l’ipotesi di produrre formaggio con un procedimento chimico, prassi vietata nel nostro Paese da oltre un secolo a tutela della salute dei consumatori e della filiera zootecnica.

Come in altri casi, la legislazione italiana in materia di salubrità e autenticità del cibo è oggetto di procedure comunitarie orientate al suo depotenziamento che il Governo non può subire passivamente.

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Il Governatore della Calabria Mario Oliverio

Nel caso di specie, nessuna delle norme contenute nella legge 138/74 deve essere toccata – concludono Nicodemo  Oliverio e Colomba Mongiello – perché ciascuna di esse e tutte insieme rappresentano un formidabile presidio di sicurezza alimentare e uno strumento operativo a garanzia della qualità dei nostri formaggi”.

 

La Guardia di Finanza sequestra 5 milioni di euro: Presunta truffa sulla percezione di contributi UE e Stato

thLa Guardia di finanza in Calabria ha sequestrato un ammontare in beni per cinque milioni di euro nell’ambito di un’indagine su una presunta truffa riguardante l’indebita riscossione di contributi provenienti dall’Unione Europea e dallo Stato. Il provvedimento di sequestro, che è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, Cz riguarda diciannove persone e ben sei società, che sarebbero implicate nel giro. I contributi non sarebbero stati finalizzati a ciò per cui erano stati emessi, all’occupazione di quei lavoratori di categorie svantaggiate e di disabili,  ma parrebbe siano stati destinati ad altri scopi.

   

La Commissione UE fa marcia indietro sull’indicazione origine alimenti in etichetta

unnamed (1)«Come non essere delusi da questa mossa della Commissione? L’indicazione di origine degli alimenti è un’informazione fondamentale: priviamo i consumatori del diritto di scelta. Avremmo voluto più coraggio dall’Unione Europea e ci viene il sospetto che questo provvedimento abbia a che fare con le trattative segrete del Ttip. La verità è che non sappiamo quali accordi siano stati già presi, pertanto non sappiamo che cosa aspettarci». Commenta così Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus i due rapporti Ue con i quali la Commissione dichiara “preferibile” optare per una scelta volontaria, invece di un obbligo (a livello comunitario) dell’indicazione di origine per quegli alimenti ancora fuori dalla legislazione vigente. E stiamo parlando di cibo quotidiano, alimenti comunissimi nella nostra dieta quali prodotti caseari, carni di cavallo e coniglio, pasta, passata di pomodoro, zucchero o riso. «Slow Food ha risposto al deficit delle informazioni in etichetta con le etichette narranti con cui raccontiamo origine, metodo di produzione e qualità organolettiche dei prodotti dei Presìdi. Ne avremmo fatto a meno, ma i fatti ci portano a dover potenziare questo progetto», prosegue Piero Sardo. I report pubblicati il 20 maggio dalla Commissione Europea sono due. In entrambi si conclude che i «Benefici ricavati dai nuovi requisiti di indicazione obbligatoria non superano i costi. Pertanto le indicazioni volontarie sembrano essere la soluzione più adatta». Il primo rapporto, gestito dalla Dg Agri della Commissione (Direzione generale agricoltura), esamina la possibilità di contrassegno obbligatorio di origine per i prodotti lattiero-caseari e quelle che vengono definite “carni minori” (coniglio, cavallo e cacciagione) rimaste fuori dalla legislazione europea in vigore. La Commissione giustifica così questa scelta: «Considerate le abitudini di consumo e i potenziali costi dell’introduzione dell’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta, per i prodotti caseari questa aggiunta potrebbe risultare più onerosa per alcuni più che per altri con un impatto “irregolare”. E mentre alcuni avrebbero costi maggiori di produzione, non è detto che i consumatori siano disposti a pagare di più per queste informazioni. Lo stesso discorso vale per le carni minori» si legge nel comunicato della Commissione. Nello studio allegato leggiamo che, stando a quanto dichiarato dalle aziende casearie inserite nella ricerca: «I costi di produzione potrebbero aumentare entro una forbice che va dall’8% al 45%». Percentuale che colpirebbe i più piccoli e ubicati in zone marginali in quanto: «Potrebbero appoggiarsi a cascine diverse a volte addirittura in stati diversi». Si chiede Sardo: «Ma quanti casi del genere possiamo contare? E siamo sicuri che i consumatori non siano disposti a pagare un pochino di più per conoscere da dove arriva il cibo che si portano in famiglia?». Il secondo report, curato dalla Dg Sante (Direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare), analizza il bisogno dei consumatori di essere informati circa l’origine degli alimenti non trasformati, di quelli mono ingrediente o che hanno un ingrediente che rappresenta oltre il 50% dell’alimento. Stiamo parlando di riso e pasta, ma anche succhi e conserve di pomodoro. Non nascondiamo stupore nel leggere le conclusioni della Dg Sante: «I consumatori sono interessati a conoscere l’origine di questi alimenti, ma molto meno di cibi come carne, derivati della carne e prodotti lattiero caseari e non sembrano disposti a pagare di più per le informazioni aggiuntive. I costi superano dunque i benefici, pertanto la soluzione combinata di indicazione volontaria con gli obblighi vigenti è la soluzione migliore da adottare». Pare che per arrivare a queste conclusioni, la Dg Sante abbia consultato tutte le parti interessate: consumatori, operatori di settore (Food business operatore – FBOs) e Stati Membri. Quello che non ci è affatto chiaro è a quale campione si faccia riferimento. Di quanti cittadini europei stiamo parlando? Abbiamo spulciato lo studio e non è stato semplice trovare il campione: si tratta di 5.250 cittadini europei in 15 Stati Membri (i cittadini dell’Unione sono 503.679.730). Tra l’altro al parere dei consumatori si aggiunge quello di: stake holder della filiera, organizzazioni di consumatori, stati membri, non meglio identificate autorità competenti…

 

Consorzi di Bonifica: l’UE chiede delucidazione alla Regione Calabria.

BRUXELLES – Laura Ferrara, portavoce del Movimento Cinque Stelle al Parlamento Europeo, ha esposto davanti la Commissione Europea le questioni relative al progetto “La Bonifica. Sviluppo del territorio”, presentato qualche anno fa e che presenta tutt’oggi aspetti torbidi e inquietanti. Fra le finalità del progetto vi era la creazione di un Sistema informativo geografico (GIS) di cui si lodava l’utilità per l’aggiornamento dei dati catastali, la redazione dei piani di classifica  e l’emissione dei tributi. Per la consultazione di dati e la fruizione di servizi da parte dei consorziati fu finanziata la progettazione del sito www.bonifichecosentine.it, mai avviato.. Attraverso questa interrogazione il M5S ha segnalato alla Commissione anche altre problematiche legate ai Consorzi di Bonifica. Risulta infatti il sospetto di un aberrante e illegittimo sistema impositivo da parte dei Consorzi per far pagare ai cittadini calabresi milioni di euro di debiti accumulati con anni di sprechi e inefficienze. A seguito di una dettagliata esposizione, il M5S è intento a mobilitare l’attenzione dell’Unione Europea e informare i cittadini a riguardo, chiedendo al nuovo governo regionale di far luce sui tanti lati oscuri di tali enti, i cui compiti dovrebbero essere la  tutela, lo sviluppo e la valorizzazione del territorio rurale, la gestione delle acque, la salvaguardia dell’ambiente e altre attività.

Presidente Scopelliti su fondi UE

Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta – interviene sui dati diffusi dal Dipartimento per la Coesione e dal Ministero del Lavoro. “Prendo atto con grande soddisfazione – afferma il Presidente Scopelliti – che la Calabria è stata citata come esempio positivo per aver superato il target di spesa previsto per il Por Fesr ed aver contribuito a raggiungere una spesa certificata che, a livello nazionale, ha superato il target di ben 4,2 punti percentuali. Questa amministrazione non ha mai avuto dubbi sul corretto e lungimirante utilizzo dei fondi comunitari, interpretandoli quale concreto strumento per lo sviluppo del territorio e di tutti i calabresi. Oggi è arrivato un riscontro importantissimo, che ci induce a guardare al futuro con ancora maggiore fiducia. Accolgo con piacere anche le parole del Ministro Trigilia, che ha sottolineato come questo risultato positivo sia stato raggiunto grazie ad un gran lavoro di squadra che, per quanto ci riguarda, ha visto protagonisti i vari settori dell’amministrazione regionale coordinati dall’assessorato alla Programmazione guidato da Giacomo Mancini, e ha potuto beneficiare di un costante e produttivo dialogo con il Governo Nazionale. Ritengo che siano queste – conclude il Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti – le migliori risposte ai quesiti che spesso ci vengono posti”.

Assegnate borse di studio Ue a neolaureati cosentini

Cosenza –  Due neolaureati in medicina della provincia di Cosenza, beneficiari di borse di studio assegnate dalla Commissione Europea  per il finanziamento di un progetto. L’iniziativa, di cui è partner l’associazione calabrese Missione Sviluppo, è stata promossa dall’Associazione Italiana Trapiantati di Fegato col supporto scientifico di medici e professori del Policlinico Universitario di Bari ed il coinvolgimento dei centri trapianti di Pisa, Udine, Cuneo.