Nei primi cinque mesi del 2015 si è registrato l’ incremento delle morti bianche

th (7)Alle porte dell’estate il bilancio delle morti bianche è sempre più tragico. Nei primi cinque mesi del 2015 si registra un drammatico incremento della mortalità pari all’11 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014.
Così sono 282 le vittime rilevate da gennaio a maggio 2015. E arrivano a 388 contando anche gli infortuni mortali in itinere.

E’ questa la prima istantanea sviluppata dalla più recente indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre (sulla base di dati Inail) che ancora una volta punta i riflettori sul fenomeno degli infortuni mortali nel nostro Paese. “Una situazione che si aggrava giorno dopo giorno e che ancora non ottiene la giusta attenzione dal Governo – commenta il Presidente dell’Osservatorio mestrino, l’Ingegner Mauro Rossato – né sul fronte di un efficace programma di diffusione della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, né dal punto di vista dei controlli e delle sanzioni contro gli ‘evasori’ della sicurezza”.

E, intanto, nella graduatoria nazionale in cui emerge il numero degli infortuni mortali in occasione di lavoro per regione, a contare il maggior numero di vittime è sempre la Lombardia (43), seguita dalla Toscana (27), dalla Campania (26), dal Veneto (25) e dal Lazio (23).
Seguono quindi: Sicilia e Piemonte (21), Emilia Romagna (20), Puglia (13), Abruzzo (12), Marche (10), Umbria (9), Basilicata e Liguria (6), Calabria, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige (5), Sardegna (4) e Molise (1). L’unica regione a non aver fatto rilevare alcuna vittima in occasione di lavoro nei primi cinque mesi del 2015 è la Valle D’Aosta.

Sul fronte, invece, dell’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa il dato più scoraggiante giunge dalla Basilicata con un indice di 33,3 contro una media nazionale di 12,6. Seguono: Umbria (25,1), Abruzzo (24,5), Toscana (17,4), Campania (16,5) e Marche (16).
Sopra la media nazionale si trova anche l’indice di rischio della Sicilia pari a 15,9.
Per macro aree, poi, l’indice di incidenza più elevato spetta al Sud del Paese (18,3), seguito dal Nordest (18), dalle Isole (13,3), dal Nord Ovest (10,3) e dal Centro (9,5).
L’11,3 per cento delle vittime è stato rilevato sia nel settore delle costruzioni che in quello dei trasporti e magazzinaggi, individuati come settori più a rischio. Seguono le attività manifatturiere (10,3 per cento), il commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione autoveicoli e motocicli (7,8 per cento).

La fascia d’età più colpita è ancora quella compresa tra i 45 e i 54 anni con 96 vittime su 282. Le donne che hanno perso la vita nei primi cinque mesi dell’anno in occasione di lavoro sono state 17. Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 41 pari al 14,5 per cento del totale.

A livello provinciale è la capitale a guidare la triste classifica con 17 morti bianche, seguita da Milano (13), Treviso e Napoli (8), Bari, Brescia e Torino (7), Grosseto, Perugia, Cuneo, Palermo, Salerno e Ravenna (6), Benevento, Avellino, Reggio Emilia, Varese e Firenze (5)

I dati sopra citati sono disponibili attraverso la pubblicazione mensile sul sito www.vegaengineering.com.

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