Delibera di approvazione piano di riequilibrio del Comune di Rende

Comune RendeRENDE – La Corte dei Conti con la deliberazione n. 23 del 22 aprile 2015 nell’approvare il piano di riequilibrio del Comune di Rende, ha fatto un vero e proprio exscursus storico, dal 2008 al 2013, dalla gestione politica, amministrativa e contabile dell’ente.  In questa analisi dettagliata sono state riportate tutte le criticità che hanno causato il predissesto dell’ente che, ricordiamolo, è l’anticamera del fallimento della pubblica amministrazione locale. La stessa Corte tra i tanti elementi evidenziati ha messo sotto il riflettore alcune inadempienze quali la tardiva approvazione dei rendiconti d’esercizio e, in particolare, quello del 2010, il mancato rispetto del patto di stabilità nel 2008 e del 2011, l’utilizzo di fondi vincolati (originariamente destinati alla realizzazione di opere pubbliche o di servizi specifici) per pagare correntemente i debitori o per pareggiare il bilancio, la costante sovrastima delle proprie entrate (di circa 5 milioni) e la sottostima delle spese (per oltre 4 milioni di euro), soprattutto negli anni dal 2008 al 2012, per sempio relativamente agli oneri urbanizzazione non riscossi, alle spese per la pubblica illuminazione, alle spese legali e alle mense scolastiche. Tutti fattori che hanno determinato un disavanzo d’amministrazione, di oltre 9 milioni di euro e generato altre otto milioni e mezzo di euro di debiti fuori bilancio. Tra le altre criticità segnalate, riguardo alle passate gestioni amministrative, sono state poi poste in risalto, dalla stessa Corte dei Conti, alcune irregolarità contabili che costringeranno l’amministrazione ad ulteriori misure finanziarie correttive. Al di la dei tecnicismi appare evidente che nelle passate amministrazioni siano state poste le basi e poi create le condizioni che hanno condotto prima la gestione commissariale a far ricorso alla procedura di riequilibrio e poi questa nuova amministrazione ad intervenire affinchè si evitasse una possibile e quasi certa dichiarazione di dissesto. La Corte dei Conti e il Ministero dell’Interno ,in sede di esame del primo piano di riequilibrio, avevano riscontrato una serie di criticità che potevano compromettere il percorso di risanamento avviato. La nuova Amministrazione comunale è dovuta, perciò, intervenire, rimodulando il piano per evitare che le osservazioni recapitate al Comune potessero condurre la stessa Corte dei Conti ad esprimersi negativamente e costringere l’ente a dichiarare il dissesto. Nel revisionare il piano di riequilibrio l’Amministrazione ha destinato, per evitare peggiori conseguenze, ogni entrata dell’ente al ripiano della massa debitoria ereditata dalle precedenti amministrazioni che per il 2014 ammonta ad oltre 4 milioni di euro. Per condurre l’ente verso una sana gestione delle proprie finanze ha evitato di inserire a copertura dei debiti le vendite degli immobili che negli anni passati artificiosamente erano state poste a loro garanzia. Vendite, poi, mai realizzate che hanno determinato, insieme alle spese fuori bilancio ormai sostenute, la creazione di quella massa passiva che ha condotto il Comune sull’orlo del fallimento .

L’approvazione del piano da parte della Corte dei Conti certifica in modo incontrovertibile questo dato, ossia che l’ente era orami prossimo al dissesto se non si fosse intervenuti per tempo con una oculata gestione delle risorse pubbliche che ripianasse (purtroppo con le tasse dei cittadini) i troppi debiti ereditati.

Solo per memoria è utile ricordare che nei 10 anni previsti dal piano di riequilibrio  l’ente dovrà far fronte a 4 milioni di euro di disavanzo d’amministrazione, 8 milioni e mezzo di euro di debiti fuori bilancio e accantonare altri 4 milioni e centomila euro per il contenzioso legale dell’ente, per un totale di circa 16 milioni e mezzo di euro. Con uno sforzo straordinario questa amministrazione solo nel 2014 ha dovuto pagare 4 milioni di euro per i debiti fuori bilancio ereditati, piuttosto che destinare tali spese al miglioramento dei servizi esistenti. Questi sforzi possono fare presumere che assieme alle entrate garantite dal Minitero dell’Interno in favore degli enti dissestati la condizione di predissesto possa essere superata negli anni a venire. Certamente la strada del risanamento finanziario del Comune è obbligata e anche piuttosto stretta. Anche per quello che la Corte dei Conti ci chiede per rispettare gli impegni presi al momento dell’approvazione del piano: riduzione della spesa per prestazione di servizi di almeno il 10% nell’arco del triennio 2014-2016, contenimento della spesa del personale e divieto di incrementare il numero dei dipendenti dell’ente, monitoraggio costante delle spese delle società partecipate, copertura nella misura minima del 36% dei servizi a domanda individuale (mensa e trasporto scolastico, centro anziani, gestione diretta degli impianti sportivi), rispetto dei tempi di pagamento, fissazione al massimo delle aliquote su tributi e tariffe comunali ( Imu, Tasse Rifiuti, Occupazione di Suolo Pubblico, Pubblicità, Addizionale Irpef). Oltre a questo ogni 6 mesi l’amministrazione sarà sottoposta ad un controllo da parte della Corte sul rispetto degli obiettivi del piano (ripiano dei disavanzi, pagamento dei debiti fuori bilancio, riduzione delle spese, incasso delle entrate). Come si vede il risultato conseguito ,a seguito dell’approvazione del piano, ha evitato una più disastrosa dichiarazione di dissesto finanziario che avrebbe comportato la chiusura della Rende Servizi, la chiusura degli impianti sportivi comunali, la riduzione drastica dei servizi (mense scolastiche, trasporto scolastico, centro minori, centro anziani) oltre alla applicazione in maniera indiscriminata di ulteriori tagli alla spesa.

Questo rappresenta solamente il punto di partenza di un più articolato riequilibrio finanziario che sarà attuato insieme ad un rilancio delle attività e, dove possibile, anche degli investimenti.  Nonostante tutte le ristrettezze e i vincoli di legge questa amministrazione con costi e spese risibili rispetto al passato sta garantendo le principali manifestazioni ed eventi culturali sul territorio cittadino, il mantenimento dello standard dei servizi pubblici erogati e attraverso un nuovo piano industriale il rilancio della Rende Servizi, senza sottacere che l’Amministrazione Manna sta anche chiudendo le operazioni di alienazione del patrimonio che passate amministrazioni avevano tentato invano di vendere. Questa entrata rappresenterà una risorsa straordinaria che ci si augura possa consentire al Comune di uscire anticipatamente dalla procedura di predissesto e far fronte agli ulteriori tagli ai trasferimenti erariali che peseranno sulle finanze comunale per oltre un milione e trecentomila euro.

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