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‘ndrangheta, questura Vibo dispone vigilanza per Klaus Davi

ROMA – Lo aveva sottolineato qualche giorno fa il procuratore capo di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho alla Camera dei deputati, in occasione di un convegno sulla ‘ndrangheta: «Quando Klaus Davi viene a fare i suoi servizi, ha un modo cosi provocatorio di approfondirli che, senza che lo sappia, gli mettiamo dietro sempre polizia e carabinieri. Dobbiamo ringraziarlo per il suo lavoro di informazione». Ora la vigilanza è stata estesa anche alla provincia di Vibo Valentia, dove ha sede anche l’emittente calabrese La C news, che sta producendo gli speciali del massmediologo sulla ‘ndrangheta e sugli imprenditori che resistono e investono sul territorio. «Dopo l’aggressione subita a Filadelfia – dice il massmediologo – sono stato chiamato dal capo di gabinetto del questore di Vibo che mi comunicava che era stata disposta una vigilanza. Ad aspettarmi nella hall dell’albergo si sono presentati due signori della digos che hanno seguito i miei spostamenti. Ringrazio polizia, carabinieri e il Procuratore de Raho, credo che però che questo provvedimento sia la conclamata sentinella che qualcosa in questo Paese non funzioni. Non siamo in Iraq, siamo in Italia. Qui i giornalisti minacciati sono decine e nessuno ne parla. Eppure molti politici sono informati, perché si disinteressano? Detto questo la costante presenza del premier in Calabria è un fatto positivo. Non finirò comunque mai di ringraziare il network La C che mi consente di fare questa esperienza».

Imprenditrice scomparsa, si procede per sequestro e omicidio

VIBO VALENTIA – La Procura della Repubblica di Vibo Valentia sta procedendo per i reati di sequestro di persona e omicidio volontario nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa il 5 maggio scorso nelle campagne di Nicotera dell’imprenditrice agricola Maria Chindamo, di 44 anni. Secondo quanto è emerso dall’indagine condotta dai carabinieri, l’ipotesi investigativa che a questo punto appare più verosimile è che Maria Chindamo sia stata sequestrata ed uccisa. Ed allo scopo di trovare riscontri a questa ipotesi la Procura ha disposto le perquisizioni ed i sequestri delle autovetture e dei mezzi agricoli che sono stati eseguiti stamattina dai militari. Gli inquirenti avrebbero acquisito precisi elementi anche in merito al movente dell’omicidio dell’imprenditrice, ma sul punto, al momento, mantengono il riserbo. E questo in attesa dell’esito degli accertamenti del Ris e della Questura di Palermo, con l’ausilio dei cani molecolari, sul materiale che è stato sequestrato nel corso delle perquisizioni.

Vibo, oltre due milioni di euro illegalmente percepiti dallo Stato

Il Comando Provinciale di Vibo Valentia, nell’ambito di un piano nazionale avviato dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, teso al controllo della corretta erogazione di contributi comunitari nel settore agricolo, ha effettuato, in ambito locale, 160 controlli, riscontrando numerose irregolarità. L’ attività ha consentito di rilevare l’illecita percezione di 2,2 milioni di euro di contributi e di segnalare all’Autorità Giudiziaria 77 soggetti responsabili, a vario titolo, dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, falsità materiale in atti pubblici. Assai variegate sono risultate le condotte poste in essere dagli indagati. Sono state, infatti, scoperte istanze di accesso ai contributi firmate da persone decedute; contratti di affitto di terreni in cui una delle parti contraenti è risultata deceduta in epoca antecedente alla stipula; finanziamenti ottenuti grazie all’utilizzo di falsi titoli su particelle catastali di terreni pubblici e, addirittura, finanziamenti ottenuti da soggetti sottoposti a misure di prevenzione antimafia o utilizzando terreni agricoli confiscati alla criminalità organizzata. In diversi casi le condotte illecite rilevate sono state realizzate grazie al coinvolgimento di alcuni centri di assistenza deputati ad istruire le pratiche (tra gli indagati figurano 12 soggetti che operano, con varie qualifiche, in tali centri) che, con riferimento ai contributi erogati a soggetti deceduti, hanno falsamente predisposto Domande Uniche di Pagamento recanti date successive a quelle del decesso dei titolari delle imprese beneficiarie delle provvidenze pubbliche, mentre nei casi in cui i finanziamenti sono stati concessi su Particelle Pubbliche non hanno effettuato i controlli preliminari di pertinenza. Oltre alle violazioni penali, in relazione alle quali sono state avanzate all’A.G. proposte di sequestro preventivo per oltre 2 milioni di Euro, sono stati altresì segnalati alle Autorità Amministrative 32 soggetti (per violazioni amministrative quantificate in oltre 113 mila Euro) ed alla Corte dei Conti 40 responsabili di danni erariali quantificati in circa 150 mila euro.

Sequestrato tratto autostradale nel vibonese

VIBO VALENTIA – Saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa convocata presso il tribunale di Vibo Valentia, per le ore 11,30 di giovedì 12 maggio, i particolari dell’operazione, condotta dalla locale Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, per il sequestro preventivo di un tratto dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria di circa otto chilometri e mezzo, compreso tra gli svincoli di Mileto e Rosarno, di un tratto della strada Provinciale SP 58, in corrispondenza del viadotto sul fiume Mesima, di una strada interpoderale asservita ad un cantiere e di tutte le aree di rispetto adiacenti al citato tratto dell’A3. Nel corso delle indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, sono emerse, a carico dei vari indagati oltre all’ipotesi di reato di disastro doloso, anche ipotesi di concessione di lavori in sub appalto senza la prescritta autorizzazione della Stazione Appaltante, truffa aggravata ai danni di ente pubblico in relazione all’indebita percezione di pagamenti per smaltimento di rifiuti di lavorazione, attestato mediante falsa documentazione, falso materiale ed ideologico commessi nella redazione della contabilità lavori.

Operazione contro la ‘ndrangheta. Due politici vibonesi coinvolti

VIBO VALENTIA – Nelle prime ore della mattinata odierna, nelle province di Vibo Valentia, Cosenza, Como, Monza, personale delle squadre mobili di Vibo Valentia e Catanzaro e del servizio centrale operativo della Polizia di Stato, dei Carabinieri di Vibo Valentia e della compagnia di Tropea e militari del Gico della Guardia di finanza di Catanzaro, nell’ambito di una operazione convenzionalmente denominata “Costa pulita”, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo d’indiziato di delitto, emesso dalla procura distrettuale della Repubblica di Catanzaro, nei confronti di 23 soggetti ritenuti responsabili, a diverso titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegale di armi e sostanze esplodenti. Le investigazioni, si legge in una nota, avviate nei primi mesi del 2013, hanno riguardato numerosi soggetti appartenenti, o comunque contigui, al potente clan della ‘ndrangheta Mancuso, operante in tutto il territorio vibonese, ed alle consorterie collegate Accorinti, La Rosa e Grande, attive nei comuni del litorale tirrenico della provincia Vibonese, colpendone vertici e sodali. L’indagine peraltro ha lambito contesti politici locali, in particolare di passate amministrazioni del comune di Briatico e Parghelia. Tra i politici sotto inchiesta ci sono l’ex vice sindaco di Parghelia, Francesco Crigna, e l’attuale presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia, dichiarato in candidabile nel 2014, ma il provvedimento era sospeso dopo il suo ricorso. Nel corso dell’attività, supportata da intercettazioni telefoniche, ambientali e video riprese, sono state sequestrate diverse armi da fuoco e, nel 2014, sono stati tratti in arresto, in flagranza di reato, alcuni elementi di spicco delle locali cosche, in procinto di porre in essere un attentato mediante l’utilizzo di un potente ordigno esplosivo. Durante le fasi dell’odierna operazione, si è proceduto al sequestro, ai sensi della normativa antimafia, di beni mobili ed immobili riferibili agli indagati per un valore di circa 70 milioni. Tra i beni sequestrati oltre 100 immobili, quote societarie e rapporti bancari ed anche 2 villaggi vacanze e tre compagnie di navigazione con altrettante motonavi che assicuravano, in regime di sostanziale monopolio, i collegamenti turistici con le isole Eolie. Una holding criminale a cui non sfuggiva un affare, dal turismo, al commercio per finire agli appalti pubblici. E per palesare plasticamente il loro potere, boss e gregari facevano sfoggio di loro stessi nelle processioni religiose. Mentre la mafia siciliana sceglie il basso profilo, infatti, in Calabria la ‘ndrangheta continua a ostentare il proprio potere sulla comunità. Oggi il comandante dei carabinieri del Ros Giuseppe Governale, a Catania per l’operazione Kronos che ha portato al fermo di 28 presunti mafiosi, ha spiegato che “Cosa nostra è contraria a ‘inchini’ e ‘omaggi’ ai boss, perché attraggono l’attenzione dei media mentre la mafia vuole rimanere sotto traccia”. Di converso, a Vibo, l’inchiesta “Costa pulita” svela la pesante infiltrazione dei clan nelle processioni. Sono gli stessi parroci del paese a svelare l’intromissione nella vita religiosa di Briatico. Don Salvatore Lavorato si sfoga davanti ai carabinieri: “Certi soggetti dovendo imporre il loro dominio si indirizzavano alla parrocchia nel tentativo di influenzare e dominarne l’attività pastorale”. Si scopre così che per la processione a mare della Madonna del Monte Carmelo l’unica barca che può essere utilizzata, e che paradossalmente si chiama “Etica”, è sempre quella del boss Antonino Accorinti. Per il capo bastone la celebrazione è “cosa sua” tanto che “una volta – ha raccontato l’ex parroco – terminata l’uscita hanno chiesto di portare la sacra effige all’inizio del loro campeggio ove hanno fatto dei grandi fuochi artificiali”. Ma le manifestazioni religiose sono solo il simbolo. Per gli inquirenti le attività turistiche, settore trainante dell’economia locale, sono “pesantemente infiltrate”. Il clan Accorinti fino adesso ha gestito quasi in regime di monopolio le minicrociere per le Isole Eolie: per anni migliaia di turisti hanno viaggiato sulle tre imbarcazioni (oggi sequestrate) della flotta dei clan. Per i proprietari dei villaggi l’ordine era chiaro, i loro clienti dovevano viaggiare solo sulle navi degli Accorinti: “Fino a quando c’è posto, li metti là dentro”. Anche uno dei resort più lussuosi era cosa loro. Le entrate non venivano solo dal turismo, i clan controllavano anche gli appalti pubblici, come i lavori del dopo alluvione del 2011, grazie ad alcuni amministratori locali oggi sottoposti a perquisizione e indagati per concorso esterno in associazione mafiosa. Tra questi il presidente della Provincia di Vibo Andrea Niglia da poco decaduto dopo la sentenza della Cassazione che lo ha dichiarato incandidabile, indagato in qualità di ex sindaco di Briatico. A tenere le fila della holding, secondo i pm Pierpaolo Bruni e Camillo Falvo ed il procuratore facente funzione Giovanni Bombardieri, ci sarebbe il boss Pantaleone Mancuso detto Scarpuni. Nel suo “ufficio”, un bar in cui gli investigatori avevano piazzato una microspia, passavano tutti. Era lui il regista che decideva la spartizione degli affari illeciti tra le cosche “satelliti”. Ma al tavolino di Scarpuni si andavano ad accomodare anche semplici cittadini, imprenditori, professionisti. Una realtà che Bombardieri ha definito “inquietante”. E chi ha provato ribellarsi e a denunciare le commistioni con i clan ha pagato caro. Come il giornalista Pietro Comito vittima di pesanti minacce dopo la pubblicazione di alcuni articoli in cui svelava come un assessore del Comune di Parghelia facesse da autista al boss del paese.

Tentato omicidio nel vibonese. Arrestato presunto autore

ROMBIOLO (VV) – Un pregiudicato, Massimo Soriano, 44 anni, è stato ferito alla schiena a Presinaci, piccola frazione di Rombiolo, nel Vibonese. Poco dopo le ore 22 del 4 aprile l’uomo è stato colpito da alcuni colpi di pistola che soltanto per una casualità non hanno leso organi vitali. Trasportato d’urgenza all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, non è in pericolo di vita e se la caverà con una prognosi d circa quindici giorni. Sull’agguato indagano per tentato omicidio i carabinieri della stazione di Rombiolo e quelli della compagnia di Tropea che avrebbero già individuato il presunto colpevole. Si tratta di Maurizio Castagna, di 40 anni. I carabinieri, diretti dal comandante provinciale, col. Daniele Scardecchia, stanno cercando di chiarire il movente del ferimento. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore di Vibo Valentia Michele Sirgiovanni. Maurizio Castagna è il figlio di Serafino, condannato per l’omicidio di cinque persone avvenuta nel 1955 a Rombiolo. Per quell’episodio fu condannato a tre ergastoli e centodieci anni di reclusione.

Sanità, marcia di diritti a Vibo. Le richieste consegnate al prefetto

12967310_10204696967818903_2404374810426141236_o VIBO VALENTIA – Erano circa 2mila, secondo una stima degli organizzatori, le persone presenti questa mattina alla “Marcia dei diritti”, manifestazione promossa dai medici dimissionari dell’ospedale “Jazzolino” contro il decreto del commissario Scura.

 L’iniziativa, organizzata dopo le dimissioni dei primari dell’ospedale, ha registrato anche l’adesione di sindaci di vari centri del vibonese, sindacati, Confcommercio, Assindustria e del mondo della scuola. La “marcia” si e’ conclusa davanti la Prefettura dove il sindaco di Vibo, Elio Costa, il segretario generale della Cgil, Luigi Denardo, e i medici hanno incontrato il prefetto vicario Lucia Iannuzzi, al quale hanno presentato un documento in cui sono illustrate le istanze del territorio e le richieste dei medici, tra cui la revoca del decreto del commissario Scura, la costituzione di un tavolo regionale per risolvere le vertenze di lavoro e l’avvio della programmazione futura. 12968171_10204696967258889_7887925915876534533_o

 “Chiediamo – si legge nel documento – per la sanità la revoca del decreto 30 e la riscrittura concertiva del decreto sulla rete ospedaliera; per il lavoro l’avvio di una attività istituzionale per aprire tavoli operativi, regionali e nazionali, sulle vertenze in corso e sulla programmazione di politiche economiche e produttive; per l’istruzione i necessari interventi di agibilità e sicurezza scolastica”.

“I dipendenti delle province di Vibo e Crotone vittime di riforme pasticciate”, l’indignazione dell’On. Santelli

Roma ( Rm) – “Il caso dei dipendenti della Provincia di Vibo e Crotone è frutto di riforme pasticciate. Purtroppo questo governo s’impegna in riforme più sulla carta che reali e dell’inseguimento del ‘titolo giornalistico d’effetto’ che sembra essere l’unico traguardo che Renzi insegue lasciando sul campo problemi enormi e grandi contraddizioni”. Questo quanto si legge in una nota del coordinatore regionale di Forza Italia Jole Santelli.  “La legge Del Rio- prosegue la nota-  è stata fatta in fretta e male ed oggi si paga il dazio di un modo di legiferare fallimentare. Purtroppo tale riforma è fatta anche sulla pelle dei dipendenti che reclamano i loro diritti e non hanno neanche potuto incontrare il Premier Renzi che strombazza ipocritamente d’aver abolito le Province.”

VOLLEY SERIE D/F: S i complica il cammino delle ragazze del Cus Cosenza

COSENZA – In un Palacus pieno le ragazze del  Cus Cosenza soccombono alle ragazze della  Todosport Vibo V.  Le squadra del presidente Violo è riuscita solo per alcuni tratti a tener testa alla vibonesi. La partita era molto importante perché valida per i quarti di finale per la promozione in serie C. Domenica le cussine partono con Ferraro in palleggio e Ferriero opposta; la diagonale delle schiacciatrici con capitan Scervino e Callegari; centrali Naccarato e Lavigna; libero Finocchiaro. La Todo risponde con La vecchia, Sorrenti, la diagonale palleggiatrice opposto, la forte Vinci con Sabato e le centrali Ricci, Vinci M.; libero Paolo. Già dall’inizio si capisce che sarà una partita difficile per le nostre ragazze, che faticano non poco a tener testa alle avversarie. Le vibonesi forti dell’apporto di una forte Vinci, fanno capire che non sono disposte a concedere nulla e così il primo set scivola via tra alti e bassi per le ragazze di casa, con un parziale di 25-18. Nel secondo set, coach De Francesco con Mazza secondo, prova a mescolare le carte, proponendo dall’inizio Luciani al posto di una evanescente Callegari. Le cose sembrano andar meglio rispetto al primo set e le cussine si portano avanti fino al 13-7, ma un veemente ritorno delle ragazze di coach Iurlaro, rimette tutto sulla falsa riga del  set precedente. Parziale 25-19. Terzo e ultimo set senza storia; le padrone di casa sembrano ormai scariche e prive di lucidità e il set vola via in poco tempo. Adesso per le universitarie, non rimane altro che giocare per il quinto ottavo posto, per questa formula assurda di cui abbiamo accennato precedentemente.

Serie C maschile/ Consuleco sconfitta a Vibo

BISIGNANO (CS) – Va alla Tonno Callipo Vibo il match contro la Consuleco Bisignano. Ieri pomeriggio, la squadra vibonese ha conquistato la vittoria contro i ragazzi del tecnico Renato Amodio, mostrando quelle qualità fondamentali per mantenere attualmente il primato nella Serie C maschile. La squadra bisignanese nulla ha potuto nel 3-0 finale, come evidenziato anche in alcuni frangenti di gioco, contro un avversario che sembra esser proiettato verso la promozione in Serie B2. Dopo il match perso in casa del Palmi al tiebreak, la Consuleco esce sconfitta dal palazzetto di Vibo, contro una squadra diventata una “bestia nera” ormai: la scorsa stagione tutte le gare contro i giallorossi finirono con un ko nelle ultime battute (la sconfitta fu bruciante fu quella nella finalissima di Coppa Calabria), solo quest’anno, ma all’andata, si è imposta la compagine bisignanese. In settimana riprenderanno gli allenamenti e sabato, alle 18.30, al palazzetto di Collina Castello arriverà l’Olimpia Bagnara, un’altra compagine di primo livello che lotta per i vertici della classifica.