Stazione ferroviaria lamezia terme centrale

Barbanti (M5S) sulla stazione di Vaglio Lise

Stazione ferroviaria lamezia terme centraleROMA – Investire circa 800mila euro per ristrutturare la palazzina esterna alla stazione di Vaglio Lise, lascia davvero sbigottiti: un investimento di questo tipo presumerebbe pari attenzione ai servizi forniti, al contrario del tutto insufficienti – se non inesistenti – per la stazione di Cosenza.

E’ quanto afferma Sebastiano Barbanti, cittadino eletto alla Camera per il Movimento 5 Stelle.

“Quello che si sta verificando all’interno dello scalo cosentino – prosegue Barbanti – è l’ennesimo schiaffo ai pendolari che ogni giorno usufruiscono del trasporto su rotaie, o, almeno, di quel che ne rimane. Solo per citarne alcuni, è sufficiente pensare ai disagi derivanti dall’assenza dell’ufficio clientela, da una biglietteria mal funzionante e, soprattutto, dall’assenza dei manovratori che ricoprivano il turno di notte.

E il futuro non è, di certo, più roseo del presente, in quanto è prevista la chiusura degli uffici per la gestione del personale e gli addetti alla circolazione rischiano di essere lasciati a casa.

Privare lo scalo di locali essenziali al corretto esercizio ferroviario non è proprio la scelta ideale, soprattutto se nel contempo non si avvia una politica di rilancio. Una politica di rilancio che esiste solo nelle parole, visto che non esiste in alcun atto ufficiale, né sembra esserci alcun piano concreto che possa far credere il contrario.

Senza dimenticare, poi, le carenze tecniche proprie della ferrovia, come i continui ritardi e i perenni disagi che stanno confermando Vaglio Lise per quello che si è sempre ritenuto: una cattedrale nel deserto, triste emblema dei trasporti calabresi.

Sarebbe bene che su Vaglio Lise le istituzioni competenti facciano un esame di coscienza. Se veramente si vuole intraprendere la strada del rilancio di questo scalo – reso marginale malgrado la sua importanza – la prima cosa da fare è quella di rimetterne insieme i cocci, riordinando i pezzi del puzzle di una cosa che della stazione, ormai, ha solo il nome”.

 

 

 

 

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