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“Winston vs Churchill”, viaggio storico e introspettivo al Tau con Battiston

COSENZA – Rievocazione storica degna di nota quella andata in scena al TAU nella serata di ieri con Giuseppe Battiston protagonista di “Winston vs Churchill”, spettacolo di Carlo G. Gabardini con la regia di Paola Rota.

Rappresentare un personaggio storico così influente di per sé è già un’impresa ardua. Se poi il tutto viene arricchito da forti elementi satirici e goliardici, la riuscita di un prodotto di qualità viene ancora di più compromessa.

Non è sicuramente il caso di “Winston vs Churchill”, spettacolo davvero di facile fruizione per il pubblico del TAU,  il quale riesce ad apprezzare la naturalezza e la potenza scenica di Giuseppe Battiston nei panni del primo ministro Britannico.

Una tela con pennellate di diverso colore che dipingono l’anima di Churchill. L’attore friulano riprende la parte mondana del primo ministro ma al contempo si sofferma su quella intima e politica. Un viaggio nella storia di un uomo che ha rivoluzionato la storia senza mai abbandonare i piaceri della vita.

Churchill cinico vs Winston umano

 In compagnia del suo sigaro e del suo bicchiere di Brandy, Churchill dialoga con l’infermiera Margaret, magistralmente interpretata da Maria Roveran. Satirico e ironico, inizialmente il carismatico politico tratta temi come la democrazia, i nazisti, la bigamia, i socialisti con una leggerezza tragicomica. Ironia pensata è quella di Battiston che con il suo viaggio introspettivo va oltre la semplice satira e la futile rappresentazione storica. Churchill è tormentato da continui flashback e ricordi che ritornano impetuosi nella sua mente. Politicamente è la battaglia dei Dardanelli, nella nota campagna di Gallipoli durante la prima guerra mondiale, che attanaglia l’animo di Churchill. Episodio chiave quest’ultimo per la sua disfatta politica ma soprattutto per la sua sconfitta umana data l’onerosa perdita di uomini. Il senso di colpa lo divora anche in un’accezione più intima: critico verso sé stesso per la scarsa presenza come padre. L’ormai acclarato  squilibrio mentale del primo ministro viene associato da Margaret al trauma post bellico del padre della stessa, quest’ultimo grande sostenitore di Churchill ma costretto a condannarlo sul letto di morte. L’infermiera si eleva a un ruolo fondamentale nella scena: con la sua bontà fa vibrare le corde più sensibili dell’animo di Winston, il quale forse non abbandonerà mai la speranza dell’immortalità.

Platea del TAU in visibilio per la performance

Lo spettacolo diventa un piacevole incontro storico per il pubblico anche grazie alle analogie più volte esemplificate in scena. Una su tutte viene elargita attraverso la passione verso i gatti che porta Winston a trarre la conclusione che questi siano liberi ed indipendenti a differenza del genere umano. La forza intellettuale di Battiston, già nota anche attraverso il grande schermo, si fonde alla sottile comicità e al percorso storico per dar vita ad un’opera dal notevole spessore teatrale.

Da evidenziare i costumi, la scenografia, la scelta delle musiche, l’angelica voce di Maria Roveran  e i giochi di luci che hanno fatto da cornice ad un evento di ineccepibile qualità.

ANTONIO GUARASCIO