Papasso risponde alla Cgil in merito all’aeroporto della Sibaritide

CASSANO ALL’IONIO (CS) – Il primo cittadino di Cassano All’Ionio, con un lettera indirizzata al segretario Regionale ed al segretario Comprensoriale Sibaritide e Pollino della CGIL, è tornato a prendere posizione per l’aeroporto della Sibaritide: «Lungi da me l’intenzione di innescare una polemica – ha esordito Giovanni Papasso rivolgendosi direttamente a Michele Gravano ed Angelo Sposato – ma dopo aver letto l’articolo apparso sulla stampa in cui si parla del dietrofront della CGIL sull’aeroporto della Sibaritide, ho avvertito il dovere di scrivere per chiarire alcuni aspetti della vicenda che, purtroppo, sta andando avanti da decenni.

Mi preme, in primo luogo, precisare che la battaglia per lo scalo aeroportuale di Sibari non deve essere, in alcun modo, intesa come la volontà di porsi in contrasto con altre realtà calabresi, ma semplicemente come il dovere di dare risposte concrete all’ansia di riscatto delle popolazioni della Sibaritide, che da troppo tempo reclamano occasioni di crescita e sviluppo. Nessuno può disconoscere l’importanza della Piana più estesa della Calabria e delle realtà territoriali che vi ricadono, che per poter utilizzare appieno le ingenti risorse naturali e storico-culturali hanno oltremodo bisogno di infrastrutture moderne ed efficienti per poter programmare qualsiasi ipotesi di sviluppo e di crescita. Pertanto, interpretando anche il pensiero di altri colleghi sindaci dei territori della Sibaritide e della Provincia di Cosenza, che amministrano una popolazione di cinquecentomila abitanti, non mi stanco di ribadire l’imprescindibile urgenza di dotare di una struttura aeroportuale questa area importante della Calabria penalizzata anche per la situazione di precarietà in cui versano strade e ferrovie, che deve necessariamente uscire dall’isolamento per collegarsi in tempi rapidi al resto del Paese e dell’Europa, ai fini del rilancio dei commerci e dell’economia, qui basata essenzialmente sull’agricoltura e il turismo. Ciò premesso, ritengo che il problema debba essere visto sotto una più esatta angolazione: oggi non si sta facendo certo la battaglia per la posa della prima pietra dell’aeroporto, poiché ognuno è cosciente delle gravi difficoltà in cui versa il contesto economico-sociale calabrese, per l’effetto della crisi. Personalmente, infatti, mi sto adoperando per ricercare imprenditori privati interessati ad investire per l’aeroporto. Il problema contingente, però, è l’inclusione della struttura aeroportuale nel Piano Regionale dei Trasporti, che ha una valenza quindicennale, per riservarsi almeno la possibilità di realizzare l’opera nel futuro.

Infatti, a seguito di una democratica battaglia condotta nel territorio, nel precedente Piano Regionale dei Trasporti era stato previsto l’Aeroporto di Sibari.

Nelle linee guida del Piano Regionale dei Trasporti, licenziato dalla Giunta Regionale, l’opera non veniva in seguito contemplata. Di fronte a questa esclusione la Giunta Municipale – scrive ancora Papasso – aveva prodotto delle osservazioni, chiedendo il reinserimento dell’aeroporto di Sibari nel documento di riorganizzazione dei trasporti in Calabria; osservazioni che, in una certa misura, ha fatto proprie la IV Commissione Regionale della Calabria. Io stesso, lunedì 14 Ottobre u.s., ho avuto un incontro con l’assessore Regionale ai Trasporti, insieme ai presidenti della Confindustria e della Camera di Commercio di Cosenza, per sollecitare tale necessario reinserimento, ricevendo dall’assessore una cortese e positiva risposta.

Mi auguro che la CGIL possa rivedere la propria posizione, per affrontare insieme la battaglia, seconda la giusta angolazione. Nella realizzazione di questa opera importante bisogna continuare a crederci, per il dovere di dare, ognuno per la propria parte, il nostro contributo al territorio ed alle popolazioni, che hanno bisogno di idonei strumenti per programmare il futuro ed uscire dallo stato perenne di crisi, isolamento e sottosviluppo. Questo, soprattutto, per l’obbligo morale di dare risposte alle speranze delle giovani generazioni – ha concluso – che hanno cultura e talento e che, nel terzo millennio, non possono intravedere alcuna opportunità di costruire il futuro grazie alle risorse nella propria terra e grazie alle proprie risorse. Vi saluto con grande cordialità e stima».

 

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