A Cosenza il convegno: “Gioco d’azzardo, nuova emergenza sociale”. Illustrati i primi risultati del progetto

“Il banco vince sempre: salva la tua dignità”: è lo slogan che suggella la fine del video di sensibilizzazione realizzato da Promidea e presentato in apertura dei lavori nella sala degli Stemmi della Provincia di Cosenza nell’ambito del convegno “Gioco d’azzardo, nuova emergenza sociale”; il corto – che sta facendo il giro delle scuole cosentine –  racconta la breve parabola discendente che può assumere la vita di un giocatore patologico e le gravi implicazioni che il gioco ha sulla sua famiglia. E’ il Vicepresidente e assessore provinciale alle Politiche Sociali Mimmo Bevacqua ad illustrare la conclusione della prima parte di un progetto già in fase di avvio, con un numero verde l’ 800 960 140 istituito dalla Provincia di Cosenza all’inizio di quest’anno, proprio per ricordare a tutti quelli che si trovano in condizioni di difficoltà che è possibile richiedere l’aiuto di chi può indirizzare verso soluzioni possibili. 53 le richieste di assistenza pervenute in questi quattro mesi: 52 da uomini e solo 1 da una donna. Tutti i casi segnalati riguardano persone tra i 30 ed i 50 anni. A chiamare sono stati, il più delle volte, i familiari dei giocatori patologici, che hanno chiesto informazioni e consigli per l’individuazione di centri per il trattamento e la cura della patologia.

Presente anche il vicario del Questore di Cosenza Mario Lanzaro, che incalza il vice Presidente Bevacqua auspicando una maggiore sinergia con le istituzioni rappresentanti di uno Stato che il più della volte – tende a sottolineare – diventa un nemico del lavoro che le forze dell’ordine svolgono quotidianamente. Quella che propone Lanzaro è una sinergia volta ad individuare e analizzare la fascia più debole, quella categoria di soggetto patologici, propensa a tali attività.

Plausi e apprezzamenti sono stati espressi da tutti gli intervenuti per l’impegno del vicepresidente Bevacqua e dell’intera Amministrazione Provinciale di Cosenza che, fra le istituzioni italiane, è stata una delle prime ad occuparsi di questo grave fenomeno il cui numero di dipendenti – in Calabria – sarebbe stimato in circa 20 mila dei quali quasi 7 mila solo nella provincia di Cosenza”.

 

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