A rischio i salumi DOP calabresi per mancanza di accesso al credito

La mancanza di accesso al credito in agricoltura rischia di distruggere le eccellenze agroalimentari. Questi gli effetti dei ritardi della Regione. Il caso emblematico della filiera salumi DOP calabresi.

Vogliamo far finta di niente sprecando l’attuale positiva performance dell’agricoltura che è l’unico
settore che cresce in termini di imprese e occupazione nonché di export? Questo si chiede Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria che ancora una volta, rilancia l’essenziale tema del credito in agricoltura. Il rinvio a non azionare politiche e risorse per l’accesso al credito, significa acuire le difficoltà che sono “nella pancia” dell’agricoltura e di tutte le sue filiere. Una situazione emblematica, un vero e proprio allarme, che da proprio la cifra di quanto accade è quella emersa nell’Assemblea del Consorzio di Tutela dei Salumi di Calabria DOP, che vede insieme produttori e trasformatori. Quello che avviene nella filiera suinicola della nostra regione che può contare su quattro DOP – salsiccia, soppressata, pancetta e capocollo, oltre la n’duja, ed è
l’orgoglio del nostro sistema agroalimentare, è la prova del nove di quello che si potrebbe fare e non si fa, di ciò che poi è il paradosso di tutte le filiere. Cosa accade è presto detto. La filiera suinicola calabrese ha una tradizione millenaria che negli ultimi anni si è ammodernata ed ha innovato, con investimenti anche di diversi giovani allevatori, eppure oggi vi è la mancanza di disponibilità di suini con grave sofferenza sulla produzione, in un momento nel quale, con le prossime festività ci sarà grande richiesta di queste nostre produzioni. Occorrono per alimentare la filiera in Calabria oltre 100mila suini all’anno, attualmente si può contare su 30mila capi, manca il 70%. I produttori, non riescono proprio per la mancanza di credito, ad alimentare il circuito produttivo con grave nocumento per l’economia che conta anche su oltre 500 addetti, oltre ad allevatori e trasformatori che hanno realizzato strutture che, per le ragioni dette, rimangono vuote e improduttive e questo evidentemente porta al blocco dell’attività produttiva privando il mercato di queste produzioni di eccellenza della salumeria italiana: insomma una automobile
con alte prestazioni che inesorabilmente rimane ai box perché manca il carburante. Basterebbe invece poco – insiste Molinaro -e cioè mettere insieme le risorse di vari enti e poi una maggiore sinergia operativa con ISMEA e parallelamente dare impulso operativo, rafforzandone la dotazione finanziaria, alla L.R. n° 30/2012, recentemente approvata, che riguarda “Misure a favore dei consorzi di garanzia collettiva fidi in agricoltura”. I Fondi FAS, vengono usati come bancomat per tutt’altro e non vengono utilizzati in questo essenziale e significativo segmento produttivo. Gli allevatori calabresi,, hanno mostrato grande maturità nel rinunciare a finanziamenti in conto capitale, ma poi, quando si deve spingere per finanziare l’economia reale con politiche per
l’accesso al credito, sembra che cali un sonno profondo. Non voglio pensare – conclude Molinaro – che chi deve fare sia refrattario a queste argomentazioni e valutazioni oggettive, è evidente che la chiave è nelle mani del presidente Scopelliti per evitare che oltre al danno immediato si perdano spazi di mercato conquistati con grande sacrificio ed i tarocca menti sempre in agguato.

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