Antonelli: “Spostare la protesta a Roma per far sentire l’indignazione dei calabresi.”

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LORENZO-ANTONELLIROSSANO (CS) – Il vice presidente del Consiglio comunale di Rossano, Lorenzo Antonelli, intervenendo nella questione che sta riguardando i precari della Regione Calabria impiegati negli enti locali, appartenenti al bacino degli ex lsu-lpu, per i quali il Governo Renzi ha bloccato i salari a partire dal prossimo mese di agosto, sostiene che “probabilmente il Primo Ministro, che rappresenta una delle cariche democratiche più importanti dello Stato senza aver ottenuto paradossalmente nessun mandato elettorale, non ha ben inteso quali sono le reali esigenze del Paese. Se è vero, così come sta emergendo da più parti nelle ultime ore, che questa scelta ostinata del Governo di non inserire l’emendamento a favore dei precari calabresi, mettendoli praticamente sul lastrico, nasce da una bega politica intestina al centro sinistra e al Partito democratico. Siamo alla follia totale. Queste sono barbarie umane che può mettere in atto solo chi non ha mai vissuto la sofferenza e la frustrazione della precarietà e della disoccupazione e chi, senza peli sul cuore, vuole evidentemente far morire la Calabria.” Preoccupa anche il fatto che questo Governo non ha avviato, in circa due anni di attività, alcun investimento concreto nella nostra Regione. “Ha solo fatto promesse, come quella della riapertura del Tribunale di Rossano, restituendo altrettante delusioni e illusioni. Ora basta, per davvero. Piena solidarietà ai 5mila lavoratori che da oggi sono praticamente a casa, senza che lo Stato democratico italiano, gli abbia nemmeno riconosciuto i diritti sanciti dalla legge. Se il Governo Renzi non ha alcuna considerazione per questa Regione, figuriamoci se vorrà farsi carico dei disagi del blocco autostradale, degli aeroporti e delle ferrovie calabresi. Ecco perché, adesso, sarebbe bene portare questa forte protesta, composta e pacifica, per le strade di Roma e, attraverso le rappresentanze istituzionali locali, trasferirla nelle stanze del Parlamento. A quel punto non potranno non sentire l’indignazione generale e totale della gente di Calabria.”

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