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Inno di Mameli obbligatorio a scuola. Ma cosa vogliamo insegnare ai ragazzi?

Firenze, 9 novembre 2012. E’ legge: l’inno di Mameli obbligatorio nelle scuole. A parte la bagarre parlamentare a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi, con il gioco delle parti in cui sono “brillati” gli onorevoli della Leganord come oppositori, ci viene spontanea una domanda: ma cosa vogliono insegnare ai ragazzi con l’obbligo di questo inno?
Quando ero ragazzo e a scuola (elementare) ogni tanto si cantava questo inno col “zi-pum” finale. Mi domandavo sempre perche’ la canzone dell’Italia doveva essere cosi’ brutta, in un italiano che nessuno parlava piu’ e (questo l’ho capito un po’ dopo) con dei concetti e dei valori che c’entravano molto poco con la nostra quotidianita’. E nella ingenuita’ di un ragazzo sotto i dieci anni mi domandavano perche’ non usavano una delle tante canzoni di Adriano Celentano che, all’epoca e non solo, piacevano a tutti gli italiani (c’erano anche le canzoni di Claudio Villa che piacevano a tanti, ma a me no!).
L’elmo di Scipio (e’ ancora un modello il colonizzatore Scipione l’africano?). La schiava di Roma (ma non eravamo contro la schiavitu’?). Siam pronti alla morte … l’Italia chiamo’ (quando capito’ a me – servizio militare ancora obbligatorio- pur in assenza di specifica legge, feci l’obiettore di coscienza rischiando la galera militare.

E poi, oggi, non abbiamo tutti plaudito all’abolizione della coscrizione obbligatoria, cioe’ con la “Patria” difesa oggi militarmente solo da quelli pagati… ammesso che ci sia da difendere questa “Patria”?). L’unione e l’amore che rivelano ai popoli le vie del Signore (e chi non ha questo Signore, come dovrebbe fare?). I bimbi d’Italia si chiaman Balilla (io mia figlia l’ho chiamata Alice, e dubito che qualcuno oggi si chiami Balilla oppure -se frequenta gli scout- li’ chiamino i ragazzi in questo modo). Son giunchi che piegano Le spade vendute: Già l’Aquila d’Austria Le penne ha perdute (ma l’Austria e’ sempre nella Ue?). E poi morte, morte e morte (meno male che oggi i ragazzi la “esorcizzano” con le dissacranti feste di Halloween). A quale Italia si vuole fare riferimento? Certo, la storia, le origini, le radici… ma doverle cantare ogni giorno a scuola, oltre che studiarle sui libri, e’ decisamente pesante e un po’ fascista (visti i contenuti).
Riportiamo il testo integrale dell’inno di Mameli, cosi’ come riportato sul web del Quirinale, errori di battuta compresi, proprio per far capire, vista la mala-cura avuta nella pubblicazione, quanto poco sia importante anche per la
massima carica dello Stato. Se proprio ci voleva un inno (il medico non lo prescrive abitualmente), forse era meglio indire un concorso, sperando che lo possano vincere testi di cantautori a livello di Dolcenera, Francesco De Gregori, Eugenio Finardi, Francesco Guccini etc (solo perche’ non ci sono piu’ persone come Fabrizio De Andre’ o Giorgio Gaber).

Ecco il testo dal web del Quirinale:

Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò

Vincenzo Donvito, presidente Aduc