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Peperoncino Jazz, appuntamento con gli Yellowjackets

ROSSANO – CORIGLIANO (CS) – Proseguono con grandissimo successo di pubblico e notevoli riscontri sulla stampa sia locale che nazionale le tappe ioniche della XVII edizione del Peperoncino Jazz Festival, rassegna musicale itinerante iniziata lo scorso 15 luglio e in programma fino al 16 settembre prossimo, che nell’arco di due mesi di programmazione prevede circa 60 eventi in cartellone e il coinvolgimento nel suo circuito turistico e culturale di ben 33 località calabresi, di tutte e cinque le province della nostra regione.

Archiviate con successo la “prima volta” del festival musicale più piccante d’Italia in quel di Francavilla Marittima – cittadina che martedì scorso ha ospitato l’applauditissimo concerto di Wayne Escoffery – e i sold out delle serate svoltesi nel caratteristico centro storico di Roseto Capo Spulico – scenario di indiscusso fascino nel quale si sono susseguite l’intensa esibizione del duo composto da Armando Corsi e Roberto Musolino e quella del grande sassofonista americano Scott Hamilton con gli Hammond Groovers – per il 12° anno consecutivo, grazie alla profonda sinergia tra l’amministrazione comunaledel nuovo, importante comune calabrese di Corigliano Rossano (istituito lo scorso 31 marzo dall’unione di Corigliano e Rossano) – rappresentata dal Commissario Prefettizio Domenico Bagnato e dal Sub Commissario con delega alla Cultura Emanuela Greco – e l’imprenditoria privata cittadina (con l’importante sponsorizzazione da parte di La Pietra Srl e del salumificio Montagna Spa, con il sostegno diAmarelli Srl e di Ottica Di Lernia Srl e il supporto mediatico dell’Eco dello Jonio), lo splendido chiostro di Palazzo San Bernardino si appresta ad ospitare l’ormai tradizionale tappa del PJF all’insegna delMagna Graecia Jazz Fest.

Dopo gli indimenticabili concerti di vere e proprie star internazionali quali John Scofield, Joshua Redman, Alvin Queen, Mark Turner, Maria Joao, Peter Martin, Enrico Rava, Paolo Fresu ecc., sul palco allestito in una cornice architettonica di grandissimo fascino quest’anno saranno protagonisti gli Yellowjackets, che con 25 album all’attivo (l’ultimo,  “Raising Our Voice”, con ospite Luciana Souza, in uscita a settembre), oltre un milione di copie vendute e più di mille concerti in tutto il mondo, rappresentano la più longeva e creativa fusion band della storia.

E questo non solo per un fatto di continuità anagrafica (sono sulla scena da ben quarant’anni!), quanto per l’esplosiva spinta a sperimentare continuamente linguaggi, fusioni e contaminazioni e a rivedere il proprio orizzonte espressivo alla luce di nuove acquisizioni stilistiche, esplorando e sperimentando nel campo della poliritmia, mischiando e fondendo diversi generi musicali: blues, pop, R&B e jazz.

I primi lavori discografici della band, nata nel 1977 su iniziativa del chitarrista Robben Ford, del tastierista – pianista Russell Ferrante e del bassista Jimmy Haslip, si svilupparono attorno all’esplosione della musica fusion, che in quegli anni affascinò molti artisti di estrazione jazzistica (divennero famosi, infatti, con l’album jazz-funk che porta il loro nome, che ha rappresentato un anticipo importante di quello stile electric-fusion che è la fusione di Jazz e R&B ispirato ai Weather Report); poi, dopo l’ingresso nel gruppo del batterista William Kennedy e, ancor di più, con quella del sassofonista Bob Mintzer, il suono degli Yellowjackets cambiò sensibilmente, rimanendo non più legato alla fusion nuda e cruda, ma inserito molto più a fondo in un contesto jazz (tanto da ricevere, nel 2003, una nomination per il Grammy nella categoria “Best Contemporary Jazz Album”).