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Fai-Cisl: «No alla guerra tra Gal»

CATANZARO – «No alla ‘guerra’ tra Gal, sì alla partecipazione responsabile. Non possiamo rischiare che per motivi partitici, a farne le spese sia una seria programmazione dal basso che, con le ingenti risorse messe a disposizione dalla Regione, può far decollare finalmente l’economia del Vibonese». Ad intervenire, nella questione apertasi con  la contrapposizione tra il CoGal Monteporo-Serre Vibonesi e il neocostituito Gal ‘Terre Vibonesi”, è la Fai Cisl di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, che richiama tutti gli attori di questa vicenda, ad un sano realismo, per riportare la questione sull’unico obiettivo davvero importante, al di là delle contrapposizioni e delle prese di posizioni partitiche. Ovvero, lo sviluppo ed il rilancio economico e sociale, di tutta l’area del Vibonese. Un obiettivo agognato da tanto tempo, ma che ora, con una ‘torta’ messa in campo dalla Regione, di 5,8 milioni di euro, impone «di lasciar perdere le ambizioni e i pur legittimi interessi di esponenti di qualsiasi partito. La politica deve guidare i processi, ma i in ottica di programmazione dal basso, negoziata, come nello spirito del Gal, – dichiara la Fai Cisl – per incisivi ed efficaci progetti di sviluppo locale per una provincia tra le più povere d’Italia e le cui popolazioni attendono da troppo tempo il rilancio. Ora che ci sono gli strumenti e le risorse – è l’auspicio del segretario generale Francesco Fortunato, congiuntamente al responsabile territoriale della sede Fai Cisl di Vibo Valentia Sebastiano Monaco – non possiamo permetterci di perdere questo partita. A fallire sarebbe la politica, tutta». Una ‘guerra’ tra Gal, ma nel pollaio, è proprio il caso di dire, a finire male sarebbe il pulcino, l’appena nato processo di sviluppo che in particolare vede in campo molti operatori del settore agroalimentare, uno dei pochi che anche a Vibo Valentia e provincia, che da segnali di vitalità, oltre al turismo. «Ma che bisogna subito sostenere  – è il pensiero di Fortunato – con azioni di concertazione, tra enti, privati e parti sociali, per disegnare linee di sviluppo che abbiamo come unico interesse la ripresa economica e sociale di questa importante provincia calabrese».  Anche perché il tempo stringe, il 16 scadono i bandi, anche se si vocifera di una proroga regionale di una settimana. Ad una condizione, però, quella di dire «basta guerre inutili».

Bancarotta fraudolenta, imprenditore denunciato

VIBO VALENTIA – I Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia hanno scoperto e denunciato per il reato di bancarotta fraudolenta un imprenditore vibonese operante nel settore manifatturiero, che, dichiarato fallito, ha distratto all’attivo fallimentare beni e disponibilità finanziarie per circa 600 mila euro, così sottraendole ai creditori. L’accertamento della distrazione è scaturito da approfonditi controlli documentali e contabili, che hanno consentito ai militari di scoprire la “sparizione” delle disponibilità di cassa e di una cospicua parte dei beni che dovevano costituire il “magazzino” dell’impresa, nonché l’inserimento in contabilità di perdite fittizie al fine di nascondere gli utili d’impresa effettivamente conseguiti. La condotta truffaldina era stata camuffata mediante dichiarazioni inattendibili, scritture contabili non veritiere e, soprattutto, attraverso alienazioni di beni simulate a carico di prestanome compiacenti.

Partnership tra la Camera di Commercio e Mercatorum. Presto un’altra Università a Vibo Valentia?

VIBO VALENTIA – È  stata raggiunta l’intesa fra la Camera di Commercio di Vibo Valentia e l’Universitas Mercatorum per la promozione e della valorizzazione della ricerca, della formazione e della promozione culturale in genere.

La partnership con l’Università Telematica del sistema camerale è finalizzata a  sviluppare una serie di progettualità per la predisposizione e alla diffusione di iniziative di carattere accademico e formativo, nonché di incremento e valorizzazione dell’aggiornamento professionale dei lavoratori all’interno delle aziende e del mondo professionale in generale,  anche attraverso il ricorso allo strumento del lifelong learning, cioè della formazione permanente indispensabile per l’ammodernamento e la riqualificazione continui delle competenze in termini di innovazione e competitività.

La partnership tra Camera di Commercio di Vibo Valentia e Universitas Mercatorum, però, ha un altro importante obiettivo: coinvolgere altri Enti per la costituzione del “Consorzio Universitario Vibonese”, finalizzato a favorire l’istruzione universitaria e la ricerca scientifica nel territorio e proprio attraverso l’istituzione di una sede secondaria dell’Università Telematica Universitas Mercatorum.

Tra le attività da realizzare è previsto anche l’attivazione di uno sportello informativo e la programmazione di sedi d’esami presso la sede camerale vibonese, l’attivazione di almeno venti stage all’anno presso aziende del territorio, l’ospitalità di almeno due convegni organizzati dall’Ateneo, borse di studio, la realizzazione di un “Atlante manageriale del made in Italy” e l’organizzazione di azioni promozionali rivolte a specifici target.

«Oggi più che mai–dice il presidente della Camera di Commercio Michele Lico- in una società che si evolve a ritmi incalzanti, l’acquisizione e l’aggiornamento continuo di conoscenza e di competenze strategiche è irrinunciabile in una prospettiva di crescita personale, civile, sociale, lavorativa e, dal punto di vista produttivo, per la gestione e lo sviluppo concorrenziale dell’impresa. Il sistema camerale partecipa attivamente alla formazione e alla diffusione di sapere e cultura, orientando ed accompagnando soprattutto i giovani verso il mercato del lavoro e,  in quest’ottica, l’intesa con Universitas Mercatorum mira, appunto a valorizzare il capitale umano per sostenere crescita professionale e sviluppo territoriale, migliorando l’equità nell’istruzione e nella formazione in un territorio penalizzato proprio da presidi accademici».

Preso il boss Alvaro. Era latitante dal 2007

VIBO VALENTIA – La Polizia di Reggio Calabria ha localizzato e catturato, nell’agro di Monterosso Calabro (provincia di Vibo Valentia) il pericoloso latitante della ‘ndrangheta calabrese Giuseppe Alvaro, alias “Peppazzo”, considerato ai vertici della cosca Avaro, soprannominata “Carni i cani”, attiva a Sinopoli con proiezioni nel Lazio e all’estero. Era il latitante più longevo della Piana di Gioia Tauro: infatti era stato colpito a febbraio del 2009 da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria, per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, contestati nell’ambito dell’operazione Virus, condotta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria. Il ricercato è stato catturato al termine di prolungati servizi di osservazione svolti in un’ampia zona rurale. Al momento dell’irruzione eseguita in un frantoio, Alvaro ha tentato la fuga lanciandosi da una finestra, ma poco dopo è stato raggiunto dagli agenti che lo ha bloccato e ammanettato. Dopo le rocambolesche fasi della cattura, l’arrestato è stato trasportato all’ospedale di Vibo Valentia per essere sottoposto a un intervento chirurgico, poiché, cercando di fuggire dal frantoio, ha riportato la frattura scomposta della caviglia.

Il provvedimento restrittivo racchiude i risultati acquisiti durante l’attività investigativa, che aveva svolto la Squadra Mobile di Reggio Calabria per la cattura di Carmine Alvaro, 63 anni, padre dell’arrestato, rimasto latitante dal 9 giugno 2003 al 18 luglio 2005, condannato dalla Corte di Appello di Reggio Calabria, con sentenza del 18 novembre 2002, per associazione mafiosa, come promotore, organizzatore e capo dell’omonima famiglia mafiosa. In questo contesto era emerso un ruolo di assoluto rilievo di Giuseppe Alvaro nell’organigramma della cosca. I vari accoliti, infatti, non esitavano a eseguire puntualmente e immediatamente le direttive da lui impartite anche, perché, probabilmente, ne riconoscevano il ruolo di portavoce del padre boss. Gli incontri con il padre, dunque, non erano semplici incontri tra padre e figlio, ma vere e proprie riunioni per stabilire le attività illecite della cosca e per ricevere le direttive del boss latitante.

Giuseppe Alvaro era ricercato sin dall’inizio della propria latitanza, da quando si era sottratto alla cattura insieme al cugino Paolo Alvaro, 51 anni, originario di Sinopoli, catturato il 20 novembre 2015 a Melicuccà da militari dell’Arma dei carabinieri. A suo carico diversi precedenti penali e di polizia per associazione mafiosa, ricettazione, furto, rapina, truffa, riciclaggio, violazioni della legge sulle armi, favoreggiamento personale e procurata inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. In relazione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la quale Alvaro risultava ricercato, il 7 aprile 2010, è stato condannato, al termine di un processo con rito abbreviato, alla pena di otto anni di reclusione ed euro 8mila di multa dal Gup del Tribunale di Reggio Calabria. La sentenza di condanna è stata confermata dalla Corte di Appello di Reggio Calabria il 20 aprile 2010.

Morte boss Mancuso, la Questura vieta funerali in forma pubblica

LIMBADI (VV) – Nella propria abitazione di Limbadi, è deceduto Salvatore Mancuso ritenuto uno degli storici capi dell’omonima consorteria mafiosa. In considerazione dei precedenti giudiziari del Mancuso, nonché degli strettissimi rapporti di parentela intercorrenti tra il defunto e gli attuali elementi di vertice del clan – rende noto la Questura di Vibo Valentia – si è ritenuto che l’eventuale celebrazione dei funerali ed il trasporto della salma in forma pubblica potrebbero determinare turbative all’ordine e alla sicurezza pubblica. Pertanto, conformemente a quanto unanimemente deliberato dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, il Questore della provincia di Vibo Valentia Filippo Bonfiglio con proprio decreto ha vietato il trasporto in forma pubblica del feretro, prescrivendo che le esequie si svolgano in forma strettamente privata con la sola partecipazione dei congiunti più stretti, nelle forme e negli orari che saranno notificati ai familiari, al titolare della ditta di onoranze funebri, al sacerdote che officerà il rito ed agli altri soggetti interessati.

Arpacal per la Settimana Europea dell’Energia Sostenibile

REGGIO CALABRIA – Dal 13 al 17 giugno prossimi si celebra la Settimana europea per l’energia sostenibile, voluta dalla Commissione europea per promuovere le energie rinnovabili e sensibilizzare le future generazioni al rispetto dell’ambiente; l’evento comprende una serie di manifestazioni rivolte al mondo della ricerca, delle istituzioni, dell’industria e a quello delle scuole.

L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), per cui l’energia sostenibile non è soltanto argomento di sensibilizzazione ad una nuova cultura ambientale, si presenta per questa edizione come testimonial con la propria esperienza quotidiana.

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Con cinque impianti fotovoltaici, distribuiti su quattro delle cinque sedi provinciali, l’Arpacal, infatti, dal 2011 ad oggi non solo ha prodotto un milione e mezzo di kw, ma ha contribuito alla riduzione delle immissioni nell’atmosfera per un valore di 760 mila Kg di CO2, e pertanto con il non utilizzo di 268 tonnellate equivalenti di petrolio.

Gli impianti fotovoltaici che si trovano nelle sedi di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone sono stati realizzati e attivati già nel 2011 attingendo a propri fondi di bilancio, ed allargando la “rete” di produzione di energia che vedeva già presente un impianto sulla nuova sede di Catanzaro, operativo già dal 2009. Il grande salto è stato compiuto dall’Arpacal nel 2011 partecipando ad un bando POR attraverso il quale ha ottenuto dalla Regione un importante finanziamento di circa 1 milione e 400 mila euro che sono stati integralmente investiti per realizzare un impianto, sempre a Catanzaro, di 145 Kwh, consistente in tettoie ed in pensiline per i parcheggi auto con tetti in pannelli fotovoltaici. Per non dimenticare che, oltre agli impianti di produzione, per la sede di Crotone è stata finanziata una corposa opera di riqualificazione energetica che, agendo sulla riduzione dei consumi e l’installazione di apparecchiature dalla classe energetica alta, hanno sensibilmente migliorato il bilancio energetico dell’Agenzia .

Ad oggi, l’Arpacal produce con i propri impianti fotovoltaici circa il 25% dell’energia di cui ha complessivamente bisogno in tutte le sedi, e per alcuni di questi impianti l’Agenzia beneficia del cosiddetto Conto Energia, ossia gli incentivi che il GSE erogava per la produzione di energia da fonti rinnovabili. E’ intenzione dell’Agenzia, inoltre, un piano di reinvestimento delle somme guadagnate da tali impianti per migliorare ulteriormente la capacità produttiva di energia sostenibile, ma anche riducendo ulteriormente i consumi.

L’esperienza dell’Agenzia ambientale calabrese nel campo della produzione energetica sostenibile, ma anche nella riduzione dei consumi, è diventata un caso di studi in diversi incontri tecnici presso il Ministero dell’Ambiente così come nello prestigioso Salone AmbienteLavoro di Bologna, che rappresenta il più importante appuntamento nazionale per gli esperti del settore.

Vibo Valentia, istituito lo sportello Legalità

VIBO VALENTIA – Una più diffusa cultura della legalità, prevenzione dei fenomeni dell’usura e degli atti estorsivi, sostegno alle imprese vittime di atti criminosi: è l’impegno congiunto di Camera di Commercio, Comune Vibo Valentia e Associazione Antiracket che parte con l’istituzione dello Sportello Legalità.

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E’ questa la novità sostanziale che emerge dagli accordi realizzati nella città vibonese, con un protocollo che punta a essere modello amministrativo per diverse realtà del Sud.

Lo sportello sarà aperto da lunedì a venerdì dalle: ore 9.00 alle ore 12.30; l’operatore dedicato potrà essere raggiunto anche telefonicamente allo 0963/294641, via fax allo 0963/294631 e ancora all’indirizzo  di posta elettronica sportellolegalita@vv.camcom.it.

L’attività dello Sportello sarà finalizzata a fornire agli imprenditori della provincia di Vibo Valentia che versano in gravi condizioni economiche (e quindi a rischio di usura o già vittime di usura o vessati dal racket) assistenza legale, consulenza aziendale finanziaria e bancaria, a titolo gratuito, attraverso il supporto di specifiche professionalità, con la promozione di  iniziative di informazione e assistenza per l’accesso e l’utilizzazione dei Fondi speciali antiusura.

Lo sportello farà riferimento alla Legge n. 44/1999, anche con il coinvolgimento delle Associazioni di categoria e dei Confidi e delle Associazioni che hanno costituito Fondi speciali ex art. 15 L.108/96, raccogliendo  dati, informazioni e ogni altro  elemento utile  per l’analisi della realtà locale, allo scopo di recepire qualsiasi situazione o episodio d interesse che presupponga il maturare di vicende estorsive;

Si organizzeranno, nell’ambito delle attività previste dall’accordo, corsi di formazione/informazione periodica per gli imprenditori.

Particolare importanza , ovviamente, sarà data all’interlocuzione con la Prefettura e le forze di polizia per un sostegno fattivo agli operatori commerciali che, trovandosi in condizioni vessatorie e illegali, procederanno alla denuncia dei reati di cui sono vittime e potranno utilizzare la legislazione statale di riferimento.

«Alla base di questa iniziativa congiunta –ha detto il presidente della Camera di Commercio Michele Lico- c’è  la consapevolezza che i fenomeni  dell’usura, quello   del racket e delle estorsioni, nel territorio della provincia vibonese, si sono  diffusi in modo sempre più preoccupante, sia per il numero delle imprese coinvolte ,che per la ripetitività degli episodi estorsivi ad opera della criminalità organizzata. Si tratta di una   grave minaccia alla libertà individuale e a quella degli operatori economici -ha aggiunto Lico- che  compromette gravemente lo sviluppo e la crescita complessiva del sistema delle imprese nella provincia e ostacola  le normali regole di concorrenza e gli equilibri del mercato. Per fronteggiare tutto ciò occorre fare sistema per  sostenere la reazione civile e programmare azioni di contrasto sempre più efficaci, organiche e incisive».

«Il Comune di Vibo Valentia –ha dichiarato il Sindaco Elio Costa- intende rafforzare la propria azione anche condividendo con altri Enti e Associazioni un percorso di conoscenza e approfondimento delle problematiche legate alla realtà sociale, contribuendo al rafforzamento dei diritti individuali e alla formazione di un sistema produttivo libero , nel quale  il  cittadino sia elemento  responsabile e attento al benessere della collettività. Legalità e solidarietà, dunque, con una maggiore informazione, formazione e sensibilizzazione per pratiche di civiltà che diventino normalità.»

«Lo Sportello Legalità fa parte di un più ampio accordo sottoscritto da Camera di Commercio, Comune Vibo Valentia e Associazione Antiracket e Antiusura, che –ha precisato il Segretario generale dell’Ente camerale Donatella Romeo- prevede di rafforzare il rapporto di collaborazione tra Enti e Associazioni di Categoria al fine di costituire, insieme alle istituzioni deputate a contrastare tali fenomeni, un tavolo di confronto permanente e uno strumento operativo importante. L’obiettivo –ha detto ancora Donatella Romeo- è quello di ridurre,  fino ad eliminare, l’innegabile impatto negativo che ogni forma di criminalità produce sulla libera fruizione del mercato dei beni e dei servizi per le imprese e per la provincia. La Camera di Commercio –ha concluso il segretario generale-  quale interlocutore privilegiato e portatore degli interessi delle imprese, intende così sviluppare ogni forma di sussidiarietà per il mondo produttivo, attraverso la promozione della cultura della legalità che è per il territorio presupposto indispensabile e imprescindibile di fiducia, crescita e competitività.»

Scomparsa Chindamo, controlli in azienda nel reggino

LAUREANA DI BORRELLO (RC) – Sono in corso da stamane controlli da parte dei carabinieri sui terreni di un’azienda di Laureana di Borrello finalizzati alla ricerca del corpo di Maria Chindamo l’imprenditrice agricola di 44 anni scomparsa il 5 maggio scorso, nel territorio di Nicotera. All’opera ci sono i militari supportati dai cani molecolari dell’unità cinofila di Palermo. In particolare si stanno effettuando degli scavi nei fondi di pertinenza di un’azienda. Sul posto sono attesi il procuratore della Repubblica di Vibo, Mario Spagnuolo, e il sostituito Concettina Iannazzo, titolare dell’inchiesta sulla scomparsa della 44enne. Dell’imprenditrice si sono perse le tracce il 6 maggio scorso in contrada “Montalto” tra i comuni di Limbadi e Nicotera dove possedeva la sua piccola azienda agricola e dove aveva dato appuntamento, quella mattina alle 7,30, ad alcuni operai per effettuare degli specifici lavori. I lavoranti, però, giunti sul posto poco dopo l’arrivo della donna, madre di tre figli, trovarono il suo suv vuoto, col motore ancora acceso, e vistose tracce di sangue all’interno e al di fuori del mezzo. La Procura di Vibo Valentia sta indagando per sequestro di persona ed omicidio, per ora a carico di ignoti. La Chindamo è scomparsa nel giorno del primo anniversario della morte del marito.

Maxi evasione fiscale da 26 milioni di euro scoperta nel vibonese

VIBO VALENTIA – L’individuazione dei contribuenti connotati dai più elevati profili di rischio di evasione è una delle principali missioni della Guardia di Finanza ed avviene sulla base di una mirata attività di intelligence, di controllo economico del territorio e da specifica analisi di rischio effettuata, anche a livello centrale, allo scopo di perseguire i fenomeni evasivi maggiormente pericolosi. Ed è in base a questa linea di azione che i Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, a conclusione di una vasta e complessa verifica fiscale, hanno scoperto che i titolari di un’impresa vibonese, facente parte di un gruppo societario attivo nel settore energetico, erano riusciti ad occultare al fisco oltre 26 milioni di euro di base imponibile. L’attività ispettiva ha preso l’avvio da un precedente controllo in materia di fiscalità internazionale svolto nei confronti di un soggetto economico non residente, facente parte del medesimo gruppo, che aveva già portato alla scoperta di un’evasione di oltre 19 milioni di euro. Le molteplici irregolarità constatate, pertanto, inducevano le Fiamme Gialle vibonesi a porre l’attenzione nei confronti della sopra citata impresa del gruppo, operante nel vibonese. L’attività di verifica successivamente intrapresa ha permesso di confermare i primi sospetti dei militari operanti che riuscivano a disvelare un articolato sistema fraudolento, radicato su tutto il territorio nazionale e all’estero, dotato di un meccanismo ben collaudato, posto in essere con l’unico scopo di evadere, in modo sistematico, le imposte. In particolare, gli accertamenti all’uopo esperiti hanno portato alla luce un intricato sistema di evasione fiscale, basato, tra l’altro, su sospette prestazioni tra società appartenenti allo stesso gruppo, su omesse rilevazioni contabili e su atti ed operazioni simulate. All’esito dell’articolata attività i Finanzieri della Compagnia di Vibo Valentia hanno deferito alla locale Procura della Repubblica due soggetti, amministratori della società, per il reato previsto e punito dall’art. Art. 4 (Dichiarazione Infedele) del D. Lgs. n. 74/2000, richiedendo, in relazione all’imposta evasa, provvedimenti patrimoniali a tutela delle garanzie per l’Erario.

“Chi l’ha visto?” torna sul caso di Maria Chindamo

ROMA – Il caso di Sara, la ragazza uccisa a Roma dall’ex fidanzato: è l’argomento di apertura di “Chi l’ha visto?” in onda domani alle 21,05 su Rai3. Nuovi documenti, inoltre, sulle due donne scomparse in maggio: Maria Chindamo e Mariangela Mancini. La prima è sparita il 6 maggio in Calabria, vicino Vibo Valentia: per gli inquirenti si tratta di sequestro e omicidio, ma il corpo non si trova. La seconda, invece, è scomparsa nel reatino il 12 maggio ed è stata ritrovata strangolata in un bosco, il giorno dopo. Obiettivo, infine sul caso di Marina Arduini, la commercialista di Frosinone svanita nove anni fa a bordo della sua auto, ritrovata parcheggiata a Roma due anni dopo. Dietro la scomparsa e, probabilmente, la morte potrebbero esserci questioni di denaro.