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Vito Teti e la sua “Vita Inqueta” il 5 febbraio a Lamezia Terme

Lamezia Terme ( Cz) – Si chiama Vita Inquieta il volume del professore Vito Teti che sarà presentato il prossimo 5 febbraio alle ore 18.00 alla libreria Tavella di Lamezia Terme. Un testo che parla in maniera approfondita della nostra terra. Insieme al professore Teti ne discuteranno l’avvocato paesaggista Francesco Bevilaqua e il gruppo di ragazzi del Collettivo Manifest. L’evento è inserito nella rassegna letteraria de/scrivo. 

VIII Premio Nazionale V. Padula: resoconto di un pomeriggio di letteratura

PREMIO-PADULA-2015-1ACRI (CS) – “Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere“: questa splendida, veritiera citazione dal libro-manifesto dello scrittore francese Daniel Pennac, “Come un romanzo“,  è la migliore descrizione che possa suggellare il pomeriggio conclusivo delle ricche giornate culturali dell’VIII edizione del Premio Nazionale “Vincenzo Padula”, svoltosi ieri nella suggestiva cornice del Palazzo Sanseverino-Falcone, nella cittadina di Acri. Lo stesso professore francese ha ricevuto un premio, nella Sezione narrativa internazionale, per la sua capacità di coniugare come nessun altro letteratura e insegnamento: ogni ragazzo è come uno strumento musicale e bisogna imparare a suonarlo per poterlo capire, ha dichiarato Pennac. Ma egli non è solo uno scrittore per ragazzi, è uno scrittore per tutti, così come la letteratura è per tutti e, in quanto tale, va amata e condivisa, perchè il bello della cultura è che “non è proprietà privata”. Uno “scrittore metaforico” ama, dunque, definirsi Pennac che, con i suoi libri, non teme di trasfondere il fantastico nel reale, creando una perfetta metafora di quel filo che sempre tiene legate l’infanzia e l’età adulta. E come romanziere, Pennac non ama parlare della politica: quello non è il suo compito. Per questo motivo, non si sente in grado di rispondere alla domanda della giornalista Maria Cuffaro, presentatrice dell’evento, che gli chiede come, secondo lui, sia cambiata la Francia dopo Charlie Hebdo. Soltanto, Pennac si limita a riportare l’esempio  dell’affascinante e tranquilla multiculturalità del suo quartiere parigino, Belleville, casa di un sincretismo fragile, ma da preservare da pregiudizi e cattiverie.

Tante, significative personalità del panorama culturale, italiano e internazionale, si sono quindi avvicendate sul palco a ricevere il premio, frutto di una straordinaria creazione artistica. Un premio tanto più importante, sop2015-11-07 19.06.03rattutto per gli scrittori, perchè conferito da un pubblico prestigioso, non solo quello dei critici e degli esperti, ma quello dei lettori, i primi, sinceri destinatari della parola scritta. A decretare, infatti, il romanzo vincitore della Sezione Narrativa sono stati 300 studenti scelti nelle scuole secondarie della provincia. Ad aggiudicarsi il riconoscimento è stato, così, “Cattivi” di Maurizio Torchio, edito da Einaudi, “uno dei libri più belli a illustrare la condizione carceraria e, per esteso, quella umana”, secondo Goffredo Fofi. Un romanzo, scritto in una sorprendente prima persona, che aggroviglia il lettore tra i pensieri di un ergastolano, spingendolo a un coivolgimento emotivo che mai avrebbe pensato di poter avere, imprigionandolo in un carcere letterario, grazie alla straordinaria bravura di uno scrittore come Torchio che, a detta del Presidente della giuria tecnica, Walter Pedullà, professore emerito della “Sapienza” di Roma, “é letteratissimo”, tanto da “grondare letteratura”. Lo scrittore torinese, del resto, non ha mancato di apprezzare il riconoscimento, tanto più perchè alla giuria di studenti è stato chiesto di recensire il suo “Cattivi”. I più bei lavori sono stati premiati con una borsa di studio, offerta dal Rotary Club di Acri e consegnata dalla Presidentessa dell’associazione Pasqualina Pisano e da Francesco De Marco, membro del consiglio d’amministrazione della Fondazione “Vincenzo Padula”, che da anni presiede all’organizzazione del premio, sempre più frutto di una sinergia tra l’intelligenza della giuria tecnica, che ve2015-11-07 19.32.45de tra le sue fila anche Santino Salerno, Raffaele Perrelli e Nicola Merola, e l’impegno dei ragazzi. Questo ha voluto precisare, soprattutto, il prof. Giuseppe Cristofaro, Presidente della Fondazione, nei saluti di apertura assieme al Sindaco di Acri, il dott. Nicola Tenuta, sottolineando l’importanza del percorso culturale di quest’anno, che prende il nome di Tentazione Calabria,  accompagnato da simbolo di speranza per una regione come la nostra realizzato dall’artista acrese Silvio Vigliaturo, pure autore degli oggetti in vetro che sono stati donati agli ospiti che si sono aggiudicati il premio nelle diverse sezioni.

Anche il vincitore della Sezione saggistica è stato decretato da una giuria popolare di 100 studenti: si tratta di Umberto Ambrosoli, avvocato penalista esperto di criminalità informatica, già autore del libro “Qualunque cosa succeda“, che narra la vicenda del padre avvocato, assassinato quand’egli era soltanto un bambino. Dalle tristi vicissitidini della sua vita fino a “Coraggio“, saggio vincente che, attraverso tre esempi “normali”,  non vuole insegnare il coraggio, ché questo, ha raccontato Ambrosoli, non si può fare, ma “insegnare l’arte di affrontare la paura per uscire da quel piagnisteo deresponsabilizzante” che induce a credere che nulla possa cambiare. E, invece, è necessario trovare quella “forza del cuore, irrazionale”, quel coraggio che sta tutto nell’ascoltare se stessi: di questo ha bisogno oggi l’Italia, secondo Ambrosoli, del coraggio della verità, anche come giudizio su se stessi.

Nella Sezione Narrazioni e scritture del nostro tempo, il riconoscimento è stato conferito al prof. Vito Teti, ordinario di Antropologia culturale dell’Università della Calabria, per il suo saggio ricco di colori, “Terra inquieta“, che racconta di una Calabria fragile, mobile, aderente alle sue antiche radici ma mai priva della sua speranza verso il futuro: per questo, ha affermato Teti, questo Sud così mobile nel tempo, con i suoi paesi in bilico sull’abiss2015-11-07 19.13.57o dello spopolamento, deve sentire il bisogno etico e politico di accogliere in sè i nuovi protagonisti del flusso migratorio in corso. E proprio da questo Sud, simbolo della terra dei padri, nasce “Il paese dei coppoloni“, romanzo del maestro Vinicio Capossela, vincitore nella Sezione Narrazioni e musiche del nostro tempo: fulcro della storia quella cultura popolare fondata sul racconto che desta meraviglia, nel cammino del viandante alla ricerca delle sue origini.

Gianni Riotta, il giornalista “meno provinciale” di tutta Italia, con uno sguardo capace di cogliere aspetti multiformi della realtà di oggi, ha ricevuto il premio per la Sezione giornalismo. Ma cosa manca al giornalismo oggi?, gli è stato chiesto. I lettori, la risposta semplice e lapidaria di colui che del giornalismo ha fatto uno strumento in continuo rinnovamento, mai uguale a se stesso. Tuttavia, Riotta non vuol parlare di una colpa, ma semplicemente, ritiene che quel modello verticale di giornalismo tradizionale, fondato sul rapporto giornale-lettore, si sia ormai logorato, inghiottito dalla trasformazione dell’era digitale e che, pertanto, il giornalismo moderno possa salvarsi se in grado di adattarsi.

A conclusione della manifestazione, quest’anno dedicata a Pierpaolo Pasolini, di cui ricorre il2015-11-07 20.17.37 quarantennale della morte e a cui è stato tributato un intenso omaggio video a inizio serata, un riconoscimento alla carriera nella Sezione “Vincenzo Talarico” è stato consegnato al maestro Ettore Scola, icona del cinema italiano e regista di alcuni dei maggiori capolavori della storia della cinematografia, come “La terrazza” e “C’eravamo tanto amati“, che, piccolo, curioso aneddoto, lo scrittore Daniel Pennac ha rivelato essere motivo di una simpatica faida familiare tra lui, sua moglie e sua figlia, amanti di diverse pellicole girate da Scola.

Un pomeriggio all’insegna delle belle parole, quello di ieri ad Acri, non perchè leziosamente e ben scritte: non è soltanto questo la scrittura, sia essa narrativa, saggistica o giornalistica. La scrittura è avere qualcosa da dire, è consapevolezza di quello che si imprime su carta: “Non si scrive perchè si ha qualcosa da dire, ma perchè si ha voglia di dire qualcosa“.

Francesca Belsito

A Vibo Valentia conversazione su Orfeo e Pavese

paolinVibo Valentia (VV) Venerdì 8 maggio, presso il Sistema bibliotecario vibonese alle  ore 17,30 lo scrittore Demetrio Paolin e l’antropologo Vito Teti terranno una conversazione intitolata “”Orfeo e Pavese: il canto del sangue e il cielo vuoto degli dei”. Si partirà dalla presentazione del romanzo-saggio di Demetrio Paolin “Non fate troppi pettegolezzi” che esamina le vite  e le scritture  di Salgari, Pavese, Levi e Lucentini. L’ incontro, realizzato in collaborazione con l’AICC e il SBV vedrà coinvolti i ragazzi del Liceo classico “Michele Morelli” e del Liceo Scientifico “G. Berto”.

Al via la terza edizione del “Tropea Festival, Leggere&Scrivere”

TROPEA (VV) – Dal 21 al 26 ottobre la Calabria ospiterà la terza edizione del “Tropea Festival, Leggere&Scrivere”. La manifestazione offrirà  l’opportunità di conoscere l’arte e la storia della Calabria, mescolando opinioni, linguaggi ed esperienze. In programma numerose iniziative  che  si svolgeranno a Tropea, Serra San Bruno e Soriano: i territori del Festival. Diverse sezioni animeranno le giornate del Festival: le sezioni “Calabria, fabbrica di cultura” e “Una regione per leggere” rappresentano l’angolo visuale attraverso cui raccontare una terra in fermento tra ieri, oggi e domani. Ritornerà  CartaCanta, la sezione dedicata al rapporto tra musica e parole. Sul palco diverse generazioni della canzone rock e d’autore, da Eugenio Finardi e Tullio De Piscopo ai Perturbazione. La novità di quest’anno sarà NutriMenti, la sezione dedicata alla cultura del cibo – che illustrerà i legami tra  alimentazione, antropologia e filosofia- ha spiegato Maria Teresa Marzano, direttrice artistica del Festival. Tra gli ospiti: il teologo Vito Mancuso, il filosofo Remo Bodei, Gioacchino Criaco, autore del libro Anime Nere; Giordano Bruno Guerri, Lidia Ravera, Piergiorgio Odifreddi, Antonio Moresco vincitore VIII edizione Premio Tropea nel luglio scorso. Non potevano mancare scrittori e intellettuali calabresi come Vito Teti, Mimmo Gangemi, Carmine Abate. Walter Veltroni presenterà al Festival ‘C’era una volta Berlinguer’ il docufilm sul segretario del Pci, una riflessione che Veltroni condividerà in sala con Bianca Berlinguer. La lista delle presenze è ancora lunga. Ricordiamo: Petros Markaris, Fabio Nicolucci, l’attore Luca Barbareschi, il giornalista musicale Ezio Guaitamacchi, il musicologo Stefano Zenni, l’economista Paolo Savona, il presidente del Cnr Luigi Nicolais. Sei giorni, quindi, di appuntamenti da non perdere

Il Patriota e la maestra vince il Premio Letterario Nazionale Tropea

TROPEA (VV) – Vito Teti, con ”Il Patriota e la maestra” (Quodlibet, 2012) ha vinto la settima edizione del Premio Letterario Nazionale Tropea con 136 voti sui 27 ottenuti da Edoardo Albinati con ”Vita e morte di un ingegnere” (Mondadori, 2012) e i 25 di Benedetta Palmieri con ”I Funeracconti” (Feltrinelli, 2011).

A decretare il verdetto sono stati i 409 sindaci di tutta la Calabria col voto combinato di una giuria popolare composta da 41 persone. Vito Teti si e’ aggiudicato il Premio superando gli altri due finalisti con uno distacco netto: 136 voti totali pari al 72,3% dei voti espressi, Edoardo Albinati con 27 preferenze (14,4%) si aggiudica il secondo posto e a seguire Benedetta Palmieri con 25 voti (13,3%). La vittoria di Vito Teti – che nell’albo d’oro del prestigioso premio segue quella di Mimmo Gangemi (La signora di Ellis Island), Donatella Di Pietrantonio (Mia madre e’ un fiume), Mattia Signorini (La Sinfonia del tempo breve), Carmine Abate (Gli anni veloci), Gianrico Carofiglio (Ragionevoli dubbi), Roberto Saviano (Gomorra). Il Premio Letterario Nazionale Tropea – ideato e promosso dall’Accademia degli Affaticati e primo concorso nazionale ad aver veicolato i libri in formato ebook – si e’ svolto all’interno della seconda edizione del ”TropeaFestival Leggere&Scrivere”, frutto di un partenariato tra Il Sistema Bibliotecario Vibonese (soggetto capofila), i comune di Tropea, di Vibo Valentia, Soriano Calabro e Serra San Bruno, l’amministrazione provinciale di Vibo Valentia e la stessa Accademia degli Affaticati.

“Pastori in condominio e nuove transumanze” all’Unical

Cosenza – “Pastori in condominio e nuove transumanze” è il titolo di un ciclo di incontri organizzati dalle associazioni Linea Jonica e Radici Calabre in collaborazione con la Cattedra di Etnologia dell’Università della Calabria. Il primo seminario, Quattro corde e un terzino, i suonatori di chitarra battente in Calabria, si terrà mercoledì 3 Aprile alle ore 17:00 presso l’aula Mario Alcaro dell’Unical. Nel corso dell’incontro si parlerà dei suonatori di chitarra battente di ieri e di oggi e dei molteplici stili di canto polivocale legati a questo strumento. Ad aprire i lavori sarà Vito Teti (ordinario di Etnologia presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Unical). A seguire la relazione di Valentino Santagati (musicista e ricercatore nonché autore del volume A catarra dò vinu), e gli interventi di Salvatore Megna (musicista “tradizionale” e voce storica del gruppo Re Niliu), e di Mimmo Audino (“albero di canto” badolatese e fondatore del gruppo Marasà).

Sarà inoltre allestita una mostra con i vari modelli di chitarra diffusi in Calabria, con pezzi dei fratelli De Bonis, di Concesso Cannatelli e di altri apprezzati chitarrari. “Pastori in condominio e nuove transumanze” nasce da un’idea di Alessio Bressi, dell’Associazione Linea Jonica che ha trovato l’autorevole sostegno del prof. Vito Teti e si propone di portare direttamente gli addetti ai lavori (ricercatori e operatori culturali ) a contatto diretto con gli studenti affinché siano rese pubbliche le esperienze maturate sul campo della ricerca antropologica in Calabria e le sue connessioni con il mondo delle “operazioni culturali” che nel corso di questi anni sono state realizzate sul territorio.

Il prossimo incontro, previsto per il mese di maggio, sarà dedicato alla lira calabrese. A relazionare sarà Ettore Castagna, conoscitore della lira bizantina, strumento popolare ad arco del Mediterraneo orientale. Seguiranno un appuntamento interamente dedicato alla zampogna con Sergio di Giorgio e Paolo Napoli, uno sulla documentazione etnografica e sugli archivi con Angelo Maggio ed uno sui Folk Festival con Francesco Lesce e Danilo Gatto. Se si è scelto questo titolo, “Pastori in condominio e nuove transumanze”, è per evidenziare l’estrema difficoltà di trovare oggi un legame diretto fra i luoghi di appartenenza e le forme espressive. In un mondo globalizzato neppure i linguaggi della tradizione stanno più al loro posto: essi camminano sulle gambe di giovani che ancora emigrano e di anziani che al freddo dei monti hanno preferito il tepore degli appartamenti.

Vito Teti presenta a Vibo il suo nuovo libro “Il patriota e la maestra”

VIBO VALENTIA – Verrà presentato martedì 2 ottobre alle 17,30 a Palazzo Garibaldi la nuova opera di Vito Teti “Il patriota e la maestra – La misconosciuta storia d’amore e ribellione di Antonio Garcèa e Giovanna Bertòla ai tempi del Risorgimento” (Quodlibet, 2012). Con l’autore intervengono Luigi M. Lombardi Satriani e Alfonsina Bellio, coordina Gilberto Floriani, letture di Alberto Micelotta. Teti è ordinario di Etnologia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria, ha fondato e dirige il Centro di Antropologie e Letterature del Mediterraneo. Grande studioso delle tradizioni popolari della Calabria, ha pubblicato diversi volumi e collaborato con altri autori tra i quali Silvestro Bressi. Questo libro di Teti è l’invito al viaggio nel tempo e nello spazio, da compiere seguendo le vicende dei due eroi della storia, il patriota e la maestra. Come si evince dalla prefazione di Maurice Aymard « Il grande merito di Vito Teti è quello di restituire loro oggi, un secolo e mezzo dopo, il posto di attori, di testimoni e di esempi forse più rappresentativi di molti attori di primo piano da tempo selezionati e privilegiati dalla tradizione storiografica». L’episodio centrale viene fornito dall’incontro tra un uomo e una donna nati a ventitré anni di distanza. Lui, nato nel 1820 in Calabria, a San Nicola di Vallelonga, ha alle spalle sia l’esperienza delle lotte del Risorgimento nel Regno di Napoli, sia quella delle guerre degli anni 1859-1861, combattute nell’esercito sardo e poi accanto a Garibaldi. Lei, nata nel 1843 in Piemonte, a Mondovì, lo sposa a diciotto anni. L’autore stesso ha ripercorso le tappe dei Garcèa da Sud verso Nord, per comprendere dall’interno i loro viaggi e il loro modo di situarsi nel tempo e nello spazio arrivando ad affermare:« Questo viaggio nel Risorgimento calabrese e meridionale è stato anche un viaggio nel mio Risorgimento: parte, infatti, dalla mia “piccola patria” di origine per incontrare quella che da bambino ho conosciuto e amato come la mia grande patria».