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Ricerca Unical sulle pagine del National Geographic

RENDE (CS) – E’ tra le ricerche scientifiche più suggestive, di maggiore appeal mediatico. Non c’è “bosone” o “materia oscura” che tenga: l’immaginario collettivo, dalla notte dei tempi, viene esaltato dal sogno d’ingannare la morte quanto più è possibile.

Una di queste ricerche “doc” – capace cioè di entrare a pieno titolo nella letteratura scientifica mondiale sulla materia – vede protagonista il team guidato dall’Ordinario di genetica dell’Università della Calabria, Giuseppe Passarino (recentemente incluso nella “Top Italian Scientists”, la lista in cui vengono inseriti gli scienziati italiani con il maggiore impatto scientifico al mondo) ed è stata “certificata” dal National Geographic. Il numero di maggio della edizione italiana della prestigiosa rivista scientifica dedica un ampio reportage, dal titolo “Al di là dei cento”, agli studi sulla longevità effettuati dal prof. Passarino. All’articolo viene addirittura dedicata la copertina del mensile dove, accanto all’immagine di una neonata, campeggia il titolo “Questa bambina vivrà fino a 120 anni”. Certamente un riconoscimento prestigioso per l’UniCal ma anche per l’intera Calabria che si trova in “prima pagina” non per un accadimento tragico, ma per un fatto positivo legato al valore della ricerca scientifica che produce.

La particolarità della ricerca calabrese risiede nell’intuizione, avuta diversi anni fa, d’aver “imbroccato” quello che oggi viene considerato il canale d’indagine più promettente per questa materia: studiare la longevità ricorrendo alla genotica, alla ricerca molecolare e soprattutto all’analisi dei dati raccolti in diverse piccole comunità. Pare infatti questa la “direttiva” scientifica vincente per svelare i segreti di un farmaco che permetterà, magari ai nostri figli, di superare molto agevolmente la soglia dei cento anni. Ricerca, inoltre, che ridimensiona fortemente il valore scientifico di alcune convinzione – come quella della longevità legata ad una dieta ipocalorica – che pure negli anni scorsi grande successo hanno riscosso. Dopo questo lungo “lead”, l’articolo del National Geographic Italia, a firma di Stephen S. Hall, fa una esauriente panoramica sui principali studi internazionali sugli indizi genetici di longevità per concludere nuovamente con la ricerca del prof. Passarino. Viene, infatti, dettagliatamente illustrato il lavoro enorme fatto all’UniCal fin dal 1994, quando si sono iniziati ad esaminare i dati di ben 409 comuni calabresi comparando le storie delle famiglie e i dati fisiologici relativi alla vulnerabilità delle malattie degli individui. I ricercatori dell’Unical hanno dimostrato, dati alla mano, che la longevità dei parenti prossimi dei soggetti più che nonagenari è risultata superiore a quella della media. Ma il dato inatteso è che i fattori genetici chiamati in causa sembrano favorire soprattutto gli uomini. Ma non è tutto. Nei laboratori dell’UniCal è stato scoperto che gli ultra novantenni posseggono un allele (una variante di sequenza di un gene) che svolge un ruolo importante nella digestione e nelle preferenze alimentari ed anche una serie di fattori che influenzano la longevità: la risposta allo stress, il metabolismo dei nutrienti, la gestione e l’utilizzo dell’energia. Una ricerca imponente che sta dando straordinari risultati. Certo siamo ancora lontani dall’ aver trovato il mitico “elisir di lunga vita”, ma in questa direzione, grazie alla ricerca fatta all’UniCal, un importante passo è stato compiuto.

 

Firmato protocollo d’intesa tra Unical e UNIONPMI

Cosenza – ” Con questo protocollo d’intesa avviamo concretamente un rapporto di collaborazione con l’Università della Calabria, realtà a cui gli imprenditori di UNIONPMI guardano con attenzione perchè centro per eccellenza di cultura, saperi e innovazione.  Una collaborazione tanto più importante se pensiamo al rinnovato, forte, interesse delle imprese per le nuove forme di alleanze quale strumento, flessibile e innovativo, per recuperare competitività, affrontare e superare la crisi”.
Così il Presidente di UnionPMI Francesco Napoli parla del protocollo d’intesa firmato questa mattina con il Rettore dell’Università della Calabria, Giovanni Latorre.  Un protocollo che prevede di sviluppare azioni comuni nell’ambito della formazione e della ricerca scientifica, nonchè attivare occasioni di confronto e condivisione tra università e sistema delle imprese. Assieme al Presidente Francesco Napoli erano presenti anche il Vicepresidente Pietro Lanzone, il direttore Pasquale Mazzuca, il componente del direttivo Carlo Senatore e il Presidente di UnionD, la sezione Donna di UnionPMI, Marta Brambilla.
Tra i punti individuati dal protocollo la promozione  della cultura dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, elementi indispensabili per favorire la competitività del sistema produttivo, anche attraverso il rafforzamento dell’azione dell’Industrial Liaison Office.
Il sostegno all’auto imprenditorialità, anche mediante l’organizzazione e l’erogazione di servizi e facilitazioni ai neoimprenditori e agli aspiranti imprenditori; l’adeguamento dell’offerta formativa universitaria alla domanda dei portatori di interesse, con specifica attenzione alle organizzazioni produttive per offrire le nuove professionalità richieste dal mercato; il coinvolgimento delle aziende nelle attività formative, facilitando la docenza extra accademica e le attività di stage e tirocini formativi per gli studenti.
Soddisfazione è stata espressa dal Rettore Giovanni Latore che nel sottolineare le tante attività avviate dall’ateneo nel campo della ricerca e dell’innovazione e  dell’importante esperienza dell’incubatore aziendale nato nel campus – ha plaudito all’iniziativa di UnionPMI e del suo presidente Francesco Napoli.

Convocazione assemblea soci Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”.

Cosenza – Si svolgerà lunedì 29 aprile, con inizio alle ore 17,00, nella sala stampa dell’aula magna dell’Università, l’Assemblea dei Soci dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, convocata dal Presidente, Aldo Bonifati, per discutere su tre punti all’ordine del giorno: comunicazioni del Presidente, chiusura bilancio anno 2012, programma attività anno 2013.

L’assemblea dei soci viene convocata dopo una riunione del Comitato direttivo, nel corso della quale si è preso atto, anzitutto, del riconoscimento giuridico dell’Associazione, da parte della Prefettura di Cosenza, quale soggetto “no-profit”, che potrà contribuire ad accrescere le sue funzioni in base alle finalità ed obiettivi stabiliti nello Statuto. In particolare l’Associazione potrà accedere ai fondi europei, previa presentazione di appositi progetti, e di poter ricevere il contributo del cinque per mille.

Il Comitato direttivo dell’Associazione è composto da: Aldo Bonifati (presidente), Dario Antoniozzi, Walter Pellegrini (vice presidente), Giovanni Latorre, Giuseppe Frega, Franco Crispini, Laura Luchi, Pietro Brandmayr, Massimiliano Filice, Giuseppe Nano, Ferdinando Tarzia.

Proprio il Comitato direttivo, nell’approvare il bilancio 2012, ha proposto alcune iniziative da realizzare nel corso dell’anno, quali: una ricerca più approfondita sui laureati dell’Università della Calabria, ricostruendo le loro carriere professionali per premiare le figure d’eccellenza nell’ambito di manifestazioni pubbliche e coinvolgerli in attività seminariali destinati agli studenti iscritti all’Università; la festa dell’Università della Calabria da celebrare ogni anno in coincidenza dell’emanazione della legge istitutiva fissata al 12 marzo 1968; la stipula di rapporti di gemellaggio con associazioni ed università a livello nazionale ed internazionale; incontri con i laureati “Honoris Causa” dell’Università della Calabria per conferire loro la pergamena di socio onorario dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”; creare condizioni di assistenza e sostegno agli studenti meritevoli dell’Ateneo attraverso la promozione di master e corsi specializzati.

Un programma che verrà arricchito da altre idee e proposte che verranno memorizzate nell’ambito della riunione dell’assemblea dei soci che al momento sono all’incirca una quarantina con l’adesione, tra gli altri, della Fondazione Carical e dell’Associazione degli Industriali di Cosenza.

L’auspicio è che a questo progetto aderiscano in primo luogo la Provincia di Cosenza, i Comuni di Cosenza, Rende, seguiti da tutti gli altri sparsi sul territorio calabrese, nonché vari soggetti appartenenti al mondo imprenditoriale calabrese per un effettivo rapporto sinergico di valorizzazione e promozione culturale, economico e sociale della società calabrese con al centro il cuore e l’intelligenza delle persone.

L’Associazione ha la propria sede su Piazza Vermicelli – Università della Calabria- e può essere contattata attraverso l’email: associazioneamiciunical@gmail.com; con telefono 0984/494288 -347/7123091 – 0981/38570 – 335/5757780. Ulteriori informazioni si possono attingere sul sito: www.amiciunical.it

Conclusa la giornata di studio “Nutraceutici ed integratori alimentari: ieri, oggi e domani”

RENDE (CS) – S’è svolta venerdì scorso, nella Sala Stampa dell’Unical, nell’ambito della programmazione didattica del  Master di II livello “L’integrazione nutraceutica: dal benessere alla cura” , la giornata di studio “Nutraceutici ed integratori alimentari: ieri, oggi e domani”.

L’appuntamento scientifico, grazie agli interventi di esperti, di professionisti e di aziende del settore, ha consentito un  arricchimento degli obiettivi formativi che il master si prefigge. L’iniziativa ha destato molto interesse in considerazione dell’importanza crescente verso la  nutraceutica, disciplina il cui nome stesso coniuga i termini di  nutrizione e farmaceutica. Oggi, infatti, numerose sono le  molecole presenti in vari alimenti, capaci di ridurre gli effetti dell’invecchiamento, di rallentare e di prevenire l’insorgenza di patologie gravi di tipo oncologico, cardiovascolare, neurodegenerativo e metabolico.

I lavori della giornata, che ha trattato compiutamente questi argomenti, sono stati aperti dalla prof.ssa M.S. Sinicropi (Unical), Direttore del Master e dal Prof. V. Pezzi, Presidente del CCL in Scienze della Nutrizione dell’Unical.  Durante la mattinata si è svolta una prima sessione, moderata dal prof. G. Statti (Unical), dedicata allo studio delle proprietà di nutraceutici, alle relative tecnologie di laboratorio e alla sicurezza alimentare e nutrizionale, ed una seconda sessione, moderata invece dallo specialista in Chirurgia Generale Dott. A. D’Anna,  rivolta alla nutrizione e all’ integrazione nutrizionale in alcuni stati fisio-patologici.

Oltre ad interventi di professionisti del territorio, esperti nel settore, la giornata è stata arricchita dalle relazioni del Dott. C. Cristoforetti, Direttore Scientifico della Biofutura pharma s.p.a, Gruppo Sigma-tau, azienda leader nel settore nutraceutico che collabora già da tre anni per lo svolgimento del master stesso, dal Dott. S. Giordano, Product Manager BUCHI Italia S.r.l. e dal Dott. A. Abbagnara, Amministratore Delegato di REAL GENE S.r.l. Nutrigenetica.

Nel pomeriggio, durante la sessione moderata dalla prof.ssa C. Saturnino dell’Università di Salerno, denominata  “Esperti del settore a confronto”, alcuni nutrizionisti del territorio, grazie alla loro esperienza sul campo, hanno portato interessanti e utili  testimonianze

Dobbiamo diventare come zanzare, fastidiosi

COSENZA – Ci sono battaglie che non ci possono vedere neutrali, battaglie necessarie per salvare l’amore, per mettere al riparo il futuro, battaglie che non si possono combattere in solitudine ma solo con l’aiuto di fedeli alleati, con i quali mettere fine all’inverno e aspettare che una volta per tutte sia la primavera e non il sangue a esploderci in faccia.

Una di queste battaglie è quella contro tutte le mafie e se ne è discusso ieri pomeriggio all’Università della Calabria nel seminario “Gli intrecci perversi tra criminalità, politica ed economia” organizzato dal coordinamento antimafia Laboratorio di Resistenza Antimafia e l’Unical.

Un incontro a più voci che ha visto la partecipazione del giornalista della Gazzetta del Sud Arcangelo Badolati, Adriana Musella presidente di Riferimenti e il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo.

E’ il giornalista Badolati a introdurre la discussione che parla di un’ndrangheta ancora fortemente arcaica nei legami familiari quando decide chi devi sposare, nei modelli vendicativi quando non perdona fino alla decima generazione ma anche moderna negli investimenti europei e addirittura eversiva quando sperimenta rapporti con gruppi di estrema destra.

Continua poi ponendo l’attenzione sulla necessità di avere dei modelli sociali di riferimento forti e sani altrimenti il rischio che si corre è che il fascino negativo del male possa portare i giovani a cadere nella pericolosa trappola dell’emulazione e dell’identificazione e conclude ricordando la brigantessa Francesca La Gamba che ancora prima di Paolo Borsellino pronunciò la famosa frase “Chi si scanta mori”.

L’intervento successivo è quello di Adriana Musella che ricorda il padre Gennaro fatto saltare in aria da un ordigno nel 1982 perché aveva denunciato delle irregolarità in una gara d’appalto ed esorta gli studenti a non arrendersi, a conoscere, a studiare tutti gli intrecci che determinano la verità perché è solo così che si può sperare di costruire una nuova storia.

L’ultimo intervento spetta a Giuseppe Lombardo che inizia parlando dei diversi livelli di ‘ndrangheta il primo, la forma più arcaica che controlla territori, un esercito di base, una direzione militare di cui si servono gli altri due livelli, i professionisti e gli invisibili o riservati come direbbero loro, con l’obiettivo di creare la circolarità criminale, avere un territorio dove creare un’emergenza e fare in modo che siano loro a risolvere il problema per aggiudicarsi il consenso popolare.

Poi introduce l’eterno dilemma come mai nonostante le condanne, i sequestri, gli arresti il sistema non si spezza e la risposta dice Lombardo è fin troppo evidente è sta tutta nella collusione di politici, di interi partiti, di funzionari pubblici che decidono di rimanere indifferenti o peggio ancora di allearsi con il nemico.

Lombardo si rivolge ai giovani quando spiega la necessità di dare fastidio come delle zanzare, di non tacere, di pretendere la verità vera perché peggio del silenzio c’è solo una verità distorta che riduce la mafia alla coppola senza andare oltre la terminologia e oltre un potere criminale che si va ad insinuare laddove maggiore è il consenso e quando arriveremo ad avere le chiavi per decifrare questi linguaggi allora si che vinceremo.

Gaia Santolla

 

Gabriele Panico “Play De Seta IV”. Sonorizzazione dal vivo dei film di Vittorio De Seta @Cine/Ma/Live #2

Il secondo appuntamento di “Cine/Ma/Live #2″, in programma per martedi 16 aprile  alle ore 21.30, sarà un omaggio al grande regista Vittorio De Seta.Il compositore Gabriele Panico (in ambito elettronico conosciuto anche con lo pseudonimo Larssen) si sta dedicando da tempo ad uno studio personale che prevede la ri-sonorizzazione dal vivo di tutti i documentari realizzati da De Seta tra il 1954 e il 1959. “Play De Seta IV” prevede, nello specifico, la sonorizzazione dal vivo dei documentari intitolati “Isole di fuoco”, “Surfarara” , “Pescherecci” e “Parabola d’oro”.

 

ARTISTIC BIO

Gabriele Panico (1973) è compositore, produttore, performer e studioso di musica contemporanea. Nel 1998 fonda il network LARSSEN, dedicato alla ricerca nella musica elettronica. Dal 2002 le sue opere (per strumenti solo, coro, combo, ensemble da camera, orchestra ed elettroacustica) “Massafoneta” (2005), “Adastra Peraspera” (2007), “Alunaarii” (2006), “Paesaggio Sonoro Tra 15 e 25 Metri: Campanili” (2004), “Radiotecniche 1-8″ (2003-2010), “Pernambuco” (2009) sono state eseguite, tra gli altri, presso: Tokyo National Academy, E-Muzik Prize di Colonia, IRCAM Espace di Parigi, Taukay Festival di Udine, Risonanzexpò di Pescara, Nuova Consonanza di Roma, De Musica – Laboratori di Roma, Cineteca Nazionale di Roma, Urticanti Festival di Bari. Nel 2004, per l’Archivio Nono di Venezia, ha pubblicato uno studio sulla musica e la filosofia compositiva di Luigi Nono. Dal dicembre 2005, il suo catalogo opere è inserito nella Banca Dati dei Compositori Italiani AMIC ed inizia la sua collaborazione con Radio 3 RAI e il CIDIM. Nello stesso anno ha curato i “Seminari sulle musiche del ’900″ e il corso “Rivoluzioni musicali del secondo ’900″ per l’Università degli Studi di Bari. Ha firmato numerose colonne sonore di documentari, cinefiction, spot istituzionali, spot commerciali e video arte per Stefania Casini, Giancarlo Soldi, Pippo Mezzapesa, Sophie e Annalisa Chiarello, Roberto Nanni, Carlo Michele Schirinzi, Edoardo Winspeare, Chiara Idrusa Scrimieri, Gianni De Blasi, Heidi Rizzo, Davide Micocci. Collaborando con Rai Cinema, Fandango, La7, Bizef Produzione, Rai 3 – Ballarò, Kiwido Production, Vivo Film, Fanfara Film, La Fabbrichetta, Minuto D’Arco, La Meridiana, Gruppo Fabbri ed altri. Nel gennaio del 2009, il Festival InContemporanea di Noci (Ba) dedica un’intera giornata alle sue opere per nastro magnetico ed inizia la collaborazione con la Timestretch Edizioni. Nel maggio 2010 è ospite al III Convegno Internazionale di Studi “Musica e Società” organizzato dal MIUR con l’intervento “Regressione del cittadino italiano: impoverimento cognitivo nell’ascolto”, divenendo membro della Commissione per l’Analisi delle Musiche Sperimentali del SIM. Dal giugno 2010 è nominato Compositore Residente e Maestro Concertatore del Popoli Festival, alla guida dell’omonima orchestra. Nel novembre del 2011, l’Urticanti Festival Internazionale di Musica Contemporanea di Bari gli commissiona uno speciale tributo a Gustav Mahler, in occasione del centenario dalla scomparsa del maestro viennese: “Der Abschied Retape” (2011) è stata eseguita il 24.11.2011 presso il gremitissimo Palazzo Ateneo dell’Università degli Studi di Bari, seguito in diretta da Radio 3 RAI e SKY Classica. Nel dicembre del 2011 è ospite del festival Avvistamenti a Molfetta (Ba) dove ha sonorizzato dal vivo “Film” (1965) di Samuel Beckett. Nel marzo del 2012 pubblica il nuovo album “Soundcarraldo”, su CD e Digitale per la Pocket Panther Records e promosso da Puglia Sounds, distribuito da Goodfellas. La musica di Gabriele Panico è disponibile nei principali portali musicali e nei negozi di dischi. Nel luglio del 2012 apre la IX Edizione del Festival Cinema del Reale, con il live “Play De Seta”, sonorizzazione dal vivo di “Isole di fuoco” (1954) del documentarista siciliano; nel dicembre dello stesso anno è ospite della X Edizione di Avvistamenti Festival con il live “Play Marker”, sonorizzazione dal vivo di “La Jetèe” (1962) del regista francese Chris Marker. Nello stesso mese, esegue in prima assoluta il suo “Leviathan” presso la Fondazione Casa Piccinni di Bari (evento a cura dei Conservatori Musicali di Bari, Monopoli e Lecce) e firma la colonna sonora originale del nuovo spot ufficiale di Max Mara – Weekend Collection, Spring/Summer 2013 (prod. USA/Fra/Ita).
Con lo pseudonimo Larssen inizia ad esplorare i sentieri della musica elettronica a metà degli anni ’90. All’attività di dj si affianca presto l’esplorazione per tecniche e macchine che hanno rivoluzionato il modo di intendere e di produrre la club music e le dancehall: sampling, overdubbing, le Roland 303 e 808, i synths analogici e gli inseparabili nastri magnetici. Si è esibito, in djset e in performance live, in numerosi festival, clubs e yards in Italia, Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Albania, Grecia, Kosovo, Serbia, Croazia. Ha condiviso il palco con Mouse On Mars (D), Plaid (UK), Jimi Tenor (FIN), MC Navigator (UK), Africa Hitech (UK), Tom Middleton (UK), Skarra Mucci (JAM), Diffrent Styleez (SWE), Jah Sun (USA) e molti altri. Infaticabile producer e remixer, ha prodotto per importanti etichette italiane e, soprattutto, europee come Leef, Diapason, Sonic, Dirty Drop, Heavy Basswheights. Dal 2008 collabora con la Pocket Panther Records, dando alle stampe diversi singoli. Proprio per la label romana, in estate, ha pubblicato il suo nuovo album “Pninism”, promosso da Puglia Sounds e distribuito da Goodfellas, catturando l’attenzione di diversi network come Generation Bass, ZZK, Radio RAI, Radio Popolare, Rogue FM. Divenuto resident dj dell’importante network londinese Nasty FM, diverse testate specializzate (Resident Advisor, Tsugi Magazine, Rolling Stone Magazine, Rumore, Blow Up) lo definiscono “un pioniere della bass music made in Italy, considerandolo un vero e proprio ambasciatore del suono italico nelle più importanti piattaforme europee”. Nell’ottobre del 2012 si è esibito al Koko di Londra e al Ripperton di Brighton ed è stato ospite speciale di Radio Rai per la serie RAI WR8 Mixes; il mese successivo porta a termine una nuova tournèe in Albania, Kosovo e Serbia, fino all’apparizione sul palco principale del Medimex in dicembre. Oltre ai network britannici, nel 2013 riprende la sua attività live radiofonica, curando mensilmente sia la “Mixes Series” per Radio Popolare Catanzaro sia la rubrica “Larssen Box” per Soca Beat (Radio Ciroma / Circuito Radio Sherwood).

L’Unical conferisce la laurea honoris causa a Vandana Shiva

Cosenza – Questa mattina docenti e discenti hanno tinto di “diversità” l’Aula Magna dell’Università della Calabria; non più una cattedra a dividerli, non più gradi e competenze istituzionali a differenziarli ma un unico serpentone di curiosità e attesa; oggi insegnati e studenti, seduti gli uni accanto agli altri, hanno assistito con lo stesso interesse e lo stesso coinvolgimento al conferimento della Laurea Magistrale honoris causa in Scienze della Nutrizione a Vandana Shiva, attivista politica, ambientalista e scrittrice indiana. Presenti nell’aula magna, per assistere all’importante evento, non solo studenti, docenti e stampa ma anche l’Assessore Regionale alla Cultura Mario Caligiuri, Il Prefetto di Cosenza Raffaele Cannizaro e il Sindaco di Rende Vittorio Cavalcanti.

Vandana Shiva è il nome di una donna piccola, minuta ma caparbia, dinamica, forte interiormente ed intellettualmente, una donna che ha trasformato in suo pane quotidiano la tutela della biodiversità e dell’agricoltura naturale a favore del sostentamento delle popolazioni più povere; la sua battaglia, invece, è quella contro gli OGM e le multinazionali che speculano sulle monocolture intensive e tendono a monopolizzare il mercato brevettando le sementi. Brevettare significa, infatti, danneggiare e indebolire un patrimonio di conoscenze consolidate, radicate su cui va proprio a poggiarsi l’agricoltura di “sussistenza” praticata delle aree più povere del nostro pianeta.

Una donna conosciuta in tutto il mondo la Shiva, una donna carismatica, docile, tenera e dallo spiccato senso dello humor; una donna che con il solo uso delle parole sa diventare graffiante, ingombrante, scomoda per chi come la Monsanto Company tenta di pestare i piedi a lei e alla sua gente. Vandana Shiva ha trasformato il suo sapere in praticità, ha reso la sua vita una missione in favore del suo popolo, della sua terra trasformando l’esigenza del singolo in volontà collettiva. La sua ostinazione l’ha anche indotta a fondare, nel 1991, il movimento Navdanya che in hindi significa “nove semi”; è un movimento che celebra la biodiversità ed esalta l’esigenza, di tutto il mondo, di vivere tra sfumature di colori, di odori, di sapori e di colture; i “nove semi”, infatti, rappresentano le nove colture da cui, in India, dipendono la sicurezza e l’autonomia alimentare.

Questa piccola grande donna oggi ha ricevuto la laurea honoris causa in Scienze della Nutrizione, un semplice gesto per ripagare una vita piena che straripa e non si riesce a contenere, una vita che deve essere raccontata affinché diventi simbolo di speranza e di mutamento in favore di un futuro migliore. La commissione, composta dal Rettore dell’Università della Calabria Giovanni Latorre, dal Direttore Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e Della Nutrizione Sebastiano Andò e dall’Ordinario di Fisiologia della Nutrizione all’Università degli Studi del Molise Giovannangelo Oriani, ha introdotto gli studi e il lavoro della Shiva in modo da “sterrare il terreno” da pregiudizi e incertezze e preparare l’uditorio alla lectio magistralis dell’ambientalista.

Con un sorriso tenero e rassicurante e con la semplicità di chi tra la gente è abituata a vivere Vandana Shiva si è voltata verso la platea, ha afferrato il suo blocco d’appunti e ha esordito “Mille grazie all’Università intera, sono onorata di aver ricevuto questa laurea e volevo dirvi che ho anche imparato una parola in calabrese: cangia capu” – ride di gusto Vandana e poi ritorna seria – “Bisogna andare al di là delle false gerarchie” – dice – “perché queste piramidi sono state costruite con la violenza e con l’avvallamento della conoscenza. Bisognerebbe tornare alle vecchie tradizioni ed eliminare dalla nostra dieta, e dalla nostra vita, tutto ciò che è innaturale” – e poi continua tra un bicchiere d’acqua e l’altro – “Le donne possono alimentare il mondo, le donne possono essere le vere protettrici della biodiversità che è una delle fonti più importanti per la nostra sopravvivenza. La soluzione è quindi, per dirla in calabrese, “cangia capu” e sostieni la diversità”.

Annabella Muraca

UIL UNICAL: Apprezzamento Per i Docenti che hanno Sollecitato Una Discussione su Gestione Ateneo

RENDE (CS) – La UIL dell’UNICAL manifesta apprezzamento per quei docenti che, all’indomani del Senato Accademico, che ha deciso la costituzione del nuovo Consiglio di Amministrazione, hanno rotto gli indugi avviando una discussione sulla Università e su chi la debba guidare nei prossimi anni.

Non è mai troppo tardi, evidenziano i dirigenti della UIL, visto che da più di un anno sollecitano, ad una sonnacchiosa e acquiescente classe docente, di uscire dalle stanze dell’amministrazione dei propri interessi per guardare al futuro dell’Ateneo.

La scelta inopportuna di costituire il Consiglio di Amministrazione – non rispettando ed offendendo il principio delle pari opportunità, non designando singolarmente i membri proposti dal Rettore, non votandoli a scrutinio segreto, perpetuando il sistema del divide et impera, favo- rendo lobby -, è forse servita da detonatore alla protesta, che per la UIL deve immediatamente tradursi in proposta.

Una proposta che faccia chiarezza su programmi e persone, una proposta che abbandoni l’idea di una gestione del potere, quale compromesso fra una ristretta élite di professori, e che ripristini le regole democratiche del confronto e della partecipazione.

È necessaria all’UNICAL una nuova classe dirigente che, come dice la professoressa Piro, sappia innanzitutto manifestare il proprio pensiero, collegandolo sinergicamente ai bisogni di una società, quella calabrese, ormai allo stremo e che può ritrovare, in una rinnovata Università, le ragioni del riscatto culturale ed economico.

È necessaria, come dice il professore Giordano, discontinuità, intesa come alternativa alla gestione padronale del Rettore uscente.

La UIL ribadisce la necessità di un incontro fra i membri di questa comunità che sono stati marginalizzati dalle scelte interessate di una ristretta “casta accademica”, che ha la responsabilità di aver riportato l’Ateneo in pieno Medio Evo.

Ma quale necessità c’era di nominare il nuovo Consiglio se non per manifestare l’arroganza di un potere fine a se stesso e per imporre uomini e strategie? Ma quale prezzo è stato pagato per tacitare personaggi influenti, che fino a qualche giorno fa rivendicavano più trasparenza e partecipazione?

Accontentarsi di aver conquistato il seggio per sé o per il proprio amico, senza aver definito i contorni programmatici entro i quali l’azione debba esercitarsi, non è un gran risultato, forse è solo l’inizio per ulteriori nascosti compromessi.

La UIL ritiene necessario la costituzione di uno schieramento alternativo rispetto ai metodi ed alle azioni di questo Rettore uscente, le cui scelte sono finalizzate a mantenere il controllo sull’Ateneo.

Il Sound Minimale di Teho Teardo in Concerto al Teatro Auditorium dell’Unical

Mercoledì 3 aprile, inaugurato al Teatro Auditorium dell’Unical, Cine/Ma/Live #2, ciclo di eventi che fondono cinema e musica, promossi dall’associazione culturale Fata Morgana.

Ad inaugurare la rassegna, Mauro Teardo, noto ai più come Teho Teardo, il musicista che ha firmato numerose colonne sonore per il cinema italiano (sue quelle di Diaz, L’amico di famiglia, Il Divo, La ragazza del lago, Il Gioiellino, La nave dolce, Una vita tranquilla, Gorbaciof, Denti e molte altre)

Fata Morgana non è nuova ad eventi simili, a Dicembre aveva già proposto a Cosenza, presso il cinema Italia, la sonorizzazione dal vivo de “Il ventaglio di Lady Windermere“ di Lubitsch, dal romanzo di Oscar Wilde ed eseguita dai Red Basica, la band cosentina guidata da Mirko Onofrio, già membro dei Brunori SAS.

Mercoledì piove e fa piuttosto freddo. Lo spettacolo inizia alle 21.30 ma sbaglio uscita sulla SA-RC e arrivo clamorosamente in ritardo. E’ la musica, da fuori, ad indicarmi la strada. Quando entro, il nastro musicato è un estratto da Diaz, uscito proprio un anno fa, in questo periodo.

Teho Teardo non è da solo sul palco, ad accompagnarlo è Martina Bertoni, al violoncello. Ed è proprio il violoncello a farmi tornare in mente, sebbene in maniera un po’ impropria, la celebre foto di Man Ray in bianco e nero, “Le Violon d’Ingres” (letteralmente “Il violino di Ingres), in cui compare una donna nuda ritratta di spalle, con dipinte, in corrispondenza delle natiche, le due “effe” del violino, le stesse che compaiono anche sul violoncello e che mi fanno riflettere sulla stretta analogia tra lo strumento e il corpo della donna, il ventre largo e sinuoso, le forme rotonde e sensuali che Martina Bertoni fa vibrare ad ogni nota.

Terminata la sonorizzazione di un frammento da “Il Gioiellino”, Teardo interrompe l’applauso scrosciante e dice, con un inconfondibile accento settentrionale: “E’ la prima volta che suoniamo qui in Calabria, chiamateci ancora!” e lancia un sorriso compiaciuto a noi, i veri compiaciuti, finiti lì dentro a goderci lo spettacolo.

Dopo il bis sulle note di un inedito dal suo nuovo album, “Still Smiling”,  in uscita il prossimo 22 aprile. La luce interrompe l’atmosfera di buio complice e custode. Colgo un’euforia generale, che poi è il bello del teatro. L’idea di condividere tra sconosciuti, e perciò non più tali, uno spazio comune, dimentichi di ciò che accade fuori, uniti dal segreto di ciò a cui si ha assistito e legati da quella commistione alchemica di sentimento e sussulti che l’Arte, quella più pura, sa scatenare.

Chiara De Salvo

Vandana Shiva: elogio della biodiversità

COSENZA – In vista del conferimento della laurea honoris causa a Vandana Shiva – che si terrà domattina all’università della Calabria – Ateneo Controverso ha voluto anticipare l’atteso evento con un incontro propedeutico. Globalizzazione, sovranità alimentare ed ecologia sociale i temi scelti.

L’aula 16c sembra quasi impreparata a questo appuntamento. Molti gli studenti che sono presenti perché incuriositi dalla presenza dell’attivista indiana, ma il pubblico si colora presto anche di volti estranei all’ambiente universitario.

Si parte con la proiezione di un video. “La dea ferita” – di Werner Weick e Marilia Albanese – è un documentario prodotto quasi 20 anni fa, che presenta ancora oggi l’attualità di un sistema economico globale poco sostenibile e poco democratico. In un’ora di filmato si concentra buona parte del pensiero e delle battaglie di Vandana Shiva, premiata nel 1993 con il Right Livelihood Award, il Nobel per la Pace alternativo. Partendo dalla figura della Dea Madre, Durga, così cara alla cultura e alla spiritualità indiana, si dipana la storia della lotta continua tra bene e male, che si concretizza nella lotta tra vita e morte, tra naturale e artificiale. La divinità ha le sembianze femminili perché rappresenta la natura e la forza generatrice. Ma è anche espressione di tutte le donne che assumono il ruolo di custodi e testimoni della vita. Vita che nasce dalla terra. Una terra troppo spesso martoriata e dilaniata da interventi umani invasivi. È il caso delle multinazionali che incidono pesantemente sulle scelte agricole dei diversi paesi, creando monocolture che distruggono la diversità ambientale e la stessa sopravvivenza dei popoli. Un ciclo vizioso che porta povertà e malattie, mascherate da ricchezza e successo. L’uso massiccio di monocolture o di organismi geneticamente modificati, ad esempio, se da un lato garantisce rese agricole elevate, dall’altro altera gli equilibri del territorio e costringe ad usare pesticidi che sono nocivi per la salute dell’uomo e degli animali.

Il documentario descrive nei dettagli le conseguenze degli interventi delle multinazionali sulla vita economica e sociale dell’India, introducendo i temi della biodiversità, dei beni comuni, della salvaguardia della natura e dell’agricoltura legata ad essa, dell’importanza del ruolo delle donne, di una sana alimentazione.

Parole e immagini di popoli e luoghi lontani che sembrano comunque molto vicini alle nostre realtà. Situazioni che, nelle pur evidenti diversità di contesto, ben si possono adattare ai nostri territori. La soia che soppianta le coltivazioni autoctone dell’India può fare pari con l’abbandono delle nostre terre e l’estinzione di alcune antiche varietà di frutti.

Quando arriva il turno di Vandana Shiva l’attesa è cresciuta ormai a dismisura. Il tempo a disposizione con lei è poco, ma si concede ugualmente all’interesse e alla sete di sapere dei presenti. C’è chi chiede delucidazioni sulle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. «Non necessariamente le nuove tecnologie devono essere positive, lo si vede bene nel caso degli ogm o dell’energia nucleare: non si può usare la nuova tecnologia come stratagemma di bullismo verso i popoli», risponde con precisione.

C’è chi si sofferma sul conferimento della laurea ad honorem da una terra come la Calabria ai margini della globalizzazione e dello sviluppo. «Il margine di ieri è il centro del futuro», esordisce con voce sicura e pacata, proseguendo con l’idea della necessità di riappropriarsi delle peculiarità di ogni luogo sfruttandone potenzialità e caratteristiche proprie, dando centralità alla conoscenza.

C’è chi ancora pone l’accento sulle nuove forme di patriarcato che, a detta di Vandana Shiva «si può combattere e sconfiggere solo praticando il rispetto per ogni forma di essere vivente». E di certo non può mancare il riferimento al caso Novartis e alla vittoria dei diritti sulle logiche di mercato.

Nel dibattito serrato e incalzante rientrano anche tematiche come quella della green economy, della dignità del lavoro, della conoscenza, della sovranità alimentare, dell’immigrazione come «conseguenza di economie non sostenibili», ma sopratutto un riferimento costante viene fatto al potere della democrazia e della partecipazione civica.

L’incontro è giunto alla fine. Vandana Shiva lascia la platea su note di speranze per una possibilità di cambiamento, per la costruzione di un’economia che punti al benessere delle persone più che allo sviluppo ad ogni costo. Ma l’appuntamento prosegue domattina in Aula Magna.

 

 Mariacristiana Guglielmelli