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“Un vino da Signore”, negli scritti del Rinascimento le ottime qualità dei vini di Calabria

Cosenza ( Cs) – Stappare una bottiglia di vino è un’esperienza sensoriale che abbraccia sapori, profumi, colori, ma anche cultura, storia, tradizione e dedizione. Ogni bicchiere di buon vino è un viaggio a ritroso nel tempo che racconta le evoluzioni del territorio, di un sapere antico e dell’amore che gli uomini, per esso, hanno tramandato. Un percorso capace di far scoprire le peculiarità dei prodotti appartenenti all’enogastronomia locale. Tra i tanti che saranno presentati, i salumi pregiati di suino nero di Calabria, delle cui carni si apprezzano i profumi e i sapori intensi del sottobosco. Animali che, grazie alla loro rusticità, possono essere allevati all’aperto per tutto il periodo dell’anno e si adattano molto bene a qualsiasi tipo di alimentazione, a partire da quella che proviene dal pascolo. Ne deriva una razza ad accrescimento lento. Un allevamento non intensivo che serve a generare prodotti trasformati di nicchia. E ancora il pane di Cuti di Rogliano, a lievitazione naturale con lievito madre, cottura in forno a legna profumata, una sapiente miscela di farine ed il sapere della tradizione che lo hanno reso negli anni, insieme al pane di Cerchiara, leader sulle tavole e base per la degustazione di piatti poveri e raffinati. La migliore tradizione agroalimentare calabrese, rivista secondo i nuovi trend del mercato sarà quindi protagonista del Vinitaly, e consentirà al grande pubblico di conoscere il meglio della produzione olivicola ed agroalimentare di qualità: tutti i migliori oli extravergine di oliva e le eccellenze gastronomiche, dai  salumi, alle specialità dolciarie, ai formaggi e le conserve della provincia cosentina. Grazie alla sinergia tra la Camera di Commercio di Cosenza e il Consorzio Terre di Cosenza Dop, saranno ulteriormente apprezzati, non solo per la qualità intrinseca che li ha promossi ad eccellenze, ma anche per il rinnovato gusto del packaging e per la capacità stessa dei produttori di informare con dovizia gli avventori. Ad ognuna delle eccellenze gastronomiche sarà abbinato un vino del Consorzio Terre di Cosenza Dop. La produzione vinicola cosentina rivela agli estimatori la storia di una curata produzione, che unisce tradizione e innovazione.  Vini prodotti in Calabria, la regione più vocata all’agricoltura in grado di offrire, già da alcuni anni, standard di qualità altamente competitivi e vini di riconosciuta eccellenza, certificata anche dall’Associazione Italiana Sommelier, proprio per la valorizzazione dell’antico vitigno calabrese Magliocco in grado di dare vini di grande colore, eleganti, con finezza gusto olfattiva costante, con un tannino ben espresso nell’equilibrio complessivo del vino e capace di proporsi con longevità. Vini con profumi molto spiccati di frutta a bacca nera ben matura, quale la ciliegia, la mora e la prugna; spezie dolci per via del passaggio in barrique e un vago finale di oliva nera secca e di corteccia di pino mediterraneo.La cultura vitivinicola cosentina vanta una storia lunghissima, che vide il suo massimo splendore nel Cinquecento, quando il vino bruzio conquistò un indiscusso prestigio presso le classi dominanti italiane ed europee, trovando sempre più spazio sulle ricche mense aristocratiche. Sante Lancerio, bottigliere di papa Paolo III Farnese, presentava i vini calabresi, decantandone le qualità e le varietà, in una lettera al cardinale Ascanio Sforza. Papa Paolo III Farnese amava bere il clarellum  (vino prodotto da uve di bacca bianca) preferibilmente in primavera e durante l’estate, “forse perché poco alcolico e idoneo a non alterare l’equilibrio termico del corpo nei giorni caldi, come prescriveva la farmacopea”.Nel 1535 l’uva e il vino delle campagne di Bisignano (Cosenza) furono serviti nei ricevimenti preparati in onore di Carlo V dal principe Pietro Antonio Sanseverino. L’Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Napoli e Duca di Borgogna giudicava la qualità dei vini delle “terre” di Cosenza superiore ai vini spagnoli. Notizie, aneddoti e curiosità contenute nel testo “Un vino da Signore – La viticoltura nelle “terre” di Cosenza tra Cinquecento e Settecento” di Antonello Savaglio, storico dell’antico regno di Napoli e delle famiglie egemoni. Il volume sarà pubblicato la prossima primavera, ma al Vinitaly sarà presentata una prima parte dell’interessante e minuziosa ricerca. Il prof. Savaglio sarà ospite del Consorzio Terre di Cosenza e della Camera di Commercio di Cosenza, che unitamente, hanno organizzato l’evento dal titolo “Terre di Cosenza dop, il mondo del Magliocco. Presentazione del territorio e dei suoi prodotti”. Un dibattito che coinvolgerà operatori e stampa di settore, durante il quale sarà presentato il territorio attraverso i prodotti di eccellenza della provincia cosentina: il vino di Terre di Cosenza, il caciocavallo silano Dop, l’olio bruzio Dop, il pane di Cerchiara di Calabria e di Cuti, la patata della Sila Igp, i salumi di suino nero, il fico dottato cosentino Dop, le clementine di Calabria Igp, il limone di Rocca Imperiale Igp, il cedro e la liquirizia di Calabria Dop.A guidare gli ospiti nel percorso sensoriale sarà Gennaro Convertini direttore tecnico del Consorzio Terre di Cosenza Dop. Il momento istituzionale è affidato al presidente della Camera di Commercio di Cosenza Klaus Algieri e al presidente del Consorzio Terre di Cosenza Dop Demetrio Stancati.  L’appuntamento è per domenica 10 aprile, ore 15, spazio istituzionale Regione Calabria, padiglione 12 Area A5.

Gerace, Evento per celebrare il Greco e le sue potenzialità

GERACE (RC) La sua origine è intrisa di leggenda e si perde nelle pagine della storia ellenica. Si dice che sia uno dei più antichi vitigni italiani arrivati con i coloni greci e le sue produzioni affiorano anche negli scritti di alcuni autori della letteratura classica.

Il Greco Bianco, uno tra i vitigni autoctoni dalle grandi potenzialità di sviluppo, è oggi posto al centro di un percorso d’innovazione e valorizzazione focalizzato sui vini e passiti da esso ottenuti.

A dare corpo a questo percorso, nel solco dell’ossimoro: Tradizione ed innovazione, che connota la filosofia operativa del Polo di Innovazione delle Filiere agroalimentari di qualità “Agrifoodnet” della Calabria – strumento strategico  di aggregazione di imprese innovative o volte all’innovazione e catalizzatore in grado di guidare gli investimenti su un territorio che oggi più che mai deve puntare ad una economia Knowledge Based – è stato uno dei progetti dell’Agenda Strategica denominato Enotria Tellus che ha visto tra i partner privati le aziende Barone Macrì e le Cantine  Enopolis di Bivongi, con il coordinamento scientifico del Dipartimento di Agraria dell’Università degli studi di Reggio Calabria.

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L’evento “Il Greco. Da un grande vitigno un grande passito”, in programma martedì 16 febbraio a Gerace, al Museo Civico, è l’occasione per focalizzare l’attenzione attorno all’areale produttivo del vitigno storico e fare il punto sulla ricerca condotta dal partenariato.

A valle del saluto delle autorità invitate che interverranno, toccherà a Francesco Macrì – dell’omonima azienda e capofila del Progetto Enotria Tellus nonché delegato del Polo di Innovazione – introdurre i lavori che vedranno la partecipazione dell’amministratore di Agrifoodnet, Marcello Zimbone, il quale focalizzerà l’intervento sul ruolo del Polo nel contesto delle strategie di sviluppo dell’agroalimentare di qualità  della Calabria e di Giuseppe Zimbalatti direttore del Dipartimento di Agraria, socio aggregato del Polo, che illustrerà, il ruolo dell’organismo di ricerca nel supporto e nella valorizzazione delle produzioni di qualità della regione.

Il Progetto Enotria Tellus e, in particolare, la ricerca sul passito da uve Greco Bianco saranno illustrati da Mariateresa Russo dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e Delegato Ricerca&Sviluppo di Agrifoodnet e dal collega Rocco Zappia che focalizzerà il suo intervento sui risultati della ricerca condotta sull’interessante patrimonio viticolo della locride.

Quale sia la nuova rotta del vino calabrese, ormai sempre più all’attenzione della stampa specializzata e del mercato, lo racconterà Gennaro Convertini, presidente della Fondazione Italiana Sommelier, al quale darà manforte Roberto Menegoni, agronomo trentino delle cantine Vivallis, invitato a raccontare la sua esperienza sul campo rispetto al potenziale produttivo dell’area.

La Regione Calabria, da parte sua, ha da tempo puntato l’attenzione sui vitigni autoctoni e sulla produzione dei terroir proponendo strategie di sviluppo ad hoc che verranno esplicitate da Giacomo Giovinazzo, Dirigente del settore valorizzazione e promozione delle produzioni e filiere agricole della Regione Calabria.

Il parterre di ospiti sarà moderato dal giornalista specializzato Massimo Tigani Sava, direttore responsabile di Local Genius.

L’evento, che si inserisce nel piano della comunicazione del Polo di Innovazione finalizzato alla divulgazione dei risultati dei progetti dell’Agenda strategica, è supportato dal POR Calabria 2007-2013.

Gli esperti della Fondazione Italiana Sommelier – Sezione Calabria condurranno gli intervenuti nella degustazione di una selezione di vini del territorio.

In occasione dell’evento è stato attivato un Servizio Filatelico Temporaneo con Annullo Speciale riportante il logo del Polo di innovazione ed i riferimenti della manifestazione.

L’annullo filatelico speciale sarà apposto sulle cartoline delle evento, sulle brochure e i manifesti fornendo così agli stessi un grande valore aggiunto filatelico.

E’ un’operazione di grande prestigio poiché tale intervento viene dedicato soltanto alle manifestazioni di particolare rilevanza storico-culturale e vedrà, pertanto, la presenza di Poste Italiane con uno specifico “stand filatelico” nei momenti salienti della manifestazione.

Il nostro vino di Calabria produce effetti positivi sull’umore

Catanzaro ( Cz) – Una ricerca dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, ha evidenziato che la presenza di un enzima, il campferolo,  contenuto in molti vini calabresi,  stimoli gli enzimi del benessere. Insomma, un vino rosso,  in particolare se di monovitigno calabrese, scaccia via la tristezza e riporta il buonumore. Il vino rosso, è risaputo, è una straordinaria risorsa di sostanze bioattive di grande interesse in campo nutraceutico. Al suo interno sono contenuti classici componenti, come il resveratrolo ed altri antiossidanti, e sostanze riconducibili a semplici polifenoli come la quercetina, che possono, forse, fare qualcosa in più di quanto già noto. Riescono, si è scoperto, a modulare l’azione di enzimi essenziali per l’umore e il senso di benessere dell’organismo, che controllano il metabolismo di alcuni neurotrasmettitori che, nel sistema nervoso centrale, presiedono sulle nostre emozioni. Nell’organismo, in pratica, la dopamina e ancor più la serotonina sono tra quelli che, subito dopo aver agito, vengono inattivati da un enzima chiamato MAO-A.  Quest’ultimo, se inibito, porta ad un loro aumento temporaneo, con evidente senso di maggior benessere e buon umore. Nello studio dell’Università di Catanzaro si è focalizzata l’attenzione su campferolo attraverso alcune analisi approfondite condotte sul vino Magliocco di Giuseppe Calabrese, sul Gaglioppo dell’azienda ‘A Vita ed il Nerello dell’azienda Tramontana.I risultati dei ricercatori hanno evidenziato un contenuto significativo di tale componente che potrebbe giustificare, almeno in parte, l’effetto benefico sul buon umore, in quanto capace di modulare la degradazione dei principali neurotrasmettitori coinvolti. Questo studio, pubblicato da pochi giorni su una delle riviste americane di riferimento del settore, è solo il primo di tanti altri che potrebbero condotti.  Nei vini vi sono, oltre all’etanolo, la quercetina, il campferolo e altri polifenoli, centinaia di componenti non sempre investigati in maniera scientificamente approfondita, soprattutto su quelli prodotti in Calabria. Questo primo esperimento si spera possa stimolare l’interazione tra i produttori, gli enti locali e i gruppi di ricerca che operano in Calabria per estendere con altre investigazioni gli studi sulle proprietà nutraceutiche dei vini e di altri prodotti tipici del territorio.

A Germaneto taglio del nastro per la prima edizione di “Rosso Calabria”

Rosso Calabria 2015GERMANETO (CZ) – Ieri sera, presso la Cittadella Regionale a Germaneto, è stato tagliato il nastro per la prima edizione di “Rosso Calabria”, una manifestazione “che pensiamo di calendarizzare”, ha annunciato il Governatore della Regione Calabria Mario Oliverio. “In realtà, si tratta del primo evento che si organizza nella Cittadella. Da pochi mesi, questa struttura ospita gli uffici regionali ed era doveroso che questa prima edizione partisse proprio dalla casa di tutti i calabresi”.

“Rosso Calabria”, infatti, segna un nuovo inizio per il settore vitivinicolo dellla nostra regione, della cui economia rappresenta un settore in continua crescita e, comunque, di traino. Tant’è che l’evento ha visto la nutrita partecipazione di ben 58 produttori, tra i più prestigiosi del settore. Il momento di festa, però è stato anche occasione per discutere su uno stato dell’arte del settore vitivinicolo stesso. Si è appurato, quindi, come nell’ultimo ventennio i produttori calabresi abbiano lavorato molto, recuperando la coltura dei vigneti autoctoni, ottimizzando il processo produttivo e curando anche l’aspetto del marketing e della comunicazione riguardo il proprio prodotto. Nella certezza di un settore in continua crescita, con ben 12 mila ettari di vigneti, si comprende come “i vini calabresi non abbiano niente da invidiare alle eccellenze del mercato nazionale e internazionale”, ha spiegato Oliverio. E, dunque, l’iniziativa di “Rosso Calabria” si pone proprio come un tentativo di mettere in luce questo settore dell’economio regionale. Per questa ragione, il Governatore ha ribadito l’importanza del ruolo istituzionale nel rilanciare l’agroalimentare: a tal fine si sono approvati, con il Psr Calabria 2016, strumenti di sostegno per gli imprenditori e i giovani che si affacciano al mondo dell’agricoltura. Tutto in attesa del prossimo Vinitaly, nel corso del quale sarà allestito uno stand dedicato alla Regione Calabria, Rosso Calabria 2015 - 2che riunirà tutti i locali produttori di vino.

Il tema del convegno di ieri, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Franco Maria Ricci (Presidente della Fondazione italiana Sommelier), Antonio Viscomi (vicepresidente della Giunta regionale), Carmelo Salvino (Direttore Generale del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria), Giacomo Giovinazzo (dirigente del medesimo Dipartimento), Gennaro Convertini (del Dipartimento Agricoltura) e Mauro D’Acri (consigliere regionale delegato al Dipartimento Agricoltura), è stato “Un vino antico per un nuovo sud”. Dei circa 12 mila ettari coltivati a vigneto, la maggior parte dei quali nel cosentino e nel crotonese, una larga parte è occupata da Gaglioppo, Greco Bianco e Nero e Magliocco: una produzione media di 110 quintali per ettaro per un totale approssimativo di 9,5 milioni di bottiglie di vino all’anno. Oltretutto, i vini calabresi che hanno ottenuto la certificazione DOC sono ben nove. A questo punto, l’obiettivo, come ha spiegato anche Franco Maria Ricci, è che il vino calabrese possa avere l’opportunità di essere più conosciuto in Italia, in vista di un’auspicata imposizione del vino italiano sul mercato globale.

La Calabria stessa, del resto, può vantare vini di forte personalità e vitigni di gran pregio. A tal proposito, ha aggiunto il dottor Salvino, “con Rosso Calabria intendiamo una suggestione, la passione che mettono i nostri produttori nelle loro bottiglie di buon vino”. A questo punto, pertanto, si gioca tutto nelle mani delle istituzioni per “creare una rete di produttori capace di affermarsi in Italia e all’estero”. Un evento, quello di “Rosso Calabria” che, come ha dichiarato il consigliere regionale Mauro D’Acri, “rappresenta la nuova visione della politica di sviluppo rurale del territorio”, annunciando, tra l’altro, l’avvio di una serie d’incontri con le imprese per “mettere in campo le giuste strategie”.

 

Nono Salone del Vino Novello Meridionale

RENDE (CS) Si è svolta ieri, 12 novembre, presso l’Ariha Hotel, l’inaugurazione del 9° Salone del vino novello del Meridione, all’interno della sala del ristorante “Il senso della Calabria”.

Il taglio del nastro ha preceduto la cena di benvenuto in cui sono stati abbinati alle portate del menu tipicamente calabrese, tutti i vini novello partecipanti.

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L’expo-degustazione, organizzato dal network 20 di..vini coordinato da Tommaso Caporale e patrocinato dall’amministrazione comunale di Rende assessorato al turismo nella persona dell’assessore Vittorio Toscano, in collaborazione con l’Ariha Hotel diretto da Mario Calabria, si protrarrà sino a domenica 15 e costituisce l’unica iniziativa di esposizione a livello nazionale a cui è annesso un concorso sui vini novello. Infatti, proprio domani mattina, 14 novembre, alle ore 11 si terrà la premiazione da parte di una giuria di esperti composta da rappresentanti delle tre associazioni di assaggiatori e sommelier (Onav, Fis e Ais), sancirà il vino che sarà premiato come “Miglior Novello del Meridione 2015” tra quelli che hanno raggiunto la fase finale del concorso. Sono 13 le cantine che sono state selezionate per la gara: la casa vinicola Coppi per la Puglia, Cervino vini per la Basilicata, Corvo per la Sicilia, Astroni per la Campania, Mogoro per la Sardegna e ben 8 aziende per la Calabria (Spadafora, Criserà, Lento, Statti, Enotria, Ippolito1845, Zito, Vulcano).

La produzione del vino novello in Calabria e nel Meridione si conferma in netta controtendenza rispetto al trend negativo del resto del Paese, mantenendo inalterate le quantità e andando incontro ad una richiesta sempre maggiore, a cui le aziende hanno risposto con maggiore attenzione verso la qualità.

Ancora una volta il primo vino dell’annata piace al grande pubblico e conserva una nicchia di mercato sempre più in crescita almeno al Sud Italia, confermando che le caratteristiche “snelle e fresche” di questo prodotto attirano giovani e meno giovani consumatori nell’approccio consapevole al mondo dell’enologia.

Rogliano, festa (di)Vino Savuto

ROGLIANO (CS) Tutto pronto per la seconda edizione (di)Vino Savuto, l’evento organizzato dall’Associazione di promozione sociale Rublanum Alternative in collaborazione con il Comune di Rogliano ed il Gal Savuto. Percorsi enogastronomici, intrattenimenti musicali, poetici e culturali nel centralissimo Corso Umberto. Nel Savuto la tradizione enologica è una identità non solo gastronomica ma culturale. Il vino si fa da sempre ed ha segnato i rilievi collinari di una valle incastonata tra le braccia montuose della Sila. Oggi, grazie al coraggio e la passione di sapienti viticoltori, è divento una grande risorsa per l’intero territorio di cui Rogliano è il centro nevralgico della produzione. Dalla valorizzazione di questa importante identità del territorio, che oggi rappresenta anche un essenziale sviluppo economico, si è partiti – in occasione della notte bianca roglianese del 2014 – pensando ad un evento che potesse coniugare la promozione con la festa, la gastronomia ed il territorio. Il successo di quel progetto messo in atto dall’associazione di promozione sociale Rublanum Alternative ha spinto i soci del sodalizio a creare nuove ed importanti sinergie istituzionali ed il coinvolgimento dei produttori che oggi sono anche l’anima del (di)Vino Savuto, giunto alla sua seconda edizione.

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 In collaborazione con il Comune di Rogliano, il Gal Savuto, sabato 31 ottobre il centralissimo Corso Umberto del comune si trasformerà in una vetrina delle produzioni enologiche del territorio. A partire dalle ore 18.30 percorsi enogastronomici, musica, poesia, cultura si legano al filo conduttore del vino rappresentato dalle aziende del territorio Colacino Wines, Antiche Vigne, Are del Tirone. Alle ore 17.00 presso il Museo d’arte sacra ci sarà la presentazione della seconda edizione che partirà ufficialmente con un aperitivo di benvenuto con il Savuto classico. Nel corso della serata Odara-A Brazilian music project conJoe Di Nardo e Mariela Carvalho, i Radio Aut che si esibiranno con i brani del loro lavoro discografico“Democrazia” mentre lo scrittore e poeta roglianese, Daniel Cundari, presenterà in anteprima lo spettacoloDuonnu Pantu.

La Sagra dell’Uva e del Vino di Donnici incontra i “Cinque Sensi di Marcia”

donnici2COSENZA – Non sarà il Chiantishire, ma potrebbe diventarlo. Se la presenza a bordo del bus Scopri Cosenza di una “romantica donna inglese” può essere interpretata come un benevolo segno del destino, c’è speranza per Donnici e le sue uve di entrare, in un futuro neanche troppo lontano, nei grandi circuiti virtuosi del buon vino. Il borgo antico di Donnici con i suoi ettari ed ettari di terra coltivata per produrre alcuni tra i migliori vini calabresi, esportati in molti casi all’estero, ma non ancora pienamente serviti nei ristoranti della stessa Calabria, si candida a diventare terra felix perché da queste parti possa attecchire e svilupparsi un turismo enogastronomico o turismo emozionale degno di nota. E la prova generale di come nessun traguardo sia precluso l’ha data l’edizione speciale di “Cinque sensi di marcia”, la felicissima intuizione dell’Assessore al turismo e marketing territoriale del Comune di Cosenza Rosaria Succurro, che ha incontrato la XXXV sagra dell’uva “Sapori d’autunno” convogliando turisti e visitatori saliti sul bus Scopri Cosenza nel borgo antico della frazione alle porte della città e tra i filari di alcune delle sei aziende vinicole sparse sul territorio ed aderenti al marchio Dop “Terre di Cosenza”. L’iniziativa è stata organizzata grazie all’apporto delle Associazioni di promozione turistica città di Cosenza, “Cosenza Autentica” e “Vivi Donnici”.
Dopo una prima sosta di buon mattino nel centro storico di Donnici, teatro dell’edizione 2015 della sagra, giusto il tempo di visitare dapprima la Cappella congregale di San Michele, che sorge negli stessi luoghi dove sorgeva una Chiesa più grande, del 1600, che andò interamente distrutta in un disastroso terremoto e, subito dopo, la Chiesa di S.Maria delle Grazie, originariamente finita in macerie nel sisma del 1854, ricostruita e riaperta al culto il 3 novembre del 1968, il torpedone con i visitatori e i turisti di “Cinque sensi di marcia”, si è incamminato sulla strada del vino e dei sapori del “Brutium”. Prima tappa, l’azienda “Donnici ‘99” dell’architetto Pierluigi Carci, ottimo anfitrione, che con l’ausilio del Presidente della Fondazione Sommelier calabresi Gennaro Convertini, un’autorità in materia, ha sciorinato i numeri dell’azienda, 30 mila bottiglie all’anno, presentando i suoi “gioielli” di famiglia, quattro vini, due rossi, un rosè e un bianco, quest’ultimo, “Il brigante”, fresco designato, da una guida del settore, tra i primi cento vini d’Italia.
Il tempo di intrattenersi piacevolmente a degustare, insieme ai vini, salumi e formaggi del territorio e il viaggio per gli entusiasti partecipanti a “Cinque sensi di marcia” riprende. Stavolta la meta è la Valle del Fiego, quella che Gennaro Convertini chiama, senza esitazioni, “il serbatoio di tutto il vino Donnici”.donnici
Appena scesi dal bus cabriolet, chi prende in mano le redini della descrizione del vino della zona di Fiego è una specie di simpatico guru delle uve e dei filari. Lui si chiama Peppino Filice e del vino Donnici sa tutto, essendo la sua famiglia abbarbicata a quelle terre da tre generazioni. Il figlio di Peppino sta per inaugurare la quarta e il padre sogna per lui una cantina tutta sua. Dopo aver finito il suo sermone sul vino, ai piedi di un ulivo, chiarendo mescolanze tra vitigni, un tempo universalmente accettate ed oggi sostituite da una scrupolosa selezione tesa a separare i vitigni per farli vivere di vita propria, anziché sperimentare improvvidi accostamenti, Peppino Filice guida i partecipanti al tour dei “Cinque sensi” nel circolo locale dei viticoltori, una sorta di “zona franca” dove le mogli degli stessi viticoltori hanno preparato per gli ospiti una fantastica pasta e ceci alla vecchia maniera, così come si concepiva nel primo giorno di vendemmia. E mentre si stappa l’ennesima bottiglia di cui Peppino va fiero, un’occhiata all’orologio ed è già tempo di incamminarsi per l’ultima visita programmata, quella all’azienda “Terre del Gufo” degli architetti Giuseppe ed Eugenio Muzzillo. E’ quest’ultimo a fornire i dettagli tecnici del vino che si produce in azienda il cui fiore all’occhiello resta il rosso Timpamara, insignito di premi e riconoscimenti di ogni genere. Alla degustazione dei vini di casa Muzzillo si accompagnano altre prelibatezze. Ancora una disquisizione sui processi di maturazione delle uve e sull’analisi sensoriale, prima i risalire sul pullman. Si è fatto tardi. Si torna a Piazza dei Bruzi, da dove si era partiti. Alessandra Scanga, giovane guida dell’Associazione di Promozione Turistica “Città di Cosenza”, saluta turisti e visitatori e dà appuntamento al prossimo tour e negli occhi di tutti si materializza la speranza che succeda al più presto.

Expo 2015: il Dipartimento Agricoltura alla settimana “Calabria Handmade”

uvaIl Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria sarà presente alla settimana calabrese “Dal sapere al fare” di Expo Milano 2015, promossa dal Dipartimento Sviluppo Economico.  A rappresentarlo, insieme al Presidente della Regione Mario Oliverio, ci saranno il Consigliere Regionale Mauro D’Acri, il Dirigente Generale Carmelo Salvino e l’Autorità di Gestione del PSR Calabria Alessandro Zanfino.

La giornata clou delle attività del Dipartimento Agricoltura sarà lunedì 29 e sarà dedicata ai vini calabresi. Verrà inaugurato, infatti, alla presenza del Governatore Oliverio, lo spazio Vinitaly, a partire dalle ore 10.30. A seguire si terrà una degustazione di vini, accompagnata da percorsi olfattivi. Per il pomeriggio, alle 16, è in programma l’incontro con il Direttore del Centro Sperimentale Dimostrativo Arssa Luigia Angela Iuliano, dal titolo “Calabria Mediterranea: erbe e fiori, tra cibo, rito e mito”.

“Un’occasione importantissima – ha affermato il Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura Carmelo Salvino – per la promozione dei vini calabresi d’eccellenza, che meritano più attenzione ed un posto di rilievo sui mercati nazionali ed esteri, per i quali, contemporaneamente, l’amministrazione regionale sta lavorando per rilanciare e potenziare l’Enoteca Regionale. L’Expo – ha aggiunto Salvino- rappresenta certamente la vetrina giusta per valorizzare e far conoscere in maniera incisiva i prodotti peculiari dei nostri territori, insieme alla stessa Calabria, terra di grande cultura ed antiche tradizioni, cuore pulsante del Mediterraneo, che merita di essere visitata, scoperta e assaporata”.

 

Trionfo per il concorso “Vini Arbereshe 2015”

vaccarizzo fotoVaccarizzo Albanese (Cs)Trionfo popolare e eccellenti giudizi per il concorso “Vini Arbereshe 2015”. L’undicesima edizione della manifestazione, targata Vaccarizzo Albanese, ha fatto un pieno di consensi . Piazza del paese affollata e momenti vissuti tra musica dal vivo, stand enogastronomici, di prodotti tipici, e vino di qualità del comprensorio. La nuova tornata dei “Vini Arbereshe 2015” è stata scandita dalle varietà di rosso, bianco e rosato per delle eccellenze vere, uniche e caratteristiche del territorio. Selezione enologica dei “Vini Arbereshe” predisposta dall’amministrazione comunale in sinergia con la scuola europea sommelier Calabria.  I cinquemila partecipanti, hanno  apprezzato il borgo antico di Vaccarizzo e le specialità vinarie proposte.  Per le varie categorie premiati: per i vini rossi Giuseppe Zappa di S. Martino di Finita, primo classificato, secondo Francesco Pisarra di S. Giorgio Albanese, terzo l’azienda di Pietro Godino di Vaccarizzo Albanese. Per i vini rosati il primo classificato i Fratelli Braile di Frascineto, secondo Francesco Pisarra di S. Giorgio A., terzo Giorgio Scaramuzzo di S. Giorgio Albanese. Per i vini bianchi primo Luigi Vangieri di S. Giorgio A. , secondo M. Teresa Bua di Vaccarizzo Albanese, terzo Luca Mendicino di S. Sofia d’Epiro. Miglior etichetta a Damiano Gabriele di S. Demetrio C. Entusiasta il sindaco Antonio Pomillo sull’ottima riuscita della kermesse:«Il successo dei vini arbereshe non è figlio del caso, ma di un territorio capace di innovazione che ha raggiunto un livello qualitativo di eccellenza. Questo impegno dei vignaioli, il riconoscimento verso il territorio e il legame a doppio nodo tra produzione e paesaggi vitivinicoli, rappresentano una strategia vincente. Dal punto di vista promozionale giocheremo la carta dell’emozione che un’area così ricca di qualità sa evocare agli occhi del consumatore».

Il vino al centro del festival di Vaccarizzo

VACCARIZZO ALBANESE (CS) – Vino e cultura sono gli ingredienti tipici del concorso di Vaccarizzo Albanese che quest’anno giunge all’undicesima edizione. Evento previsto per sabato 20 giugno, dalle ore 20.00 in Piazza P. Scura e predisposto in sinergia con la scuola europea sommelier Calabria. L’identità del piccolo centro albanofo si scalda per la festa che ha come meta la promozione e valorizzazione dei vini di vaccarizzopiccoli produttori dei comuni arbëreshë. Momento sociale e istruttivo contornato dall’enogastronomia del comprensorio.  Il clou sarà la premiazione degli 80 produttori vitivinicoli partecipanti in arrivo da tutti comuni arbëreshë regionali. Seguirà la valutazione affidata ad una commissione ad hoc che stabilirà le varie categorie: vini rossi, rosè, bianchi e le migliore etichetta. A tutti sarà consegnata una targa ricordo e per i vincitori previsti anche premi in denaro.

La serata sarà allietata dal gruppo musicale Ladymad & Moove Dande 4th di Tarcisio Molinaro. Sull’evento il sindaco Antonio Pomillo si è espresso: “Il concorso intende contribuire in modo concreto a far crescere la cultura del consumo dei vini di qualità, mirando ad un consumatore sempre più consapevole sia nelle scelte, sia nell’attribuire il giusto valore e significato ad una bottiglia di vino. Il vino non può essere infatti considerato come una bevanda qualsiasi, nasce come prodotto della terra ed ha un legame con il suo territorio d’origine”.